CVC, diritti tv, Coppa delle Nazioni: il futuro del rugby nel Tinello di Vittorio Munari

Come promesso ieri oggi pubblico la seconda parte del Tinello di Vittorio Munari dove si tocca un argomento abbastanza specifico ma che avrà enorme influenza per il futuro del rugby. Perché, come dice Vittorio, Ovalia si appresta ad affrontare lo snodo più importante dall’avvento del professionismo tra gruppi di private equity che cercano nuovi lidi (ma solo per fare soldi, d’altronde quella è la loro natura) e tornei che rischiano di mettere a soqquadro equilibri e calendari…
E World Rugby prende tempo e rinvia al 5 aprile la riunione inizialmente fissata per questa settimana dove si doveva parlare di Nations Cup.
Palla a Vittorio!

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Pichot gioca la carta della Nations League e spariglia il futuro del rugby. Italia compresa

Il vicepresidente di World Rugby propone un torneo che andrebbe a sostituire i test-match. Una competizione che ha pro e contro e che cambierebbe la faccia di Ovalia. L’Inghilterra si dice “perplessa” ma se i conti economici tornassero…

Se dovessimo cercare una parola-guida per definire (molto velocemente) la strada intrapresa dal rugby negli ultimi anni quella più adatta potrebbe essere attractive. La palla ovale deve essere sempre più attraente, sexy, in grado di aumentare il suo bacino di giocatori, tifosi, appassionati e sponsor. Soprattutto questi ultimi. Qualcuno storcerà il naso, ma è il professionismo bellezza.
Negli ultimi anni Vittorio Munari con il suo Tinello ha più volte messo sul tavolo una domanda semplice e brutale: dove sta andando il rugby? Qualcuno sta davvero governando Ovalia oppure World Rugby si trova a cercare di tenere una qualche posizione su una corrente che però non ha deciso?
Domande semplici ma dalle risposte complicate.

Tra i più attivi a cercare di imprimere una rotta ragionata – che non vuol dire necessariamente quella giusta – c’è il vicepresidente di World Rugby, l’argentino Augustin Pichot. Tutto di lui si può dire tranne che se ne stia a scaldare la poltrona che occupa. Tra i principali sostenitori di un restringimento delle maglie dell’eleggibilità dei giocatori per poter giocare in nazionali diverse dai paesi natii, ha più volte sottolineato e sostenuto la necessità di un calendario internazionale che tenesse in conto anche la salute dei giocatori.
Solo qualche settimana fa non si è nascosto dietro a un dito e ha detto apertamente che il rugby internazionale così come è oggi non è più sostenibile, né tecnicamente né finanziariamente.
Alla riunione di World Rugby che si è tenuta a Sydney ha proposto l’introduzione di una Nations League al posto degli attuali e tradizionali test-match. Ecco come la descrive la Gazzetta dello Sport, il media che ha dato più dettagli:
Una World League ovale da giocare a novembre, a partire dal 2020, con le 12 migliori squadre del mondo — sei dell’Emisfero Nord, sei dell’Emisfero Sud — divise in quattro poule da tre. Un calendario che cancellerebbe i test match di giugno e quelli d’autunno — una tradizione secolare del rugby — e che introdurrebbe un format nuovo, simile a quello del volley o del calcio, una specie di «mondialino» da giocare una volta a Nord e una volta a Sud, ogni anno. Si pensa a un sistema di promozioni e retrocessioni — l’Italia, sul piano puramente ipotetico, in questo momento non sarebbe qualificata essendo 14esima nel ranking —. Si giocherebbe su cinque date, le prime tre dedicate alle sfide di poule (potrebbero essere disputate in quattro diverse nazioni), le altre due per semifinali e finali. Il format attrarrebbe nuovi sponsor e ridurrebbe da 6/7 a 5 il numero di partite internazionali a cui sono sottoposti i giocatori, senza toccare i totem stagionali: il Sei Nazioni per l’Europa, il Rugby Championship per l’Emisfero Sud, la Coppa del Mondo e la tournée dei Lions britannici ogni quattro anni.

Meno partite nel complesso e una (probabilissima) maggiore attenzione mediatica: un colpo al cerchio degli interessi finanziari e uno alla botte della salute degli atleti. Una novità che il vulcanico Pichot vorrebbe introdurre dall’autunno 2020. Una proposta che fa molto rumore e che incontra – al momento – la risposta decisamente fredda di una delle federazioni più importanti, quella inglese. Un portavoce della RFU, dopo aver sottolineato che quella di Pichot è una proposta a di cui a Londra e dintorni nessuno sapeva nulla, ha detto “siamo perplessi”.
Non c’è da stupirsi: gli interessi economici al di là della Manica sono enormi e quelli della nazionale non coincidono con quelli dei club, pur essendo tra loro strettamente legati. Senza dimenticare che una riforma del calendario internazionale è già stata stabilita ed entrerà in vigore proprio dopo il Mondiale del 2019, con uno slittamento delle gare estive e un numero più elevato di match tra squadre del Tier 1 e Tier 2.
Cosa succederà? Difficile dirlo. Pichot ha gettato il sasso nello stagno, ha posto un problema oggettivo e una sua possibile soluzione, che ovviamente non fa felici tutti e che al momento viene guardata con un mix di incertezza e sospetto. La data del 2020 pare eccessivamente vicina, ma non si può escludere davvero nulla, soprattutto se riuscirà a dimostrare la convenienza economica della cosa.

E l’Italia? La Gazzetta riporta un virgolettato attribuito al presidente della FIR Alfredo Gavazzi: “L’Emisfero Sud vuole cambiare la stagione globale al di là dell’accordo dell’anno scorso, il Nord non lo vuole e alla fine la maggioranza ce l’ha il Nord. Al Sei Nazioni si è già detto che non siamo in grado di affrontare una riforma del genere”. Un no quindi, e non poteva essere altrimenti vista la nostra situazione tecnico/finanziaria. Il calendario così come è strutturato oggi (e come è previsto a partire dal dopo RWC 2019) garantisce una rendita certa al nostro movimento, la riforma Pichot è oggi per noi un mezzo salto nel buio. Ma il nostro peso non è tale da poter essere determinanti né in un senso e neppure nell’altro, a meno di non ritrovarsi in una situazione di stallo tale da poter diventare l’ago della bilancia. Nostro malgrado.

Italia Emergenti, l’Amleto con la palla ovale: essere qualcosa o non essere nulla?

La selezione azzurra è in questi giorni in Sudamerica per la Nations Cup, competizione che è in pratica la sua unica attività. Questa cosa ha davvero un senso?

“Si dice di chi comincia ad affermarsi in un settore, ad avere successo: cantante emergente; nuove opportunità per gli emergenti”. Oppure: “che comincia a imporsi, che va acquistando un particolare rilievo”. Queste la definizione che la Garzanti dà della parola “emergente”. Ma se dovessimo declinarla nel rugby? Che cosa è la nazionale Emergenti?
OnRugby in un articolo di qualche giorno fa ne parla così: “La funzione e lo scopo dell’Italia Emergenti sono ben chiari già dal nome, in teoria: permettere ad un gruppo di giovani promesse impegnate in Eccellenza, con età indicativamente compresa tra i 21 e i 25 anni, di emergere dalla base più grande rappresentata dal torneo italiano”.
Una fotografia corretta ma che non ne spiega del tutto la sua funzione. O meglio, la spiegherebbe se la selezione in questione desse segnali di vita almeno vagamente continui e non solo tra maggio e giugno come invece accade in maniera pressoché regolare da un po’ di anni.

Basta andare sul sito FIR, cercare la sezione “Italia Emergenti” e scorrere i comunicati che la riguardano. Lo schema è più o meno sempre questo: comunicato di World Rugby che annuncia in via ufficiale le date della Nations Cup, comunicato sui giocatori convocati per la Nations Cup, comunicato sul via al raduno del gruppo che andrà alla Nations Cup, comunicati su formazioni e partite della Nations Cup. Tutto nell’arco di due o tre mesi, poi, da metà giugno fino alla primavera successiva il nulla. Quindi si riprende il giro.
Qua è là ci sono delle variabili, diciamo così: nel 2015 la Tbilisi Cup al posto della Nations Cup (ma nelle stesse settimane) oppure nel novembre 2016 la partecipazione alla “Italian-Scottish Challenge”, che era interessante perché era quantomeno un impegno in più ma che non è più stata replicata.
Tirando le fila: l’Emergenti è quella selezione che raccoglie i prospetti migliori (o considerati tali) dell’Eccellenza che ancora non fanno parte del giro di U20 e nazionale maggiore e che nell’arco di un anno gioca due-tre partite alla Nations Cup, ora in Romania oppure in Uruguay. Non vorrei sembrare duro, soprattutto con gli atleti che non possono farci nulla e che questa situazione la subiscono, ma messa così l’impegno con l’Emergenti – vista la sua estemporaneità – da un punto di vista tecnico è praticamente nullo e sembra più un viaggio premio che altro. Oh, va bene anche quello, basta che non ci si racconti altro.

L’Emergenti ha bisogno di giocare più spesso, di fare più stage, di un programma continuo e ben equilibrato lungo tutti i 12 mesi dell’anno. Oppure semplicemente non è. Come dicevano i latini: tertium non datur.
Qualcuno potrebbe obiettare che pure i Saxons inglesi o i Wolfhounds irlandesi non è che abbiano chissà quale attività o programmazione. Cosa assolutamente vera, ma i giovani irlandesi e i giovani inglesi vivono una realtà fatta di club e franchigie che li portano a un livello di eccellenza (scritto minuscolo, ma qui la “e” meriterebbe davvero la maiuscola…) che i nostri ragazzi si sognano. Purtroppo. Il problema non è l’Emergenti, ma il movimento in cui è calata. O meglio, le tare e le criticità di quel movimento. Diamo un valore vero a quella selezione oppure risparmiamo un po’ di soldi da investire altrove. Oh, io tifo per la prima opzione, ma così com’è…

Mondiali U20: l’Italia si gioca con il Galles il 7° posto finale. In campo anche gli Emergenti

Per gli azzurrini calcio d’inizio a Tbilisi alle 15 (ora italia) e in diretta streaming, Emergenti contro Argentina XV a Montevideo. Test-match: grandissima vittoria della Scozia in Australia, bene anche Sudafrica e Inghilterra, vincono Georgia e Romania

MONDIALE U20, FINALE 7° POSTO: GALLES-ITALIA (ore 15)
Si chiude questa sera a Tbilisi il Mondiale U20. Alle 18, ora italiana, Inghilterra e Nuova Zelanda si giocano la finalissima, tre ore prima l’Italia se la vedrà all’Avchala Stadium con il Galles per la partita che mette in palio il 7° posto. Quale sarà il risultato per gli azzurrini si tratta di un torneo più che positivo, il suo migliore di sempre. La squadra di Orlandi e Troncon è stata battuta nella sua semifinale dall’Australia, il Galles è stato invece superato 29-25 dalla Scozia. Il match sarà trasmesso in diretta su worldrugby.org. La formazione italiana, di seguito il programma completo di oggi:

15 Massimo CIOFFI (S.S. Lazio Rugby 1927)*
14 Andrea DE MASI (Benetton Treviso)*
13 Marco ZANON (Mogliano Rugby)
12 Dario SCHIABEL (Lafert San Donà)
11 Giovanni D’ONOFRIO (Rugby Benevento)*
10 Antonio RIZZI (Mogliano Rubgy)*
9 Charly Vincenzo Ernst TRUSSARDI (ASM Clermont Auvergne)
8 Giovanni LICATA (Miraglia Rugby)*
7 Michele LAMARO (S.S. Lazio Rugby 1927)
6 Jacopo BIANCHI (Vasari Arezzo)*
5 Lorenzo MASSELLI (Sitav Rugby Lyons)
4 Niccolò CANNONE (Florentia Rugby)
3 Marco RICCIONI (Patarò Calvisano) – capitano
2 Alberto ROLLERO (Sitav Rugby Lyons)*
1 Danilo FISCHETTI (Unione Rugby Capitolina)*

a disposizione:
16 Massimo CECILIANI (Delebio Rugby)*
17 Daniele RIMPELLI (Patarò Calvisano)*
18 Dante GAVRILITA (Patarò Calvisano)*
19 Edoardo IACHIZZI (USAP Perpignan)
20 Lodovico MANNI (Mogliano Rugby)
21 Emilio FUSCO (Stade Aurillacois)
22 Filippo DI MARCO (L’Aquila Rugby Club)
23 Andrea BRONZINI (Rugby Viadana 1970)*
*è/è stato membro dell’Accademia FIR “Ivan Francescato”

Mondiale U20, le finali (gli orari sono italiani):
ore 10, finale per l’11° posto: Samoa-Argentina
ore 11, finale per il 9° posto: Irlanda-Georgia
ore 12.30, finale per il 5° posto: Scozia-Australia
ore 13.30, finale per il 3° posto: Sudafrica-Francia
ore 15, finale per il 7° posto: Galles-Italia
ore 18, finale per il 1° posto: Nuova Zelanda-Inghilterra

 

NATIONS CUP, 3a GIORNATA: ARGENTINA XV-ITALIA EMERGENTI (ore 18.15)
Fatta la formazione italiana che alle 13.15 locali (le 18.15 in Italia) scenderà in campo a Montevideo per giocare contro l’Argentina XV il terzo ed ultimo incontro della Nations Cup. Nelle due partite precedenti la nostra squadra è stata battuta da Uruguay e Namibia. La formazione scelta dai tecnici Gianluca Guidi e Andrea Moretti:

15 Matteo MINOZZI (Patarò Calvisano)*
14 Pierre BRUNO (Patarò Calvisano)*
13 Matteo GABBIANELLI (Rugby Viadana 1970)*
12 Enrico LUCCHIN (Patarò Calvisano)*
11 Matteo MANGANIELLO (Rugby Viadana 1970)*
10 Leonardo MANTELLI (FEMI-CZ Rovigo)
9 Simone MARINARO (Fiamme Oro Rugby)* – capitano
8 Mirko AMENTA (Fiamme Oro Rugby)*
7 Renato GIAMMARIOLI (Patarò Calvisano)*
6 Matteo CORAZZI (Mogliano Rugby)*
5 Leonard KRUMOV (Rugby Viadana 1970)*
4 Samuele ORTIS (FEMI-CZ Rovigo)*
3 George IACOB (FEMI-CZ Rovigo)
2 Engjel MAKELARA (Petrarca Padova)
1 Derrick APPIAH (London Scottish)

a disposizione:
16 Adriano DANIELE (Sitav Rugby Lyons)*
17 Paolo BUONFIGLIO (Mogliano Rugby)*
18 Roberto TENGA (Fiamme Oro Rugby)
19 Niccolò ZAGO (Petrarca Padova)
20 Luca NOSTRAN (Petrarca Padova)
21 Pietro GREGORIO (Rugby Viadana 1970)
22 Filippo BUSCEMA (Fiamme Oro Rugby)*
23 Marco SUSIO (Pataro’ Calvisano)

*è/è stato membro dell’Accademia FIR Ivan Francescato

 

TEST-MATCH, I RISULTATI DEGLI ALTRI
La Scozia vince in Australia, seconde affermazioni per Sudafrica e Inghilterra rispettivamente contro Francia e Argentina, La Georgia batte gli USA, la Romania si impone in Canada

AUSTRALIA-SCOZIA: 19-24
Australia: 15 Israel Folau, 14 Dane Haylett-Petty, 13 Tevita Kuridrani, 12 Karmichael Hunt, 11 Eto Nabuli, 10 Bernard Foley, 9 Will Genia, 8 Scott Higginbotham, 7 Michael Hooper (c), 6 Ned Hanigan, 5 Adam Coleman, 4 Sam Carter, 3 Allan Alaalatoa, 2 Tatafu Polota-Nau, 1 Tom Robertson
Riserve: 16 Stephen Moore, 17 Scott Sio, 18 Sekope Kepu, 19 Rory Arnold, 20 Richard Hardwick, 21 Joe Powell, 22 Quade Cooper, 23 Reece Hodge
Mete: Folau (19′, 39′), Genia (56′)
Conversioni: Foley (20′, 56′)
Punizioni:
Scozia: 15 Greig Tonks, 14 Lee Jones, 13 Alex Dunbar, 12 Duncan Taylor, 11 Rory Hughes, 10 Finn Russell, 9 Ali Price, 8 Ryan Wilson, 7 Hamish Watson, 6 John Barclay (c), 5 Jonny Gray, 4 Ben Toolis, 3 Zander Fagerson, 2 Fraser Brown, 1 Gordon Reid
Riserve: 16 Ross Ford, 17 Allan Dell, 18 Willem Nel, 19 Tim Swinson, 20 Josh Strauss, 21 Henry Pyrgos, 22 Ruaridh Jackson, 23 Matt Scott
Mete: Taylor (15′), Russell (26′), Watson (61′)
Conversioni: Russell (15′, 27′, 63′)
Punizioni: Tonks (3′)

SUDAFRICA-FRANCIA: 37-15
Sudafrica: 15 Andries Coetzee, 14 Raymond Rhule, 13 Lionel Mapoe, 12 Jan Serfontein, 11 Courtnall Skosan, 10 Elton Jantjies, 9 Ross Cronjé, 8 Warren Whiteley (c), 7 Oupa Mohoje, 6 Siya Kolisi, 5 Franco Mostert, 4 Eben Etzebeth, 3 Frans Malherbe, 2 Malcolm Marx, 1 Tendai Mtawarira
Riserve: 16 Bongi Mbonambi, 17 Steven Kitshoff, 18 Coenie Oosthuizen, 19 Pieter-Steph du Toit, 20 Jean-Luc du Preez, 21 Francois Hougaard, 22 Frans Steyn, 23 Dillyn Leyds
Mete: Serfontein (20′), Kolisi (26′), Oosthuizen (68′)
Conversioni: Jantjies (20′, 26′)
Punizioni: Jantjies (6′, 30′, 38′)
Francia: 15 Scott Spedding, 14 Yoann Huget, 13 Damian Penaud, 12 Gaël Fickou, 11 Virimi Vakatawa, 10 François Trinh-Duc, 9 Baptiste Serin, 8 Louis Picamoles, 7 Kévin Gourdon, 6 Yacouba Camara, 5 Romain Taofifeuna, 4 Yoann Maestri, 3 Rabah Slimani, 2 Guilhem Guirado (c), 1 Jefferson Poirot
Riserve: 16 Clément Maynadier, 17 Eddy Ben Arous, 18 Uini Atonio, 19 Julien le Devedec, 20 Bernard le Roux, 21 Antoine Dupont, 22 Jean-Marc Doussain, 23 Nans Ducuing
Mete: Spedding (4′), Penaud (70′)
Conversioni: Serin (4′)
Punizioni: Trinh-Duc (63′)

ARGENTINA-INGHILTERRA: 25-35
Argentina: 15 Joaquín Tuculet, 14 Ramiro Moyano, 13 Matías Orlando, 12 Jerónimo de la Fuente, 11 Emiliano Boffelli, 10 Nicolás Sánchez, 9 Martín Landajo, 8 Juan Manuel Leguizamón, 7 Javier Ortega Desio, 6 Pablo Matera, 5 Tomás Lavanini, 4 Matías Alemanno, 3 Enrique Pieretto, 2 Agustín Creevy, 1 Lucas Noguera Paz
Riserve: 16 Julián Montoya, 17 Santiago García Botta, 18 Nahuel Tetaz Chaparro, 19 Guido Petti, 20 Leonardo Senatore, 21 Gonzalo Bertanou, 22 Juan Martín Hernández, 23 Matías Moroni
Mete: Tuculet (8′), Matera (52′), Boffelli (59′)
Conversioni: Sanchez (8′, 59′)
Punizioni: Sanchez (15′, 19′)
Inghilterra: 15 Mike Brown, 14 Marland Yarde, 13 Henry Slade, 12 Piers Francis, 11 Jonny May, 10 George Ford, 9 Danny Care, 8 Nathan Hughes, 7 Sam Underhill, 6 Chris Robshaw, 5 Charlie Ewels, 4 Joe Launchbury, 3 Harry Williams, 2 Dylan Hartley (c), 1 Ellis Genge
Riserve: 16 Jack Singleton, 17 Matt Mullan, 18 Will Collier, 19 Nick Isiekwe, 20 Mark Wilson, 21 Jack Maunder, 22 Alex Lozowski, 23 Denny Solomona
Mete: Ewels (5′), Francis (31′), Care (56′), Collier (65′)
Conversioni: Ford (5′, 56′, 65′)
Punizioni: Ford (11′, 29′)
Drop: Ford (73′)

CANADA-ROMANIA: 9-25
Canada: 
15 Ciaran Hearn, 14 DTH van der Merwe (cc), 13 Conor Trainor, 12 Nick Blevins, 11 Sean Duke, 10 Connor Braid, 9 Gordon McRorie, 8 Aaron Carpenter, 7 Matt Heaton, 6 Tyler Ardron, 5 Evan Olmstead, 4 Brett Beukeboom (cc), 3 Matt Tierney, 2 Ray Barkwill, 1 Anthony Luca
Riserve: 16 Benoit Piffero, 17 Djustice Sears-Duru, 18 Ryan Ackerman, 19 Conor Keys, 20 Kyle Baillie, 21 Phil Mack, 22 Shane O’Leary, 23 Andrew Coe
Mete:
Conversioni:
Punizioni: Gordon McRorie (3)
Romania: 
15 Luke Samoa, 14 Fonovai Tangimana, 13 Paula Kinikinilau, 12 Sione Fakaosilea, 11 Ionut Dumitru, 10 Florin Vlaicu, 9 Florin Surugiu, 8 Mihai Macovei (c), 7 Viorel Lucaci, 6 Vlad Nistor, 5 Valentin Poparlan, 4 Johannes Van Heerden, 3 Andrei Ursache, 2 Otar Turashvili, 1 Ionel Badiu
Riserve: 16 Constantin Pristavita, 17 Andrei Radoi, 18 Alexandru Tarus, 19 Marius Antonescu, 20 Andrei Gorcioaia, 21 Tudorel Bratu, 22 Vladut Popa, 23 Marius Simionescu
Mete: Fonovai Tangimana (2), Viorel Lucaci
Conversioni: Florin Vlaicu (2)
Punizioni: Florin Vlaicu (2)

USA-GEORGIA: 17-21
USA: 15 Mike Te’o, 14 Matai Leuta, 13 Bryce Campbell, 12 AJ MacGinty, 11 Nate Augspurger, 10 Will Magie, 9 Shaun Davies, 8 Cam Dolan, 7 Tony Lamborn, 6 Todd Clever (c), 5 Ben Landry, 4 Nate Brakeley, 3 Chris Baumann, 2 James Hilterbrand, 1 Tony Purpura
Riserve: 16 Peter Malcolm, 17 Ben Tarr, 18 Dino Waldren, 19 Matthew Jensen, 20 Andrew Durutalo, 21 Ben Cima, 22 Marcel Brache, 23 Ryan Matyas
Mete: Augspurger, Jensen
Conversioni: MacGinty (2)
Punizioni: MacGinty
Georgia: 15 Merab Kvirikashvili, 14 Giorgi Koshadze, 13 David Kacharava, 12 Merab Sharikadze (c), 11 Sandro Todua, 10 Lasha Khmaladze, 9 Vasil Lobzhanidze, 8 Beka Bitsadze, 7 Vito Kolelishvili, 6 Lasha Lomidze, 5 Kote Mikautadze, 4 Giorgi Nemsadze, 3 Levan Chilachava, 2 Jaba Bregvadze, 1 Mikheil Nariashvili
Riserve: 16 Shalva Mamukashvili, 17 Tornike Mataradze, 18 Soso Bekoshvili, 19 Giorgi Chkhaidze, 20 Otar Giorgadze, 21 Giorgi Begadze, 22 Lasha Malaghiradze, 23 Giorgi Tsutskiridze
Mete: Kvirikashvili, meta tecnica
Conversioni: Kvirikashvili
Punizioni: Kvirikashvili (3)

Dopo Italia-Scozia: i perché del ko si perdono dentro a un tunnel ormai lunghissimo

ph. Fotosportit/FIR

Dal 2013 a oggi, quasi 5 anni, la nazionale azzurra ha vinto solo 9 gare tra 51 partite di test, Sei Nazioni e Mondiali. Mettere in discussione O’Shea è autolesionismo, ma abbiamo bisogno di una inversione di tendenza, e che sia duratura.
Le altre partite: Emergenti ko con l’Uruguay, l’Inghilterra supera l’Argentina all’ultimo respiro, Irlanda ok con gli USA, bene la Georgia

Sì, è vero, c’è stata l’indisciplina.
Sì, è vero, siamo a fine stagione e la condizione fisica non può essere ottimale (e comunque: anche gli scozzesi sono a fine stagione e pure nel Sei Nazioni il fitness era quello che era…).
Sì, è vero, quei falli all’inizio hanno dato l’impronta alla partita.
Sì, è vero, se non si attacca non si può pretendere di vincere.
Sì, è vero, se non si placca in maniera efficace non si può pretendere di vincere.
Sì, è vero, se si subisce nelle fasi statiche (touche, e soprattutto, la mischia, fino a qualche anno fa nostro punto di forza) non si può pretendere di vincere.
Sì, è vero, se non riusciamo più ad utilizzare le maul come un tempo non si può pretendere di vincere.
Sì, è vero, senza un game plan chiaro e adatto alle proprie caratteristiche non si può pretendere di vincere.
Dimentico di sicuro qualcosa: aggiungetelo voi.

Sì, tutte queste cose sono vere. Sul serio, nessun sarcasmo. Però non bisogna dimenticarsi il quadro generale: dal primo gennaio 2013 a oggi la nostra nazionale ha giocato 51 volte e ha in tutto 9 partite. Abbiamo battuto, in ordine cronologico Francia, Irlanda, Fiji, Scozia, Canada, Romania, USA, di nuovo Canada e Sudafrica. E basta. Pochissimi sorrisi. Poi solo sconfitte, qualcuna con un gap minimo (non tante) altre in maniera molto netta (troppe). Motivi a discolpa – che brutta parola, ma ci siamo intesi – tutti quelli che volete, tutti validi, ma la ciccia è solo una: non si cresce e perdiamo praticamente sempre. Per ogni passo avanti ne facciamo almeno due indietro. E in un arco temporale di quasi 5 anni questo non è un trend o una tendenza: è semplicemente un fatto. Mettiamoci tutti i “se” e i “ma” che vogliamo, contingenti e non, però il quadro questo è.

Penso che Conor O’Shea e il suo staff siano l’ultima scialuppa di salvataggio del nostro movimento. Metterli in discussione è tafazziano e se falliscono loro le conseguenze per noi potrebbero davvero essere catastrofiche nel breve e nel medio periodo. Abbiamo bisogno di vedere un qualche risultato tangibile. Una vittoria tra Fiji e Australia (scusate, tra Fiji e Fiji, che i wallabies…) sarebbe ovviamente l’ideale, ma personalmente mi accontenterei di un approccio positivo, determinato e intelligentemente aggressivo in entrambe le gare. E nei test di novembre. E poi nel Sei Nazioni. Che sinceramente l’exploit one shot al quale ci aggrappiamo e con il quale ci spugnettiamo a volte anche per parecchi mesi mi ha stancato. E abbiamo bisogno di una svolta vera anche a livello di franchigie ed Eccellenza. Che altrimenti il futuro rischia di essere più buio del presente. E forse nessuno lo avrà sottolineato, non lo so, ma ieri a Singapore la squadra scesa in campo senza i vari Parisse, Ghiraldini, Cittadini è quella che a grande linee sarà quella post RWC 2019. Ovvero il nostro futuro.
Passiamo alle altre gare di ieri di cui ancora non ho parlato.

 

NATIONS CUP: URUGUAY-ITALIA EMERGENTI 30-21
Inizia male il torneo di Montevideo per la nostra Nazionale B: i ragazzi allenati da Guidi e Moretti sono stati battuti 30-21 dai Los Teros al termine di una partita giocata sempre con un punteggio molto vicino tra le due squadre e che l’Italia ha giocato in 14 per gli ultimi 22 minuti a causa dell’espulsione di Fragnito, che si è reso protagonista di un fallo d reazione un solo minuto dopo il suo ingresso in campo.
Italia Emergenti di nuovo in campo mercoledì alle 16 italiane contro la Namibia.

Il tabellino FIR
Marcatori: p.t. 13’ m. Arata tr. Albanell (7-0); 21’ c.p. Albanell (10-0); 28’ m. Buscema tr. Azzolini (10-7); 35’ c.p. Albanell (13-7); 40’ m. Iacob tr. Azzolini (13-14); s.t. 43’ m. Cat tr Abanell (20-14); 63’ m. Lijtenstein tr. Silva (27-14); 66’ m. Giammarioli tr. Mantelli (27-21); 75’ c.p. Silva (30-21)

Uruguay: Silva; Gibernau, Cat, Vilaseca, Leivas; Albanell (50’ Della Corte), Arata (59’ Lijtenstein); Diana (33’-38’ Gattas), Soto (56’ Nieto), Gaminara (cap) (60’ Hernandez); Leindekar (41’ Dotti), Magno; Echeverria (60’ Sagario), Kessler (75’ Echeverria), Benitez (52’ Gattas)
A disposizione non entrato: Sanguinetti
All. Meneses

Italia Emergenti: Buscema; Bruno, Bettin, Lucchin, Susio (63’ De Santis); Azzolini (56’ Mantelli), Marinaro; Giammarioli (68’ Gregorio), Negri da Oleggio (cap.) (5’ Amenta), Corazzi; Krumov, Ortis (57’ Fragnito); Iacob (56’ Tenga), Makelara (41’ Daniele), Appiah (47’ Zago)
All. Guidi

Arb. Kurt Weaver (USA)
Cartellini: al 27’ giallo a Benitez (Uruguay); al 58’ rosso a Fragnito (Italia Emergenti)
Calciatori: Azzolini (Italia Emergenti) 2/3; Albanell (Uruguay) 4/4; Silva (Uruguay) 2/2; Mantelli (Italia Emergenti) 1/1

 

SUDAFRICA-FRANCIA 37-14
Bella partita e soprattutto sul  campo di Pretoria si torna in campo a vedere un ottimo Sudafrica che doma la Francia di Guy Novès che non sembra aver risolto del tutto nessuna delle magagne che si porta dietro. Springboks che chiudono il primo tempo sul 16 a 7 ma che vengono quasi ripresi dai transalpino che si portano a -2 ma al 58′ l’episodio che decide la gara: meta tecnica assegnata ai padroni di casa con tanto di cartellino giallo a Dulin. Springboks che scappano e che colpiscono prima con Cronje e poi con Serfontein.

Sudafrica: 15 Andries Coetzee, 14 Raymond Rhule, 13 Jesse Kriel, 12 Jan Serfontein, 11 Courtnall Skosan, 10 Elton Jantjies, 9 Ross Cronje, 8 Warren Whiteley (c), 7 Oupa Mohoje, 6 Siya Kolisi, 5 Franco Mostert, 4 Eben Etzebeth, 3 Frans Malherbe, 2 Malcolm Marx, 1 Tendai Mtawarira
Riserve: 16 Bongi Mbonambi, 17 Steven Kitshoff, 18 Coenie Oosthuizen, 19 Pieter-Steph du Toit, 20 Jean-Luc du Preez, 21 Francois Hougaard, 22 Frans Steyn, 23 Dillyn Leyds
Mete: Kriel (32′), penalty ty (58′), Cronje (61′), Serfontein (69′)
Conversioni: Jantjies (33′, 62′, 70′)
Punizioni: Jantjies (12′, 15′, 39′)

Francia: 15 Brice Dulin, 14 Yoann Huget, 13 Henry Chavancy, 12 Gaël Fickou, 11 Virimi Vakatawa, 10 Jules Plisson, 9 Maxime Machenaud, 8 Louis Picamoles, 7 Loann Goujon, 6 Yacouba Camara, 5 Yoann Maestri (c), 4 Julien le Devedec, 3 Uini Atonio, 2 Clément Maynadier, 1 Jefferson Poirot
Riserve: 16 Camille Chat, 17 Eddy Ben Arous, 18 Mohamed Boughanmi, 19 Bernard le Roux, 20 Kévin Gourdon, 21 Baptiste Serin, 22 Jean-Marc Doussain, 23 Vincent Rattez
Mete: Chavancy (35′), Serin (55′)
Conversioni: Plisson (36′, 56′)
Punizioni:

 

ARGENTINA-INGHILTERRA 34-38
Argentina: 15 Joaquín Tuculet, 14 Matías Moroni, 13 Matías Orlando, 12 Jerónimo de la Fuente, 11 Emiliano Boffelli, 10 Nicolás Sánchez, 9 Martín Landajo, 8 Juan Manuel Leguizamón, 7 Javier Ortega Desio, 6 Pablo Matera, 5 Tomás Lavanini, 4 Matías Alemanno, 3 Enrique Pieretto, 2 Agustín Creevy, 1 Lucas Noguera Paz
Riserve: 16 Julián Montoya, 17 Santiago García Botta, 18 Nahuel Tetaz Chaparro, 19 Guido Petti, 20 Leonardo Senatore, 21 Gonzalo Bertanou, 22 Juan Martín Hernández, 23 Ramiro Moyano
Mete: Boffelli (8′), Lavanini (37′), De la Fuente (51′), Tuculet (53′)
Conversioni: Sanchez (9′, 38′, 52′. 55′)
Punizioni: Sanchez (41′)
Drop: Hernandez (77′)

Inghilterra: 15 Mike Brown, 14 Marland Yarde, 13 Henry Slade, 12 Alex Lozowski, 11 Jonny May, 10 George Ford, 9 Danny Care, 8 Nathan Hughes, 7 Tom Curry, 6 Mark Wilson, 5 Charlie Ewels, 4 Joe Launchbury, 3 Harry Williams, 2 Dylan Hartley (c), 1 Ellis Genge
Riserve: 16 Jack Singleton, 17 Matt Mullan, 18 Will Collier, 19 Nick Isiekwe, 20 Don Armand, 21 Jack Maunder, 22 Piers Francis, 23 Denny Solomona
Mete: Yarde (31′), May (47′), Ford (65′), Solomona (79′)
Conversioni: Ford (32′, 49′, 80′)
Punizioni: Ford (17′, 27′, 43′, 63′)

 

 

USA-IRLANDA 19-55
USA: 15 Ben Cima, 14 Mike Te’o, 13 Ryan Matyas, 12 Marcel Brache, 11 Martin Iosefo, 10 AJ MacGinty, 9 Nate Augspurger (c), 8 David Tameilau, 7 Tony Lamborn, 6 John Quill, 5 Nic Civetta, 4 Nate Brakeley, 3 Chris Baumann, 2 Peter Malcolm, 1 Ben Tarr
Riserve: 16 James Hilterbrand, 17 Joe Taufete’e, 18 Paddy Ryan, 19 Matthew Jensen, 20 Andrew Durutalo, 21 Shaun Davies, 22 Will Magie, 23 Bryce Campbell
Mete: Civetta (20′), Quill (46′), Matyas (55′)
Conversioni: MacGinty (21′, 47′)
Punizioni:

Irlanda: 15 Tiernan O’Halloran, 14 Keith Earls, 13 Garry Ringrose, 12 Luke Marshall, 11 Jacob Stockdale, 10 Joey Carbery, 9 Kieran Marmion, 8 Jack Conan, 7 Josh van der Flier, 6 Rhys Ruddock (c), 5 Devin Toner, 4 Quinn Roux, 3 John Ryan, 2 Niall Scannell, 1 Cian Healy
Riserve: 16 Dave Heffernan 17 Dave Kilcoyne, 18 Andrew Porter, 19 James Ryan, 20 Dan Leavy, 21 Luke McGrath, 22 Rory Scannell, 23 Simon Zebo
Mete: Earls (3′,19′), Stockdale (15′), Scannell (31′), Marmion (35′), Conan (44′), Ryan (62′), McGrath (68′), Zebo (75′)
Conversioni: Ringrose (16′), Carbery (36′, 45′), Scannell (69′, 76′)
Punizioni:

 

CANADA-GEORGIA 0-13
Canada: 
15 Andrew Coe, 14 Dan Moor, 13 Conor Trainor, 12 Guiseppe Du Toit, 11 Sean Duke, 10 Shane O’Leary, 9 Phil Mack, 8 Admir Cejvanovic, 7 Matt Heaton, 6 Kyle Baillie, 5 Conor Keys, 4 Brett Beukeboom (c), 3 Jake Ilnicki, 2 Benoit Piffero, 1 Djustice Sears-Duru
Riserve: 16 Eric Howard, 17 Anthony Luca, 18 Matt Tierney, 19 Liam Chisholm, 20 Aaron Carpenter, 21 Andrew Ferguson, 22 Gradyn Bowd, 23 Ciaran Hearn
Georgia: 15 Merab Kvirikashvili, 14 Soso Matiashvili, 13 David Kacharava, 12 Merab Sharikadze (c), 11 Sandro Todua, 10 Lasha Khmaladze, 9 Vasil Lobzhanidze, 8 Beka Bitsadze, 7 Giorgi Tkhilaishvili, 6 Lasha Lomidze, 5 Kote Mikautadze, 4 Giorgi Nemsadze, 3 Anton Peikrishvili, 2 Jaba Bregvadze, 1 Mikheil Nariashvili
Riserve: 16 Badri Alkhazashvili, 17 Kakha Asieshvili, 18 Soso Bekoshvili, 19 Nodar Cheishvili, 20 Otar Giorgadze, 21 Giorgi Begadze, 22 Lasha Malaghiradze, 23 Giorgi Chkhaidze