La legge di Boris colpisce ancora. Che fine ha fatto la Nazionale Emergenti?

Il Maestro René Ferretti

Le cose buttate un po’ lì, a caso (ma l’immortale e indimenticabile René Ferretti userebbe parole più adatte alla bisogna), non servono un granché. Ti poni un obiettivo, metti in piedi un ambaradan ma poi non lo segui poi molto, non gli dai le attenzioni (e i soldi) necessari, quasi sperassi che le cose possano in qualche modo funzionare miracolosamente da sole. Non che quel progetto – perdonatemi: ambaradan – possa raddrizzare una baracca dalle fondamenta un po’ bislacche, però sempre meglio che un calcio nel culo, come direbbe il saggio.
La Nazionale Emergenti è un po’ così. Anzi, era, perché pare che sia stata messa quantomeno in fondo a un cassetto, se non peggio. Funzionava? No, direi di no. Poteva essere migliorata (al pari del nostro maggior campionato nazionale, che altrimenti…), anche sostituita, ma qui è stata semplicemente tolta di mezzo. Pare eh.
Il racconto è di Duccio Fumero, per R1823:

Il progetto ‘Italia Emergenti’ è stato (momentaneamente?) accantonato dalla Fir. Quella che era la seconda nazionale azzurra e che doveva essere la palestra per i migliori prospetti del Top 12 non è nei progetti di questa stagione della Federazione.
Il ‘sospetto’ era già arrivato quasi un anno fa, quando la Fir annunciò gli staff tecnici delle varie nazionali italiane e nell’elenco non risultata l’Italia Emergenti. Un’assenza che, però, poteva venir interpretata semplicemente con l’idea che – al momento opportuno – si sarebbe scelto un tecnico del…
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Italia Emergenti, l’Amleto con la palla ovale: essere qualcosa o non essere nulla?

La selezione azzurra è in questi giorni in Sudamerica per la Nations Cup, competizione che è in pratica la sua unica attività. Questa cosa ha davvero un senso?

“Si dice di chi comincia ad affermarsi in un settore, ad avere successo: cantante emergente; nuove opportunità per gli emergenti”. Oppure: “che comincia a imporsi, che va acquistando un particolare rilievo”. Queste la definizione che la Garzanti dà della parola “emergente”. Ma se dovessimo declinarla nel rugby? Che cosa è la nazionale Emergenti?
OnRugby in un articolo di qualche giorno fa ne parla così: “La funzione e lo scopo dell’Italia Emergenti sono ben chiari già dal nome, in teoria: permettere ad un gruppo di giovani promesse impegnate in Eccellenza, con età indicativamente compresa tra i 21 e i 25 anni, di emergere dalla base più grande rappresentata dal torneo italiano”.
Una fotografia corretta ma che non ne spiega del tutto la sua funzione. O meglio, la spiegherebbe se la selezione in questione desse segnali di vita almeno vagamente continui e non solo tra maggio e giugno come invece accade in maniera pressoché regolare da un po’ di anni.

Basta andare sul sito FIR, cercare la sezione “Italia Emergenti” e scorrere i comunicati che la riguardano. Lo schema è più o meno sempre questo: comunicato di World Rugby che annuncia in via ufficiale le date della Nations Cup, comunicato sui giocatori convocati per la Nations Cup, comunicato sul via al raduno del gruppo che andrà alla Nations Cup, comunicati su formazioni e partite della Nations Cup. Tutto nell’arco di due o tre mesi, poi, da metà giugno fino alla primavera successiva il nulla. Quindi si riprende il giro.
Qua è là ci sono delle variabili, diciamo così: nel 2015 la Tbilisi Cup al posto della Nations Cup (ma nelle stesse settimane) oppure nel novembre 2016 la partecipazione alla “Italian-Scottish Challenge”, che era interessante perché era quantomeno un impegno in più ma che non è più stata replicata.
Tirando le fila: l’Emergenti è quella selezione che raccoglie i prospetti migliori (o considerati tali) dell’Eccellenza che ancora non fanno parte del giro di U20 e nazionale maggiore e che nell’arco di un anno gioca due-tre partite alla Nations Cup, ora in Romania oppure in Uruguay. Non vorrei sembrare duro, soprattutto con gli atleti che non possono farci nulla e che questa situazione la subiscono, ma messa così l’impegno con l’Emergenti – vista la sua estemporaneità – da un punto di vista tecnico è praticamente nullo e sembra più un viaggio premio che altro. Oh, va bene anche quello, basta che non ci si racconti altro.

L’Emergenti ha bisogno di giocare più spesso, di fare più stage, di un programma continuo e ben equilibrato lungo tutti i 12 mesi dell’anno. Oppure semplicemente non è. Come dicevano i latini: tertium non datur.
Qualcuno potrebbe obiettare che pure i Saxons inglesi o i Wolfhounds irlandesi non è che abbiano chissà quale attività o programmazione. Cosa assolutamente vera, ma i giovani irlandesi e i giovani inglesi vivono una realtà fatta di club e franchigie che li portano a un livello di eccellenza (scritto minuscolo, ma qui la “e” meriterebbe davvero la maiuscola…) che i nostri ragazzi si sognano. Purtroppo. Il problema non è l’Emergenti, ma il movimento in cui è calata. O meglio, le tare e le criticità di quel movimento. Diamo un valore vero a quella selezione oppure risparmiamo un po’ di soldi da investire altrove. Oh, io tifo per la prima opzione, ma così com’è…

Tutte le nazionali maggiori e le due celtiche: come è andato il 2016/2017 del nostro Alto Livello

I ragazzi di Conor O’Shea, gli azzurrini, il gruppo degli Emergenti e le ragazze. In più le due celtiche, Benetton e Zebre. Ovvero il meglio che produce il nostro rugby: l’Alto livello e le sue propaggini più vicine. Quante partite sono state giocate dallo scorso settembre a questo giugno? Quante vinte? Quante perse? E le mete? Qui tutte le risposte…

Ieri mattina l’ufficio stampa FIR ha inviato una mail con l’aggiornamento delle statistiche della nazionale, una comunicazione abituale che avviene dopo ogni incontro degli azzurri. Questa mail era però accompagnata da una sorta di mini-riassunto della stagione 2016/2017. Un bigino per sommi capi delle partite di novembre, del Sei Nazioni e del tour estivo appena concluso. Eccolo:

Nel corso della stagione l’Italia ha disputato 11 test-match, ottenendo una vittoria e dieci sconfitte segnando diciassette mete e concedendone cinquanta.
Dieci giocatori (Bronzini, Ferrari, Quaglio, Sperandio, Ruzza, Bigi, Budd, Zani, Pasquali e Lazzaroni ) hanno fatto il proprio esordio in Nazionale.
Il giocatore più utilizzato è stato l’estremo Edoardo Padovani, sceso in campo in tutti gli undici test-match per un totale di 895 minuti giocati. L’atleta con il minor numero di minuti giocati è stato il pilone destro Tiziano Pasquali, che ha disputato quattordici minuti a Suva contro Fiji.
Il mediano d’apertura Tommaso Allan è stato il miglior marcatore dell’Italia con 43 punti realizzati, il miglior metaman Michele Campagnaro con tre mete.

Perché non fare un riassunto anche delle altre nostre nazionali più importanti – U20,  Emergenti e femminile – e delle nostre due franchigie? Pochi dati di quello che è il meglio del nostro rugby, numeri che certo non possono raccontare tutto ma comunque dire diverse cose e soprattutto rilevare un andamento dell’Alto Livello in senso lato. Qualcuno dirà che sto mettendo assieme mele e pere. Forse, io non credo, ma non sto paragonando l’Eccellenza e il Pro12, o i test match di novembre con il Sei Nazioni femminile: raccolgo solo i risultati e alcuni macro-dati statistici relativi a uno specifico arco temporale, da settembre 2016 a giugno 2017. Poi ognuno ci legga quello che preferisce in quello che potrebbe essere definito una specie di PIL del rugby (giocato) al vertice del movimento italiano, ovvero le principali nazionali e le due squadre celtiche. Poi va da sé che ogni gara è una storia a parte, che puoi vincere o perdere per un dettaglio. Che ci sono alcune vittorie che hanno un peso specifico maggiore rispetto magari anche a 5 sconfitte (e viceversa). Qui però troverete un indicatore comunque oggettivo ma che non ha la pretesa della Verità Assoluta, quella che molti sembrano mettersi tutte le mattine nello zainetto. Sono solo numeri, bruti, così come verranno archiviati negli annuali. Senza commenti.
E comunque nella formazione del PIL, quello vero, vengono giustapposte mele e pere. E pure molto altro.

ITALIA
partite giocate: 11
partite vinte: 1
partite perse: 10
mete marcate: 17
mete incassate: 50

ITALIA U20
partite giocate: 10
partite vinte: 1
partite perse: 9
mete marcate: 20
mete incassate: 45

ITALIA EMERGENTI
partite giocate: 5
partite vinte: 2
partite perse: 3
mete marcate: 20
mete incassate: 17

ITALIA FEMMINILE
partite giocate: 5
partite vinte: 0
partite perse: 5
mete marcate: 7
mete incassate: 18

BENETTON TREVISO
Guinness Pro12
partite giocate: 22
partite vinte: 5
partite perse: 17
mete marcate: 35
mete incassate: 92
Challenge Cup
partite giocate: 6
partite vinte: 2
partite perse: 4
mete marcate: 9
mete incassate: 23

ZEBRE
Guinness Pro12
partite giocate: 22
partite vinte: 3
partite perse: 19
mete marcate: 38
mete incassate: 105
Champions Cup
partite giocate: 6
partite vinte: 0
partite perse: 6
mete marcate: 11
mete incassate: 49

DATI AGGREGATI
partite giocate: 87
partite vinte: 14
partite perse: 73
mete marcate: 156
mete incassate: 399

Un giugno (finora) da 10 gare tra nazionale, Emergenti e U20: con qualche sorriso ma anche 9 sconfitte

Presente e futuro del rugby italiano: cosa ci ha detto questa prima metà di giugno di match internazionali quando manca solo Australia-Italia? 

Presente, ovvero la nostra nazionale maggiore
Che questi anni sarebbero stati una mezza attraversata nel deserto lo si era capito da un po’, ma forse ci si attendeva qualche segnale positivo in più nel breve periodo. Non risultati, ribadisco, ma segnali. A oggi dobbiamo davvero accontentarci di molto poco, con una difesa che già da un pezzo non è più quella tignosa e aggressiva di un tempo senza che però si sia guadagnato nulla sul fronte offensivo. Aspetti su cui lavorare? Tutti: fasi statiche, punti  d’incontro, condizione atletica… Le partite con Scozia e Fiji hanno segnalato una vitalità prossima allo zero quando si tratta di capacità di offendere. Ci vuole tempo, certo, ma tempo è una parola che significa anche partite perse e prove spesso insipide. O’Shea sa molto meglio di noi che le prime a ingranare veramente devono essere le due celtiche (anche qui, prima ancora dei risultati – che ovviamente attendiamo – vogliamo vedere un’attitudine e una mentalità nuova) che possono produrre un effetto a cascata. Alternative non ne abbiamo, gli altri corrono tutti noi camminiamo. Quando va bene.

Futuro: U20 ed Emergenti
L’U20 lascia il Mondiale in Georgia portandosi a casa nella borsa un ottavo posto che è il miglior risultato di sempre per la nostra selezione nel torneo iridato. La squadra di Orlandi e Troncon ha giocato alla pari con Scozia, Irlanda e Galles e offerto a tratti ottime prove contro Australia e Nuova Zelanda, ma alla fine lo score dice comunque una vittoria e quattro sconfitte. I dettagli però sono diversi dal solito: i ko con Scozia e Galles arrivano per un solo punto di differenza, misura con cui abbiamo battuto invece l’Irlanda. La squadra sotto il piano fisico se la gioca apertamente con le altre, meno sotto l’aspetto tattico e sotto la lucidità mentale. Per non parlare del cinismo.
Stiamo comunque parlando del migliore materiale umano in quella fascia di età degli ultimi anni, ma la vera domanda riguarda quello che succederà da domani: quel gap minimo che nell’U20 oggi ci separa da scozzesi, irlandesi e gallesi cosa diventerà nel giro di uno o due anni? A oggi metteremmo tutti la firma col sangue per poterlo conservare, riuscirci sarà una impresa. Sono poco ottimista? Probabile. Forse sono solo realista: d’altronde la nazionale Emergenti formata da giocatori più esperti, che in alcuni casi hanno già annusato il torneo celtico, torna dall’Uruguay con tre sconfitte in altrettante gare contro avversari di buon livello ma non impossibili.
E a oggi lo score azzurro di questo giugno dice 1 vittoria e 9 ko in dieci gare. Un bilancio di cui non possiamo non tener conto.

Un altro pezzo del tour dei Lions nel Tinello di Vittorio Munari. E un po’ di Italia-Scozia

Nuovo appuntamento registrato quando la sfida tra la selezione britannica e gli Highlanders era finita da pochissimo… E qualche considerazione dopo il primo test-match azzurro di questa estate. Kick-off!

ps: oggi scende in campo in Uruguay la Nazionale Emergenti nella seconda giornata della Nations Cup, questo il comunicato FIR.

Montevideo (Uruguay) – Gianluca Guidi e Andrea Moretti, tecnici della Nazionale Italiana Emergenti, hanno ufficializzato la formazione che domani alle 11 locali (16 italiane) affronterà la Namibia nel secondo incontro della Nations Cup all’”Estadio Charrua” di Montevideo. La partita sarà trasmessa in diretta streaming su worldrugby.org.

“La Nations Cup è sicuramente un’ottima occasione per testare i nostri ragazzi a livello mentale e fisico in campo internazionale – ha dichiarato Gianluca Guidi – . Domani ci aspetta un match duro contro la Namibia, squadra molto fisica e che arriva a soli quattro giorni di distanza dall’esordio contro l’Uruguay. Squalifiche e infortuni non sono assolutamente un alibi: fanno parte del gioco e affronteremo il nostro avversario con la consapevolezza di poter disputare una buona partita”.

Per il prossimo match non saranno a disposizione per infortunio Sebastian Negri da Oleggio (convocato al suo posto Luca Nostran) e Matteo Minozzi, oltre che lo squalificato Davide Fragnito. 

Questo il XV che scenderà in campo:
15 Filippo BUSCEMA (Fiamme Oro Rugby)*

14 Pierre BRUNO (Patarò Calvisano)*
13 Matteo GABBIANELLI (Rugby Viadana 1970)*
12 Enrico LUCCHIN (Patarò Calvisano)*
11 Giacomo DE SANTIS (Patarò Calvisano)*
10 Maicol AZZOLINI (Fiamme Oro Rugby)*
9 Simone MARINARO (Fiamme Oro Rugby)* – capitano
8 Mirko AMENTA (Fiamme Oro Rugby)*
7 Renato GIAMMARIOLI (Patarò Calvisano)*
6 Matteo CORAZZI (Mogliano Rugby)*
5 Leonard KRUMOV (Rugby Viadana 1970)*
4 Riccardo MICHIELETTO (Petrarca Padova)
3 George IACOB (FEMI-CZ Rovigo)
2 Engjel MAKELARA (Petrarca Padova)
1 Derrick APPIAH (London Scottish)

a disposizione:
16 Adriano DANIELE (Sitav Rugby Lyons)*

17 Paolo BUONFIGLIO (Mogliano Rugby)*
18 Roberto TENGA (Fiamme Oro Rugby)
19 Samuele ORTIS (FEMI-CZ Rovigo)*
20 Luca NOSTRAN (Petrarca Padova)
21 Pietro GREGORIO (Rugby Viadana 1970)
22 Andrea BETTIN (Petrarca Padova)*
23 Matteo MANGANIELLO (Rugby Viadana 1970)*

*è/è stato membro dell’Accademia FIR Ivan Francescato