
Padovani testimonial per “L’Ora della Terra” del WWF nel 2016
Il giocatore azzurro rilascia una dichiarazione in esclusiva a Il Grillotalpa dopo due mesi difficili, sempre al centro di discussioni e polemiche. E questo blog riparte dopo il pit-stop di agosto con un paio di novità importanti
Ripartiamo. Due le novità principali. La prima è evidente, salta subito agli occhi: Il Grillotalpa ha aggiornato la sua grafica. Non è una vera rivoluzione ma un bel cambiamento di sicuro, con colori più tenui, font nuovi e una pagina nel complesso più “pulita”. L’immagine di apertura raffigura il college di Rugby, proprio il prato dove secondo la leggenda sarebbe nato il nostro amato sport, ed è stata scattata da Marco Turchetto. I contenuti che fino a ieri si trovavano nella spalla sono spostati a fondo pagina.
La seconda novità è meno visibile ma vi riguarda direttamente, perché ho deciso di intervenire sui commenti. Sulla cosa ci ho pensato parecchio e non nascondo che ho accarezzato l’idea di toglierli del tutto, anzi l’avevo praticamente presa. Ma riflettendoci meglio ho concluso che sarebbe stato un premio per chi gradisce passare le sua giornate a insultare o a provocare, al contempo sarebbe stata una punizione ingiusta per chi invece mai o quasi ha ecceduto e che magari oggi legge queste pagine senza più intervenire perché sfiancato dai bulletti di turno. Perché – per fare due esempi tra i molti – avrei dovuto punire Hro o Stefo? Non lo meritano. Sarebbe stato un darla vinta a chi preferisce fare il disturbatore, cosa che è avvenuta anche per mie demeriti.
Ho perciò deciso che potrete continuare a postare commenti ma che questi saranno approvati manualmente dal sottoscritto. Tutti. Nessuna più pubblicazione automatica. I messaggi che conterranno insulti finiranno nel cestino senza passare dal via, quelli inutilmente provocatori faranno la stessa identica fine. Se all’interno di un commento normale troverò qualcosa di inadatto o denigratorio verrà emendato a mio insindacabile giudizio e pubblicato nella sua versione “restaurata”.
Qualcuno troverà la cosa censoria. Beh, non mi interessa, non voglio perdere tempo con delle simili stupidate. Questo blog ha qualche anno sulle spalle, ho sempre permesso a chiunque di esprimere le proprie opinioni anche se – magari – lontanissime dalle mie. Su questo punto penso di essere inattaccabile. Anzi, ne sono sicuro, e la storia del Grillotalpa lo dimostra. Potrete scrivere ancora quello che vorrete, potrete criticarmi duramente (anzi: dovete farlo, è uno strumento di crescita personale per me importantissimo), semplicemente dovrete farlo con civiltà ed educazione. Non tollererò più abusi. Non credo di chiedere poi molto. Nessuno potrà più sfruttare il mio lavoro come palcoscenico, se proprio ne vuole uno che so costruisca da sé.
Ovviamente potrà capitare che tra l’invio del commento e la sua effettiva pubblicazione passi un po’ di tempo: cercherò di fare in modo che il problema incida il meno possibile, ma sono da solo e non ho una redazione a mia disposizione. Poi vi sembrerà incredibile ma cerco anche di avere una vita al di là del lavoro e del blog… Discorso chiuso.
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Veniamo al rugby ora. Nelle ultime settimane di spunti per analisi o riflessioni ce ne sono stati parecchi: il caso Zebre in primis, il Mondiale femminile (un applauso alle ragazze!), i vari campionati nazionali che ripartono. Oppure il Pro14 o l’addio di Zambelli dalla carica di presidente del Rovigo, dimissioni quest’ultime che al momento sembrerebbero molto “tattiche” ma che se confermate – al di là delle singole opinioni – priverebbero il rugby italiano di quello che dopo Luciano Benetton è il maggior finanziatore privato del nostro movimento (nazionale esclusa, ma pure lì non sono molte le aziende che hanno versato gli stessi soldi profusi da questi due personaggi…). C’è il grande vuoto lasciato dalla scomparsa di Mauro Zaffiri, c’è il futuro ancora tutto da decifrare che attende l’Eccellenza, c’è un Rugby Championship che è in pieno svolgimento e che nonostante alcuni passaggi un po’ a vuoto, delle amnesie temporanee se vogliamo un po’ sorprendenti (o forse siamo solo disabituati a considerarli umani?) degli All Blacks sta confermando un po’ tutte le previsioni della vigilia.
Ci sono insomma molti temi, che verranno affrontati nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Oggi però partirò da un fatto più legato alla cronaca, ovvero il caso Padovani.

Padovani con la maglia del Tolone
Non è certo il primo problema del rugby italiano, ma se ne è scritto moltissimo questa estate e il Grillotalpa ha una piccola esclusiva, ovvero la prima dichiarazione del giocatore dopo il via libera definitivo che gli permetterà di giocare con la maglia del Tolone. Una cosa che non possono pubblicare i grandi quotidiani sportivi o media più strutturati o titolati di quello che state leggendo, mi sembra abbastanza per ripartire con lui, no?
La questione è conosciutissima: Padovani aveva ancora un anno di contratto con le vecchie Zebre e a giugno, stante anche il mancato pagamento delle ultime mensilità, decide di approfittare di un’offerta del Tolone. La FIR cerca di bloccare il ragazzo che però non ha nessun dovere nei confronti delle nuove Zebre con cui non ha firmato alcun contratto. Il presidente Gavazzi parla di “debito morale” del giocatore nei confronti della franchigia bianconera, cosa su cui si può discutere per settimane senza giungere a una conclusione. Si arriva a World Rugby e lo scorso sabato la telenovela si chiude: Padovani potrà giocare a Tolone.
Si chiude perché Padovani rescinde il contratto con le vecchie Zebre, con queste ultime che mandano la documentazione alla FIR sottolineando che ora non esistono più vincoli per la mancata concessione del nulla osta. Una decisione, quella presa da chi ha gestito la franchigia bianconera fino a fine luglio, che secondo voci che arrivano da Roma avrebbe fatto infuriare Gavazzi. E le stesse fonti federali raccontano di una World Rugby che nelle stesse ore avrebbe fatto chiaramente capire alla FIR che se portata fino al termine dell’iter si sarebbe pronunciata a favore del giocatore, cosa che avrebbe poi potuto prevedere di conseguenza una sanzione per la stessa federazione che si era rifiutata di concedere la “Clearance”. Di qui la decisione dello scorso fine settimana di passare attraverso una validazione dell’affiliazione del giocatore direttamente dalla FFR, lasciando così il massimo organismo ovale mondiale a fare da spettatore interessato. Diplomazia e real politik. Pare, si dice.
Ma dicevamo della dichiarazione (non una intervista, per il momento non ne verranno concesse) di Padovani. Eccola:
“Non è stato un periodo facile, tutte le mattine mi svegliavo con la paura che per qualche motivo la mia permanenza qui a Tolone sarebbe finita entro poco, mio malgrado mi sono trovato a vivere una situazione che non avrei mai pensato e voluto provare. Per un rugbista non poter giocare è la peggior cosa, non dare sfogo a tante ore di duro lavoro è molto frustrante e forse anche per questo in ogni singolo minuto di allenamento ho lavorato cercando di portare la mia asticella del limite sempre più su, certo del fatto che il lavoro paga sempre e che le chiacchiere stanno a zero.
La riconoscenza e l’appartenenza fanno parte di ciò che sono, dai primi tuffi sulle pozzanghere con il mio Mogliano e al mio primo scudetto vinto, passando per l’indimenticabile esperienza dell’accademia, arrivando ai miei 3 anni con le Zebre, questi ultimi caratterizzati da infortuni e dalle numerose difficoltà che hanno coinvolto me e i miei compagni al di fuori del campo, grazie ai quali però ho sempre trovato un sorriso, un consiglio e una soluzione a tutto.
Non nego comunque che, nonostante ciò, un po’ di amarezza per come sono andate le cose nell’ultimo periodo mi è rimasta. E comunque ho provato sulla mia pelle che chi ambisce a raggiungere il proprio obiettivo, a prescindere da qualsiasi ostacolo, può riuscirci.
Sono davvero grato a tutte le persone che mi hanno supportato con la loro vicinanza, in particolare permettetemi di fare un ringraziamento particolare ad Alessandro (Corbetta ndr) il mio procuratore: è stato lui ad aver reso possibile tutto questo, a rincuorarmi quando le cose non parevano prendere la piega sperata; so quanto si è dato da fare, so che qualcuno in Federazione non ha preso di buon grado gli sforzi da lui profusi per regalarmi questa nuova meravigliosa avventura ma mi ha veramente dimostrato quanto ha a cuore il bene e l’interesse dei suoi assistiti e non si è fermato veramente davanti a niente ed a nessuno. E poi ovviamente alla mia famiglia, ai miei amici e ai miei compagni di squadra che mi hanno sostenuto quotidianamente.
Ringrazio inoltre, dal profondo del cuore, coloro che hanno creduto in me, che mi hanno fatto innamorare di questo sport e che mi hanno aiutato a crescere per arrivare dove sono adesso. La mia riconoscenza cerco di trasmetterla attraverso la fatica, il sudore e la gioia che ho nel rappresentare la mia nazione”.
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