Il Sei Nazioni è alle porte ma iniziano a muoversi le carte anche sul tavolo che ci porterà alle elezioni federali di fine anno (più o meno).
Marzio Innocenti ha annunciato da tempo – ma non ufficializzato – la sua candidatura, il presidente uscente Alfredo Gavazzi non ha ancora sciolto la riserva. Nel fine settimana a ufficializzare la sua discesa in campo è stato Giovanni Poggiali, appoggiato da Pronti al Cambiamento.
Duccio Fumero di R1823 lo ha intervistato. Eccone uno stralcio
(…) sino a ora tutte le ricette proposte negli anni puntavano quasi esclusivamente o sull’alto livello o sulla base, come se le due entità fossero in contrapposizione tra loro, come se non si possa costruire un rugby di base se vi è un’élite ovale, o non si può puntare sull’alto livello se ci si concentra sul basso. È veramente impossibile lavorare a 360°?
Si deve lavorare a 360°, non si può pensare diversamente. È ciò che fanno tutte le Union, dobbiamo farlo anche noi. Ma, come dicevo prima, dobbiamo ricordare la storia del rugby nel nostro Paese, bisogna assolutamente trovare un modello italiano, guardando alle esperienze all’estero, ma consci che in Italia va trovata una soluzione ad hoc, senza scimmiottare gli altri. Voglio aggiungere una cosa: spesso si dice ‘’ah ci vuole un imprenditore’’, per me l’imprenditorialità è importante, l’esperienza fondamentale, così come la capacità organizzativa, e la capacità di comprendere i bisogni e di dare le giuste risposte; tutte queste competenze possono essere applicate al sistema federale, ricordando però che una Federazione non è una impresa in senso stretto, ma ha dinamiche e peculiarità proprie;
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