Elezioni FIR: Giovanni Poggiali e Pronti al Cambiamento scendono in campo

Il Sei Nazioni è alle porte ma iniziano a muoversi le carte anche sul tavolo che ci porterà alle elezioni federali di fine anno (più o meno).
Marzio Innocenti ha annunciato da tempo – ma non ufficializzato – la sua candidatura, il presidente uscente Alfredo Gavazzi non ha ancora sciolto la riserva. Nel fine settimana a ufficializzare la sua discesa in campo è stato Giovanni Poggiali, appoggiato da Pronti al Cambiamento.
Duccio Fumero di R1823 lo ha intervistato. Eccone uno stralcio

(…) sino a ora tutte le ricette proposte negli anni puntavano quasi esclusivamente o sull’alto livello o sulla base, come se le due entità fossero in contrapposizione tra loro, come se non si possa costruire un rugby di base se vi è un’élite ovale, o non si può puntare sull’alto livello se ci si concentra sul basso. È veramente impossibile lavorare a 360°?
Si deve lavorare a 360°, non si può pensare diversamente. È ciò che fanno tutte le Union, dobbiamo farlo anche noi. Ma, come dicevo prima, dobbiamo ricordare la storia del rugby nel nostro Paese, bisogna assolutamente trovare un modello italiano, guardando alle esperienze all’estero, ma consci che in Italia va trovata una soluzione ad hoc, senza scimmiottare gli altri. Voglio aggiungere una cosa: spesso si dice ‘’ah ci vuole un imprenditore’’, per me l’imprenditorialità è importante, l’esperienza fondamentale, così come la capacità organizzativa, e la capacità di comprendere i bisogni e di dare le giuste risposte; tutte queste competenze possono essere applicate al sistema federale, ricordando però che una Federazione non è una impresa in senso stretto, ma ha dinamiche e peculiarità proprie;

LEGGI SU R1823 L’INTERVISTA COMPLETA A GIOVANNI POGGIALI: CLICCA QUI

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7 pensieri su “Elezioni FIR: Giovanni Poggiali e Pronti al Cambiamento scendono in campo”

  1. Letto l’intervista intera.
    Risposte…democristiane a domande democristiane ; sicuramente accordi per non spiegare cosa/come agirà nel pratico.
    L’ultima non mi è piaciuta per niente.
    Il Rugby ha una sua “diversità” e deve andarne fiero !
    Doveva sottolinearla e fare solo presente che non la si deve… pavoneggiare, ma farla diventare attraente/attrattiva.
    Soprattutto il viscerale…amore per la birra !!
    🙂 🙂

    1. Caro Gianni, dal maggio scorso mi tocca far parte di una “squadra” (in cui siamo, fra gli uomini, 4 su 11 ad avere giocato a rugby) e dove mi sono meritato (…) l’aggettivo di “democristiano”… non ho elementi per giudicare “il perché o il non perché”, come diceva Giovanni Trapattoni, però due cose positive rilevo, tra il serio e il faceto. La prima è che si parla di “dialogo” e non di “condivisione”, termine che ad ogni livello mi ha spappolato i maroni. Questione terminologica, forse, ma forse no. Seconda, Poggiali viene da un’ambiente ovale che non ha una tradizione storica nell’alto livello; può essere un difetto, ma potrebbe anche essere un pregio, perché spesso la parrocchia ovale storica non ha saputo guardare al di fuori del muro di cinta, con i difetti che ben conosciamo. E peraltro, proprio perché sono “democristiano”, qualche pregio c’è stato e sarà opportuno riconoscerlo – non tanto per dare unicuique suum, ma per comprendere la realtà come sta. Perché, come non mi stufo di ripetere, il rugby non è messo bene, ma in confronto a buona parte degli altri sport in Italia, è uno di quelli che ha fatto meno peggio.

  2. Per favore, Poggiali o XVI uomo ma anche il 24esimo uomo…. mettete qualcosa di concreto sul tavolo che cosi fa sorridere (o piangere):
    => Posizione sul Pro14 o su un modello “export” di giocatori?
    => C’è l’idea Petrarca in Pro14…. cosa ne pensate? Permetterebbe di far risparmiare un po di soldi alla Federazione ed avere un altro investore privato di peso oltre a Luciano
    => Crescita degli arbitri per permettere di avere un gioco più veloce?
    => Sviluppo Seven… i francesi hanno incluso nel loro mini campionato una squadra di Barbarians e una di Monaco…. perché no anche 2 Italiane?
    => Stage allenatori all’estero? Ad esempio in Francia che costerebbe neanche tanto?
    => Sviluppo skills nel mini-rugby, come?
    => Marketing, perché no un vero esperto marketing piuttosto che un ex giocatore che non ha dimostrato nulla?
    Ce ne sarebbero di punti concreti piuttosto che le filosofie, senno resta tutto uguale a prima!

    1. @Albe purtroppo (sì, purtroppo) quando l’Italia dovette munirsi di superclub, la scelta cadde sul progetto celtico. Anche perché, probabilmente (in quel tempo non seguivo più tantissimo il rugby), non c’erano alternative. Resta, peraltro, il fatto che, a distanza di 15 / 30 / 50 / 70 anni, la struttura del rugby alla quale siamo più prossimi è quella francese. E non solo per la storia condivisa sotto l’ombrello FIRA, anzi proprio per quella, in quanto la struttura del rugby italiano è nata e cresciuta con quella impronta. E, passando dall’amministrazione al campo, vale la pena ricordare che i grandi “balzi in avanti” sono avvenuti grazie ad allenatori transalpini. Pierre Villepreux ha fatto da progenitore ad una serie di ottimi tecnici italiani (alcuni furono addirittura allenatori della nostra nazionale, hai visto mai!)… e giusto per ricordare, Pierre Villepreux fu l’uomo a cui si rivolse la RFU per provare a cambiare le cose della nazionale della Rosa nel 1988 (e da noi era venuto dieci anni prima). E Fourcade? E Coste? Ma guardiamo anche al rugby francese di club, forte in centri lontani dalle grandi città (anche se ultimamente stanno cambiando), bilanci ovviamente stratosferici, ma con una serie di piccoli
      sponsor (e qui, credetemi, siamo arrivati prima noi…perché al di là delle Alpi ci possono snobbare, ma fino ad un certo punto) dietro a quello che dà lustro; e con un cospicuo contributo pubblico da parte del dipartimento di appartenenza, come una volta avveniva all’Amatori Catania.

  3. Per favore, Poggiali o XVI uomo ma anche il 24esimo uomo…. mettete qualcosa di concreto sul tavolo che cosi fa sorridere (o piangere):

    => Posizione sul Pro14 o su un modello “export” di giocatori?
    => C’è l’idea Petrarca in Pro14…. cosa ne pensate? Permetterebbe di far risparmiare un po di soldi alla Federazione ed avere un altro investore privato di peso oltre a Luciano
    => Crescita degli arbitri per permettere di avere un gioco più veloce?
    => Sviluppo Seven… i francesi hanno incluso nel loro mini campionato una squadra di Barbarians e una di Monaco…. perché no anche 2 Italiane?
    => Stage allenatori all’estero? Ad esempio in Francia che costerebbe neanche tanto?
    => Sviluppo skills nel mini-rugby, come?
    => Marketing, perché no un vero esperto marketing piuttosto che un ex giocatore che non ha dimostrato nulla?

    Ce ne sarebbero di punti concreti piuttosto che le filosofie, senno resta tutto uguale a prima!

  4. Io mi accodo ad Albe. Capisco che siamo a gennaio ed i tempi potrebbero essere lunghi (comunque post Olimpiade) prima dell’elezione pero’ ad oggi mi spiace dirlo ma come detto in privato ad altri, mi sembra ci sia tanto fumo di belle parole e concetti di buon senso ma in quanto tali un po’ poco.
    Vorrei anche io vedere qualche proposta concreta sul piano programmatico, anche messe giu’ come opzioni con connseguenti scelte che si dovranno fare come movimento, ma inizia a servire un po’ di ciccia a sto punto.

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