Permit players, Accademie celtiche, rilasci: tra Sei Nazioni e Guinness Pro12, con qualche (buona) novità

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L’head coach delle Zebre Victor Jimenez con i permit Fragnito e Bergamin, delle Fiamme Oro

Fine settimana davvero intasato di appuntamenti ovali, quello che stiamo per vivere. Oltre al Sei Nazioni in tutte le sue forme – gli uomini, le donne, l’U20 – torna in campo anche la Guinness Pro12: le Zebre giocano venerdì sera contro gli Ospreys mentre il Benetton Treviso ospita domenica pomeriggio il Leinster. Impegni che già non sono facili normalmente, se poi aggiungiamo le lunghissime liste di assenti per il concomitante impegno della nazionale e i tantissimi – soprattutto a Treviso – fermi in infermeria… Senza dimenticare che i gallesi sono attualmente secondi in classifica e i dublinesi terzi.
Certo pure gli avversari delle nostre due selezioni devono affrontare le assenze per la nazionale ma ci sono alcuni aspetti che rendono la loro condizione meno difficoltosa rispetto alla nostra:

  1. Sembrerà banale ma Irlanda e Galles hanno 4 franchigie, l’Italia due. Inevitabile che il peso specifico, per quanto non uniforme, vada a impattare in maniera meno invadente
  2. Sia in Galles che in Irlanda le franchigie sono strettamente connesse ai club del loro territorio e hanno accademie interne. Ne consegue che i giovani e meno esperti – che in queste occasioni in cui il calendario è intasato hanno gioco-forza più spazio e minutaggi maggiori – siano più preparati sotto ogni punto di vista che non il permit player di turno che arriva dal club d’Eccellenza e che sta solo qualche giorno con Zebre o Benetton. Vero, ci sono dei permit che vengono chiamati in maniera frequente, ma non è la stessa cosa, non può esserlo.
  3. Irlanda e Galles sembrano essere anche più strutturati per quanto riguarda il sistema di rilascio dei giocatori che fanno parte del gruppo dalla nazionale. I ct, pur mantenendosi un certo margine di azione e intervento in casi di dubbio, fanno tornare ai club di provenienza nei primi giorni della settimana quegli atleti che sanno già che non verranno utilizzati nella partita del sabato. In Inghilterra la cosa ha un suo iter preciso e istituzionalizzato con la RFU che comunica i nomi degli atleti che lasciano il ritiro della nazionale già il lunedì sera

Questi aspetti non sono certo delle novità e per chi segue abitudinariamente la palla ovale si tratta di criticità ben conosciute. Va però detto che nel caso del punto 3 nonostante le richieste più volte avanzate negli ultimi anni da diretti interessati e addetti ai lavori ben poco si è mosso. Qualche miglioramento è stato apportato, ma la struttura complessiva è rimasta sostanzialmente quella prevista all’inizio dell’avventura celtica.
Qualche novità però inizia ad esserci: martedì pomeriggio, poco dopo le 17, la FIR ha twittato questo messaggio

La notizia era stata anticipata poco meno di un’ora prima dalle Zebre. Non credo di sbagliarmi nel dire che è la prima volta che la nazionale rilascia dei giocatori per far ritorno ai loro club in vista di un impegno celtico così presto nel corso di una settimana che porta a un impegno nel Sei Nazioni. Da qualunque parte la si giri è un buon segnale, per quello che può contare il parere del sottoscritto. Di sicuro va sotto la definizione “buon senso”. Il fatto che l’Italia giochi in casa aiuta non poco, vedremo anche nelle prossime settimane.

Rimangono le criticità del punto 1 e 2. Sulla prima non ci si può fare nulla (ok, il presidente FIR dice da tempo di voler creare una terza franchigia ma io rimango ancorato a terra: si fa il salto triplo per poterne mantenere economicamente due, figuriamoci tre. Sponsor? Scusate la prosaicità, ma finché non li vedo non ci credo. Spero che la situazione cambi, ma in Italia a oggi l’unico sponsor che sborsa milioni di euro ogni stagione da tanti anni è Benetton, piaccia o meno).
Sul secondo punto c’è da dire che la nostra storia e la nostra tradizione campanilistica non vanno in quella direzione, ma le cose si possono cambiare, basta volerlo. Problemi di organizzazione ce ne sono, è chiaro, ma non sono insormontabili.
Il ct Conor O’Shea in una intervista rilasciata aOnRugby a fine gennaio parlava così:

Sistema permit player. Ci saranno novità anche in direzione dal Pro12 all’Eccellenza?
Sì. Ci saranno molti cambiamenti nei prossimi anni.

Speriamo.

Il commiato a Joost, poi un Tinello di Vittorio Munari tutto al sapor di Sei Nazioni

L’analisi delle partite della prima giornata dell’edizione 2017 del più antico torneo di Ovalia è anticipata dal ricordo di Joost van der Westhuizen, campione del mondo del Sudafrica 1995 scomparso nella giornata di ieri dopo una lunga malattia.
Poi lo spazio è soprattutto per Italia-Galles con la coda di polemiche che è seguita alla partita, soprattutto per quanto riguarda l’arbitraggio. Ma non vengono dimenticate nemmeno Scozia-Irlanda e Inghilterra-Francia.
Kick off!

Sei Nazioni 2017: spalti un po’ troppo vuoti, pancette e sguardi bui. Lo Zibaldone del primo fine settimana di partite

ph. Fotosportit/FIR
ph. Fotosportit/FIR

Mix di impressioni, spunti e post-it sparsi sul primo fine settimana da Sei Nazioni 2017. Tra uomini, donne, U20 e tifosi

Placcaggi alti: non doveva esserci tolleranza zero?

Inghilterra: la più brutta partita della gestione Eddie Jones? Probabilmente sì. Ma ha vinto contro una Francia tostissima piegata dalla panchina-monstre del XV di Sua Maestà. E poi la gara, contratta e fisica fino allo sfinimento non ha aiutato. L’impressione è che i Vunipola mancheranno non poco.

Francia: quadrata, cattiva, forse troppo prosa e poca poesia, ma se prosegue su questa strada sono pronto a scommettere che presto tornerà pure quella in abbondanza. A Twickenham ha perso per una questione di dettagli. Al posto loro sarei incazzato come nemmeno nella canzone di Paolo Conte.

Scozia: che non fosse più un rospo lo si sapeva ormai da tempo, ma che fosse pronta per assumere già il ruolo di regina non tutti lo potevano immaginare. Un primo tempo bellissimo, un secondo in cui ha concesso e sofferto senza però perdere la Trebisonda, una vittoria importantissima contro un’avversaria di rango come l’Irlanda. La prossima trasferta a Parigi ci dirà molto su una squadra e un movimento che hanno idee chiarissime su quello che va fatto.

Irlanda: annichilita a Murrayfield nei primi 40 minuti, poi raddrizza una gara che sembrava impossibile riprendere in mano e alla fine viene (giustamente) battuta. Sabato è attesa a Roma dall’Italia in una partita che sembra avere un solo risultato possibile, ma quella dell’Olimpico potrebbe non essere la gara giusta per capire davvero chi è in questo momento.

Italia: finché mantiene compattezza e disciplina è rognosa e anche pericolosa come vuole Conor O’Shea, se perde il bandolo della matassa tutto il gap tecnico viene fuori e non è certo colmabile in qualche settimana. Bene il primo tempo, male (malissimo!) il secondo, sotto quasi tutti gli aspetti. E il Galles è la squadra che al termine di questa prima giornata ha confermato di essere quella che sembra avere qualcosina in meno rispetto a tutte le altre nostre avversarie.

Galles: Vince largo dopo un primo tempo in cui sbatte inutilmente contro il muro italiano e in cui soffre parecchio. Ha la bravura e la capacità di scardinare le certezze azzurre, ma visto come si sono messe le cose non aver preso il bonus potrebbe rivelarsi più pesante di quanto non possa sembrare. Sabato attende a Cardiff l’Inghilterra, deve fare un salto di qualità se vuole competere con il gruppo di Eddie Jones.

Sergio Parisse: al di là delle sue parole nell’immediato dopo match (“Le partite durano 80 minuti ed noi nel secondo tempo abbiamo fatto le cose male. Abbiamo commesso errori banali, per non dire di peggio. Concedere ogni volta tre punti ad un avversario come il Galles ha consentito loro di prendere il largo”) raramente l’ho visto così rabbuiato ai microfoni.

La nazionale delle Ragazze: regalano fette di gara troppo ampie alle gallesi che ringraziano e vincono. Ct Di Giandomenico può sorridere perché atlete e gioco ci sono, ma quella di Jesi (belli gli spalti gremiti) è una occasione persa. Prossimo impegno domenica a L’Aquila contro l’Irlanda.

U20: partita di non facile interpretazione. Quella azzurra è di sicuro una squadra migliore rispetto agli scorsi anni ma è anche vero che hanno incontrato un Galles formato in gran nella sua annata “giovane”. Bene complessivamente gli avanti, nei trequarti paghiamo ancora dazio a problemi che arrivano da lontano.

Pubblico Olimpico: il comunicato FIR parla di 40.986 spettatori presenti. Vado a memoria e non vorrei sbagliarmi, ma credo che sia il dato più basso da quando l’Olimpico è diventato la casa della nazionale. Un dato che non deve essere ingigantito, non deve diventare un “caso”, ma nemmeno sottovalutato. Sarebbe l’errore peggiore.

Fischi a Mattarella: un presidente della Repubblica si presenta per la prima volta in uno stadio in cui si gioca una partita del Sei Nazioni e tu lo fischi? Ma che cosa hai in testa, la farina di grano duro?

La pancetta di Zebo: ma l’ho vista solo io? Ma l’ha sempre avuta?

CLASSIFICHE
Sei Nazioni
Galles 4
Scozia 4
Inghilterra 4
Francia 1
Irlanda 1
Italia 0

Sei Nazioni femminile
Irlanda 5
Inghilterra 4
Galles 4
Scozia 1
Italia 0
Francia 0

Sei Nazioni U20
Inghilterra 5
Galles 4
Irlanda 4
Scozia 1
Italia 0
Francia 0

Favaro out, Campagnaro in panca contro il Galles. Ecco la prima Italia del Sei Nazioni 2017

parisse-legoEccolo qui, il primo XV della nazionale italiana per il Sei Nazioni 2017. Si gioca a Roma domenica pomeriggio, alle 15, contro il Galles (diretta tv su DMAX, telecronaca di Antonio Raimondi e Vittorio Munari).
Un torneo attesissimo per la sua importanza intrinseca ma anche perché è il primo sotto la guida di Conor O’Shea, tecnico su cui l’Italia ovale ha riposto non poche speranze per una inversione di rotta tanto decisa quanto duratura.
E quali sono le scelte del ct? Padovani estremo, Canna e Gori in cabina di regia, centri biancoverdi con la coppia McLean e Benvenuti. In terza non c’è Favaro e vengono schierati Mbandà e Steyn, ovviamente insieme a capitan Parisse. Interessante la prima linea con Cittadini e Lovotti affiancati da Gega come tallonatore. Non è titolare Campagnaro, che va a sedersi in una panchina di livello assieme Furno, Minto, Allan e Ghiraldini. Simone Favaro non ce la fa e non è tra i 23 per domenica.

Italia: 15 Edoardo Padovani, 14 Giulio Bisegni, 13 Tommaso Benvenuti, 12 Luke McLean, 11 Giovanbattista Venditti, 10 Carlo Canna, 9 Edoardo Gori, 8 Sergio Parisse, 7 Maxime Mbandà, 6 Bryan Steyn, 5 George Fabio Biagi, 4 Marco Fuser, 3 Lorenzo Cittadini, 2 Ornel Gega, 1 Andrea Lovotti
Riserve:  16 Leonardo Ghiraldini, 17 Sami Panico, 18 Pietro Ceccarelli, 19 Joshua Furno, 20 Francesco Minto, 21 Giorgio Bronzini, 22 Tommaso Allan, 23 Michele Campagnaro

Il Sei Nazioni come un ring: mettiamoci i guantoni e pesiamo tutte le contendenti

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Una settimana abbondante e il Sei Nazioni 2017 vivrà il suo kick-off. Si parte sabato 4 febbraio prima con Scozia-Irlanda, si prosegue subito dopo con le crunch, quell’Inghilterra-Francia che si prenderà l’attenzione di tutta Europa dal sontuoso palco di Twickenham. Primo turno che si chiude domenica con una Italia-Galles quanto mai interessante, perché i Dragoni quest’anno sembrano arrivare al torneo un po’ meno performanti del solito. E quindi un po’ più alla portata dei nostri ragazzi. Poi bisogna vedere in quale formato mentale gli azzurri scenderanno in campo, se più quello modello Sudafrica o quello modello Tonga, tanto per intendersi.

Fare dei pronostici su un torneo come il Sei Nazioni è sempre estremamente complicato. Le sorprese sono all’ordine del giorno, il livello complessivo medio molto alto. Poi è una competizione breve, fatta di partite secche, dove un errore o una giornata storta può diventare irrecuperabile e se questa arriva alla prima giornata…
Ho perciò deciso di mettere le sei squadre partecipanti sulla bilancia, come fossero dei pugili. Il peso o la categoria dicono delle cose, ma non tutto, perché l’approccio mentale o la capacità di incassare colpi senza finire in ginocchio contano moltissimo. Partiamo dall’alto.

Peso Massimo, oltre 90,720 kg: Inghilterra
Perché è la squadra campione uscente, perché un anno fa ha vinto con tanto di Grande Slam, perché il suo 2016 ha registrato solo vittorie, perché ha uno staff tecnico spaventosamente ben assemblato e capace di risollevare il morale e la testa di un gruppo uscito a pezzi dal Mondiale casalingo del 2015. Perché ha un bacino enorme e di grande qualità da cui pescare e perché ha margini di crescita davvero importanti. I favoriti d’obbligo.

Peso Massimo leggero (90,600 kg): Irlanda
Squadra a tratti bellissima, con le idee molto chiare in testa. Migliorata la profondità della rosa ma il gap con l’Inghilterra rimane. Parte con una doppia trasferta in Scozia e Italia: sulla carta un inizio di torneo un po’ più semplice rispetto alle avversari.

Peso Mediomassimo (79,275 kg) o Supermedio (76,104)? Francia
Dopo anni difficili ha imboccato la strada giusta, ma l’impressione è che le cose da sistemare siano ancora un po’. Un parco giocatori quantitativamente e qualitativamente di grande livello, ma la luce si spegne ancora un po’ troppo spesso e la concentrazione mentale non è sempre quella necessaria. Guy Novés ci ha messo un po’ ma sembra aver comunque trovato il bandolo della matassa. Potrebbe essere il torneo del salto di qualità, ma il condizionale è d’obbligo

Peso Medio (72,480 kg): Scozia
Squadra di difficile interpretazione. Sa giocare benissimo, non soffre di grandi black-out ma non è semplice dire quali siano ancora i suoi margini di crescita. Il movimento non è profondo come in altri lidi ma a Edimburgo e dintorni stanno lavorando benissimo, con una programmazione chiara e ben oculata. Vern Cotter ha già annunciato che dalla prossima estate non sarà più il ct ma il cambiamento sembra essere stato gestito al meglio. Può essere la vera sorpresa dell’edizione 2017.

Superwelter (69,762 kg): Galles
Un grande boh. La squadra c’è, i giocatori non mancano, la capacità di rialzarsi e di tirare fuori dal cilindro grandi prestazioni quando proprio non te lo aspetti nemmeno. Però i gallesi sembrano attraversare un periodo di appannamento, con uno staff tecnico che è diventato obiettivo ancora una volta dei British & Irish Lions. Sulla carta ha il debutto più semplice, quello con l’avversaria più abbordabile (l’Italia): potrebbe rivelarsi un boomerang se i Dragoni non dovessero scendere in campo con la giusta concentrazione.

Peso Welter (66,591 kg): Italia
Meglio rimanere con i piedi ben piantati per terra. Il primo a saperlo è il ct Conor O’Shea: “Dobbiamo pensare al breve, medio e lungo termine: essere competitivi al Sei Nazioni è il primo, diventare la squadra che nessuno vuole affrontare ai prossimi Mondiali deve essere il secondo”. Il tecnico irlandese sa che lo aspetta un torneo complicato e così ha messo il vero focus – ovvero “diventare la squadra che nessuno vuole affrontare” – a distanza di un paio d’anni. Che poi quella cosa non significa essere necessariamente vincenti, anche se lo spero ardentemente, come tutti – ma ostici.
Il debutto è contro il Galles, partita difficile ma quest’anno non impossibile, almeno sulla carta. Partire con il piede giusto anche dal punto di vista della prestazione sarà di enorme importanza. Pensare più alla gara con Tonga che non all’impresa con il Sudafrica è la cosa migliore da fare. Potremmo diventare dei Superwelter? Sì, ma attenzione a non scivolare tra i Superleggeri o peggio.