Lo Zibaldone del Sei Nazioni: Eddie Jones non è ruck! E poi Picamoles e il fumo scozzese che diventa arrosto

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Impressioni e post-it dal fine settimana appena concluso, con la “no ruck” italiana a dominare la scena e le discussioni. Senza dimenticare la tragica scomparsa di Elli Norkett che colpisce il rugby femminile

No ruck! – Dopo un quarto d’ora di Inghilterra-Italia si è intuito che il tema di cui discorreremo in lungo e in largo nei prossimi giorni sarà la tattica “no ruck”. La carta giocata dalla nazionale azzurra a Twickenham ha incasinato non poco le idee agli inglesi e ha fatto infuriare Eddie Jones, che al termine della partita ha dichiarato che quello “non è rugby” e poi ha rifiutato di concedere una intervista a DMAX.
Su questo argomento solo un paio di appunti: la tattica italiana di non contestare le ruck può piacere o meno, ma non è vietata da nessun regolamento. E questo la dice tutta sulla sua liceità. E poi nel secondo tempo anche l’Inghilterra è ricorsa a questo stratagemma: Eddie, cosa era, solo un dispetto? E poi il rifiutare l’intervista alla tv italiana, ti stai forse trumpizzando? Non è una bella cosa, dai…

No ruck! /2 – Un dubbio: il riproporre in maniera continua per 80 minuti lo stratagemma non ha spinto l’Inghilterra a prendere delle contromisure in maniera più veloce? Ricorrere al “no ruck” in maniera un po’ più saltuaria non avrebbe aumentato la confusione mentale avversaria?

Haskell e Hartley – Due giocatori da 155 caps, 73 il primo e 82 il secondo. Non due novellini e Hartley è pure capitano della nazionale inglese. La scenetta in diretta mondovisione in cui chiedono all’arbitro come devono comportasi con il “no ruck” è già leggenda, manco fossero dei ragazzini alle prime armi, pardon mischie. Mitologica la risposta dell’arbitro Poite, “I’m the referee, not your coach”. Il Nigel Owens di “This is not soccer” si deve scansare (vedere video in coda all’articolo)

Brendan Venter e Italia, siamo già all’addio? – Il 23 gennaio la FIR annunciava l’ingaggio dell’ex DoR dei Saracens fino alla RWC 2019, con un impegno diretto in tutte le finestre internazionali. Ora dal Sudafrica le notizie di un suo sbarco in pianta stabile nello staff tecnico degli Springboks (assieme a Franco Smith). Mancano conferme ufficiali, ma non è certo una buona notizia per gli azzuri

Louis Picamoles – Lo avevo già scritto nelle scorse settimane, ma non posso che ribadirlo: Picamoles sta disputando un torneo mostruoso. Il passaggio ai Saints lo ha riportato a livelli elevatissimi, sembra ringiovanito di 3-4 anni.

Scozia – Bella, a tratti bellissima. Un po’ fumosa nel primo tempo di Edimburgo contro il Galles, però non molla mai e dà l’impressione di essere un treno in corsa, ma a velocità programmata. Rischi di deragliamento bassissimi, quindi. Quando diventa concreta è devastante. Tra due settimane va a Twickenham in una delle partite più attese del torneo.

Galles – Mah. A Edimburgo si è vista una squadra dr Jekyll e mr Hyde. Ottimo primo tempo, molto negativo il secondo. Capita quando hai di fronte squadre forti e organizzate come la Scozia, però i dragoni qualche grosso problema di identità e convinzione ce l’hanno.

Francia – a me piace, molto. E’ tutt’altro che perfetta ma ha margini di crescita enormi. Squadra dalla fisicità mostruosa, tra due settimana a Roma sarà una battaglia campale.

Irlanda – Va a momenti, non è continua, ha delle pause, ma dio mio quanto può essere forte. E alla fine la pagnotta la porta sempre a casa. Fisica, tecnica, convinzione. E poi quella sfida all’Inghilterra proprio in chiusura di torneo…

La buffa dichiarazione di Conor O’Shea – Sabato al captain’s run prima di Inghilterra-Italia c’era anche il ct azzurro. Massimo Calandri di Repubblica riporta questa dichiarazione: “Tra un anno e mezzo parlerò con Parisse. E gli chiederò se francamente mi ritiene adatto o meno al rugby italiano. Nel frattempo continueremo sulla strada tracciata: lavorando duro, crescendo sotto tutti gli aspetti. Senza farci influenzare dai giudizi esterni”. Parisse? Really? Giocatore gigantesco e dalla grande personalità, però… boh. E se dicesse di no? Buffo.

Addio Elli – Ieri al Neath Port Talbot in un incidente stradale è morta la nazionale gallese Elli Norkett, appena 20 anni e già un Mondiale giocato (quello del 2014).

Sei Nazioni e Guinness Pro12: oggi si inizia con Treviso-Connacht e Zebre-Ulster, poi è Inghilterra Italia

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ph. Fotosportit/FIR

Altra giornata ricchissima di rugby: alle 13 e 30 in campo Benetton Treviso e Zebre, un paio d’ore più tardi tocca Inghilterra-Italia.

GUINNESS PRO12, BENETTON TREVISO-CONNACHT ore 13.30, niente tv
Sedicesima giornata celtica. Venerdì sera Cardiff è andata a vincere a Edimburgo (17-18), il Leinster ha strapazzato in trasferta i Dragons (22-54) e soprattutto c’è stato il colpaccio degli Scarlets in casa Munster (21-30).
Oggi Treviso ospita al Monigo il Connacht in una partita non semplice ma nemmeno impossibile. Tanti gli asenti tra infortuni e nazionale e in panchina per i veneti ci saranno Mark Irving, Luca Nostran, Enrico Francescato provenienti dal Petrarca Rugby e Filippo Ferrarini proveniente dal Mogliano Rugby.

Benetton Treviso: 15 Luca Sperandio, 14 Michael Tagicakibau, 13 Tommaso Iannone, 12 Alberto Sgarbi (c), 11 Andrea Buondonno, 10 Ian McKinley, 9 Tito Tebaldi, 8 Robert Barbieri, 7 Francesco Minto, 6 Marco Lazzaroni, 5 Dean Budd, 4 Teofilo Paulo, 3 Tiziano Pasquali, 2 Luca Bigi, 1 Federico Zani
Riserve: 16 Roberto Santamaria, 17 Matteo Zanusso, 18 Mark Irving, 19 Luca Nostran, 20 Filippo Ferrarini, 21 Enrico Francescato, 22 Andrea Pratichetti, 23 David Odiete
Connacht: 15 Tiernan O’Halloran, 14 Niyi Adeolokun, 13 Bundee Aki, 12 Craig Ronaldson, 11 Danie Poolman, 10 Jack Carty, 9 Caolin Blade, 8 John Muldoon (c), 7 Nepia Fox-Matamua, 6 Sean O’Brien, 5 James Cannon, 4 Ultan Dillane, 3 Finlay Bealham, 2 Shane Delahunt, 1 Denis Buckley
Riserve: 16 Dave Heffernan, 17 JP Cooney, 18 John Andress, 19 Quinn Roux, 20 Naulia Dawai, 21 John Cooney, 22 Tom Farrell, 23 Stacey Ili

GUINNESS PRO12, ZEBRE-ULSTER ore 13.30, niente tv
Sono 11 gli azzurri impegnati a Twickenham con la nazionale, cosa che eleva il tasso di difficoltà di una partita già per nulla semplice di suo. Anche la squadra di Belfast lamenta assenze per l’impegno di ieri dell’Irlanda contro la Francia, ma rosa, struttura e organizzazione non sono paragonabili a quelle della franchigia bianconera. Tanto per dire, in panchina con i bianconeri c’è Simone Balocchi, giocatore del Colorno (Serie A)…
In panchina anche il nuovo tallonatore sudafricano Sidney Tobias.
Sedicesima giornata celtica che oggi prevede anche Ospreys-Glasgow Warriors.

Zebre: 15 Dion Berryman, 14 Mattia Bellini, 13 Tommaso Boni, 12 Matteo Pratichetti, 11 Lloyd Greeff, 10 Serafin Bordoli, 9 Guglielmo Palazzani, 8 Federico Ruzza, 7 Johan Meyer, 6 Dennis Bergamin, 5 Valerio Bernabò (c), 4 Gideon Koegelenberg, 3 Guillermo Roan, 2 Oliviero Fabiani, 1 Bruno Postiglioni
Riserve: 16 Sidney Tobias, 17 Andrea De Marchi, 18 Bartholomeus Le Roux, 19 Joshua Furno, 20 Davide Fragnito, 21 Carlo Engelbrecht, 22 Tommaso Castello, 23 Simone Balocchi
Ulster: 15 Jacob Stockdale, 14 Tommy Bowe, 13 Luke Marshall, 12 Stuart Olding, 11 Charles Piutau, 10 Peter Nelson, 9 Ruan Pienaar, 8 Marcel Coetzee, 7 Chris Henry, 6 Clive Ross, 5 Alan O’Connor, 4 Robbie Diack, 3 Wiehahn Herbst, 2 Rob Herring, 1 Andrew Warwick
Riserve: 16 John Andrew, 17 Callum Black, 18 Ricky Lutton, 19 Kieran Treadwell, 20 Sean Reidy, 21 Paul Marshall, 22 Jared Payne, 23 David Busby

SEI NAZIONI, INGHILTERRA-ITALIA ore 15.25 (diretta tv su DMAX)
Partita di cui si è detto tantissimo. Il ct Conor O’Shea, ieri presente al captain’s run ha detto che alla squadra ha chiesto “80 minuti di prestazione e di adesione al piano di gioco. Centriamo questi obiettivi e mi riterrò soddisfatto”. Questi invece Sergio Parisse: “L’Inghilterra è una grande squadra, con atleti eccezionali. Come sempre, noi dobbiamo rimanere concentrati su noi stessi, sul nostro gioco, sulla nostra prestazione. Dobbiamo preoccuparci esclusivamente delle cose che possiamo controllare. Non giocheremo meglio o peggio per le cose che sono state dette e scritte in questi giorni, noi pensiamo solo alla gara di domani”.
Partita difficilissima, ammesso e non concesso che al Sei Nazioni ce ne sia una semplice. Tra gli inglesi c’è Ben Te’o dal primo minuti, Mako Vunipola è in panchina.

Inghilterra: 15 Mike Brown, 14 Jonny May, 13 Ben Te’o, 12 Owen Farrell, 11 Elliot Daly, 10 George Ford, 9 Danny Care, 8 Nathan Hughes, 7 James Haskell, 6 Maro Itoje, 5 Courtney Lawes, 4 Joe Launchbury, 3 Dan Cole, 2 Dylan Hartley (c), 1 Joe Marler
Riserve: 16 Jamie George, 17 Mako Vunipola, 18 Kyle Sinckler, 19 Tom Wood, 20 Jack Clifford, 21 Ben Youngs, 22 Henry Slade, 23 Jack Nowell
Italia: 15 Edoardo Padovani, 14 Giulio Bisegni, 13 Michele Campagnaro, 12 Luke McLean, 11 Giovanbattista Venditti, 10 Tommaso Allan, 9 Edoardo Gori, 8 Sergio Parisse (c), 7 Simone Favaro, 6 Abraham Steyn, 5 Andries Van Schalkwyk, 4 Marco Fuser, 3 Lorenzo Cittadini, 2 Leonardo Ghiraldini, 1 Andrea Lovotti
Riserve: 16 Ornel Gega, 17 Michele Rizzo, 18 Pietro Ceccarelli, 19 George Biagi, 20 Maxime Mata Mbanda’, 21 Giorgio Bronzini, 22 Carlo Canna, 23 Tommaso Benvenuti

Sei Nazioni, la formazione dell’Italia: Parisse e Favaro ci sono, Campagnaro ancora in panchina contro l’Irlanda

ph. Fotosportit/FIR
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Il ct azzurro Conor O’Shea ha annunciato il XV titolare che sabato a Roma affronterà l’Irlanda nella seconda partita del Sei Nazioni 2017.
Prima cosa: Sergio Parisse c’è. Il capitano era in dubbio per una botta presa contro il Galles domenica pomeriggio, ma sabato alle 15 e 30 (diretta tv su DMAX) sarà sul prato dell’Olimpico.
Il tecnico irlandese conferma la mediana Gori-Canna, la coppia di centri McLean-Benvenuti e Padovani ad estremo. Non c’è invece Bisegni all’ala, sostituito da Angelo Esposito.
In terza si rivede Simone Favaro e viene confermato Mbandà. Due cambi, infine, tra i primi cinque uomini con Van Schalkwyk in seconda linea in coppia con Marco Fuser e Leonardo Ghiraldini che rientra dal primo minuto tra i due piloni Cittadini e Lovotti.
In panchina vanno il tallonatore Gega, i piloni Panico e Chistolini, il seconda linea Biagi, il flanker Steyn, la mediana di riserva Bronzini-Allan e Michele Campagnaro.

Questa la formazione dell’Italia:

15 Edoardo PADOVANI (Zebre Rugby, 7 caps)*
14 Angelo ESPOSITO (Benetton Treviso, 8 caps)*
13 Tommaso BENVENUTI (Benetton Treviso, 38 caps)*
12 Luke MCLEAN (Benetton Treviso, 85 caps)
11 Giovanbattista VENDITTI (Zebre Rugby, 39 caps)*
10 Carlo CANNA (Zebre Rugby, 16 caps)
9 Edoardo GORI (Benetton Treviso, 57 caps)*
8 Sergio PARISSE (Stade Francais, 122 caps) – capitano
7 Simone FAVARO (Glasgow Warriors, 33 caps)*
6 Maxime Mata MBANDA’ (Zebre Rugby, 4 caps)*
5 Andries VAN SCHALKWYK (Zebre Rugby, 8 caps)
4 Marco FUSER (Benetton Treviso, 17 caps)*
3 Lorenzo CITTADINI (Aviron Bayonnais, 54 caps)
2 Leonardo GHIRALDINI (Stade Toulousain, 83 caps)
1 Andrea LOVOTTI (Zebre Rugby, 10 caps)*

a disposizione
16 Ornel GEGA (Benetton Treviso, 9 caps)
17 Sami PANICO (Patarò Calvisano, 7 caps)*
18 Dario CHISTOLINI (Zebre Rugby, 15 caps)
19 George BIAGI (Zebre Rugby, 15 caps)
20 Abraham STEYN (Benetton Treviso, 7 caps)
21 Giorgio BRONZINI (Benetton Treviso, 4 caps)
22 Tommaso ALLAN (Benetton Treviso, 28 caps)
23 Michele CAMPAGNARO (Exeter Chiefs, 26 caps)*

*è/è stato membro dell’Accademia FIR “Ivan Francescato”

 

Sei Nazioni 2017: spalti un po’ troppo vuoti, pancette e sguardi bui. Lo Zibaldone del primo fine settimana di partite

ph. Fotosportit/FIR
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Mix di impressioni, spunti e post-it sparsi sul primo fine settimana da Sei Nazioni 2017. Tra uomini, donne, U20 e tifosi

Placcaggi alti: non doveva esserci tolleranza zero?

Inghilterra: la più brutta partita della gestione Eddie Jones? Probabilmente sì. Ma ha vinto contro una Francia tostissima piegata dalla panchina-monstre del XV di Sua Maestà. E poi la gara, contratta e fisica fino allo sfinimento non ha aiutato. L’impressione è che i Vunipola mancheranno non poco.

Francia: quadrata, cattiva, forse troppo prosa e poca poesia, ma se prosegue su questa strada sono pronto a scommettere che presto tornerà pure quella in abbondanza. A Twickenham ha perso per una questione di dettagli. Al posto loro sarei incazzato come nemmeno nella canzone di Paolo Conte.

Scozia: che non fosse più un rospo lo si sapeva ormai da tempo, ma che fosse pronta per assumere già il ruolo di regina non tutti lo potevano immaginare. Un primo tempo bellissimo, un secondo in cui ha concesso e sofferto senza però perdere la Trebisonda, una vittoria importantissima contro un’avversaria di rango come l’Irlanda. La prossima trasferta a Parigi ci dirà molto su una squadra e un movimento che hanno idee chiarissime su quello che va fatto.

Irlanda: annichilita a Murrayfield nei primi 40 minuti, poi raddrizza una gara che sembrava impossibile riprendere in mano e alla fine viene (giustamente) battuta. Sabato è attesa a Roma dall’Italia in una partita che sembra avere un solo risultato possibile, ma quella dell’Olimpico potrebbe non essere la gara giusta per capire davvero chi è in questo momento.

Italia: finché mantiene compattezza e disciplina è rognosa e anche pericolosa come vuole Conor O’Shea, se perde il bandolo della matassa tutto il gap tecnico viene fuori e non è certo colmabile in qualche settimana. Bene il primo tempo, male (malissimo!) il secondo, sotto quasi tutti gli aspetti. E il Galles è la squadra che al termine di questa prima giornata ha confermato di essere quella che sembra avere qualcosina in meno rispetto a tutte le altre nostre avversarie.

Galles: Vince largo dopo un primo tempo in cui sbatte inutilmente contro il muro italiano e in cui soffre parecchio. Ha la bravura e la capacità di scardinare le certezze azzurre, ma visto come si sono messe le cose non aver preso il bonus potrebbe rivelarsi più pesante di quanto non possa sembrare. Sabato attende a Cardiff l’Inghilterra, deve fare un salto di qualità se vuole competere con il gruppo di Eddie Jones.

Sergio Parisse: al di là delle sue parole nell’immediato dopo match (“Le partite durano 80 minuti ed noi nel secondo tempo abbiamo fatto le cose male. Abbiamo commesso errori banali, per non dire di peggio. Concedere ogni volta tre punti ad un avversario come il Galles ha consentito loro di prendere il largo”) raramente l’ho visto così rabbuiato ai microfoni.

La nazionale delle Ragazze: regalano fette di gara troppo ampie alle gallesi che ringraziano e vincono. Ct Di Giandomenico può sorridere perché atlete e gioco ci sono, ma quella di Jesi (belli gli spalti gremiti) è una occasione persa. Prossimo impegno domenica a L’Aquila contro l’Irlanda.

U20: partita di non facile interpretazione. Quella azzurra è di sicuro una squadra migliore rispetto agli scorsi anni ma è anche vero che hanno incontrato un Galles formato in gran nella sua annata “giovane”. Bene complessivamente gli avanti, nei trequarti paghiamo ancora dazio a problemi che arrivano da lontano.

Pubblico Olimpico: il comunicato FIR parla di 40.986 spettatori presenti. Vado a memoria e non vorrei sbagliarmi, ma credo che sia il dato più basso da quando l’Olimpico è diventato la casa della nazionale. Un dato che non deve essere ingigantito, non deve diventare un “caso”, ma nemmeno sottovalutato. Sarebbe l’errore peggiore.

Fischi a Mattarella: un presidente della Repubblica si presenta per la prima volta in uno stadio in cui si gioca una partita del Sei Nazioni e tu lo fischi? Ma che cosa hai in testa, la farina di grano duro?

La pancetta di Zebo: ma l’ho vista solo io? Ma l’ha sempre avuta?

CLASSIFICHE
Sei Nazioni
Galles 4
Scozia 4
Inghilterra 4
Francia 1
Irlanda 1
Italia 0

Sei Nazioni femminile
Irlanda 5
Inghilterra 4
Galles 4
Scozia 1
Italia 0
Francia 0

Sei Nazioni U20
Inghilterra 5
Galles 4
Irlanda 4
Scozia 1
Italia 0
Francia 0

Favaro out, Campagnaro in panca contro il Galles. Ecco la prima Italia del Sei Nazioni 2017

parisse-legoEccolo qui, il primo XV della nazionale italiana per il Sei Nazioni 2017. Si gioca a Roma domenica pomeriggio, alle 15, contro il Galles (diretta tv su DMAX, telecronaca di Antonio Raimondi e Vittorio Munari).
Un torneo attesissimo per la sua importanza intrinseca ma anche perché è il primo sotto la guida di Conor O’Shea, tecnico su cui l’Italia ovale ha riposto non poche speranze per una inversione di rotta tanto decisa quanto duratura.
E quali sono le scelte del ct? Padovani estremo, Canna e Gori in cabina di regia, centri biancoverdi con la coppia McLean e Benvenuti. In terza non c’è Favaro e vengono schierati Mbandà e Steyn, ovviamente insieme a capitan Parisse. Interessante la prima linea con Cittadini e Lovotti affiancati da Gega come tallonatore. Non è titolare Campagnaro, che va a sedersi in una panchina di livello assieme Furno, Minto, Allan e Ghiraldini. Simone Favaro non ce la fa e non è tra i 23 per domenica.

Italia: 15 Edoardo Padovani, 14 Giulio Bisegni, 13 Tommaso Benvenuti, 12 Luke McLean, 11 Giovanbattista Venditti, 10 Carlo Canna, 9 Edoardo Gori, 8 Sergio Parisse, 7 Maxime Mbandà, 6 Bryan Steyn, 5 George Fabio Biagi, 4 Marco Fuser, 3 Lorenzo Cittadini, 2 Ornel Gega, 1 Andrea Lovotti
Riserve:  16 Leonardo Ghiraldini, 17 Sami Panico, 18 Pietro Ceccarelli, 19 Joshua Furno, 20 Francesco Minto, 21 Giorgio Bronzini, 22 Tommaso Allan, 23 Michele Campagnaro