Sei Nazioni U20: l’Italia tiene testa all’Irlanda fino all’ultimo, ma non basta (26-27)

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ph. Fotosportit/FIR

La prima metà del primo tempo se ne va senza streaming, quando tornano le immagini i vede una bella Italia, volitiva e concentrata, capace di giocare alla pari con gli irlandesi. i nostri ragazzi sembrano avere meno opzioni, preferiscono quasi sempre lo scontro fisico e il “dritto per dritto” all’apertura del gioco ma gli ospiti fanno fatica a costruire e sono spesso costretti a difendersi e a rintuzzare i nostri assalti. Azzurri che pagano una disciplina non perfetta e che chiudono la prima frazione sul 3-6 e con un uomo in meno per il cartellino giallo a Licata al 34′. Sei minuti in 14 contro 15 che vedono però l’Italia sfiorare una meta con Vaccari.

La seconda frazione inizia come peggio non poteva con una meta irlandese innescata da un nostro errore sulla linea dei loro 22 metri, palla che finisce a Larmour che si fa tutto il campo lungo l’out destro e schiaccia la palla al di là della linea bianca.
L’Italia però continua a fare il suo gioco che si rivela molto efficace contro un’Irlanda che non riesce a prendere in mano la partita, molto bene il gioco chiuso degli azzurrini e non è un caso che la nostra meta arrivi al 50′ grazie a una maul.
I ragazzi di Troncon e Orlandi nella fase centrale del secondo tempo migliorano in maniera evidente anche il proprio gioco aperto e dimostrano gran carattere quando al 60′ conquistano una punizione subito dopo aver subìto un turn-over a 5 metri dalla linea di meta irlandese, calcio piazzato che riporta i nostri a +1.
La partita diventa molto bella da un punto di vista meramente spettacolare, ci sono diversi errori sui continui ribaltamenti di fronte e alla fine è l’Irlanda a imporsi di una sola lunghezza (27 a 26) perché è più cinica e – appunto – sbaglia meno.
Gli azzurrini pagano qualche disattenzione di troppo e due conversioni non calciate tra i pali. Dettagli, ma a questo livello sono i dettagli a fare la differenza e l’Italia ne ha un po’ da sistemare.
Un ko che fa rabbia, perché questa è una partita assolutamente alla portata degli azzurrini. Peccato. Una occasione sprecata.

Italia: 15 Massimo Cioffi, 14 Andrea Bronzini, 13 Ludovico Vaccari, 12 Marco Zanon, 11 Dario Schiabel, 10 Antonio Rizzi, 9 Charly Trussardi, 8 Giovanni Licata, 7 Lorenzo Masselli, 6 Jacopo Bianchi, 5 Gabriele Venditti, 4 Giordano Baldino, 3 Marco Riccioni (c), 2 Massimo Ceciliani, 1 Daniele Rimpelli
Riserve: 16 Alberto Rollero, 17 Danilo Fischetti, 18 Giosuè Zilocchi, 19 Edoardo Iachizzi, 20 Nardo Casolari, 21 Emilio Fusco, 22 Michelangelo Biondelli, 23 Roberto dal Zilio
Mete: Ceciliani (50′), Zanon (71′), Bianchi (76′)
Conversioni:
Punizioni: Rizzi (30′, 45′, 62′)

Irlanda: 15 Colm Hogan, 14 Jordan Larmour, 13 Gavin Mullin, 12 Ciaran Frawley, 11 Calvin Nash, 10 Johnny McPhillips, 9 Johnny Stewart, 8 Caelan Doris, 7 Paul Boyle Lansdowne, 6 Cillian Gallagher (c), 5 Oisin Dowling Lansdowne, 4 Fineen Wycherley, 3 Charlie Connolly, 2 Tadgh McElroy Lansdowne, 1 Joey Conway
Riserve: 16 Adam Moloney, 17 Rory Mulvihill, 18 Matthew Burke, 19 Jack Regan, 20 Gavin Coombes, 21 Jack Lyons, 22 Conor Fitzgerald, 23 Tommy O’Brien
Mete: Larmour (41′, 67′), O’Brien (73′)
Conversioni: McPhillips (42′, 68′), Fitzgerald (74′)
Punizioni: McPhillips (14′, 33′)

Azzurrini vs Irlanda e Zebre-Ospreys: un venerdì tra Sei Nazioni U20 e Guinness Pro12

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SEI NAZIONI U20
Iniziamo da Prato. Questa sera alle 19 (diretta streaming a partire dalle 18 e 45 su The Rugby Channel), al Chersoni scendono in campo Italia e Irlanda U20. I ragazzi di Orlandi e Troncon vengono da un ko con diverse ombre e qualche luce (poche rispetto alle aspettative) contro il Galles mentre i pari età in maglia verde hanno strappato una vittoria di misura in Scozia. Una partita che vede gli ospiti come favoriti d’obbligo, all’Italia si chiede soprattutto una prestazione di qualità. Beh, pure un risultato positivo non sarebbe male, ma è oggettivamente difficile. Però…
Sempre stasera si giocano anche le altre due partite della seconda giornata del torneo: alle 20.15 italiane al Parc Eirias di Colwyn Bay ci sarà il kick-off di Galles-Inghilterra, alle 21 toccherà a Francia-Scozia in quel di Grenoble.

Italia: 15 Massimo Cioffi, 14 Andrea Bronzini, 13 Ludovico Vaccari, 12 Marco Zanon, 11 Dario Schiabel, 10 Antonio Rizzi, 9 Charly Trussardi, 8 Giovanni Licata, 7 Lorenzo Masselli, 6 Jacopo Bianchi, 5 Gabriele Venditti, 4 Giordano Baldino, 3 Marco Riccioni (c), 2 Massimo Ceciliani, 1 Daniele Rimpelli
Riserve: 16 Alberto Rollero, 17 Danilo Fischetti, 18 Giosuè Zilocchi, 19 Edoardo Iachizzi, 20 Nardo Casolari, 21 Emilio Fusco, 22 Michelangelo Biondelli, 23 Roberto dal Zilio

Irlanda: 15 Colm Hogan, 14 Jordan Larmour, 13 Gavin Mullin, 12 Ciaran Frawley, 11 Calvin Nash, 10 Johnny
McPhillips, 9 Johnny Stewart, 8 Caelan Doris, 7 Paul Boyle Lansdowne, 6 Cillian Gallagher (c), 5 Oisin Dowling Lansdowne, 4 Fineen Wycherley, 3 Charlie Connolly, 2 Tadgh McElroy Lansdowne, 1 Joey Conway
Riserve: 16 Adam Moloney, 17 Rory Mulvihill, 18 Matthew Burke, 19 Jack Regan, 20 Gavin Coombes, 21 Jack Lyons, 22 Conor Fitzgerald, 23 Tommy O’Brien

 

GUINNESS PRO12
Stasera si giocheranno anche 4 partite della 14a giornata del torneo celtico, che riprende dopo uno stop di oltre un mese tra coppe europee e Sei Nazioni. Alle 20 a Parma arrivano gli Ospreys secondi in classifica. Tante i nazionali assenti da entrambe le parte, ma i gallesi sono comunque più  attrezzati. Le Zebre rispondono con Geldenhuys capitano e possono contare tra i titolari su Ruzza e Boni, rilasciati dal ct Conor O’Shea. Tra i 23 non c’è Furno, lasciato libero pure lui dalla nazionale ma non convocato.
Partita senza nessuna copertura televisiva di difficile lettura proprio per le tantissime assenze, e con i bianconeri che avrebbero bisogno come il pane di un risultato positivo. Altre partita della serata: Glasgow Warriors-Scarlets, Munster-Newport Dragons e Ulster-Edimburgo. Il Benetton Treviso gioca domenica in casa con il Leinster.

Zebre: 15 Kurt Baker, 14 Mattia Bellini, 13 Tommaso Boni, 12 Matteo Pratichetti, 11 Lloys Greeff, 10 Serafin Bordoli, 9 Guglielmo Palazzani, 8 Federico Ruzza, 7 Johan Meyer, 6 Derick Minnie, 5 Valerio Bernabò, 4 Quintin Geldenhuys (c), 3 Guillermo Roan, 2 Oliviero Fabiani, 1 Bruno Postiglioni
Riserve: 16 Adriano Daniele, 17 Andrea De Marchi, 18 Bartholomeus Le Roux, 19 Gideon Koegelenberg, 20 Davide Fragnito, 21 Carlo Engelbrecht, 22 Faialaga Afamasaga, 23 Maicol Azzolini

Ospreys: 15 Dan Evans, 14 Ben John, 13 Kieron Fonotia, 12 Ashley Beck, 11 Dafydd Howells, 10 Luke Price, 9 Tom Habberfield (c), 8 Dan Baker, 7 Sam Underhill, 6 Tyler Ardron, 5 Lloyd Ashley, 4 Adam Beard, 3 Rhodri Jones, 2 Sam Parry, 1 Paul James
Riserve: 16 Hugh Gustafson, 17 Gareth Thomas, 18 Daniel Suter, 19 Rory Thornton, 20 Olly Cracknell, 21 Matthew Aubrey, 22 Hanno Dirksen, 23 Jonathan Spratt

Sconfitte normali e sconfitte “di sistema”: i diversi ko di ragazze e U20 nel round 1 del Sei Nazioni 2017

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L’italia è uscita dalla triplice sfida con il Galles dello scorso fine settimana con tre ko. Tre sconfitte diverse tra loro e non paragonabili, ma di cui bisogna tener conto.
Di quella degli uomini abbiamo parlato in lungo e in largo, meno invece di quella delle ragazze e dell’U20.

Quella di Jesi della nazionale femminile è quella meno problematica delle due, quella meno “di sistema”, se così si può dire. Ovviamente ct Di Giandomenico deve rivedere alcune cose, oliare dei meccanismi, capire perché il suo gruppo ha lasciato le redini in mano alle gallesi soprattutto nelle prime fasi dei due tempi, ma si tratta di un qualcosa che non ha funzionato all’interno di una squadra che ha saputo comunque reagire, macinare gioco. L’Italia femminile manca forse in un po’ di cattiveria mentale, non sa ancora aggredire una partita dal punto di vista psicologico per tutti e 80 i minuti di gioco, ma la materia prima c’è: ci sono le giocatrici. C’è il gioco. E nel nostro panorama ovale questo non è scontato. Le nuove leve hanno già dato dimostrazione di avere le carte in regola per stare con le senatrici.
L’Italia, in buona sostanza, ha “semplicemente” commesso degli errori e perso una partita, può davvero giocarsela da pari a pari con le altre formazioni. E’ chiaro che ci sono dei valori anche qui, l’Inghilterra è oggi di un altro livello, ma il Galles era avversario alla portata delle azzurre e sono sicuro che quello di sabato è un ko che ha lasciato molto amaro in bocca a capitan Barattin e compagne. Domenica a L’Aquila la sfida a quell’Irlanda che per noi rappresenta finora un tabù ma che anche secondo la responsabile FIR del settore Maria Cristina Tonna, come ha raccontato a questo stesso blog, non è più una montagna impossibile da scalare.

Poi c’è l’U20, e qui il discorso cambia un po’. Perché davvero siamo probabilmente al miglior gruppo degli ultimi anni, ma proprio per questo non possiamo accontentarci di prestazioni come quella di venerdì scorso a Legnano. Ivan Malfatto sul Gazzettino di lunedì sottolineava alcune “relazioni pericolose”:

Graulhet (Francia), 27 marzo 2015: Italia under 18 batte Galles 14-13. Legnano (Milano), 3 febbraio 2017: Galles under 20 batte Italia 27-5. Sono passati solo due anni, ma pare un secolo. Gli Azzurrini che all’Europeo superarono i gallesi, approdati alla categoria superiore sono stati spazzati via nell’esordio al Sei Nazioni. (…) resta la valutazione negativa di vedere allargato in due sole stagioni il gap da 1 a -22 con la stessa generazione (classi 1997/98) e diversi degli stessi protagonisti (9 italiani e 5 gallesi in entrambe le sfide; 13 azzurrini dell’under 18 oggi in rosa).

Un gruppo di ragazzi che per un paio d’anni hanno raccolto scalpi importanti (non solo il Galles ma anche Argentina, Francia, Irlanda) e che al momento di dimostrare di poter fare davvero il salto di qualità in una categoria dove abbiamo raccolto pochissimo invece si impianta bene o male sugli stessi errori di sempre.
Vero è che la sensazione lasciata dagli azzurri è che possono davvero fare meglio di così, e che ovviamente ogni giudizio dopo solo 80 minuti di gioco non può che essere parziale, va preso con le proverbiali pinze. Però a naso si intuisce che quello dell’U20 è un ko più legato ai nostri annosi ritardi rispetto ai pari età gallesi, inglesi, eccetera eccetera.
Il duo Orlandi/Troncon ha praticamente deciso di giocare la sua prima partita di questo Sei Nazioni 2017 solo con gli avanti: scelta tattica, legata alle condizioni meteo e del campo o perché i nostri trequarti non possono garantire le stesse opzioni che hanno gli altri? Le risposte arriveranno nel proseguimento del torneo, nelle prossime partite capiremo se davvero il gap che ci frena viene scavato a quell’età.
E in questo senso non si può non rilevare che i 23 gallesi schierati una settimana fa a Legnano giocano tutti nelle academy delle franchigie celtiche del loro paese. Tutti tranne uno, che però veste la maglia del Gloucester. E i 23 irlandesi che lo scorso venerdì hanno superato la Scozia in trasferta (e che l’Italia affronterà venerdì a Prato) sono tutti collegati a Leinster, Munster, Connacht e Ulster. Nessuno dei nostri ragazzi ha invece annusato l’ambiente del Pro12. Questa cosa non può non pesare.

Sei Nazioni U20: azzurrini grintosi ma battuti (5-27). La recensione di Italia-Galles

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Due anni fa allo stadio Quercia di Rovereto finì 21-23 per i gallesi, nella scorsa edizione del torneo di categoria gli azzurrini vennero invece piegati 35 a 6 a Colwyn Bay. Non piove ma il terreno è pesante.
Azzurrini che nel primo tempo giocano con una difesa molto aggressiva, impediscono agli avversari di sviluppare un gioco arioso e sono sempre pronti a ripartire. Soffrono ma in balia degli avversari non ci vanno quasi mai. Una squadra molto brava a distruggere ma meno a finalizzare, che gioca di rimessa e che staziona un po’ troppo nella sua metà campo. A limitare le non già molte puntate offensive anche qualche errore e qualche fallo di troppo. Comunque ottimo primo tempo dei ragazzi di Troncon e Orlandi nonostante si vada al riposo sul 10 a 5 per gli ospiti, che sono un po’ più cinici e organizzati. Una squadra, quella gallese, che non fa strabuzzare gli occhi ma che può contare su un numero di opzioni maggiore rispetto alla nostra.

Il secondo tempo, giocato sotto una pioggia battente, ha un andazzo che non è molto diverso dai primi 40 minuti ma un cartellino giallo ci lascia in 14 e i gallesi ne approfittano subito per marcare prima una punizione e poi una meta (bellissima, in acrobazia di Conbeer). L’Italia si disunisce un po’ e di fatto la gara finisce qui.
Azzurrini promossi? No, la strada da fare è ancora lunga ma stasera a Legnano si sono visti dei segnali confortanti e positivi, con un po’ di sbavature in meno non sarebbe stato del tutto impossibile giocarsela fino alla fine con questo Galles. Non facile ma di sicuro non impossibile. Finisce 5-27, risultato un po’ troppo penalizzante per quello visto in campo. Peccato, tra una settimana contro l’Irlanda vedremo se riusciremo a confermare i progressi che comunque si sono visti.

Italia: Cioffi, Bronzini, Vaccari, Zanon, D’Onofrio, Rizzi, Trussardi, Rimpelli, Ceciliani, Riccioni, Baldino, Iachizzi, Bianchi, Masselli, Licata
Riserve: Rollero, Fischetti, Zilocchio, Venditti, Casolari, Fusco, Biondelli, Dal Zilio
Mete: Baldino (15′)
Conversioni:
Punizioni:

Galles: Talbot-Davies, Rosser, Nicholas, K Williams, Conbeer, B Jones, Blacker, Carre, Shipp, Assiratti, Dombrandt, M Williams, Sieniawski, W Jones, Morris
Riserve: Tarrant, Thomas, Coleman, Pope, Ward, Smith, P Jones, Lewis
Mete: Morris (21′), Conbeer (56′), K Williams (80′)
Conversioni: B Jones (22′, 57′, 80′)
Punizioni: B Jones (33′, 53′)

Sei Nazioni U20: la missione azzurra? Allontanarsi da un buco nero

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Che poi il nostro vero cruccio dovrebbe essere il Sei Nazioni U20. Circa un anno fa su OnRugby ho scritto un articolo che raccoglieva le statistiche principali degli azzurrini dal 2008 al 2016: il nostro bottino (si fa per dire) è di 3 vittorie, un pareggio e 41 ko in 45 partite. 
Poi scrivevo un paio di frasi così:

(…) l’Italia ha nel complesso fatto 464 punti e ne ha subiti 1346, per una media-gara di 10,3 punti fatti e 29,9 punti subiti. In sette occasioni non ha fatto nemmeno un punto. La differenza punti dice -882, una roba tipo la temperatura su Plutone o cose così.

E le mete? Se i nostri conti non sono sbagliati l’Italia in tutte le edizioni giocate ha messo assieme 46 mete fatte a fronte delle 169 incassate.

Chiudiamo con la parentesi-amarcord di OnRugby con una tabella che mettevo in calce a quell’articolo:

Questo il dettaglio stagione per stagione, dei punteggi degli azzurrini:
2008 – 54 punti fatti, 100 punti subiti – 5 mete fatte e 8 subite
2009 – 57 punti fatti, 137 punti subiti – 6 mete fatte e 16 subite
2010 – 54 punti fatti, 128 punti subiti – 3 mete fatte e 16 subite
2011 – 39 punti fatti, 179 punti subiti – 2 mete fatte e 24 subite
2012 – 60 punti fatti, 138 punti subiti – 6 mete fatte e 16 subite
2013 – 65 punti fatti, 145 punti subiti – 8 mete fatte e 17 subite
2014 – 46 punti fatti, 143 punti subiti – 6 mete fatte e 19 subite
2015 – 46 punti fatti, 216 punti subiti – 6 mete fatte e 32 subite
2016 – 43 punti fatti, 160 punti subiti – 4 mete fatte e 21 subite

Numeri che certificano una difficoltà che certo non si può dire momentanea, ma strutturale. Nessuna novità, purtroppo. Il nostro movimento non “produce” giocatori quantitativamente e qualitativamente all’altezza dei nostri avversari nel torneo, non a quell’età quantomeno. I nostri ragazzi hanno un processo di maturazione fisico/tecnico più lento e il risultato sono quei dati, quei numeri. Forse anche le guide tecniche non sono sempre state all’altezza, o le più idonee. E comunque stats don’t lie, dicono al di là della Manica.
Statistiche sulle quali c’è poco da discutere e difendere, qualcosa dalle nostre parti non funziona. La nazionale a noi più avvicinabile per risultati è oggi la Scozia, che però con le sue 12 vittorie dal 2008 a oggi è comunque molto più avanti, senza contare che quasi la metà di quelle affermazioni (5) sono state ottenute negli ultimi due anni e questo 2017 è un anno cruciale per quel movimento, forse quello del salto di qualità vero. A Edimburgo e dintorno sembrano aver preso il sentiero giusto anche a livello giovanile, vedremo quest’anno.

Invertire la rotta non è né semplice, né immediato. Serve tanto lavoro oscuro prima di ottenere qualche risultato. Il presidente federale Alfredo Gavazzi sottolinea ormai da un paio d’anni la bontà dei risultati delle selezioni azzurre minori, quell’U17 e U18 che hanno fatto oggettivamente bene, ma basterà?
L’U20 è una nazionale che viene smontata e rimontata per buona parte della rosa ogni anno, anche questo non aiuta moltissimo, ma è un problema che hanno tutti. Gli effetti del lavoro di Aboud e O’Shea anche in questo delicatissimo e importante settore si vedranno tra un po’ ma forse per troppo tempo siamo rimasti fermi. Ripartire non è facile. Migliorare quei numeri non solo non è impossibile (anche perché peggio di così…) ma è assolutamente necessario. Senza dimenticare il dopo, ovvero il garantire ai nostri giovani minutaggi importanti e di qualità una volta terminata l’esperienza con la maglia azzurra U20.