Sei Nazioni U20: la missione azzurra? Allontanarsi da un buco nero

sei-nazioni-2017

Che poi il nostro vero cruccio dovrebbe essere il Sei Nazioni U20. Circa un anno fa su OnRugby ho scritto un articolo che raccoglieva le statistiche principali degli azzurrini dal 2008 al 2016: il nostro bottino (si fa per dire) è di 3 vittorie, un pareggio e 41 ko in 45 partite. 
Poi scrivevo un paio di frasi così:

(…) l’Italia ha nel complesso fatto 464 punti e ne ha subiti 1346, per una media-gara di 10,3 punti fatti e 29,9 punti subiti. In sette occasioni non ha fatto nemmeno un punto. La differenza punti dice -882, una roba tipo la temperatura su Plutone o cose così.

E le mete? Se i nostri conti non sono sbagliati l’Italia in tutte le edizioni giocate ha messo assieme 46 mete fatte a fronte delle 169 incassate.

Chiudiamo con la parentesi-amarcord di OnRugby con una tabella che mettevo in calce a quell’articolo:

Questo il dettaglio stagione per stagione, dei punteggi degli azzurrini:
2008 – 54 punti fatti, 100 punti subiti – 5 mete fatte e 8 subite
2009 – 57 punti fatti, 137 punti subiti – 6 mete fatte e 16 subite
2010 – 54 punti fatti, 128 punti subiti – 3 mete fatte e 16 subite
2011 – 39 punti fatti, 179 punti subiti – 2 mete fatte e 24 subite
2012 – 60 punti fatti, 138 punti subiti – 6 mete fatte e 16 subite
2013 – 65 punti fatti, 145 punti subiti – 8 mete fatte e 17 subite
2014 – 46 punti fatti, 143 punti subiti – 6 mete fatte e 19 subite
2015 – 46 punti fatti, 216 punti subiti – 6 mete fatte e 32 subite
2016 – 43 punti fatti, 160 punti subiti – 4 mete fatte e 21 subite

Numeri che certificano una difficoltà che certo non si può dire momentanea, ma strutturale. Nessuna novità, purtroppo. Il nostro movimento non “produce” giocatori quantitativamente e qualitativamente all’altezza dei nostri avversari nel torneo, non a quell’età quantomeno. I nostri ragazzi hanno un processo di maturazione fisico/tecnico più lento e il risultato sono quei dati, quei numeri. Forse anche le guide tecniche non sono sempre state all’altezza, o le più idonee. E comunque stats don’t lie, dicono al di là della Manica.
Statistiche sulle quali c’è poco da discutere e difendere, qualcosa dalle nostre parti non funziona. La nazionale a noi più avvicinabile per risultati è oggi la Scozia, che però con le sue 12 vittorie dal 2008 a oggi è comunque molto più avanti, senza contare che quasi la metà di quelle affermazioni (5) sono state ottenute negli ultimi due anni e questo 2017 è un anno cruciale per quel movimento, forse quello del salto di qualità vero. A Edimburgo e dintorno sembrano aver preso il sentiero giusto anche a livello giovanile, vedremo quest’anno.

Invertire la rotta non è né semplice, né immediato. Serve tanto lavoro oscuro prima di ottenere qualche risultato. Il presidente federale Alfredo Gavazzi sottolinea ormai da un paio d’anni la bontà dei risultati delle selezioni azzurre minori, quell’U17 e U18 che hanno fatto oggettivamente bene, ma basterà?
L’U20 è una nazionale che viene smontata e rimontata per buona parte della rosa ogni anno, anche questo non aiuta moltissimo, ma è un problema che hanno tutti. Gli effetti del lavoro di Aboud e O’Shea anche in questo delicatissimo e importante settore si vedranno tra un po’ ma forse per troppo tempo siamo rimasti fermi. Ripartire non è facile. Migliorare quei numeri non solo non è impossibile (anche perché peggio di così…) ma è assolutamente necessario. Senza dimenticare il dopo, ovvero il garantire ai nostri giovani minutaggi importanti e di qualità una volta terminata l’esperienza con la maglia azzurra U20.

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26 pensieri su “Sei Nazioni U20: la missione azzurra? Allontanarsi da un buco nero”

  1. Quest anno dovrebbe essere l anno della verità in termini di risultati, o quantomeno in termini di gioco mi auguro….quest anno tra le varie selezioni vedo messa bene la Francia come annovera parecchi giocatori che hanno minutaggi tra top14 e prod2.
    L aspetto che più mi preoccupa è la mancanza di copertura televisiva al momento, S4C, tv gallese, la trasmetterà mentre per l Italia non si sa nulla. Mi piacerebbe che The Rugby Channel se ne facesse carico…

  2. I ragazzi 97-98 sono sicuramente i migliori da un quinquennio a questa parte con alcuni talenti veramente notevoli. Come già evidenziato, molti di questi ragazzi giocano in eccellenza e anche questo passaggio ci dirà qualcosa. Addirittura la prima linea rasenta l’abbondanza.
    Il campo ci dirà se questa è un’impressione o la verità, o meglio, ci dirà quanto questa migliorata qualità reggera’ al confronto di Francesi e Anglosassoni.
    Il dominio indiscusso dell’Accademia Ivan Francescato in serie A ne è un ulteriore prova.
    Ma questi sono solo indici , vedremo cosa faranno i ragazzi sul campo. Dopo , andranno fatte valutazioni sul sistema che li ha generati.

    1. adg tu credi veramente che giocando bene in serie A si possa competere nel 6n u.20?
      siamo seri non esaltiamo i ragazzi.
      non scrivere frasi fatte ” i migliori da un quinquennio ” frasi lette ogni anno e i risultati
      sono sempre gli stessi.
      cannachi???

      1. La serie A non saprei, l’eccellenza di certo. Io non incenso nessuno, anzi li invito a dimostrare sul campo quanto valgono. Se torneremo con 5 sconfitte: niente di nuovo sul fronte occidentale.

      2. heilà 6nazioni. ancora pochi giorni e poi molte domane, ipotesi, riflessioni, sicurezze, certezze e non, avranno risposte. Già da venerdì sera ci sapranno parecchie cose, sia che si vinca sia che si perda.
        Ribadisco la mia previsione: 2 vittorie ma soprattutto cosa ancora più fondamentale che ce la giochiamo con tutte!

  3. All’Incirca ?
    Resto dell’idea che chi svolge mansioni tipo le sue, meno si sa ( e fa sapere al volgo ) e più lavora e meglio è.

  4. Ci sono diverse cose secondo me da considerare sul capitolo U20, andando oltre il torneo che inizia questa settimana.
    Paolo giustamente sottolieni che ogni anno la squadra viene smontata e rimontata, ma questo e’ vero per tutti, quindi il problema e’ simile per tutti e non puo’ essere un alibi, e qui subentra un secondo discorso, troppo spesso si e’ chiuso il discorso con “ah ma queste era una brutta annata, quelli buoni sono i prossimi”…ora vero che essendo una squadra che cambia ogni anno il discorso annata buona o meno buona si applica, ma per me (opinione mia non condivisibile magari) una cosa e’ una squadra che ha un andamento buono-ottimo e ha un’annata cattiva (o l’inverso) altra e’ una che vince una aprtita ogni 20, hai voglia a dire “questiona di annata” in quest’ultimo caso.

    Detto questo per me c’e’ da considera un’altra cosa poi, scritta in passato per la JWC: la competitivita’ a livello U20 e’ cresciuta tantissimo negli ultimi 3-4 anni, e lo si vede proprio a livello “Mondialino”, quindi l’Italia che gia’ arrancava prima ha ora un gap ancora piu’ grande da colmare. A questo livello U20 si vede molto piu’ un emisfero nord che ha chiuso il gap con il Sud, in particolare l’Inghilterra.

    Combinando queste due cose per me al di la’ dei risultati di questa stagione, se fossero buoni serviranno comunque 3-4-5 anni di risultati soddisfacenti per me per far dire che si sara’ voltata pagina….e questo ad esempio vale anche per la Scozia.

  5. Ho letto, ieri, l’intervista su Rugbymeet fatta a Carlo Orlandi in cui sostiene che questa edizione dell’Under 20 molto forte perché completa nei ruoli. Mentre in passato avevamo una mischia forte a discapito di trequarti meno performanti o il contrario, stavolta abbiamo una rosa equilibrata in tutti i reparti.
    Tra l’altro, Orlandi spendeva qualche parola anche sul “progetto statura” difendendolo in base all’esempio della Francia che, a suo dire, è diventata più forte in alcuni aspetti del gioco (es.: i punti d’incontro) proprio grazie ad un’attenzione maggiore alla crescita fisica dei ragazzi.
    Ora, sarà il campo a dare il giudizio finale.
    Sul “progetto statura” tanto caro ad Ascione, Io penso che i francesi abbiano seguito quel modus operandi e abbiano avuto un impatto positivo perché loro già curano la tecnica individuale molto meglio che da noi, pertanto i giovani sono già preparati e farli crescere fisicamente è solo uno step successivo che ben si coniuga per avere un giocatore di rugby completo.
    Tutti sappiamo che siamo indietro nella preparazione dei nostri giovani verso il rugby professionistico. La mia domanda è: basterà un uomo di rinomata esperienza come Aboud (coadiuvato da O’Shea) per dare competitività al nostro settore giovanile?

    1. Ma se la Francia nelle ultime JWC e 6n u20 ha avuto pessimi risultati come si può affermare che sia migliorate grazie a quell’approccio?

      1. Io facevo questo ragionamento: in Francia, i giovani sono preparati meglio tecnicamente già da quando si avvicinano al nostro sport. Quando arrivano all’età per entrare in un ipotetico “progetto statura”, sono più pronti dei nostri come tecnica individuale e li si fa crescere dal punto di vista fisico.
        Ora. se Orlandi sostiene che i francesi sono molto più forti rispetto a prima perché usano quel modus operandi che noi abbiamo sempre criticato aspramente è opinione sua. Infatti, io concordo con te quando dici che i risultati alla JWC dei galletti sono stati tutt’altro che positivi

  6. aspettavo questa edizione del 6 nazioni U20 proprio in relazione alle dichiarazione dei mesi passati del presidente FIR, magari i fatti gli daranno ragione e allora avremo un’inversione di tendenza

  7. Ottimo articolo e ottimi commenti. I dati numerici sono veri quanto impietosi. La mente vaga fuori tema e si ricollego al primissimo tema affrontato sul “nuovo ” Grillotalpa, e cioè la partecipazione di due franchigie italiane al Pro12. Da qualunque parte la si guardi, dal 2000 ad oggi gli Azzurri sono stati la squadra più di successo del rugby italiano, o meglio… quella di minore insuccesso. La U20 ha almeno partecipato ad una serie di Mondiali di prima fascia. I club italiani (celtici o no…) hanno collezionato sconfitte pesanti. Il rugby a 7 è non pervenuto. Qualche speranza viene dal rugby femminile (di cui Paolo Rosi nella notte dei tempi disse “lassamo perde’ “…). Vabbeh, scusate la cattiva digestione… speriamo che questa U20 sia davvero una bella sorpresa.

  8. io non ho capito quando sia stato ufficializzato il nuovo ruolo di Orlandi e quale ruolo abbia oggi Troncon…
    soprattutto continuo a chiedermi perché la FIR non sia riuscita a trattenere Brunello, che ha guidato questi ragazzi con grande soddisfazione in U18, e si sia fatta soffiare il tecnico da Calvisano…
    in Accademia quest’anno ci sono Roselli e Moretti, tuttavia alle prime convocazioni di accademici se ne sono visti meno del solito…
    la cosa ci esonererà dal vedere Moretti sfanculare i ragazzi a bordocampo durante le partite?

  9. Massimo Brunello é , notoriamente, un 50enne incapace di intendere e volere. Il fatto che abbia deciso di fare il capo allenatore di una squadra di eccellenza, non può essere annoverato tra gli esempi di una legittima aspirazione a migliorare il proprio bagaglio professionale. Esso va ascritto al bieco piegarsi alle esigenze del Calvisano, nota società priva di scrupoli e protetta nei suoi maneggi dal Consiglio federale.
    Sputtanare allenatori e giocatori ” a gratis” e’ diventata una specialità di alcuni commentatori.

      1. Gran bel gruppo gli Etiquette Rabbi, peccato siano fermi a quel’album da quanto io sappia

      2. Brutta giornata ieri Stefo? Eri giù di morale?
        Io per ora sono costretto a guardare questi…e mi piacciono pure!

      3. Ahahaha

        Portato i bambini a Sing un paio di settimane fa, divertentissimo, il prossimo appuntamento e’ Lego Batman

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