Un fine settimana francese che riporta l’Italia alla sua realtà. O che almeno dovrebbe farlo…

©INPHO/Morgan Treacy

Nazionale maggiore, U20 e femminile escono con le ossa rotte dalla triplice sfida con i cugini d’Oltralpe: un risultato complessivo di 169 a 29, 23 mete incassate e solo 4 fatte. Ma non possiamo stupirci di quanto avvenuto

“Questa squadra ha la capacità di confonderci a volte, ed è un rischio perché i Blues mancano di certezze. Detto questo, l’Italia è ancora frenata (handicapée nel testo originale, ndr) dal livello medio individuale dei suoi giocatori. E’ capace di lampi, di grandi giocate estemporanee, ma la maggior parte delle volte è in difficoltà in tutti i settori del gioco. Nei suoi primi due incontri, ha comunque messo in mostra due rivelazioni: la terza linea Benetton Negri e Minozzi, un piccolo giocatore con molto gas. Per il resto, è una squadra troppo limitata per preoccupare i Blues”. Così Fabien Galthié sulle pagine de L’Equipe in un articolo a sua firma pubblicato venerdì mattina, qualche ora prima della sfida di Marsiglia tra Francia e Italia.
Un Galthié profetico, che con grande freddezza fa una fotografia della nostra squadra, ne indica i punti di debolezza e plaude a quelli che poi saranno i nostri due migliori uomini in campo.
Galthié invitava Brunel in maniera neppure velata a spingere sull’uno contro uno, cosa puntualmente verificatasi. Non che l’attuale ct transalpino avesse bisogno di gran consigli visto che ha guidato la nazionale azzurra per 4 anni. La Francia alla fine ci ha arato molto più di quanto non dica il risultato: i galletti hanno commesso molti errori che hanno impedito loro di chiudere la gara con un bottino più ricco, e noi abbiamo messo il naso davvero poco nei 22 metri avversari.

E’ una sconfitta brutta quella di Marsiglia. Peggiore di quella di Dublino. All’Aviva Stadium della capitale irlandese abbiamo comunque affrontato una delle migliori 2-3 squadre al mondo, al Velodrome una Francia lontanissima parente di se stessa. Una Francia molto brutta, una Francia che era battibile. Sì, anche da questa Italia.
Alfredo Gavazzi si è presentato in televisione nell’immediato dopo-partita e ha detto che era una partita che si poteva vincere. Per quello che conta sono d’accordo con lui. Certo, l’Italia vista in campo non ha quasi mai dato l’impressione di poterla portare a casa. Verissimo. Ma nei primi 15-20 minuti abbiamo praticamente giocato alla pari. D’accordo, era probabilmente un equilibrio al ribasso da parte di entrambe le formazioni, ma questo conta abbastanza poco.
La Francia spingeva e non affondava, ha incassato una meta, la sicurezza mostrata nei primissimi minuti di gara si era volatilizzata. L’errore capitale della nostra nazionale è stato quella di attendere le ondate dei padroni di casa: avanzamenti continui, non sempre efficaci, ma che ci hanno costretto a spendere tantissimi placcaggi e una quantità eccessiva di benzina. In quel momento avremmo dovuto osare, attaccare, avremmo dovuto alzare il baricentro e spostarci nella loro metà campo. Non ne avremo mai la controprova, ovviamente, ma sono pronto a scommettere che i bleus avrebbero perso la trebisonda molto presto. Abbiamo regalato campo e partita a una squadra più che abbordabile. Perché questa cosa va ricordata: abbiamo preso 34 punti da una Francia orribile e insicura.
Invece abbiamo deciso di rintanarci dietro le nostre casematte sperando che il vigore transalpino si affievolisse con il passare dei minuti ma le cose sono andate diversamente. Lo ha pure detto il ct Conor O’Shea a fine partita: “Pensavo potessimo mettere pressione su di loro nell’ultimo quarto di gara, ma la partita ha preso una via differente nel finale”. Ora Galles e Scozia, due montagne: inutile nascondersi, il cucchiaio di legno, l’ennesimo, è davvero dietro l’angolo.

Un fine settimana che ci “regala” anche i due pesantissimi ko della nazionale U20 e di quella femminile. Gli azzurrini sono stati travolti 78-12 dai pari età francesi, che a inizio ripresa guidavano il risultato per 57 a 0. Ora, è vero che l’U20 transalpina è proprio forte, non ci piove, ma non bisogna dimenticare che i cambi decisi dallo staff tecnico dei padroni di casa erano ben 10, quindi una sorta di U20 “B”.
Abbiamo spesso detto che questa è la nostra migliore nazionale di categoria da diversi anni a questa parte, ed è vero, ma l’altro lato della medaglia che non possiamo dimenticare è che dal Sei Nazioni 2017 compreso a oggi la nostra U20 ha giocato 13 partite e ne ha perse 12. E’ verissimo che ha conquistato il miglior risultato di sempre giungendo nona all’ultimo Mondiale Juniores, torneo però nel quale ha perso 4 gare vincendone solo una. Noi possiamo discutere sino allo sfinimento su quanto abbia influito la dea bendata in quella competizione, ché senza l’inattesa rullata rifilata dal Sudafrica all’Argentina (72-14) i risultati ottenuti dalla nostra quadra non sarebbero bastati per entrare nel range superiore. Bravi i nostri a farsi trovare pronti, ma questa è appunto una discussione che possiamo fare noi, chi deve gestire il nostro movimento non può prescindere dal dato di cui sopra: 12 ko in 13 gare. Poi certo, molte te le sei giocate punto a punto, ma le hai comunque perse. Non è un dettaglio.

Infine ci sono le ragazze. La nazionale femminile è stata travolta 57 a 0 in Corsica. Duccio Fumero, su R1823, scrive questo: “L’Italdonne nel 2015 sapeva chiudere al terzo posto il Torneo, ma poi il disinteresse federale verso lo sport rosa ha portato a continue debacle e le azzurre si sono ritrovate da quasi regine a nuovamente cenerentole ovali”.
Io non so se in FIR ci sia davvero del disinteresse, rimane il fatto oggettivo che per tre anni le azzurre hanno giocato solo il Sei Nazioni, senza uno straccio di test-match, credo una caso più unico che raro tra tutte le altre nostre rivali del Torneo. Insomma, davvero qualcuno pensa di poter andare da qualche parte con queste premesse? Domanda che riguarda tutto il nostro movimento, non solo le ragazze.
I risultati odierni non possono stupire. Davvero.

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Sei Nazioni: l’Italia non osa, la Francia sbaglia tanto ma vince 34-17. Travolta la nostra U20

©INPHO/Morgan Treacy

A Marsiglia va in scena una brutta partita vinta con merito dalla squadra che ci ha creduto di più, ma la sensazione è quella di non aver saputo cogliere una occasione contro una squadra che si poteva battere. Azzurrini sconfitti 78 a 12

La serata inizia con la nettissima vittoria della Francia U20 che allo Stade Jean-Laville di Gueugnon travolge gli azzurrini di Roselli e Moretti con un risultato che non lascia spazio a nessun dubbio: 78-12. Dodici le mete marcate dai giovani transalpini che a un certo punto conducevano per 57 a 0.
A Marsiglia partita subito molto fisica con la Francia che mette alla frusta la nostra retroguardia che fa grande fatica a rintuzzare gli attacchi dei padroni di casa, deve concedere due vantaggi e al 5′ arriva la prima marcatura con Gabrillagues. Altri cinque minuti e arriva la meta-fotocopia degli azzurri che schiacciano la palla in meta con Mbandà al termine di una rolling maul. Il nostro terza linea però tiene un braccio sotto la palla ma c’è anche una infrazione dei francesi e alla fine l’arbitro concede una meta tecnica all’Italia: 5-7.
E’ la Francia a cercare di fare la partita con continui dritto per dritto che mirano a sfiancarci fisicamente e al 16′ Bastareaud viene fermato a un metro dalla nostra linea di meta.
Azzurri che provano sempre a ripartire ma che raramente riescono a mettere pressione alla difesa avversaria nei loro 22 metri, Italia comunque brava a portare la partita su binari un po’ più congeniali per i nostri colori.
Al 28′ Machenaud riporta avanti i suoi con un calcio piazzato, cinque minuti dopo è ancora Bastareaud ad andare vicinissimo alla meta ma perde la palla all’ultimo momento. Al 39′ altra punizione di Machenaud, si va al riposo sul risultato di 11 a 7 per la Francia.

Il secondo tempo si apre con una occasione colossale gettata al vento dalla Francia che non riesce a chiudere una penetrazione che sembrava destinata a meta certa. Al 45′ padroni di casa che mettono altro fieno in cascina con un’altra punizione di Machenaud portandosi sul 14 a 7.
Al 47′ l’Italia riesce a entrare nei 22 metri avversari – praticamente la prima volta dopo la nostra meta – ma gioca male la touche e la Francia conquista la palla. Al 49′ Allan centra i pali e ci riporta -4.
Partita nervosa, bruttarella e piena di errori. Al 56′ bella penetrazione di Negri ma l’Italia conferma i suoi problemi di indisciplina e perde il pallone.
Al 60′ Bonneval trova la meta che rompe la partita chiudendo al meglio un’azione che si sviluppa in tandem con grosso lungo la fascia sinistra dell’attacco transalpino. Machenaud stavolta non sbaglia la conversione: 21 a 10 per la Francia.
Azzurri che si disuniscono e peggiorano – se possibile – la disciplina: al 65′ Machenaud ringrazia e porta altri tre punti nella borsa transalpina. Scena che si ripete al 70: Francia avanti 27-10. Al 74′ arriva anche la meta di Bastareaud, probabilmente il migliore dei suoi., mentre al 78′ è Minozzi a firmare la marcatura che chiude la gara sul 34-17.

Francia: 15 Hugo Bonneval, 14 Benjamin Fall, 13 Mathieu Bastareaud, 12 Geoffrey Doumayrou, 11 Rémy Grosso, 10 Lionel Beauxis, 9 Maxime Machenaud, 8 Marco Tauleigne, 7 Yacouba Camara, 6 Wenceslas Lauret, 5 Sébastien Vahaamahina, 4 Paul Gabrillagues, 3 Rabah Slimani, 2 Guilhem Guirado, 1 Jefferson Poirot
Riserve: 16 Adrien Pelissié, 17 Dany Priso, 18 Cedate Gomes Sa, 19 Romain Taofifenua, 20 Kelian Galletier, 21 Baptiste Couilloud, 22 François Trinh-Duc, 23 Gaël Fickou
Mete: Gabrillagues (5′), Bonneval (60′), Bastareaud (73′)
Conversioni: Machenaud (61′, 74′)
Punizioni: Machenaud (28′, 39′, 45′, 65′)

Italia: 15 Matteo Minozzi, 14 Tommaso Benvenuti, 13 Tommaso Boni, 12 Tommaso Castello, 11 Mattia Bellini, 10 Tommaso Allan, 9 Marcello Violi, 8 Sergio Parisse, 7 Maxime Mbandà, 6 Sebastian Negri, 5 Dean Budd, 4 Alessandro Zanni, 3 Simone Ferrari, 2 Leonardo Ghiraldini, 1 Andrea Lovotti
Riserve: 16 Luca Bigi, 17 Nicola Quaglio, 18 Tiziano Pasquali, 19 George Biagi, 20 Federico Ruzza, 21 Edoardo Gori, 22 Carlo Canna, 23 Jayden Hayward
Mete: meta tecnica (10′), Minozzi (78′)
Conversioni: Canna (79′)
Punizioni: Allan (49′)

Sei Nazioni dei grandi e quello U20: un venerdì sera con due Francia-Italia, tra Marsiglia e Gueugnon

Prima azzurrini in campo in Borgogna contro i fortissimi pari età transalpini (ore 18.45), poi – alle 21 – Parisse e compagni sfidano a Marsiglia l’ex ct della nostra nazionale Jacques Brunel in una sfida delicatissima e importante per entrambe le formazioni

L’Italia ha (purtroppo) eguagliato il record di sconfitte consecutive nel Sei Nazioni: 14. Perdere stasera a Marsiglia significherebbe raggiungere una vetta davvero poco ambita. Poi ci sono i francesi: i padroni di casa nelle ultime 9 partite ne hanno vinta solo una. Traduciamo: nessuno può permettersi di uscire sconfitto dal campo. Aggiungiamoci, per i francesi, un ct cacciato un paio di mesi fa a metà mandato per la prima volta nella storia del rugby transalpino e un weekend a Edimburgo che un paio di settimane fa ha “regalato” (si fa per dire) il secondo ko in due gare in questo Sei Nazioni e un nottataccia da pub che ha portato all’epurazione di ben 9 giocatori, costretti a guardare stasera la partita in televisione.
Francia e Italia occupano le ultime due posizioni della classifica, con i galletti che hanno però due punti di bonus mentre l’Italia è ancora ferma a zero. Bleus che nonostante i due ko hanno per il momento dimostrato di avere comunque qualcosa in più dell’Italia.
Partita complicata ma non impossibile per Conor O’Shea e i ragazzi azzurri, a patto di essere affrontata con la giusta intelligenza e freddezza. Senza dimenticare che i padroni di casa partono comunque come favoriti d’obbligo. ma se riusciamo a minare le loro incerte sicurezze…

Francia: 15 Hugo Bonneval, 14 Benjamin Fall, 13 Mathieu Bastareaud, 12 Geoffrey Doumayrou, 11 Rémy Grosso, 10 Lionel Beauxis, 9 Maxime Machenaud, 8 Marco Tauleigne, 7 Yacouba Camara, 6 Wenceslas Lauret, 5 Sébastien Vahaamahina, 4 Paul Gabrillagues, 3 Rabah Slimani, 2 Guilhem Guirado, 1 Jefferson Poirot
Riserve: 16 Adrien Pelissié, 17 Dany Priso, 18 Cedate Gomes Sa, 19 Romain Taofifenua, 20 Kelian Galletier, 21 Baptiste Couilloud, 22 François Trinh-Duc, 23 Gaël Fickou

Italia: 15 Matteo Minozzi, 14 Tommaso Benvenuti, 13 Tommaso Boni, 12 Tommaso Castello, 11 Mattia Bellini, 10 Tommaso Allan, 9 Marcello Violi, 8 Sergio Parisse, 7 Maxime Mbandà, 6 Sebastian Negri, 5 Dean Budd, 4 Alessandro Zanni, 3 Simone Ferrari, 2 Leonardo Ghiraldini, 1 Andrea Lovotti
Riserve: 16 Luca Bigi, 17 Nicola Quaglio, 18 Tiziano Pasquali, 19 George Biagi, 20 Federico Ruzza, 21 Edoardo Gori, 22 Carlo Canna, 23 Jayden Hayward

 

Ma dicevamo del Sei Nazioni U20. Alle 18 e 45 gli azzurrini scendono in campo allo Stade Jean-Laville di Gueugnon contro una nazionale che sta correndo come un treno: i giovani francesi hanno infatti vinto le due gare fin qui giocate, conquistato sempre il punto di bonus, marcato 14 mete subendone 5, segnato 103 punti incassandone 43. I ragazzi di Roselli e Moretti hanno ben figurato contro Inghilterra e Irlanda ma non hanno mai vinto. Non finora almeno. Probabilmente, dopo quella con gli inglesi, la partita più difficile di questo sei Nazioni.
Francesi che scendono in campo con dieci cambi rispetto al match vinto in Scozia per 69-19 nell’ultimo turno del Torneo.Tra gli azzurrini Crosato sarà il mediano di mischia, De Masi parte all’ala, in terza c’è Davide Ruggeri.

Francia U20: 15 CORDIN Gervais (FC Grenoble), 14 TAUZIN Lucas (Stade Toulousain), 13 SEGURET Adrien (Lyon OU), 12 VINCENT Arthur (Montpellier HR), 11 ETCHEVERRY Iban (Union Bordeaux- Bègles), 10 CARBONEL Louis (RC Toulon), 9 GIMBERT Jules (Union Bordeaux- Bègles), 8 BERRUYER Antonin (FC Grenoble), 7 DIALLO Ibrahim (Racing 92), 6 ZEGUEUR Sacha (US Oyonnax), 5 ROUSSEL Alban (USA Perpignan), 4 LAVAULT Thomas (Stade Rochelais), 3 BRENNAN Daniel (cap) (Stade Toulosain), 2 PEYRESBLANQUES Lucas (Biarritz Olympique), 1 KOLINGAR Hassane (Racing 92)
Riserve: 16 MARCHAND Guillaume (Stade Toulousain), 17 GROS Jean Baptiste (RC Toulon), 18 BAMBA Demba (CA Brive), 19 MAXIMIN Jimi (Montpellier HR), 20 HEGUY Baptiste (Aviron Bayonnais), 21 HARDY Enzo (Aviron Bayonnais), 22 NTAMACK Romain (Stade Toulosain), 23 DELBOUIS Julien (RC Massy)

Italia: 15 Simone CORNELLI (Toscana Aeroporti I Medicei), 14 Andrea DE MASI (Rugby Mogliano), 13 Michelangelo BIONDELLI (Rugby Viadana 1970), 12 Damiano MAZZA (Rugby Parma), 11 Tommaso COPPO (Petrarca Padova), 10 Antonio RIZZI (Petrarca Padova), 9 Luca CROSATO (Lafert San Donà), 8 Enrico GHIGO (Accademia Nazionale Ivan Francescato), 7 Michele LAMARO (Petrarca Padova) – capitano, 6 Davide RUGGERI (Rugby Como), 5 Matteo CANALI (Rugby Colorno), 4 Niccolò CANNONE (Petrarca Padova), 3 Michele MANCINI PARRI (Accademia Nazionale Ivan Francescato), 2 Matteo LUCCARDI (Patarò Calvisano), 1 Danilo FISCHETTI (Patarò Calvisano)
Riserve: 16 Niccolò TADDIA (Accademia Nazionale Ivan Francescato), 17 Leonardo MARIOTTINI (Accademia Nazionale Ivan Francescato), 18 Guido ROMANO (Rugby Colorno), 19 Edoardo IACHIZZI (Usap Perpignan, FRA), 20 Lucas GULIZZI (Rugby Club Tolonnais), 21 Nicolò CASILIO (Patarò Calvisano), 22 Filippo DI MARCO (Accademia Nazionale Ivan Francescato), 23 Albert Einstein BATISTA (Rugby Etruschi Livorno 1995)

Dai test-match d’autunno al Sei Nazioni: Italia, squadra che non vince non si cambia

A novembre contro Fiji, Argentina e Sudafrica solo due cambi in tre XV titolari. Andazzo molto simile e blocco di 15/17 titolarissimi anche al Sei Nazioni in corso: ma non si era detto e sbandierato che c’era più profondità di scelta e che le alternative erano cresciute?

Nelle prime due giornate del Sei Nazioni l’Italia ha rimediato due sconfitte, ha marcato 5 mete incassandone 15 e ha realizzato 34 punti incassandone 102. Non benissimo, anche se abbiamo affrontato due formazioni davvero forti.
I cambi nella formazione titolare vista a Dublino rispetto all’esordio con l’Inghilterra sono stati tre, ma una è stata una sostituzione forzata con Steyn schierato al posto dell’infortunato Giammarioli. Lo stesso Steyn venerdì sera a Marsiglia lascia la maglia da titolare a Mbandà, alla sua prima partenza dal primo minuto in questa edizione del Sei Nazioni. Il cambio Steyn/Mbandà è anche l’unico “vero” nel XV titolare azzurro: vero nel senso che Mbandà è l’unico finora a non avere mai giocato mentre per Ghiraldini e Lovotti è un ritorno (Bigi e Quaglio erano i loro cambi a Dublino) dopo essere stati in campo sin dal primo minuto contro gli inglesi. Evidentemente Conor O’Shea e il suo staff hanno deciso che oggi i titolari sono questi.

La mia non è una critica, ma una presa d’atto di una situazione oggettiva sulla quale forse vale pena porsi delle domande. Il tecnico irlandese e i suoi collaboratori sono stati chiamati per fare anche scelte di questo tipo, è il loro lavoro e sono pagati per farlo. Oltretutto non è che stiano lasciando a casa chissà quale fenomeno, i giocatori sono questi (io però una chiamata a Marco Barbini l’avrei fatta, portarlo quantomeno nel gruppo, ma sono dettagli).
Certo qualche pensiero “laterale”, diciamo così, rimane. Perché se a fronte di una sbandierata abbondanza o maggiore profondità nelle scelte si insiste sempre sugli stessi 15/17 giocatori qualche cosa non torna. Forse. Soprattutto se le prestazioni e i risultati del campo sono quelli che conosciamo.
Perché tra panchina e giocatori convocati c’è lo spazio per provare a variare qualche cosa, anche in funzione delle caratteristiche degli avversari. Una squadra è giusto che abbia un’ossatura ben definita, una “classifica” ben chiara su chi deve iniziare le partite in cabina di regia è necessaria, però se alla fine i titolari sono sempre gli stessi per 13/15…

Tra l’altro questa policy dello staff azzurro non è una novità, visto che anche a novembre la formazione titolare variò pochissimo tra le tre sfide allora in programma: lo stesso XV di partenza con Fiji e Argentina, mentre con il Sudafrica Esposito e Licata sostituirono Sarto e Minto. Allora battemmo i pacifici a Catania e rimediammo due sconfitte con Pumas e Springboks. Vedremo a marzo quale sarà lo score del nostro Sei Nazioni.

Sei Nazioni, le formazioni di Francia e Italia: bleus rivoluzionati, per l’Italia c’è Mbandà

ph. Fotosportit/FIR

Conor O’Shea e Jacques Brunel hanno annunciato i XV titolari che venerdì sera scenderanno in campo a Marsiglia per la terza giornata del Sei Nazioni 2018. Tra i padroni sono molti i cambi rispetto alla sfida con la Scozia ma tra infortuni e i fattacci di Edimburgo con conseguente stop per 9 giocatori era inevitabile. Brunel schiera così Bonneval estremo, Fall e Grosso all’ala e tra i centri c’è Bastareaud. In seconda linea dal primo minuto parte Gabrillagues mentre non cambia la mediana, la prima e la terza linea. In panchine tante novità a partire dall’esordiente Couilloud che si siederà tra le riserve assieme a Dany Priso, Romain Taofifenua, Kelian Galletier, François Trinh-Duc e Gaël Fickou.

L’Italia risponde con una formazione che ricalca nella quasi totalità i XV visti in azione contro Inghilterra e Irlanda: Minozzi estremo, Benvenuti e Bellini alle ali, Boni e Castello centri, Violi-Allan in cabina di regia. L’unica novità vera decisa da O’Shea è quella di schierare Mbandà in terza linea sin dal primo minuto, prima volta in questo torneo. Dentro anche Ghiraldini e Lovotti in prima linea.

Francia: 15 Hugo Bonneval, 14 Benjamin Fall, 13 Mathieu Bastareaud, 12 Geoffrey Doumayrou, 11 Rémy Grosso, 10 Lionel Beauxis, 9 Maxime Machenaud, 8 Marco Tauleigne, 7 Yacouba Camara, 6 Wenceslas Lauret, 5 Sébastien Vahaamahina, 4 Paul Gabrillagues, 3 Rabah Slimani, 2 Guilhem Guirado, 1 Jefferson Poirot
Riserve: 16 Adrien Pelissié, 17 Dany Priso, 18 Cedate Gomes Sa, 19 Romain Taofifenua, 20 Kelian Galletier, 21 Baptiste Couilloud, 22 François Trinh-Duc, 23 Gaël Fickou

Italia: 15 Matteo Minozzi, 14 Tommaso Benvenuti, 13 Tommaso Boni, 12 Tommaso Castello, 11 Mattia Bellini, 10 Tommaso Allan, 9 Marcello Violi, 8 Sergio Parisse, 7 Maxime Mbandà, 6 Sebastian Negri, 5 Dean Budd, 4 Alessandro Zanni, 3 Simone Ferrari, 2 Leonardo Ghiraldini, 1 Andrea Lovotti
Riserve: 16 Luca Bigi, 17 Nicola Quaglio, 18 Tiziano Pasquali, 19 George Biagi, 20 Federico Ruzza, 21 Edoardo Gori, 22 Carlo Canna, 23 Jayden Hayward