Un fine settimana francese che riporta l’Italia alla sua realtà. O che almeno dovrebbe farlo…

©INPHO/Morgan Treacy

Nazionale maggiore, U20 e femminile escono con le ossa rotte dalla triplice sfida con i cugini d’Oltralpe: un risultato complessivo di 169 a 29, 23 mete incassate e solo 4 fatte. Ma non possiamo stupirci di quanto avvenuto

“Questa squadra ha la capacità di confonderci a volte, ed è un rischio perché i Blues mancano di certezze. Detto questo, l’Italia è ancora frenata (handicapée nel testo originale, ndr) dal livello medio individuale dei suoi giocatori. E’ capace di lampi, di grandi giocate estemporanee, ma la maggior parte delle volte è in difficoltà in tutti i settori del gioco. Nei suoi primi due incontri, ha comunque messo in mostra due rivelazioni: la terza linea Benetton Negri e Minozzi, un piccolo giocatore con molto gas. Per il resto, è una squadra troppo limitata per preoccupare i Blues”. Così Fabien Galthié sulle pagine de L’Equipe in un articolo a sua firma pubblicato venerdì mattina, qualche ora prima della sfida di Marsiglia tra Francia e Italia.
Un Galthié profetico, che con grande freddezza fa una fotografia della nostra squadra, ne indica i punti di debolezza e plaude a quelli che poi saranno i nostri due migliori uomini in campo.
Galthié invitava Brunel in maniera neppure velata a spingere sull’uno contro uno, cosa puntualmente verificatasi. Non che l’attuale ct transalpino avesse bisogno di gran consigli visto che ha guidato la nazionale azzurra per 4 anni. La Francia alla fine ci ha arato molto più di quanto non dica il risultato: i galletti hanno commesso molti errori che hanno impedito loro di chiudere la gara con un bottino più ricco, e noi abbiamo messo il naso davvero poco nei 22 metri avversari.

E’ una sconfitta brutta quella di Marsiglia. Peggiore di quella di Dublino. All’Aviva Stadium della capitale irlandese abbiamo comunque affrontato una delle migliori 2-3 squadre al mondo, al Velodrome una Francia lontanissima parente di se stessa. Una Francia molto brutta, una Francia che era battibile. Sì, anche da questa Italia.
Alfredo Gavazzi si è presentato in televisione nell’immediato dopo-partita e ha detto che era una partita che si poteva vincere. Per quello che conta sono d’accordo con lui. Certo, l’Italia vista in campo non ha quasi mai dato l’impressione di poterla portare a casa. Verissimo. Ma nei primi 15-20 minuti abbiamo praticamente giocato alla pari. D’accordo, era probabilmente un equilibrio al ribasso da parte di entrambe le formazioni, ma questo conta abbastanza poco.
La Francia spingeva e non affondava, ha incassato una meta, la sicurezza mostrata nei primissimi minuti di gara si era volatilizzata. L’errore capitale della nostra nazionale è stato quella di attendere le ondate dei padroni di casa: avanzamenti continui, non sempre efficaci, ma che ci hanno costretto a spendere tantissimi placcaggi e una quantità eccessiva di benzina. In quel momento avremmo dovuto osare, attaccare, avremmo dovuto alzare il baricentro e spostarci nella loro metà campo. Non ne avremo mai la controprova, ovviamente, ma sono pronto a scommettere che i bleus avrebbero perso la trebisonda molto presto. Abbiamo regalato campo e partita a una squadra più che abbordabile. Perché questa cosa va ricordata: abbiamo preso 34 punti da una Francia orribile e insicura.
Invece abbiamo deciso di rintanarci dietro le nostre casematte sperando che il vigore transalpino si affievolisse con il passare dei minuti ma le cose sono andate diversamente. Lo ha pure detto il ct Conor O’Shea a fine partita: “Pensavo potessimo mettere pressione su di loro nell’ultimo quarto di gara, ma la partita ha preso una via differente nel finale”. Ora Galles e Scozia, due montagne: inutile nascondersi, il cucchiaio di legno, l’ennesimo, è davvero dietro l’angolo.

Un fine settimana che ci “regala” anche i due pesantissimi ko della nazionale U20 e di quella femminile. Gli azzurrini sono stati travolti 78-12 dai pari età francesi, che a inizio ripresa guidavano il risultato per 57 a 0. Ora, è vero che l’U20 transalpina è proprio forte, non ci piove, ma non bisogna dimenticare che i cambi decisi dallo staff tecnico dei padroni di casa erano ben 10, quindi una sorta di U20 “B”.
Abbiamo spesso detto che questa è la nostra migliore nazionale di categoria da diversi anni a questa parte, ed è vero, ma l’altro lato della medaglia che non possiamo dimenticare è che dal Sei Nazioni 2017 compreso a oggi la nostra U20 ha giocato 13 partite e ne ha perse 12. E’ verissimo che ha conquistato il miglior risultato di sempre giungendo nona all’ultimo Mondiale Juniores, torneo però nel quale ha perso 4 gare vincendone solo una. Noi possiamo discutere sino allo sfinimento su quanto abbia influito la dea bendata in quella competizione, ché senza l’inattesa rullata rifilata dal Sudafrica all’Argentina (72-14) i risultati ottenuti dalla nostra quadra non sarebbero bastati per entrare nel range superiore. Bravi i nostri a farsi trovare pronti, ma questa è appunto una discussione che possiamo fare noi, chi deve gestire il nostro movimento non può prescindere dal dato di cui sopra: 12 ko in 13 gare. Poi certo, molte te le sei giocate punto a punto, ma le hai comunque perse. Non è un dettaglio.

Infine ci sono le ragazze. La nazionale femminile è stata travolta 57 a 0 in Corsica. Duccio Fumero, su R1823, scrive questo: “L’Italdonne nel 2015 sapeva chiudere al terzo posto il Torneo, ma poi il disinteresse federale verso lo sport rosa ha portato a continue debacle e le azzurre si sono ritrovate da quasi regine a nuovamente cenerentole ovali”.
Io non so se in FIR ci sia davvero del disinteresse, rimane il fatto oggettivo che per tre anni le azzurre hanno giocato solo il Sei Nazioni, senza uno straccio di test-match, credo una caso più unico che raro tra tutte le altre nostre rivali del Torneo. Insomma, davvero qualcuno pensa di poter andare da qualche parte con queste premesse? Domanda che riguarda tutto il nostro movimento, non solo le ragazze.
I risultati odierni non possono stupire. Davvero.

36 pensieri su “Un fine settimana francese che riporta l’Italia alla sua realtà. O che almeno dovrebbe farlo…”

  1. Ancor più che profetico: Galthie fu uno di coloro che disse di no alla nostra federazione, prima che ingaggiasse O’Shea.

  2. Venerdì ho visto la partita ed ovviamente come tutti sono rimasto delusissimo. Son convinto che la differenza non è quella, anzi non può essere quella ma i ragazzi per qualche motivo proprio non scesi in campo…certo anche un comportamento del genere non è da accettare ma almeno se fosse così capiamo che la differenza tecnica non sia quella. D’altronde ad inizio Gennaio in una sfida “amichevole” la differenza di punteggio era tutt’altro cosa(mi pare 3 mete a 2 per i francesi) e di certo la squadra avversaria non era ne una selezione regionale ne una sorta di Squadra B o C perché non avrebbe avuto nessun senso aver condiviso 3 gg di allenamento con gli italiani prima del 6nazioni. Certo venerdì avevamo contro una Francia che forse mai avevo visto così forte….in tutti i ruoli. Poi sul fatto che avessero fatto 10 cambi c’è da capire se i “veri” titolari erano contro di noi o contro la Scozia rimane il dato oggettivo che qualsiasi sia la risposta quest’anno la loro profondità è impressionante considerando che l’apertura titolare è già nella nazionale maggiore, poi si parlava di Ntamack come piccolo fenomeno ma quel Carbonel visto venerdì è proprio forte…per non parlare del mediano di mischia tanto per cambiare. Quest’anno la Francia seria candidata alla finale del mondiale!

    1. Però i giovin cardi si sono immediatamente rifatti della sculacciata a domicilio, battendo gli inglesi nella Calcutta under20. Vediamo cosa faranno i nostri in Galles tra due weekend.

  3. E’ quanto vado ripetere da un po’….che stiamo a discutere di O’ Shea, le convocazioni, il game plan, l’arbitro: il punto rimane che i nostro giocatori sono, mediamente, scarsi. In ogni partita che affrontiamo ogni singolo giocatore, con solo una o due eccezioni alla volta, è più scarso del diretto avversario, e con queste condizioni nel rugby la sconfitta è assicurata.
    Se la mettiamo sul fisico: dopo due anni di discorsi sul fitness, i nostri rimangono ancora atleticamente più scarsi. Se si gioca agli autoscontri, gli altri fanno sempre cinque metri a carica, noi nemmeno un metro. E così si perdono le partite con il sudafrica, con la francia, con l’inghilterra.
    Se proviamo a giocare a viso aperto, gli altri hanno strutture di gioco che noi ce le sogniamo, mentre le nostre sono tutte prevedibilissime perché non abbiamo l’uomo che fa il buco. Sempre che non si faccia in avanti. E così si perde con Irlanda, Australia, Argentina, Scozia.
    Sul ritmo non possiamo metterla perché i nostri MM sono troppo lenti e gli avversari si rischierano sempre, con tranquillità
    Al piede non possiamo giocare perché i nostri calciatori sono troppo imprecisi (tipo i calci dalla base di Gori, o i calci tattici di Allan, ma anche le sue punizioni). In più il nostro triangolo allargato è sempre deficitario al piede.
    Non possiamo affidarci alle fasi statiche perché la mischia le piglia quasi sempre (per certo dalla mischia argentina, inglese, francese, neozelandese, sudafricana, irlandese, e fa pari con le altre). Non possiamo affidarci a touche+maul perché la touche è affidabile nella nostra metà campo, ma sbaglia sempre quando siamo nei loro 22 (e qui la componente psicologica evidentemente conta….ormai ho perso il conto delle touche nei 5 mt buttate via negli anni che ci hanno fatto perdere le partite).

    E tutto questo quando giochiamo con i nostri uomini migliori. Quando tre o quattro si infortunano, dobbiamo mettere dei giocatori ancora più scarsi (ieri stavo guardando le zebre, entra Luus al 60esimo, mi pare, e penso “vai con i lanci a farfalle!” e ovviamente touche persa dopo 10 secondi per lancio sbagliato).

    1. Impietoso ma efficace, non sono d’accordo solo sull’uso del termine “scarsi” … scarso o eccezionale sono sempre parametri relativi … i nostri ragazzi si stanno costruendo, e sono mediamente inferiori ai corrispondenti di pari ruolo … questo è ciò che significava Galthiè nel pre-partita, ed è pienamente condivisibile … se si pensa che venerdì sera i migliori sono stati Negri, Minozzi e Bellini (ragazzi di qualità che cresceranno e si affermeranno a questi livelli), si capisce quanta acqua sia passata sotto i ponti dai tempi d’oro di Parisse e Castrogiovanni, Perugini e Lo Cicero, Ghiraldini e Bortolami, Mauro e Mirco Bergamasco, Masi e Troncon, ecc. ecc…
      Eppure anche allora eravamo a criticare …
      Dopo avere visto Irlanda-Galles e Scozia-Inghilterra di sabato, credo sia facile capire perchè questo torneo rappresenti l’eccellenza del rugby a livello internazionale (mooolto più di TriNations o SuperRugby nell’Emisfero Sud e quantomeno alla pari del mondiale, che pure catalizza attenzioni e pathos maggiori nel mondo emergente) …
      Pathos, tradizione, valori sono qualcosa di unico ed inimitabile, un pò come il whisky single malt o i castelli delle Highlands – mi sembra un giusto tributo alla Socia, che credo abbia emozionato molti sabato sera … 🙂
      Noi dovremmo già essere contenti e soddisfatti di calcare le assi di questo palcoscenico, anche se non come protagonisti … Siamo attori secondari, ma facciamo parte del cast … Non vinceremo l’Oscar come attori protagonisti, ma un nostro ruolo ce l’abbiamo … Forse non ci rendiamo abbastanza conto di quanto questo sia importante , eppure i concorrenti per questo ruolo non mancano e sono piuttosto accaniti nel rivendicarlo … Qualcosa anche questo ci dovrebbe dire …
      Forse se abbassassimo le nostre aspettative, se riducessimo le nostre ambizioni, se valorizzassimo meglio il nostro ruolo, pur nella sua limitatezza, saremmo più contenti noi, sarebbero più contenti tutti i tifosi, sarebbe più ottimista tutto il nostro movimento …
      Marketing e illusioni ci fanno male, torniamo ad un sano, ma non punitivo, realismo …
      Per quanto mi riguarda, sono contento di essermi bevuto un bicchierino di Laphroaig sabato sera … Laidlaw e Russell hanno fatto molto peggio sabato sera … 🙂

      1. Hai ragione, scarsi è una brutta parola. Diciamo che sono tutti inferiori al livello delle migliori nazioni al mondo. E lo si vede facendo il confronto con i nomi che hai indicato tu: Parisse e Castrogiovanni, Perugini e Lo Cicero, Ghiraldini e Bortolami, Mauro e Mirco Bergamasco, Masi e Troncon. Hanno tutti giocato all’estero, in campionati molto molto competitivi, e non per fare le comparse, ma erano colonne delle loro squadre. Masi con gli Wasps, Bortolomi a Gloucester, Castro a Leicester, Begamauro a Parigi, Troncon a Clermont Ferrand, il barone al Racing… insomma gente titolare per anni nelle squadre più titolate d’Europa. Oggi il nostro miglior estremo non è competitivo nel Top14 e torna a casa dopo tre mesi e tutti gli altri andati all’estero (Tebaldi, Venditti, Benvenuti, Allan…) sono tornati a casa dopo un anno o sono finiti subito fuori squadra. Gli unici due competitivi all’estero sono/erano Campagnaro e….Favaro.

      2. “Non vinceremo l’Oscar come attori protagonisti, ma un nostro ruolo ce l’abbiamo”.
        Forse non è ancora evidente, ma questi son già due anni che discutono come fare per liberarsi di noi! Son due anni abbondanti che si parla di playoff con la vincitrice del 6 Nazioni B. Vivere nella perenne illusione che, anche se non vinciamo più neanche una partita ogni due anni (come avveniva fino a tre anni fa) non sia poi un grosso problema, perchè tanto c’abbiamo il Colosseo ed i britannici non vedono l’ora di trascorrere un weekend a Roma, è pericoloso, oltre che fuorviante. Il board del Six Nations se ne frega se da noi si cucinano le migliori papardelle al ragu del pianeta: vogliono risultati e, quanto meno, competitività. Non stiamo partecipando alla nuova edizione della guida Lonely Planet, ma ad un torneo sportivo che muove milioni di euro ogni anno ed a cui si collegano da ogni continente e l’idea di dover continuare a sopportare una zavorra che prende sberle da tutti e falsa l’andamento della competizione con la propria presenza, gli va ogni stagione più stretto. Al netto del vino de li castelli che piace a tutti.

    2. All’ennesima volta che leggo dei ns mediani lenti (top disputed Ugo Gori) vorrei evidenziare che secondo me si imputa ad una lentezza – impaccio . improvvisa imbranataggine del mediano la lentezza invece di riproposizione dei giocatori senza palla attorno al raggruppamento. Non mi è capitato così spesso di vedere giocatori arrivare a proporsi senza essere imbeccati dal mediano, cosa che mi fa pensare che non sia il mediano quello lento. A volte forse anche dormirà come dicono in molti, ma la stragrande maggioranza delle volte non è cosi. Ecco, l’ho detto, mio parere.

      1. Con tutto il bene che gli si può volere, Gori ha passato metà della sua carriera a fare il vigile: ad ogni raggruppamento, prima di passare l’ovale rischierava tutta la squadra, sistemava le guardie, spostava le mini unit da destra a sinistra e da sinistra a destra…e poi calciava. Ad un certo punto mi ero messo a contare i secondi che ci metteva, dato che una volta su due l’arbitro gli urlava “use it”.

  4. Dimenticavo la velocità di punta: quasi tutti i nostri giocatori sono lenti, anche quelli veloci. E così si perde con il Galles, che se recupera palla nella sua metà campo la porta fuori, le sue ali più l’estremo da soli vanno al doppio dei nostri -oltre ad avere mani che permettono off load con ampia sicurezza – e corrono belli belli in area di meta mentre Allan e co si affannano ad inseguirli. L’unico che corre davvero veloce (Benvenuti) non sa placcare.

    1. Earls che recupera 30 metri a Bellini in 60 metri.. metri percorsi da Bellini=60 metri percorsi da Earls=rad(60^2+50^2)=78 metri

  5. La prima squadra invece sabato mi ha deluso e parecchio. Parliamoci chiaramente, se nel primo tempo avevamo una scarto di 20 punti non si poteva dire assolutamente niente. Non abbiamo mai dato l’impressione di portarla a casa sebbene il punteggio fosse in bilico.
    -Tanti hanno osannato Zanni ma per conto mio per prima cosa con un piccolo ricambio generazionale, o meglio, con un “work in progress” impressionante (perché in questa fase siamo sia chiaro) non capisco l’utilità di farlo giocare sempre titolare. Mi spiego: non è imprescindibile come Parisse il quale anche lui è fuori forma, non sta giocando assolutamente bene, è il suo peggior 6nazioni di sempre ma sapendo benissimo che lui rimane il più forte, sapendo che sarà lui il titolare ed il nostro faro fino al mondiale è giusto che giochi e che i “nuovi” si abituino a giocare con lui (detto questo però bisogna avere il coraggio di toglierlo lo stesso al 60/65 minuto ugualmente). Ecco ritornando a Zanni con tutto il rispetto per la persona e per il professionista non capisco perché ci si ostini a giocare con lui quando siamo in pieno “Work in Progress” e così come sta facendo con qualche giocatore tipo Boni potrebbe dare garanzie di minuti pure ad un Ruzza o Lazzaroni. Con questo non dico che non lo voglio ma di Zanni conosciamo tutto quindi se giocasse un po meno non succederebbe niente…poi a Settembre 2019 è quello che da più grazie mi sembrerebbe gusto convocarlo e farlo giocare, ci mancherebbe.
    -Tanti hanno osannato ‘Mbanda perché il suo modo di giocare di venerdì sera lo ha portato a farsi notare ma parliamoci chiaramente: aveva il compito di marcare a vista Basteraud….bene il francese è stato il migliore in campo! Con questo non dico
    Ci sono un sacco di cose che a molti sembrano inspiegabili da parte di O’Shea ma secondo me comunque il suo è un programma ben definito e chiaro ed essendo appunto tutto un “lavori in corso” ci sta che molte cose le azzecchi, alcuni le canni in pieno ed altri capisce che deve cambiarle. Almeno spero sia così perché per le ultime due partite spero in qualche cambiamento, sia sul piano dei convocato, sia sul piano delle scelte dei titolari in alcuni ruoli che sul piano di gioco.
    Fatemi fare però i complimenti a due giocatori: Negri e Minozzi. Due giocatori per cui ho sempre stravisto e che nessuno può negare il contrario (Negri era già due anni che lo avrei voluto al Benetton) i quali non solo stanno dimostrando di meritare di sempre nel XV titolare ma che sono già di livello internazionale. Guardate come le squadre hanno già cambiato mentalità nei confronti di Minozzi: siamo passati dall’Inghilterra che lo hanno messo nel mirino alla Francia che ha ben evitato di dargli palloni disponibili con 3 metri a disposizione!
    Attendo curioso le convocazioni domani!

  6. Non sono d’accordo che questa Francia fosse battibile da questa Italia. Anche se avessimo fatto meno errori e fossimo stati molto meno indisciplinati (cosa che ci ha puntualmente ucciso), a tratti quelli ci passavano sopra, e non so se e quanto avremmo resistito. Si vede che avevano impostato la partita per farci male fisicamente, e noi troppo spesso abbiamo peccato, vuoi di fisico, di testa o di tecnica (dite a Benvenuti che non può andare alto contro un’ala di 100kg in corsa, per favore), se vogliamo anche di strategia e piano-di-gioco, visto che abbiamo accettato di fare autoscontri, e questi facevano sempre metri su metri.
    Purtroppo se sembra che la strada intrapresa sia quella giusta in termini di rinnovamento e assestamento del movimento (scusate la cacofonica rima), i risultati si stanno rivelando batoste sempre più grosse, e davvero anni di programmazione persi gridano vendetta.
    Non ho visto le ragazze, ma i ragazzi dell’U20 spero davvero abbiano solo sbagliato approccio alla partita. Perchè se la maggiore ogni tanto sembrava un “men-vs boys”, gli under sembrava una U20 contro una U14, tanta era la differenza di gioco, difesa e intensità. Diciamo che non voglio pensare che possa cancellare quanto di buono fatto vedere nelle prime due (anche se qui una vittoria la vedo cosa difficile da cogliere, specie considerando la prestazione che ha tirato fuori la Scozia contro i campioni inglesi).
    Scusate, è lunedì

  7. Tutto in questa frase: ” il livello medio dei giocatori italiani “.. Il resto è’ fuffa.
    Se non hai la materia prima ,allora puoi essere anche Leonardo da Vinci ma non puoi fare tanto..
    Le parole sono : Formazione e Programmazione. Qui conta tanto il lavoro di Aboud. Bisogna aspettare però per vedere se il lavoro compiuto dia dei buoni frutti..
    Per l’alto livello,per quanto mi riguarda ,non c’è altra strada che insistere sulle ” franchigie”. Solo giocando con i più forti ogni settimana puoi migliorare.

    1. Esatto, formazione. A questo proposito, faccio modestamente notare che il nostro miglior giocatore in campo venerdì, ovvero Negri….si è formato in Sudafrica. E infatti si muove in campo e ha delle mani che gli italiani a quell’età non hanno, perché non glielo insegnano quando sono piccoli.

    2. sono d’accordo ma non basta: ci vuole anche un sistema che anticipi lo sviluppo dei giocatori e li renda più confidenti nelle cose che fanno già a 20 anni. La domanda che mi pongo è: come si può pensare in u20 di battere giocatori che sia allenano e giocano in squadre super professionistiche mentre i nostri al massimo giocano in eccellenza che penso non valga la federale1 ? penso che sia li la chiave del problema, è tanto che si parla di legare le accademie con le celtiche e di farle partecipare al massimo campionato italiano. Questa soluzione immediata darebbe da subito vantaggi:i ragazzi si allenano in modo professinistico e alzano il livello anche dell’eccellenza stessa; permetterebbe a chi recupera da infortuni più gradualità nel recupero, ti permetterebbe buona base di sostituti con ragazzi che inizierebbero ad “assaggiare ” l’alto livello nelle finestre internazionali ecc. un po come fanno negli altri paesi. Dobbiamo allargare la base e alzare il livello fin da giovani, se non sai fare un due contro uno a 25 anni non puoi essere competitivo a livello internazionale. In questo anche l’eccellenza è fondamentale, si dovrebbe assolutamente il livello del campionato italiano, quindi dirigere più soldi verso la base, verso chi investe in strutture, allenatori preparati, giovani, conciliazione sport/scuola ecc. Altrimenti si può sperare di equiparae questo o quello ma a lungo termine avrai sempre dei problemi che ti porteranno indietro.

  8. Ah dimenticavo il fitness..Solo per dire rimarcare il pensiero di O’Shea: siamo migliorati ma siamo ancora lontani da quello che possiamo diventare.

    1. Purtroppo sembra che Co’S abbia da lavorare un po’ su tutto (fitness, difesa, piano di gioco e attacco), e dovendoti concentrare su 4-5-6 cose, non hai il tempo “fisico” (scusate la battuta) per farne una come vorresti. Atkinson disse l’anno scorso (se non sbaglio), che se tutto fosse andato come previsto, alla RWC 2019 avremmo avuto un fitness paragonabile a quello degli Argentini (quindi comunque non ancora a livello dei migliori, ma almeno per giocarsela). Speriamo, ma come dici sopra, la preparazione si ottimizza e questo lavoro si minimizza andando a intervenire sui giovani, insegnando a passare, a calciare e a placcare come si deve prima dei 18-20 anni.
      Giusto perchè si citava Galthiè, non ricordo chi sui media inglesi diceva che questo era proprio il momento per avere pazienza con l’Italia, visto che il lavoro è quello giusto. Ma si è avuta pazienza (con noi) per 18 anni, l’avranno ancora i nostri amici del 6Nazioni?

      1. Il Rugby è’ anche business,cosa vorrebbero fare : buttarci fuori? O sostituirci con la Georgia?
        Roma con tutti i problemi che ha vale da sola Cardiff,Edimburgo,Dublino..
        È’ dopo una cosa è’ di questo sono convinto:solo quando tocchiamo il fondo,noi risaliamo. Il fondo l’abbiamo toccato è’ il momento di risalire.
        La strada è’ giusta ,lo riconoscono tutti ,bisogna avere pazienza

      2. Appunto perchè il Rugby è Business, la pazienza è quella che è. Roma va bene per la gita, ma l’Italia porta pochi sponsor e diritti TV (molti meno di quanto ci si aspettasse 15 anni fa direi), e in più l’Italia negli altri paesi richiama meno gente allo stadio (vedi anche con la Francia. Spostata a Marsiglia -con meno di 50 mila spettatori – dopo che il trend allo Stade de France è più che negativo in termini di pubblico per il Trofeo Garibaldi).
        Non so dicendo che ci butteranno fuori, sta di fatto che anni in cui abbiamo vivacchiato rischiano di pesare (e per ora lo fanno in campo).

      3. Sono d’accordo Paolo: infatti nessuno nega che abbiamo dei problemi e’ che sono anche grandi! Se dopo il tuo discorso è che qualcuno deve prendersi le sue responsabilità per questi problemi : sono ancora più d’accordo con te. Ho sempre sostenuto che chi sbagli deve pagare. Sempre!

      1. Non è rivolto ai commentatori, ne a chi scrive gli articoli. Sono proprio gli argomenti ripetitivi che penso che a tutti siano venuti a noia..

  9. Io sono un po’ preoccupato per la nostra sofferenza contro le squadre fisiche in vista del test match contro la Georgia… ci vorrà un sacco di fosforo in campo.

  10. Ma cosa succede ai nostri ragazzi tra i 18 e i 20 anni? Oppure sono gli altri che in quei due anni (2!!!) subiscono metamorfosi particolari?? La 18 fa un figurone, la 20 prende 70 punti, qualcosa non va, in questi anni si crea il gap incolmabile

  11. Succede che gli altri, tra i 18 e i 20 anno aggiungono il fisico ad un’ottima base di skills individuali e comprensione generale del gioco già assimilati e questo su quei giocatori che emergono con ambizioni da professionsti…
    Ai nostri ragazzi manca questa preparazione, se la giocano sul fisico finchè ne hanno di più, poi restano al palo quando vengono pareggiati su questo e sono invece irrimediabilmente indietro sugli altri due punti, oltre che , spesso, su esperienza di gioco in campionati di qualità

    1. Galthié non è un mostro di simpatia ma di rugby ne capisce. Sono ripetitivo, ma venerdì la differenza è emersa non tanto sulle skills individuali, quanto sulla capacità di giocare a quei ritmi ed a quella potenza. Di magie tecniche i francesi non ne hanno fatte, ma di break sulla potenza eccome. Quanti break aveva fatto Lauret nei primi due match, quando lo si era visto solo in difesa? E Grosso, lo avete mai visto in una partita di campionato fra squadre che se la giocano punto a punto? La realtà è che il nostro rugby (di franchigia e ancora più di Eccellenza) non ha quella potenza e soprattutto quella intensità. Nel 2015 vidi a Padova Italia – Sud Africa e dopo due settimane Tolone – Clermont a Nizza; quanto a intensità, la seconda vinceva a mani basse. Comincio davvero a credere che l’Italia possa ambire solamente ad essere per distacco la prima del Tier 2. E tuttavia, rimanere aggrappati al Tier 1 è l’unico modo per crescere, perché attraverso il confronto coi migliori sappiamo quanto distanti siamo.
      Due parole sulle donne. La FIR è sicuramente la prima responsabile ma…quanti di noi frequentatori dei blog si interessano al rugby femminile? Basta vedere i commenti al blog di Fumero sul rugby rosa… In realtà, il lancio del rugby femminile potrebbe essere un momento chiave per allargare la base di interesse per lo sport (con la conseguenza di interesse dei media, sponsor eccetera). Un anno fa qualcuno provò a lanciare l’idea di portare il mondiale femminile in Italia (alla fine basterebbe organizzarlo fra Toscana e Veneto in campi di capienza minima e con una spesa molto bassa), ma che io sappia è rimasta un’astrazione.

    2. Tra le righe, mancanza di preparatori tecnici top level? Ci vorrebbe qualche straniero (capace) che li segua dalla giovane età (17/18 anni), per renderli adeguati e competitivi con i corrispettivi francesi irlandesi ecc..

  12. Caro Whillem non ti capisco perché non voglio. Federe che tu veramente possa aver visto una Francia battibile dal fischio d’inizio. Nemmeno un momento si è palesata questa possibilità e se proprio vuoi assecondare Gavazzi nelle sue affermazioni cercane altre anche se dubito se ne possano trovare.

  13. “..In quel momento avremmo dovuto osare, attaccare..”
    Primo minuto di gioco, due cariche dei nostri senza conquistare metri, Boni tenta un’esplorazione, tenuto. Touche,maul,meta francese.
    Non siamo riusciti a fare più di 3 fasi senza concedere turnover per tutta la partita. Al bel break di Negri nemmeno mi sono entusiasmato, sapevo già come finita, sostegno in ritardo, tenuto.

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