Una Nazionale U20 da applaudire ma che non può fare la boa di salvataggio del movimento

Oggi azzurrini in campo contro l’Australia per la semifinale per il 5° posto del Mondiale Juniores. Una squadra che registra risultati importanti ma verso la quale dovremmo avere un atteggiamento più “distaccato”, che la vera dimensione della crescita la potremo avere solo tra qualche anno. E nel frattempo questi ragazzi non possono diventare i salvatori della patria

Iniziamo dalla cronaca. Oggi pomeriggio (ore 16.30) a Narbonne l’Italia U20 si gioca la semifinale per il 5° posto ai Mondiali Juniores in corso in Francia. Di fronte avrà l’Australia, un osso durissimo che però nella fase a gironi ha perso due gare (contro Galles e Baby Blacks) e vinto solo contro il Giappone raccogliendo solo 6 punti. Azzurrini che invece hanno confermato lo storico risultato di un anno fa e lo hanno anzi migliorato, visto che nella scorsa edizione del torneo iridato era stato determinante il risultato di Sudafrica-Argentina mentre in Francia i ragazzi allenati da Roselli e Moretti hanno conquistato il pass battendo Scozia e Argentina e venendo messi sotto solo dalla fortissima Inghilterra.
Australia che oggi parte favorita perché più abituata a giocare per certi risultati e perché nel complesso ha un livello tecnico superiore, ma probabilmente gli azzurrini stanno meglio di fisico e di testa, potendo contare su un entusiasmo che gli avversari non possono avere e che anzi affrontano una partita che per loro presenta tante insidie. Perché diciamocelo chiaro, l’Italia può giocare con la leggerezza mentale di chi tutto sommato ha poco da perdere mentre per loro un ko sarebbe una debacle. Bene così.
La vincente di Italia-Australia affronterà poi domenica a Beziers chi al fischio finale di Galles – Argentina avrà almeno un punto in più.
In coda a questo articolo la formazione annunciata dell’Italia oggi in campo e il programma delle partite (trasmesse in diretta streaming su The Rugby Channel).

Il Mondiale U20 della nostra selezione è un po’ la boa a cui si sta aggrappando il nostro movimento. E’ successo un anno fa, sta accadendo anche quest’anno. Sgombriamo subito il campo dagli equivoci: l’Italia sta facendo un torneo notevole, lo aveva fatto 12 mesi fa e ancora di più è protagonista quest’anno, senza dimenticare – in mezzo – il migliore Sei Nazioni di categoria di sempre. Sono risultati che non possono stupire più di tanto, perché non va dimenticato che questo è il gruppo che aveva raccolto non poche soddisfazioni anche nelle nazionali giovanili quando era allenato da Massimo Brunello. Sono risultati che arrivano da lontano.
Risultati su cui ha ripreso linfa l’ormai annosa guerra di religione sul Sistema Accademie (preso nel suo complesso, quindi anche con i CFP sottostanti eccetera eccetera): chi lo sostiene prende ad esempio questi risultati per dimostrare che la struttura funziona mentre per chi lo avversa studia la “genealogia” di ogni singolo giocatore per dimostrare che sono atleti formati dai club. O che si tratta solo di fortuna.

Ho sempre trovato molto stupida questa “guerra”, una specie di battaglia senza fine che non può avere un vincitore. Ho sempre avversato non il Sistema Accademie in sé ma la sua struttura enorme: meno Accademie e soprattutto nelle regioni e nelle aree a scarsa vocazione rugbistica, che dove c’è una rete di club numerosa e profonda è meglio lasciare le cose come stanno. Una opinione, va da sé, che non pretendo certo di avere la Verità in tasca.
Il fatto è che oggi i risultati di questa U20 possono essere letti e strumentalizzati quanto vogliamo. Che siano notevolissimi e i migliori da diversi anni a questa parte è lì da vedere, negarlo vuol dire essere in cattiva fede. Certo la nostra U20 viaggiava a quei livelli anche a cavallo tra la fine degli anni ’90 e i primi anni Duemila, bisognerebbe chiedersi cosa è successo dopo e perché ci abbiamo messo così tanto per tornare a certe altezze.
Ma ad ogni modo oggi ci siamo, nessun dubbio.
E allora il problema quale è? Che dovremmo andarci con i piedi di piombo e aspettare, che i risultati hanno bisogno di tempo e conferme per prendere consistenza, per dimostrare che non sono un fuoco di paglia. Oggi sappiamo con certezza che questo biennio ha spessore ma se si tratta “solo” di un paio di annate più fortunate o se siamo invece di fronte al prodotto di una filiera che funziona è davvero troppo presto per dirlo, sia in un senso che nell’altro. Un giudizio con cognizione di causa potremo darlo tra 4 o 5 anni. Senza dimenticare che dobbiamo poi pensare allo step successivo alla nazionale U20…
Sono risultati molto importanti ma vanno né ingigantiti e né sottostimati. Un atteggiamento freddo ma necessario, complicato da tenere – me ne rendo conto – in un movimento che ha disperatamente bisogno di risultati positivi. La nazionale U20 non può essere né la boa di salvataggio né un’arma da usare in una stupida guerra di religione.

Il programma delle partite di oggi, martedì 12 agosto, al Mondiale U20
ore 14: Galles-Argentina, Narbonne. Semifinale per il 5° posto
ore 16: Irlanda-Scozia, Perpignan. Semifinale 9° posto
ore 16.30: Italia-Australia, Narbonne. Semifinale per il 5° posto
ore 18.30: Georgia-Giappone, Perpignan. Semifinale 9° posto
ore 19: Inghilterra-Sudafrica, Narbonne. Semifinale
ore 21: Nuova Zelanda-Francia, Perpignan. Semifinale

La formazione azzurra anti Australia:
15 Michelangelo BIONDELLI (Rugby Viadana 1970)*
14 Albert Einstein BATISTA (Rugby Etruschi Livorno 1995)
13 Andrea DE MASI (Mogliano Rugby)*
12 Francesco MODENA (FEMI-CZ Rovigo)
11 Giovanni D’ONOFRIO (Accademia Nazionale Ivan Francescato)*
10 Filippo DI MARCO (Accademia Nazionale Ivan Francescato)*
9 Nicolò CASILIO (Patarò Calvisano)*
8 Lodovico MANNI (Mogliano Rugby)
7 Michele LAMARO (Petrarca Padova)* – capitano
6 Davide RUGGERI (Accademia Nazionale Ivan Francescato)*
5 Edoardo IACHIZZI (Usap Perpignan)4 Niccolò CANNONE (Petrarca Padova)*
3 Michele MANCINI PARRI (Accademia Nazionale Ivan Francescato)*
2 Matteo LUCCARDI (Patarò Calvisano)*
1 Guido ROMANO (Rugby Colorno)*

A disposizione:
16 Niccolò TADDIA (Accademia Nazionale Ivan Francescato)*
17 Leonardo MARIOTTINI (Accademia Nazionale Ivan Francescato)*
18 Matteo NOCERA (Accademia Nazionale Ivan Francescato)*
19 Matteo CANALI (Rugby Colorno)*
20 Antoine KOFFI (Accademia Nazionale Ivan Francescato)*
21 Luca CROSATO (Lafert San Donà)*
22 Antonio RIZZI (Petrarca Padova)*
23 Alessandro FUSCO (Accademia Nazionale Ivan Francescato)*

*è/è stato membro dell’Accademia FIR “Ivan Francescato”

Le Tre di R1823: asterischi che non ci sono, la voce dell’opposizione e un lutto All Blacks

Ecco le tre notizie di cronaca ovale più importanti della giornata. I link rimandano agli articoli pubblicati da R1823 di Duccio Fumero. Queste le news, cliccate sui titoli per leggerle interamente

Italrugby: quanti bei giovani senz’asterisco
Il 6 Nazioni ha lasciato una nazionale italiana molto diversa da quella raccontata da Gavazzi

 

Italrugby, come sta il movimento secondo l’opposizione
R1823 ha intervistato Riccardo Roman, presidente di Pronti al Cambiamento, che analizza l’ultimo 6 Nazioni

Lutto: morto Dylan Mika, ex All Blacks samoano
Il flanker aveva solo 45 anni e sarebbe morto a causa di un attacco di cuore

Sei Nazioni e Movimento Italia: tra Nazionale maggiore e U20 il gap si chiama (anche) Eccellenza

ph. Fotosportit/FIR

Due formazioni che tornano dall’Irlanda sconfitte ma gli azzurrini confermano un salto di qualità. Sottolineando loro malgrado uno dei problemi della nostra struttura

Che poi il fine settimana irlandese del nostro Sei Nazioni non era iniziato malissimo. Venerdì sera a Donnybrook la nazionale U20 è stata battuta 38-34. Un ko, certo, ma se si tiene conto che gli azzurrini hanno giocato in 14 contro 15 per 70 minuti per l’espulsione di Bianchi… Può anche essere che i padroni di casa già a fine primo tempo abbiano pensato che la partita era bella che finita visto che a un certo punto il tabellone diceva 31-8. Probabile che abbiano levato il piede dalla tavoletta del gas, che abbiano smesso di spingere come prima. Ciò non toglie che l’Italia non solo non ha mai mollato ma è stata pure in grado di riportarsi sotto e di quasi riagguantare il match.
All’Aviva Stadium sabato pomeriggio è andato tutto male per noi. Un primo tempo disastroso in cui abbiamo messo piede nei 22 metri avversari solo un minuto prima della fine della prima frazione e in cui abbiamo subito sempre l’iniziativa, la fisicità e la tattica dei padroni di casa. Che sono fortissimi e che hanno giocato proprio bene, non lo dimentico di certo, ma che hanno anche messo in evidenzia tutti i nostri numerosi limiti. Il bicchiere mezzo (???) pieno per noi possono essere le tre mete marcate a Dublino, ma non si può non sottolineare che abbiamo iniziato a dare segnali di vitalità offensiva solo quando la partita era già abbondantemente chiusa da un pezzo e a ben pensarci sarebbe aggrapparsi a una boa che in realtà può farci più male che altro. Riagguantare il match come gli azzurrini? Fantascienza.

Le partite della nazionale maggiore e l’U20 in qualche modo si tengono tra loro. Si dice che quella attuale sia la nostra migliore nazionale giovanile da molti anni a questa parte: è vero che perde spesso e che le vittorie sono ancora molto poche ma è indubbio che questo gruppo di ragazzi può giocarsela con gli avversari per 80 minuti. Quante sono le partite perse di un nulla nei minuti finali in questi ultimi mesi? Tante. Troppe anche. Però perdere di un punto o poco più vuol dire che magari ti manca un filo di cinismo, che non hai il killer instinct, ma che allo stesso tempo sei lì. Innegabilmente ci sei. E lo hai dimostrato per mesi, non si tratta di exploit estemporanei.
Questo gruppo è “figlio” delle Accademie? Le annate sono quelle e il tempo ci dirà se quel sistema è e sarà in grado di sfornare giocatori in quantità e di qualità o se siamo di fronte a un gruppo “fortunato”, parlarne ora non ha un gran senso perché nessuno può dirlo.
Il punto è un altro, ovvero, dove andranno a giocare questi ragazzi? Dove finalizzeranno la loro formazione? Con chi compiranno gli ultimi passi con vista sull’alto livello? Perché forse qualcuno di loro andrà alle franchigie, ma quel “forse” è gigantesco e se anche dovesse accadere riguarderebbe un numero limitatissimo di atleti. Comunque statisticamente non importante.

Quasi tutti alla fine giocheranno nell’Eccellenza. Il divario tra noi e i nostri avversari sta qui: per quanto ci si sforzi di affinare e migliorare la “produzione” dei nostri giocatori non siamo poi in grado di farli giocare in un torneo di livello. I giovani irlandesi andranno tutti a giocare – se già non lo fanno – nell’Ulster, nel Leinster, nel Munster o nel Connacht, ovvero in Pro14, mentre i nostri militeranno in uno dei club del nostro più importante campionato nazionale, che sarà pure il principale dentro i nostri confini ma che non è sicuramente performante. Non credo di offendere nessuno nell’asserirlo.
Il depauperamento dei contenuti tecnici del nostro domestic è un problema enorme del nostro movimento che non viene affrontato da anni. E allora i casi sono due: o si decide che uno delle nostre franchigie (verosimilmente le Zebre) debba farsi perennemente carico del grosso della nazionale U20 per far compiere a quegli atleti l’ultimo tratto di formazione o si mette mano al nostro campionato affinché possa nel giro di qualche stagione rappresentare davvero uno step di crescita credibile per i giocatori (ma anche per i tecnici, gli arbitri e – magari – i dirigenti). A prescindere dal Pro14. La differenza tra il 38-34 di Donnybrook e il 56-19 di Dublino passa da qui. A meno che non si pensi che lo score finale dei due match sia estemporaneo, da attribuire al caso.

Posticipo d’Eccellenza al Calvisano, via azzurro all’operazione Sei Nazioni e un’ambulanza che non c’era: Le Tre di R1823

Ecco le tre notizie di cronaca ovale più importanti della giornata. I link rimandano agli articoli pubblicati da R1823 di Duccio Fumero. Queste le news, cliccate sui titoli per leggerle interamente.

ECCELLENZA: CALVISANO ESPUGNA DI MISURA REGGIO
Si è disputato oggi il posticipo dell’undicesima giornata del massimo campionato italiano di rugby

SEI NAZIONI: ITALIA, PARTITA LA CACCIA AGLI INGLESI
Da oggi azzurri in ritiro in vista dell’esordio nel NatWest 6 Nazioni di domenica prossima a Roma

POLEMICHE OVALI: CALVISANO E QUELL’AMBULANZA CHE NON C’È
Durante il match di Serie A tra l’Accademia Federale e i Cavalieri U.R. Prato Sesto il match è stato sospeso 25 minuti per un infortunio. Ma il motivo è assurdo. La Fir, in parte, smentisce

Eccellenza: Massimo Brunello, il suo Calvisano e la costruzione di una mentalità… da Juventus

Tra un paio di settimane scarse il nostro massimo campionato nazionale vivrà il suo calcio d’inizio. Il Grillotalpa ha fatto una chiacchierata con Massimo Brunello, tecnico dei campioni in carica del Calvisano: con lui ho parlato della difficoltà di ripetersi, della costruzione di una mentalità vincente e delle avversarie nella corsa allo scudetto.
Altri temi affrontati? il blocco delle retrocessioni, i pro e i contro di un campionato a 12 squadre (il prossimo) ma soprattutto di giovani e Accademie…