Guinness Pro12: le Zebre tengono un tempo, poi monologo Ospreys (10-40)

 

zebre

Partita senza nessuna copertura televisiva. Le cronache via twitter ci raccontano di un buon primo delle Zebre che subiscono una meta proprio prima di andare negli spogliatoi sul risultato di 10 a 3.
La seconda frazione è invece un monologo gallese e nello specifico dell’estremo Dan Evans, che marca una tripletta in sei minuti. Finisce 40 a 10 per gli ospiti.

Zebre: 15 Kurt Baker, 14 Mattia Bellini, 13 Tommaso Boni, 12 Matteo Pratichetti, 11 Lloys Greeff, 10 Serafin Bordoli, 9 Guglielmo Palazzani, 8 Federico Ruzza, 7 Johan Meyer, 6 Derick Minnie, 5 Valerio Bernabò, 4 Quintin Geldenhuys (c), 3 Guillermo Roan, 2 Oliviero Fabiani, 1 Bruno Postiglioni
Riserve: 16 Adriano Daniele, 17 Andrea De Marchi, 18 Bartholomeus Le Roux, 19 Gideon Koegelenberg, 20 Davide Fragnito, 21 Carlo Engelbrecht, 22 Faialaga Afamasaga, 23 Maicol Azzolini
Mete: Boni (5′)
Conversioni: Palazzani (6′)
Punizioni: Palazzani (3′)

Ospreys: 15 Dan Evans, 14 Ben John, 13 Kieron Fonotia, 12 Ashley Beck, 11 Dafydd Howells, 10 Luke Price, 9 Tom Habberfield (c), 8 Dan Baker, 7 Sam Underhill, 6 Tyler Ardron, 5 Lloyd Ashley, 4 Adam Beard, 3 Rhodri Jones, 2 Sam Parry, 1 Paul James
Riserve: 16 Hugh Gustafson, 17 Gareth Thomas, 18 Daniel Suter, 19 Rory Thornton, 20 Olly Cracknell, 21 Matthew Aubrey, 22 Hanno Dirksen, 23 Jonathan Spratt
Mete: Beck (40′), Evans (44′, 46′, 50′), Parry (61′), Howells (76′)
Conversioni: Price (40′, 45′, 47′, 62′, 77′)
Punizioni:

Azzurrini vs Irlanda e Zebre-Ospreys: un venerdì tra Sei Nazioni U20 e Guinness Pro12

logo-irlanda

SEI NAZIONI U20
Iniziamo da Prato. Questa sera alle 19 (diretta streaming a partire dalle 18 e 45 su The Rugby Channel), al Chersoni scendono in campo Italia e Irlanda U20. I ragazzi di Orlandi e Troncon vengono da un ko con diverse ombre e qualche luce (poche rispetto alle aspettative) contro il Galles mentre i pari età in maglia verde hanno strappato una vittoria di misura in Scozia. Una partita che vede gli ospiti come favoriti d’obbligo, all’Italia si chiede soprattutto una prestazione di qualità. Beh, pure un risultato positivo non sarebbe male, ma è oggettivamente difficile. Però…
Sempre stasera si giocano anche le altre due partite della seconda giornata del torneo: alle 20.15 italiane al Parc Eirias di Colwyn Bay ci sarà il kick-off di Galles-Inghilterra, alle 21 toccherà a Francia-Scozia in quel di Grenoble.

Italia: 15 Massimo Cioffi, 14 Andrea Bronzini, 13 Ludovico Vaccari, 12 Marco Zanon, 11 Dario Schiabel, 10 Antonio Rizzi, 9 Charly Trussardi, 8 Giovanni Licata, 7 Lorenzo Masselli, 6 Jacopo Bianchi, 5 Gabriele Venditti, 4 Giordano Baldino, 3 Marco Riccioni (c), 2 Massimo Ceciliani, 1 Daniele Rimpelli
Riserve: 16 Alberto Rollero, 17 Danilo Fischetti, 18 Giosuè Zilocchi, 19 Edoardo Iachizzi, 20 Nardo Casolari, 21 Emilio Fusco, 22 Michelangelo Biondelli, 23 Roberto dal Zilio

Irlanda: 15 Colm Hogan, 14 Jordan Larmour, 13 Gavin Mullin, 12 Ciaran Frawley, 11 Calvin Nash, 10 Johnny
McPhillips, 9 Johnny Stewart, 8 Caelan Doris, 7 Paul Boyle Lansdowne, 6 Cillian Gallagher (c), 5 Oisin Dowling Lansdowne, 4 Fineen Wycherley, 3 Charlie Connolly, 2 Tadgh McElroy Lansdowne, 1 Joey Conway
Riserve: 16 Adam Moloney, 17 Rory Mulvihill, 18 Matthew Burke, 19 Jack Regan, 20 Gavin Coombes, 21 Jack Lyons, 22 Conor Fitzgerald, 23 Tommy O’Brien

 

GUINNESS PRO12
Stasera si giocheranno anche 4 partite della 14a giornata del torneo celtico, che riprende dopo uno stop di oltre un mese tra coppe europee e Sei Nazioni. Alle 20 a Parma arrivano gli Ospreys secondi in classifica. Tante i nazionali assenti da entrambe le parte, ma i gallesi sono comunque più  attrezzati. Le Zebre rispondono con Geldenhuys capitano e possono contare tra i titolari su Ruzza e Boni, rilasciati dal ct Conor O’Shea. Tra i 23 non c’è Furno, lasciato libero pure lui dalla nazionale ma non convocato.
Partita senza nessuna copertura televisiva di difficile lettura proprio per le tantissime assenze, e con i bianconeri che avrebbero bisogno come il pane di un risultato positivo. Altre partita della serata: Glasgow Warriors-Scarlets, Munster-Newport Dragons e Ulster-Edimburgo. Il Benetton Treviso gioca domenica in casa con il Leinster.

Zebre: 15 Kurt Baker, 14 Mattia Bellini, 13 Tommaso Boni, 12 Matteo Pratichetti, 11 Lloys Greeff, 10 Serafin Bordoli, 9 Guglielmo Palazzani, 8 Federico Ruzza, 7 Johan Meyer, 6 Derick Minnie, 5 Valerio Bernabò, 4 Quintin Geldenhuys (c), 3 Guillermo Roan, 2 Oliviero Fabiani, 1 Bruno Postiglioni
Riserve: 16 Adriano Daniele, 17 Andrea De Marchi, 18 Bartholomeus Le Roux, 19 Gideon Koegelenberg, 20 Davide Fragnito, 21 Carlo Engelbrecht, 22 Faialaga Afamasaga, 23 Maicol Azzolini

Ospreys: 15 Dan Evans, 14 Ben John, 13 Kieron Fonotia, 12 Ashley Beck, 11 Dafydd Howells, 10 Luke Price, 9 Tom Habberfield (c), 8 Dan Baker, 7 Sam Underhill, 6 Tyler Ardron, 5 Lloyd Ashley, 4 Adam Beard, 3 Rhodri Jones, 2 Sam Parry, 1 Paul James
Riserve: 16 Hugh Gustafson, 17 Gareth Thomas, 18 Daniel Suter, 19 Rory Thornton, 20 Olly Cracknell, 21 Matthew Aubrey, 22 Hanno Dirksen, 23 Jonathan Spratt

Permit players, Accademie celtiche, rilasci: tra Sei Nazioni e Guinness Pro12, con qualche (buona) novità

fragnito-jimenez-bergamin-600
L’head coach delle Zebre Victor Jimenez con i permit Fragnito e Bergamin, delle Fiamme Oro

Fine settimana davvero intasato di appuntamenti ovali, quello che stiamo per vivere. Oltre al Sei Nazioni in tutte le sue forme – gli uomini, le donne, l’U20 – torna in campo anche la Guinness Pro12: le Zebre giocano venerdì sera contro gli Ospreys mentre il Benetton Treviso ospita domenica pomeriggio il Leinster. Impegni che già non sono facili normalmente, se poi aggiungiamo le lunghissime liste di assenti per il concomitante impegno della nazionale e i tantissimi – soprattutto a Treviso – fermi in infermeria… Senza dimenticare che i gallesi sono attualmente secondi in classifica e i dublinesi terzi.
Certo pure gli avversari delle nostre due selezioni devono affrontare le assenze per la nazionale ma ci sono alcuni aspetti che rendono la loro condizione meno difficoltosa rispetto alla nostra:

  1. Sembrerà banale ma Irlanda e Galles hanno 4 franchigie, l’Italia due. Inevitabile che il peso specifico, per quanto non uniforme, vada a impattare in maniera meno invadente
  2. Sia in Galles che in Irlanda le franchigie sono strettamente connesse ai club del loro territorio e hanno accademie interne. Ne consegue che i giovani e meno esperti – che in queste occasioni in cui il calendario è intasato hanno gioco-forza più spazio e minutaggi maggiori – siano più preparati sotto ogni punto di vista che non il permit player di turno che arriva dal club d’Eccellenza e che sta solo qualche giorno con Zebre o Benetton. Vero, ci sono dei permit che vengono chiamati in maniera frequente, ma non è la stessa cosa, non può esserlo.
  3. Irlanda e Galles sembrano essere anche più strutturati per quanto riguarda il sistema di rilascio dei giocatori che fanno parte del gruppo dalla nazionale. I ct, pur mantenendosi un certo margine di azione e intervento in casi di dubbio, fanno tornare ai club di provenienza nei primi giorni della settimana quegli atleti che sanno già che non verranno utilizzati nella partita del sabato. In Inghilterra la cosa ha un suo iter preciso e istituzionalizzato con la RFU che comunica i nomi degli atleti che lasciano il ritiro della nazionale già il lunedì sera

Questi aspetti non sono certo delle novità e per chi segue abitudinariamente la palla ovale si tratta di criticità ben conosciute. Va però detto che nel caso del punto 3 nonostante le richieste più volte avanzate negli ultimi anni da diretti interessati e addetti ai lavori ben poco si è mosso. Qualche miglioramento è stato apportato, ma la struttura complessiva è rimasta sostanzialmente quella prevista all’inizio dell’avventura celtica.
Qualche novità però inizia ad esserci: martedì pomeriggio, poco dopo le 17, la FIR ha twittato questo messaggio

La notizia era stata anticipata poco meno di un’ora prima dalle Zebre. Non credo di sbagliarmi nel dire che è la prima volta che la nazionale rilascia dei giocatori per far ritorno ai loro club in vista di un impegno celtico così presto nel corso di una settimana che porta a un impegno nel Sei Nazioni. Da qualunque parte la si giri è un buon segnale, per quello che può contare il parere del sottoscritto. Di sicuro va sotto la definizione “buon senso”. Il fatto che l’Italia giochi in casa aiuta non poco, vedremo anche nelle prossime settimane.

Rimangono le criticità del punto 1 e 2. Sulla prima non ci si può fare nulla (ok, il presidente FIR dice da tempo di voler creare una terza franchigia ma io rimango ancorato a terra: si fa il salto triplo per poterne mantenere economicamente due, figuriamoci tre. Sponsor? Scusate la prosaicità, ma finché non li vedo non ci credo. Spero che la situazione cambi, ma in Italia a oggi l’unico sponsor che sborsa milioni di euro ogni stagione da tanti anni è Benetton, piaccia o meno).
Sul secondo punto c’è da dire che la nostra storia e la nostra tradizione campanilistica non vanno in quella direzione, ma le cose si possono cambiare, basta volerlo. Problemi di organizzazione ce ne sono, è chiaro, ma non sono insormontabili.
Il ct Conor O’Shea in una intervista rilasciata aOnRugby a fine gennaio parlava così:

Sistema permit player. Ci saranno novità anche in direzione dal Pro12 all’Eccellenza?
Sì. Ci saranno molti cambiamenti nei prossimi anni.

Speriamo.

Quattro chiacchiere con Marzio Innocenti tra Dogi e Lega dei Club (anche con le celtiche)

Da qualche giorno Marzio Innocenti non è più il portavoce di Pronti al Cambiamento, sostituito da Riccardo Roman. La mia chiacchierata con l’ex candidato alla poltrona di presidente federale parte da questo avvicendamento, sfiora l’argomento elezioni solo per rileggere a mente fredda la bizzarra vicenda Fusaro per poi passare al piatto forte, che sono Dogi e Lega di Club: Innocenti crede che una reale franchigia veneta possa nel tempo prendere parte al torneo celtico, magari con un impegno a doppia velocità. E Benetton Treviso e Zebre entrano in qualche modo anche nella discussione sulla Lega di Club…

IN avanti popolo! – Biagi, Guidi e le Zebre: beghe che hanno un senso o no?

zebre

“IN avanti popolo!” è una nuova rubrica di questo blog. Trattasi di corsivi piuttosto brevi sul fatto di cronaca più importante della settimana. E stavolta non posso esimermi dal parlare di Zebre. Partiamo.

“…al presidente Pagliarini non sono piaciute alcune osservazioni di George Biagi sul delicato momento societario”. Così la Gazzetta dello Sport di sabato 21 gennaio commenta il cambio di capitano in casa Zebre, con George Biagi – comunque in campo da titolare contro gli Wasps in Champions Cup – che passa la fascia a Carlo Canna.
Settimana complicata a Parma: lunedì la risoluzione consensuale del contratto con l’head coach Gianluca Guidi, l’improvviso cambio di capitano, l’ormai certo addio di Festuccia (tornerà a Londra dopo solo 9 presenze e un totale di 185 minuti giocati nel torneo celtico). Sullo sfondo la totale incertezza sul futuro della franchigia. 
Qualcuno dice che Guidi e la squadra avevano ormai rapporti difficili. Può essere. Quello che è certo però è che fin dalla scorsa estate e in più occasioni il tecnico ha sempre difeso i giocatori contestando anche pubblicamente alcune scelte societarie e se c’è una spaccatura profonda in seno alle Zebre (e diamine se c’è, ma da tempo) è quella tra dirigenti e area tecnica: alla presentazione milanese del derby celtico di Pro12 il Benetton Treviso era al gran completo dal presidente Zatta in giù, per le Zebre c’erano il team manager De Rossi e l’addetto stampa. Stop. Dirigenti assenti. Avranno avuto cose più importanti da fare, probabilmente.

Però facciamo un giochino e formuliamo l’ipotesi: la presenza di Guidi era diventata nociva per i giocatori e si voleva salvaguardare il clima nella squadra. Si trova un accordo e lo si manda via. Bene, la mossa di togliere la fascia da capitano a Biagi in quale strategia si inscrive? Non sono Sun Tzu, ma direi non in quella di tenere unito e sereno lo spogliatoio. Le due cose fanno abbastanza a pugni tra loro. Biagi è un giocatore esperto, stimato da tutti fuori e dentro il campo, persona dotata di grande intelligenza. Uno che se decide di dire in una intervista certe cose è perché ci ha pensato un milione di volte. Si mormora che possa trasferirsi a Treviso in estate. Forse paga pure questo. Forse.
Comunque il presidente Pagliarini, che non ha gradito le parole di Biagi, non più tardi di un paio di settimane fa ha detto nel corso di una conferenza stampa che le Zebre hanno come obiettivo futuro quello di vincere il Guinness PRO12 e che serve un milione di euro per poter terminare la stagione in corso e salvarsi dal tracollo finanziario. Il tutto nell’arco di una manciata di secondi. Ecco.