Stavolta sul tema interviene il tecnico del Beneton Treviso Kieran Crowley. Che dice esattamente le stesse cose di O’Shea e altri. Però dalla FIR non arriva nessuna norma pubblica e condivisa, nemmeno nella Circola Informativa per la prossima stagione pubblicata lo scorso venerdì
Lo so, qualcuno mi piglierà per fissato, ma sta cosa dei permit player mi fa uscire pazzo. AllRugby in edicola questo mese (il numero 137), il direttore del mensile – Gianluca Barca – intervista l’head coach del Benetton Treviso, Kieran Crowley, che fa alcune dichiarazioni che riporto nelle foto pubblicate sotto. Robe del tipo che i ragazzi dell’Accademia non sono pronti per l’alto livello nonostante le buone qualità, che devono allenarsi con le celtiche, che hanno bisogno di minutaggio e che se non possano scendere in campo con quest’ultime devono poter andare a giocare nelle squadre del Top 12, eccetera eccetera. Parole di buon senso. Totale buon senso.
Come quando dice che l’ascensore è un sistema semplice e che “si può fare subito”.
E infatti Benetton e Zebre lo stanno facendo. Però senza regole chiare, trasparenti, condivise da tutte. E si continua così. Chiariamoci: la responsabilità non è certo delle due selezioni celtiche, che hanno fatto di necessità virtù. Il problema non è tanto loro, ma quanto delle società di Top 12, che però sembra che non è che si dannino più di tanto per un sistema che crea figli e figliastri. Boh.
La FIR ha intanto pubblicato venerdì scorso la Circolare Informativa per la stagione 2019/2020. Sono 142 pagine in cui si poteva trovare lo spazio per affrontare il tema. Sarebbe stato già tardi, intendiamoci, ma meglio di niente. Però indovinate un po’? C’è il niente.