Test-match: O’Shea non cambia nulla, contro l’Argentina la formazione che ha battuto Fiji

Il ct della nazionale azzurra Conor O’Shea ha annunciato il XV titolare che scende in campo sabato pomeriggio a Firenze per i secondo impegno di questo novembre internazionale. Confermato in blocco la squadra che è partita dal primo minuto nella vittoriosa sfida di una settimana fa a Catania contro le Fiji. Le uniche due novità in panchina, dove troveranno posto Tebaldi e Ruzza.
Il comunicato FIR:

Conor O’Shea, Commissario Tecnico della Nazionale Italiana Rugby, ha ufficializzato la formazione che affronterà l’Argentina sabato 18 novembre allo Stadio “Artemio Franchi” di Firenze nel secondo Crédit Agricole Cariparma Test Match di novembre.
L’incontro sarà trasmesso in diretta da DMAX canale 52, con diretta a partire dalle ore 14.15: prepartita affidato a Daniele Piervincenzi, telecronaca e commento tecnico di Antonio Raimondi e Vittorio Munari.

Per il derby latino contro i Pumas, reduci dalla sconfitta di Twickenham contro l’Inghilterra di sabato scorso, O’Shea conferma integralmente la formazione titolare che sabato scorso ha superato le Fiji a Catania.

Due cambi in panchina, con Ruzza che prende il posto di Lazzaronin come seconda linea di riserva e Tebaldi a sostituire Gori quale secondo mediano di mischia.

“So che si tratta di una scelta difficile per i sei giocatori in rosa che ancora non hanno avuto un’opportunità in questi test di novembre” ha dichiarato il CT dell’Italia, Conor O’Shea “ma dopo la partita di Catania volevamo dare consistenza alle scelte fatte per la gara contro le Fiji, in particolare per una partita come quella contro i Pumas che, sotto ogni punto di vista, sarà molto più impegnativa e difficile da affrontare”.

Italia e Argentina tornano ad affrontarsi ad oltre un anno di distanza dall’ultimo test-match, nel giugno scorso a Santa Fè nel giorno del debutto di O’Shea sulla panchina della Nazionale: nell’occasione i sudamericani si imposero per 30-24, proseguendo in una striscia vincente contro gli Azzurri iniziata a Torino nell’autunno del 2008. Dell’estate dello stesso anno l’ultima vittoria italiana, 12-13 a Cordoba, mentre il bilancio complessivo degli scontri diretti parla di quindici successi sudamericani, cinque italiani ed un pareggio.

Direzione di gara affidata al sudafricano Jaco Peyper, al quinto test-match degli Azzurri diretto in carriera.
Questa la formazione dell’Italia:

15 Jayden HAYWARD (Benetton Rugby, 1 cap)
14 Leonardo SARTO (Glasgow Warriors, 33 caps)*
13 Tommaso BONI (Zebre Rugby Club, 6 caps)*
12 Tommaso CASTELLO (Zebre Rugby Club, 3 caps)
11 Mattia BELLINI (Zebre Rugby Club, 6 caps)*
10 Carlo CANNA (Zebre Rugby Club, 23 caps)
9 Marcello VIOLI (Zebre Rugby Club, 6 caps)*
8 Sergio PARISSE (Stade Francais, 127 caps) – capitano
7 Abraham STEYN (Benetton Rugby, 15 caps)
6 Francesco MINTO (Benetton Rugby, 37 caps)
5 Dean BUDD (Benetton Rugby, 4 caps)
4 Marco FUSER (Benetton Rugby, 25 caps)*
3 Simone FERRARI (Benetton Rugby, 6 caps)
2 Luca BIGI (Benetton Rugby, 4 caps)
1 Andrea LOVOTTI (Zebre Rugby Club, 18 caps)*

a disposizione
16 Leonardo GHIRALDINI (Stade Toulosain, 87 caps)

17 Federico ZANI (Benetton Rugby, 4 caps)
18 Dario CHISTOLINI (Zebre Rugby Club, 19 caps)
19 Federico RUZZA (Benetton Rugby, 2 caps)*
20 Giovanni LICATA (Fiamme Oro Rugby, 1 cap)* 
21 Tito TEBALDI (Benetton Rugby, 22 caps)
22 Ian MCKINLEY (Benetton Rugby, 1 cap)
23 Matteo MINOZZI (Zebre Rugby Club, 1 cap)*

*è/è stato membro dell’Accademia FIR “Ivan Francescato”

 

Test-match: come approfittare dell’Argentina, un malato che gode di buona salute

Dalla pagina twitter della UAR

Sabato a Firenze gli azzurri se la vedranno con i Pumas, che hanno perso 9 delle ultime 10 partite. Una squadra in crisi di risultati, che ha delle oggettive difficoltà, ma che anche in un’annata così negativa ha sempre dato del filo da torcere ad avversari che si chiamano All Blacks, Australia, Sudafrica e Inghilterra. E noi non li battiamo in Italia dal 1998…

Nella stagione del rugby internazionale 2017 l’Argentina ha finora giocato 10 partite, ne ha perse 9 e ne ha vinta solo una. Uno score molto negativo, indubbiamente. Però poi i numeri bisogna leggerli un po’ meglio, contestualizzarli, e allora scopriamo che i Pumas hanno battuto la Georgia (era il 24 giugno scorso a San Salvador de Juruy e finì 45-29) e che hanno perso con tre volte con l’Inghilterra (due a giugno, una nell’ultimo fine settimana), due volte con gli All Blacks, due volte con l’Australia, due con il Sudafrica. Stiamo parlando di squadre che assieme all’Irlanda si trovano e che stanno stabilmente nelle prime 5 posizioni del ranking mondiale. Dice: ma l’Inghilterra di giugno era senza i Lions, impegnati in quelle settimane in Nuova Zelanda. Vero, però vi inviterei a leggere i XV messi in campo da Eddie Jones, roba comunque di livello davvero alto e va sottolineato che nei due match i sudditi di Sua Maestà si imposero rispettivamente per 4 e 10 punti, certo non una enormità. E nel secondo caso il gap è stato scavato nell’ultimo quarto d’ora.
Partite combattute, come lo sono state quasi tutte quelle pur perse del Rugby Championship. Almeno per un’ora circa gare molto combattute, poi All Blacks, Springboks e Wallabies hanno preso il sopravvento in cinque casi su sei nell’ultima parte dei match: solo in uno – nella partita di Buenos Aires contro la Nuova Zelanda – la partita era già chiusa alla fine del primo tempo. Abbastanza male è andata anche sabato scorso a Twickenham.

Quindi tante sconfitte, tutte o quasi maturate nella fase finale delle partite, che durano ovviamente 80 minuti ma non si può dimenticare il valore degli avversari, ovvero praticamente il massimo che c’è in giro. Per dirla in parole molto povere: quante altre nazionali che gravitano attorno alla 10a posizione del ranking World Rugby – tipo la nostra, ma non solo – al posto dei Pumas sarebbero state in grado di ripetere performance e risultati? Di non prendere imbarcate vere? Senza la riprova del campo non lo si può dire con assoluta certezza ma se dovessi scommettere i proverbiali due cents direi di no.
Come sta allora l’Argentina? Dirlo è davvero complicato proprio per la forza degli avversari incontrati lungo la strada di questo 2017. Comunque non sta benissimo come altri anni, ha delle difficoltà e ha perso certezze in quello che è tradizionalmente il cuore del suo gioco, la mischia chiusa. Ma stiamo parlando di un movimento capace di sfornare talenti in gran numero, con una base giovanile quanto mai prolifica sia in termini di quantità che di qualità. Che ha scelto di non convocare più in nazionale gli atleti che non militano in patria pur sapendo che c’era il rischio di perdere giocatori importanti. Senza dimenticare che la scelta di chiamare Mario Ledesma a guidare i Jaguares nel Super Rugby 2018 va proprio nel senso di trovare una veloce soluzione ai problemi legati al pack.

L’Argentina del 2017 non sta bene, è probabilmente l’Argentina più in difficoltà degli ultimi anni, anche se va detto che se tutti i malati fossero messi così…
Sabato a Firenze l’Italia deve cercare di approfittare di questa situazione di simil-crisi dei Pumas, anche se di crisi di crescita si tratta. Non superiamo in casa i biancocelesti dall’ormai lontanissimo 1998 e farlo oggi sarebbe importantissimo per il nostro percorso di crescita. Loro oltretutto sono agli ultimi passi di una stagione lunghissima, la stanchezza potrebbe farsi sentire, mentre noi siamo ancora nella fase iniziale della nostra. Batterli? Difficile,  complicato. Impossibile? No, l’Italia può farcela.

Freddezza e intelligenza per fermare Fiji ma per l’Argentina bisogna fare uno step in più

ph. Fotosportit/FIR

Sabato al Massimino non c’è stato un grande spettacolo ma la prestazione azzurra va valutata anche sotto altri aspetti. Pumas sconfitti a Twickenham dall’Inghilterra: a Firenze arriva un avversario forte ma mai così in difficoltà negli ultimi 8-10 anni

Che Italia abbiamo visto a Catania contro le Fiji? La partita è stata nel complesso poco spettacolare ma comunque molto intensa. I nostri ospiti sono noti per essere un mix alle volte esplosivo di potenza, fisicità e imprevedibilità, qualità che sabato pomeriggio non abbiamo quasi mai visto, non tutte assieme almeno, in parte perché va ricordato che i figiani si sono ritrovati solo all’inizio della settimana e non hanno avuto la possibilità di fare stage nel mese di ottobre, ma non va nemmeno sottovalutato il fatto che la nostra nazionale ha adottato un game plan mirato a minare alle basi le fonti del gioco avversario. Insomma, incontrare le Fiji a fine mese sarebbe stato sicuramente più complicato ma se i pacifici non sono riusciti a giocare come sanno parecchio merito va dato alla nostra squadra. E in effetti basta contare le volte che il XV in maglia bianca ha messo il naso nei nostri 22 metri: poche, davvero poche.

Per gli occhi quello andato in scena al Massimino non è stato un grande spettacolo, lo ripeto, ma va dato atto all’Italia di aver dato vita a una gara condotta in maniera molto intelligente, sempre molto fredda, con poche ansie e dalla grande concentrazione. Non era semplice o scontato: questa squadra non vinceva da un anno intero e affrontava la formazione che – almeno sulla carta – era la più abbordabile del trittico novembrino, non che le Fiji non siano un avversario da prendere con le pinze ma che Argentina e Sudafrica siano comunque un’altra cosa anche al netto delle loro attuali magagne penso sia affermazione che nessuno può contestare. La pressione di dover vincere per forza poteva fare brutti scherzi.
La tenuta mentale è stata buona, ma certo i 10 minuti finali del primo tempo potevano costarci carissimo: oltre alla meta di Nakarawa, sulla quale non mancano le responsabilità anche della nostra difesa, c’è stato l’errore di Hayward che si è fatto intercettare un calcio nei nostri 22 metri e che solo per una casualità non ci è costata un’altra marcatura pesante (e se l’arbitro avesse concesso la meta tecnica non ci sarebbe stato molto da protestare). Non è stato un black-out come tante, troppe altre volte ma sicuramente c’e stato un calo di tensione eccessivo, la squadra si è disunita e ci ha messo un po’ a ritrovarsi. Ma anche lì va detto che non abbiamo mai perso del tutto la trebisonda, sintomo di una convinzione crescente nei propri mezzi.

Mi sono piaciuti nel complesso un po’ tutti gli avanti, soprattutto le seconde linee, mentre i trequarti non hanno sempre trovato grandi spazi su cui agire e quando è successo sono stati bravi i figiani a portare le nostre folate sempre verso l’esterno. Ad ogni modo anche il nostro pacchetto arretrato si è mosso bene nel complesso sia in fase offensiva che difensiva. Budd, Ferrari, Steyn, Parisse, Canna, Castello hanno ben figurato, bravo anche Hayward nonostante quell’erroraccio a dare qualità alle ripartenze e a proporsi da play aggiunto all’occorrenza.
Sabato a Firenze ci aspetta un’Argentina che nelle ultime 19 gare ha vinto solo tre volte: certo bisogna ricordare che i Pumas se la devono vedere con All Blacks, Australia e Sudafrica nel Rugby Championship e che nei test-match del novembre 2016 hanno affrontato squadre come l’Inghilterra, il Galles e la Scozia. Però è innegabile che nonostante il talento e la tradizionale garra i sudamericani stiano attraversando un periodo complicato. Probabilmente è una crisi di crescita, dobbiamo essere bravi a raccogliere l’occasione. Come successe un anno fa con il Sudafrica, guarda caso proprio al Franchi.

L’Italia va a sprazzi ma non perde mai la testa: Fiji battute 19 a 10

ph. Marco Turchetto – RugbytoItaly

Partita complicata a Catania: azzurri che giocano bene e con intelligenza per mezz’ora circa, poi i pacifici trovano le contromisure e noi ci sfilacciamo. Italia che però non perde mai la calma e che torna finalmente (e meritatamente) a vincere

E’ un’Italia concentrata quella che scende in campo a Catania: i primi due minuti sono di marca figiana ma è giusto il tempo che la palla cambi padrone e al primo affondo nei 22 metri arrivano i primi punti con un piazzato di Canna.
Sono gli azzurri a menare le danze e al 10′ un bella incursione di Bellini – splendidamente imbeccato da Hayward che sembra già calato a dovere nella parte (ma quell’errore al 33′ con calcio di rinvio intercettato che poteva costarci una meta…) – viene fermata perché il sostegno dei suoi compagni arriva in ritardo di un soffio. Fiji cerca di reagire, ha ottimi spunti individuali, ma rimane sempre lontana dalla nostra area di meta, tenuta a debita distanza dalla nostra difesa. Al 20′ comunque anche gli ospiti trovano 3 punti con un calcio da fermo di Volavola.
L’Italia però è ordinata e gioca con intelligenza e al 28′ arriva la prima meta a firma di Simone Ferrari: poco prima della mezzora il tabellone dice 10 a 3 per noi. I pacifici alzano un po’ il ritmo e l’Italia si disunisce: dopo l’errore di Hayward al 33′ di cui ho detto prima, arriva al 38′ la meta di Nakarawa che sfugge a Minto e Parisse: si va al riposo in perfetta parità, 10 a 10.

Secondo tempo che inizia un po’ contratto da entrambe le formazioni ma è sempre l’Italia a cercare di impostare. Al 45′ Canna ruba una palla da una mischia seguita a una touche ma è in fuorigioco e la sua meta viene correttamente annullata. Gli azzurri spingono ma non sono lucidi come nel primo tempo, le Fiji non corrono rischi e la partita si complica non poco. Importante quindi la punizione con cui Canna ci riporta avanti di tre lunghezze al 53′, ancora di più quella di 4 minuti dopo.
Dopo un’ora di gioco accellerata dei ragazzi di Conor O’Shea che tornano a mettere in difficoltà serie le Fiji e che “guadagnano” anche un cartellino giallo comminato al 64′ a Volavola. I dieci minuti in superiorità numerica si chiudono senza che l’Italia faccia punti. Gli ultimi minuti sono una sofferenza ma alla fine portiamo a casa la partita grazie anche al calcio da fermo di McKinley si torna finalmente a vincere: 19-10. Il risultato c’è, la prestazione si è vista solo a sprazzi ma va bene così: si è vista una buona freddezza e non siamo mai andati in apnea contro un avversario che si sta ancora organizzando ma ostico e comunque forte. Oggi il bicchiere è mezzo pieno.
A lunedì.

Italia: 15 Jayden Hayward, 14 Leonardo Sarto, 13 Tommaso Boni, 12 Tomasso Castello, 11 Mattia Bellini, 10 Carlo Canna, 9 Marcello Violi, 8 Sergio Parisse (c), 7 Abraham Steyn, 6 Francesco Minto, 5 Dean Budd, 4 Marco Fuser, 3 Simone Ferrari, 2 Luca Bigi, 1 Andrea Lovotti
Riserve: 16 Leonardo Ghiraldini, 17 Federico Zani, 18 Dario Chistolini, 19 Marco Lazzaroni, 20 Giovanni Licara, 21 Edoardo Gori, 22 Ian McKinley, 23 Matteo Minozzi
Mete: Ferrari (28′)
Conversioni: Canna (29′)
Punizioni: Canna (4′, 53′, 57′), McKinley (76′)

Fiji: 15 Kini Murimurivalu, 14 Josua Tuisova, 13 Asaeli Tikoirotuma, 12 Jale Vatubua, 11 Timoci Nagusa, 10 Ben Volavola, 9 Frank Lomani, 8 Nemani Nagusa, 7 Akapusi Qera (c), 6 Semi Kunatani, 5 Leone Nakarawa, 4  Apisalome Ratuniyarawa, 3 Manasa Saulo, 2 Tuapati Talemaitoga, 1 Campese Ma’afu
Riserve: 16 Sunia Koto, 17 Peni Ravai, 18 Ropate Rinakama, 19 Sikeli Nabou, 20 Mosese Voka, 21 Henry Seniloli, 22 Levani Botia, 23 Vereniki Goneva
Mete: Nakarawa (38′)
Conversioni: Volavola (39′)
Punizioni: Volavola (20′)

Test-match: fatta l’Italia per sabato contro Fiji, dentro Hayward. Tanti i giovani

ph. Fotosportit/FIR

Il ct della nazionale azzurra Conor’O’Shea ha fatto le sue scelte. Annunciato il XV titolare dell’Italia che sabato a catania affronta Fiji nel primo impegno del trittico novembrino (Argentina e Sudafrica le altre due sfide). Hayward è estremo, Canna-Violi in cabina di regia, pack di marca Benetton e trequarti che vestono il bianconero delle Zebre. Il comunicato FIR:

Conor O’Shea, Commissario Tecnico della Nazionale Italiana Rugby, ha ufficializzato oggi la formazione che sabato 11 novembre alle ore 15.00 allo Stadio “Angelo Massimino” di Catania affronterà le Fiji nel primo Crédit Agricole Cariparma Test Match dell’autunno 2017.

L’incontro sarà trasmesso in diretta da DMAX canale 52, con diretta a partire dalle ore 14.15: prepartita affidato a Daniele Piervincenzi, telecronaca e commento tecnico di Antonio Raimondi e Vittorio Munari.

Per il dodicesimo scontro diretto tra gli Azzurri e i guerrieri del Pacificio del Sud il tecnico irlandese punta su un pacchetto di mischia targato Benetton Rugby e su una linea arretrata marchiata Zebre Rugby Club, con quattro dei cinque esordienti in rosa inseriti nella lista dei ventitré.

Jayden Hayward, equiparato neozelandese della Benetton, è l’unico dei giocatori alla prima apparizione internazionale inserito nel XV titolare con la maglia numero quindici di estremo: insieme a lui, nel triangolo allargato, l’ala dei Warriors scozzesi Leonardo Sarto e Mattia Bellini, che torna in azzurro dopo oltre un anno e mezzo di assenza a seguito della ricostruzione del legamento crociato infortunato a Cardiff nell’ultimo turno del 6 Nazioni 2016. Inedita per la Nazionale, ma non per le Zebre, la coppia di centri dove il capitano bianconero Tommaso Castello, al terzo cap della carriera – il primo in un test interno – divide il centro del campo con il compagno Tommaso Boni.

Bianconera anche la linea mediana, dove O’Shea si affida all’affiatamento tra il numero dieci Carlo Canna ed il mediano di mischia Marcello Violi, a sua volta al debutto da titolare in un test-match davanti al pubblico di casa.

La terza linea è il reparto di maggiore esperienza, con capitan Parisse  – al cap numero centoventisette – affiancato dal veterano Francesco Minto e da Braam Steyn, mentre in seconda il CT conferma la coppia di Leoni Budd-Fuser, ampiamente collaudata durante il tour estivo e dall’esperienza in Guinness PRO14.

Conferme anche in prima linea dove, dopo aver dominato Fiji ed Australia in giugno, partono titolari Ferrari a destra, Lovotti – unica Zebra del pack – a sinistra e Bigi come tallonatore.

In panchina l’esperienza di Ghiraldini come tallonatore, del pilone Chistolini e di Gori, pronto a sostituire Violi a gara in corso, va a braccetto con la voglia di confermarsi di alcuni giovani visti per la prima volta al tour – il pilone Zani, la seconda linea Lazzaroni – e con quella di  mettersi in mostra di tre esordienti: il baby del gruppo Giovanni Licata, flanker ed unico siciliano del gruppo, l’utility back Matteo Minozzi ed il mediano d’apertura Ian McKinley che, in caso di esordio, diverrebbe il primo atleta a scendere in campo in un test-match utilizzando speciali occhiali protettivi.

La formazione scelta da O’Shea per la gara di sabato vede una media-presenze di 20 caps per il XV titolare ed un’età media di 26 anni. Maggiore esperienza tra gli avanti (28 anni e 28 caps di media), più giovane la linea arretrata con un’età media di 25 anni e una media/presenze di 10. Il pacchetto di mischia titolare sfiora i 900 chili, la prima linea azzurra supera i 330.

Il bilancio degli scontri diretti tra Italia e Fiji vede gli isolani avanti per 6-5 dopo l’ultimo scontro diretto vinto per 22-19 a Suva, secondo successo consecutivo del XV figiano sull’Italia il cui ultimo successo sulla formazione del Pacifico è datato 16 novembre 2013: quel giorno gli Azzurri si imposero per 37-31.

Questa la formazione dell’Italia per il test di sabato:
15 Jayden HAYWARD (Benetton Rugby, esordiente)
14 Leonardo SARTO (Glasgow Warriors, 32 caps)*
13 Tommaso BONI (Zebre Rugby Club, 5 caps)*
12 Tommaso CASTELLO (Zebre Rugby Club, 2 caps)
11 Mattia BELLINI (Zebre Rugby Club, 5 caps)*
10 Carlo CANNA (Zebre Rugby Club, 22 caps)
9 Marcello VIOLI (Zebre Rugby Club, 5 caps)*
8 Sergio PARISSE (Stade Francais, 126 caps) – capitano
7 Abraham STEYN (Benetton Rugby, 14 caps)
6 Francesco MINTO (Benetton Rugby, 36 caps)
5 Dean BUDD (Benetton Rugby, 3 caps)
4 Marco FUSER (Benetton Rugby, 24 caps)*
3 Simone FERRARI (Benetton Rugby, 5 caps)
2 Luca BIGI (Benetton Rugby, 3 caps)
1 Andrea LOVOTTI (Zebre Rugby Club, 17 caps)*

a disposizione
16 Leonardo GHIRALDINI (Stade Toulosain, 86 caps)

17 Federico ZANI (Benetton Rugby, 3 caps)
18 Dario CHISTOLINI (Zebre Rugby Club, 18 caps)
19 Marco LAZZARONI (Benetton Rugby, 1 cap)*
20 Giovanni LICATA (Fiamme Oro Rugby, esordiente)* 
21 Edoardo GORI (Benetton Rugby, 63 caps)*
22 Ian MCKINLEY (Benetton Rugby, esordiente)
23 Matteo MINOZZI (Zebre Rugby Club, esordiente)*

*è/è stato membro dell’Accademia FIR “Ivan Francescato”