
Irlanda brutta e spocchiosa (almeno per un tempo) ma una buona Italia non riesce ad approfittarne. Vince invece la nazionale femminile, per qualche ora prima in classifica, mentre l’U20 viene messa ko. Il Benetton travolge i Dragons, l’Ulster fa le Zebre a polpette
Da dove iniziare. Beh, stavolta dalle donne, noblesse oblige. Ma non per cavalleria, ma proprio perché se lo meritano: battono per la prima volta nel Sei Nazioni l’Irlanda, vanno per qualche ora in testa alla classifica del torneo (poi le inglesi si riprendono la prima posizione superando le gallesi) ma soprattutto giocano un rugby davvero bello e intenso.
Azzurre che sono in corsa comunque per il titolo anche se le ultime due giornate metteranno le ragazze di fronte proprio alle fortissime inglesi (che hanno tre punti in più) e alle francesi, che al momento hanno un solo punto meno di noi. Sarà durissima ma il gruppo c’è, e viste le condizioni in cui operano staff e giocatrici è un mezzo miracolo (che si ripete da tempo, e non è un dettaglio).
E fate un favore all’Italia femminile: non paragonatele agli uomini, non se lo meritano.
Passiamo alla squadra-locomotiva del movimento? La nazionale maggiore perde a Roma contro l’Irlanda con il risultato di 16 a 26. Una partita gagliarda, quella degli azzurri, attenta ma costellata di tanti piccoli errori che hanno indirizzato non poco il match. Buona prestazione del gruppo di O’Shea, la migliore senza dubbio da un bel pezzo in qua, ma che non basta per evitare la sconfitta consecutiva numero 20 (venti) nel Sei Nazioni contro una Irlanda davvero brutta.
Qui sta un po’ l’inghippo della faccenda: perché, come qualcuno mi ha detto ieri davanti a un boccale di birra, la migliore Italia comunque perde contro la peggiore Irlanda. Una Irlanda non solo brutta, ma che nel primo tempo ha messo in mostra per lunghi tratti un atteggiamento mentale irritante. Gli uomini di Schmidt dopo aver visionato le partite degli azzurri contro Scozia e Galles probabilmente pensavano di passare un pomeriggio tranquillo e di tornare a casa con il bottino pieno facendo il minimo della fatica.
Così non è stato (anche se alla fine 4 mete le hanno comunque fatte e il punto di bonus a Dublino se lo sono portato) per merito di una Italia volitiva e tignosa, che ha chiuso il primo tempo avanti sul 16 a 12, che però non fa nemmeno un punto nella ripresa, che paga nel punteggio una giornata non indimenticabile di Allan nei calci da fermo e una gestione quantomeno discutibile della scelta se piazzare o meno nell’ultima fase del match. Non che a quel punto il risultato sarebbe cambiato moltissimo, ma almeno il punto di bonus difensivo lo avremmo portato a casa.
Rimaniamo con una prestazione in crescita (che è comunque la cosa più importante) prima del proibitivo impegno di Twickenham contro l’Inghilterra e di quello più abbordabile – ma, mi sbaglierò, estremamente complicato – contro la Francia. L’importante sarà mantenere almeno questo standard, altrimenti saranno le solite chiacchiere dette e ripetute fino alla nausea degli ultimi 20 anni.
Capitolo U20. Gli azzurrini vengono superati a Rieti dall’Irlanda per 34 a 14: i verdi sono troppo forti e organizzati per una squadra italiana grintosa ma non molto precisa e che lamenta limiti nella gestione della palla e nella manualità.
La selezione U20 è sempre di non semplice valutazione ma va detto che nel complesso questo gruppo sembra essere un po’ meno talentuoso di quello che lo ha preceduto. Vedremo. Squadra che ha larghi margini di crescita ma che “soffre” del solito atavico problema: quale crescita per questi ragazzi una volta finita questa esperienza?
Le celtiche. Nelle ultime 10 partite giocate, Challenge compresa, il Benetton Treviso ha infilato 9 vittorie e un pareggio. Un ruolino di marcia notevolissimo. Sabato al Monigo sono arrivati i Dragons di Newport, oggettivamente una delle squadre meno complete e forti di questo Pro14 ma che in questi primi due mesi dell’anno nuovo ha dato vita a prestazioni in crescita. Treviso ha spazzato via i gallesi con 9 mete e un tabellone che alla fine diceva 57 a 7. Un risultato che consolida il secondo posto nel girone per i biancoverdi, complice anche lo stop imposto dai Cardiff Blues all’Edimburgo. Da sottolineare che tra i convocati azzurri e gli assenti per infortunio erano ben 17 i giocatori su cui Kieran Crowley non poteva contare questo fine settimana. Una enormità che nelle scorse stagioni era una montagna insormontabile o quasi.
E le Zebre? Erano attese da un impegno molto difficile a Belfast sul campo dell’Ulster: i padroni di casa hanno sempre avuto il controllo del match chiuso poi con 8 mete fatte e solo una subita sul 54 a 7. Poco da dire o da aggiungere.
Faccio una domanda magari ignorante, ma non ho seguito le vicende in casa Benetton e mi intriga capire come con 17 giocatori indisponibili riescano lo stesso a fare il loro dovere in campo (cosa che non riusciva lo scorso anno). In questo salto di qualità cosa ha contato di più?
La mia opinione ( da tifoso delle Zebre ) è che a Treviso è stata effettuata una programmazione accurata allestendo una rosa completa, dove grazie all’opera dello staff tecnico le cosiddette riserve hanno raggiunto o quasi il livello dei titolari. Grazie all’organizzazione di gioco che Crowley ha dato alla squadra in questi tre anni le assenze di giocatori importanti vengono assorbite.
Per le Zebre auspico avvenga quello che ha detto O’Shea in conferenza stampa qualche giorno fa, ossia che per la prossima stagione verrà allestita una squadra con un organico adeguato al Pro14. La rosa ora è troppo ristretta e non si riesce a sostituire i tanti infortunati. In alcuni ruoli senza i titolari si fa tanta fatica
Però appunto serve tempo. Come giustamente fai notare tu, Crowley sono tre stagioni che ci lavora, e sappiamo bene come due anni fa la situazione fosse molto diversa (e peggiore). Tempo, programmazione e continuità, tutte cose che spesso a noi italiani riescono difficili per natura, ma basta poco per vederne i frutti (e secondo me la stagione prossima sarà ancora meglio, considerando che Treviso ormai è sicura o quasi di andare in Champions Cup).
Nazionale femminile che davvero si merita applausi. Primo per come gioca, secondo per come gioca e lotta sapendo che la situazione del movimento è tutt’altro che rosea, e hanno meno risorse e attenzione dei maschietti. Altri complimenti al Benetton, quasi 60 punti ai gallesi (seppur la più abbordabile del lotto) sono cose che fanno sempre piacere.
U20 che sicuramente ha qualcosa in meno delle ultime due annate. Purtroppo per me l’atavico problema è che i nostri ragazzi non sanno cosa fare con l’ovale in mano, troppo frenetici ed estemporanei. E quando la presenza fisica e l’organizzazione difensiva (che c’erano con i 97 e 98) mancano, be, ci prendiamo 40 punti dagli altri (Scozia esclusa).
Nazionale maggiore che di buono fa vedere una prestazione in crescendo rispetto a Scozia e Galles. Se questo deve essere un punto di partenza, o meglio di ulteriore passaggio (e non di arrivo), mi sta bene. 80′ ad un ritmo che 2-3 anni fa non avevamo, per quanto l’Irlanda potesse essere brutta (e non solo per demeriti propri o perché Schmidt – come alcuni dicono – abbia voluto “nascondersi” in vista di Francia e Galles). Peccato per una serie di falli sciocchi che aiutano i verdi a risolvere i problemi.
Mi danno molto da pensare le parole di Co’s nel dopo partita, che sembrano sempre di più confermare che il suo contratto non sarà rinnovato (Paolo non so se tu hai altre notizie a riguardo), cosa che allungherebbe la lista di cavolate senza un perchè compiute dalla nostra Federazione, per cui la “continuità” vale solo negli incarichi federali.
“Lassamo perde…” rispose Paolo Rosi a chi gli chiedeva un’opinione sul rugby femminile. Quanta acqua è passata sotto i ponti! E dopo i sorrisetti e le fin troppo facili ironie, l’ingresso ritardato nel 6N (in origine c’era la Spagna), ecco le Azzurre crescere con continuità e…against all odds. Perché il movimento femminile ha ricevuto sempre le briciole dall’alto, senza capire che rappresenta un importante volano. Brave, bravissime. Se c’è una vera “passione italiana” per il rugby, le ragazze del rugby femminile la incarnano perfettamente. Quanto alla gara dell’Olimpico, è stata una gara che ha lasciato meno rimpianti rispetto a quella col Galles. Certo che un 2 su 6 sui calci grida vendetta. Per conto mio, è inaccettabile. Non è ammissibile che i punti al piede siano sicuri solo se centrali dentro ai 22. Lo so, sono noioso, ma mi sembra il minimo sindacale. Da ultimo, il 57-7 del Benetton ampiamente rimaneggiato contro i Dragons quasi a pieno effettivo rappresenta una delle notizie più belle di tutti questi anni che seguo il rugby.
Sui calci sono pienamente d’accordo. è da tempo che lasciamo troppi punti. Forse sarebbe il caso di alleggerire Allan e cercare un’altra soluzione. Il ragazzo sta calciando con percentuali troppe basse per le sue capacità. Anche Sexton sbaglia ma appunto per questo occorre approfittarne
Della Nazionale credo che si possa essere soddisfatti o quantomeno io, da tifoso senza troppi sofismi, lo sono. Il problema dei punti d’incontro è stato visibilmente risolto e la touche pure. In chiusa per nulla male.
Tebaldi ha giocato con una velocità che non sempre abbiamo visto anche a Treviso (non si smette mai di imparare e Duvenage credo sia un ottimo sparring partner) e che sia il miglior calciatore fra i nostri mm non è una novità. Bene anche i 3/4 – direi tutti – e al di sopra della media Hayward che finalmente ha giocato come gioca nel Club.
Le donne stanno dimostrando che con un minimo di programmazione sono capaci di fare gran belle cose ma ciò che più importa è che le fanno giocando un rugby godibilissimo.
Benetton: godo, punto.
Zebre: non dimenticherò facilmente lo sguardo di Canna (inquadrato a pochi minuti dalla fine) perché trasmetteva sgomento, disperazione e smarrimento (dando il giusto peso agli aggettivi visto che stiamo parlando di sport). Le Zebre devono continuare a esistere ma gli atleti che le compongono non meritano d’esser costretti allo sgomento, disperazione e smarrimento. Sono passati due anni dal cambio di gestione e, al netto degli infortuni – peraltro tutti patiti a inizio stagione -, non traspare una benché minima idea di programmazione.
Agli occhi di un profano, quale sono, pare assurdo che il team manager (che peraltro ho amato come giocatore e che comunque mi piace come commentatore televisivo) sia negli studi di Sky per la telecronaca del Super Rugby quando poche ore dopo la sua squadra (anzi il suo team) gioca.
Agli occhi di un profano questo è lo specchio di ciò che sono adesso le Zebre..
Forse qualcosa sta cambiando, considerando le ultime 6 partite della nazionale maggiore, l’unica veramente inguardabile è stata quella con gli all blacks, le altre (tutte perse tranne la Georgia, per carità) hanno mostrato tutte, in un modo o nell’altro, dei segnali positivi. Soprattutto mi pare risolto il cronico problema del fitness. Nell’ultimo quarto, tradizionalmente disastroso per noi, ultimamente abbiamo giocato alla pari con tutti.
Il rugby è uno sport da ragazze. Passatemi la battuta che serve solo da pretesto per fare i complimenti alla miglior squadra di rugby che abbiamo in questo momento. Brave davvero
No non sono d’accordo sulla crescita dei giovani U20. P.W. tu scrivi: “Squadra che ha larghi margini di crescita ma che “soffre” del solito atavico problema: quale crescita per questi ragazzi una volta finita questa esperienza?” Quindi poni il dubbio che in molti mettono che le due U20 precedenti erano forti ma che si stanno perdendo. Non sono per niente d’accordo. Sono certamente dell’idea che dobbiamo puntare forte su questi ragazzi del ’97 e ’98 ma dire che li stiamo perdendo (perché questo leggo tra chi è proprietario dei vari blog e dei vari forumisti). Tra Permit (seri), Celtic ed addirittura nazionali ci sono già: Rimpelli, Fischetti, Zilocchi, Riccioni, Ceciliani, Cannone, Licata, Lamaro, Bianchi, Rizzi e Zanon. 11 nomi dopo uno/max due anni non mi sembrano pochi, anzi mai avuto una serie di giovanissimi già pronti. In rampa di lancio sempre dei 97/98 poi ci sono Borean, Manfredi, Masselli, Casilio, Crosato, D’Onofrio, Biondelli, Cioffi e ci aggiungo quello con la classe più cristallina Vaccari.
Ditemi voi dove si stanno perdendo.
ps Qualcuno purtroppo non l’ho citato appositamente perché sta deludendo assai.
Kinky è sempre un piacere leggeee I tuoi commenti.
Hai dimenticato anche Trussardi
No, Trussardi non l’ho dimenticato ma semplicemente non l’ho citato perché il suo percorso di crescita lo sta facendo all’estero!
Ho dimenticato Panunzi che forse oggi è il più pronto a mediano di mischia tra i giovanissimi
Anche secondo me. Panunzi ha ritmo e precisione nel passaggio e ormai anche una certa maturità nella gestione del match.
…e Manni Canali e Mancini Parri? Non sono ancora pronti per il salto, ma portiamo pazienza
Certo che ci sono anche loro (e quindi la lista è ancora più lunga….mai vista una cosa del genere), a me personalmente uno dei 3 non mi convince per niente è per gli altri due un altro anno in Top 13 da protagonisti non fa certo male!
infallibili sui calci non siamo proprio capaci di farne… nemmeno Rizzi ha convertito in misura convincente a Treviso…
il problema è che neanche importiamo quello giusto; Hayward (finalmente a livello Monigo ieri) calcia più o meno come Allan…
quei 7 punti mancano tantissimo sul tabellone… altro che momentum…
quanto vorrei che Tebaldi (di cui sono tutt’ora un detrattore) si prendesse la soddisfazione di sbattermi sul muso altre decine di prestazioni come quella di ieri…
Sono d’accordo con Kinky che mai come con le annate 98 e 99 frutti se ne stanno raccogliendo per il futuro.
Mi pare invece preoccupantissimo il livello dell’attuale U20: al di là della presenza di più o meno talenti, questi ragazzi non hanno mostrato le conoscenze e gli skills di base: posizionamenti, gesti tecnici, tutto sommario e mal eseguito.
Come è possibile? Se queste cose fossero insegnate, sarebbero almeno in mostra; anche se la squadra fosse debole nel suo complesso, queste caratteristiche dovrebbero essere comunque visibili, al limite non efficaci.
E invece non ci sono proprio.
Ed e’ qui che il confronto con le ragazze diventa veramente impietoso: la femminile gioca in modo esperto, bello da vedere e con tecnica.
E le atlete non frequentano accademie, in tanti casi hanno cominciato a giocare in tempi relativamente recenti.
Ripeto: com’è possibile?
A me sembra che lo staff tecnico stia utilizzando il VI Nazioni come palestra in vista dei mondiali, dove siamo inseriti in un girone difficile. Si vedono buoni talenti, il gioco di squadra non ancora del tutto. Di questa Under 20 in 2-3 anni 3-4 elementi arriveranno alla Nazionale maggiore.
sui buoni taenti non sto a discutere….ma le conoscenze di base??