Da qui al Mondiale, via a una lunghissima stagione ovale. Calda soprattutto per l’Italia

Saranno mesi importanti, forse determinanti per il nostro movimento: per la nazionale maggiore, per quella delle ragazze, per l’U20, per le formazioni celtiche e per il nostro campionato. Si aspettano risposte, interventi e (almeno) un po’ di risultati dal campo. A partire da Italia-Georgia

Metto subito le mani avanti, giusto per chiarire i termini della questione: negli ultimi 20 giorni (più o meno) di rugby ho letto poco e non ho visto nulla. Ero in ferie, con un fuso orario di parecchie ore. Non so nemmeno se DAZN ha un sistema di geolocalizzazione che blocca la visione quando sei all’estero, ché a dirla tutto non ci ho nemmeno provato. Ma ero in vacanza, eccheccazzo (si può dire, vero?). Le partite del Rugby Championship, le amichevoli celtiche e la prima giornata del Pro14 sono per me solo una serie di risultati, nulla di più. Premessa terminata.

La stagione 2018/2019 sarà molto importante. Intanto sarà lunghissima e si chiuderà di fatto con un epilogo che si chiama Mondiale, e scusate se è poco. Sarà però soprattutto un’annata decisiva per il nostro movimento: la nazionale a novembre sarà impegnata in quattro test-match di livello: l’Irlanda a Chicago e poi – sul suolo italiano – Georgia, Australia e Nuova Zelanda. Quella con gli All Blacks è di sicuro la più mediatica ma a dispetto del ranking mondiale quella più importante è senza dubbio quella con la Georgia. Importante e rischiosa. Sono anni che i risultati mediocri della nostra nazionale – quando non palesemente negativi – alimentano il fuoco delle polemiche sulla nostra presenza nel Sei Nazioni, con la federazione di Tbilisi che le cavalca per ritagliarsi un qualche spazio su quel palcoscenico. Ora le due formazioni si troveranno di fronte per una sfida che come dicevo per noi è molto rischiosa: in caso di vittoria avremmo semplicemente fatto il nostro dovere, una sconfitta sarebbe invece un vero disastro.

Il XV azzurri arriva poi da tre anni che definire complicati è un complimento: dopo la RWC in terra inglese la nostra nazionale ha giocato 29 partite, ne ha vinte solo 5 e perse ben 24. L’ultima nostra affermazione nel Sei Nazioni risale al 2015… Urge una inversione di rotta. Sullo sfondo c’è pure la questione del rinnovo contrattuale dello staff tecnico, cosa che mi auguro non sia messa in discussione.
E mentre anche la compagine femminile sta cercando di rimettersi in carreggiata dopo almeno un paio di stagioni al di sotto delle attese è la nazionale U20 che negli ultimi mesi ha portato sorrisi e speranze: ci si augura che le cose possano rinsaldarsi per proseguire sul cammino intrapreso nell’ultimo biennio per dimostrare che i risultati ottenuti in quel lasso di tempo siano un qualcosa di strutturale e non legate a una più o meno fortuita nascita e/o concentrazione di talenti. Staremo a vedere, ma la parola “conferme” dalle nostre parti è quella che più ha latitato nelle ultime due decadi. Speriamo.

C’è il Pro14: Treviso e Zebre hanno iniziato con il piede giusto la stagione battendo rispettivamente Newport Dragons e Southern Kings, ma non va dimenticato che sono state le due formazioni che nell’ultima annata hanno raccolto (di gran lunga) meno punti: 20 per i gallesi e addirittura solo 11 per i sudafricani. Le stesse Zebre, terz’ultime, hanno raccolto 36 punti vincendo 7 gare, ovvero più del doppio di quelle vinte dalle altre due messe assieme.
Si dice che chi ben comincia è a metà dell’opera, speriamo sia così: Treviso ha le carte in regola per fare un salto di qualità, la formazione di Parma deve proseguire un cammino inevitabilmente accidentato ma che sembra essere quello giusto. Però di promesse e speranze abbiamo fatto il pieno in questi anni, servono risultati e perciò ne riparliamo a maggio.

Infine c’è l’Eccellenza, pardon, Top12. Qui il “boh” è di quelli davvero grossi: il nostro massimo campionato nazionale è la cartina al tornasole di quello che non ha funzionato a livello strutturale dell’inizio dell’avventura celtica. Un torneo depauperato e lasciato a languire in un limbo che non è di aiuto a nessuno. Da quest’anno si torna a 12 formazioni, la Lega dei Club è ancora una discussione filosofica e l’interesse economico-mediatico è quello che è, ad essere buoni. I piani alti della FIR continuano a definire il nostro domestic come la “palestra” in cui si formano i nostri giocatori. Pure i nostri arbitri e i nostri dirigenti, aggiungo io. Forse è il caso di farsi qualche domanda e di darsi qualche risposta. E magari pure di intervenire. Discorso che vale per tutte le parti in causa, non solo per la federazione.
Buon rugby a tutti.

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8 pensieri su “Da qui al Mondiale, via a una lunghissima stagione ovale. Calda soprattutto per l’Italia”

  1. niente da obbiettare sulla prima parte del discorso, i risultati da parte della nazionale DEVONO arrivare (e nessuno parla di vincere il 6N o il mondiale, chiaramente), i risultati della U20 sono tutti da confermare, dato che le ultime due o tre squadre arrivano da un percorso tecnico che è cambiato per le prossime che arriveranno alla ribalta, e sarà la prova che volevamo per sapere se il sistema accademie così come è concepito, è funzionale o meno, per quanto con colpevole ritardo, sul femminile pesano una lunga serie di punti di domanda che una volta sciolti daranno un quadro più preciso (ma intanto altre nazioni stanno professionalizzando o semiprofessionalizzando, mentre noi siamo ancora all’agonismo amatoriale o poco più), sul discorso PRO14, invece, rimetterei a posto le prospettive, l’anno scorso è stata un’annata accettabile, le zebre hanno pagato troppo in termini di classifica, ma hanno mostrato una crescita, mentre a treviso è mancato un minimo di continuità a fronte di una buona competitività e risultati abbastanza soddisfacenti, quest’anno il rischio è di non migliorare i numeri dello scorso anno e di ricadere nel baratro a fronte, magari, di una crescita continua delle squadre, il gioco delle zebre sarà sicuramente stato molto più analizzato dagli avversari e la rosa, corta, ha sicuramente guadagnato in qualità, ma quanto ci vorrà a raggiungere certi standard? capito come giocano gli avversari saranno in grado meglio di tarparne le ali, il miglioramento offensivo (e difensivo) sarà in grado di compensare e superare il miglioramento di atteggiamento delle avversarie? lo stesso dicasi per treviso, con il vantaggio dei leoni, di essere squadra più quadrata e bilanciata. inoltre tutti i commentatori hanno sempre fatto notare come le celtiche tengano i migliori elementi a minutaggio ridotto, e spesso si è parlato di italiane affrontate con le squadre B, se si incomincia a diventare pericolosi, magari, le squadre diventano, pur nel rispetto del loro scadenziario, delle A2, e portarla a casa potrebbe diventare più dura dell’anno scorso, quindi sarà il caso di valutare di più la competitività che i risultati.
    ultime righe per il derelitto domestico, da bacchettare tutta la parte dirigenziale a livello federale e di club, in quanto stanno facendo perdere a questo campionato, che è la vetta della base di cui franchigie e nazionale dovrebbero essere la punta di diamante, quasi tutti gli aspetti attraenti, meno la parte sportiva, i ragazzoni accademici o forti non asteriscati che si affermano in top12, hanno dimostrato di tenere botta egregiamente, negli ultimi anni, ai corrispettivi tutti accademici di quelli forti di nazioni che in fase pro ci sovrastano, quindi come palestra tanto schifo non fa, si è cominciato a vedere uno sviluppo di gioco più moderno ed interessante, nonché, veloce e dinamico, con il limite del non professionismo, e un tentativo di stimolare i vivai piuttosto che le scommesse esotiche, la competitività internazionale, se si gioca a livello degno e non si va in gita, è quasi al pari con squadre pro di paesi tier2, magari imbottite di isolani, come ha dimostrato la coppa del nonno da due anni a questa parte, quindi non scandaloso come, troppo spesso, si crede, a livello di bellezza ed interesse del torneo, gli ultimi anni hanno visto un miglioramento della competizione, chiaro è che ci sono squadre un gradino sopra e squadre che fanno più fatica a tenere il passo, ma ricordo che è normale in tutti gli sport, nel tanto invidiato calcio la juventus ha vinto 7 scudetti consecutivi e quelli che possono, a cicli, permettersi di infastidirla, sono altre 3 o 4 squadre, nulla più, mentre la corsa alla salvezza è chiusa nelle neopromosse e altre 3 o4 che ogni anno fanno la volatona, dinamiche diverse sono “sorpresone”, però l’anno scorso fù una corsa a 6 per i PO fino ad un paio di giornate dalla fine, con il primo posto deciso alla penultima giornata, mentre non ci fu una vera corsa alla salvezza che avrebbe coinvolto non meno di 3 squadre, quest’anno io dividerei il gruppo in tre tronconi abbastanza vicini con il gruppo di mezzo che potrebbe dare gran fastidio in chiave PO come essere preso in mezzo nel gorgo delle DUE retrocessioni, personalmente non saprei che meglio chiedere ad un campionato (ah sì, dei PO alla francese)

  2. Stagione lunga e con la speranza ( fino a smentita ) che possa avere delle appendici in coppa ( troppa grazia ? ) .
    Breve pausa e poi il mondiale
    Leggo appena ora che Fir ha programmato la fase premondiale ….non si sono risparmiati Eire, Francia, Inghilterra con una quarta da vedere …..
    Domanda : ma non vogliamo troppo ( o meglio ) noi lo stiamo sovrastimando questo movimento ??
    Corriamo il rischiò di arrivare in Giappone con qualche cerotto di troppo.

    1. Da come è iniziata… pronti via due nazionali rotti per mesi. Non è che gli altri non solo tirano indietro la gamba, ma proprio non li fanno giocare per sicurezza quelli importanti?

  3. Bentornato Paolo. Speriamo sia un’annata breakthrough, come dicono lassù… L’appuntamento con la Georgia è lo snodo principale della stagione: se si vince (magari anche con un certo agio), ci si toglierà un bel peso. E non credo solo per noi tifosi… Fra la tanta carne al fuoco, scelgo la Benetton. Il gruppo di Challenge può permettere di sognare la qualificazione: a parte gli Harlequins, ci sono Agen e Grenoble, che al 99% metteranno in campo le seconde squadre per non pregiudicare la corsa alla salvezza in campionato. Con 20 punti in saccoccia e magari uno o più di bonus con i Quins, i quarti di finale sono alla portata. Con una bella iniezione di fiducia anche per il percorso in Pro14, cominciato bene.

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