
Al San Michele il Rovigo si porta sul 12 a 0 poi sei mete dei padroni di casa schiantano i veneti riportano con merito il titolo di campioni d’Italia in provincia di Brescia. In Inghilterra primo storico titolo per Exeter che batte gli Wasps dopo 100 minuti di battaglia. In Francia Clermont batte il Racing e va in finale di Top 14 mentre gli Scarlets battono Munster 44-22 e vincono il Pro12
FINALE ECCELLENZA: CALVISANO-ROVIGO 43-29
Primo tempo molto intenso e bello tra due quadre che non si nascondono, Calvisano prova forse a giocare un po’ di più ma è bloccato dalle contromosse di un Rovigo molto chiuso ma solido. Al 25′ i veneti conducono 12 a 0 grazie a quattro punizioni di Basson, gara che sembra indirizzata in un certo modo ma quando meno te lo aspetti arrivano due frustrate di Calvisano tra il 32′ e il 35′ con due mete di Lucchin prima (bravo a sfondare per vie centrali sfrittando al meglio il lavoro di Giammarioli) e di Andreotti poi che chiude al meglio una serpentina da vedere e rivedere di Minozzi che taglia letteralmente in due la difesa degli ospiti. Si va al riposo sul 14 a 12 per Calvisano.
Seconda frazione che si apre con una bella penetrazione di Lucchin che viene fermato dalla retroguardia del Calvisano un attimo prima che arrivi nell’area di meta me Rovigo trova comunque altri 3 punti con Basson. Calvisano però risponde immediatamente con una met, stavolta di Riccioni che chiude una maul avanzante e padroni di casa che vanno a +6. Al 54′ la meta che spacca la gara con un Minozzi incontenibile che raccoglie una palla vagante e si invola infilando la retroguardia dei bersaglieri che si fa sorprendere: 28-15 per Calvisano. Sei minuti dopo è Paz a chiudere un’altra bella azione di Calvisano che mette la parola fine a gara e campionato. Da registrare un’altra punizione di Minozzi, la meta di Chiesa al 76′ e quelle rodigine di Barion e Biffi. Calvisano vince uno scudetto meritatissimo superando 43 a 29 Rovigo.
Calvisano: Minozzi; Susio/Chiesa, Paz, Lucchin, Bruno; Novillo, Semenzato; Tuivaiti, Giammarioli, Archetti; Andreotti, Cavalieri; Riccioni, Morelli (cap), Panico
a disposizione: Luus, Rimpelli, Zanetti, Zdrilich, Chiesa/Consoli, De Santis, Dal Zilio, Costanzo
Mete: Lucchin (32′), Andreotti (35′), Riccioni (45′), Minozzi (54′), Paz (60′), Chiesa (76′)
Conversioni: Minozzi (33′, 36′, 46′, 55′, 77′)
Punizioni: Minozzi (65′)
Rovigo: Basson; Barion, Majstorovic, McCann, Torres; Rodriguez, Chillon; De Marchi, Lubian, Ruffolo (cap); Parker, Boggiani; Iacob, Momberg, Muccignat
a disposizione: Cadorini, Balboni, Bordonaro, Cicchinelli, Ortis, Loro, Biffi, Mantelli
Mete: Barion (79′), Biffi (81′)
Conversioni: Basson (80′, 82′)
Punizioni: Basson (9′, 17′, 19′, 25′, 42′)
FINALE PREMIERSHIP: Wasps-Exeter 20-23
Primo storico titolo di campione d’Inghilterra per Exeter che parte benissimo e con due mete nella prima mezz’ora si portano sul 14 a 3 ma gli Wasps si scuotono e trovano una meta (bella davvero, come le altre) molto importante con Gopperth.
A inizio ripresa le Vespe passano in vantaggio con Daly, Exeter non molla e trova il pareggio con Steenson proprio all’ultimo minuto dei tempi regolamentari, si va all’extra -time: primo tempo supplementare con poche occasioni ed emozioni, negli ultimi dieci minuti è Exeter a piazzarsi nei 22 metri avversari e trova la punizione che Steenson mette tra i pali: 3 punti che valgono il titolo per Michele Campagnaro e compagni che toccano il loro paradiso in terra davanti agli 80mila di Twickenham.
Wasps: 15 Willie Le Roux, 14 Christian Wade, 13 Elliot Daly, 12 Jimmy Gopperth, 11 Josh Bassett, 10 Danny Cipriani, 9 Dan Robson, 8 Nathan Hughes, 7 Thomas Young, 6 James Haskell, 5 Matt Symons, 4 Joe Launchbury (c), 3 Phil Swainston, 2 Tommy Taylor, 1 Matt Mullan
Riserve: 16 Ashley Johnson, 17 Simon McIntyre, 18 Marty Moore, 19 Kearnan Myall, 20 Guy Thompson, 21 Joe Simpson, 22 Alapati Leiua, 23 Frank Halai
Mete: Gopperth (38′), Daly (44′)
Conversioni: Gopperth (39′, 45′)
Punizioni: Gopperth (18′, 54′)
Exeter: 15 Phil Dollman, 14 Jack Nowell, 13 Ian Whitten, 12 Ollie Devoto, 11 Olly Woodburn, 10 Gareth Steenson (c), 9 Stuart Townsend, 8 Thomas Waldrom, 7 Don Armand, 6 Kai Horstmann, 5 Geoff Parling, 4 Dave Dennis, 3 Harry Williams, 2 Luke Cowan-Dickie, 1 Ben Moon
Riserve: 16 Jack Yeandle, 17 Carl Rimmer, 18 Tomas Francis, 19 Mitch Lees, 20 Sam Simmonds, 21 Will Chudley, 22 Henry Slade, 23 Michele Campagnaro
Mete: Nowell (15′), Doolman (28′)
Punizioni: Steenson (64′, 80′, 98′)
SEMIFINALE TOP 14: Clermont-Racing 92 37-31
A Marsiglia in un Velodrome pienissimo il Clermont doma i campioni uscenti e va in finale del masimo campionato francese dove lo aspetta il Tolone. Partita dominata dai giallo-blu nonostante l’espulsione di Van der Merwe al 41′. Il Racing reagisce troppo tardi e marca tre mete solo negli ultimi 10 minuti di partita.
Clermont: 15 Nick Abendanon, 14 David Strettle, 13 Damian Penaud, 12 Rémi Lamerat, 11 Alivereti Raka, 10 Camille Lopez, 9 Morgan Parra, 8 Fritz Lee, 7 Judicaël Cancoriet, 6 Damien Chouly, 5 Flip Van der Merwe, 4 Arthur Ituria, 3 David Zirakashvili, 2 Benjamin Kayser, 1 Raphaël Chaume
Riserve: 16 John Ulugia, 17 Ettiene Falgoux, 18 Paul Jedrasiak, 19 Peceli Yato, 20 Ludovic Radosavljevic, 21 Patricio Fernandez, 22 Aurélien Rougerie, 23 Aaron Jarvis
Mete: Penauz (18′), Lopez (27′, 47′), Lee (63′)
Conversioni: Parra (48′)
Punizioni: Parra (12′, 33′, 40′, 55′, 61′)
Racing 92: 15 Brice Dulin, 14 Joe Rokocoko, 13 Henry Chavancy, 12 Casey Laulala, 11 Teddy Thomas, 10 Dan Carter, 9 Maxime Machenaud, 8 Chris Masoe, 7 Bernard le Roux, 6 Wenceslas Lauret, 5 Leone Nakarawa, 4 Gerbrandt Grobler, 3 Ben Tameifuna, 2 Virgile Lacombe, 1 Villiamu Afatia
Riserve: 16 Camille Chat, 17 Eddy Ben Arous, 18 Manuel Carizza, 19 Yannick Nyanga, 20 James Hart, 21 Rémi Talès, 22 Anthony Tuitavake, 23 Luc Ducalcon
Mete: Masoe (70′, 77′), Taeifuna (81′)
Conversioni: Hart (71′), Masoe (82′)
Punizioni: Carter (9′, 24′, 42′, 45′)
FINALE GUINNESS PRO12: Munster-Scarlets 22-46
Partita giocata, interpretata e controllata benissimo dagli Scarlets che imbrigliano il Munster e gli impediscono di ricorrere alle sue armi migliori. Gallesi che invece sanno pungere benissimo e vanno in meta ben 4 volte tra il 9′ e il 31′. La Red Army trova una marcatura pesante al 40′ ma non riesce a invertire il trend della partita che rimane fino alla fine saldamente in mano alla squadra di Llanelli nonostante le due mete negli ultimi minuti di Earls e Conway del Munster. Scarlets che vincono il torneo celtico con pienissimo merito.
Munster: 15 Simon Zebo, 14 Andrew Conway, 13 Francis Saili, 12 Rory Scannell, 11 Keith Earls, 10 Tyler Bleyendaal, 9 Conor Murray, 8 CJ Stander, 7 Tommy O’Donnell, 6 Peter O’Mahony (c), 5 Billy Holland, 4 Donnacha Ryan, 3 John Ryan, 2 Niall Scannell, 1 Dave Kilcoyne
Riserve: 16 Rhys Marshall, 17 Brian Scott, 18 Stephen Archer, 19 Jean Deysel, 20 Jack O’Donoghue, 21 Duncan Williams, 22 Ian Keatley, 23 Jaco Taute
Mete: Bleyendaal (40′), Conway (75′), Keith Earls (78′)
Conversioni: Bleyendaal (41′), Ian Keatley (79′)
Punizioni: Bleyendaal (7′)
Scarlets: 15 Johnny McNicholl, 14 Liam Williams, 13 Jonathan Davies, 12 Scott Williams, 11 Steff Evans, 10 Rhys Patchell, 9 Gareth Davies, 8 John Barclay (c), 7 James Davies, 6 Aaron Shingler, 5 Tadhg Beirne, 4 Lewis Rawlins, 3 Samson Lee, 2 Ryan Elias, 1 Rob Evans
Riserve: 16 Emyr Phillips, 17 Wyn Jones, 18 Werner Kruger, 19 David Bulbring, 20 Will Boyde, 21 Jonathan Evans, 22 Hadleigh Parkes, 23 DTH van der Merwe
Mete: Liam Williams (9′), Steffan Evans(20′), Gareth Davies(27′), Tadhg Beirne (31′), DTH van der Merwe (71′), James Davies (80′)
Conversioni: Rhys Patchell (21′, 28′, 32′), Liam Williams (72′, 81′)
Punizioni: Rhys Patchell (19′, 45′)
Complimenti a Calvisano!!!
Glasgow campione 2015.
Connacht campione 2016
Scarlets campione 2017.
Tre società che hanno attraversato momenti difficili e che, grazie alla pianificazione ed alle idee chiare, hanno saputo risalire la china fino a conquistare la vetta assoluta.
Quanta differenza col rugby pasticcione di finti dirigenti improvvisati (“dateci 1 milione se no chiudiamo, ma tra 3 anni vinciamo la Celtic”), di staff tecnici inadeguati, di gente che occupa posti perchè amico di Tizio o Caio e dei soldi altrui buttati al vento senza programmazione alcuna.
Ecco ciò che manca al nostro rugby: gente seria e preparata nelle posizioni che contano. Che lezione da trarre dalle ultime annate di Pro12.
@Giovanni molte cose corrette , però dammi una risposta secondo Te in Italia c’è la possibilità di lavorare sullo stesso livello di materiale ad es. di Blacks,Ingh,Sud Africa, e con le stesse strutture????
@Giovanni dammi un’altra risposta , come consideri la programmazione di Tofano(Petrarca) Zambelli(Rovigo) rispetto agli incapaci….. che agiscono a Calvisano : Gavazzi/Vaccari.??????
Ciao Tony, la profondità e qualità di un movimento non le si costruiscono nel giro di qualche anno, c’è bisogno di decenni. La storia della Francia è lì a dimostrarlo e con l’accelerazione data dal professionismo nelle ultime stagioni la forbice è perfino aumentata: dove più vanno i soldi più si migliora, tant’è che perfino le celtiche sono in sofferenza rispetto a Top14 e Premiership. Ciò sottolineato non si può però far finta che l’Italia del rugby abbia fatto il proprio massimo negli ultimi 15 anni: nessuno dotato di senno e con un minimo di conoscenza del rugby si attendeva miracoli, ma una lungimirante politica dei piccoli passi, a valle di una lucida analisi e una corretta pianificazione, avrebbero potuto farci trovare oggi più avanti di dove siamo. Questo è un punto di cui sono fermamente convinto. E a chi sarebbe toccato l’onore/onere di quella analisi e pianificazione, se non a dirigenti preparati? Invece sembra che si sia proceduto per tentativi, ora affidandosi al progetto-statura, poi con l’ingresso nella Celtic, quindi con la creazione delle Accademie. Si è fatta un’analisi costi/benefici di tutto ciò o si continua a procedere per dogmi? Dopo sette anni dall’ingresso nel Pro12 stiamo ancora a riparlare puntualmente ogni anno della questione-permit e delle academy delle franchigie: ti pare una cosa normale? C’è mai stata una visione d’insieme del rugby italiano dalla base (reclutamento scolastico) fino al vertice? La sensazione è che si sperava che il vertice della piramide trainasse come una locomotiva il resto del movimento: ebbene, i risultati delle ultime stagione dimostrano che non è affatto così. Adesso si sente ripetere in giro il paradigma della “franchigia di sviluppo”. Possibile che non ci sia nessuno che si chieda come mai in Irlanda vi hanno rinunciato, magari parlandone direttamente con Aboud che siede nell’ufficio affianco al “tuo” e che ha avuto qualcosa a che fare col rugby irlandese negli ultimi lustri?? Bada, non dico che l’idea vada bocciata a priori, ma uno, prima di imbarcarsi lungo una certa strada, cerca di acquisire tutti gli elementi possibili per poter poi prendere una decisione consapevole dei possibili pro e contro: vale per il rugby come per qualsiasi altro settore della vita. Sai, una cosa mi ha colpito della finale di ieri ed è stato vedere come fosse ampia la differenza tra la prima e la seconda dell’eccellenza. Se provi a paragonare la finale di ieri con le tre precedenti, ti accorgerai che quelle son state molto più equilibrate di quest’ultima, la quale magari sarà stata più divertente e spettacolare, ma di sicuro meno incerta. Se poi allarghiamo l’orizzonte, il paragone tra Calvisano ed il resto delle formazioni d’eccellenza è addirittura impietoso. Fatto salvo i complimenti per l’ottimo lavoro svolto dai bresciani, mi chiedo: a chi serve un campionato dove una squadra domina e le altre vivacchiano in un’aurea mediocritas? In ogni sport il sugo della competizione e lo stimolo al miglioramento è dato dall’equilibrio, dall’incertezza, dalla competizione spalla a spalla. Laddove c’è un dominio quello sport tende a peggiorare nel suo complesso.
Tu mi parli dei dirigenti di Padova, Rovigo e Calvisano.
Io ti ricordo cosa è successo a Prato coi Cavalieri, a Parma con Gran Ducato prima e Crociati poi ed a Roma con la Rugby Roma che nel 2000 si laureava campione d’Italia e pochi anni dopo finiva a colpi di carte bollate. Tutte vicende dolorose avvenute in tempi recenti. Purtroppo non ci son solo esempi virtuosi nel rugby italiano.
@Giovanni ciao , certo che si poteva programmare meglio , ci sono molte cose migliorabili, però ci sono anche situazioni ambientali in cui si opera, Ti faccio un esempio , le Australiane stanno subendo pesantemente in Superugby, e fra non molto questo lo pagheranno anche a livello nazionale, perché vivono in una situazione ambientale di concorrenza da altri sport, mancanza di budget, e come materiale sopperiscono un po’ con gli isolani, altro esempio in Benetton, quando 5/6 anni fa sono venuti a conoscenza del parziale disimpegno da parte della famiglia, hanno puntato sulle elezioni( di 5 anni fa perse) , si sono trovati scoperti e hanno navigato a vista per 2/3 anni , ora si sono riprogrammati sulle basi attuali e hanno reinvestito nella formazione ma i risultati li porti a casa, se c’è stato un vuoto dopo 3/4 anni, e la nazionale sta pagando tutto ciò oltre naturalmente al succeduto Aironi/Zebre…Solo per esemplificare il discorso sarebbe anche più lungo, ma tant’è.
grazie di esistere sfogliatella condivido totalmente il post.
sportivamente parlano una gioia indescrivibile, qualcosa di eccezionale che nessuno avrebbe pensato mai di ottenere, soprattutto quando si inizia la stagione con 3 sconfitte consecutive. Essere la miglior franchigia gallese per il secondo anno consecutivo era già un traguardo molto importante, ma quando si è arrivati in semifinale tutta la squadra aveva la consavepolezza di potersela giocare contro chiunque. Oggi è stata una gioia per gli occhi, altra partita chiusa dopo 40 minuti.
Oggi non voglio parlare dei giocatori, ma dell artefice di questa trasformazione, in primis mentale e poi in termini di gioco. Il polizziotto Wayne Pivac, un nome che appena è stato annunciato ha spiazzato tutti, venuto da Auckland per lavorare con la mischia e ritrovatosi capo allenatore ad inizio stagione. Molti puristi storcenavano il naso, “job for the boys” dicevano, ma a me ha sempre trasmesso fiducia. Un uomo pacato e disponibile, sempre disposto a scambiare due chiacchere tutte le volte che l ho incrociato in queste stagioni in Italia. Lo hanno criticato aspramente anche all inizio di quest anno, ma dicevo ai miei compagni di tifo di stare tranquilli, che quest anno si sentiva che c era una programmazione diversa, l obiettivo era arrivare fit ai play off, non mi sono smentito, tantomeno la squadra!
Ha trasmesso fiducia nei propri mezzi a tutti i giocatori, basta pensare a Shingler, Rawlins e altri che non vivevano momenti entusiasmanti. Ha modificato il nostro modo di giocare, molto kiwi nella gestione degli avanti e grazie al lavoro di Jones e Hayward la squadra ha trovato la quadra perfetta.
Ma il vero punto di forza della gestione Pivac è stato quello di dare fiducia ai tanti talenti locali, vera forza e motore del sistema Scarlets. I veri protagonisti quest anno non sono stati i vari acquisti, ovviamente han fatto la loro parte vitale, ma i tanti giovani che chiamati in causa e data loro fiducia, si son fatti trovare pronti. Wyn Jones, Elias, Price, Beirne, Macleod, Boyde, Dan Jones ed tutti gli altri; veri Scarlets boys frutto della filiera di formazione del Carmantenshire. Questa è la vera risorsa degli Scarlets, la formazione dei giovani.
Quest anno si chiude un ciclo, salutamiamo un grande fenomeno come Liam WIlliams, giocatore che ci ha fatto sognare e per sempre rimarrà nei nostri cuori, va via pure DTH, con lui il feeling non è stato eccelso, però segna sempre….entreranno in prima squadra altri giovani, Conbeer, Nicholas e altri, avranno l onere e l onore di raccogliere il testimone ed affermarsi, sapendo che il compito sarà arduo…
Forza Scarlets! finalmente una gioia anche per me..
Patchell, McNicholl, Kruger…Beirne….dai Ian che gli acquisti sono stati determinanti!
Ah Jonatahn Evans ache…
Patchell infortunato quasi tre mesi, McNicholl in squadra da gennaio ma in campo quasi un mese dopo, Beirne mister x scaricato dall Irlanda, Kruger un buon pilone ma considerato finito in S.A. . abbiamo vinto da outsider, sicuramente non come favoriti, ed i giovani han dato una grossissima mano nella vittoria
Mchnicholl dentro da febbraio, Patchell infortunato ma rientrato…guardamcaso con questi due avete iniziato a pesare negli ultimi due mesi…un caso eh!
Su Beirne ho gia’ detto la mia mesi fa: incredibile, uno chenon era cosi in Accademia o noi non abbiamo saputo valorizzare…complimentissimi a voi, ma e’ un acquisto.
Jonatahn Evans anche, Kruger dato per finito da chi?
E non ho incluso Davies che era un cavallo di ritorno.
Avete costruito le fondamenta in case ma avete fatto il balzo decisivo con gli acuisti…mica e’ una vergogna sai? Noi senza Elsom, Nacewa, o altri non avremmo vinto quanto abbiam vinto.
Outsider e’ una caso “favole o sfide impossibili” altre…alla fine della fiera lo scorso anno eravate quindi mica decimi. Avete costruito bene con l’arrivo di Pivac, avete preso giocatori di prima fascia e fatto launi colpi gobbi….di niovo non credo sia una vergogna…anzi
Scarlets superiori in tutto, poco da fare anche questa settimana si son confermati la squadra migliore. Quarta vincente diverse del Pro 12 negli ultimi 4 anni.
Campagna acquisti per vincere: Patchell, Jonathan Davies, McNicholl e Krugar…pochi si son rinforzati sul mercato come loro la scorsa estate. Gli Scarlets non sono un miracolo come il Connacht lo scorso anno, han “semplicemente” in questa stagione trovato risposta ai loro problemi: mishcia ordinata, capacita’ di essere cinici prima che belli con una gran difesa e tenuta mentale.
La mischia a dire il vero era una cosa messa a posto gia’ le ultime 2 stagioni, miglioramenti senza dubbio ma il vero passo in avanti era stato fatto forse lo scorso anno. Fondamentali gli altri due punti. Spesso in passato si son specchiati nella loro “bellezza” perdendo poi nelle aprtiteche contano perche’ non riuscivano ad essere piu’ pratici e cinici, questo finale di stagione lo son stati. In difesa, spesso in passato il loro tallone d’Achille, son migliorati tantissimo capendo che quelo fa la differenza nelle aprtite di peso. Tenuta mentale l’altro grande miglioramento, legato al punto precedente in qualche maniera. Non si sciolgono piu’, specialmente davanti alle difficolta’ quando le cose non girano al verso giusto, e su questo da dire che PAtchell nell’arco della stagione ha fatto una crescita importante per me, da talento un po’ troppo discontinuo a giocatore solido e quadrato…mantenendo le sue intuizioni nel gioco.
Per il Munster, finale amara, ma stagione comunque positiva dopo i disastri della socrsa stagione.
Pro 12: stagione per me molto buona, si e’ visto gran bel rugby da molte squadre, i problemi son due: il gap tra le prime 6 ed il resto (campioanto che si spezza a dicembre), ed i vari vincoli sui minutaggi dei dual contract e del player welfare scheme che toglie troppe giornate i migliori dal campo, quelli per cui TV e sponsor pagano!
I problemi son tre: indovina qual’è il terzo…oggi nel commento di non so quale televisione (ero in streaming) la difesa del Benetton usata come termine di paragone negativo:
“Incredible: Munster’s defense is now not better than Treviso’s…”.
Giovanni non e’ che Dragons ed Edinburgh siano cosi’ diverse! Ci son 6 squadre: Leinster, Ulster, Munter, Ospreys, SCarlets e Glasgow che sono ad un livello. Connacht e Cardiff nel guado (l’exploit di un anno fa a Galway e’ stato un exploit, sono una squadra di mezzo ancora) e poi le altre 4.
Il campionato a dicembre e’ spezzato le prime 6 e le altre.
A Giova’, già ti ho scritto altrove dove se ne deve anna’ quel commentatore…
@Stefo: beh, non proprio: i Dragons sono in crisi, ma il Galles porta la squadra campione più gli Ospreys che da anni sono sempre tra le prime 6. Edinburgh ha giocato una finale di Challenge un paio d’anni fa e comunque la Scozia ha i Warriors da mettere sul piatto della bilancia.
Giovanni io parlo di singole squadre, non di movimenti: Dragons ed Edinburgh in Pro 12 sono anni che si dibattono a quel livello, a Dicembre han gia’ chiuso ogni aspirazione PO e giocano per evitare di finire dietro le italiane…
Contento per Campagnaro campione d’Inghilterra!!! Bravo ragazzo, lo ricordo anni fa recuperare dall’infortunio al ginocchio che passava in bici sotto il mio ufficio, con il caldone estivo per andare a Monigo ad allenarsi!
Da profano di rugby mi sono goduto una bella finale.
Complimenti a giocatori, coach e soprattutto struttura societaria dei neo campioni.
Recioni e’ veramente forte e, sicuramente, da noi farà molto bene.
Soprattutto, però, faccio una standin’ ovation al pubblico rossoblu. Stupendo !
Mi viene spontaneo dire che è una vera…vergogna che Francesco Unalacrimasulviso Zambelli e tanti altri imprenditori rodigini, appassionati di rugby, non abbiano mai avuto i coglioni per “onorare” questi tifosi, battendo i pugni per avere la squadra in Pro12.
Sempre viva le Tette !
Sicuro che non ci abbiano provato?
O magari si sono fatto due conti e hanno pensato che non fosse conveniente.
Gia’ tutti i giornali online ma anch Sky Sports qua con sta storia dell’ultima aprtita di Totti…ma chissenefrega!!!!
Barbarians che danno spettacolo nel frattempo 🙂
stefo lascia stare er pupone nazionale totti e’ totti punto.
Passo indietro. Ultima tappa del Giro e servizio sul Vigorelli. Ovviamente tutto in chiave ciclismo (ci mancherebbe!), anche se la panoramica dell’impianto mostra i pali e le righe del football americano. Il sindaco Sala parla solo del Vigorelli in termini di ciclismo (ma si sa che la parola di un qualunque politico vale poco).
Ahò, ma il rugby piace solo a noi sfigati che non contiamo un ca**o, mica lo troviamo un Tony O’Reilly qui da noi?