Il Tinello di Vittorio Munari: l’Italia, il mondo e il Sei Nazioni in mischia con il Covid19

Il periodo meno preventivabile e difficile del rugby, alle nostre latitudini e nel resto di Ovalia. Quattro chiacchiere con Vittorio, senza dimenticare l’ennesima polemica sul Sei Nazioni: ma dalle nostre parti si guarda al dito e non alla Luna…

9 pensieri su “Il Tinello di Vittorio Munari: l’Italia, il mondo e il Sei Nazioni in mischia con il Covid19”

  1. Primo: era ora !
    Secondo: come sempre Munari lucido e competente, oggi ancor più schietto del solito.
    Terzo: quanto al 6N, prima di parlare dell’esclusione dell’Italia a favore di altre nazioni europee aspetterei che queste ci riescano a sconfiggere sul campo. Se lo scenario fosse di innesti dal Sud, beh, a quel punto parleremo di un’altra cosa.
    Quarto e ultimo: spero che con la fine della quarantena Wilhelm ci caghi un po’ di più.

  2. Il rugby italiano è privo di argomenti, quando si vuol parlare di qualcosa si finisce nei soliti argomenti triti e ritriti…
    Si è perso tutto il periodo della quarantena a non fare assolutamente niente..

  3. Tutto corretto quello che dice Munari ed in particolare che ormai i soldi la fanno da padrone nel senso che ogni decisione e ogni programma futuro dipenderà solo ed unicamente da essi. A maggior ragione se i soldi diminuiranno ecco che le Union più forti mediaticamente si terranno le fette più grosse della torta. Per quanto riguarda la nostra federazione credo che avrà grossi problemi di bilancio per via degli inevitabili tagli e quindi aspettiamoci novità nel senso che franchigie, accademie e rugby di base saranno giocoforza ridimensionati e per tanti dei loro attori si dovrà ripartire dal basso con risorse più limitate.

    1. E ti sei dimenticato, perchè l’oblio è già cominciato, di citare il rugby femminile, il quale, pur con risultati sportivi mai raggiunti da squadre italiane e un trend di partecipazione in crescita, ricadrà nel buio e nel dimenticatoio.

      1. Di questo non sarei così sicuro perché il femminile, pur avendo raggiunto vette mai raggiunte, nel campionato domestico ha sempre mantenuto una dimensione molto amatoriale più simile ad una società di serie B sia come organizzazione che come partecipazione delle atlete. Quindi il ridimensionamento sarà minimo se non impercettibile.

  4. Come presagivo nell’articolo precedente qualcuno coglie l’occasione virus per proporre dei cambiamenti radicali, ma per nulla nuovi nei nostri riguardi…
    Il punto più interessante è proprio alla fine, e riguarda il rugby intero molto più che noi. Per me è il modello sbagliato, ossia dove si pretende di mantenere tutta o quasi l’attività dilettantistica di una federazione con di fatto i soli incassi delle partite delle nazionali. Per di più pochissime, 5-6 all’anno. Tino Scotti…chi era costui? Nelle leghe americane NFL, NBA, MLB, NHL non finanziano certo i college o le high schools. Come già detto ormai è evidente che il professionismo nel rugby è sostenibile solo per le nazionali (ovvero finché si riempiono stadi con min 50 mila spettatori). O ci si adegua da soli o lo si farà per forza, e saranno dolori molto più per le nazioni “forti”! che per noi, che al massimo caschiamo da un ramo ad 1 metro di altezza. Quelli che sono saliti fino a 10 metri pensando di restarci facilmente si faranno molto più male.

  5. Beh la posizione di Munari sul rugby italiano non è una novità, e come dargli torto? Sulla permanenza del 6 nazioni peraltro ha ragione da vendere, o torniamo ad essere un minimo competitivi o a fine contratto ci mandano a casa, ed è anche giusto così. Non vedo un rischio Georgia e Romania, che sono davvero poca cosa, ma piuttosto il Sudafrica, che si sta muovendo in direzione Europa con il chiaro intento di prendersi un fetta della torta grossa.
    Come si possa fare a rimettersi in carreggiata prima del 2024 non lo so, mi sembra obiettivamente una missione impossibile, anche se si facessero tutte le mosse giuste.
    La crisi Covid poi non farà che peggiorare la nostra situazione, da sempre dalle crisi i forti escono più forti e i deboli più deboli, almeno in proporzione. Chiaro che in valore assoluto si starà peggio tutti.
    Dopo questo bagno di ottimismo, buona fine lockdown a tutti!

    1. Proprio su Onrugby di oggi c’è un bell’articolo su come il ritorno al 5 Nazioni oppure un 6 Nazioni con spareggio tra l’ultima classificata e la vincitrice di Rugby Europe non convenga a nessuno.

      1. Ma in quell’articolo non si fa neanche un minimo cenno al Sudafrica, ad esempio. E quindi tutto il discorso non sta più in piedi.

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