Celtici o non celtici? Il Petrarca mette sul tavolo del rugby italiano il tema “concretezza”

Ph. FOTOVALE – Dal sito ufficiale dell’Argos Petrarca Rugby

Intorno alla richiesta del club veneto di entrare nel Pro14 si sono dette parecchie cose, ma ci sono dei convitati di pietra da affrontare e prendere davvero di petto

Vogliamo dire come stanno le cose senza girarci attorno? La chiacchiera che gira da tempo è che ci sarebbe l’intenzione di spostare le Zebre da Parma a Brescia: la franchigia federale giocherebbe nel capoluogo lombardo e ovviamente nemmeno vi sto a dire quale sarebbe il luogo in cui i bianconeri si allenerebbero quotidianamente. Quando? Tra un anno, massimo due.
Sì, certo, è solo una indiscrezione ma probabilmente chi frequenta club e campi questa cosa l’ha sicuramente già sentita diverse volte. Qui e là ha fatto pure capolino su qualche media ovali, anche se non in maniera palese. Dice: perché non chiedere qualche conferma ufficiale? Perché nessuno la darebbe, i tempi non sono maturi. Chi potrebbe mettere qualche timbro anche solo ufficioso rimane in silenzio.
Anche perché, è questa è la seconda parte della chiacchiera che circola, la cosa sarebbe oggetto di trattative tra alcuni candidati alle prossime elezioni presidenziali. Un tema che è stato messo sul tavolo e su cui alcune parti starebbero cercando una quadra e che farebbe da base per patti di alleanze e/o desistenze. Rumors su trattative ancora aperte, va da sé, la situazione è molto fluida.

Su questa cosa bisogna però essere onesti e smettere di raccontarsela. Dopo diversi anni si può dire senza tema di essere smentiti che il progetto-Parma non è mai decollato, fallito, spostare le Zebre da lì non sarebbe certo uno scandalo. La cittadina emiliana, che pure vanta un ragguardevole background rugbistico ha sempre vissuto i bianconeri come un corpo esterno ed estraneo. Probabilmente il fatto di aver vinto poco (se non pochissimo) non ha mai scaldato davvero gli animi ma non basta a spiegare un atteggiamento che può essere ben riassunto da una frase che diverse persone che abitano in quella zona mi hanno più volte detto in questi anni: “A Parma se c’è il dubbio tra andare a vedere le giovanili del proprio club e una partita di Pro14 o Champions Cup quasi tutti scelgono la prima”. L’Italia (del rugby) dei campanili all’ennesima potenza.
Magari è una battuta, una forzatura, però i risultati alla fine sono quelli che sono…
Ma qui non si vuole discutere del rapporto tra Parma e le Zebre, quanto semplicemente sottolineare che – come dicevo prima – se la FIR decidesse di traslocarle non bisognerebbe poi stupirsi più di tanto. Certo: le Zebre arrivarono a Parma per l’anagrafica di un presidente, spostarle – guarda il caso – per lo stesso motivo da un’altra parte non sarebbe poi il massimo, per usare un gigantesco eufemismo. Sarebbe un conflitto di interessi? Sì, enorme, molto più di quanto avvenuto qualche anno fa. Poi possiamo raccontarcela quanto vogliamo eh. Vedremo che succederà. Però nelle ultime settimane sono successe cose, che hanno cambiato di parecchio le carte in tavola.

Come ben sapete lo scorso settembre il Petrarca ha presentato una richiesta scritta di poter prendere parte al Pro14. Un dossier completo, con tanto di solide garanzie economiche e bancarie. E’ lì, scritto tutto nero su bianco, la federazione non può non tenerne conto e un “no” stavolta andrebbe spiegato con dovizia di particolari.
Perché il club di Padova darebbe una bella boccata d’ossigeno alle casse FIR (solo dio sa quanto ne abbiano bisogno), ha strutture già pronte, campi da gioco e di allenamento già funzionanti. C’è un know-how di base notevole e una lunga storia di “produzione di giocatori”, senza dimenticare l’esistenza di una seconda squadra che potrebbe rivelarsi utilissima. Certo il tutto andrebbe migliorato e potenziato, ma di fatto il Petrarca è già pronto oggi. Davanti a una proposta del genere si possono fare spallucce o cercare di rimandare una decisione a chissà quando? No, sarebbe folle.
Folle anche perché il patron della società veneta Alessandro Banzato è uno di quei personaggi che nell’angusto mondo del rugby italico non irrompono da decenni. Giusto per non nascondersi dietro a un dito: trattasi di imprenditore ricchissimo, dalle enormi disponibilità economiche, a capo di un solido gruppo industriale (Acciaierie Venete) e presidente nazionale dell’associazione di categoria. Uno così dalle nostre parti non lo vedevamo da quando la famiglia Benetton ha deciso di prendere una palla ovale in mano. E spiace dirlo, ma Luciano Benetton, unico vero appassionato di rugby di quella dinastia, non è eterno e le primavere che si è già messo alle spalle non sono esattamente poche.
Chiudete gli occhi e cercate di pensare a un imprenditore, un’azienda o un gruppo economico che ha investito notevoli quantità di soldi nel rugby italiano (no, non parlo della nazionale, quello è un discorso diverso) in maniera costante. Bene, riaprite gli occhi: quanti sono i nomi? Uno: Luciano Benetton. Poi sarà forse la persona più antipatica del mondo (ripeto: forse) e si mette le dita del naso, ma è l’unico che ha investito letteralmente milioni di euro nel nostro amato sport. Per un sacco di anni. Siccome credo che nessuno di noi va in vacanza con lui è l’unica cosa che conta.

Banzato ha quella stessa passione (non è e non sarebbe quindi un novello Silvio Berlusconi, che travolse e abbandonò velocemente il movimento negli anni ’90), talmente forte che fino ad ora è bastata a tenere lontane le lusinghe del calcio, che lo corteggia da un po’. Fino a ora. Tutto questo per dire che come ha scritto Antonio Liviero sul Gazzettino qualche giorno fa, il nostro rugby a uno così dovrebbe stendere un tappeto rosso.
Altro personaggio simile – anche se su scala più ridotta – è Enrico Grassi, attuale proprietario del Valorugby, che da tempo ha fatto capire che un’avventura celtica certo non troverebbe una sua opposizione di principio, ma finora non ha mai fatto nessun passo ufficiale, di nero su bianco non c’è nulla. E quel club non può oggi contare sulle strutture e la tradizione del Petrarca.

Una delle maggiori critiche finora rivolte alla opzione Petrarca è quella della contiguità territoriale con il Benetton Treviso, il nostro rugby diventerebbe definitivamente Veneto-centrico. Beh, non so se ve ne siete accorti, ma praticamente lo è già. Pure da un pezzo.
Primo: è vero, le Zebre giocano in Emilia, ma il Veneto è davvero a uno sputo.
Secondo: Brescia è in Lombardia e si trova a molto meno di uno sputo dal Veneto.
Terzo: 9 squadre su 12 del nostro massimo campionato nazionale sono raccolte in un fazzoletto che comprende Veneto, est della Lombardia e nord dell’Emilia.
Insomma, esattamente di cosa staremmo parlando?
Anche a me piacerebbe vedere una franchigia di stanza a Firenze, Roma, o altrove. Il Sud sarebbe fighissimo, lo dico dal profondo del cuore. Mi piacerebbe davvero tanto. Però oggi quali sono le possibilità che davvero accada? Nulle. Sono anni che ce lo si dice e non si va oltre qualche chiacchiera esplorativa (quando va favvero molto, molto bene), nessun imprenditore si è mai davvero interessato o esposto. Strutture? Da costruire ex-novo, se non addirittura da progettare. Quindi mi ripeto: di cosa staremmo parlando? Il nostro rugby è questo. Non sto dicendo che deve piacerci per forza sta cosa, ma è così. Non si scappa: o un territorio riesce a trovare la forza di proporsi e di sostenere un progetto simile oppure deve pensarci la FIR in tutto e per tutto. Chissà con quali speranze oggettive di successo e in quali tempi. La federazione nicchia? Beh, dai, chi non lo farebbe? Un po’ di onestà intellettuale.
O si riparte da qui, dalle cose concrete, oppure possiamo continuare a raccontarci delle belle favolette su crescita, diffusione ed espansione del movimento. Discipline queste che abbiamo ampiamente praticato e che negli ultimi venti anni e che si continua a fare. Direi che finora è andata benissimo, no?

Ps. Un’alternativa a tutto questo ci sarebbe: rilanciare il nostro massimo campionato nazionale. Ma farlo sul serio per avere un torneo DAVVERO credibile, ma in quel caso dobbiamo darci tempi medio-lunghi. Ma questa è un’altra storia.

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34 pensieri su “Celtici o non celtici? Il Petrarca mette sul tavolo del rugby italiano il tema “concretezza””

  1. Purtroppo i saggi o le cose sagge, in Italia non hanno mai avuto successo.
    quindi….tutti calvisanocentrici!!
    hahaha, che meraviglia!!!

  2. “la cosa sarebbe oggetto di trattative tra alcuni candidati alle prossime elezioni presidenziali”

    Scusa Paolo ma messa cosi’ e’ un po’ vaga…quali sarebbero le cose che un qualcuno darebbe in cambio per la franchigia a casa sua? Cosa darebbe in cambio per “comprare il silenzio”, cioe’ non avere rotture di maroni al riguardo? Una spartizone della torta celtica con qualcunaltro?

    Per il resto, nulla contro il Petrarca Padova, anzi se effettivamente Banzato ha voglia di metterci i soldi ben venga, ma si e’ passati dal progetto Dogi in cui tutti i club veneti dovevano coinfluire a questa idea…passando per Rovigo ed il Zambelli Furioso che la CL la voleva lui ad un certo punto.

    Interessante il PS, ma nessuno ci pensera’ mai, poi ora con i soldi di CVC da spartirsi…

  3. Che il capo pensi di portare tutto a casa sua è cosa che si poteva immaginare da tempo. Gli manca solo questa per poter avere la statua in piazza a Calvisano. Non so che scusa userà, quella del convitto se l’è già bruciata, forse gli rimane il funerale della nonna o lo sciopero dei metalmeccanici, ma ha ancora un po’ di tempo per pensarci.
    Per quel che riguarda il Petrarca non so se riusciranno a realizzare il loro sogno. Una cosa è certa: dovranno togliere il nostro Napoleone dal menu perché risulta indigesto al capo

  4. Mentre si decide in che orticello mettere i sette nani, perchè che sia chiaro, chi prende la franchigia porte con se tutto il pacchetto, compresa la governante tedesca, a Treviso si viaggia a velocità inumane per il resto del movimento italiano..e se alla fine di tutti questi discorsi si dovesse decidere di partecipare all avventura celtica con una sola franchigia? c’è troppa incertezza nell aria ed intanto il mercato per il prossimo anno si sta già aprendo.

  5. Concordo in pieno con tutto l’articolo che in sostanza rappresenta il mio pensiero.
    Quella del Calvisano e/o di una franchigia nel bresciano mi crea sempre dei gran colpi di “tosse”. Certo che Vittorio il Preside se l’era tolto dalle togne ed ora potrebbe ritrovarselo di nuovo in Pro(quelchesarà) a dirigere il Petrarca. Munari per il Preside sembra essere il fantasma del passato/presente/futuro del romanzo di Dickens..

  6. Attendiamo lo svolgersi degli eventi….ma con estrema preoccupazione.
    Le Zebre le ho raggiungibili per poter vedere rugby di un certo livello dal vivo, ma una squadra che possa competere vista su DAZN, per il bene del movimento e per non mangiarsi ogni volta il fegato sarebbe meglio.
    Non oso pensare alla prospettiva della squadra che non compete portata in altro orticello… ma su DAZN ci sono freccette e snooker… 🙂

  7. La mossa di spostare l’accademia a Remedello/Calvisano sembrava essere fatta per due scopi; stornare un po’ di soldi dalla FIR a Calvisano con gli affitti delle strutture e preparare lo spostamento delle Zebre nella bassa bresciana.
    Però credo che Gavazzi non abbia abbastanza potere da riuscire a fare questa porcata, per cui è possibile che provi spaccare un po’ il fronte veneto (con le franchigie a Padova e Treviso) per aggiudicarsi un terzo mandato.
    Il fatto che la FIR abbia detto che Padova potrebbe andare in PRO14 ma dal 2021/2022 però fa sospettare che aspetti di essere eletto per cambiare le carte in tavola

    In ogni modo non vedo l’ora di vedere il progetto elettorale decantato da Paolo per poter sperare in qualche cosa di nuovo e diverso

    PS per rilanciare il campionato italiano senza troppi sconvolgimenti si potrebbe anche pensare di avere una “sola” franchigia, con una cinquantina di giocatori con il doppio tesseramento

      1. Hai ragione ma dalle pupille (era un video) sembravi entusiasta e hai acceso qualche speranza

  8. 1) il pro14 è bellissimo, è bellissimo vedere Treviso competere in Champions alla pari con il Leinster a Dublino e chissà che non ci si diverta sabato con i Saints…
    ma siamo sicuri che la nazionale ne stia traendo giovamento da questo maxi investimento? quando i nostri migliori giocatori erano distribuiti tra Londra e Parigi, avevamo un modesto campionato domestico ed il bilancio in ordine e la nazionale vinceva più di adesso…

    2) è necessario avere due squadre in pro14? è sostenibile economicamente? per me ne basta una, i migliori che firmino pure all’estero e si facciano la preparazione per campionati dove si lotta anche per non retrocedere…

    3) se Padova entra in pro14 Treviso perde automaticamente una fetta importante del proprio pubblico (io e molti altri non siamo tifosi di Treviso ma andiamo a sostenere la squadra a noi più vicina in celtic, tra questi molti sono petrarchini…)

    4) se Padova entra in pro14 farà fatica a fare più di duemila spettatori dato che attualmente si accontentano della Guizza e che l’ultima volta che hanno vinto lo scudetto in città non se ne è accorto nessuno…

    5) Banzato sarà anche ricco sfondato ma ha anche lui le sue rogne da grattare:
    https://corrieredelveneto.corriere.it/padova/cronaca/19_settembre_12/padova-morti-acciaierie-venete-pm-reati-tagliare-costi-dac4990a-d52e-11e9-9ff7-d14f825d2046.shtml

    6) Al Gavah spacca il fronte veneto mettendo in discussione la sede delle zebre esattamente come aveva fatto quattro anni fa (vero Zambelli) e, ottenuta la rielezione, si porta a casa il giocattolo (e pregate che non porti direttamente le Zebre a Calvisano, che tanto hanno già uno stadio fichissimo che a Brescia non è così bello)…

    7) a Giugno ci saranno i mondiali di rugby U20 in Italia, le sedi sono ancora ignote… sono l’unico malizioso a pensare che anche questa cosa sia oggetto di trattativa pre-elettorale?

    8) io non vedo nessuna contrapposizione tra Treviso e Calvisano: la situazione attuale va bene a tutti e due… Calvisano colleziona prestigiosi titoli nazionali sbaragliando una concorrenza inesistente e Treviso gioca a fare il club europeo in cambio del 10% del budget federale… per dirla con Machiavelli Treviso secondo me fa bene ad appoggiare Gavazzi, un qualsiasi altro presidente non potrebbe destinare tanto denaro ad un solo club privato…

    9) in ottica prodotto internazionale le zebre dovrebbero trovare casa a Milano o a Roma, dove obiettivamente non ci sono strutture né interesse… che stiano come corpo estraneo a Parma, Viadana, Rovigo, Calvisano o Padova non cambia nulla…

    10) se volessi vedere uno stadio pieno ed una tifoseria calda darei la celtic e gli altri 4k ai Rovigotti che, a differenza dei padovani, non hanno una squadra di calcio, di basket, di pallavolo, di pallanuoto, di baseball, di hockeyonline, di calcio a 5, di atletica, di ginnastica artistica, da tifare… se i padovani vogliono vedere la celtic se la cavano in trenta minuti anziché 50 di trasferta…

    1. Volevo scrivere qualcosa ma sei stato molto esauriente. Da padovano però ti posso assicurare che ogni sport è indipendente e quindi difficilmente i tifosi di calcio vanno a vedere il Petrarca o il Valsugana Rugby anche loro di Padova. Poi si ha un po’ di rogne Banzato con l’incidente in acciaieria e si ci mettiamo pure la crisi mondiale dell’acciaio allora siamo messi non tanto bene ma questo è nella normalità di chi ha attività vedi i Benetton. Ma secondo me quello che non va giù e scusa sono malizioso sono le persone che hanno presentato il progetto Petrarca. Sicuramente c’è la mano di un padovano doc come Munari e sappiamo l’anatema di AG su Munari. Poi ci sono le elezioni e sono curioso di capire chi sono i candidati e purtroppo dove andrà la seconda squadra lo si capirà da chi vincerà. Ultima cosa il campionato italiano va ripensato certo CVC e l’accordo non potrebbe aiutare ma sarebbe bello che un bel po’ di quei soldi venissero elargiti anche alla base in constante mancanza di ossigeno.

      1. Caro Matteo, il punto è priorio quello. A che bacino di spettatori potrebbe ambire un Petrarca celtico in concorrenza con Treviso? Dovrebbero pensare quanto meno ad una indigeribile sinergia contronatura con Rovigo… ps: chi va a vedere Treviso saints sabato?

    2. Secondo me se si fanno 2 Accademie legate alle franchigie seguite da staff con i controcaxxi i benefici alla Nazionale potrebbero arrivare ma non si può volere tutto e subito partendo da adesso il punto è che di tempo ne abbiamo perso già troppo.
      Tornare indietro per giocarcela tra di noi e mandare i migliori all’estero personalmente penso che riduca qualità e quantità visto che come sappiamo da anni ed anni non possiamo permetterci nè di tirar sù un Top14 nè tantomeno una Premiership.
      In sostanza il Pro14 per noi è l’unico sbocco Pro.

  9. il complotto Brescia/Calvisano mi sa molto di stiracchiato, avrebbe potuto farlo molto tempo fa e anche con meno problemi di opinione, tanto il cadavere delle vecchie zebre non lo voleva nessuno.
    Se oggi qualcosa era stato messo in piedi per Brescia non vedo davvero che differenza possa fare.

    Mi pare che per Gavazzi le Zebre siano più un problema che un punto di arrivo, tanto che nel bene e nel male ha cercato di appiopparle ovunque, Milano-Roma ecc. A me sembra abbastanza palese che a Calvisano non sono in cerca di esperienze Celtiche non credo che siano in cerca di fare una franchigia che occupa i loro impianti per l’allenamento e poi gioca e magari si chiama Brescia.

    Brescia potrebbe essere stata la mossa della disperazione del Gavazzi per mantenere in piedi la seconda franchigia italiana. Ora che Padova è uscita allo scoperto almeno se ne parlerà apertamente.
    Di margini per rifiutare la proposta di Padova non ce ne sono se non la vicinanza territoriale con Treviso.

      1. Però bisogna vedere quanti sono i soldi e se per caso non servono solo a tappare buchi precedenti, cosa assai probabile. Se la torta da spartire è più grande di prima è un conto, ma se è più piccola allora bisogna trovare altri che portino i soldi necessari, Banzato o altri che sia. Sennò la FIR deve metterne di più togliendoli a cosa? All’acquisto dei voti per la rielezione? A cos’altro?

      2. un pacco di soldi una tantum mi sembra no?

        Sicuramente se i soldi di CVC arrivano (Pro14 e 6nazioni) bisognerà non dico pareggiare ma adeguare il contributo FIR a quello che le altre federazioni aggiungeranno alle loro franchigie.

        Tra l’altro l’unico modo che ha la FIR per aumentare il contributo per le Zebre e tenerlo maggiore di quanto ne da a Treviso è tenerle completamente federali come ora.

        Se gnente gnente privatizza le Zebre, che sia Parma, Brescia, Roma o Milano o Padova dovrà sborsare la stessa cifra anche per Treviso.
        Alla fine di una proposta privata per le Zebre quello che conta è quanto il Banzato di turno promette di metterci del suo.

      3. sbaglio io o i soldi degli sponsor celtici se li pappa la fed che poi li ridistribuisce come preferisce a tutto il movimento? in teoria gli unici soldi a cui una celtica può ambire sono le proprie sponsorizzazioni, la biglietteria e i soldi che passa la fir, tutti i contratti con la lega (e anche delle coppe, se non ricordo male) sono in capo alla federazione

  10. E se Padova diventasse alternativa a Treviso?
    Ricordate i Pretoriani?
    Ragazzi in giro c’è gente che pagherebbe per veder fallire il progetto Benetton.
    Sono troppo più avanti e stanno facendo sfigurare il resto del movimento.
    Occhio…..

    1. Può darsi. Bisogna sapere che propositi ha benetton, se per caso ha già avvisato che il suo impegno avrà un termine abbastanza prossimo.

    2. a quello che si legge treviso stà preparando tutto il terreno per il rinnovo, gli accordi con la fir fino al 2024, l’accademia, l’upgrade dello stadio, la collaborazione e gli stage con le squadre limitrofe etc etc, così a occhio non parrebbe proprio e la federazione ha rimandato la decisione per contratti in essere delle zebre.
      poi non si sa mai, ma a non saper ne leggere ne scrivere tutto indica una sola direzione

  11. Sono un quasi anziano abbastanza rinco, ma, personalissima opinione, la seconda franchigia dovrebbe essere di stanza a Roma, per evidenti motivi commerciali.
    E se la prima fossero i Dogi sarebbe perfetto, tutto il know-how e la storia (celtica e europea) di Treviso piu’ l’entusiasmo di PD RO S.Dona’ e chi piu’ ne ha piu’ ne metta

  12. Ah che bello questo post…e pure le vostre risposte non sono male. Fortunatamente non ho alcun insider tra FIR e Calvisano, ma a questo punto comincerò a fare domande tendenziose a qualcuno dei club minori (voi non avete idea di come le cerimonie del potere comportino la condivisione di notizie top-secret o quasi con personaggi quasi irrilevanti, i quali pensano così di essere importanti e quindi sono disposti a morire sulle barricate per l’Amato Generalissimo…).
    Ciò detto: 1. La scelta di Brescia fa ridere me, che sono bresciano, perché qui in città non ci sono strutture adeguate (il campo di San Polo? Ma per favore…). Sarebbe anche una nemesi per Osso Gavazzi: dopo che il Calvisano salì in serie A, ha fatto e brigato per superare la squadra cittadina e renderla sua vassalla. Perché una fusione non avrebbe portato a nulla. come disse nel 1990 circa, “se unisci 15 asini a 15 asini, ottieni 30 asini, non 15 cavalli”. Il risultato è che ora il Rugby Brescia è più derelitto che mai…e sono sicuro che a Gavazzi sentire che una franchigia è di Brescia, e non di Calvisano, lo farà rabbrividire. Però… magari poi li fa giocare a Calvisano. 2. Per il Petrarca, PW ha messo in luce le carte giuste. Avere a disposizione un mecenate è cosa rarissima e da prendere al volo. Però ha ragione Fracasso, non sono sicuro che ci sia un effetto moltiplicatore, anzi. E mi sa che a Rovigo si mettono in testa di fare una terza franchigia per non essere da meno. Troppo Veneto al massimo livello? Beh, da ex suddito di Venezia non ci trovo nulla di male. Del resto, in Francia hanno provato con tanti soldi a portare il rugby in luoghi diversi dal Sud-Ouest ma alla fine, non è che stia attecchendo molto bene. Se alla fine vengono i risultati… 3. Per le grandi città… ecco, l’unica cosa che non mi è andata giù del pezzo è la menzione del patron della Polisportiva Milan in quei termini. E non c’entra né la politica, né il calcio. Il periodo d’oro del rugby italiano coincise con due club pieni di ottimi giocatori italiani e stranieri, grazie ai soldi sborsati dai rispettivi proprietari. Perché il Treviso perse 18-9 a Tolosa nella prima Heineken Cup, mentre l’Amatori Milano sconfisse il Leinster 33-32 (con Conor O’Shea…), perdendo 19-14 con Tolosa e 37-29 (cinque mete) contro il Leicester di Joel Stransky. La concorrenza fa sempre bene…se la si riesce a sostenere economicamente. Peraltro, quelle partite vennero giocate a Calvisano, perché tanto a Milano sarebbero andati quattro gatti. Se anche a Parma non si sono fatti numeri, tutte le altre scelte avrebbero risultati peggiori. A parte Padova.

    1. Gysie, quando il Cavaliere Mascarato decise di “scendere in campo” una delle prime mosse fu sponsorizzare tutto lo sport a Milano, e dove non vi erano squadre di vertice, volley per esempio, acquisire i diritti da altre societa, perche’ otteneva 2 obiettivi. 1, si dimostrava vincente, la corazzata Milan nella pallatonda, il volley degli Zorzi e Lucchetta, , il rugby con Campese Ella e mezza nazionale, e poi l hokey Ghiaccio, 2 attorno ai top team ruotavano settori giovanili con relativi atleti, magari 18enni aventi diritto al voto, e famiglie. Stava creando consenso. Dopo le elezioni di primavera ’94 , raggiunto l’obiettivo smantello la Polisportiva, condannando alla morte rugby, volley e hockey, e saluti e baci. Creo PW intendesse questo

      1. Vittorio e PW verissimo. Resta il fatto che dalla presenza di due squadre ricche (a discapito delle altre…non lo dimentico) e grazie anche alle difficoltà argentine, l’Italia ha avuto due club competitivi a livello continentale e la nazionale più forte di sempre.

    2. Ahhh ecco… allora lo sapeva bene fin già dal ’90 che se prendi un allenatore di cavalli per allenare degli asini il risultato sarà che non diventano cavalli gli asini ma asino l’allenatore di cavalli. E più asino ancora quello che racconta all’ignobile plebaglia che invece l’allenatore di cavalli che ha ingaggiato lui riuscirà nell’impresa.

  13. non so che dire, sportivamente il petrarca garantisce cose che forse solo rovigo, in italia, potrebbe contrastare, i soldi sembrerebbero poterceli mettere, il problema sarebbe la vicinanza con treviso, il discorso pubblico è tutto da valutare, ma la potenzialità ci sarebbe, anche con la concorrenza presente di altri sport.
    poi c’è il discorso “politico”, il preside vuole portarsi tutto a casa? forse, ma è disposto a sganciar soldi? perché il baraccone a spese della fed non pare funzionare e può pensare veramente a cambiare qualcosa senza dindi? se non lo da al petrarca e lo tiene o lo da a qualcun altro e continuano questi risultati o peggio (tipo chiusura della franchigia) che figura ci fa? se lo da al petrarca, pur vendendoselo bene, non diventerebbe l’ammissione del fallimento?
    l’ho già scritto, per me il rimandare la decisione è un mezzuccio per evitare figure di palta, intanto la decisione tocca ad altri o ad una suo “nuova” amministrazione ed a quel punto le possibilità sono due, la prima è tenerla federale o darla ad altri più o meno privati o portandosi a casa il giochino a spese di altri magari combinando un patatrack storico, ma si tiene i suoi sostenitori per le elezioni dimostrando di avere la barra bella stretta in mano e di non dover andare cappello in mano dai fott.ti veneti, seconda opzione, cedere alla dura realtà, dando le chiavi al petrarca, ma preparando tale mossa come se fosse frutto di un’approfondita analisi e l’inizio di un nuovo, ponderato corso.
    io spero solo che si decida in fretta a fare i pro veri, che sia il petrarca (come petrarchino non posso che augurarmelo, sia chiaro), o qualcun altro poco importa, ma così la situazione è insostenibile per il movimento

  14. Bell’articolo Paolo,
    Io ho sempre pensato che la seconda squadra in celtic dovesse essere Rovigo, i soli che possono garantire al “pronti via” un seguito (ed una passione) degni del palcoscenico. Zambelli pero’ non è sembrato cosi convinto (e pronto) come lo potrebbe essere Banzato con il Petrarca, quindi secondo me tappeto rosso per Banzato, il nostro sport in Italia ha cosi tanto bisogno di investimenti che sarebbe veramente una manna dal cielo.
    Per quanto riguarda il livello di pubblico credo che le vittorie faranno tanto in quanto a crescita del seguito (normale per carità) e qui darei fiducia alla voglia dell’imprenditore in combutta con il caro Vittorio nazionale. Se il Petrarca inizierà a vincere penso che l’effetto moda a Padova avrà il suo peso.

  15. Dove sarà la franchigia ora a Parma non è dato a sapere , lasciamo perdere le chiacchere di corridoio citate, una cosa darei per certo se non cambia il presidente, Padova è tagliata fuori per motivi lampanti che nulla hanno a che vedere con l’ipotesi della testata.

    1. Nulla hanno a che vedere @Tony ?
      Con le ipotesi fatte oggi no, ma il Tinello è parte integrante della testata.
      Faccio insana dietrologia: ma vuoi che in un tinel privato non si siano detti niente ?
      Dietrologia.

  16. Davvero c’è chi ha creduto alla storiella dei Dogi…? Teneressa, direbbe qualcuno…i Dogi sono un po’ come la Lega dei club, simpatiche favolette della sera per addormentarsi col sorriso sulle labbra.

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