O’Shea dice addio: è la più grande sconfitta del nostro rugby degli ultimi 10 anni

ph. Fotosportit/FIR

Non è il primo ct che lascia e/o viene cacciato e non sarà l’ultimo, ma era il primo a cui era stato dato un chiaro mandato che abbracciava ambiti più larghi della sola panchina azzurra. Missione fallita. Ma non è l’unico responsabile e le sue dimissioni ci dicono tanto sulla “impermeabilità” italiana

Se uno guarda alla lunga, lunghissima, trafila di sconfitte e risultati negativi messi assieme dalla nostra nazionale più importante negli ultimi 4 anni le dimissioni di Conor O’Shea da ct azzurro non stupiscono. Perché al di là delle singole opinioni è indubbio che i risultati del campo registrano un pesantissimo segno meno e la storica vittoria sul Sudafrica per quanto bella e importante va messa nella scatola che gli compete, ovvero quella degli exploit estemporanei. Lo dicono i numeri di 4 anni.
Conor O’Shea, che uomo di campo in realtà non è mai stato, non è riuscito a incidere e a lasciare il segno che avrebbe voluto. La sua ormai celebre frase sul voler dar vita al miglior mondiale di sempre per una squadra italiana si è rivelata un boomerang, e questo poteva/doveva metterlo in conto.

Ma Conor O’Shea non lascia per quelle parole, è evidente. Lascia – in ordine sparso – perché la famiglia ha avuto problemi di ambientamento, perché la RFU gli ha offerto un ruolo decisamente adatto alle sue caratteristiche, perché i risultati non sono quelli attesi. Lascia perché con la FIR, e con il suo presidente in primis, qualcosa si è rotto da tempo ed è chiaro che il rapporto fiduciario degli inizi non c’era più. Perché se da un lato è normale e pure legittimo che una federazione si tenga informata sul futuro di alcuni dei più importanti tecnici del mondo, lo è un po’ meno che il numero uno della FIR non abbia nessun problema a confermarlo pubblicamente quando la scadenza contrattuale del ct in carica è ancora piuttosto lontana.
Chiaramente si sono subito create le due tifoserie, quella pro-Conor che la FIR è brutta e cattiva a prescindere e quella a favore della federazione che quel britannico lì non mi ha mai convinto e guarda un po’ se non doveva dimettersi due mesi prima del Sei Nazioni…
D’altronde siamo in Italia, tutto prima o poi va a finire in una scaramuccia tra ultras.

Ma al di là di tutti i singoli pensieri una cosa va detta: Conor O’ Shea era diverso. Non tanto perché fosse più preparato, o più elegante o che. No. Era diverso perché è stato il primo ct ad avere un mandato chiaro per mettere mano alla struttura del movimento assieme al connazionale Aboud. Era scritto anche nel contratto? Non lo sappiamo, ma che fosse così era chiaro e le dichiarazioni dei diretti interessati andavano in quella direzione.
Un mandato che non avevano avuto Nick Mallett (arrivato prima della rivoluzione celtica) e Jacques Brunel. Anzi, il tecnico francese venne subito bollato dal neopresidente Gavazzi con un inequivocabile “l’ho trovato, non l’ho scelto io”.
La stessa formazione e le esperienze precedenti di Conor O’Shea lo “disegnavano” più come un naturale Director of Rugby. Buona parte dell’avventura italica dell’irlandese si è giocata su questa dicotomia, o forse sarebbe meglio chiamarla ambiguità perché al di là delle dichiarazioni di turno di cui sopra non è mai stata chiarita del tutto fino in fondo nella sua pratica quotidiana.
Però un DoR ha bisogno di una certa libertà di movimento ed è inutile nascondersi dietro a un dito, Alfredo Gavazzi non è uomo che ama le libertà altrui. Sia chiaro: non sto parlando in senso assoluto, ma di chi lavora con lui. Non tiriamo in ballo i massimi sistemi, qui si parla solo di rugby.
Gavazzi è un accentratore, una persona che tende a mettere quante più cose sotto il suo controllo diretto. Non c’è nessuna forma di sarcasmo o di critica in queste mie parole, credo sia semplicemente un qualcosa di cui prendere atto, nulla di più.

Non voglio dare nessuna patente di responsabilità per l’addio di O’Shea, la verità la conoscono solo i diretti interessati e se pure fosse pubblica non cambierebbe di una virgola la situazione e la fotografia generale.
Su queste pagine non ho mai nascosto che la cosa migliore per il nostro movimento fosse una conferma di Conor, magari con un ruolo diverso e più adatto alle sue caratteristiche. Insomma, con un uomo di campo accanto a lui. Pace, è andata diversamente e non è uno scandalo.
Mi preme solo sottolineare, per l’ennesima volta, che in federazione ci sono nel settore tecnico dei dirigenti che continuano a dormire sonni tranquilli nonostante quei risultati risultati probabilmente fatali all’irlandese. Da venti anni eh, mica da quattro. Gente che ha visto passare Kirwan, Berbizier, Mallett, Brunel e ora O’Shea. Evidentemente gli unici e soli responsabili.

Per quanto mi riguarda le dimissioni del ct sono una sconfitta pesante per chi ritiene necessari dei cambiamenti di rotta, prima ancora che di persone. Però che volete, nonostante tutto abbiamo appena terminato il nostro miglior Mondiale di sempre, ha detto qualcuno solo qualche giorno fa, e forse io mi sto sbagliando su tutta la linea. Quindi ci attende un grande e luminoso futuro. Come quello negli anni passati (sarcasmo a tonnellate).
Che poi io me le ricordo bene quelle parole di O’Shea di marzo 2017, quelle che forse meglio spiegano quello che è successo. E quello che non è successo.

“Sono un positivo, vedo sempre il bicchiere mezzo pieno. Ma non sono uno stupido, non sto qui a prendere tempo. Ho fiducia in questo gruppo, resto convinto che possiamo diventare un’ottima squadra. (…) Le decisioni che dovremo prendere faranno male a qualcuno, ma Irlanda, Galles, Scozia hanno fatto scelte difficili (…) Qualcuno dovrà mettere il proprio ego da parte. Vogliamo cambiare molte cose e ci sarà gente che ci resterà male, ma i cambiamenti non possono essere indolore. Ripeto, non si pensi al proprio ego”.

Mi sa che ha vinto l’impermeabilità. Ciao Conor, buona fortuna

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45 pensieri su “O’Shea dice addio: è la più grande sconfitta del nostro rugby degli ultimi 10 anni”

  1. L’ho già detto e lo ripeto, l’uomo giusto al posto sbagliato, dopo bisognerebbe sapere quanta reale libertà di scelta abbia avuto, perché, al di là del non particolare acume tattico, alcune sue scelte hanno lasciato sempre un’impressione di atti talmente ottusi da sembrare impossibili

    1. Credo che la grande ombra che rimarrà su Conor O’Shea è proprio questa che hai indicato…il non particolare, esplicitato chiaramente più di una volta, acume tattico e alcune scelte soprattutto sui giocatori e sulle formazioni. Valutazioni, per esempio, come quella su JJ Polledri (il ragazzo non è pronto!) o quella sulle terze linee (e credo ci siamo capiti) da mandare o da tenere in campo . Non sono proprio mosse da HC! Avevamo un buon Barolo ma qualcuno lo ha abbinato alle sardine, mentre gli inglesi sanno che è meglio con il brasato!

      1. infatti io lo rimpiangerò per tutto quello che ha fatto fuori dal campo e, forse, in spogliatoio, anche se ad oggi non ne abbiamo ancora la reale dimensione, ma come allenatore della nazionale, purtroppo, penso abbia fatto una figura meschina e gli siano state date fin troppe possibilità di redenzione (anche se potrebbe essere stato questo l’anno del riscatto nel 6N se l’atteggiamento e lo stile di gioco sarà lo stesso visto nel mondiale)

  2. Bravo PW, probabilmente hai scritto anche qualcosa su cui non sono d’accordo, ma ci sono un paio di passaggi perfetti. Dei due, il meno importante è la descrizione di Alfredo Gavazzi. Basta la parola accentratore e con quello hai detto tutto sulla persona; sulle conseguenze, a ciascuno il suo. Ma soprattutto, hai messo come prima ragione della scelta di O’Shea il mancato ambientamento della famiglia. E qui il rugby non c’entra nulla. O’Shea scelse Sirmione non solo perché ameno e strategico dal punto di vista logistico, ma anche perché vicino a Desenzano, munito di scuole e piscina per le figlie. Peccato che il trasporto pubblico tra Sirmione e Desenzano quasi non esista; e si tratta di due comuni confinanti. Del resto, anni fa, più o meno la stessa cosa mi venne segnalata da un giocatore argentino (nazionale azzurro) a Calvisano, le cui figlie andavano a scuola a Montichiari. Cose che in Italia sono la normalità. Con la conseguenza che, se non hai genitori con la possibilità di fare il taxista, praticare qualunque sport diventa un beneficio di relativamente pochi. E’ ovviamente una cosa che non c’entra nulla con il rugby, ma per me fornisce esattamente l’idea di come questo Paese abbia fatto (da molto tempo) scelte diverse da quelle di molti altri Stati. Il rugby è l’ultimissimo anello della catena. Ed è per questo che, con la gestione pessima fatta dalla FIR (basta guardare i nomi degli allenatori menzionati: discutibili o meno, non sono dei cialtroni, basta il loro CV), penso che alla fine, in base ai propri mezzi ed alla condizione generale, il rugby italiano ottenga perfino risultati migliori di quanto dovrebbe.

  3. Ci siamo giocati l ultimo baluardo della nostra credibilità all estero, soprattutto in UK…da ora in poi è tutta caduta libera.
    Chissà perchè ma vorrei vedere una gestione tecnica tutta affidata ad italiani, a questo punto bacchette o pozioni magiche non c’è ne sono. Proviamo a dar spazio ad allenatori e manager italiani, alla fine anche loro verranno a contatto con la dura realtà e tasteranno il loro livello. Spesso si accusa la fir di esterofilia, ma al contempo non vedo club stranieri fare la fila per accaparrarsi i nostiri migliori formatori.

    1. Affidare la squadra a Manager italiani ? Ce n’è uno in Italia che potrebbe farlo. VM ma credo che il Presidentissimo AG non voglia non so per quale motivo. PS attenzione alla storia del Petrarca in Celtic. Già questo la dice tutta su come sono le cose. Certo questa è la più grave sconfitta come dice PW ma adesso effettivamente non ci sono più scuse.

    2. Voglio proprio vedere quale tecnico straniero di nome accetterebbe di allenare l’Italia. Il gallese si è subito inventato la scusa delle scommesse.
      Ma la cosa da fare è andarsi a rileggere cosa scriveva la grande maggioranza della gente 3 anni fa. Anche facendo la tara degli ora totalmente scomparsi avatar di Gavazzi (mi pare vengano chiamati “influencers’). Quanti non ci avevano capito una cippa.
      Lo sapevo io che c’era da ridere…

    3. Io penso che tu voglia veramente male al rugby italiano. Quali potrebbero essere le scelte autarchiche a livello di HC o anche solo specialista di un settore?
      – De Carli e “Arlecchino ballerino” Troncon? Ci sono già e i risultati si vedono
      – i cugini di campagna: Casellato e Cavinato? Umberto è già stato immolato sull’altare dell’autarchia del dopo Munari e Cavinato ha già dato il suo contributo in faccia a Manghi
      – Dominguez? Chiii?
      – Cuttitta? Ha già detto la sua in merito
      – Perugini? Non ha retto il preside nemmeno nelle riunioni del consiglio di classe, figurarsi altro…
      – Pasquale Presutti? PP molto sostenuto da @fracassosandonà sta nel consiglio ma non so da che parte
      – Rimangono Guidi e Brunello, molto accreditabili per aver seguito un chiaro percorso di crescita, solo che Guidi alle Zebre non ha fatto molto più di Casellato.

  4. Paolo ma fare una bella lista di domande al Sig. Gavazzi e stamparla in tutte le club house e aspettare una risposta vera non balle.
    Lo so è accentratore e non vuole che nessuno gli tocchi il giocattolo ma prima o poi ci sarà qualcuno che chiederà il conto o è un’utopia ?

  5. Paolo scusa so che magari non lo metterai online questo post ma ho appena finito di leggere la disamina sul perchè Cos non andava bene su rugbymeet.com. Scusa ma ho come un sentimento di rabbia e di schifo per come viene scritta tutta la vicenda. Sicuramente lo avrai letto ma se le cose stanno così veramente non c’è speranza per noi se non cambia qualcosa dall’alto. Via tutti senza se e senza ma.

    1. Grazie @Matteo per la segnalazione di rugbymeet.com. Non sapevo delle parole di Will Greenwood che, forse per via dei legami del papà Dick con l’Italia (e specialmente Roma..) e per le ospitate al Forte Village a Pula, sulla FIR ha detto una cosa impeccabile. Condivido i tuoi sentimenti. Anche perché O’Shea è una persona su cui c’è un consensus molto favorevole nel mondo del rugby (molto di più rispetto a pressoché tutti i precedenti “allenatori” dell’Italia) e il suo insuccesso diventerà una brutta prova a carico del rugby italiano all’estero.

  6. Non è stato un DoR, perchè semplicemente non ha mai ricevuto i poteri che lo rendessero tale. Un esempio? Ha deciso lui il passaggio dell’ex-Eccellenza da 10 a 12 squadre? Alla FIR faceva comodo farlo credere tale e devo dire che, purtroppo, alcuni tuoi colleghi si sono prestati a questa narrazione fasulla. Lui stesso, peraltro, lasciò intendere che il suo ruolo non fosse propriamente quello:
    https://www.onrugby.it/2018/10/24/nazionale-italia-rugby-conor-oshea/
    “ci sono momenti in cui sono un allenatore puro, altri, decisamente più lunghi, in cui, senza partite, sono più ASSIMILABILE ad un Director of Rugby”.
    Il motivo è ovvio: Conor, da buon irlandese, conosce perfettamente il vero significato di quell’espressione, così come è riportata dalla federazione irlandese:
    https://web.archive.org/web/20180324005358/https://www.irishrugby.ie/downloads/IRFU_Roles-Responsibilities.pdf (cfr.pag.6). Non risulta neanche che Gavazzi lo abbia mai definito con quel termine in una delle sue esternazioni, nè lo si ritrova in alcun documento ufficiale FIR.
    Il discorso vale anche per Aboud, la cui unica e sola novità è stato il “nuovo” assetto dei livelli per il pantentino d’allenatore. Che peraltro erano in voga già da tempo, basati su di una consuetudine non scritta. La classica montagna che ha partorito il topolino.

  7. Ciao Paolo bel pezzo, complimenti. Importante la citazione finale delle parole di COS, perche’ come te credo che li’ sia stat oil vero problema. Una promessa di un certo tipo di ruolo con una certa liberta’ d’azione mai poi messa pratica.
    Guardo altrove, ad un Rassie Eramus arrivato come DoR anche lui alla Saru e costretto a prendere anche il ruolo di CT allo stesso tempo, ruolo che gia’ ben prima che iniziasse la preparazione alla RWC il buon Rassie disse che non avrebbe mantenuto dopo il Mondiale perche’ vuole fare il DoR a tempo pieno. Nonostante il doppio ruolo pero’ cambiamenti ne ha apportati, ha supervisionato l’inizio dell’avventura celtica sudafricana iniziando ad inserirla nel percorso di crescita dei giocatori (Mapimpi e’ bene ricordarlo prima di approdare al sR si e’ fatto 6 mesi di Pro 14), ha rimosso “l’embargo” a chi gioca all’estero, e poi magari altre cose che non sono cosi’ pubblica. Insomma ha messo mano ad alcune inefficienze del Sistema, ha mantenuto un ruolo da cT anche se non lo desiderava cosi’ tanto ed ora e’ pronto a fare ulteriori passi da DoR e basta.
    A COS non e’ stato consentito neanche di metter mano al Sistema dei permit, che oggi dopo il suo passaggio e’ migliorato solo in virtu’ di accordi privati tra le parti (e non ho problemi a dire che Treviso ha fatto un ottimo lavoro grazie anche al support dei club con cui lavora, giusto per chi pensa che io non dia atto di certe cose al club della Marca), mentre dall’altra parte ci si muove per percorsi precisi…ed e’ meglio che mi fermi qui e non parli die premi formazione che tali percorsi assicurano.

    I risultati sul campo, e le discussion tattiche si possono fare a lungo, COS come ogni allenatore non e’ esente da colpe e meriti, ognuno avra’ la sua vision, ma il problema di fondo di un lavoro promesso (ed era stato promesso pubblicamente) mai poi permessogli di fare sono una cosa innegabile purtroppo…ed i direttori dell’alto livello restano al loro posto, negando progetti fatti in passato, negando probabilmente di non aver supportato certi cambiamenti necessari ma vantandosi del miglior mondiale di sempre.

    1. Ciao Stefo, scusa una curiosità: cosa hanno del Benetton detto gli amici di Dublino dopo la partita?….e i media locali? grazie

  8. Un caloroso saluto a OS. A mio parere merita l’onore delle armi e tanti auguri per la sua nuova avventura.
    Il contributo di Cimbrico su All Rugby, puntuale e meticoloso, non credo sia stato scritto di getto. Ci vuole tempo per un’analisi così dettagliata e attenta alle sfumature. In particolare, nel cogliere quelle incrinature che hanno poco a poco deteriorato il rapporto con la Federazione, il suo presidente e forse anche altri. Mi sarebbe piaciuto un maggiore equilibrio, riportare anche la posta in gioco di alcune scelte o non scelte, le difficoltà interposte da persone e dalle inerzie istituzionali.
    Concordo con chi sostiene che abbiamo perso …. il treno. Penso sia una provocazione pensare a una soluzione autarchica per la nostra ambizione rugbystica. Riguardo il passato e ricordo che una volta eravamo lì lì con l’Argentina e sappiamo che ci ha distanziati alla grande. Ricordo che pensavamo di essere più avanti del Giappone, e sappiamo com’è la situazione. Lo spettro della Georgia, ma a breve potrebbe essercene qualche altro, si aggira e per come siamo messi fa davvero paura. Non tanto sportiva, almeno non ancora, ma istituzionale e di credibilità.
    Trovo fiero il comportamento di OS, le sue dimissioni e le sue dichiarazioni, per quel che ho letto.
    Credo sia il caso di chiedere le dimissioni dei “dioscuri” che hanno mal operato nel rugby italiano in questo ventennio. Non hanno l’orgoglio, il coraggio, l’amore per la patria per farlo?

  9. Gradevole lettura Paolo, grazie.

    E analisi ineccepibile. Quanto mi sarebbe piaciuto se O’Shea si fosse tolto qualche sassolino dal mocassino, ma magari aspetta solo di ricevere l’ultimo bonifico con gli emolumenti dovuti, che si sa, hai visto mai che a Roma si smarriscano l IBAN

  10. Paolo la causa del “fallimento” di COS, quale riformatore del Rugby italiano, sta tutto nelle parole di proposito che disse COS e che hai riportato a chiosa del tuo pezzo: “…Le decisioni che dovremo prendere faranno male a qualcuno, ma Irlanda, Galles, Scozia hanno fatto scelte difficili (…) Qualcuno dovrà mettere il proprio ego da parte. Vogliamo cambiare molte cose e ci sarà gente che ci resterà male…”, l’ Italia purtroppo per COS e per chi veramente vorrebbe vedere il Rugby d’ elite italiano progredire, (almeno rugbysticamente) non è una celtica e il movimento, di cui la FIR non è altro che l’ emanazione, è refrattario a qualsisi tipo di cambiamento realmente sostanziale; qui tra gente convinta che l’ appellativo, di “Galles d’ Italia” ti dia veramente le competenze dei gallesi, gente che ritiene che un qualsiasi club, con un po’ di storia a livello domestico, sia meglio di una franchigia federale (fatta come Odino comanda e non all’…italiana, come la si è fatta fin’ ora!!), che il vero Derby d’ Italia non sia quello tra le due franchigie celtiche, ma quello tra due club che militano in un torneo il cui livello dal dilettantistico vira più al parrocchiale e gente che si crogiola nel proprio provincialismo autoreferenziale, ogni azione riformatrice è semplicemente impossibile.
    COS, da Signore, se ne è andato senza dirlo, ma è la presa di coscienza di quel “Principio di Mallett” che enuncia: “Italiani NO buoni pe’ Rugby!!”!!!!

    1. caro @hro, non capisco che gusto tu trovi a titillare gli istinti polemici anzichè dire la tua magari ripulita del quel popo’ di saccenza con cui la condisci. Per me che sono veneto che qualcuno ci definisca Galles d’Italia non me ne frega niente, non fosse altro perchè non abbiamo uno straccio di miniera, abbiamo il radicchio che è meglio del porro e se anche siamo provinciali siamo arrivati in Cina un bel po’ prima di quelli con le gonne.
      Counque, giusto per precisare, quando COS parlava di ego da mettere da parte non parlava di quello di noi trevisani ma quello del gran vizir della bassa bresciana.
      Su una cosa ti do ragione il derby d’Italia non è quello tra Benetton e quella roba là che sta a Parma, ma giustamente “quello tra due club che militano in un torneo il cui livello dal dilettantistico vira più al parrocchiale”.

      1. @mauro, io sono convinto che COS facesse più riferimento ai club e ai quadri federali intermedi, che hanno diretto il movimento fin’ ora, ma dubito che si riferisse, non perchè non ne avrebbe bisogno, a chi lo aveva assunto, gli versava lo stipendio e al quale doveva rendere conto.

    2. Parole sante. Con questa rinuncia penso abbiamo perso l’ultimo treno per restare nel Sei Nazioni. Presagio infausto ma se i team UK ci retrocederanno verranno a mancare i succulenti premi. Allora, forse, qualcosa cambierà. Speriamo prima…

    3. E da Milano echeggio’ un grido: ” finiscilaaaa!!!”
      I problemi del veneto sono enormi quelli che arrivani dalla bassa bresciana molto di piu’, quelli dovuti agli scalcagnati che votano quello li’ per due patatine e un estathe’ infinitamente oltre!

      1. Allora non mi sono spiegato, io ci metto tutti, veneti e non veneti, perchè il movimento è colpevole nel suo complesso!!!

      2. no scusami ma non ti sei spiegato. Parti sempre con il discorso del veneto arrogante, e forse è vero, ma la bassa bresciana non mi sembra meglio, per niente, anzi! Scippare l’accademia a Parma, chi lo ha fatto? E con quale ridicola scusa?? Credi che non vorrei una franchigia a Milano, con l’Arena rimessa a nuovo ed un lavoro serio fatto su un percorso sportivo ed educativo che porti tantissimi ragazzi a farsi un futuro in una città che di cose così avrebbe un gran bisogno???

      3. @massimiliano, circa lo spostamento dell’ accademia da Parma a Remedello, se vi prendeste la briga di andare a vedere il pezzo che la FIR aveva pubblicato sul suo sito, riguardante la stagione 2017/2018 ci trovereste la spiegazione:

        “La nuova logistica del principale centro di formazione d’alto livello della FIR si è resa necessaria alla luce dell’impossibilità a proseguire nel rapporto con il Convitto “Maria Luigia”, che aveva ospitato gli atleti dell’Accademia Nazionale a partire dal 2013 e che, in novembre, non aveva confermato la propria disponibilità.

        La scelta di Remedello è stata ritenuta quella in grado di garantire la miglior accessibilità alle strutture scolastiche di Parma e Brescia agli atleti, le strutture sportive più idonee per la preparazione, i più agevoli spostamenti ai membri dello staff tecnico e di supporto e di permettere il mantenimento di uno stretto rapporto di collaborazione con le Zebre Rugby Club, una delle basi del nuovo corso di sviluppo d’alto livello varato da FIR.

        Il Convitto Bonsignori di Remedello è stato nelle ultime stagioni sede di uno dei Centri di Formazione Permanente U18 di FIR e, oltre a garantire un contenimento dei costi, può contare sull’esperienza acquisita nel recente passato nell’ospitalità di giovani atleti di alto livello.”.
        Io posso soltanto aggiungere che un amico, di quelle parti, mi ha confermato che, per quello che ne sa lui, l’ unica motivazione dello spostamento a Remedello è quella del risparmio legato ai costi del convitto, poi se ci sono altre motivazioni arcane, che noi, comuni mortali, non conosciamo, è un tema che lascio approfondire ai “complottisti”!!! 😉 😀

      4. Hrotepert, egregio, buongiorno.
        Quando lavoravo nelle scuole mi era stato chiesto di rifilare ai ragazzi il solito pippotto sul rispetto, per far vedere quanto siamo bravi e diversi ai professori presenti. Cosa che feci, a modo; spiegavo che nel rugby si tiene molto al rispetto, e subito dopo chiedevo:” qual’è la forma di rispetto più importante?” Ovviamente i ragazzi, con poco entusiasmo, cominciavano a buttar lì qualche ipotesi: Il rispetto dell’avversario, quello dell’arbitro. No, -li bloccavo abbastanza in fretta- il rispetto più importante è quello per voi stessi, perché vi permette tanto di non sottovalutarvi, quanto di sentire che mancare di rispetto agli altri, al gioco che giocate, vi mette su un piano inferiore a quello che vi compete.
        Bene, quello che hai scritto è mancare di rispetto a tutti quelli che lo hanno letto, ma sopratutto a te stesso. A Parma esisteva un solo convitto e non era più disponibile? Va bene. Dobbiamo avvicinare i ragazzi alle strutture scolastiche? Giustissimo! Allora spostiamo l’accademia a Milano! Il convitto più economico era nel tinello dello zio al, e poi ci abbiamo già piazzato la u18…e se non ci credete siete dei complottisti, e la palla è mia e se non mi credete me la porto via.
        Il fato poi che sia più vicino da raggiungere per i tecnici, poi…allora da domani chiedo al capoufficio di spostare tutte le attività nell’atrio di casa mia che son più comodo!
        Suvvia!

        cordiali saluti

        P S
        Riguardo il tuo amico, secondo te, cosa doveva dirti? Ce li siamo portati qui perché tanto li consideriamo cosa nostra, quelli che ci piacciono di più devono seguire la strada tracciata, Calvisano Zebre Nazionale, che a noi, “piace così”?
        Magari…

      5. Parafrasando: “non chiederti cosa puoi fare tu per il rugby, ma cosa il rugby può fare per te…”. Andiamo pure oltre col complottismo, chi è il proprietario del convitto a remedello?
        Dicesi “spoil system” ossia “chi vince (le elezioni) prende (cioè arraffa) tutto”. Speriamo che non faccia lo stesso il prossimo diverso (si spera) presidente. A quel punto conviene comprare camper motor home e roulotte invece delle convenzioni coi convitti. Li parcheggi di fianco al campo di allenamento ed elimini pure l’avant-indrè dal collegio.

      6. Buongiorno a te, quello che è stato riferito a me non è che il convitto parmense non era più disponibile, ma che quello di Remedello faceva risparmiare alla federazione una fracassata di soldi e che la motivazione economica era l’ unica per la quale l’ accademia veniva spostata da Parma, le altre qualità che hanno fatto propendere per quel sito sono scritte nella dichiarazione della FIR e possono essere oggetto di discussione; comunque anche per me l’ accademia andava lasciata a Parma e i soldi presi dalla cancellazione dell’ erogazione del premio di 400k per la squadra di Top 12 da mandare in Challenge Cup.

  11. Ciao Paolo, la penso anch’io così, come ho già avuto modo di scrivere quando è uscita la notizia del mancato rinnovo.
    COS mi è sembrato una persona seria, presente, e soprattutto uno che aveva un progetto più ampio di quello di far giocare la squadra. Purtroppo i risultati sono stati quello che sono stati, il ricambio generazionale ha fatto di questo quadriennio il peggiore dei mondi possibili, tanti buoni giocatori ma pochissimi di livello veramente alto, che ormai sono quelli che servono per competere con le prime.
    Vediamo ora se riusciranno a stravolgere quanto di buono è stato impostato per fare finalmente sistema (o meglio solo pensato e auspicato, fatti concreti pochi…), o se ci sarà continuità. Temo tanto i coltivatori di orticelli non si lasceranno scappare l’occasione

  12. Personalmente penso che, nonostante i risultati di fatto NON ottenuti, COS sia stata la cosa migliore che ci sia mai capitata e che con estrema mancanza di lungimiranza e nottevole senso di irresponsabilità, ce la siamo fatta sfuggire.
    Ora è da vedere se ci sarà una regressione, se cioè sperprereremo il patrimonio acquisito in termini per esempio di know-how sul fitness, ecc ( le ultime partite sia delle franchigie sia della nazionale e pure dell’U20 hanno dimostrato che il miglioramento lì è stato netto; se cracchiamo è perchè non è sufficiente il livello di skills e conoscenza del gioco tra i giocatori attuali) … spero di no, ma non la vedo bene.
    A me allarma molto questo invocare allenatori nostrani…ma davvero non abbiamo capito che il nostro know-how di rugby è del tutto insufficiente? (come hanno dimostrato gli esperimenti Treviso/zebre peraltro). In tal senso, avevo trovato molto inquietanti certe sibiline dichiarazioni di Guidi in telecronaca durante il mondiale…
    Credo che tutti dovrebbero e dovremmo leggere cosa diceva Crowley all’Irish Indipendent qualche mese fa: https://www.independent.ie/sport/rugby/crowley-pays-credit-to-oshea-as-italian-renaissance-gathers-momentum-38077789.html.
    La vedo nera, anzi nerissima.

  13. Quando un presidente federale giudica questo mondiale come il migliore di sempre solo perchè non si è giocato contro gli AB, rimane ben poco da commentare-
    Tanti discorsi ma nella realtà non cambia . . . solo l’ennesimo Ct che se ne va.di fronte ai numeri non si bleffa,sono nudi e crudi,impietosi e implacabili. A casa tutti, senza indugio,e cambiamo finalmente e sostanzialmente cominciando dal basso.

  14. A febbraio ci tocca veramente Presutti CT… a giugno vedremo quanti soldi chiederà Cotter per la propria reputazione ed investiremo buona parte del ricavato dalla vendita delle quote del pro14 in questo…

    COS è un signore elegante che ci ha fatto da ragazzo immagine più che da CT in questi ultimi anni… vediamo senza di lui quanto si tratterranno qui amici suoi tipo Bradley ed Atkinson… ha chiesto di poter far piangere qualcuno e non gli è stato concesso…
    anzi, hanno portato l’eccellenza ad un ridicolo campionato parrocchiale tra 12 squadrette privo di qualsiasi interesse sportivo, quindi anche mediatico ed economico,
    avendo altre offerte ha fatto bene ad accettarle… se posso permettermi io, oscuro professionista di provincia, di mandare a ca.are il cliente poco collaborativo, a maggior ragione credo se lo possa permettere lui…
    quanto ai risultati sul campo la sua nazionale non verrà ricordata per nulla se non quell’episodica vittoria contro il SAF… ma non credo che lui fosse venuto qui a fare il CT, certo che se così fosse la prossima volta dovrà stare attento a quello che firma…
    per rispondere ad una sua domanda: Sì, Conor, ha lasciato una nazionale migliore di quella che ha trovato, noi tifosi abbiamo molto apprezzato la sua costante presenza sui campi di pro14 e persino su quelli dell’eccellenza… il suo predecessore lo vedevamo sì e no in cartolina e aveva lasciato solamente macerie… egli partiva da quanto aveva seminato di buono Mallett… non so chi prenderanno al posto di COS ma chiunque sia si troverà giocatori impostati sul piano atletico ed almeno una squadra gestita da uno staff professionale da cui pescare il grosso dei giocatori, cosa che lui non aveva (Cavinato – Guidi alle zebre e Casellato – Goosen a Treviso, do you remember?)…

    l’U20 ha ottenuto la salvezza tranquilla per tre anni consecutivi, fattore da ascrivere ad una buona preparazione dei ragazzi: ora va risolto il problema del reclutamento, elemento che tra fattore demografico calante, situazione socioeconomica e concorrenza di tutti gli altri sport sta rendendo problematici i campionati giovanili…

    1. @fracasso, permettimi un appunto, che COS sembri o sia una personalità equilibrata e gradevole è fuori dubbio, e probabilmente anche per questo piace molto, cosa che ha aiutato a portare un po di standing alla dirigenza italiana…. pero avrà anche assistito a molte partite ma per me è stato molto più selezionatore di lui Brunel che ha avuto il coraggio di far esordire Morisi, Bellini o Odiete quando ancora erano dei giocatori dell’eccellenza perché ne intravedeva le potenzialità. COS da questo punto di vista è stato veramente carente, anzi tenendo in naftalina giocatori che avrebbero meritato molto prima.

      1. Contro Brunel se ne sono dette fin troppe, ma come allenatore, lui rispetto ad O Shea può considerarsi il Gatland della situazione…

      2. Brrunel in confronto a COS e’ Oronzo Cana’ con i suoi triangoli dinamici uguali al 5-5-5 di Lino Banfi!

      3. Intanto 5+5+5 fa proprio 15 se non 11. I numeri dicono proprio che il rugby italico va bene più per gli Oronzo Canà che per gli organizzatori “scientifici”. Il più vincente resta sempre il baffo. Se non si trova nessun straniero disposto a sputtanarsi (e solo a caro prezzo) restano solo gli italiani, così si risparmia ancor più che sui convitti.

      4. Vi meritereste che tornase Brunel e che vi trovaste a faticare col Canada al Mondiale come nel 2015

      5. Ma come fino alla settimana scorsa si esaltava il rugby di Meyer, vincente ma non bello da vedere; ed ora invece Brunel lo consideriamo un cretino pur avendo ottenuto con l Italia il miglior 6N di sempre…

    2. ..”non credo sia venuto qui a fare il ct , se così fosse la prossima volta dovrà stare attento a quello che firma”
      Cito le tue parole @fracasso perché secondo me inquadrano al meglio l’assurdità della situazione : sento molti dire che O’shea è più un dor, che non doveva fare il ct etc etc.. Ma pensate veramente che la cosa si sia svolta in modo così dilettantistico? Immagino gli incontri: sì dai ti faccio fare il dor, però se puoi , già che ci sei, mi porti i ragazzi in campo e fai finta di sederti in panchina? Mi servirebbe uno che risponde anche alle interviste..
      Suvvia siamo seri, questo ha firmato un contratto e sapeva benissimo quello che veniva a fare. Soldi ne ha presi credo un bel po’(anche se onestamente non ho idea quanti).. La scusa dei trasporti inesistenti tra il comune di residenza e la scuola delle figlie poi è patetica, non ditemi che questo possa essere un fattore.
      Io non voglio difendere la Fir, anzi reputo indispensabile un cambio a livello dirigenziale visti i risultati , ma questa volta le cose le avevano fatte meglio che in passato , c’era uno staff di piu professionisti molto preparati e maggiore libertà che in passato. Il nome di O’shea lo avete accolto tutti con grande sollievo… Diciamolo chiaramente : ha fallito. Come allenatore , sia chiaro, perché sulle altre moltissime cose che ha fatto non discuto.
      Poi siccome non sono molto addentro alle cose come alcuni di voi mi piacerebbe capire : quali sono gli aspetti/decisioni im cui Gavazzi si oppone alle scelte di O’shea ? Fatemi per favore degli esrmpi concreti perché non capisco. Ovviamente lui avrebbe tutto l’interesse e tornaconto se la nazionale fosse vincente, mettersi di traverso che senso ha ?

  15. Precisiamo: no buoni pe’ rugby di alto livello, per quello dilettantistico e parrocchiale si. Col presidente federale a servire al banco delle salamelle… come già successo e raccontato da qualcuno.

  16. per quel che vale penso che stefo abbia proprio ragione.
    se poi pensiamo a cosa brunello ha lasciato …
    e lo dico da antico (ex?) sostenitore di Brunello

  17. Ciao Paolo, non ci sono “rumors” su cosa sia sucesso esattamente dalla fine del mondiale alle dimissioni della settimana scorsa? Avevo letto da piú parti che O’Shea sarebbe rimasto molto probabilmente fino al 6N e anche in questo articolo:
    http://www.repubblica.it/sport/rugby/2019/10/16/news/parisse_ghiraldini_ancora_in_azzurro_per_sei_nazioni-238705741/ Conor aveva dichiarato: “Per il Sei Nazioni ci sono, se mi vogliono” . Qualche idea di cosa possa essere successo effettivamente dietro le quinte? Mi sembra strano che una professionista di tale serietá possa rimangiarsi la parola a distanza di 1 mese, soprattutto se si adducono giustificazione personali. Alla stessa maniera mi sembra strano (ma non impossibile) che O’Shea abbia prima dato la disponibilitá, salvo poi rimangiarsela a seguito dell’offerta RFU…. Evidentemente la porta é stata chiusa dall’altro lato?
    Grazie.

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