Qualche settimana in un mio video vi avevo parlato di un qualcosa di nuovo che si stava muovendo nel sottobosco ovale italiano in vista delle elezioni federali che si terranno tra la fine del 2020 e (al massimo) l’inizio del 2021.
Mentre si attende una decisione definitiva circa la ricandidatura del presidente in carica da parte del diretto interessato, mentre si cerca di capire come si muoverà Marzio Innocenti e mentre altri che vorrebbero mettersi in corsa si “allenano” rimanendo ancora al coperto, con una sorta di lettera aperta muove i primi passi un movimento che si è dato per nome Sedicesimo Uomo.
Come ha ben scritto ieri l’amico e collega Duccio Fumero sul suo R1823 si tratta di una iniziativa di “un gruppo eterogeneo, composto da imprenditori, manager, giornalisti e giocatori che in questi anni ha visto il movimento rugbistico italiano in crisi e che vuol provare a cambiare e cose. Ma a differenza del passato, non puntando su un nome, più o meno spendibile, attorno al quale costruire un programma chiuso e vincolato. Sedicesimo uomo ribalta il concetto e prima di decidere chi appoggiare nella corsa alla presidenza parte dai problemi del rugby, dalle idee per risolverli e lo fa in maniera aperta”.
Questa la lettera con cui #Sedicesimouomo si presenta. Vedremo cosa succederà.
La prima persona singolare.
Io sono capace, io sono adeguato, io ho l’esperienza necessaria, io ho le competenze, io ho giocato ad alto livello.
Io.
Le prossime elezioni federali sembrano fin da ora un Festival dell’Ego.
Ma abbiamo tutti imparato che non esiste sport di squadra più esigente del rugby, un meccanismo pensato per premiare il lavoro di 15 e non il narcisismo di uno.
Per ripartire serve una squadra.
Una squadra che vada oltre ai titolari e ai titoli, che si affidi a chi ha le competenze e le idee giuste, che non si preoccupi di essere ‘solo’ il sedicesimo uomo. Serve un Amministratore Delegato con esperienza nella gestione di società ed enti sportivi, un CFO preparato e capace di interpretare gli scenari complessi di un organismo complesso, un Direttore Commerciale per costruire e vendere il prodotto rugby, un Direttore Marketing che abbia visione strategica, un Direttore della Comunicazione consapevole del peso dei nuovi media e della necessità di ricostruire un’immagine e così via, fino alla Direzione Tecnica. Il Presidente è quello che ci mette la faccia, indica la strada, pensa la strategia e rappresenta i nostri Valori, non un uomo solo al comando ma l’espressione di un gruppo solido.
L’interprete di un cambiamento che da solo, senza la squadra vale poco o nulla.
Competenze e idee innovative che non siano per forza ostili, che non siano pensate per reazione. Idee che sappiano correggere gli errori fatti e cogliere e sviluppare ciò che di buono è stato seminato. Facendosi domande, prima di formulare le risposte. Perché la Nazionale non vince? Perché i campionati non interessano più? Che funzione hanno Accademie e Centri di Formazione? Perché non si riesce a coinvolgere con più costanza il Sud nel rugby italiano? Perché gli italiani non si appassionano più al rugby? Perché l’Italia non è alle Olimpiadi? Domande obbligatorie, solo alcune tra tante. Perché la FIR torni al suo ruolo di servizio e costruzione del movimento, perché trovi soluzioni efficaci e realizzabili rispetto al contesto dei lenti processi della politica sportiva italiana, bisogna pensarne una diversa.
Da qui nasce “Sedicesimo Uomo”, fatto da persone che amano il rugby e che, proprio come il sedicesimo uomo accettano di far parte di un gruppo senza cercare i riflettori, un collettivo che vuole invertire la china faticosa degli ultimi anni.
Un laboratorio dunque, non una corrente che si limita a esprimere un candidato alla presidenza. Perché, come detto, i nomi arrivano solo dopo le idee e le idee nascono da un confronto serrato, dai dubbi che si trasformano in certezze.
Questa è una lettera aperta, non un manifesto programmatico, perché i manifesti, i progetti, nascono dalla passione e dalle competenze di tanti, non dalla spinta isolata di alcuni.
Il futuro lo scriviamo insieme.
Se Sedicesimo Uomo nasce è perché qualcosa nel rugby italiano si è rotto e serve un cambiamento concreto e netto. Chi sottoscrive questo documento non lo fa per antagonismo ma per voglia di cambiamento. Già da questa settimana inizieremo a porre dei quesiti e a cercare risposte.
Sedicesimo Uomo è uno spazio aperto di confronto, ci scontreremo fino a trovare un punto d’equilibrio. Un flusso continuo e finalmente costruttivo tra chi il rugby lo vive quotidianamente, in un modo o nell’altro. Per disegnare, assieme, un futuro del rugby italiano diverso, moderno e non curarsi più di un passato che non può, non deve tornare.
manca un anno dalle elezioni, e loro vogliono mettere in piedi un Programma per risolvere i problemi del rugby italiano trovando le soluzioni dal basso, scriverle insieme, scegliere le persone solo dopo aver fatto questo? Davvero?
Cioè un anno è sufficiente per sintetizzare una linea programmatica, mettere d’accordo le persone e soprattutto coloro che hanno potere di voto (che nei social c’è soprattutto pinco pallo mica chi poi può votare), trovare addirittura i candidati e convincere quindi il 50% che queste persone con quel programma sono la soluzione?
è davvero questo che ci stanno dicendo? ci credono sulserio?
a me sembra un programma un pelino ambizioso o quantomeno che un po’ si nasconde dietro i movimenti dal basso…
condivido anch’io il tuo pensiero, sebbene l’idea di dare una sterzata decisa all’attuale andazzo sia un po nella testa di tutti, non credo molto in movimenti partiti dal basso, credo invece in persone che ci mettono la faccia (nome e cognome ) e che iniziano a tirare fuori idee convincenti e fattibili. Chi vuole davvero cambiare, secondo il mio modestissimo parere , deve farlo anche nel modo dicendo chiaramente come e in che tempi vuole realizzare un progetto alternativo.
dividi et impera.
Ho notato che due dei più seguiti siti italiani sul rugby hanno divulgato la notizia. Non so come interpretare la cosa, ma mi sembra interessante. Qualcuno ha qualche idea?
Sempre bello vedere che gente che ama il rugby e di quello non vive cerca confronti che possano aiutare qualcuno a ragionare e qualcun altro a mettersi in moto per cambiare.
Non lo so, magari è una bella idea, un’idea genuina. Ma non lo so.
Ma sapere chi sono i sottoscrittori di questo documento? E poi visto che “…le idee nascono da un confronto serrato, dai dubbi che si trasformano in certezze…” dov’è il luogo in cui questo confronto serrato avviene?
Tutto il meglio a #sedicesimouomo, nome che dà prova di scarsa attenzione al seven 🙂 e che in epoca di attenzione al linguaggio di genere non piacerà all’altra metà del cielo, specie quando sono le donne a portare a casa i risultati migliori al 6Ns….
una specie di Coalizione Civica per FIR, esperimento politico che ha fatto del bene in realtà come Bologna e Padova, ma occhio che poi lo statuto spacca…
mi auguro si faccia almeno esperienza degli errori del passato, evitiamo figuracce tipo Terre Ovali – Amore per il Rugby che non seppero nemmeno compilare le liste presentando soggetti ineleggibili… gavazzi e compagnia partono già avvantaggiati, evitiamo di aiutarli: TESSERATEVI TUTTI PRIMA DI FINE ANNO! anche paolo e duccio!
Riguardo la seconda parte della tua prima frase (si un po’ complicato) ho pensato esattamente lo stesso. Con tutti i disastri che abbiamo fatto noi uomini in federazione (e gli scarsi risultati ahimè sul campo) direi che l’altra metà del cielo meriterebbe ben altra considerazione anche “nominale” 🙂
Come già scritto di la, con trasparenza e onestà si può fare, però non credo che l’italiano medio, disilluso e bastonato, voglia ancora firmare cambiali in bianco se non ci sono i nomi e cognomi e curricula con progetti reali e sostenibili.
Sulla questione “nomi e cognomi” vi invito a leggere un post sulla pagina FB di Sedicesimo Uomo pubblicata questa mattina
ma per i testoni che si ostinano a non volere avere niente a che fare con Facebook….
già non posso più vedere le partite di Top12 (e devo dire che la mia salute è migliorata), ora non posso neanche sapere chi si nasconde dietro il sedicesimouomo (l’arbitro Wilkinson? i tifosi? il gruppo Bilderberg? la massoneria? la CIA?
Grazie PW, letto ora. Che dire? Nella mia gioventù, lo slogan “le loro idee cammineranno sulle nostre gambe” mi faceva venire le lacrime agli occhi. Ed è vero. Però nel mio piccolo ho sempre creduto che, quando si tratta di valori in campo, “uno non vale uno”; e nel nostro mondo ovale di campanili, i nomi sono importanti. Anche se non è detto che chi era bravo da giocatore sia bravo da allenatore e/o da dirigente. Ben venga chi ha voglia di cambiare la monarchia assoluta (ma mi ricorda più il partito comunista romeno di Ceausescu, benché per fortuna non ci sarà un epilogo sanguinario [nel quale morì anche un noto nazionale delle Querce]), sperando che, al di là di marketing, CFO, Direttore di qui e Direttore di là, ci sia la sostanza per sostenere la base (che, non mi stancherò mai di dire, rende frutti apprezzabili alla luce del momento storico che stiamo vivendo in questo Paese, non solo dal punto di vista sportivo).Come ben ha notato Fracasso, la mancata menzione del rugby femminile è uno scivolone, né elegante né scusabile. Così come la domanda retorica dedicata al Sevens sa di demagogia, considerato che al momento nel torneo maschile né Francia né Spagna né Samoa sono qualificate (e due staranno a casa). Di cambiamento c’è ampio bisogno; vediamo!
Sicuramente il rugbista italiano medio è disilluso e bastonato, personalmente però non credo lo sia perché si è fidato delle buone idee e poi ha scoperto che erano portate avanti da loschi figuri. Le tranvate l’italiano medio le ha prese dai fenomeni, dai superman, che armati magari proprio del loro altisonante nome e cognome, hanno venduto fumo, prebende grandi a piccole e promesse da marinaio (con tutto il mio rispetto per i marinai).
Quindi diciamo che, come minimo, è un falso problema quello dei nomi a circa un anno dalle elezioni.
Benvenga chi ha voglia di provocare il confronto in modo nuovo visti i risultati del modo “vecchio”.
Magari, butto li, promuovendo un confronto all’americana in streaming tra i candidati… quando sapremo chi sono…
“Perché i campionati non interessano più? Perché gli italiani non si appassionano più al rugby? ”
Direi che sono proprio queste le domande a cui dare una risposta più avveduta possibile, onde evitare di “continuare a buttare i soldi dalla finestra”.
Il rugby interessa sempre meno in Italia solo perchè la nazionale non vince o semplicemente perchè è il rugby in se che non interessa più di tanto? Quindi che si giochi bene o male, che ci siano i migliori giocatori al mondo (gli ascolti dei mondiali sulla rai cosa dicono?) o quelli che vediamo nei nostri campionati, alla fine non cambiaerebbe poi molto. E sicuramente non cambierebbe nella misura necessaria ad avere il seguito minimo necessario a tenere in piedi anche solo una parvenza di professionismo.
Prima di impelagarsi e magari perdere altri soldi, oltre che tempo, inutilmente.
E nel resto d’europa il trend qual’è? A partire dalle britannie e dalla gallia, il resto mancia. Il seguito aumenta, resta quello, o è in calo pure lì?
Che sicuramente è un’indicazione significativa, che là “gli attori veri” li hanno di sicuro.
Chi vota per le elezioni del presidente federale? I presidenti delle singole società? E in che modo si svolge l’elezione?
In pratica io tesserato fir che potere decisionale ho?
Personalmente mi adatterei ad accettare anche Idi Amin Dada al posto di chi governa il rugby oggi, ma vedo che cercare di fare in Italia incontra sempre resistenze un po’ come quella che a forza aspettare quello giusto andò in semensa.
Un anno non basta, chi sono cosa fanno cosa vogliono, non ci credo, il nome non piace, dove si trovano che voglio vedere se hanno la rogna.
Signori qualcuno ha presentato delle idee, merce rara nel quadro italiano, vi piacciono? Non vi piacciono? Avete diritto al voto oppure no? Se avete diritto al voto valutatele e decidete, se non avete dirittto al voto fate come me: sedetevi in gradinata e fate il tifo per chi volete che tanto non conta niente.
In ogni caso poi non lamentatevi di Ascione, Checchinato, Saccà e tutti gli sponsorizzati del mago G
l idea è lodevole, le personalità coinvolte nel progetto sicuramente sono rispettabili e competenti, ma cosa avete da offrire in cambio all’elettorato? che badate bene, in camera caritatis saranno anche d accordissimo con le idee di rinnovamento che il nostro movimento necessità; ma che poi nella quotidianità ha esigenze e bisogni molto più terra terra di quello che possiate immaginare, legate quasi esclusivamente ai costi di gestione, magari anche soldi da versare alla fir. Chissà che votando le cose giuste qualche multa venga abbonata, o altro ancora..
Mi auguro che all interno del gruppo ci sia anche qualcuno che sia veramente dentro il movimento e che si sappia muovere tra i meandri dell elettorato, altrimenti rimarranno solo buone idee ma non realizzate.
Anche perchè badate bene, negli anni passati i candidati con buone idee non sono mai mancati, ma i fatti ci hanno dimostrato che al nostro movimento le idee non interessano