Quello strano e incomprensibile balletto attorno alla panchina di Conor O’Shea

ph. Fotosportit/FIR

Alfredo Gavazzi smentisce i contatti con il duo Travers/Labit ma meno di due mesi fa non aveva avuto problemi a confermare gli incontri con Eddie Jones. Davvero si vuole rimettere tutto in discussione? Certo i risultati non sono quelli sperati, ma alla fine il parco giocatori è quello…

La cronaca delle ultime ore ci dice che ieri, 23 gennaio, all’Hurlingham Club di Londra c’è stata la presentazione ufficiale del Sei Nazioni 2019 che scatta tra una settimana abbondante. La truppa azzurra era rappresentata dai capitani e dai ct della nazionale maschile (Sergio Parisse e Conor O’Shea) e femminile (Manuela Furlan e Andrea Di
Giandomenico). Cosa ha detto il tecnico irlandese alla vigilia del suo terzo torneo? “In questi primi giorni di raduno ho trovato grande entusiasmo nel gruppo, conosciamo il livello della sfida che ci aspetta ma siamo una squadra di persone competitive, puntiamo ad offrire il nostro meglio, a lasciare tutto sul campo per poter essere fieri della nostra performance. Ho molta fiducia nel nostro gioco, dobbiamo creare le condizioni per segnare e sfruttare quei momenti che possono cambiare l’energia di una partita. C’è molto talento in Italia, in questi anni stiamo creando la struttura e le condizioni adeguate per continuare a crescere: Treviso con il lavoro di Crowley e Pavanello sta ottenendo grandi risultati, con le Zebre abbiamo un progetto a lungo termine che inizia a dare riscontri concreti”.

Tutto qua? No. “Nel 2018 abbiamo battuto la Georgia e il Giappone – ha proseguito O’Shea –  le prestazioni con Scozia e Australia avrebbero potuto offrire un risultato diverso e dare vibrazioni positive a tutto il movimento, ma hanno comunque dimostrato quanto competitivi possiamo essere. La nostra sfida deve essere quella di replicare quel tipo di performance in ogni gara, a cominciare dal 2 febbraio a Murrayfield contro gli scozzesi”.
Sergio Parisse conferma la linea: “Abbiamo battuto Fiji, Giappone, Georgia ma l’anno scorso ci è mancata una vittoria contro una squadra del livello superiore, non abbiamo concretizzato per quanto lavorato e cambiare questo è quanto vogliamo fare in questo torneo. Partire bene contro la Scozia, con una performance di qualità, sara’ importante per dare il giusto tono al nostro torneo. (…) Possiamo andare a Murrayfield e vincere, stiamo lavorando per questo, per rendere quella di Edimburgo solo la prima opportunità di molte”.

Dichiarazioni abbastanza standard, in linea con quelle degli scorsi anni, sia nella sostanza che nella forma. La ciccia però è che veniamo da tre anni di sole sconfitte, con un differenziale tra punti fatti e punti incassati che sfonda quota -400 e con un solo punto racimolato in classifica. C’è da invertire l’andazzo ma – come scrivevamo da queste parti solo qualche giorno fa – la cosa sembra abbastanza complicata. Vedremo.
Intanto, giusto per non farsi mancare nulla, si stanno registrando movimenti strani attorno alla panchina di Conor O’Shea: un paio di giorni fa il presidente federale Alfredo Gavazzi ha smentito in via ufficiale i contatti con i due tecnici francesi Laurence Travers e Laurence Labit, oggi al Racing 92.

Il duo transalpino non è un’assoluta novità: si tratta di nomi che erano già stati accostati alla FIR quando questa era alla ricerca del successore di Jacques Brunel. La tempistica, va detto, non è delle migliori.
Il campo finora non sta dando i risultati sperati e attorno al tecnico irlandese – e, forse, soprattutto al suo staff – c’è qualche dubbio. Non è un mistero, d’altronde era stato lo stesso Gavazzi a fine novembre scorso a confermare pubblicamente che aveva incontrato Eddie Jones: “Non c’è mica nulla di male a guardarsi intorno – disse a Il Mattino – Si, è tutto vero. Si è proposto lui tramite alcuni amici. Ci sono stati tre incontri diretti e certo, s’è parlato anche di soldi ma ha proposto una visione e una filosofia diversa dalla nostra”.
Insomma, mettetela un po’ come vi pare, ma incontrare per tre volte un tecnico come Eddie Jones e arrivare parlare di soldi è un po’ oltre il “guardarsi attorno”. Aggiungiamoci che alcune indiscrezioni e rumors delle scorse settimane parlano anche di un abboccamento con Franco Smith (ma non c’è nessun tipo di conferma ufficiale della cosa. Almeno fino a ora). Conor O’Shea ostenta serenità, però proprio tutto a posto non è.

Capita, per carità, ma se metti una persona nel cuore di un laborioso, complicato e inevitabilmente lungo lavoro di ristrutturazione non puoi mollare il colpo e cambiare tutto dopo tre anni. Perché così butti anche il bambino assieme all’acqua sporca.
Ci sono in giro tecnici migliori di Conor O’Shea? Sì, certo, ma quello dell’irlandese rimane l’identikit che meglio si adatta sulle nostre necessità, ala nostra situazione. Cambiare sarebbe una follia. Anche perché potremmo ingaggiare e far arrivare Steve Hansen, Warren Gatland o Joe Schmidt, ma alla fine i giocatori a disposizione rimangono quelli. Fenomeni a casa non ne abbiamo lasciati.
Quindi, esattamente, di cosa staremmo parlando? Il contratto di O’Shea (che ovviamente ha commesso degli errori) scade al termine del Sei nazioni 2020. Davvero ci sono dubbi sul suo rinnovo? Non voglio crederlo.

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35 pensieri su “Quello strano e incomprensibile balletto attorno alla panchina di Conor O’Shea”

  1. Concordo, non voglio crederlo nemmeno io che il suo lavoro di ristrutturazione possa durare solo 4 anni (3 di fatto).

  2. Contestare a O’Shea la carenza di risultati ha senso solo se si ha un approccio calcistico. Come dici correttamente PW, il materiale è questo, piaccia o no; e lo dimostra la presenza (risicata) di nostri giocatori nei campionati che contano. Il grosso è qui in Italia, in due franchigie delle quali una va abbastanza bene (nel senso che è in corsa per i playoff, ma è fuori dalle coppe) e l’altra è decisamente nei bassifondi. Vedete un po’ voi. Fra l’altro, cambiare manico prima dei Mondiali ha portato a delusioni clamorose (ricordo il 1999) o a sufficienze stiracchiate (tipo il 2015). Tanto premesso, segnalo che il social media manager di Gavazzi ha replicato il twit anche in francese. La cosa non mi pare secondaria; la notizia è partita da là e può essere stata una mera boutade mentre la tignosa coppia è in scadenza di contratto. Ci sono, inoltre, le famose promesse da mantenere da parte di Laporte, grazie alle quali l’Italia votò per l’assegnazione dei mondiali alla Francia. Promesse che ho proprio voglia di vedere a che cosa porteranno… E sì, hai ragione eccome PW, TRE incontri con Eddie Jones. Niente meno. Mi piacerebbe sapere quante volte Gavazzi ha incontrato O’Shea nel medesimo lasso di tempo. Da ultimo, PW ti prego, la “ciccia” non si può leggere. Mi ha fatto tornare nell’abisso della politica nazionale.

  3. Speriamo bene. obiettivi, strategia e lavoro. Poi Gavazzi fa bene a guardarsi intorno, è il suo ruolo e un po’ di pepe sul sedere a OSHO è doveroso. Quello che però non è il suo ruolo è esternare quello che gli passa per la testa dopo il grappino parlando al ristorante. Ammetto che non lo sopporto proprio fisicamente…

  4. Magari i francesi vogliono sparigliare le carte all’Italia prima del 6N.. hanno paura di prenderle a Roma… ahahah si scherza…
    Io spero che OSHO rimanga ancora per un mandato e che possa finalmente operare con più serenità e più coraggio nell’utilizzo di giocatori emergenti, anche se cmq ha fatto esordire già parecchi giovani.

  5. #STOCONOSHO (a patto che gli rompano il fotocopiatore con cui scrive le formazioni)…
    Il problema reale è che dopo vent’anni di regressione statisticamente misurabile il responsabile del settore tecnico sia sempre al suo posto…
    e sono almeno 10 anni che almeno metà dei tecnici e delle società indica quel soggetto come IL problema…
    10 anni fa 2/3 dei titolari della nazionale era tesserata all’estero per club prestigiosi che si contendevano trofei, gente abituata a vincere e soprattutto a competere ad alti livelli…
    veniamo da anni di posto fisso tra franchigia e nazionale, che hanno portato all’involuzione anziché all’evoluzione di gente che aveva grandi risorse atletiche (Venditti) o tecniche (Benvenuti), giocatori strapazzati dalla franchigia federale più di quanto facessero i club esteri dieci anni fa… squadre che non retrocedono, numeri piccoli, poche risorse… viene meno la competitività… se anche una società forma un giocatore validissimo resta con un pugno di mosche in mano… cosa fa la federazione per stimolare le società e i club a comportarsi come Valsugana, Capitolina (…) e continuare ad investire sui settori giovanili? Nulla… tu formi minozzi e ruzza poi te li trovi in accademia e poi alle zebre, il tutto passando almeno un annetto di corvée a mangiar caviale chez le president… in compenso ti danno 10.000 euro se importi lo Steyn di turno, come premio per la buona pesca fatta all’estero…

  6. Pienamente d’accordo con PW.
    Se fosse vero, occorrerebbe capire se sta cercando un capo allenatore, sollevando O’Shea da questo compito in modo che possa fare a tempo pieno il DoR, oppure voglia inspiegabilmente chiudere ogni rapporto lavorativo.
    Nel primo caso spero che stia concordando con COS chi scegliere, altrimenti ci troveremo nella peggiore delle situazioni possibili: una visione diversa di come continuare il lavoro fin qui eseguito, e/o come apportare i dovuti cambiamenti a quanto pianificato.
    Nella seconda ipotesi ci troveremmo a commentare la solita “barzelletta” made in Italy…..senza far ridere nessuno, anzi……
    Infine vorrei fare una provocazione, ma la nazionale ha proprio bisogno di allenatori francesi (il tutto detto con il massimo rispetto), o forse non sarebbe meglio orientarsi su prospetti come k. Crowley?

    1. Io continuo a non capire questo refrain che deve fare solo il DOR e non il tecnico. Ma perchè? davvero pensate che con un altro tecnico i nostri giocatori non liscerebbero il placcaggio, farebbero l’offload al momento giusto, calcerebbero e contenderebbero il pallone meglio? Secondo me finché non entriamo nell’ottica che mediamente i nostri giocatori sono inferiori ai pari ruolo delle altre nazioni non andiamo da nessuna parte. E poi un altro allenatore meglio di Osho lo devi pagare più di Osho (visto che è più meglio assai) e idove li trovi sti soldi visto che la Fir è con le pezze al culo? oh poi ognuno dice ciò che vuole. P.S. sono curioso di vedere il buco sugli incassi previsti per il 6 nazioni di quest’anno…

      1. Ho spesso avuto idee diverse dalle tue, ma le ho sempre rispettate come comprensibili, ma come si può difendere il lavoro da ct di COS? Ha fatto scelte tattiche incomprensibili -calciare tutto senza calciatori, andare sempre in touche anche quando questa non funziona, giocare alla mano con trequarti inadeguati, scegliere tattiche offensive obsolete- e stiamo a dire che va riconfermato come tecnico? Sicuro che lui non e’ il problema del rugby italiano, ma al portabandiera del problema lui ha parato le chiappe fino ad oggi. Forse adesso che lo stanno scaricando sta cambiando rotta… sul buco, temo che quello di quest’anno sia solo una parte di quello dell’anno prossimo. La politica degli sconti last time potrebbe essere molto deleteria. Ma gli esperti fir ne sanno certo piu’ di me …

      2. Ciao Massimiliano, avessimo tutti idee uguali non ci sarebbero i blog. Detto ciò seguo il filo del tuo ragionamento: calciare senza calciatori, touche che non funziona, trequarti inadeguati. Chiaro che sfrutto quello che hai scritto per sostenere la mia tesi, ma di una cosa sono che con Hansen o chi per lui non cambierebbe molto. I nostri giocatori sono oggettivamente inferiori. Ci sono ottimi prospetti e molto è stato fatto a parere mio ma ribadisco che continuiamo a guardare il dito e non la luna. Per raggiungerla occorre tempo e dedizione e anni di vacche magre.

      3. Secondo me, un aspetto nel quale vorrei che COS ponesse piú “momentum” é quello dei cambi. Mi sono sembrati spesso in ritardo.
        In questo caso sono sicuro che non ci siano complotti federali per obbligarlo a cambiare tardi, per cui mi auguro che durante questo Sei Nazioni aumenti l’attenzione del gruppo dei tecnici per questo aspetto del gioco che negli ultimi anni é diventato sempre piú importante nel giuoco del rugby.

      4. Geo, parliamo di fatti non di sentimenti; dimostrami che non.poteva impostate.altrimenti la squadra

  7. troppi punti di domanda per capire quale sarebbe la scelta giusta, COS ha fatto un gran lavoro a ricucire i pezzi del movimento e a dare una direzione comune e condivisa alla barca, per quanto riguarda il professionismo, questo si è riflesso un po’ sul livello inferiore e la strada per andare tutti dalla stessa parte è ancora lunga, sul campo il ragazzo non ha stupito ne come generale ne come stratega, poche idee, granitiche e discutibili, è vero che non abbiamo lasciato fenomeni per strada, ma l’accanirsi su certe situazioni, senza provare alternative, non riesco a farmelo piacere, poi anche qui da capire cosa e quanto decide lui e cosa e quanto gli altri, stesso discorso sul suo staff, ha piena fiducia su quelli con cui lavora o sono colleghi, almeno in parte, che si trova ed a cui non può rinunciare? prima di dare un giudizio di merito su questo fattore vorrei, tanto non si saprà mai, sapere queste discriminanti. quindi COS sì o no? ad ora lo vorrei a fare le cose che ha dimostrato di saper fare bene e darei la squadra in mano ad altri, ma temo che o (delle scelte peggiori è la meno miope) resterà a fare tutto ed il contrario di tutto, senza dare svolte a nulla, ma mettendo un minimo d’ordine, o verrà allontanando buttando il bimbo con l’acqua sporca.

    1. “non abbiamo lasciato fenomeni per strada”
      Ehm… Polledri in tribuna finché non ci sono stati infortuni e Campagnaro in panchina “per vedere il suo X-factor” nel secondo tempo… a partita chiusa…

      1. se leggi tutto il contesto è più chiaro, non è che ci sia carter non convocato, certo che insistere con budd e zanni in seconda, quando sarebbe il caso di testare sisi e ruzza, quando non cerchi di mettere in campo insieme, magari non tutte le partite, due giocatori come hayward e minozzi, in grado di spaccarti il campo in qualsiasi momento, quando polledri lo lasci a rosolare tra panca e tribuna, quando a primo centro parti fisso con castello e non cerchi alternative, quando accada quello che accada ci sono giocatori che non escono dal campo (steyn e benvenuti l’anno scorso, ad esempio, quest’anno già il discorso è diverso), quando ti porti via 25 giocatori ai raduni, invece che 35/38, per capire chi è più in forma, significa che hai difficoltà a gestire le risorse umane, polledri era chiaro che doveva provare, poi si è rivelato meglio del previsto, ma era nel gruppo e quest’anno sarebbe entrato in pianta stabile, campagnaro usato come impact è lo stesso discorso, non sei ne un buon stratega ne un ottimo generale, nel senso che non sai preparare a tavolino gli incontri con le giuste pedine nei posti più utili, compresi i cambi fuori tempo, ne usare al meglio quello che hai sotto mano

      2. Polledri ha trovato posto a Gloucester perchè si era infortunato un SAno.
        il campionato inglese comincia a Settembre e COS dopo aver constatato che
        Polledri valeva e molto lo ha convocato per il 6 nazioni : soltanto alcuni mesi dopo che era chiaro potesse tenere il livello richiesto per Premiership e 6N

  8. Concordo con i primi interventi, quelli per la precisione che pare individuino, nella limitata disponibilità di talenti da parte del Ct ,gli scarsi risultati ottenuti dagli azzurri negli ultimi anni. Non è sufficiente avere degli ottimi giocatori di rugby, perché questi l’Italia li ha. Oggi occorrono dei superman, sono questi ultimi che scarseggiano in azzurro. Solo un passo in avanti di tutto il movimento, dal punto di vista del reclutamento e quindi della scelta, potrebbe, forse, sopperire a quella che è e sarà sempre più, una necessità impellente.
    Se la notizia dell’interesse del presidente Gavazzi per i due tecnici transalpini, viene dalla Francia, è probabile sia stata diffusa proprio per “sparigliare le carte”, in vista della visita che i galletti dovranno fare agli azzurri nell’ultima giornata del 6Nazioni quando oltre al Trofeo Garibaldi potrebbe essere in palio “il cucchiaio”.

  9. Scusami Geo, ma non credo di aver affermato che COS debba fare solo il DoR e non anche il capo allenatore.
    Ho solo cercato di ipotizzare i motivi di cotanto balletto attorno alla panchina di COS.
    Sono pienamente cosciente delle forze in campo e del divario che i nostri giocatori hanno con i pari ruolo delle altre nazionali (Tier 1); anche cambiando COS con il migliore allenatore che c’è in giro per il mondo non saremmo in grado di risolvere i nostri problemi.
    Non è un caso che sono anni che lottiamo solo per una “onorevole sconfitta”, e la colpa non è sicuramente di COS.

    1. Ciao. Hai ragione avevo interpretato male il tuo messaggio. colpa mia. è che ormia il 90% dei commenti ribadisce questo concetto basato sul nulla. Non sono d’accordo però sul fatto che lottiamo per una onorevole sconfitta. Con l’Australia abbiamo lottato per una giusta vittoria. Il problema (oltre alla mancanza di veri finalizzatori…minozzi quanto manchi…) a mio modesto parere è la non consistenza delle prestazioni. Troppi alti e bassi. E a mio parere l’insistenza su alcuni giocatori da parte di COS è al fine di una ricerca di un livello medio costante che forse non puoi raggiungere cambiando sempre i giocatori.

  10. a me dà incredibilmente fastidio che Gavazzi abbia risposto personalmente a nome della FIR… come fosse roba sua

  11. Paolo, anche se non sono convinto del tutto, prendi anche in considerazione il fatto che potrebbe essere O’Shea a dire basta per una serie di ragioni che non sono difficili da immaginare.
    Detto ciò, concordo con le linee di fondo di questa articolo. Spero che O’Shea rimanga e mi stupisce che qualcuno pensi seriamente che cambiando l’head coach l’Italia si metta a vincere partite che non sono alla portata di questa squadra. Sarebbe altro tempo gettato via in un periodo in cui francamente non ce lo possiamo permettere.

  12. È vero che uno corre il rischio di ” macchiare ” la propria carriera …ma penso che non ci siano problemi, non corriamo il rischio di dimissioni , se solo sono vere le voci apparse da subito sulla location di COS , ossia abitazione in ameno sito sul lago ( più importante in Italia ), ed un adeguato ( regolarissimo stipendio) …
    Io non penso che nella grigia Londra o in mezzo al verde in qualche sperduto luogo dell’Irlanda andrebbe in giro in pantaloncini corti e maglietta a metà ottobre, tra l’ altro…..
    Ma andando su un minimo più serio, secondo me è da vedere se i progressi indiscussi di una franchigia e quelli un po’ più incerti dell’ altra portino beneficio alla nazionale
    , anche se resta tutto molto , molto difficile.
    Il punto( è tutto ancora da capire bene a fondo ) è la reale autonomia rispetto alla fir tutta e la ” autorità ” di imporre qualcosa alle franchigie..non mi spiego esempio il gioco delle zebre del tutto diverso dalla nazionale , lasciando perdere la scelta dei giocatori…
    Comunque COS ha dimostrato ” poca attenzione ” nei rilascio alle franchigie dei giocatori non utilizzati ed una certa testardaggine nelle scelte ,salvo poi…
    Ma cambiare ora sarebbe grave.

  13. Italiani sentimentaloni fino ieri pomeriggio, O’Shea, era da cacciare per il 60 % di chi frequenta il blog …compreso chi ha scritto l’articolo. Conor non ha dimostrato nessuna qualità particolare se non di essere nato e cresciuto in un Paese Ovale ma soprattutto di essere leggermente più furbino e aver certamente più voglia e carattere di chi lo ha preceduto dal 2000 in avanti. Per questo gli è stato facile riordinare il retrobottega. Quello che sta facendo O’Shea lo avrebbe potuto fare, con lo stesso stimolo e orgoglio personale, un qualsiasi cittadino di Llanelli, per dirne una, o luogo dove si mangia pane e rugby 24h al giorno. Ha aperto l’abecedario e messo in fila vocali e consonanti. Beati gli sguerci nel Paese dei ciechi! Poi Munari ha ragione quando, realisticamente sconsolato, dice il nostro rugby è questo! Munari ha ragione ma se il nostro rugby è questo non possiamo permetterci , come scrive Fracassosandonà ma non solo, di avere un HC che fa convocazioni e formazioni con il fotocopiatore. Ha ragione Nuvole per Polledri e Campagnaro ma potremmo inserirci anche Zanon, rientrato nei 31 e, probabilmente, nei 23 per puro caso. Attualmente può dare di più un Mbandà o Lazzaroni? Per il movimento non in prospettiva futura ha senso convocare Tuivati o Lamaro? Domande retoriche. Non so se O’Shea possa e debba ricoprire un ruolo diverso nel rugby azzurro o semplicemente se debba ricoprire ancora un ruolo. Il Presidente FIR, che non perde occasione per mostrare tutte le caratteristiche naif (nel senso strettamente artistico), se vuole ringraziare O’Shea per quanto ha fatto è inutile viaggi per il Mondo poiché è a 600 km da Roma, 200 da Brescia… si volti verso la panchina di <treviso è chiedia a Croelwy se mai sia interessato,

    1. Mera opinione personale, ma hai fotografato la situazione con la crudezza di un regista neorealista. COS era il pr ora è il parafulmine. Con un tecnico capace non eravamo quarti al mondo ma tre/quattro partite in piu’ le si vinceva.

  14. Paolo faccio una domanda: si e’ visto Rassie Erasmus chiaramente dire “Son venuto a fare il DoR non il CT, dopo il Mondiale io non alleno ma faccio il DoR”…si e’ vista la ARU mettere un DoR per far si che cheika si concentri da CT…in generale in questi anni si e’ discusso e parecchio sul fatto che il doppio ruolo CT-DoR e’ forse troppo complicato per far si che uno riesca veramente a portare i cambiamenti necessari.

    Non e’ che forse si sta cercando un CT non per dare il ben servito a COS, ma per permettergli di concentrarsi sul lavoro di DoR?

    1. Non mi sembra ci siano i denari per fare na cosa simile, e nemmeno la volonta’. Significherebbe escludere le ingerenze di chi dirige il vapore.

  15. Senza volere per forza criticare O’shea , ma qualcuno mi sa dire concretamente quali siano i suoi meriti? Intendo dire i motivi per cui ne auspicate la riconferma. Abbiamo migliorato il fitness ? Forse qualcosa in più s’è visto, ma non certo il cambiamento di rotta che prometteva . Abbiamo una mentalità vincente ? Non scherziamo su…io veramente non ho nulla contro costui, e quando è arrivato ero contento perché tutti ne parlavano bene. Ma mi dite che cosa ha fatto in questi anni ? Perché onestamente io non arrivo a vedere niente di niente…

  16. C’è una cosa che non mi torna, a ridosso della partita con la Georgia lo stesso COS disse che non aveva affrontato il discorso del rinnovo con Gavazzi e che ne avrebbero discusso successivamente. A voi risulta che sia avvenuto? Io non so però può essere che i due abbiano un accordo forse anche per interrompere il rapporto.

  17. Ciao, scusa, senza polemizzare,ritengo che le parole abbiano un senso anche se si può scrivere “cose” e pensarne altre o scrivere cose e non riuscire a darne un senso compiuto:

    : L’ITALIA E I TEST-MATCH DI NOVEMBRE, QUEI NUMERI CHE SVELANO OGNI ALIBI O ILLUSIONE
    26 novembre 2018
    Quello che ci servirebbe è un bagno di oggettività e di sincerità: smettere di raccontarsela. Oggi siamo questa roba qui, se in tre edizioni del Sei Nazioni non vinci nemmeno una partita un motivo ci sarà: in un paio di occasioni puoi tirare in ballo la sfortuna, forse, ma non di più, ed eventualmente quelle due gare vinte non cambiano il quadro complessivo.
    Le nostre celtiche stanno migliorando? Sì, parebbe di sì, ma gli altri evidentemente lo fanno molto più di noi. Il gap dal 2010 in poi si è allargato. Lo dicono i numeri, lo dice il campo, non è una idea balzana di chi tiene questo blog. Lo sbandierare risultati che non ci sono è una coperta davvero corta, e il pubblico inizia a rendersene conto: contro gli All Blacks c’erano 53mila persone sugli spalti, molto lontani dal sold-out annunciato e ben 10mila in meno rispetto alla gara contro i neozelandesi di due anni fa. La partita con la Georgia non ha portato allo stadio nemmeno 20mila tifosi, quella con l’Australia (nella ovalissima Padova…) 18mila: 5mila in meno rispetto al 2017 quando sfidammo il Sudafrica e lo stesso numero che richiamò il match con Tonga l’anno prima.
    Sul mio profilo facebook dopo la partita di sabato ho scritto: C’è una parola per definire il mese azzurro di test-match: “poco”, di tutto. Un post pubblicato a caldo, di pancia. Ma anche ragionandoci a freddo non credo di essermi poi sbagliato di molto. Purtroppo.

    1. Ho scritto che abbiamo fatto un discreto schifìo, certo, ma non vedo da nessuna parte parole o concetti che possano portare a dire che O’Shea è da cacciare. E’ una tua personalissima conclusione.

  18. la smentita di Gavazzi parla da sè. Disse anche che O’Shea non era stato contattato od altre frasi di circostanza. L’Italia non dovrebbe stare nel 6N a prescindere ma COS non è mai riuscito a raddrizzare la barca: non vinciamo da 3 anni.

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