Connacht toglie il sorriso al Benetton, Zebre ko ma a perdere davvero è l’ufficio stampa di Calvisano

La squadra di Galway vince a Bordeaux e soffia ai veneti il pass per i quarti di finale di Challenge Cup, La Rochelle vince a Parma. Poi un comunicato della squadra bresciana entra in modalità ultras

Nella notte tra domenica e lunedì, quella appena trascorsa, si è verificato il perfetto allineamento Sole-Terra-Luna, purtroppo per il Benetton Treviso invece i risultati non si sono allineati come sperato e i veneti non sono riusciti ad agguantare il pass per i quarti di finale di Challenge Cup. I veneti hanno fatto quello che dovevano travolgendo il Grenoble in Francia (7-39) ma Sale supera Perpignan con un gap praticamente identico (39-5), Bristol asfalta i russi dell’Enisei (93-19) e – soprattutto – Connacht vince a Bordeaux una partita con una rimonta che trova la sua conclusione proprio allo scadere (27-33).
Peccato, ma va pure detto che proprio il Benetton deve mangiarsi le mani per quel ko di un solo punto rimediato in casa dell’Agen nella seconda giornata del torneo.
E le Zebre? Le Zebre hanno perso ancora: a Parma contro La Rochelle è finita 10-22. Quella transalpina è squadra decisamente più forte, organizzata e strutturata ma non è che abbia dovuto sudare le proverbiali sette camicie per imporsi. Gli atlantici sono partiti a ritmo basso, svogliati, e si sono fatti sorprendere dai padroni di casa nel primo tempo, ma una volta prese le misure non c’è stata storia, tanto che le Zebre nella seconda frazione non hanno fatto nemmeno un punto.

Poi si è giocata anche l’ultima giornata della Cosa, ovvero la Continental Shield. Rovigo ha sconfitto 89 a 7 in trasferta i Belgium Barbarians XV mentre Calvisano – sempre in trasferta – haregolato le Fiamme Oro con un netto 33 a 10. La squadra di Brunello e i rossoblu tra fine marzo e metà aprile (match il 3o e il 20 dei due mesi) si giocheranno un posto per la Challenge Cup della prossima stagione.
E qui succede che l’ufficio stampa di Calvisano, nel comunicato che racconta la partita, si lascia andare a sta cosa qui…

Qualcuno dirà che sugli spalti si sente di peggio, ed è vero, ma questo è il comunicato ufficiale del club scritto da un ufficio stampa. E non stiamo parlando del Canicattì Rugby (con tutto il rispetto per il Canicattì), ma di Calvisano, ovvero una delle realtà più importanti di tutto il nostro movimento. Stiamo parlando di elite del rugby italico, ci si aspetta una quota minima sindacale di professionalità. Invece no. E se gli uffici stampa si mettono a fare gli ultras o giù di lì, beh, abbiamo un problema serio.
Di questa cosa ha scritto – dannatamente bene – il collega e amico Marco Turchetto sul suo blog rugbytoItaly. E io davvero non ho altro da aggiungere. Ecco uno stralcio:

Sputateli! Sputate quei dannati riferimenti al valori del rugby con cui ogni tre per due ci si riempie la bocca per mettersi su un piedistallo rispetto ad altre discipline sportive. Sputateli! Non come purtroppo lo sputo lanciato durante lo scorso derby veneto nella massima serie, non come purtroppo l’insulto razzista sputato sempre nella stessa partita.
Sputateli! Non come purtroppo la presunzione sputata che trapela dal post pubblicato su Facebook dal Calvisano per tacciare di ignoranza chi ha qualcosa da ridire su un risultato sportivo.
Se è comprensibile…

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13 pensieri su “Connacht toglie il sorriso al Benetton, Zebre ko ma a perdere davvero è l’ufficio stampa di Calvisano”

  1. due mete stronze hanno deciso del destino di Treviso…

    quella regalata da Treviso all’Agen all’andata e quella regalata dal Bordeaux al Connacht all’83esimo: meta d’intercetto su di un passaggio inutile e pericoloso…

    andò peggio qualche anno fa al Clermont in Coppa Campioni: in un girone in cui tutti vinsero e persero 3 partite i gialli, che avevano la miglior differenza punti, persero l’ultima partita in casa con il bordeaux sprecando i calci che avrebbero loro consentito di ottenere il bonus difensivo. le altre 3 squadre, con delta negativo, fecero 16 punti, clermont finì ultima a 15…

  2. Dev’essere proprio messo male il Cavisano se mette in mano la sua Pagina Ufficiale Facebook a uno che scrive “.. perdi più ..” .
    Meglio essere ignoranti di rugby che ignoranti e basta.

    1. ad occhio qualcuno ti legge visto che adesso è scritto correttamente. Comunque, se ci riferiamo a quanto riportato nella notizia, conosco gente che in quel di Calvisano sa scrivere cose analoghe e peggiori.
      Venendo invece alla Benetton direi che i rimpianti li può avere solo chi ha avuto modo di assaporare un traguardo non raggiungendolo per colpa propria. Questo, nell’era professionistica dei Leoni non era mai successo, direi che vuol dire che ci siamo incamminati nella giusta direzione.
      Poi, siccome siamo sempre fortunati, oltre ad essere stati la squadra che venne eliminata pur avendo vinto entrambe le partite contro chi si qualificò a parità di punteggio (Pontypridd, HC1998/99), ora siamo la prima squadra ad essere eliminata pur avendo fatto 20 punti.
      Ma noi siamo resistenti, resilienti e insistenti.

      1. Speriamo infatti che sia finiti qui, perchè ci stiamo giocando i playoff così come potremmo ritrovarci in mano con un pugno di mosche a fine Aprile

      2. A fine Aprile, comunque vada, non si resterà con un pugno di mosche per il semplice motivo che avremmo raggiunto l’obiettivo di continuare nel percorso di crescita. Se questa sarà documentata anche dalla classifica lo si vedrà, ma è innegabile che società e squadra abbiano fatto entrambi dei significativi progressi.
        Altrettanto non si potrà dire delle Zebre che avevano come obiettivo dichiarato dall’allenatore la qualificazione ai PO, a loro resterà la soddisfazione di aver fatto divertire gli avversari

  3. Calvisano è un comune italiano di 8 543 abitanti della provincia di Brescia in Lombardia.

    Canicattì è un comune italiano di 35 727 abitanti della provincia di Agrigento in Sicilia.
    ………….
    Diamo alle cose la loro reale proporzione e importanza.

  4. c’è poco da dire, la campagna europea non è andata male, seppur non se ne possa essere soddisfatti, treviso ha lottato fino all’ultimo per la storica qualificazione in un girone che, alla fine, si è rivelato più competitivo del previsto, con le due francesi che hanno mollato l’osso solo all’ultimo giro, uscendo per una serie di fattori, tra cui colpe proprie, che non tolgono nulla all’ottima prestazione,le zebre hanno costretto gli avversari a giocare al meglio per portare a casa le partite e con una miglior gestione (e un po’ di fortuna) nella composizione della rosa, non nel suo uso, sia ben chiaro, avrebbero dato più soddisfazioni e, magari, avrebbero anche avuto la possibilità di giocarsi veramente i PO, ma facciamo un passo alla volta, già non essere più considerati come timisoara ed enisei, ma come celtiche, francesi ed inglesi, per quanto meno incisive, è già un passo avanti.
    domestico… abbiamo avuto un giro di coppa terribile dal punto di vista dell’immagine/immaginario, sono uscite, tutte insieme,le peggiori cose che da un pezzo guardiamo con disprezzo, un commento di stampo razzista da parte di un allenatore durante una fase di gioco, un gestaccio da parte di un giocatore a partita finita e un commento da leone da tastiera da parte di un ufficio stampa. io dico la mia fuori dal coro, non c’è niente di strano e non ho intenzione di strapparmi le vesti per queste cose, non ho intenzione di giustificarle, ne di scusarle o accettarle, ma sono esattamente lo specchio del rugby italico:
    – allenatore che perde le staffe ed insulta l’avversario come 30 anni fà, sull’offesa razzista se ne sono dette di tutte (ripeto, il colore nominato potrebbe anche essere stato usato per indicare l’appartenenza ad un club per poi rendersi conto del problema, volendo fare filosofia), lascio stare e torno sul solo gesto, mancanza di professionalità e ambienti in cui si vive, e questa volta devo dar ragione ad alcuni detrattori del domestico, in un mondo di campanili in cui l’avversario diventa il nemico:
    – sputo a fine partita: lasciando stare che sia frutto di una provocazione a fine partita, nel caso gesto vigliacco anche questo e fuori le logiche sportive, anche qui si tratta di dilettantismo, per quanto in un giocatore che ha preso botte tutta la partita sia più capibile (non giustificabile) di uno che stà a bordo campo, una reazione scomposta, rimane il fatto che dovresti avere un’abitudine ed un controllo tali da evitare certe stupidaggini, altrimenti sei come un amatore che va a giocare una volta alla settimana per passare il tempo, ma di quelli frustrati, non di quelli sani;
    – ufficio stampa, anche qui, professionalità nulla, è anche vero che non so da cosa derivi questa felicissima uscita, magari dal fatto che qualcuno ha intasato il web con l’affermazione che la partita è stata rubata, bene, ma torniamo sempre lì, chi scrive può essere anche uno che passava davanti, tu sei un professionista ed, ergo, devi o scrivere il tuo senza cadere nelle più becere provocazioni e/o polemiche, o rispondere in maniera educata ed elegante, perché per fare casino, prendiamo molto meno noi dei vari blog, e ci si diverte anche di più;
    – risposte a tutto quello che è successo: come ho detto voglio essere fuori dal coro, quindi mi spiace un po’ dirlo, perché apprezzo tantissimo il vostro lavoro anche quando sono in disaccordo con quello che dite o noto errori pacchiani in cronache o simili che fa dubitare del fatto che gli eventi narrati siano realmente seguiti o valutati imparzialmente, ma mi sembra che tutta l’informazione stia facendo le vergini dai candidi manti (quelle rotte dietro, ma sane davanti), ci stiamo sconvolgendo per cose che è giusto segnalare e stigmatizzare, ma che sono fin troppo quotidiane per non sapere che è triste realtà, io insisterei più sul fatto del dilettantismo mentale, più che sull’indignazione da educande.

    1. Veramente nel massimo campionato nazionale di professionisti ce ne sono molto ma molto pichi. Non aspettiamoci che degli amatori (al massimo semiprofessionisti) si comportino da professionisti, perché non lo sono.

      1. come dicevano altri si può essere professionali senza essere professionisti, intanto, e se vuoi provare a correre dietro all’alto livello, anche solo come incubatrice, devi formare tutta la società come professionisti, al di là del fatto che si allenino 5 volte alla settimana la sera e che lavorino come liberi professionisti, dipendenti o che studino, quando sono fuori dal campo.
        il mio riferimento ai dilettanti è fatto su questa considerazione (e comunque stiamo parlando di un allenatore e un giocatore che sono stati in ambito celtico e quindi pro vero, e un professionista pagato per fare un lavoro ben preciso)

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