Italia U20 e ragazze, il Sei Nazioni 2018 già oggi è meglio del 2017. La Scozia “deciderà” quello degli uomini

ph. Fotosportit/FIR

L’edizione 2018 del torneo andrà in archivio tra una settimana ma le statistiche ci dicono che per le nazionali azzurre è già possibile trarre un primo bilancio, perlomeno quantitativo, facendo il raffronto con il Sei Nazioni di un anno fa. C’è già un segno più per ragazze e U20, mentre la nazionale maggiore…

NAZIONALE MAGGIORE
Il torneo 2017, definito da quasi tutti gli addetti ai lavori come il nostro peggior Sei Nazioni di sempre si chiuse con 0 punti fatti, 6 mete marcate e 26 subite, 50 punti fatti e 201 incassati per una differenza di -151.
Rimanendo al puro ambito numerico (per quello “qualitativo” attendiamo settimana prossima) in questo 2018 siamo grosso modo in linea l’edizione di un anno fa, ma differenze positive e negative le possiamo già registrare: con una gara ancora da giocare abbiamo già marcato 15 punti in più rispetto dodici mesi fa (65 finora) e ne abbiamo incassati 174. La differenza oggi dice -109 e dovremmo perciò chiudere meglio rispetto al 2017, sempre che sabato all’Olimpico la Scozia non ci batta facendo 42 punti più di noi. Eventualità che non si può escludere a priori ma estremamente improbabile.
Abbiamo anche già marcato tre mete in più rispetto a tutto il 2017 ma ne abbiamo già incassate quasi lo stesso numero (23). La partita con la Scozia darà un pesante segno al nostro sei Nazioni, almeno da un punto di vista statistico. Poi, chiaro, una vittoria renderebbe un pochino meno amaro un Sei Nazioni comunque molto negativo, ma a quel punto non come quello 2017.

NAZIONALE U20
Qui siamo già di fronte a un torneo migliore di quello di un anno fa (e dell’anno prima, e di quello dell’anno precedente…). Sei punti in classifica con una gara ancora da giocare contro i 2 complessivi del 2017, 20 punti segnati in più (81 oggi, 61 ieri), 10 mete segnate a fronte delle 7 di marzo scorso. Una vittoria contro la Scozia renderebbe il torneo 2018 come il migliore di sempre per la nostra principale nazionale giovanile.
Alcuni dati che invece devono far pensare: i punti subiti sono già praticamente gli stessi di dodici mesi fa (156 nel 2017, 150 oggi), e le mete subite sono già due in più (23 a 21). Fase difensiva da registrare.

NAZIONALE FEMMINILE
Questi i numeri del 2017: un punto in classifica, 5 sconfitte, 43 punti marcati e 118 subiti, -75 di gap, 7 mete fatte e 18 incassate.
La storica vittoria di Cardiff di domenica consegna a noi e alle ragazze un torneo che con la gara con la Scozia ancora da giocare è già meglio di quello di un anno fa: 5 punti in classifica, 37 già marcati (solo 6 in meno di un anno fa) e sei mete segnate. Nel complesso anche per la nazionale femminile è la difesa a subire troppo: quasi 20 punti già incassati in più (135) e due mete subite in più che non nell’intero torneo 2017 (20 a 18), numeri che portano il nostro differenziale tra punti fatti e subiti a -98, dato peggiore rispetto a un anno fa.
Una vittoria contro la Scozia migliorerebbe però i numeri complessivi di un torneo che è comunque già oggi un passo avanti rispetto a quello che lo ha preceduto.

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19 pensieri su “Italia U20 e ragazze, il Sei Nazioni 2018 già oggi è meglio del 2017. La Scozia “deciderà” quello degli uomini”

  1. più che i numeri, guarderei alle prestazioni, i ragazzi raccolgono i risultati di tre anni buoni in cui si è passati da fare da cenerentola ad essere competitivi, e non saranno quei 20 pt in più (ma neanche la vittoria, da un certo punto di vista, dato che è una conseguenza di questa crescita) di scarto a cambiare questo fatto; lo stesso dicasi per le ragazze, molto meno seguite dalla fed, che ritrovano lo smalto perduto un paio di anni fa; la maggiore, invece, per me è peggiorata, l’anno scorso era una squadra allo sbando senza tante opzioni che giucava più di pancia che altro, quest’anno le capacità sono superiori (le mete fatte, anche a babbo morto, visto che l’anno scorso non è che ce le giocassimo fino all’ultimo, sono la dimostrazione di un superiore livello di fitness e di abilità individuali e collettive), ma, pian piano, pare spegnersi quel fuoco che è l’unico che può far la differenza, di cosa sia colpa non stà a me dirlo, ma la maggiore pare una squadra moralmente e mentalmente alla deriva

    1. Interessante il finale “pian piano, pare spegnersi quel fuoco che è l’unico che può far la differenza, di cosa sia colpa non stà a me dirlo, ma la maggiore pare una squadra moralmente e mentalmente alla deriva”. Non entro nel merito, però è una cosa che anche a me sembra di notare. Il fitness è la base, ma la storia inizia lì; a me sembra che si paghi anche una carenza di leadership e personalità. Sergio Parisse è stato strabordante anche in quello, ma dopo di lui? Ghiraldini ha i suoi anni (e comunque si vede che, a giocare con costanza il campionato francese, il fitness e l’aggressività non sono un problema), su più di una terza si può sperare in una crescita anche di personalità ma…dietro? Soprattutto a mediano di mischia si vede una carenza di personalità.

  2. Per l’under20 c’è da dire che la partita con l’Irlanda giocata tutta in 14 mina la voce punti subiti per non palrare dello scivolone (ormai abbiamo capito che è stato solo un episodio) con la francia

  3. Lascio stare gli uomini, due parole sui “ragazzi” e le fanciulle.
    I primi possono chiuderla alla grande, nel senso che non solo battere la Scozia e lasciare gli Highlanders all’ultimo posto (l’Italia arriva ultima dal 2015, nel 2014 abbiamo lasciato la piazza agli Scoti, dopo averli strapazzati a Fontanafredda), ma anche insidiare il 4o posto, nel caso in cui (possibile) il Galles non raccogliesse nemmeno un punto contro dei francesi di fatto ben superiori (e noi ne facessimo 5 a Bari). Diciamo che sui numeri (difensivi in particolare) pesa la prestazione orribile di Gueugnon (abbiamo preso più punti noi in quella partia che la Francia o l’Inghilterra in tutto il torneo). Sono fiducioso e speriamo che i ragazzi ci diano e si prendano una grossa soddisfazione.
    Le ragazze invece si stanno riprendendo dopo la brutta battuta d’arresto dell’anno scorso in cui arrivarono ultime, cosa che quest’anno possono evitare vincendo lo scontro diretto con le Scozzesi. Dico che è un discorso un po’ diverso perchè la nazionale femminile ci ha abituato anche ad altri risultati (impensabili per gli uomini) come il terzo posto di soli 3 anni fa (dopo aver stravinto in Scozia, e battuto Galles e -senti senti – Francia), e comunque in 11 anni se non sbaglio sono arrivate ultime solo 2 o 3 volte. Stanno pagando un ricambio generazionale unito alla annosa mancanza di partite durante l’anno, che le obbliga di fatto a trovarsi e “incastrarsi” direttamente in questi appuntamenti. Cosa che ti riesce difficile se cambi mezza squadra rispetto a 2 anni fa…
    Comunque si preannuncia un bel week end di sana tensione agonistica. Daje!

  4. Buongiorno,
    per quello che ho potuto vedere manca l’intensità della prestazione oltre ovviamente a limiti tecnici individuali.
    Se non giochi oltre i tuoi limiti non puoi confrontarti contro le migliori squadre al mondo e pensare di reggere. La Scozia con l’Inghilterra, oltre a capacità tecniche, ha messo in campo un’intensità ed una voglia che i nostri non riescono a mettere o almeno io non riesco a vedere.
    Da ignorante delle dinamiche di spogliatoio la mia impressione esterna è che tutta questa concorrenza non ci sia e le prestazioni sono col freno a mano tirato.
    Poi ripensando alla partita il passaggio di Parisse lanciato indietro senza guardare che ci fa perdere 30 metri e quasi subire meta è l’esempio che questa profondità non c’è.

    1. non sono molto d’accordo con quanto dici, io ritengo che la profondità anche se molto ridotta ci sia e permetta delle scelte almeno su chi è più “fit”

      sono invece dell’opinione che alcune scelte di formazione siano ragionate in maniera diversa dallo staff e da COS in persona, in un’ottica di sviluppo a lungo termine che va anche oltre il mondiale 2019, opinione personale

      1. Probabilmente è davvero in prospettiva come dici tu. Però allora io dividerei due percorsi così come suggerito da Sir Clive Woodward. Un percorso con CT che metta in campo subito quel che c’è di pronto e un percorso con DOR Conor che sviluppi sul lungo periodo.
        L’attuale conferenza stampa post partita ha stufato, che ci sia da lavorare lo sappiamo. Ma per quando avremo finito di lavorare avremo ancora competizioni in cui partecipare? E un seguito di movimento adeguato?
        Treviso l’anno scorso aveva il peggior risultato di pubblico…. Vincendo ha ripreso medie accettabili. La Nazionale se continua così potrà giocare a Parma, altro che Marsiglia prima che l’inversione di tendenza avvenga.

      2. E infatti Paolo servirebbe una “divisione” dei ruoli. Ci sono due “ma” secondo me: il primo è che il CT dovrebbe conoscerlo (non dico sceglierlo) Co’S, visto che dovrebbero lavorare insieme (e con il DoR a supervisionare tutto, sappiamo come la convivenza possa non essere semplicissima). Il secondo è che siamo sicuri che la Fir abbia i soldi per poterselo permettere?
        Già deve dare i soldi per coprire interamente le spese delle Zebre, più quelli dati a Treviso, l’Eccellenza e (si spera) Accademie e rugby di base, oltre all’attuale staff della nazionale. Un CT costa altri soldi, e quelli sono riusciti a sprecare anni di conti sani per nulla…

      3. sono d’accordo, se bisogna dividere le strade servono anche due figure diverse con ruoli distinte che operano in simbiosi

  5. Sarà un caso, ma finchè giochiamo contro dilettanti o semipro, qualche risultato ogni tanto ci scappa.. mentre contro un professionismo strutturato non siamo praticamente mai in partita.. urge un aumento di professionalità tra i pro e sarà cmq + difficile colmare questo gap che per le donne/u20..

  6. Posso chiedere a tutti gli amici del dor del cos e del ct ci abbia chiesto a Cos di fare il dor? È a libro paga come ct.
    Quale altra nazionale avrebbe un dor distinto dal ct?
    Perché i club hanno sentito l’esigenza di eleggere presidente federale uno che ha bisogno di cos per farsi fare la lista della spesa?
    Roselli moretti aboud: a chi diamo onori e oneri per i risultati della under?
    Che sennò dopo la jwc saltano fuori anche quelli che dicono che troncon è un grande allenatore…

    1. Se è a libro paga come CT deve preoccuparsi dei risultati nell’immediato. Mettendo in campo nel miglior modo possibile i migliori giocatori disponibili al momento.
      Non accetto di sentire che la strada e lunga e dobbiamo lavorare perchè allora si tratta di formazione a lungo termine che quindi non dovrebbe incombere su COS.
      Si chiariscano i vertici e decidano “COS” vogliono fare.
      Se COS è il CT il suo bilancio è pessimo, traetene pure le conclusioni del caso. Se guardiano sullo sviluppo di giocatori per il futuro è presto per risultati consistenti.
      Questa confusione agevola gli albi a tutti i livelli dal vertice a chi scende in campo a chi non considerato per infortunio.

    1. Del tipo: te l’ha data? No però l’ho intravista da vicino!! (Non sono capace a mettere le faccine)

    2. Con tutto il rispetto mi ricorda parecchio quella che “..si però negli ultimi 15 minuti abbiamo fatto più punti di loro..”.
      Uno due lampi in 80 minuti sono solo quelli e niente più.

  7. Per me lo sviluppo del rugby femminile (e per dirla tutta, anche del rugby a 7) è un passo fondamentale per gettare le basi sul lungo e lunghissimo periodo. Anche lunedì mattina sono stato accolto da risolini dei soliti calciofili che si beffano delle 15 o 16 sconfitte consecutive nel 6N. L’italiano medio si entusiasmerà solo per le vittorie della nazionale maschile, ma per consolidare tutto il movimento e aumentare la base (e col Sevens anche le skills e il fitness) ci vuole un approccio su tutti i fronti. Se il rugby interesserà anche una fetta non tralasciabile di donne, nuovi sponsor seguiranno; se il rugby azzurro potrà almeno cercare di andare alle Olimpiadi, altro interesse seguirà. Ora tutto sembra molto lontano ma…il mondo cambia in fretta.

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