IN AVANTI POPOLO! – Un po’ di cose sulla vicenda Zebre, partendo da lontano per guardare oltre domani

Sulla vicenda Zebre le reazioni di tifosi e appassionati sono state le più diverse, si è letto un po’ di tutto, ma l’indignazione – merce piuttosto diffusa in questi tempi – è forse il sentimento più comune. Piccolo passo indietro: poco meno di una settimana fa la FIR ha comunicato che la società bianconera “sarà interamente partecipata dalla Federazione stessa con l’obiettivo di rispettare gli accordi vigenti e garantire la partecipazione di due squadre italiane al Guinness PRO12 sino al 2020”. Le Zebre così come le conoscevamo sono morte, fallite, ne nasceranno altre con una denominazione probabilmente molto simile a quella attuale, che rimarranno a Parma di sicuro la prossima stagione e poi si vedrà.
Indignazione dicevamo, ma alla fine quella che è successa è la cosa più sensata che poteva accadere. Intendiamoci, e non è un dettaglio, sensata per come si erano messe le cose.

Nel corso degli anni ho più volte scritto che uno dei deficit più pesanti del nostro movimento è quello dirigenziale. E’ un problema che riguarda la FIR, dove è ovviamente più visibile data la specificità di quella realtà nel panorama rugbistico italiano, ma che fatte le debite proporzioni interessa la maggior parte di club e società di ogni dove e di ogni livello. La vicenda Zebre, pardon, la vicenda Aironi/Zebre è paradigmatica, quasi un caso da laboratorio. Un po’ tutta la vicenda celtica lo è.
Inevitabilmente salterò un po’ di cose, il mio vuole essere un riassunto per sommi capi, ma a grandi linee sono successe queste cose: a metà del decennio scorso tra i principali sostenitori dell’avventura in Celtic si annovera Alfredo Gavazzi che tanto fa e tanto disfa e che a un certo punto riesce a strappare una bozza di accordo con il board per l’iscrizione italiana a costo zero. Chi gestisce però il rugby italiano in quel momento (Giancarlo Dondi) dice di no, ma la questione rimane comunque per aria per alcuni anni in cui aperture e chiusure verso quel torneo si susseguono. Alla fine arriva il via libero definitivo al costo però di 3 milioni di euro l’anno (la famosa “tassa di iscrizione” che paghiamo tuttora, anche se diminuita a un milione e 250mila euro l’anno) e non senza aver prima vissuto un vero e proprio dramma ovale con la vicenda dei Pretoriani prima indicati al posto del Benetton Treviso e poi messi alla porta perché dossier e candidatura presentata dalla franchigia romana vengono considerati ben al di sotto dei requisiti richiesti.

Si parte quindi con Aironi e Benetton: Treviso viaggia da sola (se bene o male è un discorso che oggi qui non ci interessa) grazie a una struttura ben oliata nel tempo e la presenza di uno sponsor padronale che mette soldi veri da tanti anni e che continua a farlo tutt’ora. Magari meno di un tempo, ma lo fa e in giro non ce n’è molti altri. Anzi.
Gli Aironi incontrano difficoltà tecniche – assolutamente prevedibili, quasi normali verrebbe da dire – e altre economico/societarie: i conti non tornano, alcuni soci smettono di versare i finanziamenti promessi e il presidente Melegari chiede aiuto alla FIR, un sostegno temporaneo di una stagione per superare il momento difficile. Dalla federazione arriva un no, gli Aironi collassano e falliscono, nascono le Zebre che vengono portate a Parma (strano eh?) e tra i soci ci sono anche quelli che hanno fatto saltare la baracca in quel di Viadana.
Le Zebre però sono totalmente federali, chi paga la qualunque è il presidente della federazione, che ora è anche cambiato: non c’è più Dondi, che si sente costretto a ritirarsi dalla corsa di settembre 2012 e che si appoggia Gavazzi, che viene eletto quale suo successore. Tra i due i rapporti sono quantomeno altalenanti, non si piacciono, nelle club house tra una birra e l’altra si raccontano anche di scontri durissimi ma entrambi i diretti interessati sanno che possono aiutarsi a vicenda. Non è una vera alleanza, è più una concomitanza di fattori e di convenienze.

Il nuovo numero uno del nostro rugby dice quasi fin da subito che vuole privatizzare le Zebre, questione di soldi e conti (la franchigia bianconera costa molto, parecchio di più dell’aiuto che Melegari aveva richiesto a Dondi), ci mette un paio di anni abbondanti in cui nessuna grossa azienda e/o sponsor si fa avanti per aprire i cordoni della borsa, soprattutto in maniera continuata, ma alla fine un nutrito gruppo di soci del territorio ducale ed emiliano messi assieme un po’ alla bell’e meglio raccolgono una cifra che serve quantomeno per coprire il capitale sociale (300mila euro circa). Gli attori coinvolti sono tanti, troppi, quelli che hanno più peso specifico sono di fatto gli stessi che hanno fatto andare a gambe all’aria gli Aironi e soprattutto non mettono e non metteranno mai i soldi per fare delle Zebre una vera e propria società privata: i bianconeri vanno avanti esclusivamente grazie ai soldi della FIR, il resto sono chiacchiere.
La situazione, alla lunga, non può che implodere e arrivare esattamente al punto in cui si trova oggi. Quel comunicato federale dell’altro giorno è la naturale conclusione di questa vicenda. E lo ripeto: data la situazione è anche la più sensata.

Il problema però non è l’oggi, ma il domani. E con domani non intendo nemmeno la stagione a venire o quella dopo, il problema è cosa succederà alla scadenza del contratto con il board. Perché l’obiettivo, carta canta, è quello di “rispettare gli accordi vigenti e garantire la partecipazione di due squadre italiane al Guinness PRO12 sino al 2020”. Oggi, martedì 27 giugno 2017, l’odore è quello del tiriamo a campare, del vediamo che succede. Ci sono degli accordi, li devo rispettare e oltretutto la credibilità internazionale italiana che già non è altissima (giratela come volte: due fallimenti in sette stagioni sono un cv che nessuno vorrebbe avere) ne uscirebbe a pezzi. Bisogna arrivare al 2020, cercare di coinvolgere sponsor, amministrazioni comunali e istituzioni in un’avventura che finora non ha portato né risultati sportivi e nemmeno soldi. Mettiamoci una pezza fino al 2020 e poi vedremo. Nel frattempo cerchiamo di farci male il meno possibile e tutto quello che verrà lo avremo guadagnato. Tanto più che ormai l’ingresso di un paio di franchigie sudafricane ormai sembra certo e dopo il 2020 (guarda le coincidenze) le opzioni USA/Canada se non addirittura Germania potrebbero diventare concrete.

Personalmente – per quello che può valere – trovo che il nocciolo della questione oggi sia questo. E lo capisco anche, è un ragionamento coerente. Ma può bastare per il momento, al massimo qualche mese, poi bisogna decidere cosa vogliamo fare da grandi, una volta per tutte. Se essere ancora celtici oppure no, con tutto quello che ne consegue. Progettando piani alternativi che siano comunque compatibili con un sistema e una struttura che va migliorata in più punti, a partire dal nodo-Eccellenza.
La vicenda Zebre oggi ci dice tutto questo. Ho sempre pensato che Alfredo Gavazzi sia una persona molto abile nel momento in cui lo metti con le spalle al muro, lo è meno nella fase della progettazione e della visione a medio-lungo termine (opinione personale, ça va sans dire). Oggi è costretto a farlo. E’ simpatico? Antipatico? E’ la persona adatta alla bisogna oppure no? Sono domande inutili, aleatorie e tutto sommato fuori luogo. Finora ha dovuto gestire una situazione creata da altri, ora la palla ce l’ha lui. Punto. Qualcosa deve combinare. La FIR deve smettere di traccheggiare e prendere una decisione chiara, possibilmente la più condivisa possibile e poi perseguirla con forza. Lo hanno fatto in Scozia, possiamo farlo pure noi. Alternative non ne abbiamo più.

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80 pensieri su “IN AVANTI POPOLO! – Un po’ di cose sulla vicenda Zebre, partendo da lontano per guardare oltre domani”

  1. Bene.
    Concordo sul fatto che sia del tutto ininfluente che il Presidente f.i.r. sia simpatico o antipatico perché l’importante è che sappia fare bene il suo mestiere di Presidente Federale.
    Oggettivamente, a oggi, non ha ancora dato buona prova di se ma questa è l’occasione per smentire tutti i suoi detrattori: “Son sicuro che con me le Zebre vincerebbero” (Da RUGBY1823
    Di Duccio Fumero venerdì 24 marzo 2017 ” Ma per far cambiare marcia alle Zebre, qual è la ricetta? “Sulle Zebre sa cosa mi era passato per la testa? Di dimettermi e prenderle in mano io, sono sicuro che con me vincerebbero” afferma Alfredo Gavazzi.”

    Le Zebre saranno federali ergo il responsabile, quand’anche venisse messo a capo della Franchigia un terzo soggetto, sarà lui.

    In bocca al lupo Presidente, vinca anche per noi.

  2. bene un pò di storia per rinfrescare la memoria. bella domanda che ne sarà di noi…per me il finale anacronistico è già scritto, franchigia federale a spese minime, nessuno potrà più di tanto criticare i ragazzi perchè giovani, inesperienti e figli di un sistema formativo non di prima fascia. La FIR risparmierà il massimo e poi dal 2020 tutti fuori a combattere all ultimo sangue nell entusiasmante campionato Eccellenza, che di anno in anno diventa sempre più povero, pensa poi se scompaiono, giustamente, i soldi della coppa del nonno…rimarrà solo Calvisano, El Dorado di questo nostro rugby..
    O’Shea, mentre tutti sono in ferie, se vuoi modificare il rugby italiano, sbrigati che sennò si fa tardi

  3. Manca un pezzo importante della storia : quello dei Pretoriani
    È fondamentale perché spiega il “peccato originale” legato alla Celtic League . Perché mai si fossero scelti i Pretoriani, con garanzie fasulle e un. Udinese plan basato sul nulla al posto della Benetton è inspiegabile ed infatti nessuno lo ha fatto . L’unica ragione possibile è che fossero parte del progetto di “nazionalizzare” il rugby italiano; in quell’estate vennero contattati quasi tutti i giocatori della Benetton cercando di portarli a Roma , cosa anche legittima se non fosse stata fatta da entourage della nazionale.
    Il Peccato Originale alla base dei nostri problemi è proprio nella nascita , nel voler fare la CL/Pro12 CONTRO il resto del movimento, qualcosa da gestire e controllare direttamente dalla direzione FIR e senza contatti e confronti con altri .
    Il problema è che le persone sono sempre le stesse e sempre lì.

  4. Io lascerei la Storia agli storici. Le metodologie dell’analisi e conoscenza del passato sono tali che nulla hanno a che vedere con il presente che necessita di strumenti operativi differenti. La storia non serve per consolare le coscienze e far tornare i conti in sospeso,ha un’altra funzione.
    Parliamo quindi dell’oggi,
    Oggi, scientemente, la Fir si pone l’obbiettivo di gestire una squadra di Pro12, stabilendo qual è il budget. Direi che già questa è una novità. ( positiva secondo me)
    Deve nominare un Amm. Delegato ( o Ceo) e da questo nome e questa designazione capiremo se , rispetto all’assioma Wilehlmiano ( in Italia nel rugby e nello sport in generale, non ci sono manager all’altezza,( tranne uno, ndr)) ci saranno novità. ( Intendendo novità positive)
    Dal punto di vista tecnico-sportivo la “squadra è fatta” ( cit. Andrea de Rossi), lo staff, pure.
    Staff: un capoallenatore, un allenatore degli avanti, un allenatore degli indietro e un responsabile delle skill, un responsabile dei calci. ( direi anche qui note positive).
    Alla fine le cose sono spesso più semplici di quanto si pensi, se arrivasse poi un A.D. con competenze nel marketing in grado di tirar su un po’ di quattrini………………..
    Per come la vedo io meglio quanto vediamo oggi di quanto c’era un anno fa. Ma io sono un inguaribile ottimista.

      1. Frank, oggi lascia discutere i grandi, te il treno delle 5 devi ancora guadagnartelo. Fa il bravo e fila a studiare (a proposito, come sono andati gli esami?)

      2. Vedi Frank, devi imparare a leggere l’Italiano. Non ho detto che la storia non serve, ho detto che l’indagine storica ha metodologie e strumenti di analisi diversi da quelli che servono per affrontare l’oggi. Ciò significa, tradotto, che , oggi, si può fare una buona squadra di Pro12 , a Parma,anche senza saper nulla dei duelli tra Dondi e Melegari.

    1. “Inevitabilmente salterò un po’ di cose, il mio vuole essere un riassunto per sommi capi, ma a grandi linee sono successe queste cose:”

      “Io lascerei la Storia agli storici. Le metodologie dell’analisi e conoscenza del passato sono tali che nulla hanno a che vedere con il presente che necessita di strumenti operativi differenti. La storia non serve per consolare le coscienze e far tornare i conti in sospeso,ha un’altra funzione.”

      direi che c’è qualcosa che non torna.

      “Oggi, scientemente, la Fir si pone l’obbiettivo di gestire una squadra di Pro12, stabilendo qual è il budget. Direi che già questa è una novità. ( positiva secondo me)”

      cioè, stai dicendo che, l’ente che ha indetto bandi di partecipazione al pro12, ha gestito direttamente la franchigia per più di due anni, prima d’ora non aveva mai stabilito un budget per la gestione della squadra?

      1. Piacenza, io ho riferito quanto detto da De Rossi, al momento della comunicazione ufficiale dei nomi faremo delle valutazioni tecniche. I nomi che tu hai elencato a me non dispiacciono affatto, vediamo come fanno da 34 a diventare almeno 40.

    2. AdG, la rosa ad oggi molto piú scarsa di quella dell’anno scorso. Come fai ad essere ottimista? Se tutto va bene ne vincono una in casa, ma neanche sicuro. Potrebbe essere la nostra ultima stagione con 2 franchigie e poi COS chi lo sente
      Tommaso D’Apice
      Oliviero Fabiani
      Luhandré Luus
      Andrea Manici
      Dario Chistolini
      Andrea De Marchi
      Bart le Roux
      Andrea Lovotti
      Sami Panico
      Valerio Bernabò
      George Biagi
      Gideon Koegelenberg
      Leonard Krumov
      Maxime Mbanda
      Johan Meyer
      Derick Minnie
      Jacopo Sarto
      Renato Giammarioli
      Dries van Schalkwyk = 19 avanti

      Guglielmo Palazzani
      Marcello Violi
      Maicol Azzolini
      Serafin Bordoli
      Carlo Canna
      Failaga Afamasaga
      Giulio Bisegni
      Tommaso Boni
      Tommaso Castello
      Matteo Pratichetti
      Mattia Bellini
      Gabriele Di Giulio
      Giovanbattista Venditti
      Kurt Baker
      Matteo Minozzi = 15 trequarti

      = 34 giocatori

    3. “Deve nominare un Amm. Delegato ( o Ceo) e da questo nome e questa designazione capiremo se , rispetto all’assioma Wilehlmiano ( in Italia nel rugby e nello sport in generale, non ci sono manager all’altezza,( tranne uno, ndr)) ci saranno novità. ( Intendendo novità positive)”

      Posto che il ceo delle zebre – ammesso e non concesso che ne avranno uno – sarà diretta emanazione del presidente federale e che sarà lui a decidere tutto, sorvolando sulla discutibilissima teoria sull’importanza “dell’analisi e conoscenza del passato”, vorrei sapere dove avrei mai scritto (oggi, ieri, 7 anni fa, quando ti pare) che nel rugby italiano ci sarebbe solo un dirigente all’altezza. No, aspetta, in tutto lo sport italiano. Perché non l’ho mai fatto. Ma proprio mai.
      Nessuno – ripeto: nessuno – mi deve mettere in bocca parole o cose che non ho detto. Se lo senti come un’impellenza fallo con i tuoi amici al bar o con chi ne hai voglia, non con il sottoscritto. Mai più.

      1. Questa roba l’hai scritta tu là sopra:
        “Nel corso degli anni ho più volte scritto che uno dei deficit più pesanti del nostro movimento è quello dirigenziale. E’ un problema che riguarda la FIR, dove è ovviamente più visibile data la specificità di quella realtà nel panorama rugbistico italiano, ma che fatte le debite proporzioni interessa la maggior parte di club e società di ogni dove e di ogni livello. La vicenda Zebre, pardon, la vicenda Aironi/Zebre è paradigmatica, quasi un caso da laboratorio. Un po’ tutta la vicenda celtica lo è”
        Mentre ” solo uno” è roba mia e l’ho anche sottolineato.
        Non capisco tutto questo nervosismo.

      2. la tua postilla cambia completamente il senso delle mie parole. Perché tra dire che in Italia c’è un problema di dirigenti all’altezza della bisogna è un conto, dirne che ce n’è solo uno è un altro. In mezzo c’è il mondo.
        Il fatto che tu non ci arrivi è cosa che non mi stupisce ma finché rimane un problema solo tuo non mi riguarda. Né tu né altri dovete mettermi in bocca cose che non ho detto. E’ semplicissimo da capire, basta volerlo

  5. Lo scandalo erano le 300mila. Li a tutti avrebbe dovuto squillare l’allarme, Un gruppo di persone (Cantoni dall’interno della FIR) stava preparando il colpo: 5 milioni/anno + strutture gratis e rischio zero per una miseria in prestito. Gavazzi sotto elezione + pressione per il bilancio stava zitto e sperava, quando avrebbe dovuto placcarlo e ribaltarlo a 180°.
    Senza voler vantarmi, l’avevo detto da subito su OR, ma io sono un pó crucco e i soldi pubblici per me non sono un’entitá astratta. Quando la maggior parte dei commentatori dei forum prende il treno alle 5 per scrivere boiate o continuano a postare immagini di pesci da mesi la via é ancora mooolto lunga 😉

      1. Frank ricorda: treno delle ore 17:00 binario 8.
        Per gli esami della sessione estiva ti consiglio di prepararti in Storia del luccio e della trota in salsa di emmenthal che una domandina allo scritto esce sicuramente.
        A proposito, se ti danno il solito 18 politico rifiutalo, tu sei uno che ha delle ambizioni molto elevate,quindi o almeno un 20 altrimenti niente.

      2. @frank, il treno delle 17,00, che tale non è e non a quell’ ora, è rivolta a me, ma non so perché, e nemmeno mi interessa. È un arguta battuta di @piacenza. Non ci perderei molto tempo, fossi in te. Speriamo mi scriva dell’ “imbecille”, senza essere stato offeso, come ha fatto @AdG. O che sfotta le pratiche religiose degli Ebrei al Muro del Pianto. O che altri augurino a un bloggista di annegarsi nel Piave, così facciamo un mazzo unico. Avete un idea di quello a cui vi esponete, a scrivere certe cose e a insultare la gente, per iscritto, nel caso non troviate gente come me e altri che ci sghignazzano sopra e finisce lì? Avete mai pensato che un religioso, un uomo di legge, un blogghista, o un qualsiasi cittadino che si svegliano male, o sono mal consigliati, possono andare alla Polizia Postale e farsi tirar fuori anni di insulti a tutti distribuitii sui blog, di partecipazioni a corsi in Nuova Zelanda tenuti da Graham Henry, le date in cui siete stati bannati con due nick diversi, e procedere? Sono gran brutte e costose rogne. A prescindere dalla mancanza della minima educazione nelle relazioni interpersonali. Non ci avete pensato bene, vero?

      3. [cit.]
        Chi scrive sui blog dietro in Nick va preso con il beneficio dell’inventario, potrebbe essere chiunque:
        1) un trombato al quale hai rubato il posto
        2) il fratello di colui cui hai rubato il ghiacciolo all’asilo
        3) quello cui hai portato via la ragazza
        4) un vigliacco al quale manca ogni sentimento
        Comunque tutte persone che usano i social per far del male agli altri.
        Le persone serie scrivono sui media con il loro nome e cognome .

      4. A volte puó essere utile un esercizio:
        pensare un attimo che prima che inventassero i blog con la possibilitá di commento (alcuni postano foto) gente come te e altri un dialogo con gente normale come me e altri, ma neanche nelle favole. Il progresso ha voluto che tutti potessero partecipare. Pensaci e fanne buon uso. ok? E questo é un blog sul rugby, R-U-G-B-Y e simila, non sulla tua vita privata. Avevi promesso a PW di abbassare i toni, fallo

    1. probabilmente Gavazzi non è crucco, e quando stava zitto e sperava, per lui i soldi pubblici erano una cosa astratta… 😉

    2. Vedi che non capisci, @piacenza? Ho appena finito di scrivere. Non puoi scrivere “boiate” a uno che non conosci e pensare di pigliarlo per il culo. Non mi innervosisco, ma
      Misura la penna e le parole. Oltretutto, caccia nome e cognome e indirizzo, prima, qualificati. Sennò, quantomeno, non esisti.

      1. avete rotto il cazzo, in gruppo.. e ve lo dico con affetto. scrivetevi, spiegatevi e si chiudo tutto li. e dai sta diventando uno spettacolo che non si addice alle persone che siete. forza, su.

  6. Le Zebre sono in ritardo, aspettiamo tutte e tre i comunicati ufficiali:
    1) Bradley + rosa giocatori
    2) Gavazzi per A.D e , forse, futuro 2a franchigia
    3) A.D. con il suo programmma gestionale
    Resto comunque basito del fatto di come non si comprenda la differenza tra oggi e un anno fa. L’anno scorso a settembre c’erano già i problemi relativi al fatto che la società non pagava le visite mediche, gli stipendi ( vedi tweet di Venditti) ecc ,ecc. Questi giocatori , che sono gli stessi dell’anno anno scorso, possono solo fare meglio dell’anno scorso. Di certo non si qualificheranno per i P.O. ma non mi sembrano così male.

    1. Molto giocatori non fanno casino perché magari non hanno dove andare oltre che in Eccellenza, i papabili sono già andati via, rimangono Padovani e qualche altro nazionale che forse non ha ancora sondato il terreno all’ estero, non hanno trattenuto nessun fenomeno al momento

      1. Alcuni dei pezzi pregiati sono già andati via, Ruzza e Ceccarelli, altri sembrano in uscita, gira voce su Baker. Gli altri difficilmente potrebbero andare proprio perché nazionali. Per cui rimanere alle Zebre è l unica soluzione per rimanere nel rugby pro

      2. Scusa, ma Ruzza è un gran bel prospetto che il Benetton si è messo in casa, ma non credo faccia un gran minutaggio quest’anno. Anche se spero il contrario. Alla fine la tua geremiade si riduce a Ceccarelli e (forse,chissà) Baker.

  7. Grazie PW per il recap, sintetico e completo. Aggiungo un paio di cose a contorno.
    1) Va tenuto presente il periodo storico – economico in cui questi eventi hanno avuto luogo. In particolare per la vicenda Aironi. Da sempre o quasi il rugby a Viadana aveva potuto contare su di un robusto apporto da parte della Banca Agricola Mantovana, oltre che (e soprattutto) dell’impresa della famiglia Melegari. Poi l’Agricola viene incorporata in Monte dei Paschi, che al tempo foraggiava anche il basket a Siena a fior di soldoni (tant’è che arrivarono una serie di campionati di fila in una piazza storica…ma mai ai vertici nella pallacanestro). Sappiamo delle vicissitudini di MPS, che infatti lasciò in braghe di tela praticamente dall’oggi al domani il basket…e anche prima il rugby. Nel frattempo, la società della famiglia Melegari va in grossa crisi (concordato) e, molto a malincuore, deve tirarsi indietro anche dal rugby. Se l’accesso alla CL fosse per assurdo avvenuto 10 anni prima, probabilmente grazie al budget ed al materiale umano gli Aironi avrebbero potuto mirare al “lato sinistro” della classifica. Ma soprattutto: in base ai presupposti economici, gli Aironi avevano le carte in regola per essere una franchigia come quella trevigiana, cioè privata.
    2) Va sottolineato che il problema della franchigia è qualcosa che, cronicamente, affligge lo sport italiano. Basta guardare a pallacanestro e pallavolo, cioè gli sport con i campionati più popolari a livello professionistico dopo il calcio, in cui la differenza la fa quasi esclusivamente l’apporto economico che lo sponsor di turno eroga. Basta prendere l’elenco della massima serie di dieci anni fa e confrontarlo con quello attuale per vedere quante società sono rimaste al loro posto (nel volley 9 su 14, grazie alle rinunce alle promozioni; 6 su 18 nel basket). La “mobilità” non è frutto di dinamismo, ma soprattutto di exploit dovuti al budget.
    3) Quest’ultimo dettaglio è irrilevante per il discorso, ma mi pare necessario. Non voglio entrare nel merito delle discussioni su Gavazzi, né come presidente, né come uomo. Però non concordo sull’opinione per cui Gavazzi sia “meno abile nella fase della progettazione e della visione a medio-lungo termine”. La mia esperienza diretta risale a qualche tempo fa, allorché l’attuale presidente era solo consigliere federale; per quanto riguarda la programmazione a Calvisano, era sempre avanti di un passo rispetto ai sogni di tutti (un esempio è l’impianto sportivo di proprietà). Certo i tempi cambiano e non è detto che le qualità che si hanno in ambito valgano anche in un altro. Forse sarebbe meglio per il rugby italiano che facesse il manager / owner della franchigia (privata e non federale) e lasciasse la federazione ai mandarini eredi di un mondo antico.

  8. Nella ricostruzione storica Paolo hai omesso di mettere che dal momento che si è cominciato a elargire il contributo alle Zebre, lo stesso si è dovuto fare anche con il Benetton, che lo ha preteso (giustamente o meno, qui e adesso non ci interessa.), che non cammina più così da sola ormai da qualche stagione.
    Io ritorno a ribadire che il campionato celtico è strutturato e fattibile soltanto con franchigie completamente federali, come hanno infatti irlandesi, scozzesi e, ormai, anche gallesi (lo so che se scrivesse ancora il mio amico, neo promessa del cricket dell’ isola di smeraldo, mi direbbe che in Scozia vorrebbero, anche parzialmente, privatizzare, ma la realtà è che partner privati, disposti a rilevare le franchigie, o a entrare nella gestione, non li trovano nemmeno loro, figuriamoci qui!!!).
    Quindi io saluto con soddisfazione il ritorno delle Zebre federali, augurandomi che, questa volta, si riesca ad approntare veramente una struttura di livello professionistico e in maniera professionale e che si continui la permanenza nel campionato celtico, naturalmente basta non farlo nella indegna maniera, approssimativamente poco seria, con con cui si è fatto fin ora, che è l’ unica maniera per poter avere una “palestra” dove ppreparare i giocatori al vero Rugby d’ elite (l’ Eccellenza va giusto bene per giocare la coppette degli sfigati e far giocare la Nazionale contro Georgia, Romania,e compagnia cantante!!).
    Chiudo, in maniera assolutamente non polemica, sottolineando che, nell’ approccio di Paolo alla’ argomento, ritrovo, quasi paro paro, le posizioni che il suo amico Munari esprimeva, quando ci fu la candidatura Zatta.

    1. @Hro, quanti soldi entrano ogni anno nelle casse della SRU? Quanti spettatori fanno Glasgow ed Edimburgo e quanti la nazionale del cardo? Dagli sponsor e dalle televisioni quanti ne arrivano? Magari, avendo tu contatti diretti in Scozia, sei in grado di fornire numeri precisi su quelle voci. E’ sui quei numeri che si gioca la differenza tra la partecipazione scozzese alla CL e quella italiana. Tutto il resto viene di conseguenza, al netto di giochi politici, privatizzazioni più o meno farlocche e gestioni più o meno professionali della baracca. Se non si riescono a portare gli spettatori al Lanfranchi manco andandoli a prendere a casa, se gli investitori sono l’enoteca che la finanza chiude il giorno dopo l’accordo, se per avere un broadcaster bisogna pagarlo e se, nel frattempo, l’Olimpico perde circa 20mlia spettatori in 3 partite, mi dici tu da dove li fai saltar fuori i soldi per finanziare le due franchigie? Resta solo l’obolo del CONI, che, prima o poi, si romperà le scatole e, magari sotto la pressione delle altre federazioni sportive che costano meno e qualche risultato in più lo portano, deciderà di fare le pulci alla gestione della faccenda. Già la storia del bilancio provvisorio e della relazione dei revisori non è andata tanto giù, ma c’era da rieleggere Malagò, quindi si è preferito soprassedere, ma quanto ancora potrà durare la storiella? Qui si va avanti per forza d’inerzia, all’insegna del mantra secondo cui bisogna aver fiducia nel “radioso sol dell’avvenire”: intanto si sta segando il ramo su cui siede il rugby italiano, riducendo ogni anno di più il sostegno alla base. C’è ancora chi è convinto che i giocatori li porti la cicogna, pardon i CdF e le Accademie.

    2. Giova, quanto a spettatori non ti credere che a Scotstoun e a Edinburgo ci siano poi molti più spettatori che a vedere le italiane, potrei dire delle farloccherie, ma penso, per quanto riguarda gli Warriors sui 5.000 spettatori di media; il disconso sponsor è diverso, lì la sponsorizzazione della nazionale comprende automaticamente anche le franchigie, in un unico pacchetto, cosa che andrebbe fatta anche in Italia, dove però c’ è l’ ostacolo che abbiamo una franchigia, (almeno formalmente, perchè, in pratica i soldi arrivano dalle stesse tasche!!) privata.
      Poi, su, siamo seri, come ci si può lamentare dei soldi spesi per le franchigie, quando c’ è quell’ autentico scandalo dei 400K elargiti alle emergenti, per la coppa degli sfigati!!

      1. Aspetta, io non mi lamento dei soldi alle franchigie, faccio semplicemente un discorso pragmatico: che i soldi VADANO investiti è non solo legittimo, ma perfino sacrosanto. Il punto è: per quanto tempo si può continuare ad investire in perdita come sta avvenendo ora con la CL? Per questo facevo il parallelo con la situazione economica scozzese (che non coonosco nei dettagli). Per me le Zebre andavano chiuse due anni fa, semplicemente prendendo atto che economicamente non possiamo permetterci di mantenere due franchigie in perdita, neanche (a maggior ragione) cotinuando a ridurre i soldi investiti sulla base (e per base intendo minirugby, formazione giovanile, ecc.). Sui soldi della Pata(cca)ro cup son d’accordo al mille per mille (ne ho scritto già tante volte), però a quel punto bisogna decidersi cosa fare: o si affondano le mani in profondità e si riassetta tutto il sistema in funzione del professionismo oppure si torna allo status quo. Viceversa in questo momento abbiamo un sistema ibrido che non è nè carne nè pesce.

      2. Che vada fatto un riassetto di tutto il movimento, in funzione del professionismo, come hanno fatto in Scozia pochi anni fa, non ci piove (questo ibrido, la penso come te, è soltanto deletereo e un ritorno al Rugby pane e salame, travestito da rugby d’ elite, io non lo prendo nemmeno in cosiderazione!!) e, se proprio due franchigie non ce le possiamo permettere, secondo me va ritirata la licenza a treviso e andare avanti con una franchigia federale (che siano le Zebre, i Pretoriani, o quello che volete voi), legata alla sponsorizzazione della Nazionale, con accademia annessa e seconda squadra in Eccellenza.

      3. Io invece un ritorno al “rugby pane e salame” lo terrei in considerazione. O meglio, terrei aperta la porta ad un’eventuale (e per nulla remoto) piano B, dato che le “vie della Celtic non sono affatto infinite”, come altri ritengono. Poi, rinunciare a priori ai pur pochi soldi che l’unico investitore finora trovato è disposto a metterci sarebbe solo autolesionismo.

      4. Sai quanto da il coni alla FIR? Sai in percentuale quanto è rispetto all’intero budget federale? Come mai tecnici e giocatori parlano bene delle franchigie? Da dove pensi vengano fuori i giocatori?

      5. @Hro, vedi che invece andiamo nella direzione che ha sempre sostenuto il buon Ermy (come la migliore vista la situazione…) !
        E potrebbe anche essere che il tanto venerato COS abbia pure dato il benestare, sai?
        Treviso squadra per vincere, l’altra federale per provare i giovani.
        Magari io lo dicevo già 4 anni fa… ma non importa, col tempo si capiscono le cose… 🙂

  9. ,«Chi non ricorda il passato è condannato a ripeterlo».
    Forse è una frase di troppo elevato valore per essere postata in un argomento così futile, certo è che costituisce il motore delle vicende politiche italiane.
    Il rugby come dimostrano le recenti vicende ha imboccato una strada nella quale la politica è predominante alla passione, ai valori e a tutte quelle cose delle quali periodicamente ci riempiamo la bocca.
    Per ch ha tempo vada a cercarsi i ritagli dell’epoca ma la vicenda Pretoriani/Aironi rispondeva ad (anche?) una precisa spartizione politica: i Pretoriani godevano della sponsorizzazione di Alemanno, allora sindaco di Roma; gli Aironi volavano in grazia della sponsorizzazione leghista.
    Questo giusto per dire che in FIR non ci si sta perchè si è bravi, perchè si fanno i programmi con lungimiranza e si hanno le capacità per dirigere, ma in virtù di altro.
    Il nostro passato non è Grenoble, quella è storia, ma lo sono le vicende dell’ultimo decennio quelle sommariamente elencate, nelle quali manca un accenno ai Duchi del Nordovest che potrebbe giustificare qualche desiderio revanscista.
    Vogliamo riviverle?

  10. Piccoli storici crescono, ma sarà mai possibile parlare delle Zebre, che sono una franchigia del Pro12, restando ancorati ai temi squisitamente tecnico-agonistici?
    Ma davvero qualcuno è convinto che il successo o meno delle Zebre sui campi celtici dipenda dal fatto che Bradley conosca uno per uno i dirigenti degli Aironi e i relativi scazzi che hanno avuto con Dondi ?

    1. “Ma davvero qualcuno è convinto che il successo o meno delle Zebre sui campi celtici dipenda dal fatto che Bradley conosca uno per uno i dirigenti degli Aironi e i relativi scazzi che hanno avuto con Dondi?” forse no AdG, però io la vedo in questo modo. Se io fossi l’allenatore/staff tecnico e come interlocutore ho una società fatta da persone che sono state presenti nel fallimento di due precedenti società (mi riferisco all’articolo odierno in cui si parla sempre degli stessi attori che circolano) e continua a perseverare nei problemi senza venirne a capo qualche dubbio mi sorgerebbe e due domande me le farei senz’altro. Una squadra gioca bene se alle spalle c’è una società sana che la supporta nei modi più opportuni; se la società è traballante e tira a campare stai pur sicuro che i problemi si riflettono anche sul campo o su temi tecnico-agonistici come da te citati. I due aspetti non sono così slegati, o per lo meno io non li ritengo slegati

      1. Cuco, Bradley è un allenatore di 54 anni, passato da Connacht, Edimburgo, Georgia, secondo te non si è informato bene , prima di accettare, su dove andava a finire?
        Meglio, ancora, non avrà chiesto/posto le condizioni prima di dare il suo sì?
        Credo che a Bradley interessi veramente poco di sapere se Dondi e Melegari hanno o meno litigato e di chi è la colpa se gli Aironi sono affossati.
        Questa musica, di cui anche tu ti fai interprete, mi sembra paro,paro la stessa di quando c’era in ballo l’arrivo di O’Shea:
        ” sono tutte palle, non verrà mai, se venisse appena si accorge di dove è finito, se ne andrà via” e avanti con amenità del genere.
        Stà storiella della storia da studiare è veramente amena,
        Come ho precisato in un altro commento al quadro di riferimento generale mancano le dichiarazioni ufficiali dei protagonisti e il nome dell’Amministratore Delegato, non certo la pubblicazione del volume ” Storia delle Franchige Italiane in Pro 12″.

      2. Alt AdG, frena un secondo. Non ho detto che tu hai torto, infatti data la tua domanda “a Bradley frega qualcosa di…” io ho risposto “forse no” e ciò non implica che la tua sia una falsità. E infatti dopo ho precisato “se io fossi… allora mi farei due domande…”, non ho detto che Bradley è un ingenuo nell’accettare l’incarico e di sicuro se si sarà fatto delle domande si sarà anche dato delle risposte prima di accettare. Fine. La sostanza della mia opinione è la seguente e te la riscrivo: d’accordo che i risultati del campo non sono al 100% dipendenti da beghe societarie, ma ritengo che le due cose siano comunque legate nel bene e nel male, e nello specifico se una società scricchiola sta pur sicuro che anche il campo lo sente. Questa è la mia opinione, vera o falsa che sia, ma non mi sembra di dire eresie o di fare il musicante del malaugurio (anche se non ho capito bene il tuo riferimento a ciò). Dopo, se la storia la ritieni amena, ovvero piacevole e dilettevole, perchè dopo dici che non si dovrebbe tenerne conto e che lascia il tempo che trova? Io invece la terrei bene in conto e dato che la FIR gestirà appieno le Zebre credo che le sarà molto utile per evitare poi di ripetere gli errori del passato. Come dici tu mancano ancora le dichiarazioni della futura dirigenza: benissimo, aspettiamole e da ciò allora ci faremo un’idea di quale sarà la strada (con annessi orizzonti) intrapresa.

      3. In buona sostanza tu dici ” una società senza soldi e senza direzione non può andare da nessuna parte”. Bene.Ma dimmi , di grazia, da dove trai le indicazioni che le Zebre ( ammesso che il nome rimanga tale) siano una società del genere.

      4. Beh, direi che mi dà ragione il fatto che debba intervenire la FIR per accollarsi tutti i costi e che si debba nominare una nuova dirigenza delle Zebre.

      5. E per inciso: se le Zebre navigassero nell’oro e avessero una buona dirigenza non capirei tutto il disturbo che si sta prendendo la FIR. Ecco da dove traggo le conclusioni.

      6. Scusa Cuco, ma forse non hai capito quello che è successo. La società è della FIR, a differenza di prima che era di privati cittadini.

      7. privati cittadini con il culo coperto dalla FIR in tutto e per tutto…mistificazione della realtà

      8. Non riesco a capire dove vuoi andare a parare AdG: se le Zebre nate come società privata hanno necessitato del sovvenzionamento FIR per continuare ad esistere la fanno di fatto una società senza soldi.

      9. Cuco , allora leggi bene il comunicato, e poi parliamo. Ma se non hai ancora capito che stiamo parlando di una società che non ha nulla a che vedere con quella dell’anno scorso, abbiamo speso parole al vento.
        Mr Ian, la federazione ha coperto il culo alle Zebre né più né meno come lo ha coperto alla Benetton, non una lira di più, non una lira di meno.

      10. Mr Ian, ti quoto al 100%, ma è la stessa mistificazione della realtà che viene usata per Treviso, che ormai fa quasi tutto con i soldi che gli passa la FIR.

      11. No no AdG, hai capito male o mi sono espresso male io: non parlavo della società che si verrà a formare a cui auguro lunga vita e serenità, ma parlavo proprio della/e società passate che hanno avuto bisogno dell’intervento FIR per sopravvivere e dalla “discutibile dirigenza”.

  11. Intanto sull’altra sponda del fiume, un Benetton (Cristian) entra nel consiglio. Attenzione, perché non è una notizia di poco conto.
    Io inizio a essere fiducioso sul futuro di Treviso perché finalmente si iniziano a vedere barlumi di progetti a medio/lungo termine…

    1. ciao R2D2, come andato l’incontro di Peroni?
      S’è visto il Vate?
      Scusa la curiosità, ma è stato un week end segnato dall’attesa…

      1. grazie della risposta, anch’io avevo pochi dubbi. Però per un attimo ho pensato che forte del suo tetralogo avrebbe avuto un sussulto di umanità.
        Rimane un’intoccabile al Brian de Palma…

  12. il grillotalpa su 23 giugno 2017 alle 11:08

    che non vadano in vacanza assieme è un conto, che sia un consigliere d’opposizione un altro. Ma vabbé.
    Oggi posso pure dormire tranquillo perché 4 minuti di contributo audio/video sono “accettabili”. Una specie di Natale insomma

    @Paolo ho letto adesso!

    Grazie per le risate

    😂😂😂

    1. Frank noto con piacere che ti basta veramente poco per divertirti.
      E’ bello scoprire che al mondo c’è ancora gente con la mente semplice e il sorriso sulle labbra…..
      🙂

      1. Mi basta molto poco, specialmente quando ci sono dei coglioni in giro, il cui unico scopo è menare il can per l’aia.

      1. @frank certe esageri anche tu. Ma devo dire che rispondi bene alle provocazioni inutili.

      2. Sai Camoto, quando uno viene qui con lo scopo unico di rompere i coglioni al gestore del sito e a chi il sito vorrebbe frequentarlo in santa pace, l’unica cosa che rimane è il dileggio.

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