Il Sei Nazioni come un ring: mettiamoci i guantoni e pesiamo tutte le contendenti

six-nations

Una settimana abbondante e il Sei Nazioni 2017 vivrà il suo kick-off. Si parte sabato 4 febbraio prima con Scozia-Irlanda, si prosegue subito dopo con le crunch, quell’Inghilterra-Francia che si prenderà l’attenzione di tutta Europa dal sontuoso palco di Twickenham. Primo turno che si chiude domenica con una Italia-Galles quanto mai interessante, perché i Dragoni quest’anno sembrano arrivare al torneo un po’ meno performanti del solito. E quindi un po’ più alla portata dei nostri ragazzi. Poi bisogna vedere in quale formato mentale gli azzurri scenderanno in campo, se più quello modello Sudafrica o quello modello Tonga, tanto per intendersi.

Fare dei pronostici su un torneo come il Sei Nazioni è sempre estremamente complicato. Le sorprese sono all’ordine del giorno, il livello complessivo medio molto alto. Poi è una competizione breve, fatta di partite secche, dove un errore o una giornata storta può diventare irrecuperabile e se questa arriva alla prima giornata…
Ho perciò deciso di mettere le sei squadre partecipanti sulla bilancia, come fossero dei pugili. Il peso o la categoria dicono delle cose, ma non tutto, perché l’approccio mentale o la capacità di incassare colpi senza finire in ginocchio contano moltissimo. Partiamo dall’alto.

Peso Massimo, oltre 90,720 kg: Inghilterra
Perché è la squadra campione uscente, perché un anno fa ha vinto con tanto di Grande Slam, perché il suo 2016 ha registrato solo vittorie, perché ha uno staff tecnico spaventosamente ben assemblato e capace di risollevare il morale e la testa di un gruppo uscito a pezzi dal Mondiale casalingo del 2015. Perché ha un bacino enorme e di grande qualità da cui pescare e perché ha margini di crescita davvero importanti. I favoriti d’obbligo.

Peso Massimo leggero (90,600 kg): Irlanda
Squadra a tratti bellissima, con le idee molto chiare in testa. Migliorata la profondità della rosa ma il gap con l’Inghilterra rimane. Parte con una doppia trasferta in Scozia e Italia: sulla carta un inizio di torneo un po’ più semplice rispetto alle avversari.

Peso Mediomassimo (79,275 kg) o Supermedio (76,104)? Francia
Dopo anni difficili ha imboccato la strada giusta, ma l’impressione è che le cose da sistemare siano ancora un po’. Un parco giocatori quantitativamente e qualitativamente di grande livello, ma la luce si spegne ancora un po’ troppo spesso e la concentrazione mentale non è sempre quella necessaria. Guy Novés ci ha messo un po’ ma sembra aver comunque trovato il bandolo della matassa. Potrebbe essere il torneo del salto di qualità, ma il condizionale è d’obbligo

Peso Medio (72,480 kg): Scozia
Squadra di difficile interpretazione. Sa giocare benissimo, non soffre di grandi black-out ma non è semplice dire quali siano ancora i suoi margini di crescita. Il movimento non è profondo come in altri lidi ma a Edimburgo e dintorni stanno lavorando benissimo, con una programmazione chiara e ben oculata. Vern Cotter ha già annunciato che dalla prossima estate non sarà più il ct ma il cambiamento sembra essere stato gestito al meglio. Può essere la vera sorpresa dell’edizione 2017.

Superwelter (69,762 kg): Galles
Un grande boh. La squadra c’è, i giocatori non mancano, la capacità di rialzarsi e di tirare fuori dal cilindro grandi prestazioni quando proprio non te lo aspetti nemmeno. Però i gallesi sembrano attraversare un periodo di appannamento, con uno staff tecnico che è diventato obiettivo ancora una volta dei British & Irish Lions. Sulla carta ha il debutto più semplice, quello con l’avversaria più abbordabile (l’Italia): potrebbe rivelarsi un boomerang se i Dragoni non dovessero scendere in campo con la giusta concentrazione.

Peso Welter (66,591 kg): Italia
Meglio rimanere con i piedi ben piantati per terra. Il primo a saperlo è il ct Conor O’Shea: “Dobbiamo pensare al breve, medio e lungo termine: essere competitivi al Sei Nazioni è il primo, diventare la squadra che nessuno vuole affrontare ai prossimi Mondiali deve essere il secondo”. Il tecnico irlandese sa che lo aspetta un torneo complicato e così ha messo il vero focus – ovvero “diventare la squadra che nessuno vuole affrontare” – a distanza di un paio d’anni. Che poi quella cosa non significa essere necessariamente vincenti, anche se lo spero ardentemente, come tutti – ma ostici.
Il debutto è contro il Galles, partita difficile ma quest’anno non impossibile, almeno sulla carta. Partire con il piede giusto anche dal punto di vista della prestazione sarà di enorme importanza. Pensare più alla gara con Tonga che non all’impresa con il Sudafrica è la cosa migliore da fare. Potremmo diventare dei Superwelter? Sì, ma attenzione a non scivolare tra i Superleggeri o peggio.

Il duro novembre di Lievremont

Dov’è finita la Francia spettacolare vista nel Sei Nazioni 2010? I test-match di giugno e novembre hanno riconsegnato una squadra ridimensionata nel gioco e nei risultati. L’analisi di Rugby 1823

Sembra lontanissimo il successo nell’ultimo Sei Nazioni per Marc Lievremont e la sua Francia. Le sconfitte estive con Sud Africa e, soprattutto, Argentina e un novembre in cui la “vendetta” sui Pumas non è bastata a convincere tifosi e stampa hanno lasciato il segno e il coach transalpino è sulla graticola a pochi mesi dai Mondiali. Ecco perché, ora, Lievremont parte al contrattacco, difendendo le sue scelte e, soprattutto, assumendo il comando totale delle operazioni.
Un passo indietro importante chiesto ai suoi assistenti, Emile Ntamack e Didier Retière, e la volontà di curare nei minimi particolari ogni aspetto della squadra, affinché si vada tutti nella stessa direzione. Ex uomo di mischia, Lievremont ha dato in passato ampi poteri a Ntamack nella gestione dei trequarti, ma i risultati non sono quelli che l’allenatore si aspettava. “Ho delegato il lavoro sui trequarti a Milou (Ntamack), ma l’ho lasciato troppo solo. Ho provato a risolvere la soluzione affiancandogli Gonzalo Quesada, coach dei calciatori, ma non ha funzionato e io ci ho messo troppo tempo a capirlo” le parole di Lievremont. Ma sono tante le novità che aspetteranno i Bleus in vista del prossimo RBS Six Nations e dell’RWC in Nuova Zelanda.
A partire dai rapporti con la stampa, che diveranno di responsabilità unica di Lievremont, evitando così che altre voci confondano idee e pensieri di una squadre che, invece, deve mostrarsi compatta al suo interno e verso l’esterno. Inoltre, gli aspetti tattici e tecnici in vista dei match verranno discussi e chiariti il lunedì prima dell’incontro e non, invece, nell’arco della settimana, una prassi che ha portato confusione e incertezza tra i giocatori.
Ma anche il rapporto con il capitano, Thierry Dusautoir, dovrà cambiare. “Sono stato molto duro con Dusautoir dopo il match con l’Australia, ma non ho mai messo in dubbio il suo ruolo di capitano – dice Lievremont –. L’ho scelto io e non si cambia, anche se avevo sperato in un rapporto più stretto, non tra lui e lo staff, ma tra lui e me. Gli ho chiesto di concentrarsi di più sul suo gioco, perché come capitano ha sofferto troppo il rapporto con la stampa”.
Insomma, dopo la gloria del Grande Slam per Marc Lievremont sono arrivati mesi difficili. Ora ha un Sei Nazioni e un Mondiale per dimostrare che lui non è solo “il bravo ragazzo, ma inesperto e incompetente” come qualcuno (anche nella Federazione Francese) ha voluto dipingerlo.