L’Italia debutta nel torneo con l’ennesima sconfitta: a Edimburgo gara a senso unico con gli azzurri che marcano tre mete solo nel finale a partita già mandata in archivio (e negli ultimi 10 minuti avversari pure con un uomo in meno). Ma stavolta a fare discutere sono le parole post-match… Bene ragazze e U20, ma non diventino una foglia di fico
“Dobbiamo ripartire da quanto abbiamo fatto di buono”. “Dobbiamo salvare gli aspetti positivi e lavorare sugli altri”. “L’aspetto mentale è stato positivo, dobbiamo migliorare quello fisico”. “L’aspetto fisico è stato positivo, dobbiamo migliorare quello mentale”, “Dobbiamo guardare avanti”. E chi più ne ha, più ne metta.
Il fatto che la nazionale di rugby vinca poco o nulla (nel Sei Nazioni siamo arrivati a 18 sconfitte consecutive: un record. All’Olimpico non si vince dal marzo 2013, fate voi) nel corso degli anni ci ha esposti a tutta una serie di “perché” che spesso si ripetono in loop e di cui ho fornito in apertura di questo articolo un breve compendio. Parole che abbiamo sentito davvero tante volte ma che – evidentemente – sono rimaste lettera morta, che l’andazzo non accenna a cambiare. Una sorta di salvare il salvabile anche quando c’è davvero poco nulla da salvare.
Dopo il 33 a 20 di sabato pomeriggio a Murrayfield contro la Scozia il ct Conor O’Shea ha detto “Non voglio pacche sulle spalle per gli ultimi dieci minuti. Quando giochiamo al nostro livello siamo competitivi e pericolosi”. Parole a cui qualcuno potrebbe anche finire con il crederci se non avesse visto la partita, però a quella affermazione andrebbero giusto aggiunte un paio di cose: che al minuto 70 la Scozia vinceva 33 a 3 – quindi: partita finita, 5 mete a 0 per i padroni di casa – e che gli ultimi dieci minuti ha giocato con un uomo in meno per il cartellino giallo comminato a Berghan. Chiamiamoli dettagli, se proprio volete.
Metto subito in chiaro una cosa. Non sto criticando il ct azzurro per la formazione o il lato brutalmente tecnico, ma proprio per le sue parole perché rappresentano bene una corsa all’alibi di cui francamente ne ho fin qui. Un andazzo simile a chi lo ha preceduto, una sorta di ritirata nell’ultima casamatta verbale dopo un avvio di grandi speranze poi disattese.
Il tecnico può essere criticato per la scelta degli uomini, della disposizione in campo, del game plan e di tutto quello che volete (e ci mancherebbe) ma due cose devono essere dette a priori e non possono essere messe in discussione: O’Shea non ha lasciato a casa nessun fenomeno e il nostro migliore parco giocatori è quello che era in ritiro a Roma nei giorni scorsi, lista infortunati compresa. Detta facile: siamo molto più deboli di tutte le nostre avversarie, o meno forti se preferite giocare con le parole. Per battere la Scozia, il Galles, la Francia, l’Inghilterra e l’Irlanda sono necessarie due condizioni: che gli avversari abbiano uno spirito diciamo rilassato e che noi si giochi al 120% delle nostre possibilità. Tertium non datur. Oppure possiamo fare finta di nulla e raccontarcela, che è quello che facciamo da qualche anno in qua. E i risultati si vedono.
Dice: però la nazionale femminile e quella U20 hanno vinto. Vero, e sono stati bravissimi sia i putei che le ragazze. Però non usiamoli come foglia di fico. Delle azzurre ci si rammenta solo saltuariamente, quando “servono” per coprire altri disastri e vorrei sommessamente ricordare che a un gruppo di ragazze che si stavano comportando molto bene sono stati imposti tre anni “sabbatici” in cui hanno giocato solo nel Sei nazioni e senza neppure un test-match. Succedeva giusto l’altro ieri. Perciò gli applausi che l’Italdonne si merita (e dio solo sa quanti sono) vanno indirizzati alla responsabile del rugby femminile Maria Cristina Tonna, allo staff tecnico guidato da Andrea Di Giandomenico e alle atlete tutte, ovvero a gente che da anni fa le nozze con i fichi secchi e le cui richieste non vengono quasi mai ascoltate. Non meritano di essere “usate” per tappare altri buchi alla bisogna.
L’U20? Sono molto felice per la vittoria di venerdì sera in Scozia: non era affatto scontata ed era la prima uscita del nuovo gruppo dopo un biennio che ha fatto davvero bene e che ci ha dato grandi speranze. Quei ragazzi sono importanti, dovrebbero essere il futuro del nostri rugby d’elite. Sì, ho usato il condizionale, perché i fatti del presente e la storia degli anni passati ci dice che il 90% abbondante di quei giovani lo perdiamo proprio nel momento in cui dovrebbero fare il salto di qualità. Quindi non “usiamo” neppure loro, che non se lo meritano, esattamente quanto le ragazze.
E comunque, per quanto bene facciano azzurre e azzurrini non sara mai abbastanza per coprire i tanti passaggi a vuoto della nostra nazionale maggiore, che lo ricordo è unanimemente riconosciuta come la locomotiva del nostro movimento. E io non ho mai visto un convoglio sostituire una locomotiva.
ps: pare che il gruppo azzurro negli ultimi giorni sia stato colpito da un attacco febbrille gastro-intestinale e che non si sia potuto preparare al meglio. Cosa che di sicuro non ha aiutato, però va pure detto che uno dei pochissimi aspetti positivi della gara con la Scozia è stata la tenuta fisica. Quindi boh, non darei un grosso peso alla cosa.
Non cambia molto però OS dice testualmente:”Ho detto a loro..lo stesso ho detto a Sergio, a tutti che non voglio dire grazie e pacca sulle spalle per gli ultimi dieci minuti..”. Il senso è il contrario di come lo hai interpretato tu. Anche ascoltando la conferenza in inglese si capisce bene che il suo messaggio è diverso. Detto ciò non si può che rimanere delusi delle prestazioni, perchè perdere era preventivato, ma non vedere palla per tutta la partita un po’ meno. Io difendo ancora di più OS per il lavoro che sta facendo certo che forse un po’ di pepe al culo ad alcuni senatori andrebbe messo tanto peggio di così non si può fare. Forse hanno veramente influito i virus della settimana, perchè molti giocatori mi sembravano spenti, sempre un pelino in ritardo e poco reattivi, però a sto punto le scuse stanno a zero, anche perchè i dragoni verranno a mangiarci domenica, di irlanda e inchilterra non parliamo e la francia di Brunel ci appiattirà. Mi sa che non guarderò più le partite dell’Italia sto giro
Ciao ragazzi, basta news: mi hanno ricoverato, per una settimana circa il blog non verrà aggiornato
Bad news
Mi dispiace Paolo, rimettiti presto.
Porca di quella miseria, vediamo di guarire presto !
In bocca la lupo!
In bocca al lupo, Paolo.
Chiedo scusa Wilhelm ma abbiamo finito o no di poltrire ? Qui fuori sta accadendo di tutto !
Ha detto tutto Vittorio Munari al 70′ circa della partita: “differenza di cilindrata”. In altre parole, in questo momento possiamo ambire ad essere la migliore squadra di Tier 2. Perché, alla fine, io non me la sento di dire che la prestazione (individuale e di squadra) sia stata né pessima né malvagia. Nel primo tempo, in cui si è giocato quasi sempre nella nostra metà campo, la Scozia ha segnato due mete grazie a due esecuzioni perfette di giochi non facili (offload di Hogg e calcio di Russell); e questo dopo che non era riuscita ad avanzare nel gioco multifase di mischia. Anzi la rolling maul ai 5 metri, con la quale McInally ha segnato numerose mete in stagione, è stata neutralizzata. E la seconda meta è venuta, spiace dirlo, a seguito dell’in-avanti di Castello sotto i nostri pali. Un 5-3 all’intervallo avrebbe forse (forse!) reso la Scozia più cauta…magari avremmo finito con un passivo maggiore ma frutto più di calci che di mete. Peraltro, giocare con tutta quella pressione addosso, rende inevitabile un qualche errore (e a Parigi e Dublino ne abbiamo visti di ben peggiori!). Nel secondo tempo, inevitabilmente, l’Italia è andata fuori giri all’ennesimo cambio di ritmo. Però… appena gli scozzesi hanno alzato il piede dall’acceleratore, gli Azzurri avevano ancora birra. E questa è una novità. Contentissimo per Padovani, che ha bisogno di fiducia. Sono un inguaribile ottimista, che guarda il bicchiere un terzo pieno e gioisce? Forse. In mischia chiusa si soffre parecchio (e la Scozia non è il pack più temibile…) e non si guadagnano due metri col pallone in mano (quanto manca Polledri). Solamente, mi sembra che oggettivamente non si potesse fare di più. Lo so, O’Shea e Parisse hanno dato un’altra versione; amen. Prepariamoci alle solite canzonature da parte dei non addetti ai lavori.
Il fatto che O’Shea affermi “Non vogiio pacche sulle spalle perchè la squadra ha giocato bene gli ultimi dieci minuti”, unito a un’esternazione, in settimana, del tipo “In passato si è trascurato troppo la filiera”, mi sembra che queste dichiarazioni non vadano nella direzione di cercare alibi nè per sè nè per chi ha gestito la Federazione negli ultimi anni, cioè quelli che lo pagano. Forse è stato leggero, ma non ha parlato come uno che ha visto un altro match.
Secondo me O’Shea, sapendo di avere una squadra oggettivamente inferiore alle altre, vuole cercare di lavorare sulla convinzione dei suoi ragazzi perchè ritiene che in questo momento sia l’unica benzina che possa farti arrivare a Roma senza devastazioni psicologiche. E’ una sua valutazione, seguita da Parisse. Mi rendo conto che molti si aspettano una dichiarazione più forte (non io; le dichiarazioni di fine match mi toccano poco, perchè il campo è fin troppo eloquente), ma non è facile presentarsi davanti alle telecamere e non poter essere libero di dire totalmente ciò che si vuole. Lo fece Mallet e fu sommerso di critiche.
Il nostro movimento nel suo complesso è ubriaco di sconfitte. Ubriaco. E non siamo sicuri che il dottore ci stia indicando bene la via di guarigione. Ma è il terzo, quarto dottore che consultiamo e questo perlomeno ha capito che il male non è in un punto preciso, ma in tutto il corpo.
Sono d’accordo sulla parte relativa a nazionale femminile e U20, meno sul commento alle parole di O’Shea e Parisse. Dopo l’ennesima prestazione che, a mio avviso, ha dimostrato che non riusciamo a competere con le nazionali del 6N cosa avrebbero dovuto dire? Certamente la tua è una analisi corretta, però in conferenza stampa non puoi dire “siamo risuciti a giocare solo quando la partita era chiusa e loro pensavano già alle Tennent’s in spogliatoio” (cosa vera, purtroppo) e non puoi nemmeno dire “questi sono i giocatori, più di questo è difficile fare” (cosa vera, magari in parte, ma vera). Cosa avrebbero dovuto dire?
Il parco giocatori è quello, scrivi. Sì, vero. Questo non è solo un limite, è anche il problema. A che servono le franchigie se poi non abbiamo abbastanza giocatori a cui attingere? In alcuni ruoli siamo spaventosamente scoperti, faremo altri esperimenti tipo Mauro Bergamasco MM? Nei 23 di sabato scorso c’erano giocatori che senza offesa non sono la prima scelta nei loro club e non mi pare che abbiano le qualità x diventarlo a livello internazionale. Tutto qua il movimento rugbystico Italiano? Dal 2009 sono passati 10 anni, eppure non si vede un netto miglioramento, almeno nei numeri dei giocatori, se non nella qualità loro.
Insomma, mi pare che guardando i risultati da quando è arrivato OS si possa dire: finché il rugby viene praticato a livello dilettantistico o semi dilettantistico, ci siamo, facciamo la nostra “porca” figura. Quando il livello si alza, ovvero diventa professionistico perdiamo il treno. Qui non è questione solo sportiva.
Hai proprio ragione, il gap si allarga spaventosamente quando si fronteggia il professionismo vero.
E proprio questo il punto.
E non ci si può mettere una pezza magica, bisogna lavorare a ristrutturare, migliorare il sistema di formazione e di selezionamento.
Quello che non s’ è fatto in venti anni, si è cominciato, sia pure lentamente, a farlo proprio da quando è arrivato O’Shea…cioè tre anni scarsi.
E’ strano che non si sia ancora molto??
Personalmente penso, al di là della partita di ieri, giocata comunque in casa di una squadra più attrezzata – caricata a pallettoni dai successi recenti propri e delle squadre di club, oltre che benedetta dal talento di Russell (che non acaso gioca e con successo in una delle più ambiziose squadre europee) – che i miglioramenti si stiano cominciando a vedere a tanti livelli.
Il che non significa vincere partite al 6N, le cui squadre partecipanti in questo momento – per nostra sfortuna, magari – esprimono (letteralmente) il meglio del rugby mondiale. Significa mostrare ogni volta qualche abilità in più acquisita e digerita.
Secondo me la difesa ieri è stata una di queste cose, così come, per quanto inutile nel contesto della partita, l’attitudine palla in mano degli ultimi minuti. Nel passato, non ricordo proprio la capacità di giocare con la palla, costruendo fasi. Il fatto che questo ci sia riuscito quando la pressione sia calata, non lo rende meno vero.
E’ comunque una caratteristica nuova, che stiamo vedendo emergere pian piano anche nelle franchigie… e pure lì, solo al cospetto di squadre che per qualche ragione te lo lasciano fare.
Con il tempo, miglioreremo le capacità di esecuzione di questa nuova abilità, prima assente.
Si soffre, si soffre tanto, ma forse non siamo mai stati in una posizione migliore come quella di oggi, guardando al futuro.
Siamo alla prova del nove: se perseveriamo e conserviamo la fede nella programmazione del processo di ristrutturazione e miglioramento (sperando anche di poterlo rendere sempre più radicale, nonostante le resistenze), i risultati arriveranno. Magari non nell’immediato, ma arriveranno.
Scusami Paolo, è tutto giusto quello che dici, però poi ce la dobbiamo raccontare fino in fondo la storia. Tu dici:
“O’Shea non ha lasciato a casa nessun fenomeno e il nostro migliore parco giocatori è quello che era in ritiro a Roma nei giorni scorsi, lista infortunati compresa”.
Ma anche i suoi predecessori non avevano a disposizione fenomeni, eppure qualcosina in più in termini di risultati la portarono a casa. Il tanto vituperato Brunel al suo primo torneo battè la Scozia, il secondo anno Francia e Irlanda e l’ultimo successo finora, nel 2015 contro la Scozia, porta la sua firma. Lo stesso, più o meno dicasi per Berbizier e per Mallett, in epoca in cui, tra l’altro, non partecipavamo ancora alla Celtic (tranne l’ultimo anno per il sudafricano). Questo significa che, in termini di risultati al 6N, stiamo tornando ai livelli delle prime 5 o 6 partecipazioni.
Anche tu, come molti in questi giorni, metti in risalto la tenuta difensiva (ricordiamo che però le mete prese son state 5, non 2 o 3…), ma sorvoli sull’attacco totalmente inesistente: è normale che, dopo due anni e mezzo di gestione tecnica, ancora non si capisca quale sia il game plan?
Purtroppo, fino a Novembre scorso, abbiamo assistito ad una sorta di tacita moratoria da parte dei media (tu, r1823, rugbymeet, OnRugby, Rugby.it, ecc.) nei confronti dell’irlandese: era vietato criticarlo, bisognava in qualche modo trovare sempre qualche giustificazione, mettere in risalto il lavoro di coordinamento con le franchigie, e così via…accantonando il fatto che lui è l’allenatore della nazionale, che non sta affatto giocando bene e non sta ottenendo i risultati sperati. Mi fa piacere che oggi tu scriva che gli alibi sono terminati, ma le parole post-gara di O’Shea sono grosso modo le stesse di giugno scorso, febbraio-marzo scorso e novembre di due anni fa, eppure allora erano alibi tollerati. Abbiamo dovuto attendere Novembre 2018 per poter finalmente leggere, qui e altrove, i primi velati dubbi sull’operato dello staff azzurro, immediatamente seguiti dall’auspicio di una pronta riconferma dell’irlandese: in nome di cosa, di grazia? Attenzione a non equivocarmi: il mio tema non riguarda la conferma o meno di O’Shea, riguarda l’atteggiamento tenuto dai media specializzati nei primi due anni di gestione dell’irlandese. Criticarlo, o semplicemente metterne in dubbio l’operato, era una sorta di tabù.
Giovanni, se devi raccontarla tutta, come dici tu, allora devi anche dire che l’Italia di Brunel nei primi due anni era più forte di questa in una fase fondamentale come la mischia e la Scozia era certamente inferiore a quella vista negli ultimi due anni. Molto inferiore. Se vuoi ragionare su dove sta il problema, devi tenere conto anche di questo. E che l’atteggiamento di Brunel negli ultimi due anni era di uno che era passato lì per caso, non di uno che tre anni prima aveva detto “vinceremo il Sei Nazioni” entro qualche anno; questo atteggiamento ha logorato Parisse, che si è sobbarcato quasi da solo il peso delle sconfitte della squadra. Se vuoi raccontare tutto, devi tenere conto anche di questo. Io non voglio discutere chi dei ce l’ha più lungo, anche perchè della prestazione sarebbe insoddisfatta persino Maria Antonietta.
La difficoltà che abbiamo tutti noi è di capire quanto sia anche responsabilità di O’Shea la latitanza di un movimento che stenta a decollare. I risultati? Sudafrica a parte (in positivo) e Tonga a parte (in negativo), in questi tre anni l’Italia ha battuto più o meno chi gli è sullo stesso piano e ha perso contro chi gli è superiore. O’Shea non ha fatto il miracolo, anche se qualcuno l’ha trattato da salvatore della patria. Per me il fallimento di questa squadra viene da lontano e non è attribuibile all’attuale tecnico. Anzi, più si mette sulla graticola questo tecnico, più si tende a non ragionare sull’attuale dirigenza (so che non è il tuo caso). Con questo non voglio assolvere nessuno e non voglio certo dichiararmi soddisfatto. Ma francamente, non mi sembra l’abbia fatto neanche O’Shea, nonostante il titolo di Paolo. Questa squadra può fare comunque di più? Questa è la prima partita. Vedremo il resto.
Brunel l’ho usato come termine di paragone, così come Berbizier e Mallett, ma non sono loro il nocciolo del discorso che cercavo di evidenziare. La Scozia era più debole fino a 4-5 anni fa? Vero, però battevamo anche Francia, Irlanda e Galles e mettevamo in difficoltà perfino l’Inghilterra (15-19 nel 2012, 11-18 nel 2013), cose da cui siamo lontani oggi. Avevamo una mischia migliore? Sicuro, però era tutta gente (Lo Cicero, Castro, Perugini, Ongaro) prodotta prima che venisse messo in piedi il sistema delle accademie e creassimo le due franchigie per la Celtic, che ci sono state decantate per anni come la soluzione di tutti i nostri problemi. Eppure siamo indietro rispetto al livello di 6-7 anni fa. D’accordo, quelle non sono colpe di O’Shea, ma allora non lo erano nemmeno dei suoi predecessori. Il punto, però, che cercavo di evidenziare, non sono i meriti e le colpe dei vari coach (tutti ne hanno avuti, sia degli uni che delle altre), ma il diverso trattamento riservato a O’Shea fino a 4 mesi fa: per questo ho sottolineato come la nazionale giochi male da oltre due anni e lui faccia più o meno le stesse dichiarazioni da due anni. Eppure i media solo ora “scoprono” che c’è qualcosa che non va, che gli “alibi” non bastano più (bastavano a Novembre, a Giugno ed al 6N 2018?) e così via. Capisci qual’è la mia critica: non O’Shea in quanto tale, non il paragone tra il suo operato e quello dei predecessori, ma il clima artificiale che si era creato attorno a lui e che solo adesso si sta sgretolando: perchè? E’ bastato che a fine Novembre Gavazzi dicesse che del rinnovo se ne riparlerà solo dopo la RWC per far cambiare atteggiamento ai media? Se così fosse (sto facendo un’ipotesi, non ho certezze), significherebbe che i media sono al traino dei desiderata della FIR, e ciò, dal mio punto di vista, è profondamente sbagliato. O’Shea venne presentato come il salvatore della patria rugbystica, la linea del piave da difendere ad ogni costo. Ora che è in difficoltà, si sta ripetendo il giochetto già visto coi predecessori: buttiamolo a mare, perchè tanto prima o poi lui va via, mentre il resto del carrozzone del rugby italiano (politici, tecnici, giocatori, giornalisti) resta. Il tecnico della nazionale è, come sempre, il fusibile della situazione dietro cui, tanti, troppi celano le proprie responsabilità. O’Shea sta sbagliando? Si. Ma com’è che ora si può dire e 6 mesi fa, un anno fa, un anno e mezzo fa nessuno osava affermarlo? Nessuno, finora, nè qui nè altrove, ha risposto a questa mia semplice domanda.
@Giovanni dici cose giuste. Ma c’è un però ed è grosso. Il discorso che tu fai vale per l’Italia; ma non tiene conto della Scozia. E qui tiro in ballo l’Under20. Negli ultimi dieci anni, siamo passati dall’avere una nazionale maggiore che vinceva circa il 40% delle gare con la Scozia ad una che ora è distaccata parecchio dagli avversari. A livello Under20, invece, ci sono stati miglioramenti, e notevoli, tant’è che negli ultimi anni siamo in vantaggio. Come è che successo? La differenza sta nelle franchigie e sono unità comparabili, perché le due Unions ne hanno due a testa. Mentre prima Glasgow era da semifinale di Celtic ed Edimburgo era nelle retrovie, negli ultimi anni sono entrambe migliorate. mentre noi… lo sappiamo fin troppo bene. Fra l’altro, le franchigie possono apportare innesti dall’emisfero sud (tutt’altro che indifferenti, come dimostrano WP Nel, Josh Strauss, Simon Berghan, Chris Toolis, Huw Jones, Sean Maitland), ma evidentemente con diversi risultati. Personalmente, mi pare di vedere che l’Italia ha imboccato la via giusta, anche se i risultati si faranno ancora attendere. E soprattutto, gli altri continueranno a correre e non è detto che il gap sarà colmabile.
Ciao Gysie, ti rimando alla mia risposta @fabiogenova più su. Aggiungo solo che, finora, gli under20 hanno avuto impatto sulla nazionale maggiore col solo Minozzi.
Condivido le tue osservazioni.
Credo anche sarebbe il caso di ricordare il ritardo che lo scioglimento di fatto del Treviso di Franco Smith ha certamente prodotto in termini di costruzione del club; lo sbando generalizzato che il rugby professionistico italiano ha subito allorchè è stata data per incerta la partecipazione al torneo celtico.
La mera esistenza delle franchigie – secondo me indispensabile – non è che risolva di per sè i problemi, se non le strutturi bene in modo che possano lavorare bene e formare o contrbuire a formare i giocatori. E ancora oggi la struttura è tutt’altro che idonea.
Le vittorie di Brunel secondo me sono state il frutto di un momento per noi propizio, in cui hanno concorso vari fattori, non tutti dipendenti da noi:
– il Benetton di Franco Smith che aveva una precisa identità di squadra, un paio di mediani funzionali alla stessa (Burton e Botes, nessuno dei quali neanche lontanamente diformazione italiana) e l’inizio di una mentalità vincente;
-la qualità non ai livelli degli anni precedenti nel caso della Francia (che già nel 2011 ha oscillato paurosamente tra il malissimo e la finale mondiale e che dopo è peggiorata costantemente);
– la qualità non ai livelli degli anni successivi nel caso dell’Irlanda, che stava finendo un ciclo, salvo poi cominciarne uno migliore;
– l’assoluta mediocrità della Scozia, campata per anni con i punti al piede di Paterson e che comunque per noi, anche allora, restava un avversario ostico e, di fatto, battuto pochissime volte;
Dal 2015 in poi, di fatto, le squadre del 6 Nazioni hanno alzato il livello e ora se la giocano con le nazioni dell’emisfero Sud, compresa la Nuova Zelanda. E tra queste, c’è anche la Scozia, che per poco non faceva lo scherzetto di vincere con gli All Blacks pochi mesi fa.
Non mi pare tanto fuori dal mondo, nè francamente sorprendente che una buona squadra Tier 2, sia pure ammessa a giocare il 6N, perda a ripetizione.
Eravamo una squadra Tier 2 prima con Brunel e ce la giocavamo con le Tier1 di fascia bassa e in difficoltà quando ci girava bene.
Come oggi.
Solo che oggi il ranking delle squadre del 6Nazioni è salito e non è facile trovarle in difficoltà e abbiamo cominciato a prendere da loro le stesse punizioni che prendiamo dagli All Blacks.
gysie, la u20 ha cambiato marcia cambiando lo staff…da lì son passati giocatori che adesso sono al livello superiore e che pochi avevano notato nel mare di asfaltate che i ragazzi prendevano. Io purtroppo non sono tra quei pochi.
Buongiorno a tutti,
sono anch’io stufo di sentire certe frasi di rito e non riesco proprio a bermi la balla sull’influenza che ha impedito a dei professionisti il totale impedimento delle proprie capacità lavorative; sono andato a lavorare con la bronchite e la febbre per professionalità, quindi evidentemente se riesco a farlo io che sono un gondone qualunque può riuscirci chi rappresenta la maglia azzurra (sempre se gli interessi, ovvio, ma su questo non ho mai avuto dubbi che sia così), sotto pagamento e tutela diretta dello stato
Purtroppo sono anche consapevole che il buon COS qualcosa deve pur dire, qualcosa deve inventarsi per tenere alto il morale, se dicesse la verità di come stanno le cose sul rugby in Italia succederebbe che quei poveri disgraziati che vanno in campo non avrebbero motivazione, con che spirito cercherebbero la prestazione? invece che perdere di 13 punti finiremmo per sbandare ogni volta e questo non riesco a trovarlo producente per nessuno, tantomeno per il movimento rugby in Italia
La situazione è che il movimento funziona fino ad un certo punto, ovvero l’U20 come dimostrano i risultati
Poi il salto dall’U20 all’elite è praticamente assente, per tutti i motivi che vengono ripetuti da anni ormai
Se la Francia schiera Ntamack a 19 anni e rischia di vincere, perchè non schieriamo dei fioi anche noi, dei bocia, e giù di esperienza?
Io credo di sapere perchè Barbini non viene schierato, così come Lamaro, Ruzza, Zanon e Sperandio
Se entrassero in pianta stabile in questo circolo di sconfitte ne risentirebbero loro per primi, il loro morale e la loro attitudine
Tutti i giovani di belle speranze che si vedono tutte le settimane e di cui si parla in continuazione dovranno necessariamente essere presi in considerazione per il prossimo quadrienno, per la prossima coppa del mondo; allora sì entrerebbero a far parte di un gruppo e di un progetto a lungo termine nel quale si potrebbe lavorare seriamente e crescere come collettivo partita dopo partita, si parla di qualcosa come 20 partite di 6N, 12 test di Giugno e altri 12 test di Novembre minimo, 44 partite in totale
Sono stufo anch’io di prendere sberle a destra e manca, sono stufo di raccontare a mio figlio quanto sono bravi gli altri, ma ho fiducia nel futuro, anche perchè altro non possiamo fare
Stile italiano: prendersi il virus ton sur ton con il gameplan.
concordo. Complimenti per la capacità di sintesi
che ci siano note più dolenti che liete è lapalissiano, e tutto quello che dici è assolutamente condivisibile, ma mi piacerebbe fare un paio di sottolineature, sono andato a rivedermi le dichiarazioni pre partita e si parla di preparazione all’incontro ottima, di esuberanza e di fantasia, di cercare di imporre il proprio gioco ed il proprio ritmo e di cercare di soffocare i punti forti degli avversari, difesa attenta ed aggressiva; vai a vedere la partita e, già parti con tebaldi che si blocca e ti rendi conto che non hanno un sostituto neanche pezza disperata a 9, poi trovi un’italia lenta e macchinosa, che non riesce a prendere abbrivio, che non difende quasi mai in avanzamento, che calcia in bocca al triangolo allargato avversario praticamente senza pressione e che sale con la rete a maglie larghe, che perde quasi tutti i punti d’incontro, che non rallenta il gioco etc etc, teniamo un tempo, comunque, per poi crollare il secondo ed essere puniti, senza riuscire a far niente che non sia trincea nella nostra metà campo, al 65° un po’ di cambi e la scozia alza il piede, ma, soprattutto, l’italia comincia a provare soluzioni diverse, lo stesso mediano da lacrime di sangue con l’orologio fermo improvvisamente fa girare la palla rapida, i tre quarti si cercano lavoro ed i mischiaroli non aspettano di essere in 4 schierati per fare a testate, ma prendono la palla in velocità e cercano spazi, ruzza su questo sale in cattedra e fa più metri in un quarto d’ora che tutti i primi 5 nel resto della partita, aprendo pure il mar rosso due volte.
ecco le uniche tre note positive, non ci siamo fermati a sperare che finisse, avevamo ancora fiato e gambe, gli scozzesi saranno stati negli spogliatoi, ma non mi pareva l’avessero proprio mandata in vacca e un giallo e tre mete in così poco tempo non sono un segnale da sottovalutare.
poi arrivi alle dichiarazioni finali e chi più chi meno dipinge un quadro in cui si dice:
– l’abbiamo preparata male perchè avevamo gente a letto malata
– il piano era fare dei punti d’incontro solidi e calciare per fare pressione
– non c’è venuto bene per mille motivi (anche comprensibili al peggior critico)
– è andata in campo, diversi per scelta tecnica, e questo è GRAVISSIMO, gente che non aveva potuto preparare al meglio la partita
– quando abbiamo giocato come sappiamo fare (gli ultimi minuti) si è visto che siamo migliori di quello che si è visto nel resto dell’incontro (mancava anche che dicessero che l’hanno fatto di loro iniziativa contravvenendo all’impostazione tattica ed erano le comiche)
quindi il materiale sarà scarso, il movimento farà schifo e sarà ingessato da tempi immemori, ma qui c’è un enorme problema gestionale, questi ragazzi paiono in mano a dei dilettanti, anzi un allenatore di C ci pensa due volte a schierare castello-morisi-campagnaro con i primi due (morisi di sicuro castello mi è parso di capire anche) che in settimana sono stati male, quando a disposizione hai padovani e benvenuti, io non riesco a capire con che criterio si continui per questa strada, così non si fa niente neanche con gli ABs, comincio veramente a pensare che ci siano pesanti ingerenze esterne, perchè è vero che il 6N non lo vinceremmo comunque e che saremmo sempre in lizza per il mestolo, ma forse faremmo un po’ più di paura se esprimessimo realmente il nostro potenziale…
A mio modesto parere.. condivido con gian che una volta saremmo crollati, il giallo se lo sono cercato la scozia, se volevano buttarla in vacca non avrebbero fatto tutti quei falli per tentare di non subire una meta da noi.. poi sono convinto che con giocatori più veloci come ruzza e barbini che sanno trattare la palla , campagnaro nel suo ruolo, morisi in forma perché mi pareva un po’ spento sabato e tebaldi in campo.. le cose sarebbero leggermente cambiate , sicuramente non vincevamo ma l’avremmo tenuta per tutta la partita..
Tutto giusto e condivisibile, spezzo una lancia a favore di O Shea, ricordate che lui come c.t. di una nazionale è alla prima esperienza. Ha fatto bene, il DoR agli Harlequins, dove con un budget di tutto rispetto, riusciva ad avere ai suoi servizi gli uomini che voleva e quanti ne voleva.
In una nazionale è tutto diverso, anche lui è in formazione e per giunta arriva in Italia nel momento economicamente più triste, l unica cosa di cui può avvalersi sono le consulenze esterne a tempo. Purtroppo altri soldi servono a ripagare i favori elettorali.
Io mi auguro che prima possibile Crowley prenda in mano la nazionale, di cui conosce pregi e difetti di molti giocatori e sa quale piano di gioco si adatta meglio alla loro caratteristiche. O’Shea rimanga a fare il DoR e mettere le mani in maniera serie e strutturale in quelle che sono le vere mancanze del rugby in Italia.
Lo sapevo che alla fine mi toccava difendere O Shea, quante stronzate ho letto i primi tempi in cui si è insediato….
“O’Shea rimanga a fare il DoR e mettere le mani in maniera serie e strutturale in quelle che sono le vere mancanze del rugby in Italia”, non lo permetteranno mai, nè a lui nè a chiunque altro. Ti pongo una domanda: secondo te, quanta voce in capitolo ha avuto l’irlandese nella decisione di portare il massimo campionato da 10 a 12 squadre? Secondo me zero! C’è un personaggio che detiene nelle sue mani sia il potere tecnico-decisionale che quello politico (controlla un numero di voti che in sede elettorale può decidere chi diventa presidente). Questa commistione tra politico e tecnico è una stortura ed un pesante limite sul sistema di sviluppo federale e, fintantochè tale permarrà, non permettera mai a nessun DoR, presente o futuro che sia, di poter prendere decisioni tecniche (leggasi riforme del sistema) in piena e totale autonomia.
a breve rischieremo davvero di essere buttati fuori da 6N e Pro14, penso che questo Gavazzi l’abbia capito, o meglio gli sia stato spiegato fin troppo bene dagli altri soci, celtici in primis
da qui credo che COS non sarà mandato via e riuscirà a compiere il miracolo tra qualche anno, perchè comunque le resistenze ci sono e lui otterrà i “suoi” risultati un passetto alla volta
OShea va difeso anche solo perchè ha mandato a quel paese il progetto di accademie in ogni giardino di casa razionalizzando il sistema. Forse non è il miglior tecnico al mondo, ma abbiamo iniziato un processo che ha anche portato dei miglioramenti, a partire dall’under 20. Si è iniziato un processo e sarebbe scellerato mollare ora. Al massimo si fa una analisi e si impostano dei correttivi. La Scozia ha mangiato merda per anni, giocandosi con noi il cucchiaio di legno, ma hanno perseverato e guardiamo ora dove sono. Anche perchè che alternative vere ci sono? O pensiamo davvero che basterebbe Crowley (ora non leggo più di Bradley caduto in disgrazia…)? Lo si può anche inserire come CT (se ci sono i soldi, cosa a cui nessuno pensa mai) ma stiamo attenti a non buttare via tutto il buono impostato finora. Poi diventano stucchevoli i paragoni con il passato (senza offesa per nessuno sia chiaro) ma erano altri tempi, altri giocatori, altre squadre un altro rugby dove potevi puntare sulla mischia. Ora non lo puoi più fare, il gioco si è evoluto. E inoltre tutti i vari CT sono sempre stati perculati e mandati via in attesa del nuovo salvatore.
“ha mandato a quel paese il progetto di accademie in ogni giardino di casa”. No, quel sistema è stata accantonato esclusivamente per motivi di budget, ovvero ridotta capacità d’investimento attuale da parte della FIR.
Voglio ripartire anche io dalle speranze nelle ultime 4 righe di Mr Ian.
O Shea DoR e Crowley sul campo.
Non buttiamo via quanto sta venendo su da U20.
E non sputiamo sulle tra mete negli ultimi 10 minuti…ho letto milioni di volte che L’Italia e le Italiane devono imparare a dare 40 pt agli avversari quando possono ed invece tirano i remi in barca (Georgia finale ,Benetton a volte nel finale e via cantando…)
Non credo che gli Scozzesi siano soddisfatti dopo aver dominato per 70 minuti d’aver vinto solo di 12.
Il nostro livello è decisamente inferiore ma qualche cosa si vede.
La mischia dominante non c’è più sfortunatamente ma non si vedono zombie al 60′ a vagare per il campo.
La strada è durissima tutta, in salita ma se ogni 4 anni buttiamo via un allenatore e ripartiamo da capo non si va da nessuna parte.
Cominciamo a buttare chi da decenni in un modo o nell’altro non è riuscire a dare a questo movimento un minimo di prospettiva e non lasciamo sempre colpa e cerino in mano all’ultimo arrivato.
Io penso che attaccare COS sia abbastanza ingiusto, non dico che sia perfetto e non faccia errori e in questi anni sono stato critico su molti aspetti tattici nelle partite degli azzurri, specialmente in difesa che per me e’ la pietra angolare su cui l’Italia deve venir costruita, perche’ piaccia o meno se si pensa veramente di andare a vincere le aprtite al pallottoliere allora non si ha veramente chiaro che il amteriale umano a disposizione non lo consente…ed e’ l’unica cosa su cui concordo quando si scrive “l’ITalia come uomini e’ inferiore”.
Io penso che questi anni stiano dimostrando una cosa, che per una volta toccano bene altroe: la coperta e’ corta. se provi a giocare meglio in attacco allargando piu’ velocemente, giocando in maniera “piu’ fantasiosa” alla fine finisce che in difesa ci si presenta come una forma di emmenthal…mi spiace ma lo si e’ visto negli ultimi 2 6N quando bisogna anche dare atto a COS di questo ha provato a dare un po’ piu’ di varieta’ alla manovra offensiva. quegli ultimi 10 minuti (in cui e’ innegabile che la Scozia fosse ormai con 5 punti di bonus appagata ed in modalita’ “doccia calda”) vengono fuori non per caso, o da Crowley e Bradley ma dai tentativi degli ultimi 2 anni di costruire un gioco offensivo piu’ propositico. Peccato pero’ che con quel game plan arrivassero i 50elli in fila appena si giocava contro una Tier 1 vera. E visto che si tira in ballo Brunel arrivavano i 50 elli anche con brunel appena le altre hanno ritrovato il bandolo della matassa, che la singola vittoria contro l”IRlanda alla fine del rapporto con Kidney che fece un torneo imbarazzante in generale non mi sembra molto corretto come paragone…si torna sempre la’ “contestualizzare” le vittorie e le sconfitte come giustamente fabiogenova anche puntualizza.
Allora un allenatore cosa fa davanti a due anni in cui ha provato qualcosa e non ah dato risultati? Ha l’obbligo di provare qualcosa di diverso in difesa prima di tutto, deve ripartire dall’ ABC con una squadra che appena l’asticella si e’ alzata ha preso 40elli e 50elli…perche’ forse non cis i ricorda ma l’ultimo giro di 6N che l’Italia ha concesso meno di 200 punti era nel 2015! Io non dico che ieri sia stato splendido e soddisfacente, anzi ci sono un sacco di cose negative a mio avviso su cui ritornero’ sotto, ma per me quei primi 40 minuti in difesa sono stati veramente buoni. Certo si torna al discorso della “coperta corta” per coprire meglio in difesa devo sacrificare qualcosa in attacco. E sul sacrificare “qualcosa” io non ho grossi problemi, il problema e’ che ieri si e’ sacrificato tutto. Campaganro all’ala per me e’ stato sprecatissimo, penso che anche con lui da centro li’ in mezzo non si sarebbe sofferto di piu’ difensivamente ma magari avrebbe visto quei 4-5 palloni in piu’ nei primi 40 minuti con cui fare qualcosa. Si dira’ “pero’ allora all’ala rischi con altri”….mmmhhh ni, dipende chi ci metti, siamo sicuri che spostando Hayward all’ala e inserendo PAdovani estremo sarebbe stato cosi’? Ed onestamente Hayward all’ala a caccia dei palloni alti penso sarebbe stato molto piu’ efficace di Campagnaro…oh non dico li avrebbe vinti tutti ma magari 2-3 si. Il mio probelma con Sabato e’ che si e’ forse andati troppo all’estremo, rinunciando totalmente a provare a giocare qualcosa, fino a quando ormai era andata e la Scozia e’ entra in seconda marcia.
Io sono il rpimo a pensare che COS non puo’ ricoprire entrambi i ruoli di DoR e CT, ma non perche’ non sia un bravo allenatore, lo e’…non e’ ?Hansen o Gatland o Schmidt ma e’ un buon allenatore checche’ si scrivano stupidaggini al riguardo da quando e’ arrivato, ma perche’ il doppio ruolo non e’ sostenibile a questi livelli per un movimento NAzionale. Non stiamo aprlando del Canicatti’ Rugby Club (nessuno offesa a Canicatti’ prima che qualcuno si inalberi che si sa mai) ma una federazione Nazionale. Se Erasmus che non credo sia l’ultimo dei cretini ti dice che fatto il Mondiale non fa il doppio ruolo perche’ non si puo’, se la ARU mette un DoR per lasciar Cheika concentrarsi sul lavoro di campo forse non sono cosi’ scemi. Se qualcuno pensa che Joe Schmidt faccia il DoR si sbaglia ed anche aprecchio, il DoR lo fa Nucifora non Schmidt. E’ Nucifora che si occupa del rugby come movimento nel suo insieme…dal Sevens alle Ragazze (vabbeh ghe cava’ tutti i soldi dopo il Mondiale) agli spostamenti in prestito dei Nagle a Ulster, Daly a Connacht ed anche carbery al Munster.
E’ Crowely l’uomo giusto? Forse, ma basta che non si pensi che Crowley faccia da CT e da allenatore da Treviso, se prende il ruolo di CT allora lascia Treviso se no siam sempre li’ a sovraccaricare il singolo e sperare che faccia miracoli.
Trovo l’analisi di Stefo ineccepibile.
Il solo commento che mi verrebbe da fare è che, da quello che si legge,’ufficialmente’ COS non è il DOR della federazione, è stato assunto unicamente come Head Coach.
Ufficiosamente ne fa forse le veci ma credo che non abbia un potere decisionale vero e proprio. Certo, può aiutare nel rapporto nazionale/franchige, può dae preziosi suggerimenti ma oltre non mi pare che possa fare (vedi il demenziale sistema permit).
Non sono sicuro di che poteri abbia al contrario Aboud di cui ultimamente si sente poco ma probabilmente sul buon momento dell’U20 c’è anche il su zampino
ingiusto criticare un Ct che ha dimostrato abbondanti limiti, che ha lasciato trasparire un’aura da DOR che non ha logica federale, che ha avvallato tutte le scelte del suo padrone…viva il buonismo
Che piacere ri-leggerti, Stefo!!! Sempre centrato, competente e moderato,IMHO.
Solo per dirvi che ho una influenza che mi sta uccidendo. Non so se il blog verrà aggiornato in settimana
Non mi riferisco certo a Wilhelm, sia chiaro, ma leggendo qua e là sembra che sia partito un “Contrordine Compagni!”.
O’Shea, che fino a ieri era dogmaticamente perfetto (come l’illibatezza della Madonna), oggi non lo è più se anche i giornalisti più politically correct manifestano insofferenza.
Conor O’Shea mi è tornato simpatico.
Cmq qualcosa c’è stata in questi 3 anni con osho e aboud, prima era la U18 a essere a livello con le altre nazionali di pari categoria, oggi abbiamo anche la U 20 ad essere a livello delle altri nazionali, diciamo se la gioca, speriamo che pian piano avvenga di conseguenza anche per la maggiore… sperem.
La cosa più divertente nel rugby italico è sempre e solo (per forza) leggere i vari commenti nel tempo. Prima OS (& C) era un genio e più genio ancora quello che era riuscito a ingaggiarlo/i. Chi non ci credeva (ben pochi) era manco a dirlo un disfattista traditore della patria. Adesso tutto d’un tratto il coro: è un pirla. E quello che li ha preso/i è di conseguenza più pirla ancora o resta un genio? E quelli che prima lo passavano per genio (sia OS che chi l’ha preso) e adesso per pirla cosa sono? Quindi chi è che non ci ha capito una cippa, solo OS? I disfattisti per caso non erano invece semplicemente quelli che vedevano e capivano la realtà? Avanti così che il tunnel del divertimento continua…
Forse più semplicemente tutti si sentono espertoni in grado di dire quanto era geniale prima e quanto fa pena adesso. Un po’ di equilibrio non guasterebbe ma noi come popolo ne siamo sprovvisti.
Completamente d’accordo con te. Nessuno nega che siamo più deboli; non pretendo la vittoria a tutti i costi, ma penso che protestare per come sia entrata in campo la squadra sia più che legittimo. Mi piace molto l’aggettivo “ingessata”, è la sensazione che ho avuto anche io. Tutti a citare i fenomeni scozzesi..ma pure noi abbiamo Campagnaro, che non scherza, eppure non è mai stato innescato. Merito della Scozia , certo , ma anche del poco acume tattico che , ahimè, temo affligga il nostro Oshea.
alcuni spunti per farsi venire il senso della misura…
Campagnaro per noi è forte, fortissimo, ma in inghilterra non trovava spazio nel club, per carità, l’hanno preso gli wasps, mica i charlatans…
il suo predecessore Christian Wade, che negli wasps faceva sfraceli, stanco di non venir convocato in nazionale, se n’è andato negli usa a giocare a football americano e a guadagnare bei dindini…
avesse avuto la mamma italiana avrebbe già 60 caps…
i migliori talenti scozzesi guadagnano bei soldi ed esperienza in francia e in inghilterra…
gli altri portano le loro due franchige contemporaneamente ai playoff in pro14 o ai quarti di champions…
noi, che all’estero abbiamo due vecchi e due giovani, le franchige non si qualificano manco in challenge, schierano i nostri nazionali e rinforzandoli con qualche straniero…
non esiste la proprietà commutativa o quella transitiva… però quei che fa miracoi de soito i fa anca na bruta fine…
Comunque a novembre la Scozia suonò Figi 54-17, subendo nel primo tempo e finendo in tromba. Noi siamo n.15 nel ranking World Rugby, Figi n.8. Dopo lo sappiamo tutti quanto vale il ranking (la Georgia è n.13…e l’abbiamo battuta nettamente; gli USA n.12…). Però a novembre gli scozzesi avevano battuto l’Argentina e perso di 6 con il Sud Africa. Mi sembra che il nostro risultato di sabato sia in linea con quanto visto a novembre (e forse anche un po’ meglio per noi).
Copio Wilhelm:
ottimismo s. m. [dal fr. optimisme, der. del lat. optĭmus «ottimo»]. – 1. Nel linguaggio com., la disposizione psicologica che induce a scegliere e considerare prevalentemente i lati migliori della realtà, oppure ad attendersi uno sviluppo favorevole del corso degli eventi (in contrapp. a pessimismo): guardare con o. al presente, al futuro; riesce a considerare tutte le situazioni con o.; oggi non sono in vena di ottimismi; con sign. più ristretto, fiducia nella buona riuscita di un fatto, nell’evoluzione in senso positivo di una situazione, e sim.: attendere con o. il risultato di un concorso; non condivido il vostro o. sull’argomento; i fatti hanno confermato il nostro o.; notizie improntate a un cauto ottimismo. 2. Nel linguaggio filos., termine con cui ci si riferisce generalmente alla dottrina esposta da G. W. Leibniz (1646-1716) nella Teodicea (propriam. o. assoluto), secondo la quale Dio, tra tutti gli infiniti mondi possibili conosciuti intellettualmente, scelse, nell’atto della creazione, il migliore, cioè quello con la minor quantità di male per le creature. In senso ampio, ogni concezione che ritenga il mondo essenzialmente buono in quanto l’esistenza del male è in genere ricondotta agli imperscrutabili disegni della provvidenza divina o allo sviluppo dialettico di un principio razionale.
Anch’io soffro di questa patologia e come tutti i matti do del matto agli altri.
Allora, ero allo stadio (sono appena rientrato dalla Scozia) e; fermo restando che non si dovrebbe mai parlare dell’ arbitraggio e che il risultato finale non sarebbe cambiato, ma quell’ entrata laterare nel raggruppamento su una delle mete scozzesi e quello schiacciare completamente fuori controllo dell’ ovale su quella meta di Hogg mi hanno lasciato parecchio perplesso, sia sul momento che rivedendo gli highlits in tv; la differenza di cilindrata (soprattutto atletica) dal vivo è stata evidentissima; domenica sera, nel programma di approfondimento della BBC dedicato alla giornata del 6Ns, Jonathan Davies (quello che giocava tra la metà degli anni ’80 e la fine di queeli ’90) lo confermava sottolineando l’ evidente differenza di fitness (non voglio fare il modaiolo usando questo termine, ma è il termine inglese che ha usato lui) che c’ è tra le due compagini, mentre Jeremy Ascott a messo in evidenza la differenza di crescita dell’ Argentina, rispetto a quella dell’ Italia.
Comunque Paolo, io, dal vivo, oltre al fatto che si fossero rilassati e che fossero in inferiorità numerica, ho avuto l’ impressione che nella seconda parte del secondo tempo, gli Scots avessero anche finito la benzina.
Normalmente le impressioni allo stadio sono quelle più veritiere. La Scozia la vedremo con l’Irlanda a che punto sono.
Scusate, una domanda, senza vena polemica e che non deve assolutamente suonare come giustificazione. Qualcuno sa quanti equiparati schierava la Scozia sabato scorso? Nessuno ne parla ma da quanto si leggeva a novembre stanno al 50%, quasi il doppio delle altre nazionali, compresa la nostra. Forse la loro crescita degli ultimi anni va letta anche così, visto che a livello giovanile sono come noi e qualche volta, come quest’anno, anche sotto.
non è un mistero che ci siano figure professionali preposte a monitorare ed eventualmente segnalare i giocatori che potrebbero essere convocabili anche se non di formazione scozzese o di nazionalità differente
Molti, la maggioranza, provengono comunque dal Regno Unito, fatte le debite proporzioni e con un po’ di ironia, anche Marzio Innocenti era considerato un equiparato nel Petrarca.
credo fossero 6 o 7, molto forti, ma questo è un sistema che funziona. Equiparo gente molto forte e produco giocatori molto forti.
@arali un po’ va letta così ( equiparati) , ma sopratutto hanno riorganizzato l’alto livello , cosa che noi stiamo in ritardo facendo con le franchigie , sopratutto treviso, ma che purtroppo non stiamo facendo in modo compiuto e non tanto per il campionato top 12, a 10 o 12 squadre o il regolamento dei permit cose importanti , ma principalmente ai ragazzi deve essere dato una casa in cui crescere con tutti gli ingredienti giusti, e essere partecipi di un movimento dove l’alto livello si un po’ più alto di quanto lo sia in Italia.
grazie a tutti per le risposte!! e a Paolo che leggo malato auguro di tornare in forma al più presto
Prudenza nel giudicare la nostra U20 di quest’anno…avete visto nel brutto filmato degli highlitghs, come i nostri si siano fatti bucare con facilita’ in occasione delle manovre veloci?
Speriamo non si il vecchio caso delle U20 precedenti alle ultime due, in cui inostri prevalevano solo se fisicamente preponderanti piu’ spesso neanche in quel caso
Le u20 sono difficili da giudicare, ci possono essere anni (come questo) con molti diciottenni/diaciannovenni.
Dai Paolo, guarisci bene.
Duro ai banchi.
Paolo come stai?
Aripijate! 😉
Un in bocca al lupo PW, la tua voce sugli argomenti di questi giorni manca, anche quando non si è d’accordo.