
A Cardiff la sconfitta consecutiva numero 23 al Sei Nazioni. Un ko netto e inequivocabile, senza alibi di sorta. Un 42 a 0 che non toglie l’ottimismo a qualcuno (ragazzi, fuori il nome del pusher!) e per il quale non si devono usare le imprese di ragazze e U20 come foglia di fico
Italia “non male”, addirittura “bella”. Pure “un po’ sfortunata”. Vi giuro che nelle ultime ore ho letto anche cose del genere in merito a Galles-Italia. Il fatto di aver perso per 42 a 0 pare che per qualcuno sia diventato un dettaglio o poco più, quello di non aver mai impensierito la difesa avversaria (una sola sortita di Bellini nel primo tempo lungo l’out sinistro e nulla più) e di aver visto la linea di meta solo dalla distanza non ha invece alcun peso. Questa capacità da parte del popolo del rugby di leggere le continue sconfitte come degli isolati incidenti di percorso andrebbe studiata.
Giusto per dare delle coordinate oggettive ricordo che quella di Cardiff è la numero 23 consecutiva nel Sei Nazioni. Non vinciamo dal 2015, in casa addirittura dal 2013. Insomma, non è stata una giornata storta, ma la nostra normalità. Nello sport 5 anni sono una specie di era geologica.
Franco Smith, ct azzurro, nel post-partita: “E’ una dura lezione, ma ci sono anche cose positive”. Questa mi pare di averla già sentita qualche volta. Potrei anche sbagliarmi ma è una frase che ha già pronunciato Brad Johnstone. Poi anche John Kirwan, seguito da Pierre Berbizier. Mallett, Brunel e O’Shea non sono stati da meno. Sono tipo 20 anni che questa cosa viene detta a più riprese ed evidentemente va bene così. Cioè, non è vero che va sempre bene così: gli allenatori questa cosa prima o poi la pagano con le dimissioni, l’esonero o il mancato rinnovo del contratto. Accolti con entusiasmo e poi accompagnati frettolosamente alla porta, che fuori c’è già il nuovo salvatore della patria. Credo che siamo arrivati all’Anno Zero numero 4. Almeno. Che volete fare, ci piacciono le ripartenze, che poi non si arrivi mai da nessuna parte è cosa che non ha alcun peso.
Che poi: Anno Zero per i ct, qualche volta i giocatori (e allenatori e atleti sono la parte più incolpevole di tutta la situazione), ovviamente non per chi sta nella stanza dei bottoni a dirigere tutto l’ambaradan, che invece è sempre lì. Intoccabile e Inattaccabile. Pensateci: prendete 23 sconfitte consecutive nel Sei Nazioni e mettetele dove volete in Scozia, Irlanda, Galles, Francia o Inghilterra. Impensabile eh? Infatti: dopo quanti ko verrebbe consigliato a dirigenti e responsabili del settore tecnico di impacchettare le loro cose e liberare scrivanie e uffici? Sette? Otto? Arriviamo al massimo a 10?
Sia chiaro: non sto prendendo in giro i vari ct che si sono succeduti sulla panchina azzurra negli ultimi 20 anni, credo pure io che qualcosa di positivo (poco) ci sia stato anche a Cardiff, però credo pure che le volte in cui non ci sia davvero nulla da salvare siano molto poche. E soprattutto penso che questo atteggiamento di una continua e instancabile ricerca dell’alibi o del bicchiere mezzo pieno non faccia altro che perpetuare e dare vigore alle paludi e alle sabbie mobili in cui ci troviamo da tantissimo tempo. Non solo non serve a nulla, ma è pure dannosa.
Dice: siamo una squadra giovane, ci sono tanti debuttanti. Beh, no. Siamo una squadra abbastanza giovane? Sì, ma di debuttanti a Cardiff ne avevamo uno in campo e uno in panchina, esattamente come i nostri avversari. Di che staremmo parlando?
Che poi bisogna capire bene quale sino queste cose che sono positive: la mischia diciamo che ha retto, ok, ma è sterile. Le touche? Non male – se proprio vogliamo – nel complesso, ma il Galles non si è dannato l’anima nel contendercele, che tanto ci aspettava nei raggruppamenti dove ha fatto quello che voleva. Perché poi non siamo nemmeno esattamente veloci (eufemismo) nel far girare la palla e spesso chi avanza non ha sostegno, è isolato.
Un Galles, anche questo va detto, che ha giocato con il pilota automatico inserito, senza strafare. Le avete viste Irlanda-Scozia e Francia-Inghilterra? L’avete vista quella intensità? Il Galles sa giocare a quei livelli, lo sappiamo tutti. Non lo ha fatto sabato pomeriggio perché non serviva, e ha stravinto facendo 42 punti senza subirne nemmeno uno. Lo so, sarà antipatico dirlo ma è così.
Però i ragazzi si impegnano e ce la mettono tutta. C’è chi dice pure questo. Sta a vedere che se esco di casa e vedo il cielo azzurro è perché da qualche parte lassù deve esserci il sole. “Si impegnano e ce la mettono tutta”. Due cose: che si impegnino e che ce la mettano tutta è cosa talmente scontata che non va nemmeno sottolineata, che si impegnino e che ce la mettano tutta è poi il minimo sindacale. Davvero, ragazzi, non si può sentire.
Poi ci sono anche l’U20 e la nazionale femminile, che colgono due grandi vittorie. Bene, benissimo, ma non diventino la foglia di fico. Gli azzurrini proseguono nel loro trend di crescita in termini di risultati e le cose devono continuare così, ma per loro il problema vero è lo step successivo, l’inserimento nell’alto livello. Che è lentissimo e che alla fine premia solo pochi elementi. Lo era ieri, lo è oggi e se non si interviene lo sarà pure domani. Quanti buoni giocatori abbiamo “perso” finora?
Non siete d’accordo? Giochino numero 2: la Francia ha convocato nel gruppo allargato per il Sei Nazioni ben 19 debuttanti assoluti su 42 giocatori. Poco meno della metà. Ecco, provate a pensare a una quindicina di esordienti che vengono convocati dall’Italia. Potremmo poi fare una partita come quella dei galletti contro l’Inghilterra? Anche solo un tempo… Ecco, bravi, la risposta è proprio quella lì.
Io sarei per uscire di nostra iniziativa dal 6 nazioni. Inutile nasconderci dietro un dito, sono vent’anni che facciamo da punching-ball alle altre 5 squadre. Siamo diventati un caso, lo zimbello dell’Europa, se non del mondo rugbystico.
totalmente d’accordo! io non so ma è come se ci fosse un virus sconosciuto che contagia i giocatori che arrivano in prima squadra! Gli U20 giocano anche un bel rugby, molti dei nazionali militano in squadre estere, le nostre franchigie con grande difficoltà affrontano squadre blasonate anche con qualche risultato positivo. Poi arriva la nazionale maggiore e facciamo figure da raccapriccio. Non una azione che abbia messo in difficoltà i nostri avversare, non un contrasto vinto, solo un gioco prevedibilissimo che ha permesso ai gallesi di umiliarci. Non è un bel vedere. meglio ritirarci !
Buondì Motta.
Pur con tutto il rispetto, ma credo che per te sia meglio cambiare disciplina sportiva.
Secondo me, sei arrivato ad un punto in cui non sopporti più neanche te stesso, quando pensi al rugby…
Staresti parlando di me?
Si, Paolo.
Per la dozzinale seduta di psicanalisi non ti devo nulla, vero?
Tranquillo gianni non perderci tempo!
Eccolo il commento tecnico che cambia le cose!
Io penso che una giornata come quella di sabato è stata anche fin troppo esagerata per i ragazzi. Purtroppo abbiamo perso malamente il confronto fisico con un Galles che era messo in campo e che ha sfruttato al meglio le abilità tecniche e tattiche. A questo livello se non possiedi un buona conoscenza dell uso tattico del piede sia in attacco che in difesa, le avversarie ti mettono in croce. Ribadisco che quest anno il Galles, per quanto ne sia un super tifoso, non è assolutamente una candidata al titolo. La mischia chiusa è il vero tallone d achille e contro l Italia non ha fatto per nulla sfracelli.
La prima giornata di 6N ci evidenzia ancora di più come a questo livello servano oltre ad un head coach di livello, assistenti di equivalente prestigio. Ancora una volta siamo stati annichiliti al breakdown, oggi specialità che in Italia non ha allenatori dedicati nè in nazionale nè nelle franchigie.
Chiosa finale riguardo ai debuttanti della Francia, noi oggi in Italia 19 giocatori da prendere e buttare in nazionale non li abbiamo. Aspettiamo a gloria la naturalizzazione degli stranieri di Treviso, mentre alle Zebre vanno a prendere gli stranieri al discount…
Meno male non è tutto così scuro e ci pensa la nazionale femminile a riportarci il sorriso, che ragazze straordinarie!!!
Quanto alla U20, non è il primo anno che si gioca bene, ma occhio perchè mentre noi sti ragazzi li gonfiamo per bene e li rendiamo fisicamente dominanti, gli altri insegnano ai propri come giocare a rugby di alto livello e che comprensioni oggi servano per poter ambire ad un determinato livello…
Hai colto nel segno, guardando la nostra U20 è chiaro come noi siamo, rispetto ad alcune squadre(specialmente Galles Irlanda Scozia) fisicamente superiori, ma tecnicamente e soprattutto tatticamente di un’altra categoria(in basso). Il Galles ha giocato male, ma in alcuni sprazzi ha mostrato di quali basi e di quale comprensione del gioco siano dotati questi ragazzi.
E la rapidità di esecuzione non è dettata da migliore preparazione atletica ma dal fatto di essere sempre un passo avanti a noi nella lettura e nella creazione del gioco.
Non sono un allenatore né un formatore, ma, la riforma più grande credo che vada fatta a livello di formazione.
Ci sono stati giocatori italiani cresciuti rugbysticamente negli anni 80′ 90′ che mi sembrano oggi ineguagliati…
Ricostruire una scuola rugbystica italiana, da dove sia meglio prendere esempio non saprei dirlo, è l’unico modo per tornare credibili…
Paolo ti sei dimenticato di dire che questa è stata la prima volta che a Cardiff abbiamo fatto 0 punti e lo scarto maggiore dall’inizio del 6 nazioni sempre in Galles(se non sbaglio…) e poi il quadro è completo… Cmq i voti li hanno in mano le società… Contenti loro dello stato delle cose…
non è che se cambi il presidente poi migliora magicamente tutto… Va cambiato un modo di muoversi e di pensare
Buongiorno,
uscire dal 6n per andare a pavoneggiarsi con le Tier2 mi sembra pessima l’idea.
Non vedo quali benefici che se ne possono trarre se non punire un intero movimento.
Daccordissimo, nella necessità di allenatori specifici per le varie fasi di gioco, i soldi ci sono ma non per pagare un EJ ma un intero staff usiamoli per la valorizzazione del giovani, magari rendendo le Zebre, o creare una 3a franchigia di sviluppo dove fissare regole sull’utilizzo di giovani e passaggio obbligato per ottenere “l’Italianità”, passatemi il termine, dove non passa lo straniero.
E magari, migliorare il ns. status di tifosi, si critici ma costruttivi e non distruttivi.
Leggendo nei vari Blog, da come parlano i commentatori, mi viene da pensare che il buon 90% è composto da ex giocatori attivi nel loro Club. Iniziate voi a formare i piccoli rugbysti e non affidarli a “gente ludica” analizzate qli errori dei grandi e spiegateli a loro, La scuola insegna, in prima elementare si impara a leggere e scrivere, penso impresa più grande non la si offronti nemmeno in un Master.
Non voglio una Nazionale vincente, ma una squadra che sappia far passare un pessimo pomeriggio al campione di turno.
Concordo con il discorso che se non si cambia modo di pensare ed operare si tornera’ sempre all’anno zero in maniera ciclica dopo ogni quadriennio, chi si vuole soffermare sulle parole negative che usi vuol dire che o non e’ in grado di leggere e comprendere un testo, o e’ in malafede e lo fa di proposito…io propendo per la seconda, anche se capisco che nel mondo in cui si leggono due minchiate su FB e le si prendono a verita’ assolute magari diventi diffiicle leggere e capire.
Sul primo weekend Italiano. Nazionale Maggiore, prima partita di un nuovo corso in cui si son rivisti gli atavici problemi azzurri. Certo non si puo’ prendere e bocciare Franco Smith alla prima, resta da capire pero’ com’e’ che I soliti problem si presentano da anni, stagione dopo stagione. Il modo di pensare ed operare…molto semplice un piccolo esempio…Warburton inquadrato a bordo campo mentre porta le borracce d’acqua ai giocatori e che lavora come technical advisor dei breakdown e difesa (occhio non allenaotre…technical advisor ce l’allenatore della difesa e’ Byron Hayward) perche’ magari non e’ pronto a fare l’allenatore della difesa il giorno dopo essersi ritirato, ma qualcosa su come approciare l’area del breakdown la puo’ anche insegnare. Ed e’ solo un piccolo esempio per cercare di capire le differenze.
Certo alcuni dicono: che ci si aspetta, arrivano pochi ragazzini e non il meglio atleticamente al rugby, e che per giunta la formazione non e’ all’altezza. Tutto vero, verissimo ma e’ decenni che e’ cosi’, cos’e’ stato fatto in questi 20 anni per migliorare queste cose? Non e’ forse il caso di discutere il perche’ questo continua ad avvenire invece che usarlo in continuazione come la motivazione, anno dopo anno, mese dopo mese, partita dopo aprtita?
Sulla partita di sabato: volendo analizzare la singola prestazione e guardando all’oggi e basta preoccupante il nulla offensivo e la performance sui BD.
“preoccupante il nulla offensivo e la performance sui BD.”. Anche che non ci sia un carrier capace di portare la squadra in avanzamento.
Confesso che a fine partita ho pensato che l’italia non mi era dispiaciuta. E’ cambiato l’approccio e sono cambiate le aspettative, prima si sperava di vincerle, adesso se l’Italia tiene il campo dignitosamente si rischia di essere già contenti. Del resto lo stesso Munari a fine partita ha fatto più o meno lo stesso discorso, la differenza di cilindrata è un dato assodato
Ciao Paolo, domanda diretta: Dobbiamo Uscire dal Sei Nazioni?
La domanda è malposta. Ieri, rispondendo all’amico/collega Christian Marchetti che chiedeva la stessa cosa, ho scritto che “L’Italia deve rimanere nel Sei Nazioni. Dobbiamo essere altrettanto onesti e affrontare il fatto che se ci fosse un’alternativa vera e mediaticamente sostenibile saremmo già stati messi alla porta o quantomeno il tema sarebbe davvero sul tavolo.
Non c’è l’alternativa e quindi rimane solo il chiacchiericcio. Meglio così, ma saper guardare oltre il proprio naso è un’altra cosa”
Paolo non c’ è alternativa semplicemente perchè noi, almeno in Europa, siamo l’ ultima delle grandi e tra noi e le varie Georgia, Romania e, a scendere, le altre, c’è un gap più ampio di quello che c’è tra noi e i nostri competitors del 6Ns!!!
come si fa a non essere d’accordo su …..”non è che se cambi il presidente poi migliora magicamente tutto…Va cambiato un modo di muoversi e di pensare”.
La nazionale non fa altro che evidenziare tutti i limiti del sistema nostrano……ma siamo in grado, come sistema, a formare dei veri e competenti giocatori di rugby?
Dai risultati degli ultimi 20 anni, se non per delle eccezioni, non mi sembra.
Allora occorre prima formare gli addetti ai lavori, cosa costosissima e non facile perché spesso bisogna fare i conti con i vari “ego” di persone che hanno un immenso amore per questo sport, ma non le conoscenze appropriate.
Scusate ma c’é la volontà di cambiare le cose?
Non mi sembra, visto anche la velocità con cui i vari allenatori della Nazionale scappano alla conclusione del rapporto contrattuale.
Ricordiamo che COS, tanto criticato, è andato a coprire un ruolo non di secondo piano in Inghilterra, e il suo braccio operativo MC è andato a far parte dello staff della nazionale Irlandese.
“….Va cambiato un modo di muoversi e di pensare” anche velocemente.
Ho paura che ci hai preso….a giudicare dai commenti che si leggono sui vari blogs e forums, da persone che si qualificano come allenatori da anni, sembrerebbe proprio che manchi la diffusa consapevolezza dei gaps tecnici che affliggono i nostri giocatori (compresi gli attuali U20, nonostante qualche evidente miglioramento in certe aree, ma dove si partiva da zero o poco più) proprio tra gli addetti ai lavori….
E quindi la possibilità che ad essi si possa ovviare con il know-how disponibile nelle nostro sistema, a livello di rugby di base, incluso il minirugby, mi sembra del tutto improbabile….non è successo perchè non abbiamo le conscenze necessarie per farlo succedere come sistema….o miglioriamo la formazione anche degli allenatori, a tutti i livelli, o vedremo sempre in campo cose che i commentatori internazionali fanno oggettivamente fatica anche a menzionare nelle telecronache, tanto sono imbarazzanti…
A mio modesto parere la differenza si è vista in quell’entrata nel secondo tempo a tutta velocità di Polledri al quale Morisi ha mancato di dare il pallone per poi scivolare (e Polledri mi è sembrato pure scocciato…). é una frazione di secondo, ma gli altri girano lì e noi siamo sempre un pelo indietro. Purtroppo in generale questa squadra non ha i tempi per giocare ai massimi livelli ma rimane sempre un pelo più lenta. E questo fa tutta la differenza del mondo. Ed è indipendente da quale allenatore ci metti.
Lasciando dove sono le nostre colpe che rimangono evidenti e gravi da ormai 20anni a questa parte, credo ci vorrebbe anche una riflessione seria di World Rugby e dei vari salotti del rugby sul perché le T2-T1,5 faticano e non escono mai dal limbo in cui sono… il rugby rimane lo sport a livello mondiale in cui gli avvicendamenti al vertice praticamente non esistono! Per chi è dietro si può ambire al massimo a portarsi a casa uno scalpo ogni tanto, ma finisce lì, e questo alla lunga diventa un problema. Questo non giustifica il nostro movimento, ma se guardiamo a chi è al nostro livello vediamo come poi le cose non cambino granché… e questo si è un problema.
Finché le federazioni maggiori continueranno ad avere i privilegi di cui godono, e mi riferisco a quelli strutturati (teste di serie nei gironi mondiali cosi da non scontrarsi, entrate finanziarie da premi 5-10 volte gli altri) e quelli legati al blasone (decisioni 50-50 sempre da una parte quando giocano con squadre di rango inferiore, decisioni discutibili se l’avversario rischia di spuntarla) il gioco che già di suo risulta difficilmente scalabile, rimarrà cristallizzato a dove è!
La questione economica in uno sport professionistico è il primo e unico requisito, ed è proprio qui dove il divario scava il vero solco, noi rispetto all’era pre 6nazioni abbiamo sicuramente moltiplicato il budget, ma se ci confrontiamo alle altre nazionali siamo dei poveracci, le nostre 2 franchigie messe insieme economicamente non ne fanno una delle altre del pro14, non oso confrontarle con Top14 e Premiership, la nostra nazionale (economicamente) ne è diretta conseguenza.
Capitolo Staff: basta confrontare gli staff delle altre del 6 nazioni con il nostro, ok che i nostri giocatori sono più scarsi, ma anche peggio allenati. Non riusciamo ad avere un allenatore del break down perché siamo poveri difatti a parte l’head coach non abbiamo nessuno, De Carlo è lì perché costa poco e non se lo caga nessuno, Goosen è gratis dalla Benetton e poi chi abbiamo? Dovevamo prendere il tipo delle scommesse che era il meno costoso sul mercato… Finché anche il board 6nazioni o in generale World Rugby non proverà a dare più risorse agli altri o limitare gli staff per tutti, ci troveremo sempre qua con i soliti discorsi. L’inghilterra ha 30 uomini di staff e noi andiamo con uno zoccolo e una ciabatta. Anche l’Argentina che forse rappresenterà la tier 1,5 più vicina alle T1, nonostante i passi avanti notevoli, più che ambire ad uno scalpo ogni tanto non va! Ha 1 sola franchigia/nazionale e il movimento se paragonato alle T1 produce numeri simili ai nostri, sicuramente con più qualità, ma i numeri sono quelli. Per non aprire il capitolo Giappone, che ha investimenti/budget (loro si) da vera T1, basta vedere il loro staff rispetto al nostro, ma che senza equiparati (che riescono ad equiparare perché ricoperti d’oro) non sarebbe dove è arrivato…
Scusate la lunghezza, ma analizzare il problema sempre e solo su quello che il campo poi produce rimane riduttivo.
@bissteak, il Giappone, secondo me, sarà una meteora destinata a ritornare a un livello molto più basso; gli investimenti che sono stati fatti sul Rugby erano in funzione del fatto che dovevano organizzare la RWC e così il governo giapponese ha “obbligato” le grandi imprese del Paese a investire, ma adesso, passata la RWC, inizierà un progressivo disimpegno, esattamente come lo è stato con il calciopalla.
Scusa bissteak ma sono in disaccordo su tutto.
Aiuti economici: tralasciamo il 6N ed altri tornei PRIVATI dove non capirei perche’ se la RFU tramite I suoi contratti porat ail 60% (numero semplicemente indicative), perche’ mai nella suddivisione successiva dovrebbe essere contenta di prendere che so solo il 15%? Gia’ com’e’ fatta la suddivisione della torta (pre-premi) una federazione come quella Italiana ne esce con piu’ soldi di quelli che porta. World Rugby investe nelle Tier 2, ma con tutto il rispetto se c’e’ un esempio di come I soldi a pioggia di 6N o WR non abbiano smosso di un millimentro le cose e’ l’Italia. 20 anni di soldi del 6N…20 anni!
I premi poi scusa, in quanto premi si danno a chi va meglio, e qualsiasi torneo internazionale ha il Sistema di seeding di teste di serie eccetera…o cosa facciamo un mondiale con girone le Sanzaar+una a caso ed un girone con Georgia, Romania, Spagna, Namibia, Italia tanto per vedere finalmente l’Italia ai quarti insieme ad un’altra? Ma che senso avrebbe? E’ un Mondiale, e come in tutti questi tornei dal calcio, al basket, alla pallavolo ecc le fasce di meirto sono giustamente fatte.
“le nostre 2 franchigie messe insieme economicamente non ne fanno una delle altre del pro14”: questa e’ una cosa non vera, non so chi te l’ha raccontata ma e’ non e’ cosi’, I budget nel pro 14 per le sono molto piu’ vicini di quanto le leggende metropolitane raccontino.
Argentina uno scalpo ogni tanto? Due semifinali mondiali le ha raggiunte senza avere I soldi che ha l’Italia, senza equiparare, senza strapagare allenatori.
@ Stefo:
Le mie considerazioni nascono dal desiderio, che in parte riguarda anche noi, di vedere più squadre con la possibilità di giocarsela. So anche io che alcune cose dette sono contro la “meritocrazia” ma credo che delle soluzioni vadano trovate. Negli altri sport la distanza tra i vari livelli e meno accentuata e comunque se pensiamo alla pallatonda, Brasile (5mondiali), Italia (4 Mondiali) ecc non sempre partono da teste di serie, ti dico solo che circa un’anno fa il Belgio che non ha mai vinto nulla era prima del ranking, la Danimarca vinse un europeo partendo dalle vacanze, ovvio che in uno sport del genere compensare le differenze serve poco. Nel nostro sport ci vorrebbe qualche meccanismo diciamo all’americana per cercare di aumentare il livello di tutti, in NBA i Lakers o Boston ecc sono sempre forti, però le ultime prendono le prime scelte del draft, NFL stessa storia ecc… tutti stesso budget e poi si vede.
Cerco solo di pensare, come ripeto oltre le nostre colpe (Evidenti, Note a Tutti), a soluzioni che portino un domani anche la Georgia, le isolane tutte ecc ad aver la possibilità di sparigliare le carte. Perché sennò da qualunque emisfero la guardi i bookmaker avranno sempre vita semplice.
Capisco le tue posizioni e mi piace avere un confronto proprio con chi non la pensa come me e per questo ti chiedo le tue di soluzioni, e non solo per noi, ma per le tier 1,5-2 in generale.
Saluti.
bissteak nel calcio pero’ l’Italia non era testa di serie perche’ meritocraticamente non se l’era guadaganto…non aveva i punti per esserlo, non perche’ Fifa abbai deciso cosi’.
Non e’ una differenza da poco questa, anche perche’ se no allora vale tutto. Come decidi chi “aiutare” dando una fascia di merito migliore e chi no? Mi spiego come decidi come distribuirle? Li’ si allora diventa un giochino politco.
Alla fine WR accosente quell’accozzaglia di equiparazioni proprio per permettere di ridurre il gap, pero’ alla fine quello diventa il boomerang. Mi spiego, c’e’ in giro tantissima gente che si sfrega le mani pensando a quando Faiva, Duvenage, Ioane, Tavuyara saranno equiparati, come se questo risolvesse di colpo tutti i problemi. Cosa succedera’? Quello che e’ successo con Dominguez probabilmente? Qualche vittoria in piu’ di prestigio, la Federazione che si fa bella come se fosse un loro merito ed intanto dove si dovrebbe lavorare non si fara’ nulla.
Ah tralascio che le equiparazioni allo stesso tempo indeboliscono Tier 2 come Samoa, Fiji, Tonga che si vedono derubate.
I soldi ci sono, ma se investiti male non servono a nulla.
Il problema sono reclutamento e sviluppo? Allora li’ si investi ma seriamente.
A livello piu’ alto c’e’ un problema nel salto nel professionismo? Si lavori su quello.
In chiave nazionale gli staff sono scarni? Mica serve investire in Henry, Hansen e Schmdit tutti insieme…Warburton a fare il technical advisor mica piglia milionate, ci sono purtroppo altri ottimi giocatori che si ritirano a causa di infortuni come lui, investi su questo tipo di consulenze.
Concordo con Bissteak.
Quanto alle considerazioni di PW, tutto condivisibile (quasi) ma è il solito disco rotto: cambiamolo sto presidente, mandiamo Ascione in pensione, mettiamo uno bravo e poi… aspettiamo…
Intanto se la nazionale maggiore perde come perde è ovviamente grave (siamo tutti d’accordo, credo), se vince l’under 20, altrettanto ovviamente, è una coincidenza, un caso, una circostanza statistica favorevole, una foglia di fico… è chiaro a tutti che la vittoria dei “prospetti” contro i “prospetti” non è di per sè predittiva di un futuro radioso, mi chiedo però che altro abbiamo per fare delle valutazioni oggettive… si perchè le opinioni qualificate di chi vive, lavora e studia il mondo del rugby da anni, sono importantissime, ma sono importanti anche i dati oggettivi, e le opinioni non possono sempre prescindere dai dati oggettivi che in qualche misura sconfessano le proprie tesi.
Negli ultimi anni le giovanili della nazionale italiana stanno ben figurando e tutti (credo) sono d’accordo nel dire che le ultime infornate di giovani siano le migliori da molto tempo in qua… allora, io non credo che questo ci consentirà di vincere contro la francia sabato prossimo, ma forse affermare che questo sia l’eterno ritorno all’anno zero è un modo assai semplicistico di liquidare quel – diciamo pure poco – che di buono che si sta facendo da qualche anno in qua. Certo, se dobbiamo dire che Cannone o Zilocchi o Riccioni o Ruzza o non so chi altri non valgono il livello internazionale, allora il titlo dell’articolo ha senso ed è proprio vero che siamo al disastro assoluto. Ma se così non è, forse non siamo all’anno zero e, per una volta, l’ultimo allenatore dell’Italia non è stato uno che passava di qua a incassare assegni.
Lo sconforto trasuda nei commenti: amare, nere lacrime intingono le parole più orribili, tanto più x un rugbista: rinuncia, assenza di alternative.
Per dire, sabato, dopo 10 minuti ho smesso di guardare quella partita, ho ascoltato distrattamente guardando le gesta dell’U20. Lo so, un po’ puerile, tanta era la tristezza per come andavano le cose.
Venendo al tema odierno: dobbiamo restare nel 6N, aggiungerei che dobbiamo VOLERLO. Sia chiaro, non per interessi di bottega, per pavoneggiarsi, perché “teniamo famiglia”. Dobbiamo volerlo, come abbiamo voluto la riscossa dopo Caporetto, la Resistenza dopo….
Se non erro al tempo della prima visita di una squadra italiana in Sud Africa negli anni Settanta, la Federazione ospitante ci affiancò con una specie di supervisore tecnico. Potrebbe essere una strada. Il nostro conclamato deficit tecnico andrebbe affiancato da un governo tecnico della FIR. L’orgoglio patriottico ne soffrirebbe a livello di immagine, più di quanto accade nei tempi correnti?
Scusate il mio sfogo, ma sono vent’anni, vent’anni!, che prendiamo sberle e umiliazioni (sportivamente parlando) al 6N. I primi anni dici ok, siamo appena arrivati, abbiamo un percorso davanti, ma oggettivamente, oggi non ci sono più scusanti. Da tifoso dellI’Italia trovo avvilente questa situazione. Perchè non ci si schioda. Gli unici sussulti sono stati con Berbizier (complice l’arbitro, che dovette scusarsi pubblicamente per l’errore, perchè quell’ultima azione del Galles – ve lo ricordate? – sono convinto che finiva in meta) e Brunel. Massima stima di Smith, ma il problema, come sottolineato dall’articolo, non è il CT di turno, è il sistema. @Vittotio, non si tratta di pavoneggiarsi con le Tier 2, ma dopo 20 anni di cucchiai e ww, ci raccontiamo ancora che essere i Tafazzi del 6N è terapeutico? Scusa, ma se il mio medico dopo 20 anni di terapia non mi guarisce, lo mando a… e lo cambio.
Forse è terapeutico, o forse no.
Non mi pare che Parisse si sia sentito un po Taffazzi in questi anni, anzi vuole ancora giocare pur sapendo che vincere e quasi impossibile e probabilmente, penso, ambisca a un posto in FIR.
E se i nostri Nazionali non si sentono Tafazzi perché sentirci noi, comodi spettatori in poltrona o alla peggio in tribuna. Che venga indetto un referendum ai giocatori chiedendo se preferiscono essere autarchici o confrontarsi con il mondo.
Se il medico è incompetente lo cambio, ma sicuramente non perdo la voglia di curarmi.
Ho preferito i 42 punti dal Galles e non quelli segnati alla Russia.
Ma questo è oggettivo.
“dopo quanti ko verrebbe consigliato a dirigenti e responsabili del settore tecnico di impacchettare le loro cose e liberare scrivanie e uffici? Sette? Otto? Arriviamo al massimo a 10?”. Non solo, perchè qui abbiamo gente che ci venne a raccontare che con le proprie “ricette” (cdf, accademie, celtic league) in 10 anni i risultati si sarebbero visti. Bene, i 10 anni sono trascorsi (anche qualcuno in più) e, non solo i risultati non sono arrivati, ma addirittura stiamo facendo peggio rispetto a 7-8 anni fa. E adesso si ha la spudoratezza di continuare a ripetere che “ci vuole tempo” e “ci vuole pazienza”?? Lo chef ha cannato ricetta ed è tempo (da quel dì) di cambiarlo. Se ciò non è ancora avvenuto è perchè le logiche politiche hanno preso il sopravvento sull’interesse generale.
“non è che se cambi il presidente poi migliora magicamente tutto… Va cambiato un modo di muoversi e di pensare”. Verissimo, ma si comincia sempre dal manico, quando si decide di cambiare. Anche perchè il presidente racchiude nella propria persona i poteri di nomina e revoca degli incarichi. E siccome l’attuale presidente si avvia verso la conclusione del proprio secondo mandato, ha avuto abbondantemente il tempo di scegliersi le persone di propria fiducia e provare ad attuare il proprio programma elettorale. Entrambe le cose si sono rivelate fallimentari, quindi qualsiasi rinnovamento del movimento parte imprescindibilmente dal “dopo-Gavazzi”. Chiunque rinnoverà la propria fiducia a Gavazzi sa già fin da ora a cosa andrà incontro il rugby italiano.
In questi giorni ho letto in giro critiche a Smith: ecco, se c’è una persona che in questo momento merita solo gratitudine è proprio il coach. Mettiamoci nei panni di un tizio che era stato chiamato per fare l’assistente allenatore, che giunge in Italia a fine Ottobre per ricoprire quel ruolo e che, solo due settimane dopo, si sente chiedere di fare l’head coach ad interim (quindi senza alcuna garanzia futura), pur non conoscendo nè lo staff nè i giocatori, a due mesi dal torneo. La mia domanda è: cosa sarebbe successo se lui avesse replicato “signori cari, il contratto che ho firmato parla chiaro sul ruolo per cui mi avete chiamato, per cui, spiacente dei vostri problemi, ma non sono affari che mi riguardano”…? Chi avremmo messo su quella panchina?
Riprendendo il confronto sull’opinione di @Bissteak. Io non sono addentro alle dinamiche di palazzo, imho, qui non si tratta del presidente, che comunque non è lì per volere divino, ce lo ha messo il movimento, del quale è, di conseguenza, l’espressione. Si tratta di approccio al mondo dello sport professionistico, in un era in cui tutto è diventato oltremodo studiato e approfondito e, di conseguenza, chi ci “lavora” deve essere superspecializzato e competente. Qui si tratta di condurre un’azienda, come, molto pragmaticamente fanno, tanto per cambiare, ma non solo, gli anglosassoni, gli inventori di questo sport e, se vogliamo, quelli che più ne sono pervasi dello spirito e dei valori. Allora se tu “Il gioiellino” lo metti in mano a gente competente, pianifichi, programmi, gestisci, confezioni un prodotto di qualità e, infine, lo vendi bene (in senso stretto e figurato), il trend sarà in crescita, non solo di importantissimi, seppur vili, soldi ma, soprattutto, in termini di praticanti, tesserati, appassionati, spettatori, ecc. Il che, a sua volta genera un volano che ti fa crescere ancora di più.
ha ragione Munari quando dice che il pesce puzza dalla testa, non ne usciremo mai da questo limbo, la gente si sta stufando e lo stadio si svuota, quanto ancora ci saranno interessi tali da portare gente a Roma a vedere la partita dalle altre 5 nazioni? di questo passo penso che tra un paio di anni ci sarà da piangere. E penso un’altra cosa, ora gli allenatori di livello ci vengono perché davanti ad un lauto stipendio non sanno dire di no ma non credo che accettino la sfida “vediamo di risollevare il movimento” qui siamo al “questi mi danno i soldi, se va bene altrimenti saluto tutti” ed arriverà il giorno che pure gli allenatori internazionali ti diranno “no grazie, ma ho una reputazione da mantenere” ed allora forse qualcuno capirà che è il momento di fare una profonda riflessione sul come abbiamo inteso il rugby noi italiani. Mi ricordo che una decina di anni fa facemmo una amichevole con una squadra di una assicurazione inglese in giro per l’italia durante il 6 nazioni, bene noi con la squadra di B al completo siamo stati asfaltati da una quindicina che tra una meta e l’altra si tracannava pinte di birra e pasteggiava a cocomeri. Roba che ti veniva il nervoso anche solo a guardarli ma avevano una foga agonistica ed una voglia di giocare che mi ha lasciato da allora un ricordo indelebile. Non è che abbiamo solamente da imparare ad ogni livello di questo sport ci manca anche l’umiltà di volerlo fare.
ma qualcuno può, guardandosi allo specchio, pensare in tutta onestà che le cosa possano migliorare/cambiare ?
Perchè mai la governance del rugby italico dovrebbe cambiare qualcosa?
alle ultime elezioni, l’attuale presidente ha raccolto, se non erro, il 53-54%: la prossima elezione -se si ricandida ed io non ho nessun dubbio- sono pronto a scommettere che migliorerà di molto le sue percentuali perchè ai presidenti delle ns società va benessimo così.
palloni,mute, dindini a basso costo per il nuovo campo in sintetico – tutta quanto fa brodo per continuaire , con difficoltà, l’attività sportiva.
Ricordatevi: l’unica cosa che farebbe ca..re nei pantaloni ai Nostri sarebbe l’annuncio(non tanto peregrino) del Sud Africa che volesse gareggiare nella vecchia Europa anzichè nell’emisfero australe
Che U20 e Femminile non diventino la foglia di fico, ben detto, e con tutto il rispetto e la considerazione per le vittorie delle due squadre.
Ricordiamoci però che, al momento, chi tira la carretta (porta i soldi) è la maggiore maschile e lì è l’espressione apicale di un movimento. I risultati dell’U20 non si traspongono automaticamente in future vittorie della maggiore e la nazionale femminile, finché il movimento non troverà una stabilizzazione economica, è suscettibile di cambiamenti di anno in anno, naturali in un ambito amatoriale o quasi.
Dopo 20 anni ci si trova sempre al punto 0 e si contano i giorni che separano l’arrivo degli ennesimi equiparati salvatori della patria. Approccio sbagliato.
So che non c’entra nulla, ma quanto tempo che non vedevo il tuo nome a commentare Rabbi 😀
Ecco, i giovani, appunto.
Perso per perso, mi piacerebbe che Smith osasse di più.
Cannone c’è già ed è stata una fortuna che ci fosse, Riccioni idem ma ci sarebbe potuto essere anche Pettinelli a fianco di Licata e, perché no, Rizzi.
Aggiungo anche Zanon perché gioca nella Benetton, quindi lo conosco meglio di chi gravita con nelle Zebre dove c’è di certo qualcuno degno di entrare nel giro dei grandi.
Aspettiamo i Test di Giugno per farli esordire ? Ma i test di Giugno non servono (anche) per mantenere il ranking ?
Perso per perso. Mi pIacerebbe.
Concordo
I soldi c’erano e ci sono, le opportunità non sono mancate, gente valida ne è passata, devo concludere che per chi decide è più conveniente fare la figura dei fessi? Con profonda amarezza.
Tristezza assoluta. Mi aspettavo molto di più (vittoria del Galles di 13) proprio perché Franco Smith è uno che i giocatori li conosce meglio di altri. E invece niente. E così arrivano i soliti sfottò dei calciofili da tavolino, quelli a cui vorresti ricordare che nel 2018 l’Italia non è andata ai mondiali e nel 2010 non ha neppure battuto la Nuova Zelanda. Vabbeh. E sapete una cosa? Quando buschi 42-0 devi pure stare zitto e lasciare passare la mascalzonata di fischiare contro la punizione del 3-0 e, dall’altra parte, stesso fallo ma invece va bene tutto. Munari dice spesso, “provare a stare attaccati nel punteggio”. Pia illusione, se non contendi quasi mai il pallone nel breakdown. E se i calci sembrano fatti apposta per metterli nelle mani di Halfpenny. E mi ritorna in mente… il rugby di fine anni ’90, “mantenere il possesso, mai calciare”, con il risultato che oggi facciamo davvero piangere nel gioco al piede, sia tattico che nei piazzati. In vent’anni, ma anche di più, si è pensato a costruire la casa sulle sabbie mobili dei dettami tecnico-tattici del momento, anziché rendersi conto dei nostri limiti. Diceva un mio amico pilone, “gli dai la bicicletta e subito pensano di essere Coppi”. Mi viene da piangere.
Sono completamente d’accordo con quanto scritto in questo post, aggiungerei però un paio di cose:
-la prima è rappresentata dall’inveterata abitudine calcistica di trovare il capro espiatorio nell’allenatore, O’Shea, Brunel, Mallet, Berbizier, ecc sono tutti incompetenti e idioti (aspettiamo il turno di Smith)
-la seconda invece, secondo me la più stupefacente, è la continua conferma dei vertici FIR che in 20 anni e con milioni di euro investiti (leggi buttati) non sono stati in grado di creare una filiera che produca giocatori di livello. In questo quadro non possiamo non parlare del nostro maggior campionato, il Pro12, che rispetto alle competizioni nazionali degli altri paesi del 6 nazioni è di un livello improponibile per non dire patetico (qualsiasi delle nostre squadre più forti prende minimo 30-40 punti dalla più scarsa britannica o francese).
Alla fine continuiamo a cambiare allenatori che puntualmente mettono in campo gli stessi giocatori ottenendo gli stessi risultati.
Forse bisognerebbe fare un’analisi generale di cosa produce l’intero movimento e come. Il livello dei tecnici, dei manager, degli arbitri, dei preparatori fisici e solo alla fine il livello è la qualità dei giocatori. Se non c’è un allenatore italiano che allenerebbe in un campionato straniero (forse uno solo c’è, Cutitta), se non c’è un arbitro convocato nemmeno come tmo, che altro bisogna aggiungere per dare la cifra di cosa è il movimento italiano di rugby? Forse si pensa che la passione e il senso di appartenenza possano sostituire la competenza e la preparazione. E spesso si è succubi di logiche campanilistiche che a mio avviso si sono dimostrate estremamente deleterie per il rugby italiano. Lasciare il 6 nazioni per me è quanto di più lontano ci sia dallo spirito rugbistico, anzi alla luce di questi risultati si dovrebbe avere solo una voglia matta di risalire la china e la fame di fare risultati. Lasciare il pro14 per tornare al nostro domestic sarebbe ancora più triste per il livello del nostro movimento ovvero ne chiudere qualsiasi possibilità di confronto con un livello veramente professionistico.
Trent’anni fa avrei dato un braccio per vedere l’Italia giocare il 5Nazioni nella speranza di poter competere con quei miti del rugby. Ora, dopo vent’anni in cui ci giochiamo, facciamo da sparring partner alla nazione che allora osservava un turno di riposo esaltando ci nello spettacolo delle altre partite come quella di ieri tra Francia e Inghilterra. Arriveremo mai a giocare una partita come quella ne prossimi vent’anni?…speriamo. Ogni commento ha le sue ragioni ma penso che Samuele abbia colto nel segno. Siamo un popolo di pallonari e lo spirito e l’agonismo del rugby non ci appartengono. Guardatevi i volti e il sangue che c’erano ieri sempre in Francia Inghilterra. Ecco, dopo la batosta di sabato prepariamoci per quella di domenica.
Dopo una prestazione mostruosa come quella di domenica scorsa difficilmente la Francia riuscirà a ripetersi e quindi non vedremo analoga veemenza agonistica da parte loro verso di noi quindi perderemo, sicuramente, ma perderemo in altro modo ovvero avendo la possibilità di far vedere anche noi qualcosa di buono e allora si ripartirà con i buoni propositi e le solite buone parole fino alla prossima salassata. È la storia del nostro rugby, una storia che si ripete da tempo immemore.
Io spero che qualcuno tiri fuori l’orgoglio, sempre che il grado di dignità gli consenta di farlo.
E’ facile lanciare sorrisi sarcastici ogni volta che qualcuno tira fuori l’ipotesi della retrocessione, ancor più facile rifarsi al fatto che il 6N è un torneo privato che decide autonomamente che regole darsi e la retrocessione, per ora, non è una regola.
Sta di fatto che ciclicamente, con scadenza annuale, c’è chi invoca ad alta voce un’alternativa all’Italia nel 6 Nazioni.
Non sono i blogger disfattisti, né quelli che vengo definiti (da taluno che crede con i suoi commenti in un Blog di apportare un contributo indispensabili al rugby italiano) tifosi calciofili.
Ecco, anche quest’anno, puntuale come la morte, una testata “importante” come Rugby World ripropone la stessa tiritera:
“..Time to think of reasons why Georgia should be in the Six Nations
After their lopsided 42-0 defeat by Wales, Italy have now lost their last 23 Six Nations matches. It’s not a pretty stat and has led to calls for Georgia’s inclusion, possibly through a play-off against the bottom-placed team each year.
However, every time this suggestion gets mooted, people immediately find reasons to argue against Georgia’s inclusion. “It’s too far away.” “They’d just become the new whipping boys.” “TV revenue won’t be high enough.”
Ignoring the fact that both Italy and France were afforded long periods to improve once they joined the tournament, it feels as if people look at Georgia’s inclusion in an extremely negative light. Why not focus on what they could offer the Six Nations?Italy imploded in Cardiff, whilst back in 2017 Georgia lost only 13-6, albeit against Wales’ reserves. Nevertheless, have they not earned a chance to show how good they are? Their inclusion would shatter a glass ceiling placed on Tier Two nations – how are they meant to improve by regularly thrashing Spain and Romania?
In any case, a formal pathway between the Six Nations and the Rugby Europe Championship would benefit those countries. Let’s say that Italy were relegated – the teams in that second division would then have a chance to test themselves against a famous rugby nation, comparing where they are to a Six Nations regular.”
Abbiamo cambiato allenatori, abbiamo annichilito l’entusiasmo di tecnici provenienti da tutto il mondo rugbystico, ma vogliamo o no ribellarci al destino che ci vogliono imporre ?
Uno scatto d’orgoglio no ?
Vogliamo, una volte per tutte, fare una sana autocritica e abbandonare i ruoli che abbiamo dimostrato di non saper coprire ?
Vogliamo dirci la verità ? Pubblichiamo i veri numeri dei tesserati (quelli veri, quelli di chi – dagli ometti – frequenta almeno un anno di allenamenti) per renderci conto che in questi vent’anni i rugbisti (dal mini in su) sono drasticamente diminuiti ?
Facciamolo.
Vogliamo anche pubblicare i veri numeri degli spettatori che “affollano” i campi e gli stadi dei nostri campionati ? O continuiamo a mettere numeri a casaccio mediamente decuplicando quelli effettivi, roba che se la SIAE fa un accesso nelle segreterie dei Club arrivano multe milionarie.
Lo facessimo capiremmo che le continue sconfitte al 6N sono il male minore.
Bel post mamo, ci sarebbe tanta carne al fuoco in quel che dici ma vedrai che ci sara’ chi si fermera’ al pezzo di Rugby Workd riportato e polemizzera’ su quello invece che discutere quello che dici dopo
E visto il momento storico in cui ci troviamo (anno delle elezioni), sarebbe bello che i candidati, anziché fare filosofia (che per me vuol dire zero idée, saliamo a bordo e poi vedremo che tanto noi siamo più puri e più belli) mettessero qualche proposta pratica sul tavolo e aprissero le discussioni…..
@mamo, perchè fai presente a quelli di Rugby World che, per quanto riguarda il lato sportivo, la Georgia contro l’ Italia ha fatto la fine della vittima sacrificale, quanto l’ ha fatta l’ Italia con il Galles; tralasciando di spiegargli il resto delle ragioni economiche e di immagine che, oltre al già citato lato sportivo, non fanno prendere in considerazione l’ avvicendamento tra Italia e Georgia, in quanto lapalissiane!!!
A certa stampa, albionicamente autoreferenziale, va ricordato che quelli che contano sono i dati e non le opinioni, perchè “i discorsi un fan farina!!”!!!
Bravo @Mamo, giusto per intenderci sul dato spettatori: nel weekend anteriore al debutto del 6N, nel ProD2 francese, cioè la seconda serie, c’è stata una media di 4.546 spettatori su otto campi. Serie B, eh? A metà campionato di Top14, invece, la media di spettatori era di 14.000 spettatori, con una forbice tra i 24.341 (!) di Bordeaux e 8210 di Agen. Facciamo una media di € 15,00 a biglietto e…vedete un po’ voi anche sotto quel profilo.
Risponendo a @Stefo nel post più sopra:
Perché le Home Unions + NZ + Aus + SA allora sono sempre teste di serie nonostante il ranking? questo intendo, nel calcio appunto non funziona così se non meritocraticamente guadagnato?
Alla fine vediamo il problema da facce diverse della stessa medaglia, entrambi pensiamo che le equiparazioni (che fanno solo i più ricchi a scapito delle nazionali minori) siano un modo errato lasciato da world rugby per far si che i giocatori prodotti in abbondanza da i movimenti maggiori (NZ e SA in primis) o da movimenti pieni di talento (isolane) ma con poche strutture e soldi per andare a rimpinguare quei movimenti che da soli non riescono a stare a livello.
Condivido inoltre quanto detto sul fatto che i soldi vadano investiti bene, ma il nostro bilancio rimane comunque sempre molto inferiori a quello delle altre del 6N, poi noi probabilmente continueremo a spenderlo male, ma questi sono problemi nostri e il mio discorso esulava appunto dal fatto che come credo condividiamo tutti le nostre “lacune”, per usare un eufemismo, le conosciamo bene.
Discorso sui tecnici: certo che non devi avere tutti i migliori al mondo, ma proprio perché costruire una scuola rugbistica a livello tecnico è cosa molto difficile, riuscire ad avere tecnici di livello, e non parlo del head coach, diventa fondamentale per provare a stare al passo dei migliori. Crediamo davvero che non vogliano ingaggiare un assistente per BD, uno per difesa, uno per gli avanti, un mental coach, uno per la preparazione atletica ecc.. o probabilmente non abbiamo i mezzi per farlo? Cioè Oshea è stato il primo a lanciare il messaggio, più da DOR quale è, che gli servivano uomini di campo, Venter per cosa non è rimasto? per soldi ovviamente, ha chiesto il tipo della preparazione fisica e mi sembra innegabile che il salto ci sia stato, Catt adesso è a fare l’assistente ai verdi. Progressi (pochi) ci sono stati, su chi è dietro si sono visti, su chi è davanti no, perché continuano ad avere tutti i mezzi per correre più forte.
Già noi come le altre T2 dobbiamo scontare la meno attrattiva, più nemmeno possiamo pagarli, gioco finito. I primi restano primi e agli altri le briciole (leggasi seconde scelte in tutto).
A dire il vero sono teste di serie proprio in merito al ranking, che poi I sorteggi siano fatti molto in anticipo e’ un altro discorso ma ai sorteggi mondiali quello che conta e’ il ranking al momento del sorteggio.
Con Mallet il tecnico dei bD lo si era anche avuto se poi non lo si considera necessario e’ un altro discorso, alla stessa maniera dei preparatory atletici, mental coach ecc. Ed occhio non pensiamo che un Warburton sia la’ pagato milioni ripeto, col budget che la Fir ha uno staff decente e completo lo puo’ anche metter su… Venter e’ stato chiamato in Sud Africa che e’ la sua Nazione…puoi mettere e dire che cifre prendeva qua e la’? Sta storia dei soldi non regge mi spiace ma la Fir I soldi per avere dei tecnici decenti li ha. Io non so se cotter sia stato o meno cercato dalla Fir ma non mi si venga a raccontare che la Federazione di Rugby Fijiana gli offriva un pacco di soldi che la Fir non ha.
Ci si domandi invece perche’ assunto COS, venuto qua con entusiasmo ecc poi non e’ riuscito neanche a far metter su un sistema di permit degno ma si sia in una situazione in cui Treviso lavora tra I risvolti del regolamento con accordi bilaterali coi club. Ci si domandi perche’ in 4 anni alla fine della fiera non e’ riuscito a riformare quasi nulla, quali resistenze ha trovato e perche’.
Ci si domandi se forse le frustrazioni chiaramente espresso dai CT andati via negli anni forse hanno reso meno attrattivo il lavorare per l’Italia per un tecnico di livello. Suvvia smettiamola di cercare di dire che e’ colpa del sisema mondiale se l’Italia non progredisce ed apriamo gli occhi sui milioni di soldi spesi (che ripeto una federazione Argentina mai ha avuto ma e’ progredita meglio), sugli interessi di certe fazioni sempre mantenuti senza accettare cambiamenti.
Mi spiace che continui a guardare il problema solamente dal lato “polemico” con la FIR. Non che io ne sia un estimatore bada bene, anzi mi auspico un forte cambiamento a tutti i livelli, sopratutto tecnico, di vision, di investimenti in verso la fondazione di un centro tecnico federale in stile Coverciano che formi gli allenatori di base del futuro e non come adesso i volontari che formano i ragazzi ecc…
Ovvio che il sistema O’Shea ha tolto il velo dalle segate che ci eravamo raccontati per anni, lui ha messo a nudo come in realtà ancora siamo un sistema del tutto amatoriale, del rugby pane e salame, dove le competenze avanzate vengono derise (basta rileggerti commenti vari su O’Shea, Catt, ma anche Brunel, Mallet e compagnia bella), fatto sta che loro continuano nelle loro carriere internazionali e noi qua con i soliti problemi.
Proprio perché dimostriamo di essere un movimento “immobile” e refrattario ad ogni cambiamento, l’unica attrattiva che ci rimarrebbe sarebbero i soldi da elargire, ma anche qui come puoi vedere (https://www.calcioefinanza.it/2017/02/03/impatto-economico-sei-nazioni-rugby-italia/ dati un po’ datati, ma danno il senso) siamo comunque ultimi in classifica. Scrivevo già sopra che molto probabilmente continueremmo a spendere i soldi male, ma almeno potremmo cercare di giocare alla pari su questo piano.
Cerco solamente di trovare/proporre alternative per uno sviluppo del gioco più equo, tanto chi è davanti avrà sempre dalla sua il blasone, le competenze frutto di anni di know-how, una diffusione capillare del gioco, e non ultimo un livello di spettatori interessati maggiore, però delle soluzioni “per tutti gli altri” bisogna almeno provare a pensarle. Sennò tra 50anni avremo sempre le solite 4-5 squadre che monopolizzano il tutto.
bissteak il problema non e’ polemica con la Fir ma sono stufo che ad ogni tornata si cerchino alibi, e’ quello dei soldi e’ proprio l’ultimo, che la Fir di soldi ne ha, eccome se ne ha.
Scusa ma non esiste proprio prendere la scusante quando da 20 anni arrivano alla federazione una vagonata di soldi e che vengono spesi male.
Non mi va neanche che si dicano cose errate tipo che il ranking non valga per i sorteggi dei Mondiali, che le due franchigie insieme non abbiano il budget do un Glasgow o Edinburgh o chiunque sia in Pro 14 ed ancor meno che non ci son soldi per tecnici di livello. Vediamo le altre squadre?
Irlanda: Farrell fino ad oggi e’ stato assistente e basta, prima panchina da head coach in carriera. Cattanon e’ andato in Irlanda per soldi ma perche’ la Fir aveva gia’ trovato un accordo con Smith come nuovo allenatore dell’attacco. Ah Doveva fare l’assistente, COS era ancora li’ dopo che ha lasciato (e non prendeva un tozzo di pane) c’era l’accordo con howley che pero’ non e’ venuto per i suoi problemi…dimmi ora dove sono is oldi del suo contratto? Eccoli li’ i soldi se vuoi per tenere il preparatore atletico che aveva portato COS, un assistente per i punti d’incontro e te ne avanzano pure.
Pivac: fa un salto uguale a Franco Smith da fracnhigia a NAzionale, e stesso era Townsend in scozia.
Galthie’ da allenatore di club ad assistente di brunel a NAzionale.
Franco Smith ti ricordo che ha fatto da assistente nei Boks anche negli ultimi anni.
I soldi c’erano e ci sono, se vengono pesi in direttori dell’alto livello che da decenni falliscono non e’ colpa di WR, del board del Six Nations e di nessuno se non di chi tiene delle persone che falliscono al loro posto.
Paolo nell’articolo parla che serve cambiare mentalita’…si anche nello smettere di trovare ogni volta alibi su alibi, ed iniziare anche a responsabilizzare chi ha fallito negli anni e cambaire le cose, se nin cambia questa mentalita’ si tra 50 anni saremo qua a parlare dei mille alibi e di come nazioni che ora son dietro magari son passate davanti.
Avete pensato di fare un Tinello insieme a Vittorio Munari sulle recenti vicende dell’Italrugby?
Jazztrain1, Certe cose Munari le ha già dette, qua e là nei vari tinelli. Ma se fai parte di una federazione sportiva, certe cose non puoi dirle apertamente, ci sono regolamenti statutari che ti impongono una disciplina anche nelle tue manifestazioni di dissenso. Il che è anche giusto. Il fatto è che, purtroppo, anche Poggiali non è che parli concretamente e, di conseguenza, come si fa a valutarlo sul programma? Qua so ttti chiacchiere e distintivo… giusto per citare De Niro
certo che in Inghilterra per nascondere che la loro meravigliosa squadra, ha perso contro un pugno di ragazzini francesi, fanno articoli sull italia se deve stare o no nel 6 nazioni.. questo si che vuol dire distogliere l’interesse dovuto da un brutta sconfitta..
Non è così: l’estratto dell’articolo riportato da @mamo, analizzava tutte le partite della prima giornata, quindi anche la sconfitta dell’Inghilterra.
Che ne parlino i giornalisti inglesi o ne parliamo tra noi, la sostanza non cambia: siamo a 23 sconfiite consecutive, peggiore striscia (ancora aperta) da quando siamo membri del torneo. Questo è il dato inoppugnabile, su cui abbiamo il diritto/dovere di riflettere.
E’ tempo di smetterla di tirare in ballo il sole, la cucina e le bellezze artistiche di Roma. Per le TV, gli inserzionisti e gli sponsor, che investono milioni di euro nel torneo, sono “argomenti” che non contano assolutamente nulla; per loro avere una “palla al piede” come l’Italia è un danno economico enorme e le pressioni che faranno sul board andranno aumentando. Anche perchè, non dimentichiamolo, è divenuto socio il fondo d’investimento, quindi la voce in capitolo sulle decisioni è ora diretta.
Ciao Giovanni.. mi permetto di darti del tu.. si hai ragione su tutto, siamo una zavorra e non abbiamo portato quello che il torneo sperava, un nuovo sbocco commerciale e non solo sportivo, anche io penso che 23 sconfitte siano troppe, anche io penso che in italia manca una vera visione e programmazione, su tutti i fronti, non solo nel rugby, diciamo che l’italrugby è lo specchio dell’italia, però finche siamo nel 6 nazioni continuerò a sperare che prima o poi qualcosa possa cambiare, questa è la speranza da vero tifoso appassionato e di ex giocatore, e penso che quello che ha fatto o shey e about si vedrà fra un paio d’anni e non nell’immediato, la mia preoccupazione è che si rischia di perdere quello che i due sopracitati hanno fatto nel sistema italia, spero che si dia continuità al loro lavoro.. e non si butti via tutto.. come capita spesso dalle nostre parti
C’è un solo motivo per cui l’Italia può restare nel 6n, e non è economico ma politico. È entrata per dimostrare che il rugby era in espansione e sviluppo in europa e ovunque. Questo teorema come evidente si è rivelato falso, il rugby è invece in calo ovunque come dimostra la fuga di sponsor e il calo di entrate, a cominciare proprio dal 6n.
Adesso escludere l’Italia sarebbe ufficializzare questo fatto, quindi una cosa propagandisticamente controproducente da evitare assolutamente.
Paolo, trovo questa cosa scandalosa, da ieri mi saro’ connesso al tuo blog almeno 30 volte senza mai trovarci il Tinello!!!!
🙂 …. mi sa cmq che non sono l’unico ad averne voglia…… please Paolo!!!!
Messaggio per Poggiali e per il XVIesimo uomo, se leggete questo blog (almeno uno dei 17 dovrà passarci di qui o no?)…. per favore basta filosofia e mettete sul tavolo idee concrete, le vostre posizioni sui temi attuali e sui problemi del movimento.
Se avete delle idee vanno presentate, altrimenti tanto vale!
Ma Mez e AdG sono stati bannati?
Mi piacerebbe sentire la loro opinione su come sia stato gestito l’affaire COS.
Sì, hanno violato più volte le basilari regole di civiltà e buona educazione che insegnano già all’asilo.
Più volte avvertiti, se ne sono fregati.
È stata la loro fortuna, gli ha evitato la valanga di spernacchiamenti che si sono meritati. Infatti si sono ben guardati dal tornare con altri nick. Se si vuok ridere basta rileggere cosa scrivevano della triade e di chi l’aveva ingaggiata. Ecco se quelli sono gli elettori nonchè giocatori e tesserati medi del rugby tutto è assolutamente chiaro. Dice che non c’è la meritocrazia. No no, c’è ECCOME.
Ah ok, forse me lo ero perso.
Dopo il mega flame che ti avevano fatto quell’anno che ci siamo qualificati al mondiale U20 9 vincendo 1 partita e tu “non avevi dato la necessaria copertura mediatica all’evento” ho iniziato a seguire sempre meno.
https://youtu.be/uY4cVhXxW64
Ciao Albe. Mi permetto di rilevare che già ora il programma del XVI uomo è il più concreto, o meglio, il meno vago.
Chiaro che poi tra il dire e il fare… Anche perchè una volta vinte le elezioni un Neopresidente può anche dire: “Sapete che c’è? Mi sono accorto che quelli che già c’erano a ricoprire i vari ruoli hanno le competenze e le capacità di cui parlavo nel mio programma!”. Però leggendo le varie interviste e proposizioni, è l’unico soggetto che dica che ci vuole gente formata e competente per determinati ruoli e che (finalmente!) sembra aver chiaro che la FIR deve darsi un organizzazione aziendale. Per brutto e arido che possa sembrare, la strada indicata è l’unica che può portare il nostro movimento a certi risultati. Mia opinione, eh!
Trovo corretto tutto quello che “impietosamente” dice Paolo e le osservazioni sensate di Stefo.
Bisogna cambiare, non abbiamo più tempo da perdere e forse, con la discesa in campo degli ultimi contendenti a giorni, si troverà una strada nuova che ci porti fuori dal buio tunnel….
Buongiorno Paolo.
In definitiva essendo tuo il blog ovviamente puoi decidere a piacere, ma o sei super partes ed accetti chi non la pensa come te ( evitando di bannarli con la scusa della buona educazione ) o sei “democratico” come i Black block ed il sito vive del tuo pensiero unico.
Non hai capito. Non è quello che viene detto, ma come viene detto.
Essere liberi non significa poter fare qualunque cosa ti passi per l’anticamera del cervello o di poterla fare senza che non ci siamo conseguenze.
Non mi pare che qui ci sia il “pensiero unico” (ci sono 10 anni di commenti che sono lì a provarlo. Li puoi consultare quando vuoi) e la buona educazione non è una “scusa”.
Essere criticato non mi leva il sonno e non ho manie di grandezza. Voglio solo che venga mantenuta un minimo di civiltà.
Lo ho avvisati pubblicamente e privatamente svariate volte, se ne sono fregati. Liberi di farlo, ma penso che nemmeno tu gradisca qualcuno che viene a pisciare nel tuo salotto, immagino.
Buongiorno Paolo.
In definitiva essendo
tuo il blog ovviamente
puoi decidere a
piacere, ma o sei
super partes ed
accetti chi non la
pensa come te (
evitando di bannare
con la scusa della
buona educazione ) o
sei “democratico
come i Black block ed
il sito vive del tuo
pensiero unico.
Mi spiace per i bannati, ma devo spezzare una lancia in favore di Paolo. Leggevo commenti davvero irritanti, non per i concetti tecnici o, diciamo così, “politici”, espressi, eh!, ma per i toni, i modi con i quali venivano manifestati.