Del perché il ko con il Galles è stato brutto ma quello con la Francia potrebbe farci peggio

Dopo una sconfitta senza possibilità di alibi a Cardiff arriva anche la numero 24 consecutiva a Parigi. Smith e giocatori sanno che devono tenere la testa bassa e lavorare (e lo faranno), chi gli sta intorno invece dovrebbe tenere ancora i violini nelle custodie. Che dalle nostre parti la storia si ripete molto spesso

In quella che è la percezione del mare in cui naviga la nostra nazionale di rugby (e a cascata, quasi inevitabilmente, un po’ tutto il nostro movimento) le partite come quelle di domenica pomeriggio a Parigi sono dannose. Parecchio. Per chiarire: il ko di una settimana fa in casa del Galles è stata peggiore sotto tutti gli aspetti, dal risultato in giù, ma è stato talmente evidente da non lasciare spazio a nessun alibi sensato. Ovviamente qualcuno che trova degli improbabili appigli c’è sempre, ma d’altronde c’è in giro gente che si dice sicura che l’uomo non è mai andato sulla Luna… diciamo che statisticamente è inevitabile.
Il 22-35 contro la Francia è invece molto più infido. Per la percezione del nostro rugby da parte del movimento tutto, sottolineo nuovamente. Perché l’Italia, a tratti ha mostrato una parvenza di gioco, una innegabile determinazione, ha marcato tre mete, nel secondo tempo a lungo sono stati gli azzurri a menare la danze.
E questo è un modo di guardare la partita. Un altro è che nel primo tempo per 20 minuti i padroni di casa hanno tenuto un ritmo per noi improponibile e hanno giocato a un altro sport. Venti minuti in cui è stato scavato il gap che si è poi trascinato fino al termine. Venti minuti per chiudere di fatto la partita. Si potrebbe dire che il buono che l’Italia ha combinato nella prima frazione è arrivato solo quando la Francia ha tirato un po’ il fiato; che nel secondo tempo i bleus hanno messo in mostra la loro faccia più altezzosa e irritante, quella di una squadra che ha di fatto rinunciato a costruire qualsiasi parvenza di gioco e a contendere la palla, tanta era la loro sicurezza di portare a casa il match.

E alla fine hanno avuto ragione loro. Nei secondi 40 minuti hanno costruito solo tre vere azioni offensive, in due sono andati in meta e nella terza hanno sfiorato la marcatura pesante di pochissimo. E alla fine l’Italia di cui sopra – quella che (a tratti) ha mostrato una parvenza di gioco, una innegabile determinazione, che ha marcato tre mete e che nel secondo tempo ha menato a lungo le danze – ha perso di 13 punti (non una enormità, ma nemmeno pochi), ha inanellato la sua sconfitta consecutiva numero 24 al Sei Nazioni, non ha mai dato l’impressione di poter davvero vincere il match.
Il tutto contro una Francia che non ha mai messo in mostra (non ne ha avuto la necessità?) la cattiveria, la determinazione vista una settimana fa contro l’Inghilterra. Una Francia molto indisciplinata e a volte un po’ pasticciona, una Francia spocchiosa come solo i francesi sanno essere quando si mettono d’impegno. Una Francia davvero giovane, potenzialmente fortissima (e una settimana fa lo ha dimostrato) ma inesperta.
“Esercizio d’applicazione” titolava ieri l’Equipe, come potete vedere dalla foto che accompagna questo articolo, ed esercizio d’applicazione è stato.

Franco Smith torna da Parigi un po’ meno scuro in volto di quanto non fosse a Cardiff, ma i problemi rimangono davvero tanti (breakdown e punti d’incontro su tutti), la coperta è quello che è e le tare del nostro movimento che si riflettono nella nostra formazione più importante sono talmente radicate e profonde che servirà davvero molto tempo per superarle.
Ora una settimana di riposo, poi a Roma arriva la Scozia, tra le nostre avversarie sicuramente la meno completa e attrezzata ma comunque capace di prestazioni che dalle nostre parti non si vedono da troppo tempo. Il ko contro il XV del cardo sarebbe il numero 25 consecutivo per noi, e cosa più grave, il preludio a una quasi inevitabile numero 26 con l’Irlanda a Dublino e alla numero 27 a Roma contro l’Inghilterra. La Scozia è un punto di svolta vero.

PS: non ho fatto nessun accenno alle donne e alla nazionale U20, lo so, ma non ho visto davvero nulla delle loro partite.

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33 pensieri su “Del perché il ko con il Galles è stato brutto ma quello con la Francia potrebbe farci peggio”

  1. Paolo mi spiace ma questa volta non sono d accordo con te su questo allarmismo pre Scozia. La Francia è vero che cmq non ha patito più di tanto, però tutto sommato siamo stati sempre vicini a poterli impensierire, più volte abbiamo avuto l occasione per fare male ed invece poi siamo stati puniti su nostre ingenuità o per scarso cinismo.
    La Francia nel passato ha avuto più problemi mentali che di rugby, per me non avevano ancora smaltito le scorire della battaglia contro l Inghilterra ed abbiamo visto anche nello scorso mondiale che certe partite ti lasciano addosso dei segni che difficilmente smaltisci in una sola settimana, considerando anche la giovane età del gruppo.
    Ovviamente contro la Francia non mi sarei aspettato nessuna vittoria, soprattutto a casa loro. Però la reazione alla prova grigia di Cardiff c’è stata come hai scritto e la squadra è in costruzione, anche se forse come strutture di gioco ho visto qualcosa di più limpido con il Galles.
    Da oggi fossi in Smith insieme agli staff delle franchigie organizzerei chi far giocare nel fine settimana con il ritorno del pro14. Diversi Benetton mi sembrano con il fiato corto ed hanno bisogno di riposare. Inoltre penso proprio che rivedremo Parisse, magari dal primo minuto che con Licata e Polledri potrebbero fare una bella terza linea, con giocatori d impatto in panchina pronti ad entrare a partita in corso.
    Contro la Scozia aumentano le nostre possibilità di vittoria, sicuramente non le certezze, però preferisco arrivarci così che con un tabellino che avrebbe recitato di nuovo lo 0

  2. Ripeto quanto detto in altra sede. Abbiamo fatto quanto ci è stato concesso di fare, onore al merito di essere stati capaci e volenterosi nel prendercelo.
    Questa squadra comunque ha le possibilità e le capacità per domare la Scozia ma solo se saprà vincere i punti di scontro, come li ha giustamente chiamati Calcagno.
    Ci sono due settimane per allenare i meccanismi, vedremo

  3. Paolo Wilhem, che Franco Smith li metta sotto a lavorare è un dato di fatto che indica la voglia di costruire qualcosa che sia duraturo. La tua analisi è troppo ingeneroso perché i nostri pur con tutti i loro limiti non sono naufragati come a Cardiff. Ora, a maggior ragione dobbiamo sostenere senza se e senza ma Franco Smith che si sta dimostrando all’altezza della situazione e gli altri che scendono in campo.

  4. Paolo Wilhem, mi dispiace dirlo ma la tua critica è oggettivamente ingeneroso perché non si tiene conto del fatto che la squadra è reduce da una sconfitta mortificante conseguita a Cardiff

  5. Anche io ho avuto la stessa sensazione e cioè che i francesi non abbiano messo la stessa determinazione e cattiveria che contro gli inglesi, tanto avrebbero vinto lo stesso.Loro hanno giocato a sprazzi e una volta raggiunto il bonus hanno smesso,noi abbiamo fatto quello che potevamo attualmente.Personalmente continuo a non capire Canna a 12 ma tant’è.

    1. stessa cosa che avremmo fatto noi se avessimo giocato con qualsiasi squadra del 6N B, che visti i risultati di quest anno mi sembra un pò al ribasso

  6. Ingenerosa…

    Approfitto per dire che bene fa Franco Smith a farli lavorare come dannati e a tenerli lontano dai riflettori. Franco Smith sta dimistrando di essere all’altezza della situazione. Diamo tempo, i conti si faranno alla fine.

  7. Una persona piuttosto intelligente ha detto che un’uomo diventa vecchio quando i rimpianti superano i sogni e dal momento che anagraficamente mi sto avvicinando all’essere vecchio tengo ben presente questa frase, peraltro famosa e forse inflazionata.
    E’ tutto vero quello che dice Wilhelm ed è verissimo che la partita con la Scozia sarà psicologicamente cruciale.
    Vero che abbiamo macroscopici problemi o vizi “breakdown e punti d’incontro su tutti”, ma è altrettanto vero che con qualche accorgimento potremmo rafforzare le nostre virtù perché, a mio parere, questa squadra delle virtù le ha.

    Non mi permetto di parlare della mischia perché i miei amici (ex compagni) da decenni mi ripetono che di mischia non capisco una cippa ma comunque mi accorgo che in chiusa siamo all’altezza degli altri. Terze buone ne abbiamo in abbondanza rispetto al recente passato e In touche siamo meglio di quanto sperassimo. Non parlo di schemi, degli 1-3-3-1 o 2-2-2-2, perché direi solo cagate. In conclusione la mischia c’è.

    La grande novità è aver spostato un giocatore di talento vero (che si stava smarrendo del tutto) da apertura a centro che a Parigi ci ha fatto vedere dei progressi anche in attacco e con Morisi a fianco potrebbe formare una gran bella coppia. Minozzi all’ala è oggettivamente di livello assoluto (soprattutto perché adesso le ali si accentrano pure) e Hayward a 15 è una certezza.

    Rimane, a mio avviso da valutare la mediana.
    Allan, a mio parere, si è preso badilate di m. ingiustamente e lo dico perché anche riguardando la partita ci si accorge come Braley faccia sempre un passettino prima di passare, quel passettino che con la velocità del rugby moderno, consente ai difensori avversari di abbracciare amorevolmente il nostro 10 non appena questi riceve la palla.

    Ecco, se Braley si ricordasse come gioca il suo compagno Heinz e provasse ad avvicinarsi a lui come velocità di esecuzione, beh, l’Italia potrebbe creare delle belle cose, cose che potrebbero imbarazzare gli Scozzesi e, forse, supplire ai vizi che ci vorrà più tempo per eliminare.
    Un accorgimento a breve termine.

    Mi sento giovanissimo.

    1. Corretto . Ecco perché Pavanello si è prodigato a prenderlo mentre Gloucester a lasciarlo libero. Scarti su scarti è la politica mai coraggios a di Treviso e dell’Italia.

      1. Dai @Fattuale, non fare il vecchio brontolone e prova a ricordare le prime uscite di Braley con la Nazionale, scoprirai che quel passettino letale (per i ricevitori) non lo faceva. Il vizietto visto ieri e sintomo di insicurezza.
        Ciò non mi toglie la speranza di vedere sull’erba del Monigo il prossimo anno Petrozzi (che comunque ha 25 anni) o un rinforzato Crosato che ne ha 22.

  8. Ciao Paolo, parzialmente d’accordo con te, ma aprzialmente anche in disaccordo.

    Vero la Francia nei primi 20 minuti ha giocato a dei ritmi insostenibili per gli azzurri, pero’ non penso siano ritmi che loro stessi possono sostenere per 80 minuti. Vero che hanno scavato il solco e verissimo secondo me che ad un certo punt oil loro atteggiamento mentale del “so figo, so beo, so fotomodeo” e’ subentrato e son sembrati rimirarsi nello specchio un po’ troppo, e vero che quando hanno dato qualche sgasata sull’accelleratore hanno ritrovato buchi e punti. Vero tutto, pero’…pero’ altrettanto vero che l’Italia dopo quei primi 20 minuti non ha sfanculato, ha preso le legne che ha preso e quando la Francia ha iniziato a giocare a ritmi normali (e ripeto io non credo la Francia possa giocare a certi ritmi 80 minuti anche conl’Inghilterra nel secondo tempo ad unc erto punto e’ scesa di ritmo eprmettendo agli inglesi di rientrare) l’Italia non solo ha tenuto testa ma ha iniziato a colpire dove poteva mettendo a nudo certi limiti ancora presenti nei francesi.

    Io non dico che lItalia abbia fatto un prtitone, e neanche che abbia veramente impensierito la Francia, si vedeva che la Francia quando voleva accellerare scovava I buchi, non ho mai visto la aprtita in bilico, pero’ penso sia giusto riconoscere all’Italia quell po’ di buono che ha fatto, senza ingigantirlo ma neanche minimizzarlo in questa occasione.

    Ci sono degli apsetti positivi nel gioco da portare a casa, e parechci aspetti negativi su cui lavorare.

    Scozia: qua a Dublino han giocato larghi tratti di partita a ritmi che l’Italia non ha, ma sono terribilmente imprecisi…non combinano srmpre ritmi con esecuzione. La partita con gli inglesi difficile da valutare viste ke condizioni climatiche estreme.

  9. Totalmente d’accordo con te, Paolo.
    Ieri, su un altro sito me ne hanni dette di tutti i colori e suggerito di seguire il volley, perché ho sostenuto esattamente quello che hai scritto tu.
    Il problema è che se la Francia avesse tenuto il ritmo dei primi 20 minuti (e al momento non ne é in grado!), sarebbero stato 60/80 punti (stava viaggiando a circa un punto al minuto).
    In quei 20 minuti di rugby VERO, noi siamo stati totalmente annichiliti. Dopo 3 fasi ci rubavano il pallone come a dei bambini.
    Poi hanno smesso di contestare i Bd e noi, magicamente, siamo tornati in gioco (si badi bene, in gioco, non in partita).
    Molti si sono sentiti soddisfatti. Soddisfatti di cosa? Di aver fatto meno del minimo sindacale di quello che una squadra che gioca il 6n da vent’anni dovrebbe saper fare?
    Scherziamo?
    Se ci accontentiamo di questo non andiamo da nessuna parte, come infatti abbiamo fatto negli ultimi anni.
    Avremmo potuto essere soddisfatti di una prestazione del genere 15 anni fa, ma non oggi.
    Oggi dovremmo essere in grado di giocare il rugby vero e invece, noi il rugby vero lo vediamo solo in tv e se qualcuno (sempre più raramente) spinge un po’ con noi, il risultato è come quello dei primi venti minuti di ieri: annichiliti e quasi un punto al minuto.

    1. Concordo in pieno. Eravamo 13-0 al 18′ e non eravamo riusciti a mettere il naso fuori dalla nostra metà campo. La differenza con Cardiff è che stavolta, quando i nostri avversari hanno rifiatato, noi ci siamo messi a giocare. Un passo avanti, certo, ma dopo il nulla assoluto di 8 giorni prima siamo davvero al minimo sindacale. La realtà è che l’andamento dell’incontro lo decidono i nostri avversari, noi siamo al traino e possiamo solo stringere i denti e cercare di limitare i danni nei momenti di bufera.

    2. @RFC, pur capendo e , in parte, condividendo ciò che dici (nel senso che il fatto che in questi 20 anni di 6Ns il gap tra l’ Italia e le altre, invece di ridursi si è ampliato, porta amarezza.), ma, se avessi seguito con attenzione Francia-Inghilterra, ti saresti accorto che, se anche contro i sassenachs, i frogs fossero riusciti a tenere il ritmo del primo quarto di gara per tutto il match, gli avrebbero rifilato un 40/50ello e invece, anche contro di loro, con lo scorrere dei minuti, hanno avuto lo stesso calo che hanno palesato contro di noi e che il calo di ritmo non è stato voluto, perchè intanto se lo potevano permettere agevolmente.
      Riguardo al consiglio che ti ho dato di “là”, dal momento che non riesci a metabolizzare che l’ Italia, nelle gerarchie continentali, è indiscussamente (sia per distanza da chi ci precede, che da chi ci segue!!!) la terza potenza e che seguire l’ ItalRugby ti comporta un grande rodimento di fegato, che ha come coseguenza un successivo sputamento a pioggia di bile, ribadisco che forse è meglio se provi a seguire uno sport come il Volley, dove le possibilità di raggiungere risultati più appaganti, per i colori italiani, sono infinitamente maggiori

      1. Chiedo venia per l’ errore di battitura, naturalmente non è la terza potenza continentale ma la SESTA!!!!!!

      2. Mi spiace, ma se paragoni la partita con gli inglesi a quella con noi, veramente vuol dire che non hai molte conoscenze sul nostro sport (e sto parlando di rugby, non di volley).
        Per prima cosa la Francia ha rallentato dopo 60 minuti contro l’Inghilterra e non dopo 20.
        Poi, se mi permetti, in quei 60 c’erano due squadre in campo e una aveva il netto sopravvento sull’altra. Nei 20 minuti contro l’Italia, invece, c’era UNA SOLA squadra in campo.
        Ti ricordo che l’Italia perdeva il possesso dopo non più di 3-4 fasi!!!!
        Poi, se tu ti accontenti di essere la seconda squadra del continente, benissimo. Fai pure.

  10. Cioè, non capisco, perchè e a chi potrebbe farci male?
    Ai tifosi che si sarebbero illusi di poter vincere con la Scozia?
    Ai giocatori che si sarebbero illusi di poter vincere con la Scozia?
    La rassegna stampa FIR l’ho letta, e non mi pare ci sia chissa che entusiasmo per la partita di ieri, quasi tutti gli articoli riportano che non siamo stati in grado di vincerla.
    si tratta di un passo avanti rispetto alla partita con il Galles, mi sembra pacifico. Non c’è altro da aggiungere.
    Non vedo come la prestazione di ieri potrebbe farci male. E cosa avrebbe dovuto invece farci bene.

    1. Fa male, perchè con questo atteggiamento del “beh qualcosa di positivo è stato fatto”, oppure del “siamo in crescita”, da più di vent’anni stiamo vivacchiando e, soprattutto, stiamo dando un alibi a tutti quelli che questa situazione l’hanno creata.
      Ricordo che qualche mese fa, il nostro carissimo presidente ha avuto il coraggio di dire che l’Italia è stata la migliore delle escluse dai quarti del mondiale, rivendicando di aver finito con 12 punti in classifica, grazie al FAMOSISSIMO pareggio con gli All Blacks!!!
      Se noi che guardiamo le partite ci accontentiamo di quello che si è visto ieri, invece di esserne schifati (dopo vent’anni e passa di 6n), tutti gli addetti ai lavori si sentiranno nel giusto e non si metteranno mai in discussione.
      Invece dobbiamo TUTTI dire quella che è la realtà: il nostro movimento non è minimamente all’altezza del Rugby (con la R maiuscola) e questo esclusivamente per colpe nostre.
      Far finta di niente vuol dire… (beh mi viene in mente quello che si spara sui testicoli per punire la moglie….)

      1. eh ma allora qualsiasi risultato positivo della nazionale che dovesse esserci potrebbe farci male con questa logica.
        Io direi che sarebbe ora di valutare le partite in base a ciò che vediamo, al risultato e non se fanno bene o male al movimento ecc.

  11. Leggo sul Corriere dello Sport un titolo di questo tenore “Un’Italia brillante verso l’era Smith” !!! … Su onrugby leggo una dettagliatissima analisi su tutta una serie di circostanze episodiche – micro errori, deviazioni sfortunate, palloni scivolosi, ecc. – che avrebbero impedito all’Italia di mettere in discussione il risultato, frenandoci nella rincorsa ad una specifica competitività … Classico esempio di come l’approfondimento di analisi comporti la perdita di una visione d’assieme …
    Alla luce di questi fatti, e di tante altre piccoli/grandi opinioni raccolte sul web, non posso che dire che sì, la preoccupazione di Paolo è più che fondata …
    Ciò detto, resta il fatto che la Scozia rimane il nadir dei nostri appuntamenti di quest’anno, il punto di competitività più basso tra le altre nazionali del 6N, per giunta in casa nostra, lontano dalle suggestioni di Edimburgo …
    Speriamo che un’anticipata primavera romana posso annacquare il fighting spirit dei nostri amici scozzesi e che l’Italia, con Parisse in campo, possa ritrovare un pò di quella esaltazione agonistica che rappresenta sempre il segreto dei successi imprevisti …
    Anche perchè dopo, a hard rain’s gonna fall …
    Bye. Luca

  12. Per quanto possa sembrare oltremodo cinico e negativo, io sono abbastanza d’accordo con Paolo.
    Per carità, passi avanti rispetto a Cardiff ce ne sono indubbiamente stati (e grazie tante, fare passi indietro sarebbe stato allarmante oltre che obiettivamente difficile dopo un 42-0 senza appello), i ragazzi si son dannati l’anima, e finalmente qualcosa di decente in zona rossa si è visto.
    Poi ovvio che non basta per vincere. Se noi giochiamo al 100% e gli altri (chiunque) pure, ce le prendiamo. Se loro sono al 80-90% perdiamo comunque. Dato di fatto. Che questi “aspetti positivi” siano presi per valutare una prestazione come “parzialmente positiva” va sempre valutato nel fatto che noi stiamo due gradini sotto, e giocarcela e impensierire gli avversari è – a livello 6N – oggettivamente il massimo cui si può aspirare.
    Credo di aver detto tutto e niente con questo intervento 🙂

    1. @LiukMark, quoto al 100% la seconda parte del tuo intervento, infatti, nel mio piccolo, io sono decenni che scrivo che il livello dell’ Italia è essere, in Europa, l’ ultima delle grandi, ma, dopo 20anni, c’è chi ciò non l’ha anacora metabolizzato!!!

      1. Hro il punto è che dopo 20 anni si sperava sarebbe stato diverso. Non dico vincere un 6N, ma poter uscire da ogni stagione con almeno 2-3 punti si

  13. l’analisi di Paolo è impietosa, ma è corretta (secondo il mio modestissimo parere).
    Grande è la differenza tra quello che tu fai per merito, e quello che ti lasciano fare.
    Ieri tutto quello che è stato fatto è frutto di “concessione”: ad un certo punto, cioè dopo solo 20′, la partita era finita, i francesi l’hanno capito e hanno rallentato, diminuendo l’intensità, la velocità e la rapidità di esecuzione ecc., cioè è diventata un altra partita.
    Essere in questo momento duri e impietosi nel criticare quello visto ieri non significa non aver o non voler vedere le cose buone fatte dalla nazionale, ma significa, senza voler minimamente interpretare PW, avere la volontà di guardare in faccia tutti i nostri limiti, senza se e senza ma, con la volontà di costruire un percorso più efficace ecc..
    So bene che tutti Voi siete coscienti dei limiti che attualmente abbiamo, ma è innegabile che le cose buone fatte sono state fatte perché il livello è calato, per volontà o per necessità non è dato saperlo, ma alla fine la partita l’hanno vinta loro, il che dimostra solo che quel ritmo era voluto, avevano coscientemente calcolato i rischi per vincere la partita, anche perché sanno benissimo che attualmente noi non siamo in grado di sostenerlo neanche per 5 minuti.
    È imbarazzante per questi livelli l’incapacità di contendere nei BD.
    Credo che le cose buone fatte vedere vadano analizzate e contestualizzate con lucidità.

  14. Insomma, sembra che in bilico ci sia solo il risultato con la Scozia. 23, 24 sconfitte consecutive e anche qualcosa di più o di meno, ma che cosa? Franco Smith è un allenatore per i prossimi 6 mesi, 2 anni, 4 anni, 8….? Ma ci rendiamo conto che giochiamo, noi 12imi con 4 delle prime 6 squadre al mondo! Che siamo lì a discutere se potevamo fare di più contro una nazionale che ha un movimento in patria pari come seguito, mezzi e strutture pari al calcio( in cui sono campioni del mondo!). Ma io dico, avessimo almeno un piano di approccio ai prossimi mondiali visto che almeno i giovani ci sono….o ci sono soltanto loro!! E invece guardiamo alla Scozia!?!?!? Ma guardiamo veramente cosa sta facendo per prepararsi ai prossimi mondiali e impariamo o è troppo difficile?

  15. ora, forse sarò troppo vecchio stile, ma quando si va in campo non esiste il “mollare perchè si raggiunge il risultato”. a me, francamente, la nostra partita è piaciuta. almeno come atteggiamento. e alla fine non mi sembrava di vedere facce “da allenamento” sui volti dei mangiarane, anzi… poi, tutto ciò che scrive Paolo sui violini è vero, così come è vero che le nostre lacune sono innumerevoli (ed uno si chiede come sia possibile che dei professionisti le abbiano), ma va dato del merito ai giocatori e a tutto lo staff per essere riusciti a tirarsi un po’ su rispetto a Cardiff. inoltre c’è da dire che su quei 13 punti iniziali, i primi 7 arrivano da azione fallosa, visto che uno dei loro fa ostruzione a Canna, nettamente in vantaggio sul 14 dei mangiaraneaufo (non ho neanche voglia di impararmi i nomi…).

  16. Non è che per caso quelli che si dicono sicuri che l’uomo non è mai stato sulla luna dicono anche di essere sicuri che l’Italia non è mai entrata nel 6n?

  17. Le analisi di Frati “IL RUGBYEILNERO”, RugbyingClass e Liviero sul Gazzettino (quindi sicuramente stampa non allineata ,,,vedi i titoli trionfalistici e truffaldini di alcuni quotidiani nazionali) ci permettono di capire con una critica costruttiva…che è poi quello che serve. Chiudono dove si deve chiudere ed aprono se ci sono flebili spiragli di luci. Niente di personale ma sollecitato dal tenore mi permetto, a mio giudizio, scrivere che questo ultimo pezzo de IL GRILLOTALPA, lecito l’esternare il proprio sentimento, abbia veramente pochi contenuti ma sia buttato giù cosi poiché non apre una “discussione”, non aiuta veramente a comprendere (questa è la missione di chi scrive pubblicamente e non come troppi fanno, non è questo il caso, convinti di avere il proprio ombelico come centro del mondo) e rende partecipi ad un pianto quasi nervoso poiché nulla è successo che non si conoscesse. Insomma inchiostro usato quasi a voler riempire il bianco di una pagina da chi aveva un appuntamento ma poco tempo da dedicarci. Mi pare, poi, che IL GRILLO TALPA non abbia mai usato una “scure così affilata”, e forse ci voleva, ma sia stato sempre piuttosto benevolo e ottimista nel periodo O’Shea.

    1. L’articolo, se letto con attenzione, è solo un monito a volare bassi, monito rivolto a quelli abituati a fare voli pindarici .. che poi la cera si scioglie e ci si ritrova col cui per terra.

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