Nell’appuntamento prenatalizio Vittorio Munari analizza il momento delle due formazioni italiane che questo fine settimana daranno vita al primo derby celtico. E nel menu finisce anche il calo dei tesserati FIR (-5mila unità) così come annunciato negli ultimi dati diffusi dal CONI.
Palla a Vittorio!
Non ho capito quale sia la franchigia Scozzese che non funziona…Glasgow o Edimburgo?
suppongo edimburgo, ma solo sulla base dei risultati e sul numero effettivo di nazionali quindi potrei anche sbagliare
Si credo anch’io che si riferisse a Edimburgo. Credo anche che ci abbia riflettuto poco e gli sia un po’ sfuggita, perchè vorrei averla io una franchigia così che non funziona
Sei sicuro di avere fatto un’analisi decentemente approfondita dei numeri di Edimburgo?
Adesso va cosí di moda fare le analisi costi-benefici…
Purtroppo le parole di Munari affondano le radici in una realtà veramente difficile. NEl mio piccolo posso portare l’esempio di una società che sventolava la crescita dei giovani come uno obiettivo, straparlando dei valori del rugby. Ad una “riunione tecnica” sentendo per l’ennesima volta sbandierare questi argomenti, ho fatto notare che non stavamo girando uno spot della birra…purtroppo il rugby attira tanta gente perché è uno sport che fa sentire fighi, che ha una certa nomea, e che qualcuno inadeguato prova ad usare per raccogliere qualche briciola, tanto per arrotondare. E parlo di una realtà minuscola! Qualche anno fa venne pubblicato un bell’articolo a firma F. Costantino, nel quale l’autore suggeriva che la vera evoluzione del rugby in Italia sarebbe arrivata quando si fosse insegnato alla gente ad apprezzare il rugby stesso per quello che è, il gioco più bello del mondo. In realtà l’ultima definizione è mia 🙂
Munari vorrebbe dire che questo Tv alla fine è un bluff ma non ce la fa, si sa mai…. Forse è rimasto un po’ indietro se considera Edimburgo la sfigata delle 2. Loro non sono in challenge e sono primi del girone Per il resto è tutta rabbia affogata. Tu Whillem continua a ridere per non piangere un po’ come fa quell altro sai quello grasso😂😂😂😂😂
Ehi Ron, non ci stupire con tutto questo acume, intelligenza e profondità di concetti. Rischiamo di perdere il sonno.
ps: hai scritto male il mio cognome
Caro Babbo Natale, se posso vorrei chiederti un grosso regalo: fai sparire dai blog gli stupidi, quelli che scrivono per dare un senso ad una vita che un senso non ha, quelli che scrivono per odio e disprezzo perché non hanno un opinione, quelli che hanno dieci nick e nessuna personalità. Io in cambio ti prometto che non scriverò più sui blog.
Per quanto riguarda Munari, dice cose che si sanno in merito ai tesserati ma ogni provvedimento di buon senso non porta voti, per cui anche qui vediamo cosa ci porta Babbo Natale.
Già che ci siamo, gli stupidi li possiamo far sparire pure dalla Fir? 🙂
ciao mauro, mancano i tuoi commenti, dall’altra parte ed anche qui. Speriamo che i Leoni domenica ci facciano divertire; per me sarà la prima dagli spalti quest’anno!
@Ron
ho ascoltato 2 volte il tinello, perche’ volevo essere certo di non essermi perso qualche parola o mezza frase…
non riesco a capire dove nasca la tua sensazione che Munari ritenga Treviso un bluff e nemmeno da cosa traspaia il rodimento di deretano…
Vittorio Munari puo’ essere piu’ o meno simpatico, ma continua a essere l’ addetto ai lavori piu’ competente che abbiamo…
L’ analisi che ci offre come sempre, e’ lucida e precisa
Ovvio sempre a mio personale giudizio… garantisco che non sono un parente e nemmeno il suo agente 😉
Vittorio Pesce
Ciao Vittorio, credo non si debba per forza rispondere a tutti. A volte è meglio lasciar perdere. L’analisi su Treviso è perfetta. Hanno messo su finalmente un ottimo sistema che piano piano sta crescendo. Ovvio che manchi ancora qualcosa altrimenti contro gli scarlet, Agen, Harlequin (quelle che mi vengono in mente al volo) avremmo vinto e la stagione sarebbe ancora migliore. l’anno prossimo sarà ancora meglio.
Manca @geo, e purtroppo manca tutto attorno a Treviso.
Come si leggeva su altre pagine qualche giorno fa, Treviso non è parte di un sistema, ma probabilmente per com’è non è fatto per starci. Ma fatto sta che un sistema ci deve essere, che serva a far crescere (più o meno direttamente) anche Treviso (con nuovi giocatori tra cui scegliere e far crescere, con un po’ di pubblicità e appeal al nostro sport e perchè no di sana competizione da parte di qualcun altro), ma sappiamo bene di urlare nel deserto.
@Massimiliano fa piacere leggere la menzione di Costantino, che è un sincero appassionato. E il tuo giudizio sul rugby lo faccio mia. Munari può piacere o non piacere, ma gli va comunque riconosciuto di dare opinioni ragionate sulla base di dati e conoscenza diretta, non “di pancia” o di consorteria. Poi si può condividere o meno. Detto tutto questo, getto l’occhio su come è messo questo Paese dal punto di vista politico, economico e sociale e mi convinco sempre più che, con tutti i difetti, gli sprechi, le porcherie e i risultati che sappiamo, il rugby rimane al di sopra della media di qualunque ambito italiano, sportivo e non.
…e non potevo citare sempre Ravagnani, poi mi dicono che sono noioso. D’accordo con te sulla situazione politica e sociale in generale, e sulle magnifiche realtà che si incontrano nel rugby; ritenevo però doveroso portare una testimonianza diretta di problemi reali che, in fondo, sono figli di quel mancato connubio fra passione, capacità e preparazione dei nostri dirigenti di piccole società, e che andrebbe creato con l’aiuto della struttura gestionale più alta del nostro sport.
La conoscenza di Vittorio Munari del gioco del Rugby gli permette e l’autorizza ad analizzarlo in tutti i suoi aspetti. Detto questo, quello che gradirei conoscere è che cosa ne pensi lui dello scarso proselitismo che la palla-ovale ha fra i giovani, in diverse regioni, del nostro Paese. Se veramente, nel prossimo futuro, la Scuola italiana, come ho appreso dai media in questi giorni, si appresta ad adottare il “tempo pieno” in ogni ordine e grado non sarebbe il caso che anche il rugby si preparasse per tempo a trarre beneficio da tale progetto?
Servirebbero programmazione seria e competenze vere, non credo le scuole aprano la porta a tutti quelli che bussano.
Quello che sento come brutto campanello d’allarme è la parte relativa alle difficoltà enormi che incontrano le piccole società, che sarebbero le prime a sparire non avendo “ammortizzatori” a proteggerle, e senza quelle temo che una buona fetta del reclutamento andrebbe a…..
Sentito il tinello stamani.
Analisi per Treviso ( e anche zebre) che trovo appropriata.
Osservazioni sul movimento : perfetta.
una sola nota sulle scuole, quasi nessuna scuola in italia possiede le strutture e la possibilità di farle, parlando del solo spazio, banalmente, se si apre la scuola allo sport, il lavoro delle società sarà quello di “consorsiarsi” alle diverse scuole ed andare a prendere i ragazzi per portarli nelle proprie strutture, questo potrebbe non essere la fine delle piccole società, ma creerà, probabilmente, un certo spartiacque tra le diverse concezioni su cui puntare per le società stesse, per cui alcune dovranno puntare moltissimo sui ragazzini, mentre altre si dovranno/potranno strutturare meglio per il settore giovani e seniores, collaborando a propria volta con le altre società minori che coltivano i virgulti, la fir, a sua volta, dovrebbe capire che sulla raccolta e gestione degli “scolari” tutti, si fonderebbe il successo dello sport ed investirci pesantemente, quindi direi, per concludere, che siamo rovinati 😀
consorziarsi, chiaramente, maledetto dito fonfo
tra calo demografico, calo democratico, calo socioeconomico sta pagando dazio persino l’unica istituzione che era riuscita ad unificare il nostro disastrato paese: la nazionale di calcio, che non è riuscita a qualificarsi ai mondiali e che ormai deve temere avversari come Portogallo e Polonia, guardando dal basso in alto nani geopolitici come la croazia o il belgio…
al nord stanno chiudendo le scuole materne ed elementari perché gli italiani fanno figli tardi, al massimo uno, spesso neanche quello, e gli stranieri se ne stanno andando…
quartieri sguarniti, multiclassi, insegnanti disoccupati…
le squadre di podisti hanno iscritti più ultracinquantenni che minorenni..
mi sembrano speranza malriposta pretendere che il rugby (che già di suo non ha mai brillato) brilli in un contesto del genere …
Piccola nota: anche nell’Irlanda che nasce strutturata con le quattro province hanno fatto un sacco di fatica per sistemare, dopo molte stagioni, il Connacht.
Non é facile per nessuno, figuriamoci per chi non si vuole organizzare in maniera logica.
Davo per scontato che segnalando come primo approccio il rugby-touch, si intuisse la possibilità di giocarlo anche nelle palestre come si gioca il basket,ovviamente senza alcun rispetto del numero di giocatori per ogni squadra.Credo che varrebbe la pena tentare di essere curiosi.Forse non costerebbe eccessivamente.