Bilancio in rosso e poca liquidità: la FIR in difficoltà. In ritardo i “gettoni” del Sei Nazioni 2017

 

Il Bilancio 2016 si chiude con un -635mila euro a dispetto di un Bilancio Preventivo che aveva previsto un +12mila. Quasi dimezzata la liquidità di cassa e il Grillotalpa conferma: i giocatori della nazionale non hanno ancora ricevuto i soldi dell’ultimo Sei Nazioni, un ritardo che finora non si era mai verificato. GIRA e AIR sempre più vicine su singole posizioni

Ieri la FIR ha reso pubblico il Bilancio Consuntivo 2016, approvato in via definitiva dal Consiglio Federale a luglio: l’esercizio in questione è stato chiuso con un rosso di 635.945,59 euro. Un risultato negativo che però migliora le oltre 2 milioni di passività accumulate nel bilancio 2015. Bene? Ni, visto che oltre a registrate un segno meno ancora particolarmente importante bisogna anche ricordare che il bilancio preventivo aveva ipotizzato un risultato positivo per quasi 12mila euro. Qui comunque potete scaricare e consultare il Bilancio nella sua interezza.
Al solito si tratta di un documento non sempre di immediata leggibilità, ma qualche dato interessante (tra i tanti) salta agli occhi:
i ricavi dei test-match crescono del 651% (no, non è un errore, ho proprio scritto 651) rispetto all’anno precedente ma bisogna tenere conto che lo scorso autunno da Roma sono passati gli All Blacks e che – soprattutto – nel 2015 non si sono giocate partite a novembre perché si era appena concluso il Mondiale
10% in meno da pubblicità e sponsorizzazioni ma nella Relazione sulla gestione allegata al Bilancio si sottolinea che in prospettiva della RWC 2019 “rimangono aperti una serie di contatti con aziende giapponesi”. Al momento non c’è però ancora nessuna firma, nulla di ufficiale
Costi raddoppiati per la gestione della Cittadella di Parma, che passa dai 127mila euro del 2015 ai 249mila dell’esercizio successivo
la partecipazione al Pro12 è costata nel suo complesso 11.270.269,08 euro. Di questo ammontare i contributi assegnati direttamente quell’anno alle franchigie sono stati 6.745.000. E alle Zebre è stato assegnato l’ormai famigerato contributo straordinario da 500mila euro
continua a scendere anche l’ammontare di cassa, ovvero la liquidità a disposizione della federazione, che passa da 3,5 milioni di euro a 1,95 milioni. Un trend che va avanti da diversi esercizi.

Il dato su cui vorrei soffermarmi oggi è quest’ultimo perché se da un lato è vero che il risultato complessivo è quello che conquista i titoli sulle prime pagine dall’altro è altrettanto vero che lo stato di salute della liquidità è quello che dà forse la temperatura migliore delle difficoltà (o meno) che quotidianamente un’azienda o un ente, in questo caso la FIR, deve affrontare. Il risultato di un esercizio può essere positivo perché c’è stata una vendita di un immobile, ad esempio, oppure può essere negativo perché si affrontano investimenti che daranno risultati positivi in un futuro più o meno vicino. Un segno più o un segno meno possono quindi essere (parzialmente) ingannevoli e vanno “letti”. La liquidità invece ti dice cosa puoi o non puoi fare nel day by day.
Negli ultimi mesi si sono rincorse indiscrezioni su difficoltà della FIR in questo senso: rimborsi pagati agli arbitri con grande ritardo (o ancora non pagati), ad esempio, oppure contributi previsti e da versare ai vari comitati regionali per la loro normale vita amministrativa più volte rimandati. Voci, rumors, indiscrezioni che arrivano a macchia di leopardo da mezza Italia ma anche di difficile verifica: ci ho provato più di una volta ma poi – alla fine – nessuno vuole rilasciare dichiarazioni ufficiali e ottenere le carte che certifichino questi ritardi è estremamente difficile. Quindi rimangono tali: indiscrezioni.

Quello che invece oggi il Grillotalpa può scrivere per primo e senza tema di essere smentito è che al 6 settembre i giocatori della nazionale maggiore non hanno ancora avuto i gettoni previsti per la loro partecipazione al Sei Nazioni 2017. Si tratta della prima volta che questi emolumenti subiscono un simile ritardo visto che negli anni precedenti la FIR li aveva sempre versati nei mesi immediatamente successivi alla fine del torneo, e comunque sempre prima dei test-match estivi. Quest’anno invece il ritardo è cospicuo e all’orizzonte, almeno secondo le informazioni raccolte da questo blog, non si vede ancora una soluzione rapida della questione.
E’ vero che le parti sono da tempo coinvolte in una trattativa molto complessa per il rinnovo della questione emolumenti per i giocatori impegnati in nazionale ma le distanze sono considerevoli: Gavazzi già tempo fa ha fatto pubblicamente sapere che vorrebbe legare il gettone alle prestazioni ma propone un accordo con il quale di fatto i giocatori guadagnerebbero solo in caso di risultati finora mai ottenuti da nessuna nazionale azzurra e tali che ci metterebbero in corsa per la vittoria finale del torneo. Sarebbe bellissimo se ciò succedesse, intendo se l’Italia vincesse 4 gare al Sei Nazioni, ma sul lato pratico della questione contingente vuol dire solo una cosa: risparmiare moltissimo sui gettoni, quasi non pagarli.

I rappresentanti dei giocatori fanno muro e anche sotto l’aspetto più prettamente “sindacale” c’è da sottolineare un’altra novità: negli ultimi mesi si sta infatti registrando un avvicinamento importante sulle singole posizioni tra GIRA e AIR, ovvero le due sigle che rappresentano i giocatori. Non è poco se si tiene conto che GIRA è nata nel 2012 proprio in contrapposizione ad AIR. Non un’alleanza vera e propria ma una comunione di obiettivi che di sicuro pone la FIR davanti a una difficoltà in più, non prevista (Gavazzi insiste infatti a non voler ufficialmente riconoscere GIRA).
Discussioni complicate dicevamo e rapporti molto freddi, ma quella è la discussione sul futuro, il Sei Nazioni 2017 però ricadeva ancora sotto il vecchio agreement. Quindi: perché non pagare? Per avere un’arma in più nelle trattative? Forse, ma essendo soldi dovuti il risultato finale che si ottiene più facilmente è invece quello di una radicalizzazione delle posizioni altrui. Oppure non si paga perché, forse, in FIR ci sono appunto grossi problemi di liquidità. Magari è un mix delle due cose.
Quei soldi prima o poi arriveranno ai loro legittimi destinatari, ne sono certo, ma il “prima” e il “poi” non sono un dettaglio. Quando si chiama un idraulico, poi lo si paga. Funziona così. Dovrebbe funzionare così, almeno.

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56 pensieri su “Bilancio in rosso e poca liquidità: la FIR in difficoltà. In ritardo i “gettoni” del Sei Nazioni 2017”

  1. ogni anno arriva l annoso argomento bilancio, se si considerassero le perdite partendo dal famoso tesoretto Dondi allora si che sarebbe una situazione allarmante, anche se già così ce’è poco di che essere felici. Significa che per l ennesimo anno al rugby di base toccheranno solo le briciole e di progetti neanche l ombra…dal prossimo anno tra tasse di tesseramento, tagli alle accademie e riduzione degli stipendi delle Zebre qualcosa si riuscirà a rientrare; anche se dispiace sapere che il debito dovrà pagarlo la base ed il vertice, ci metto anche le prime 4 classificate dell Eccellenza, non avranno grosse ripercussioni.
    Il business plan di rientro quale sarà? trovare fantomatici accordi in Giappone per un federazione che non trova sponsor neanche in Italia? Questa gestione federale rimarrà nella storia, poco ma sicuro

  2. – Costi raddoppiati per la gestione della Cittadella di Parma, che passa dai 127mila euro del 2015 ai 249mila dell’esercizio successivo

    sta a vedere che questa la eliminano..

    1. Se non ci sarà un’inversione di tendenza sotto tutti i punti di vista allora sarà inevitabile e direi anche auspicabile.

  3. Ok, il bilancio è negativo, ma se è vero che non pagano i gettoni ai giocatori e non hanno pagato le rette alla scuola di Parma e poi leggo che in cassa ci sono ancora 2 milioni di cash flow significa che non c’è la volontà di pagare, la cosa è ancora più grave. Nel senso, se non pago le rette e i giocatori non vuol dire che il bilancio migliora, il bilanci rimane quello….certo mi rimangono i solidini in tasca ma tanto prima o poi li devo tirar fuori…oppure fanno il gioco che molti fanno (anche miei clienti…di merda) del saldo e stralcio dopo che li hai fatti penare per mesi….ma allora saremmo messi molto ma molto male e io che non ho mai dato contro apertamente o comunque a prescindere contro i vertici in questo caso sarebbero indifendibili.

      1. Se realmente non ci sono 2 milioni il 6 di Settembre (cioè 8 mesi dopo) significa che oggi il bilancio è sotto di almeno di 2 milioni e penso proprio non sia così…cioè almeno lo spero!

      2. Non so quale sia la situazione della liquidità di cassa oggi, la conoscono in pochissimi. Prendo atto che la situazione è quella descritta nell’articolo.

      3. Kinki, 2 milioni lo scorso anno + 600 mila adesso, fanno 2milioni e 600mila. Non è che la perdita dello scorso anno, presentato il bilancio il giorno dopo sparisca.

      4. rugbydinasty non sto parlando dei 2 mio dell’esercizio del 2015 ma dei 2 mio di cash flow (scusami per esattezza parla di 1,95 milioni). Quindi se a dicembre 2016 hai una perdita di 635.000 ma nella cassa hai 2 mio in contanti a febbraio/aprile 2017 spero proprio che quei due milioni siano ancora in cassa altrimenti sarebbe una catastrofe…e se li hai ancora in cassa e non paghi chi di dovere significa che NON vuoi pagarli.

      5. Kinky e se ci fosse da risistemare un po’ il proprio orticello? Magari quel denaro in qualche modo viene speso…

      1. I giocatori hanno i loro rappresentanti sindacali e sono loro a parlare nelle sedi appropriate, come è giusto e corretto che sia. Se la situazione non si risolverà sono sicuro che prenderanno anche una posizione pubblica. Il “giocatore che parla” appena ha una possibilità è la metodologia che faceva comodo fino a qualche anno fa, quando il presidente di turno si metteva d’accordo con il capitano e 2/3 senatori e gli altri si adeguavano. Per fortuna le cose non sono più così.

      2. “stiano zitti”, che devono dire, se gli cade anche questa opportunità è meglio, che vadano a giocare a pirilicio.

    1. La favoletta che Gavazzi non parli se gli si fanno le domande mi sembra , appunto una favoletta. Mastrocola era lì e ha fatto l’intervista. Ma Mastrocola fa i kilometri e non sta dietro un computer.

      1. Ognuno fa il suo lavoro nel modo in cui può. Cacho è un amico e fa un lavoro davvero encomiabile, che non tutti però possono fare. Giudicare è molto facile, farlo da dietro un computer (appunto) ancora di più.

      2. non per niente era all inaugurazione di una club house a Brescia…mica nel profondo sud

      3. Mi permetto di inserirmi nelle querelle…è esattamente questo il punto che identifica la visione del mondo del presidente FIR: la gente deve “fare kilometri”, deve andare a Canossa, quasi fosse un privilegio. Alternativa? Accontentarsi di dichiarazioni spesso estemporanee, giustificando il tutto con “non è un comunicatore, ma un uomo di fatti”, “non si conoscono i retroscena” ecc. Mi permetto di credere che un’impresa di successo (se, come mi è capitato di sentire, un imprenditore di successo è ipso facto un dirigente di successo) sia in grado di garantire una comunicazione fluida e costante, che motivi scelte e, perchè no, le giustifichi.

      4. mastrocola sta simpatico a tutti ma…

        http://www.tuttorugby.com/index.html#sponsor

        era l’unico italiano presente a Dublino il giorno della presentazione del pro14?
        di quanti altri blog la FIR è partner?
        quanti altri blog hanno gli stessi sponsor del Calvisano?

        e i chilometri che avrà dovuto macinare da Ome a Brescia per realizzare questa intervista inaudibile li avrà fatti in bicicletta…

        credo che un’intervista possa essere fatta anche al telefono, se l’interessato te la vuole concedere…

      5. Avere degli sponsor che ti pagano non è affatto un delitto, un reato. Cacho dà grande visibilità a tutto il rugby bresciano, che a sostenerlo ci siano le aziende che sostengono anche il Calvisano lo trovo naturale. E dare un sostegno non significa “comprarsi” un giornalista.
        Non so se fosse l’unico giornalista italiano a Dublino per il lancio del Pro14, ma secondo te la Gazzetta di Parma o La Tribuna se hanno mandato qualcuno lo hanno fatto a spese proprie? Di cosa staremmo parlando?
        L’unico quotidiano italiano – ripeto: l’unico – che non accetta voli, passaggi o favori da nessuna delle federazioni sportive del nostro paese è la Gazzetta. Pensi forse che le trasferte dei giornalisti nel Sei Nazioni siano coperte totalmente dalle loro testate?
        Questo complottismo di bassissima lega mi ha davvero stufato: se domani Macron mi contattasse per sostenermi credi che la cosa mi farebbe schifo? Che verrei “comprato”?

      6. Mastro era alla presentazione della nuova partnership tra JRBS e una società francese che ha preso il posto di Clermont. Non mi ricordo bene chi sia. Altro che nuova clubhouse, che peraltro, stanno fortunatamente costruendo Tra l’altro Gavazzi era in casa della presidentessa Montanarini che era, diciamo, politicamente schierata contro alle precedenti elezioni federali.
        Lunga vita a Mastro Cacho che mi procurava le magliette da rugby 20 anni fa!

      7. A Dublino Mastrocola c’era in quanto era presente ai mondiali femminili. Un po’ di più in km che da Ome a Brescia. C’era anche Moreno Molla a Dublino alla presentazione del Pro 14, ma non “ufficialmente”. Altri Italiani non c’erano purtroppo.

      8. @paolo, chi parla di complotti sei tu: io rilevo semplicemente una storica vicinanza non solo fisica a Calvisano ed all’attuale dirigenza federale…
        penso che in periodi di ristrettezze economiche se la FIR ha un posto in aereo non lo andrà ad offrire certamente a qualche rompiballe quando può scegliere di portarsi un giornalista amico…

  4. Resta il fatto che “creare” le notizie estrapolandole da commenti di altri, se pur “virgolettate” è un grosso problema. Anche se mi accorgo ogni giorno che passa che a coloro che scrivono sui blog ( Bloggher e commentatori) interessa poco la notizia in se, ciò che interessa è se questa sia riconducibile o meno ad una posizione “politica” precostituita e “piegarla” alla bisogna.

    1. Tirata questa conclusione, potresti anche decidere, che dire la tua è una perdita di tempo e scrivere di meno o nulla.
      Mi sembra la stessa cosa che fai tu con i tuoi interventi.

      1. Perchè non ne parli tu, visto che hai lo scoop e ne conosci i dettagli. Io mi limito a dire che a Swansea i giocatori hanno giocato una buona partita ( stando ai resoconti di chi c’era) e che a Swansea è mancato il TMO.

      2. In effetti la gran parte dei giocatori delle Zebre contro gli Ospreys hanno giocato senza aver firmato il contratto, cosa che a quanto mi risulta è avvenuta soltanto ieri

  5. A me sembra che la notizia sia che il bilancio è in rosso, e la cosa non cambia se la scrivo da Helsinki o da Canicattì. Il che significa che o si taglieranno delle voci, o si chiederà un intervento dal CONI, o entrambe le cose. In ogni caso, si rischia un ridimensionamento dei progetti. Non è il dramma peggiore del mondo, ma dispiace. Tutto qua.

  6. Speravo di fare un salto a Parma questo sabato ma degli improvvisi impegni inderogabili (mia moglie ha detto…no rimani con noi sabato sera) non mi permettono di venire. Volevo vedere come se la cavavano Licata (son convinto che sarà nei 15 sabato) e Minozzi!

    1. Ciao vecio, pare abbia dato un paio di sventole a un turista tedesco..secondo le mie fonti si è difeso, i ragazzi tedeschi (9 pare) hanno aspettato lui e un suo amico fuori da un locale, la è partita la rissa e il crucco le ha buscate di brutto..
      questo mi han detto..
      aspettiamo di sentire ambo le campane prima di esprimere pareri..
      ma questa “condanna” preventiva del ragazzo è indegna..non voglio giustificarlo, ma non vedo perché debba essere cacciato e bollato come violento prima che venga emesso un giudizio da parte di un giudice..
      se ha sbagliato pagherà, ma con la carriera rugbystica c’entra una mazza!

      1. 9 contro 1 ….si sta allenando per il lavoro sporco nelle ruck, scherzo e spero che si risolva al meglio. Appena ho un attimo ti scrivo di là che così mi tieni aggiornato sui tuoi gnari….ciao vecio

  7. Il bilancio IRFU 2016 si è chiuso con 2 mil di perdita. Ma non mi pare proprio che il rugby irlandese stia peggio del nostro. Ergo il rosso di 600 mila della FIR di per se stesso non è alcunchè indicativo sullo stato di salute del rugby, che immagino, sia l’unica cosa che ci debba interessare.
    Evidentemente per chi al mattino non aspetta altro che trovare un motivo per attaccare la FIR è una ghiotta occasione per farlo.
    Nessuno ha nemmeno timidamente confrontato il rosso del bilancio 2015 con quello 2016 ( -635.000 contro -2.151.867,78). Se l’avesse fatto avrebbe scoperto che la gestione 2016 è stata in grado di recuperare poco più di 1,5 mil. Per una federazione accusata di sperperare e buttare soldi a destra e a manca mi sembrerebbe un ottimo risultato gestionale.
    Tornando alla questione del pagamento dei premi ai giocatori della nazionale, ribadisco che né alcun giocatore , né i loro sindacati hanno sollevato alcun problema nel merito, segno che la questione , se esiste, é, al momento, gestita dalle parti.

    1. La differenza tra i bilanci 2015 e 2016 io l’ho sottolineata. Come ho sottolineato che tra Bilancio Preventivo e Consuntivo ballano quasi 700mila euro: dire che sarai positivo di 12mila euro e poi chiudere a -635mila non è esattamente la stessa cosa. Tanto più se le due stime sono state fatte a qualche mese di distanza, non un’era geologica.
      Dire che “né alcun giocatore , né i loro sindacati hanno sollevato alcun problema nel merito” per quanto riguarda i gettoni del Sei Nazioni fa sorridere. Non lo hanno fatto pubblicamente, che è un discorso, ma il problema è molto grosso e giocatori e sindacati non sono affatto felici di come la cosa è stata finora affrontata.
      Che poi pure “gestita dalle parti” andrebbe spiegato, visto che il presidente FIR fa di tutto per non parlare con i vertici GIRA, che rappresenta ormai la stragarande maggiornaza dei giocatori celtici e molti nell’Eccellenza ma che la federazione ancora non ha riconosciuto ufficialmente. Ancora meglio: non ha voluto riconoscere ufficialmente.

      1. Quindi c’è una trattativa e in una trattativa , soprattutto quando ci sono soldi di mezzo, ogni parte usa le armi che ha. Evidentemente il sindacato non ritiene vi siano ancora i presupposti o il superamento dei limiti per una presa di posizione pubblica. Sarei preoccupato del fatto che i Sindacati fossero contenti.
        Del resto la posizione della FIR è nota : minimo garantito basso e premi proporzionali ai risultati. Del resto se siamo una nazione di Tier2 non possiamo avere giocatori che incassano emolumenti da Tier1.

      2. che è un modo di dire le cose. Un altro è dire che guadagni soldi a partire da 4 vittorie al Sei Nazioni. Perché stringi stringi quella è la proposta federale. Che se ti chiami Inghilterra ci può anche stare (ma non è così nemmeno lì) ma se ti chiami Italia alla fine è solo un modo per non cacciare soldi. E GIRA continua a non essere riconosciuta

      3. e comunque continui stranamente a dimenticare una cosa: la trattativa in corso riguarda il triennio/quadriennio che parte dal Sei Nazioni 2018. I soldi che i giocatori non hanno ricevuto sono quelli del Sei Nazioni 2017, coperto dall’accordo ancora in essere sino a fine anno. Sono soldi dovuti. Che non sono stati ancora dati, cosa – ripeto – mai successa finora. Chissà se fanno così anche in Irlanda.

    1. Il confronto è l’utilizzo del ” passivo di gestione” come valore di giudizio, per chi vuol leggere quel che c’è scritto. Per chi vuole invece polemizzare tout court non serve leggere.

      1. dubbio [dùb-bio] s.m. (pl. -bi)
        1 Forma problematica, non univoca, del pensiero che determina un’astensione dal giudizio o uno stato psicologico di incertezza, di esitazione: d. angoscioso; mi viene un d.; avere dei d. in materia; estens. ciò che, essendo poco chiaro o mal conosciuto, è causa di perplessità, ragione di ipotesi diverse SIN punto oscuro: sono ancora molti i d. da chiarire || non c’è d. che, è fuori d. che, è assolutamente certo che | mettere in d., non accettare per certa e sicura una data cosa ma avere delle perplessità: mettere in d. l’onestà di qlcu. | essere in d., essere incerto; con riferimento a cosa, essere in forse: la sua partecipazione è in d. | senza d., certamente
        2 Sospetto, timore: nutrire dubbi
        • sec. XIII

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