Nella capitale il summit tra il boss operativo del torneo celtico e Alfredo Gavazzi è andato nell’unico modo in cui poteva andare, con la conferma della pattuglia italiana fino al 2020. Ma bisogna lo stesso muoversi. Mitrea escluso dal panel degli arbitri di Champions Cup e Sei Nazioni?
Ieri l’incontro a Roma tra il Managing Director del Pro12 Martin Anayi e il presidente federale Alfredo Gavazzi. Dopo il vertice non è stato emesso nessun comunicato ufficiale ma sul tavolo c’erano l’ingresso di due franchigie sudafricane nel torneo e la situazione delle Zebre. Per quanto riguarda la prima questione i dettagli verranno resi noti tra una settimana, dopo l’incontro in programma a Dublino del board della competizione, e non è matematico che Kings e Cheetahs entrino a far parte del torneo già dal prossimo settembre. Dettagli ancora non conosciuti nemmeno sulla vicenda Zebre che preoccupa non poco i dirigenti del Pro12 che – lo ricordiamo – hanno affrontato solo una manciata di anni fa un altro crack italiano, quello degli Aironi.
L’incontro ha stabilito che le squadre italiane nel torneo rimarranno due fino al 2020, così come prevede il contratto sottoscritto dalla FIR. Poi si vedrà.
La stampa veneta nei giorni scorsi aveva paventato una possibile esclusione dei bianconeri con il conseguente dimezzamento della pattuglia italiana. Due però le spinte che portavano verso il mantenimento dello status quo: il primo di natura contrattuale ed economica, con la prevedibile penale che la FIR avrebbe dovuto pagato in caso di inadempimento dei termini previsti dall’accordo tutt’ora in essere (ma, rimanendo legati ai biechi numeri: siamo sicuri che i costi di due anni di torneo celtico sarebbero stati superiori alla sanzione?), il secondo di natura politica con la nostra federazione che non poteva permettersi un simile fallimento, con l’estromissione di una sua squadra dopo aver vagheggiato fino a pochi mesi fa la costituzione di una terza franchigia. Lasciando tra l’altro sullo sfondo la questione di una trentina di giocatori a quel punto da piazzare da qualche parte a metà luglio… Come quasi sempre accade in queste cose (quasi, eh) tutto è andato nell’unico modo in cui poteva andare.
Nei prossimi giorni un po’ di nebbia sulle Zebre verrà diradata per forza di cose, ma quello che personalmente trovo più importante è l’atteggiamento nella gestione dei due anni di contratto celtico. Finora l’Italia è rimasta in mezzo al guado, tenuta in quella posizione anche dagli scarsi risultati del campo e da quelli nulli sul fronte economico, ma servono un cambio di marcia e idee chiare su cosa fare oggi, su cosa fare tra due anni e su come armonizzare il resto del movimento meglio di quanto non si è fatto finora (e su questo aspetto ottenere risultati più positivi non dovrebbe essere complicatissimo). E soprattutto l’Italia deve tornare ad essere padrona del suo destino, non solo accontentarsi di essere socio 1minoritario nella stanza dei bottoni in balia delle volontà altrui.
Intanto Rugbymeet racconta di una esclusione ancora non uffiiciale ma che sembra ormai certa di Marius Mitrea dal panel di arbitri della prossima Champions Cup, e di quello conseguente dal Sei Nazioni. Nell’articolo si legge che “(…) qualcuno si era addirittura sbilanciato prevedendo che sarebbe stata quella 2018 l’edizione storica del Sei Nazioni che avrebbe visto la direzione di gara affidata a un membro del CNAr. Invece niente. Pare che il nome di Mitrea non compaia nemmeno nella lista dei primi e dei secondi assistenti. Un’altra versione della sua eliminazione parla più semplicemente di “parabola in ascesa giunta al massimo della sua salita” e di “posti da lasciare ad altri e più giovani pretendenti”. Comunque la si voglia intendere, se confermata, la notizia dice che dal 2000 (anno di ingresso al Sei Nazioni) a oggi l’Italia non è riuscita a esprimere un direttore di gara degno di operare ad alto livello”.
Come scrivevo poco fa bisogna invertire la rotta di questa lenta deriva iniziata 3-4 anni dopo l’ingresso nel Sei Nazioni. E bisogna farlo con i fatti e i risultati in primis sul campo e poi anche nella capacità di generare fatturato (è il professionismo bellezza), lasciando da parte l’orgoglio nazionalista ferito che va forse bene per conquistarsi qualche titolo sui giornali e un po’ di spazio effimero sui social, ma lascia davvero il tempo che trova.
Qualcuno conosce questo Andrea Dalledonne? Ora forza, fate sta squadra in modo non ci si debba imbarazzare da qui a capoPassero. Lo dobbiamo ai ragazzi. Forza FIR, al lavoro!!!!!!!!
speriamo solo non legga i bilanci, se no lo salutiamo e siamo punto e a capo.
Per quanto riguarda i ragazzi: IAMME IA !!!!
caro @piacenza, se ci fosse un Nobel all’ignoranza lo vinceresti a mani basse. Sei ignorante perchè ignori e perchè sei convinto di sapere.
Quando ti alzi al mattino e alle sette e mezza ti decidi a lordare i blog con i tuoi pensierini (?) fai uno squilllo al tuo padrone, quello che ti tiene al guinzaglio, magari potrebbe riconoscersi nelle citazioni.
Personalmente non ho così tanta autostima da citarmi
mauro ha detto:
11 luglio 2017 alle 22:11 (ma anche molte altre volte)
Chi scrive sui blog dietro in Nick va preso con il beneficio dell’inventario, potrebbe essere chiunque:
1) un trombato al quale hai rubato il posto
2) il fratello di colui cui hai rubato il ghiacciolo all’asilo
3) quello cui hai portato via la ragazza
4) un vigliacco al quale manca ogni sentimento
Comunque tutte persone che usano i social per far del male agli altri.
Le persone serie scrivono sui media con il loro nome e cognome .
🙂 Non devo sputtanarti io, fai tutto te. Mai voialtri, vi siete conosciuti a pescare al laghetto di quella casa con il cancello sorvegliato? C’è gente in giro…
evidentemente sei più decerebrato di quanto immagini, se vuoi ti do l’indirizzo web di dove trovare la citazione in questione. Magari è l’occasione che vedi in faccia il tuo padrone
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La storia di Mitrea sinceramente mi piace poco, sembra più una mezza punizione (ma a chi?) che altro, considerando che allora mi devono spiegare i vari Clancy, Reynal, Ruiz e Doyle, giusto per fare alcuni nomi “non sacri”, prestazioni alla mano che hanno di diverso se non la nazionalità sulla carta di identità.
Sta di fatto che l’Italia sta facendo figure piuttosto barbine a tutti i livelli e quindi non è che ormai possa nemmeno chiedere, figuriamoci spingere o pretendere qualcosa. Le Zebre sono la prima cosa da cui ripartire, ma sto giro per favore evitiamo di prenderci in giro che rischiamo di fare il tonfo sul serio.
Ora da capire come e quando allestire la squadra, servono almeno 4-5 giocatori (considerando quelli ancora sotto contratto o che non se ne sono ancora andati)
Sono curioso di sapere se ci sarà Barnes dopo la vergognosa figuraccia all’ultimo 6 Nazioni in cui ha fatto andare una partita oltre i 90 minuti pur di non dare una meta tecnica conclamata contro il Galles.
Andiamo un po’ per parti:1 Ingresso Sudafricane, possono come sottoscritto generare fatturato di cui il torneo necessita per contro genera dispersione in termini di logistica e riduzioni dei tempi da dedicare alla preparazione.2 Stampa e blog ipotizzavano un’uscita delle Zebre, bene come scrissi non molto tempo fa se 2+2 fa 4 non escono spiegandone i motivi evidentemente la stampa è incapace di fare 2+2….. 3 Si fa un discorso legato a penalità che il board avrebbe potuto richiedere per uscire con costi peraltro inferiori al mantenere la franchigia, anche qui non si riesce a fare 2+2 …. non sto a spiegarlo basta mettersi 2 minuti a riflettere.4D’accordissimo che l’Italia deve riprendersi il suo destino in mano,anche perchè il non essere socio paritario ci porta a subire decisioni altrui che a volte vanno contro i nostri interessi,e spesso dobbiamo subire il predominio altrui anche in campo arbitrale …… Quindi il prossimo anno quando si dovrà programmare il dopo 2020 è bene che di tutto ciò se ne tenga conto.
“Due però le spinte che portavano verso il mantenimento dello status quo: il primo di natura contrattuale ed economica, con la prevedibile penale che la FIR avrebbe dovuto pagato in caso di inadempimento dei termini previsti dall’accordo tutt’ora in essere (ma, rimanendo legati ai biechi numeri: siamo sicuri che i costi di due anni di torneo celtico sarebbero stati superiori alla sanzione?), il secondo di natura politica con la nostra federazione che non poteva permettersi un simile fallimento, con l’estromissione di una sua squadra dopo aver vagheggiato fino a pochi mesi fa la costituzione di una terza franchigia”
3 aggiungo io:nemmeno il board celtico avrebbe potuto permettersi una penale per inadempienza perché sta alla canna del gas almeno quanto la fir.
e sudafricani o no nel 2020 il problema della nostra partecipazione o meno al pro 12/14 potrebbe essere risolto alla radice dalla implosione finanziaria del medesimo.
Riguardo al terzo punto mi pare che il board del PRO12 stia annaspando se non quanto la fir poco ci manca … come siamo in ritardo noi per quando riguarda la situazione Zebre , pure “loro” , con la vicenda delle Sudafricane , non mi pare stiano facendo un gran lavoro visto che ad oggi non c’è ancora nulla di definito. Senza contare i numerosi tentativi passati di tirare dentro gli USA ecc ecc …
Riparto da ieri, dal post di @hrothepert che ho letto solo oggi e che ho molto apprezzato 8anche per i richiami bellici, molto a puntino). Fra i tanti motivi per cui la riforma in Scozia ha preso piede è anche il fatto che…a loro perdere non piace. Sembra un’ovvietà, ma guardate i risultati delle squadre scozzesi nelle coppe europee prima e dopo l’avvento delle franchigie: si sono resi conto che non sarebbero andati da nessuna parte con i vecchi gloriosi club (eh, il denaro…) e quindi anche nomi che potevano vantare manciate abbondanti di Lions si sono piegate. I clubs componenti Borders erano forse i più onusti…e sono rimasti senza franchigia. Amen. Però intanto Glasgow è diventata una potenza, Edinburgo va sempre al secondo turno della coppa minore e la nazionale è diventata di nuovo competitiva a tutti i livelli. Noialtri…beh i club di Eccellenza mirano ancora a partecipare alla coppetta per racimolare “du’ schei” e imbarcare valanghe di punti da chicchessia. Con buona pace della dignità e dell’amor proprio. Le due franchigie, abbiamo visto la pena di risultati accumulati negli ultimi tempi (solo i Sunwolves delle ultime settimane fanno peggio). Ah però la Nazionale…ecco. Ora, se si invoca l’orgoglio nazionalista ferito, per me si può andare a ca..re. Il mio orgoglio personale mi imporrebbe in primis di essere competitivo e di non farmi prendere per il culo da qualunque avversario; se no, sto a casa. Il nazionalismo lo lascio volentieri nel cassetto, considerati i guai che nello scorso secolo ha portato a tutti (anche l’internazionalismo, per carità). C’è un unico modo per convincere i notori zucconi anglosassoni: batterli sul campo. Altrimenti siamo chiacchiere e distintivo.
Il controllo dei giocatori deve andare in mano alle due franchigie. Devono avere il potere di prendersi i giocatori dalle squadre di eccellenza quando ne hanno bisogno.
Per esempio le Zebre devrebbero avere il diritto di prendersi un sostituto per Padovani dall’eccellenza.
Tutte le prestazioni ufficiali della Nazionale italiana di Rugby dall’entrata nel 6N a oggi.
Come già scritto altrove, per riconquistare credibilità, vista la condizione penosa nella quale si trovano le Zebre, le uniche speranze sono da porre nel nuovo corso sembra sia stato intrapreso dal Benetton e dalla riuscita del programma di O’Shea con la Nazionale.
Questi sono gli unici argomenti che possiamo giocarci nell’immediato e che potrebbero portarci al 2020 con qualcosa di concretamente valido da presentare.
Egoisticamente (?) Mi sarebbe piaciuta l’idea di ridistribuire i 30 e passa giocatori delle Zebre nei club di Eccellenza e rendere così di conseguenza il livello più alto, anche in previsione dell’allargamento a 12 squadre ecc ecc.
Comunque si metta il nostro rugby necessita seriamente di una siringa di PROFESSIONALITÀ prima di professionismo: decisioni chiare, decisioni fatte, pianificazione. Ok un altro anno o due di Pro12 a farci prendere letteralmente a scarpate nel culo che sia in Galles, in Irlanda o che… ma che senso ha?
@adriaraldi, scusa se mi permetto, comunque, riconoscendo l’ onestà intellettuale che hai denotato inserendo quell’ “Egoisticamente”, questa è la mentalità generale e imperante che ha fatto si che il discorso Pro12 non fosse affrontato seriamente, perchè c’ è sempre chi preferirebbe vedere i migliori ragazzi del movimento dispersi, tra i clubs paradilettantistici, di un campionato di infimo livello (non in senso assoluto, ma se paragonato ai tornei di livello proe anche ai “domestici” delle Unions che contano!!!)!!!
Non sono d’accordo.
Al di là del fatto che penso sia più che cristallino a chiunque che l’Italia nel Pro12 sia un discorso perso e riperso. Risultati a parte (che proprio ciao) che ha portato al nostro rugby? Nulla. Solo un sacco di soldi buttati via, ragazzi scoraggiati e nient’altro. Cerchiamo di competere un livello che con il nostro non ha niente a che fare con una squadra di un paesino nell’UNICO bacino d’interesse d’Italia e l’altra che ogni singolo anno non si sa nemmeno che strada prenderà.
Io personalmente DA TIFOSO (il mio “egoisticamente”) preferisco vedere le palanche spese meglio in un campionato da cui tutto sommato peschiamo poi questi giocatori e che ormai conta meno del due di bastoni quando alla briscola ci son le coppe. Non mi pare un’assurdità. Se l’Eccellenza oggi è “paradilettante” è proprio perché si è voluto andare in territori che non sono nostri. Non si può continuare ad andare avanti solo con le due franchigie, i risultati dell’Italia Emergenti parlano pure chiaro.
Se abbandoniamo la strada del professionismo serio, quello delle franchigie e del Pro12 (chiaramente fatto con serietà e non come è stato affrontato, da italiani.), perchè prendiamo atto che quello è un territorio non nostro, per coerenza, dovremmo anche prendere atto che, allora, dovremmo rinunciare all’ idea di restare nel 6Ns, perchè. se non è territorio nostro un campionato professionistico per franchigie, lo sarebbe ancora meno un torneo dove il livello è il migliore dell’ emisfero nord, da affrontare con atleti che disputano un torneo “paradilettantistico” come l’ Eccellenza.
Poi, sai, io ragiono così perchè, grazie a Odino, non sono un tifoso.
Dati alla mano allora tutto ti dà contro temo… perché in 17 anni di franchigie e incredibile professionismo cosa abbiamo portato a casa? Pochino… 😉 Ci facciamo ancora le seghe su partite vinte anni fa con squadre che ormai ci danno la paglia.
Tu continui a pensare che l’Eccellenza sia paradilettantistica blablabla e fin qui siamo d’accordo: lo è. Ma che ti piaccia o meno i giocatori passano anche da lì (o no?) e che ti piaccia o meno se quello è il bacino da cui tutti i giocatori arrivano.
Allora io dico: miglioriamo la NOSTRA situazione qui a casa. Serve anche una presa di coscienza ad una cazzo di certa, o vogliamo fare come Gavazzi che va sempre tutto bene? POI quando quello sarà un campionato decente si può pensare ad esempio a fare una franchigia che so… a Milano. A Roma. A Torino che so… dove c’è gente, un bacino interessante. E dove ci sta un attaccamento ad una maglia non delle Zebre che non sanno nemmeno se arriveranno a una settimana con l’altra.
Basta guardarsi intorno: le altre franchigie come sono nate? I Jaguares stanno a Buenos Aires o a Rio Cuarto? Le 4 Irlandesi? Quelle scozzesi? Figa appena noi siamo l’unico paese al mondo che non ha delle squadre o franchigie nelle città principali! Non mi sembra di dire cose allucinanti. É questione di gestione.
Il problema infatti non consiste soltanto in come sono state concepite, organizzate e supportate le franchigie, ma altrettanto, nel non aver organizzato una filiera adeguata che le supportasse e ciò parte molto al di sotto dell’ Eccellenza, prte dal Rugby di base, perchè quando uno arriva all’ Eccellenza deve essere gia dotato delle skills necessarie, l’ Eccellenza deve essere soltanto uno step superiore, dove cernire coloro che hanno le qualità per ambire al Rugby pro; il mantenere le franchigie non vuol dire non mettere mano ai livelli inferiori, basterebbe voler fare le cose come andrebbero fatte, ingaggiare tecnici stranieri che tengano corsi per tecnici, sia per la base che per i livelli superiori; inserire i clubs, per area geografica, all’ interno di ogni franchigia, dotare ogni franchigia di una propria accademia, ridurre i clubs che partecipano all’ Eccellenza e immettere le squadre B nel campionato stesso, questa è una strada da percorrere, non di voler tornare a quella che si stava meglio, quando si stava peggio.
Ok tutto bello (e comunque l’Eccellenza sarebbe un passo DECISAMENTE più grande di quello che è ora), ma la sostanza non cambia molto: o le franchigie vanno in posti accessibili e con larghi bacini o possiamo fare tutti i cambiamenti che vogliamo che……..
Parma è una piccola realtà, Treviso è una piccola realtà (beh almeno c’è l’aeroporto) e sono perfettissime per un campionato interno. Per una franchigia… un po’ meno. Però oh, magari ci sbagliamo noi di tutte le nazioni a sto mondo che hanno questa soluzione.
Io parlavo i tutto il resto; che le franchigie andrebbero posizionate una a Milano e una a Roma sono, perfettamente, daccordo con te!!!
Si riparte esattamente da dove eravamo 10 giorni fa. Non è successo assolutamente nulla di nuovo, solo fake news. Bene per alcuni versi e meno bene per altri. I problemi, quelli. rimangono tali. Diciamo che questo intervallo del nulla ha permesso a un discreto numero di fenomeni da tastiera di riversare bile e acredine verso i nemici designati.
Volendo invece parlare di cose pratiche e concrete non resta che attendere l’installazione del nuovo staff zebrato il quale ha il compito di migliorare sul campo i risultati tecnici degli anni precedenti e amministrativamente aumentare il contributo di sponsor esterni.
Dalle Donne è una scommessa di Gavazzi che di tutto potrà essere accusato, ma non di provare strade nuove. Dalle Donne è un marketing manager che ha portato alla Mille Miglia una visibilità commerciale di primissimo livello, tanto che gli sponsor fanno la fila per poter essere coinvolti.
Rimane uguale anche la rosa della squadra e qui il piatto piange.
Un problema è che appunto, non essendo successo nulla in 10 giorni, sono stati persi 10 giorni che potevano essere utilizzati per muoversi più velocemente, visto che il tempo stringe.
Scusa, più velocemente verso quale meta?
mi scusi AdG, l’ha detto lei stesso verso quale meta:
“Volendo invece parlare di cose pratiche e concrete non resta che attendere l’installazione del nuovo staff zebrato il quale ha il compito di migliorare sul campo i risultati tecnici degli anni precedenti e amministrativamente aumentare il contributo di sponsor esterni.”
è ovviamente scontato che 10 giorni in più per lavorare con un obiettivo così arduo non possono far altro che comodo
Ha risposto per me superignazzio. Una campagna acquisti degna di questo nome per rimpinguare una rosa che sembra scarsina. Poi magari domani annunciano che tutta la Nazionale Under 20 verrà chiamata come permit alla bisogna eh.
Siamo al punto di partenza di 10 anni fa, tante parole pochi progetti e solo sconfitte…2 anni passano in fretta per tirare a campare.
Operazione Dalledonne condivisibile (doveva essere fatta prima). Il lavoro che deve fare alle zebre è completamente diverso.
Il prodotto Mille miglia, parte da una base di visibilità consolidata.
Organizzarla è già un lavoro avvantaggiante.
Alle zebre o al rugby in generale, devi creare la struttura per accrescerne la visibilità e qui parti qualche gradino indietro. Soprattutto se a supporto visto che sono federali, gli affianchi le solite facce…..Alle riunioni del management, tempo poche settimane volano gli stracci. E mi auguro, che abbia carta bianca per far volare stracci calci e esoneri.
Ma la vedo dura, se lo scaldasedia di turno, è anche portatore di voti del suo comitato.
L’ottimale è che il gruppo dirigenziale, se ne intenda di conti e di organizzazione gestionale e un po meno di rugby.
Se tanto mi da tanto, credo che al manager, stia succedendo quello che succede quando arriva un tecnico straniero ……Nun capisc’ o cazz…ha da imparà da noi isso….o rebbi nun è a stess cosa (mi perdonino i madrelingua)
“Finora l’Italia è rimasta in mezzo al guado” solo un appunto Paolo , la parola giusta era guano … non guado.
Io non condivido il concetto dell’Italia “in mezzo al guado”. Se così fosse, basterebbe continuare a camminare e , zac, siamo sull’altra sponda. Siamo invece di fronte ad un sistema che non è stato in grado di produrre atleti per competere con Irlandesi, Gallesi e Scozzesi. Vale a dire che l’arcipelago delle società che costituisce il sitema rugbistico italiano non ha prodotto atleti nella qualità e quantità sufficiente. L’avesse fatto l’80% dei problemi sarebbe stato risolto. Se volessimo dar credito a quanto visto ai recenti mondiali U20, potrebbe essere che qualcosa si sia mosso in tal senso se così fosse non ne vedremmo i risultati entro il 2020, ma ciò darebbe entusiasmo e speranze.
Ciò che manca non è il fuori classe, perchè comunque questo sarebbe destinato ai campionati più ricchi, ma un livello standard diffuso più elevato dell’attuale.
Sono perfettamente d’accordo.
Inoltre è ormai OVVIO che le nostre risorse economiche (ma pure di altre squadre, Newport e Cardiff non se la passano così bene da quel che ricordo) non sono sufficienti per competere a questi livelli richiesti, un po’ per le pretese richieste e MOLTO per l’incompetenza totale della nostra Federazione.
A mio parere abbiamo bisogno di un’Eccellenza che tale sia, da dove pescare giocatori validi e che abbiano minutaggio nelle gambe, lavorare dal basso… i soldi che sono buttati tenendo in piedi realtà come le Zebre possono essere rinvestiti nei club e non sono nelle Accademie, trovare ragazzi anche in altre realtà oltre a quella del Veneto. O quantomeno mostrare che si sta facendo qualcosa oltre a dare medicine a pazienti ormai terminali.
@adriaraldi, continuo a scusarmi e continuo a permettermi (come sopra), con l’ Eccellenza a preparare i ragazzi ad un livello per competere contro Georgiani, Rumeni e compagnia Cantante!!!
Hrotherpert tra un attimo giorgiani, rumeni e compagnia cantate ci fanno le scarpe pure loro… 😉
Il ritorno all’ Eccellenza come elite del movimento sarebbe la certificazione della volontà generale che ciò accadesse!!! 😉
Nel frattempo il demente supremo rompe ancora le palle per la questione contrattuale di Padovani!
Prima o poi le pagherà e con gli interessi.
Ma pure forte.
Padovani ha già i suoi avvocati, che l’hanno consigliato sul da farsi. Ma….. dura lex sed lex, ciò vale per chi supera di 6 km la velocità massima consentita e per chi non rispettai contratti . Oppure in Svizzera si possono non pagare le multe o non rispettare i contratti sottoscritti?
No no le multe si pagano eccome, e i contratti si rispettano.
Se si vuole stare qua.
Il problema è che la nave sta affondando, se qualcuno riesce a trovare una scialuppa di salvataggio di lusso perché mai il capitano dovrebbe trattenerlo a bordo? Per fargli fare la fine del sorcio??
Ora, uscendo di metafora, se EP aveva un contratto con una società (in fallimento) che non ha nulla a che fare con la nuova entità che si andrà a giocare (?!) il PRO12, non è legalmente vincolato a queste Zebre 3.0
Vedi Frank tu entri in dettagli che immagini, ma che non conosci, come non li conosco io, per altro. So solo che nel momento in cui decidi o hai la necessità di metterti in mano agli avvocati, sai quando cominci, ma non sai nè quando , nè come finisci.
Inoltre non c’è nessuna nave che sta affondando. Oppure Padovani è il più furbo e gli altri ( Biagi, Venditti, Lovotti, ecc.) sono dei poveri coglioni?
Detto questo, tu Sig. Frank Italiano di Svizzera ,hai interesse che le Zebre mettano in pista una squadra forte o il più forte possibile o che si presentino al via del campionato Pro12 il più “sbriciolate e debilitate possibili?
@ Alberto da Giussano
Sei informato se Biagi, Venditti e Lovotti avevano già firmato con la nuova società o erano nelle stesse condizioni di Padovani ?
Quindi il buon Gavazzi sta dicendo esattamente questo: Padovani, o accetti di passare alle nuove Zebre o aspetti a traferirti finchè le vecchie non sono ufficialmente fallite (di fatto perdendo la possibiltà di trovare un contratto in tempo utile), perchè hai un contratto in essere.
Direi che è davvero un buon modo di convincere un giocatore della bontà di un progetto.
L’unica via d’uscita, che non è mai stata indicata dalle parti interessate, è che le nuove Zebre rilevino in toto le vecchie accollandosi anche debiti e contratti.
Caro Carogna, io non so assolutamente nulla di questioni legali, mi limito a guardare dalla finestra e non dal buco della serratura. Mi limito a considerare i giocatori persone intelligenti.
@Alberto
Ok.
leggendoti, avevo capito che tu conoscessi più cose sulle loro situazioni contrattuali e che tutti fossero nelle condizioni “di svicolamento” di Padovani,
motivo per cui se uno ha trovato la clausola per andarsene e se ne va anche gli altri avrebbero potuto farlo.
Se c’erano offerte ovviamente.
Padovani ha anche un nuovo concorrente nel ruolo…
http://www.planetrugby.com/news/toulon-bring-in-rebels-full-back/
non c’è nulla da fare servono idee e servono alla svelta, inoltre serve applicarle e correttamente
stamo freschi pensando che non si è fatto granchè in quasi 20 anni
ha ragione AdG quando dice che da 10 notizie non ci sono notizie. quello e’ un problema per tutti, per noi, per i giocatori, per i blog, e da’ campo a chi crea notizie e rumours sul nulla.
devo anche dire che gavazzi ha risposto un po’ alle richiesta di liberarsi dei pesi morti e di affidarsi a gente capace.
si sta decisamente affidando a gente capace in campo e dando molto piu’ risorse, ed il profilo del nuovo CEO zebre e’ decisamente di interesse. Non si e’ invece ancora liberato di alcuni pesi che erano ritenuti morti e che invece galleggiano tra varie parti della federazione.
sappiamo i nomi
@Adg ti rispondo qua.
Da Italiano auspico che Benetton e Zebre si giochino la finale PRO12, l’Italia faccia il Grande Slam e sia campione del mondo in Giappone.
Detto questo, cerco di essere realista.
Se un giocatore può trovare una scappatoia legale per sfuggire ad una situazione di chiaro sfacelo totale, fa bene.
Ne va della sua carriera.
Frank, come fai a conciliare il primo capoverso con il concetto di “chiaro sfacelo totale”. Quali sono i gli indizi e le prove del chiaro sfacelo totale?
E che messaggio trasmetteresti ai vari Riccioni, Licata, Minozzi,Rizzi, Vaccari, ecc, ? Rompete le le righe e si salvi chi può?
AdG, per un 23enne importante prospetto futuro delle Nazionale è meglio giocare per l’11 posto contro la Benetton o competere in TOP14 e Heineken Cup?
In ottica anche della nazionale stessa, è meglio avere atleti abituati a perdere quasi sempre e con la mentalità livellato verso il basso, o il contrario?
Secondo me se resta a Tolone fa bene alla sua carriera e gioverà anche alla Nazionale (qualora COS possa convocarlo).
Agli altri direi: rispettate i contratti, ma appena c’è la possibilità di migliorare la vostra situazione professionale, coglietela.
Non mi hai risposto.
Su Padovani , secondo me, la questione è conclusa, “forse” c’è ancora speranza lato FIR/Zebre di vedere qualche soldo da parte del Tolone.
A riguardo avevo trovato interessante l’articolo su rugbymeet di qualche giorno fa :
” …Come, ne abbiamo avuto la conferma, non c’è traccia, in quello di Padovani (ma anche degli altri atleti zebrati) di alcuna clausola riguardante la rescissione anticipata, con tanto di quantificazione in moneta corrente. Una lacuna che, forse, andrebbe sanata al più presto e che, probabilmente, costituisce un unicum non particolarmente esaltante nel panorama del rugby professionale. …….cut…. Di norma i trasferimenti di giocatori all’estero in vigenza di contratto avvenivano (dall’Italia verso estero) secondo la tradizionale formula: “Tu vuoi Pierino che ci costa 10, un anno prima che gli scada il contratto. Noi te lo diamo ma tu ci riconosci l’equivalente che useremo per ingaggiare un suo pari valore.” Altro sull’argomento pare non ci sia da aggiungere.” da rugbymeet.
Siccome avevo voglia di cimentarmi, ho scritto qualcosa pure io. 😉 https://stivaleovale.wordpress.com/2017/07/12/fino-al-2020-due-squadre-italiane-pro/
Ottima e razionale analisi. Non contiene ,purtroppo, nessun insulto a Gavazzi. Quindi irricevibile.
Eh, lo so. Un insulto a G mi avrebbe raddoppiato le views. Ma dai, al prossimo post! 😀
letto anch’io, secondo me manca una domanda: le (nuove) Zebre sono sotto ricatto delle vecchie Zebre, nel senso che volgiono indietro i loro (sic!) soldini?
che soldini Piacenza? sono i creditori che vogliono indietro i loro soldi e se li devono andare a cercare dagli ex-proprietari. No?
Bel riassunto 👍
ottimo nebia. decisamente da leggere.
Bel pezzo capitan nebbia.
Complimenti per lo sforzo e in bocca al lupo.
Trovo però più pertinente il primo commento che hai ricevuto…
Ho l’impressione che in giro ci siamo molte persone che vogliono far credere che siamo tutti cascati giù dal pero… 🙂
Sì Ermy, ma io non lo so se G davvero credeva di fare una cosa fatta bene a vendere il titolo sportivo delle Zebre a quella gente o se sapeva che probabilmente sarebbe andata a finire male. Io penso che sperasse la cosa funzionasse meglio. Ma esattamente non so una mazza, e quindi basta. Lo chiamo errore visto che ha portato ad un ennesimo casino.