Le franchigie sudafricane alla porta, un po’ più lontana – ma comunque incombente – pare ci sia anche una selezione statunitense e i colloqui con la federazione tedesca. Ma, cosa più preoccupante per noi, è che tra le mura di casa c’è un gran marasma. Perché siamo all’11 luglio e sulla vicenda Zebre ci sono ancora banchi di nebbia parecchio fitti, tanto che secondo alcuni organi di stampa la corsa dei bianconeri potrebbe essere arrivata davvero alla fine con la non iscrizione al prossimo torneo celtico. Una indiscrezione al momento, ma cerchiamo di essere onesti: se davvero accadesse avremmo di che essere stupiti? Arrabbiati, contrariati, polemici, soddisfatti… tutto quello che volete, ma forse stupiti no.
A Treviso la situazione è decisamente più tranquilla ma anche qui si tengono gli occhi bene aperti con il club ha annunciato il rinvio dell’inizio della campagna abbonamenti per la stagione 2017/2018. Perché? Beh, perché del calendario del prossimo anno ancora non si vede traccia e finché non verrà risolta la questione delle franchigie sudafricane non potrebbe essere altrimenti. Ma in Veneto preoccupa di più quello che succede – o quello che NON succede – a Parma e lanciano un segnale. D’altronde nella Marca la partecipazione all’avventura celtica non è mai stata vissuta come una questione di vita o di morte.
La verità è che dopo 7 anni possiamo dire in maniera inoppugnabile o quasi che il Pro12 è economicamente insostenibile per il nostro movimento. Per parteciparvi abbiamo impoverito il resto della piramide e non siamo mai riusciti a dare una qualche raddrizzata, a metterci anche delle semplici pezze. Allestire le franchigie costa moltissimo, la famigerata tassa d’ingresso è ancora tutta lì nonostante annunci e promesse, non più 3 milioni d’accordo, ma ogni anno paghiamo un milione e 250mila euro per partecipare a un torneo che non porta sponsor o soldi dai diritti televisivi. E’ vero che nella relazione allegata all’ultimo Bilancio Preventivo FIR il presidente Gavazzi parla di trattative per portare le partite del torneo celtico su Eurosport per 400mila euro l’anno, ma si tratta di cifre fantascientifiche per quanto abbiamo visto finora, con incassi bassissimi per la federazione che in gran parte delle scorse annate si è pure accollata i costi della produzione. Credo che nessun gruppo tv sia oggi disposto a sborsare quella cifra per il Pro12, tanto più che non è in corso nessuna asta per vincere la corsa a quei diritti, che infatti sono stati spesso assegnati a campionato già iniziato da diverse settimane. Perdonatemi, ma finché non lo vedo non ci credo.
E sotto l’aspetto tecnico? Qui la questione si fa più dibattuta, con la gran parte di giocatori e tecnici sottolineano l’importanza di prendere parte al campionato celtico. Certo oggi un’alternativa vera non si è voluta/potuta costruire, con l’Eccellenza che è stata prima degradata e poi tenuta a languire in una sorta di limbo che non soddisfa nessuno. Una Eccellenza competitiva probabilmente cambierebbe le carte in tavole, e nemmeno di poco.
Ad ogni modo le nostre due formazioni hanno un gap non indifferente, con una struttura del torneo che oggi penalizza Benetton e Zebre, costrette a continue lunghissime trasferte che di fatto impediscono ai giocatori di allenarsi adeguatamente per buona parte dell’anno. Non lo dice Paolo Wilhelm, ma è una tesi sostenuta da tutti – ribadisco: tutti – i tecnici e i team manager che si sono finora avvicendati sia in campo biancoverde che in quello bianconero. Scozzesi, irlandesi e gallesi hanno trasferte molto più brevi e comode. Certo la geografia li aiuta, ma va anche detto che molte delle formazioni che vengono in Italia accorpano le trasferte a Parma e Treviso in modo da poterle affrontare nell’arco di una settimana. A Zebre e Benetton succede molto più raramente e qui la geografia c’entra pochissimo, ma è il peso politico a contare, la forza di cui disponi per avanzare richieste che sai i tuoi partner non gradiranno perché cambieranno in peggio la loro vita. Ma la scorsa settimana il presidente federale Gavazzi ha detto che “il primo luglio dovevamo diventare soci del Pro12, ma non abbiamo risposte”. Oggi a Roma incontro tra il vertice FIR e quello del board celtico.
So bene che dirò cosa sgradita a molti, pazienza. Il problema è lo “slegame endogeno”, il rifiuto del movimento rugbistico di fare sistema e di costruire la piramide.
Il celtic ci vuole e così pure il domestic. Forse una squadra oggi è il limite sostenibile dal movimento? Non so, dubito che sia solo un problema di abbondanza e qualità di giocatori. A me pare che vi siano problemi ancor più rilevanti nella formazione degli allenatori e dei dirigenti.
Per finire, c’è poi il problema di come la FIR governa le franchigie. A mio parere dovrebbe farlo come soggetto terzo, in sintonia e dialogo, nella differenza di ruoli e funzioni, rispettosamente, per tutti i soggetti.
Temo sia un sogno.
Il problema è che per essere soggetto terzo, vuol dire che hai due squadre totalmente (o quasi) finanziariamente indipendenti dalla FIR.
Se tu dipendi al 100% o al 50%(60%?) dalle mie tasche, col cazzo che decidi tu. Non sei più a casa tua, ma a casa mia. Altrimenti ti taglio i viveri e vediamo come paghi le bollette.
Capisc’?
l’elemento che segnala Frank e’ importante Poros e cambia tutte le dinamiche.
Aggiungo anche che una grossa parte del problema e’ pensare che questa sia una piramide. non lo e’ e non puo’ esserlo. e’ una immagine abile ma fuorviante. e crea molti dei problemi che abbiamo oggi.
cosí sarebbe naturale che fosse. ma purtroppo siamo in italia. quello che ci mette l’0,1% mira ad avere al “golden share”
Paolo, no! Proprio non ci siamo! Non dovevi tenere le chiappe a mollo?!
Gufo maledetto!! Non lo sai che abbiamo rispetto politico?! Siamo quasi per diventare soci paritari!
E poi abbiamo assunto la Triade e compagnia cantante!
Uomo di poca fede! Giornalai no buoni pe’rebbi.
Ci vorrebbero degli stati generali…ma alla fine mi sa che sarebbe l’ennesima perdita di tempo e non cambierebbe nulla, ciascuno è gelosissimo del proprio orticello (e magari ci fossero solo interessi economici dietro, basterebbe un assegno con il giusto importo per far cambiare opinione).
Mi guardo bene dal proporre soluzioni, ma posso solo dire che l’idea di agganciare due (o più? eh…) squadre italiane ad uno dei tre campionati maggiori rimane giusta, nonostante il bilancio attuale sicuramente negativo. Due squadre che ogni settimana sono chiamate a confrontarsi contro rivali dal livello tecnico elevato e dalla tradizione incommensurabile (questo dettaglio eccome se rileva) sono la via migliore per fornire alla Nazionale atleti che di fronte all’intensità dei test match arrivano preparati. Purché, ovviamente, le due squadre siano competitive. Pressoché nessuno qui sopra spera che che Padovani rimanga alle Zebre; e credo che la ragione sia nella chance che il giocatore ha di giocare in un campionato vero in una squadra che scende in campo con buona possibilità di vincere ogni partita (cosa che, l’anno scorso, non aveva).
Francamente, la questione economica è quella che fa la differenza: e, sinceramente, ipotizzare un passaggio ad un’Eccellenza competitiva mi sembra possa essere fattibile nel medio-lungo periodo, non dall’anno prossimo. E dove per competitiva intendo solo il lato tecnico, perché quanto a tutto il resto credo proprio che ci sia un ritardo abissale quasi ovunque.
A me che piace la fantascienza e oltre al rugby seguo gli sport americani, se si dovesse chiudere l’esperienza celtica la soluzione che mi piace sognare è quella che la nostra Eccellenza diventi una lega minore del campionato francese o inglese (nulla contro le celtiche, ma…i loro budget sono più bassi), con intese commerciali da stabilire fra i rispettivi club, cosicché le squadre italiane fungano da “sviluppo” per i club maggiori, i quali manderebbero in Italia alcuni giocatori che necessitano di crescere o di tornare in forma. Insomma, una posizione chiaramente di subordinazione del nostro rugby (e di fatto anche della Federazione). Lo so che è un sogno (per qualcuno magari un incubo!) per cui non perdete tempo a contestarne la fattibilità sotto “n” profili.
Non credo ci sia da essere ansiosi, nulla da perdere e tutto da guadagnare.
Non riesco a togliermi l’idea che questo Ayeye sia venuto a chiederci qualcosa (ritiro Zebre da subito) in cambio di qualcos’altro. Abbiamo da perdere una franchigia, non trovi?
Secondo me il venir meno di una franchigia crea più problemi di quelli che ci sono. Da qui al 2020 almeno. La discussione secondo me si basa sul fatto di diventare o meno soci paritari del consorzio Pro12, su questo punto il board aveva posto giugno 2017 come data entro la quale ciò sarebbe dovuto succedere.
@Piacenza
La sparo così e magari scrivo un tot di inesattezze ed allora ditemelo vi prego.
Ipotesi fantascienza
Se Ayeye ci proponesse il ritiro delle Zebre in cambio di soci paritari nel board del pro12 a noi non converrebbe?
I soldi ricavati dal mancato pagamento tassa subito in tasca alla Benetton per rafforzare ulteriormente con tre quatto elementi importanti la squadra.
Tutto quello che si risparmia dalle Zebre va speso sull’Eccellenza e sui club per rilanciare il domestico.
sarebbe così campata per aria?
airone, quella situazione potrebbe essere cmq plausibile, anche se non la mia preferita. C’e’ pero’ un elemento forse sottovalutato. Se treviso diventa l’unica squadra diventa come i jaguares, e quindi ci sara’ molta meno liberta’ per Treviso, non l’opposto. ed a questo punto lo staff diventa quello allargato della nazionale.
@airone: nell’immediato sarebbe una catastrofe . 25 tra nazionali e giovani azzurri da portare in Pro12 a spasso. E questo il 10 di Luglio!
sono completamente in ansia per l’incontro di Alfry e il chairman del Pro12. ´Qualcuno mi fa compagnia?
ansia no. pero’ interesse. moltooooom interesse.
Mi aggiungo all’interesse…
mi sa che anche i giocatori e lo staff delle Zebre sono in ansia…
“Tra poco sapremo se sarò disoccupato a breve o no!!!” ( cit. Venditi by twitter )
Gysie, di per se stesso l’orticello non è detto che sia negativo, anzi io credo sia una risorsa non una palla al piede. La distanza tra noi e il gruppo in fuga, è solo questione di soldi, della capacità dei singoli movimenti di generare fatturato. L’italia è ferma al palo da questo punto di vista. Drenare fondi da una realtà centrale (FIR) a società il cui budget è costituito all’80% da questo contributo è sintomatico di una situazione che è difficile possa migliorare.
Questo a mio parere è il nodo più importante e grave. Abbiamo perso il treno di curiosità, simpatia, credito connesso all’ingresso nel 6N. Abbiamo tutti notato i vuoti dell’Olimpico crescere negli ultimi anni, credo.
Sappiamo quanto piace agli italiani vincere. Vinciamo troppo poco, spesso male. Dobbiamo fare in modo che l’entusiasmo alimenti la fede in ciò che facciamo, magari anche in ciò che siamo. Questo comporta una visione d’insieme, un’identità
condivisa, un obiettivo comune, la consapevolezza che vogliamo essere all’altezza della sfida di far parte del più prestigioso torneo di rugby del mondo e non solo.
Parafrasando J.F. Kennedy è arrivato il momento di chiederci, intendo tutti coloro che fanno parte della parrocchia rugbistica, cosa possiamo fare X non perdere questa sfida e questa opportunità. In particolare, non cosa può fare la FIR per i clubs, ma tutti quanti X la crescita del movimento.
I competitori bussano alla porta, mordono le caviglie, cominciano a portare argomenti. Riusciamo a immaginare cosa succederebbe nella parrocchia se a breve ci dicessero che siamo fuori dal sei nazioni?
Legare i club di eccellenza alle franchigie?
Di modo che ci sia un serbatoio di giocatori abbastanza ampio e niente più permit
L’attribuzione dei club d’eccellenza alle franchigie su base geografica decisa di anno in anno tenendo conto di promozioni e retrocessioni
Non ho manco una vaga idea di come possa essere realizzato e penso sia solo una scopiazzatura irrealizzabile della piramide NZ
ogni santissimo anno che arriva e’ sempre la solita storia e ne sono passati 10 di anni
e’ mai possibile che stiamo sempre con le pezze al culo.
e’ una vergogna, una federazione di quaquaraqua.
LIBERE VOTAZIONI E QUESTO CI MERITIAMO punto
Se saltano le zebrette addio sogni di gloria x benetton non credo che gavazzi dia l’obolo ai veneti
Clausole di recesso. Un qualsiasi stupido contratto le prevede, figurarsi questo…..E nessuno ne parla.
Io credo che l’uscita prematura delle Zebre dalla Celtic dovrebbero avere un unico epilogo che non stiamo qui a ripetere nuovamente…
Tanto per:
frank, smettila di sollevare polemiche, sei veramente pesante…
e poi se i ragazzi fossero preoccupati non se ne starebbero tranquilli in vacanza… si aggirerebbero fuori dello stadio olimpico fumando una sigaretta dietro l’altra…
Hai ragione Frac! D’altronde sui socials pubblicano foto di loro in vacanza!!
🙂
Staremo a vedere cosa succederà, comunque le conclusioni, le analisi e le soluzioni che si leggono nell’ articolo di Paolo, sono paro paro quelle che si potevano leggere un paio di elezioni federali fa e spalmate sulle posizioni di Munari (senza polemica, ognuno è libero di sposare le posizioni di chi gli pare.), immagino qualcuno dire “Io l’ avevo detto!!”, effettivamente ciò è accaduto, ma il “Io l’ avevo detto” avrebe un senso se si fosse provata l’ avventura celtica in maniera seria, che in Scozia sia stato più semplice rimodellare il movimento in funzione al professionionismo è vero, lì c’ è una base più solida, in termini tecnici, qualitativi, di tradizione, di diffusione e di interesse, però, e la maggiore deifferenza sta in quel “però”, lì c’ è stata una federazione che ha deciso che quella era la via e ha costretto tutti ad adeguarsi ad un sistema piramidale, funzionale alle franchigie, che a loro volta sono funzionali alla Nazionale; qui di tutto ciò c’ è stato soltanto che le franchigie fossero funzionali alla Nazionale (e, anche questo da un certo punto in poi, perchè all’ inizio Treviso si voleva fare i quaxxi suoi, con una dirigenza che, addirittura, non vedeva di buon occhio il progetto celtico, come espresso nella campagna elettorale di Zatta e Munari, salvo dire: “Se proprio si deve fare, allora una franchigia vogliamo essere noi!!”!!), per il resto i clubs dell’ Eccellenza, dai dirigenti, ai tifosi, lì arroccati intorno al proprio orticello rinsecchito, al loro campionato “parrocchiale”, alle loro diatribe da “sfigati” di provincia, molto periferica.
Certo Paolo, non aver approntato un Piano B è stato un delitto, ma mai quanto non aver mai lavorato al Piano A (si è fatto all’ italiana, come quando furono mandati i soldati in guerra in giacca e cravatta, col moschetto Carcano modello ’91, gli alpini sul Don con le scarpe di cartone e i carristi a El Alamein, dentro delle scatolette per sardine!!), comunque se il Piano B deve essere un ritorno a un’ Eccellenza potenziata, ciò sarebbe legittimo, a patto di andare dal board del 6Ns e da quelli di WR e dirgli: “Scusateci, credevamo fosse amore e invece era un calesse” e che aveva ragione Mallet quando diceva “Italiani no buoni pe Rugby!!” (almeno quello che conta) e ritirarci a ciò che un campionato come l’ Eccellenza ti può preparare: Coppetta degli Sfigati, con romeni,georgiani, russi, ecc., ecc e lo stesso con la Nazionale, senza continuare ad andare a importunare chi si prodiga veramente a portare avanti un vero Rugby professionistico di elite.
In quanto a me, che sono cresciuto rugbysticamente col palato fino, continuerei a seguire le vicende degli Warriors e della CL e ricomincierei a snobbare il Rugby italico, come facevo prima, perchè a me delle menate del derby di turno, di livello scapoli-ammogliati, del Rugby italico me ne importa quanto un “quaxxo a un..vecchia” (espressione dialettale locale)!!!!
@hrothepert tardivamente…ho molto apprezzato. Condivido tutto, anche il finale.
per oggi basta cosí: vittoria di tappa del Gav. ora incominciano le montagne.
Fortza Aru!!! 💪💪💪
Non essere stati cacciati dal Pro12 non è la vittoria, oggi il Ceo del torneo è venuto a Roma per assicurarsi che nessuno facesse mosse false per uscire dal torneo e risparmiare soldi per salvare il bilancio federale….fino al 2020 le due franchigie italiane saranno prigioniere del Pro12, forse un giorno si renderanno conto della fortuna che hanno avuto a fare parte del rugby dei seri…
Non essere stati cacciati dal pro 12 ,ecc. ……..
Ma l'”espulsione” non è mai stata, nemmeno lontanamente, in discussione.
Il corto circuito del sistema blog fa sí che io lancio, alle 10, una non notizia “non iscrizione delle zebre al pro12” il popolo bue si scatena vomitando stupidaggini su una questione inesistente , alle 17 la non notizia cade, motu proprio, e gli stessi sproloquiatori ribadiscono bellamente i loro concetti come se niente fosse.
Vale tutto e il contrario di tutto.
Ormai è guerra civile (da tastiera, s’intende).
Saluti
AdG, permeti che oggi ci siamo caccati adosso di brutto. Pure venditti 🙂 Il diavolo Gav ci fa penare. Ora aspetto il comunicato ufficiale di ingaggio Bradley, staff e gli altri 10 giocatori che servono per finire la stagione ultimi ma giocando. Poi mi aspetto che la FIR cacci a pedate, ev anche intraprendendo azioni legali contro la vecchia societá se non si tolgono dai maroni in un millisecondo. Poi mi aspetto pianificazione da ora sul trasloco a Milano
Ma nessuno penso abbia creduto della non iscrizione Delle Zebre, ci saranno, con una squadra giovane con molti italiani…ad aprile la Celtic finirà e fino a maggio ci guarderemo l ombelico dicendo quanto è bella e forte l eccellenza e che squadra gagliarda che vince sempre…intanto mi sa che anche per quest’ anno le tanto desiderate riforme non arriveranno
L’ unico problema questo é. Il cancro “Cantonese”o “Colornese” che dir si voglia. Ma gli interventi contro le metastasi non sono mai semplici.
AdG, scusa se mi permetto: parli di deriva calciofila e poi leggere la parola cancro (riferito seppur in modo figurato) in un blog di rugby sinceramente mi dà il vomito. Sarà che forse sono suscettibile io sul tema dato che giusto due giorni fa ho perso una persona cara per tale malattia, però lasciati dire che è un’uscita infelice la tua. Meglio lasciare certe parole fuori da qui.
Cuco, se non dicevi niente, era molto meglio, l’ntento di Adg é chiaro e non necessita di odiose allusioni, ne tue, ne dell’avvocato.. Sempre tenerezza (cit. Cacho Mastrocola, a lui un grande in bocca al lupo)
Cuco, scusa ma mi pare che la parola “cancro” sia di uso comune.
” il lavoro nero cancro, della società” ecc. ecc..
In ogni caso se ha urtato la tua suscettibilità me ne scuso. Non capisco, in ogni caso, cosa c’entri con la “deriva calciofila”.
Ah AdG,che bello definire il cancro “Cantonese” uno che è stato eletto per due mandati in quota del Presidente Gavazzi. Uno a cui è stato affidato il compito gestire la privatizzazione delle Zebre, al quale sono state affidate le deleghe per i rapporti con la Celtic.
Insomma proprio una malattia che si infilata di nascosto, in silenzio, senza che l’ignara vittima, il consiglio federale tutto e il suo presidente se ne potessero accorgere.
Sembra quasi liberatorio scaricare la colpa sul Cantoni, che deve essere davvero un abilissimo macchiavelli ad aver abbindolato Gavazzi convincendolo a farsi eleggere con lui per addirittura due mandati, senza scoprire la sua natura malefica.
Ah povero Gavazzi lui non sapeva in che mani si stava mettendo, si è fidato, gli ha perfino affidato una franchigia, dato un posto nel consiglio federale, un posto di primo piano in Celtic!!
@speartackle cuore in pace.
I prossimi saranno COS e compagnia cantante.
Se non ci si qualifica ai quarti nel 2019 e si fanno altri 2 anni di prestazioni mediocri con percentuali di vittoria intorno al 21% vedrai che capri espiatori salteranno fuori come funghi in autunno.
@AdG: leggo solo ora il tuo commento sul “cancro”.
Mio padre c’è quasi rimasto per un tumore vero, probabilmente tra chi legge c’è qualcuno che è stato meno fortunato di me. A tutti però rimane una esperienza dolorosa ed estenuante, fisicamente e psicologicamente. A me che uno ci arrivi o meno a una cosa del genere francamente sorprende parecchio, ma forse non dovrei. La lingua italiana ha migliaia di vocaboli, qualcosa di meglio può essere trovato senza grossi sforzi. Tra l’altro definire “cancro” un gruppo di persone – i colornesi – è davvero troppo. Ora basta, davvero.
Chi scrive sui blog dietro in Nick va preso con il beneficio dell’inventario, potrebbe essere chiunque:
1) un trombato al quale hai rubato il posto
2) il fratello di colui cui hai rubato il ghiacciolo all’asilo
3) quello cui hai portato via la ragazza
4) un vigliacco al quale manca ogni sentimento
Comunque tutte persone che usano i social per far del male agli altri.
Le persone serie scrivono sui media con il loro nome e cognome .
Nessun dubbio che ti chiamano il Mauro Hemingway del Monigo, e forse te l’hanno già detto, ma questo post non è poi così tanto geniale come tu pensi 🙂 poi fai te, eh? buona giornata
chi scrive sul blog, citando ripetutamente se stesso, anche se la frase fa piangere, va preso per quello che è, senza alcun dubbio: un amabile trotterellino
(scusate non ho resistito)
vede Santità, se anche noi del popolo bue possiamo umilmente dir la nostra senza ch’abbia ad esser tacciata di stupidaggine vomitata, mi premerebbe discettar di questione esistente…
beh ecco noi si voleva umilmente evidenziare che le zebre due anni fa eran già federali e chi l’ha regalate al clan dei marsigliesi facendosene pur vanto fu l’amico suo…
ora a me parlar d’oncologia fa sempre ‘na certa impressione ma il cancro, che pur aveva i precedenti specifici suoi, avrebbe al più fatto danno al suo paesello e non certamente nelle piazze europee ed a nostre spese…
che poi egli possa essere pure elettor del capo suo io non discuto in quanto ignoro le cose di voialtri d’occidente…
e qui mi fermo e mi taccio, perché l’insulto devo soffocare… 🙂
Non si é capito nulla di quello che vuoi dire (se volevi dire qualcosa). e usi un vocabolario scadente ultimamente. Su OR tutti a darsi un certo contegno, qui no, come mai?
Sono responsabile di quello che dico, non di quello che puoi capire.
Wow @Fracasso.
🙂 🙂
@fracasso, ma te, coniderati lessico e nickname, non sarai mica quel Capitan Fracassa, capitano di ventura, che nel XV° secolo fu inviato, dai signori di Milano, a dar manforte ai lucchesi, in guerra contro Firenze, che, attraversando, con le sue soldataglie, la terra di Barga, fu sonoramente battuto, catturato, legato come un salame, inviato a Firenze e fatto uscire dalla storia, dagli antenati bargei????
Se si, hai mica conosciuto un tal macellaio di nome Vitellozzo, a Frittole, nel 1400, quasi…mille e cinque???? 😀
non ti avevo ancora letto. la differenza di classe é notevole, il succo lo stesso 🙂 Saluti
Ah, ma in tutto questo balletto qualcuno ha notizie delle super riforme? No perchè il DOR ( è DOR? Non è DOR? Mistero…) è insediato da ormai 15 mesi e due stagioni sportive sono ormai andate… così tanto per sapere… magari gli adepti sanno qualcosa e ci illuminano! 🙂
Scusa, amico, giugno 2016- giugno 2017 , per me è una stagione. Ma non sono architetto.