Teniamo quanto di buono abbiamo fatto e lavoriamo sul resto. Questa frase è una sorta di leit-motiv del rugby italiano e l’abbiamo sentita pronunciare tante volte, praticamente sempre dopo una delle purtroppo molto numerose sconfitte della nostra nazionale o delle franchigie celtiche, una specie di “lo sappiamo, c’è poco da salvare ma non buttiamo via tutto che altrimenti con l’acqua sporca si rischia di gettare via pure il bambino”. A dirla giocatori, tecnici, dirigenti. Una frase corretta al di là di tutto, tanto che dovremmo imparare a metterla in pratica anche nelle (finora) poche occasioni in cui le cose girano per il verso giusto.
In questo fine settimana le vittorie di Benetton Treviso sugli Ospreys e delle Zebre in casa dei Kings hanno alzato parecchio l’asticella della fiducia alle nostre latitudini e la cosa di per sé è positiva, ma non bisogna sopravvalutarla e saperla gestire al meglio.
Le nostre due squadre celtiche hanno sicuramente dato dei segnali di crescita in queste settimane: il Benetton ha sbagliato completamente l’approccio con il Munster, ha regalato mezza gara (abbondante) con l’Ulster ma poi ha battuto Edimburgo in trasferta e gli Ospreys che ritrovavano i loro Lions al Monigo mentre le Zebre hanno ottenuto la loro prima vittoria stagionale a Port Elizabeth dopo una gara troppo garibaldina in casa dei Cheetahs e due ko contro Scarlets e gli Ospreys al debutto stagionale. Credo si possa dire che Treviso ha finora nel complesso affrontato compagini più forti e complete e che dopo il passo falso iniziale si è rimessa in carreggiata seguendo il percorso che si sperava prendesse, le Zebre – sempre a livello generale – hanno giocato contro avversari un po’ meno forti (o forse “solo” meno pronti?) ma è anche vero che partivano da posizioni ben più complicate di quelle dei biancoverdi e quindi si può dire senza tema di essere smentiti che stanno sorprendendo non poco.
Questo il bicchiere mezzo pieno. Quello mezzo vuoto in realtà non c’è, o meglio non è di quello che si vuole parlare oggi, ma del rapporto che abbiamo proprio con il bicchiere.
Il fatto che il nostro movimento produca pochissime vittorie non ci aiuta e per un riflesso quasi pavloviano ci aggrappiamo al buono (non molto, negli ultimi anni) che riusciamo a produrre. Se poi va tutto per il verso giusto come questo week-end…
Attenzione, non sto dicendo che dobbiamo dimenticarcene, tutt’altro. Opinione personale è che però bisogna dare a quel bicchiere il giusto peso, quale che sia la quantità della bevanda che si trova dentro. Treviso e Zebre stanno facendo bene? Sì, certo, ma troppe volte ci siamo illusi di risultati estemporanei, ci siamo aggrappati a una vittoria in mezzo a un mare di sconfitte. Applaudo il Benetton, applaudo i bianconeri, ma aspetto con grande curiosità la gara successiva, e quella dopo e quella dopo ancora. Prima dei risultati in questo momento pesano molto più le prestazioni e la continuità delle stesse, soprattutto nel caso dei veneti che sono più avanti nella propria costruzione. Sia chiaro, non che i risultati mi facciano schifo eh… Cosa mi piacerebbe? La stabilizzazione di uno standard, perché non so voi, ma io francamente dopo tanti anni mi sarei anche un po’ stufato di exploit isolati. Aspettiamo, applaudiamo e sosteniamo ma nessuna esaltazione: la crescita passa attraverso la continuità e non con un risultato positivo che lascia il tempo che trova. E noi italiani dovremmo ormai saperlo meglio di tutti gli altri.
Direi che è troppo presto per ogni considerazione. Prendiamo atto, però, che nel bicchiere un po’ d’acqua c’è. Per verificare il livello, aspettiamo le coppe, la finestra dei test di autunno e così via.
In un’analisi quanto più possibile realistica dobbiamo anche collocarci come movimento, e pur con tutti i se e i ma siamo quelli che stanno dietro nel gruppo sei nazioni, ora quello che credo e che ho sempre pensato , tralasciando i periodi di transizione come quello che abbiamo vissuto e stiamo vivendo (ha chiuso un ciclo gran parte del nostro gruppo portante)credo appunto che lavorando bene sul nuovo gruppo e dandogli il tempo necessario nel processo di crescita tecnico,fisico e mentale , quello a cui possiamo aspirare in pro12 , e ci metterei la firma se la sommatoria di entrambe si collocasse attorno alle 13/15 vittorie, e ci limitassimo a qualche asfaltata periodica, di tanto in tanto succede anche ai nostri competitor ben più blasonati.
d’accordissimo, la prima cosa che mi è venuta in mente dop questo weekend, è il solito allineamento favorevole dei pianeti o qualcosa stà veramente cominciando a funzionare? bene i risultati, però prima di applaudirci troppo aspettiamo la prova di uno standard convincente, che non esclude scivoloni ed exploit, ma che garantisce un livello costante di prestazione che ti pone in un certo ranking rispetto alle avversarie. ggarantito ciò, si può discutere su dove e come possiamo arrivare
Consideriamo questa settimana come un punto di partenza e non come uno d arrivo. Bene Treviso a sfruttare le debolezze mentali delle compagini che ha affrontato, nonostante le assenze importanti per infortunio.
Quanto alle Zebre, ottima prova contro i Kings ed in generale in Sud Africa, adesso però c’è da mettere nel mirino le compagini europee e qua coach Bradley dovrà preparare al meglio le partite che l aspettano. In generale va messo da parte l atteggiamento di considerare le Zebre come i fratelli scemi dei Treviso
“In generale va messo da parte l atteggiamento di considerare le Zebre come i fratelli scemi dei Treviso.”
Penso che le critiche siano alla gestione della FIR e dei c.d. “privati”.
I giocatori sono quelli che pagano maggiormente certe corbellerie.
Vedere le partite , spesso aiuta a farsi dei convincimenti, lo sport è patos ed emozione, grazie agli Scarlets le Zebre le hai viste dal vivo. Io vorrei riprendere l’ultima parte del tuo intervento. Giustamente chiami la scietà di Parma, le “Zebre” e non ” i giocatori delle Zebre”. E un passo in avanti. Il risultato delle prime 4 giornate, 5e in classifica del proprio girone, con tutte le considerazioni del caso, è il frutto degli sforzi di giocatori, staff e dirigenti.
Insomma, il concetto è sempre questo:
avendo un ottimo rapporto col bicchiere, per me è sempre mezzo pieno..
avanti così, piedi per terra, lavorare, vincere!
Nel rugby non si inventa nulla dalla sera alla mattina. Né tantomeno le vittorie ( e le sconfitte) vengono per caso.
In tutti gli sport, compreso il rugby, la vittoria é il termometro dello star bene o dello statale.
……..o dello star male.
Ciao,
spesso mi trovo a dire ai miei atleti che dal punto di vista “emotivo” è importante imparare a gestire sia la “sconfitta” che la “vittoria”. A mo’ di battuta dico che siamo bravi a saper “perdere” molto meno a gestire emotivamente la vittoria.
Cosa intendo? Che spesso bastano pochi segnali positivi per partire per volipindarici.
Ho letto vari blog e forum (onrugby, rugby.it e altri)… quanti esecrabili commenti contro Van Schalkwyk! Fino a pochi mesi fa un giocatore stimato per il suo valore in campo e per la professionalità; è stata sufficiente la prima vittoria delle zebre contro la sua squadra per leggere commenti contro di lui di una bassezza…. senza parole.
Nello sport serve equilibrio: le montagne russe emotive creano solo danni.
COS ha fatto un discorso molto simile se non uguale in conferenza stampa, mi sembra dopo la sconfitta con Tonga
Faccio un commento solo riguardo alla partita di Treviso perchè è l’unica che ho visto.
Vedere al 75esimo I gallesi con la lingua penzoloni e le mani alla ginocchia mentre I nostril erano freschi e pimpanti come dei ragazzini del liceo è stata una goduria.Anche perchè mi sono venuti in mente tutti quelli che sorridevano quando C.O.S. parlava di fitness e aveva fortemente voluto Atkinson nello staff (ma chi? quello del dopobarba?).
E’ chiaro che il fitness è la cosa più veloce e facile da allenare e migliorare,mentre per quanto riguarda le skills ci vuole maggior tempo.
Il giorno in cui Treviso/Zebre/Nazionale senior/Nazionale under 20 avranno lo stesso tecnico delle skills allora il bicchiere comincerà a riempirsi.
E quel giorno saremo tutti contenti.
Non penso che si pretenda nel giro di due anni di vincere Pro14 e 6N. Ma già strappare delle vittorie convincenti e non essere più fanalino di coda sarebbe incoraggiante.
Camerlengo, posto anche qui quanto già scritto altrove :
non costituisce alcun titolo di merito scoprire dopo 16 anni ( ponendo l’anno zero all’entrata del 6 Nazioni, ma potremmo dire anche 25 anni!) che l’intensità atletica protratta nel tempo sia la chiave per competere ad alti livelli.
Anzi, non averlo capito e non aver rimediato prima, è un grave demerito…!
Però… se analizzando il periodo di Coste e quello del primo Brunel e del Treviso di Smith ( ricordo che vinse la partita d’esordio in Celtic) scoprissimo che il preparatore atletico è stato sempre lo stesso? Forse c’entra qualcos’altro?
Cioè, come mai per certi periodi siamo noi quelli fit ( proprio l’Irlanda di COS ne sa qualcosa…) e in altri siamo poco fit?
Lascio agli esperti l’ardua risposta… 🙂
P.S. E questo non vuol dire che COS e Atkinson non sappiano fare il loro mestiere… spero la puntualizzazione sia superflua… 😉
Ciao Ermy,
tutto giusto e condivisibile quello che hai scritto, però io ho evidenziato un’altro fatto: ovvero che quando c.o.s. ha parlato di fitness e ha scelto Pete Atkinson come responsabile della preparazione atletica molti commentatori si sono lasciati andare a una facile ironia.
A me sembra che ogni cosa fatta da Gavazzi e/o dal suo staff sia giudicata in maniera negativa a priori.
http://www.repubblica.it/sport/rugby/2017/09/25/news/l_italia_del_rugby_riparte_dalla_francia_patto_di_ferro_tra_le_due_federazioni-176456864/
Insomma, prima che i francesi aiutino l Italia ne hanno di cose da sistemare in casa loro…però letta da un altro punto di vista, questa potrebbe essere per l Italia un occasione buona per puntare a due obiettivi, uno quello magari di ospitare qualche partita del mondiale francese, sempre se lo otterranno. Inoltre che se ben progetatta, potrebbe crearsi anche un alternativa all uscita dalla Celtic. Magari mandare le due franchigie, o anche una, in ProD2, campionato più adatto per le compagini italiane ed economicamente più abbordabile, considerando che parecchie trasferte si giocherebbero nel sud della Francia.
Su ospitare qualche partita del mondiale la vedo difficile perchè, in caso di assegnazione, dubito che i cugini mollerebbero l’osso, anche solo se si trattasse di un piccolo ossicino secondario. Sulla seconda parte del discorso invece concordo in pieno ed aggiungo che sarebbe un bel colpo da parte di Gavazzi garantire un’eventuale piano B simile al nostro alto livello. Nel frattempo, già poter intensificare i rapporti di collaborazione a livello di attività di nazionali, giovanili e club sarebbe estremamente positivo per noi. Ed anche sul piano politico, sul lungo periodo, potrebbe portare i propri ritorni.
Poco d’accordo sul Prod2. Ovvero sono d’accordo se partecipiamo a promozioni e reteocessioni, a mio avviso le nostre franchigie, allo stato attuale, si collocorebbero almeno tra quelle che fanno la spola tra i due tornei e probabilmente le migliori dell’ eccellenza lotterebbero per non retrocedere in federal 1.
Ollallà parbleu..o parmaron… a.d.g. se questo è vero, vado a Canossa e mi attacco al carro del vincitore
Di vero c’è che Laporte é venuto a Milano per incontrare Gavazzi.
Di vero c’è che la FFR vorrebbe coinvolgere la FIR in un comune progetto in vista dei mondiali 2023.
Io non vedo in ció nulla di straordinario, i rapporti tra FFR e FIR sono buoni fa sempre.
Che molti su questo blog lo ignorino e in passato abbiamo ironizzato sulla capacità della FIR di avere buone relazioni internazionali non depone certo a loro favore.
Beh, li si va oltre le buone relazioni mi pare.
Ma sempre nella minoranza sediziosa.
Credo che la vittoria del Benetton,ed in parte,per lo stesso motivo,anche delle Zebre,possa darci qualche speranza in più considerando il numero e la qualità dei giocatori in questo momento non disponibili per infortunio.Continuare così e ritrovarsi poi a ranghi completi potrebbe darci veramente più di una soddisfazione
Condivido in toto quello scritto da paolo.. aggiungerei che si sono viste situazioni di gioco che non avevamo mai visto così spesso nelle partite precedenti.. x le Zebre una certa pericolosità anche con gli avanti e per la Benetton una difesa che non si è fatta quasi mai impreparata anche nel gioco largo.. che siano solo miglioramenti effettivi o gli avversari lo vedremo solo con il tempo..