Di televisioni e di club. E di chi fa cadere le cose dall’alto: una storia italianissima

Rugby Channel annuncia che nel fine settimana non trasmetterà Reggio-Rovigo perché “portiamo via pubblico dallo stadio e qualche altra amenità che non vogliamo commentare”, il club emiliano risponde tirando in ballo la FIR senza mai citarla: “Anche lo scorso anno la decisione ci è stata presentata in maniera fatta e finita a campionato iniziato, senza mai coinvolgere le società”. Un bisticcio che mette il dito in una piaga vera.

Martedì sera, ad ora di cena, ho ricevuto una telefonata in cui venivo informato degli sviluppi della querelle tra Rugby Reggio e Rugby Channel. Mi viene detto che la partita di questo fine settimana tra la squadra emiliana e il Rovigo valida per la prima giornata del massimo campionato nazionale non verrà trasmessa al pari delle altre gare del turno e – per sommi capi – mi vengono spiegati i motivi che verranno resi pubblici il giorno dopo in via ufficiale.
Nella giornata di mercoledì la questione deflagra sui media ovali italiani con Rugby Channel che pubblica sui social questo breve comunicato:
“BREAKING NEWS: la partita Reggio Emilia vs FeMi CZ Rovigo NON sarà trasmessa da therugbychannel.it. 
Non ci sono note le vere ragioni che spingono la Società reggiana a non voler partecipare al tentativo di dare visibilità al Rugby italiano, ma l’ufficialità del diniego, concretizzata con una telefonata e non con uno scritto, ci dice che portiamo via pubblico dallo stadio e qualche altra amenità che non vogliamo commentare ma che ci lascia basiti per la loro inconcretezza e pretestuosità”.

Nel giro di qualche ora OnRugby pubblica alcune dichiarazioni rilasciate al portale dalla Responsabile Relazioni Esterne del club emiliano, Antonella Gualandri. A questo link trovate l’intero articolo, di seguito riporto solo alcuni stralci:
“Abbiamo appreso la scorsa settimana, durante l’intervento del Presidente Gavazzi nel corso della presentazione del campionato a Milano, che The Rugby Channel avrebbe trasmesso nuovamente le partite di Eccellenza. Non è mai arrivata alcuna comunicazione ufficiale in merito, né prima, né dopo, e non siamo stati mai contatti. (…) Non conosciamo i contorni dell’accordo, né abbiamo voce in capitolo su questioni più tecniche. Anche lo scorso anno la decisione ci è stata presentata in maniera fatta e finita a campionato iniziato, senza mai coinvolgere le società. (…) Abbiamo chiesto se solo era possibile oscurare il segnale nella zona di Reggio Emilia, o magari trasmettere la partita con due ore di differita. (…) Non ci sembrava una richiesta fuori dal mondo, almeno meritavamo una risposta. Non certo di essere accusati pubblicamente dal fornitore del servizio con toni francamente inaccettabili. Non tocca al fornitore giudicare le motivazioni di un club affiliato alla Federazione. Sappiamo che la pancia dei tifosi non la capirà, ma prima o poi dovremo dire basta a questo modo di lavorare”.

La storia può anche strappare un sorriso (amaro), ma se ci si pensa bene anche no. Offre invece uno spunto di riflessione importante su quello che è oggi il rugby in Italia, ne spiega bene – fin troppo bene – alcune dinamiche e lacune. Non credo sia possibile assegnare torti oppure ragioni in solitaria ad ognuna delle due parti in causa. E non bisogna dimenticare che nella vicenda c’è un convitato di pietra piuttosto ingombrante, ovvero la federazione. Vediamole singolarmente.

Rugby Reggio: la reazione di pancia di gran parte dell’opinione pubblica è stata quella di trovare nel club emiliano il “cattivo” della vicenda, ammesso che poi ce ne sia davvero uno. Insomma, si trova in qualche modo la possibilità di far vedere tutte le partite del nostro domestic a tutti gli appassionati e questi qui si mettono di traverso per dei piccoli interessi di bottega? Questo il pensiero di moltissimi.
Però se si ragiona mente fredda ci si rende conto che la posizione della Rugby Reggio non è affatto stupida, hanno anzi ragione da vendere. Perché quando la società rossonera chiede un coinvolgimento e una discussione generale su temi che riguardano e coinvolgono tutti dice una cosa sacrosanta, quel “prima o poi dovremo dire basta a questo modo di lavorare” è inattaccabile. Far calare le cose dall’alto, senza un minimo di collegialità (neanche di quella finta, del tipo “ti ascolto me poi alla fine faccio comunque come pare a me”) è una delle principali ragioni che ha portato il rugby italiano al punto in cui si trova.
Certo, se ci fosse una Lega di Club le dinamiche sarebbero più logiche e le richieste delle società avrebbero ben altra forza, e forse sull’assenza di una simile istituzione anche la Rugby Reggio ha le sue responsabilità. Non sapersi presentarsi compatti, o non volerlo fare, è un vero delitto e qui le società hanno colpe gigantesche.
La posizione dei Diavoli è egoistica? Probabilmente sì, almeno in buona parte, ma perdonatemi, non è compito degli emiliani farsi carico dei problemi del movimento, tanto più se non si viene nemmeno interpellati. La singola società fa in primis i suoi interessi, giustamente e inevitabilmente.
Infine non dimentichiamo che la squadra in questione è quella che lo scorso anno ha richiamato più tifosi alle proprie partite interne e che Rovigo è quella che porta più suoi supporters in trasferta. Detto in soldoni è un incasso importante quello di questo fine settimana e magari a qualcuno davanti a una tastiera avere qualche centinaio di tifosi in più o in meno allo stadio potrebbe non fare poi questa grande differenza, ma chi gestisce un club la vede ovviamente in maniera diversa. Insomma, siamo tutti bravi con i soldi degli altri.

FIR: la federazione ha la responsabilità della promozione dell’Eccellenza, d’altronde è il suo massimo campionato nazionale no? I risultati però sono quello che sono: il torneo languisce, gente sugli spalti ce n’è davvero poca e molta meno che in epoche poi non lontanissime, senza dimenticare che il livello medio non è entusiasmante. Ovviamente questa situazione non è tutta da mettere in capo alla FIR, ci mancherebbe, però il modo in cui il massimo campionato nazionale viene comunicato è roba sua. Spesso negli ultimi anni ci si è trovati ad avere un broadcasting a torneo già iniziato e la sensazione che l’accordo con Rugby Channel venga vissuto come l’extrema ratio è molto forte: si vorrebbero al proprio fianco media più forti e “nobili”, però c’è il non trascurabile dettaglio che quei media lì non ne vogliono sapere dell’Eccellenza, nemmeno gratis. Dirlo fa male, però è così.
E così succede, ad esempio, che la trasmissione sul canale web di tutte le partite del campionato che va iniziando venga annunciata prima che l’accordo sia messo nero su bianco lasciando stupito in un primo momento anche chi poi concretamente deve “trasformare” quelle partite in un prodotto video. D’accordo, qualcuno dirà che alla fine conta quagliare, ma questo modus operandi è quello che poi produce il problema Reggio/Rugby Channel.
Perché è chiaro che quando l’addetta stampa del club emiliano dice “non conosciamo i contorni dell’accordo, né abbiamo voce in capitolo su questioni più tecniche. Anche lo scorso anno la decisione ci è stata presentata in maniera fatta e finita a campionato iniziato, senza mai coinvolgere le società” e che poi sottolinea che “prima o poi dovremo dire basta a questo modo di lavorare” si rivolge alla federazione. Federazione che con il dividi et impera ha sempre governato il rugby italiano, da Roma una vera spinta alla creazione di una Lega Club non arriverà mai mentre sarà sempre ben disposta, diciamo così, a operazioni di disturbo. E’ una questione di natura delle istituzioni. Sia chiaro: la FIR così lo è da tantissimi anni, forse da sempre, Gavazzi in tal senso non ha cambiato nulla rispetto alla lunghissima gestione Dondi. E’ più facile affrontare 10 club singolarmente o dover trattare con una Lega che li rappresenta tutti? La risposta è semplicissima, non bisogna aver letto Sun Tzu.
La FIR avrebbe però un disperato bisogno di maggiore collegialità nelle decisione, dovrebbe ascoltare di più e tenere più conto delle voci che arrivano dalla base. Al contempo quella stessa base deve trovare la maniera di avanzare le proprie richieste e le proprie idee nella maniera più forte e compatta. E se non lo fa non è certo colpa della federazione. Trovare un equilibrio tra le spinte centrifughe dei club e quelle accentratrici della federazione ci farebbe fare un enorme passo avanti.

The Rugby Channel: delle parti in questione nella vicenda contingente è quella più propositiva ma è pure la più debole. Lo è perché è in balia delle scelte e delle decisioni altrui. Perché non può programmare o fare investimenti a medio termine visto che gli accordi vengono stretti di anno in anno e sempre immediatamente a ridosso dell’inizio del campionato. Ché al tifoso e all’appassionato interessa solo di poter vedere in qualche modo la partita, ma chi rende possibile questa cosa magari vorrebbe farci anche due soldi, giustamente, perché la produzione delle partite ancorché via web non è certo gratis.
A Rugby Channel si può obiettare di aver diffuso un comunicato un po’ troppo “di pancia” e con il dito puntato verso l’obiettivo più immediato ma meno corretto. Però un errore tutto sommato non così rilevante.

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82 pensieri su “Di televisioni e di club. E di chi fa cadere le cose dall’alto: una storia italianissima”

  1. E’ la classica guerra tra poveri all italiana, non c’è chi ha torto o ragione ma tante sfumature…da un lato TRC non sa se ci rientrerà con le spese, ci sta che a metà anno possa dire che non conviene fare questo lavoro e lascia la baracca…per quanto mi risulta, c’è un altra società che gestisce le video analisi per la FIR.
    Dall altro lato un club che punta tanto sugli incassi, ma che lo fa nel modo sbagliato, perchè oggi la visibilità si ottiene principalmente sul web, se dalle immagini riesce a mettere insieme un prodotto attraente, sta sicuro che la gente viene allo stadio..se potessi andare tutte le volte a Llanelli, non mi passerebbe neanche per il cervello di vedermi la partita a casa….anzi sfruttando il web si può dare maggiore visibilità agli sponsor.
    La FIR che è vero che gestice ed organizza il campionato, ma è anche la stessa che pensa di fare accordi commerciali con una stretta di mano, ci rendiamo conto, una stretta di mano nel 2017, senza tener conto delle partecipanti ai campionati.
    La morale della favola è che la politica degli orticelli provoca queste distorsioni, oggi più che mai servirebbe una lega di club, quanto meno per sfuggire alla politica del dividi et impera come dice Paolo, ma anche soprattutto per disciplinare questi vitali che vanno dai P.P. alle trasmissioni della partite per l appunto…

  2. Paolo, il tuo teorema accusatorio nei confrinti della Federazione, su questo specifico argomento, è facilmente smantellabile usando le tue stesse parole “…la federazione ha la responsabilità della promozione dell’Eccellenza, d’altronde è il suo massimo campionato nazionale no? I risultati però sono quello che sono: il torneo languisce, gente sugli spalti ce n’è davvero poca e molta meno che in epoche poi non lontanissime, senza dimenticare che il livello medio non è entusiasmante.”, “….si vorrebbero al proprio fianco media più forti e “nobili”, però c’è il non trascurabile dettaglio che quei media lì non ne vogliono sapere dell’Eccellenza, nemmeno gratis…”, inoltre per mettere su una lega che possa confrontarsi almeno alla pari con una federazione, è necessario che la prima abbia la capacità di generare introiti, come avviene in Inghilterra, Francia e nel calciopalla, che potere avrebbe una lega i cui clubs vanno a battere sistematicamente cassa da quella federazione cui dovrebbe confrontarsi, scontrarsi e cercare di imporsi?!?!
    In quanto al “…Federazione che con il dividi et impera ha sempre governato il rugby italiano, da Roma una vera spinta alla creazione di una Lega Club non arriverà mai mentre sarà sempre ben disposta, diciamo così, a operazioni di disturbo. E’ una questione di natura delle istituzioni. Sia chiaro: la FIR così lo è da tantissimi anni, forse da sempre, Gavazzi in tal senso non ha cambiato nulla rispetto alla lunghissima gestione Dondi. E’ più facile affrontare 10 club singolarmente o dover trattare con una Lega che li rappresenta tutti? La risposta è semplicissima, non bisogna aver letto Sun Tzu.”, pensi che la cosa sia soltanto italica? Dammi retta, che anche in Francia e Inghilterra (soprattutto in Francia) le federazioni farebbero volentieri a meno di leghe che, pensando esclusivamente ai loro affari e al business, contrastano le politiche federali incentrate sul bene delle squadre nazionali e, in generale dei movimenti.

    1. Mi sembrano alibi. Una Lega deve essere in grado di generare introiti? Sicuro, ma la costituzione di una Lega è la conditio sine qua non per poterlo fare. Il San Donà – è solo un esempio – oggi deve cercare sponsor nel ristretto ambito territoriale in cui opera, se si trovasse all’interno di una Lega lo scenario potrebbe cambiare.
      E so benissimo che i rapporti tra Leghe e Federazioni in Inghilterra e Francia non sono sempre sereni, anzi, ma proprio la relazione ancorché difficile genera benefici. Però bisogna essere almeno in due per poter dar vita alla cosa

      1. Una sorta Lega che possa affrontare problemi come quello, specifico, che hai portato te, può avere un senso, ma, comunque, senza avere un’ indipendenza economica non avrebbe potere contrattuale, nè titolo, di contrapporsi a una federazione, dalla quale i suoi membri ricevono gran parte del sostentamento.
        I celtici hanno saputo e potuto ribaltare le debolezze dei loro movimenti proprio perchè non avevano leghe varie a intralciarne le politiche federali (lasciamo perdere le differenze di giustezza e lungimiranza di queste politiche, il discorso verte su altro.); io, a volte, mi domando se questo sopravvalutarsi, di una parte del movimento rugbystico italiano, sia più figlio di ingenuità o di una stolta arroganza (ci tengo a precisare che non mi riferisco a te.)!!!

    2. Scusami, ma la Celtic è gestita in modo aziendale.
      Ci sono dei contratti pluriennali firmati e quindi si può fare programmazione.
      Devono solo vendere e promuovere il loro prodotto.
      I campionati più evoluti hanno una Lega, forte, anche litigiosa, ma forte.
      Ora anche il campionato spagnolo ha il suo main sponsor.
      Noi non siamo capaci praticamente neanche di stare seduti attorno ad un tavolo assieme 5 min. per cercare di raccogliere le idee migliori…

      1. @mirko, la Celtic è gestita da un board che è diretta espressione delle federazioni che vi partecipano.
        Gli unici due movimenti in cui i club possono “permettersi” di avere una lega sono quello inglese e quello francese, se non possono permetterselo i club irlandesi, scozzesi e gallesi, come può essere possibile che se lo possano permettere i club italiani?!?!

  3. La responsabilità del campionato è della FIR e la FIR può , correttamente, fare e disfare. Può cedere i diritti televisivi con o senza gara, può pagare qualcuno per fare le riprese ( come in questo caso) e chi intende disputare il campionato si deve adeguare.
    Se alle società non va bene di essere assoggettate non hanno che da percorrere la strada della Lega. Fino ad allora sono assoggettate alla FIR, che come ha stabilito che quest’anno non ci saranno retrocessioni , ha stabilito anche che TRC farà le riprese.
    Dire che Reggio ha delle ragioni è come dire che il macchinista che deve fare arrivare il Frecciarossa delle 6,30 del mattino a Roma e che non si presenta perchè è entrato in sciopero, da solo, alle 6,28, ha delle ragioni.
    No Reggio non ha nessuna ragione, né di forma né di sostanza.
    Detto questo, siccome ogni aspetto del rugby italico viene, da alcuni, vissuto come perenne critica alla FIR, ecco che ciò che su questo blog era virtuoso due giorni fa e sempre su questo blog era propugnato da mesi, diventa improvvisamente una sciagura. Solo due pesi e due misure?

    1. E beh a.d.g., se questo è il modo di ragionare in certi ambienti, cosa pretendi, che vi bacino anche i piedi?.”Io son io e voi non siete un cazzo”
      Qualche non troppo velata critica ve la dovete mettere in saccoccia.

  4. Ne hanno discusso di là, su OnRugby e fra le tante opinioni condivido in pieno quello che ha scritto @Malpensante che di certo mi perdonerà se trascrivo qui il suo Post:
    “Posto che farei un monumento a TRC io dico che Reggio a tutte e proprio tutte le proprie ragioni. Non perché abbia l’affiliazione alla federazione bocciofila questa fa quel cazzo che vuole, quando e come, in casa mia. Il Mirabello se lo sono recuperati loro, gli sponsor se li trovano loro, i denari li cacciano loro (redazione, ci sarebbe sempre quell’argomento in sospeso). Tutti pensano e dicono (nei cicì e ciciò) le stesse cose di Reggio rispetto a una Federazione che in 5 anni s’è sputtanata una fortuna e adesso va a batter cassa ai club, e finalmente qualcuno le dice in pubblico. Il campionato lo giocano i club, fa così schifo sentire il 98,77% su cosa fai a casa loro, non fosse altro che per educazione?”
    Ha detto tutto.

    1. @Mamo, per completezza io pubblico la risposta che @Stefo (il quale, anche lui mi scuserà per la trascrizione) a dato a @Malpensante: “@mal capisco il tuo punto ma non lo condivido, se ti iscrivi ad un campionato gestito dalla Federazione com’e’ l’Eccellenza stai accettando le regole del gioco…non vanno bene le regole? Non iscriverti al campionato allora.”, il cui ragionamento è…inoppugnabile!!!

      1. Stefo però secondo me manca almeno un punto fondamentale.
        Che diritto ho io Paolo, oppure il signor X di TRC, oppure il signor Y di Mediaset/Rai/DiscoveryQuelCheVuoi di chiamare una qualunque squadra e dirgli “aprimi le porte e fammi fare quel che mi pare”?
        E’ essenziale che per quanto si accettino le condizioni della partecipazione all’Eccellenza ci sia rispetto dei ruoli. Ne consegue che se la federazione fa un accordo con TRC deve comunicare alle squadre i dettagli dei termini dell’accordo. Non può essere sufficiente l’uscita sulla stampa della notizia, che ovviamente non riporta i termini complessivi e dettagliati dell’accordo. Senza le informazioni precise di cosa TRC può venire a fare e chiedere e cosa no è giusto che li si possa lasciare in attesa. E TRC ha tutto il diritto di lamentarsi (se l’accordo che ha in essere non viene rispettato) con il corretto interlocutore; che non è la squadra, ma la federazione, perché è con essa che ha stipulato l’accordo.
        Paolo

  5. Buongiorno,
    sinceramente a mente fredda posso comprendere (anche se non condividere) le opinioni delle parti interessate.

    Pensando a “Il Buono, il Brutto, ed il Cattivo”, l’analisi più semplice ma non sicuramente azzeccata potrebbe essere:
    – Buono: TRC che anche con pochi mezzi economici prova a fornire un servizio, un po’ per businnes ed un po’ per passione, da fuori però sembra più per passione perchè non mi sembra che ne tragga un gran guadagno;
    – Brutto: Fir, gestisce con difficoltà con i pochi mezzi che ha (vedi bilancio) la promozione di un campionato un po fine a se stesso, non ha un ruolo semplice;
    – Cattivo: Rugby Reggio, società che probabilmente fa del botteghino un punto saliente delle sue entrate, che solitamente per un club dell’eccellenza non sono molte.

    In definitiva credo che dialogare, programmare e stipulare insieme un piano di sviluppo pluriennale sarebbe sacrosanto. Ci fosse una lega sarebbe probabilmente più semplice in sede di discussione, ma alla fine credo che il punto sia che in generale ci sono pochi soldi da investire, sia in Fir, sia nei Club, sia per network che possano trasmettere il nostro campionato interno.

    Non mi stupisco visto lo scarno trattamento televisivo che viene riservato anche al Pro14 in Italia.

    Ribadisco non sono così stupito, semmai un po’ deluso, perchè alla fine non è colpa di nessuno ma da appassionato ci rimetto io, che la partita l’avrei guardata molto volentieri.

  6. Innanzitutto non deve essere la FIR a favorire creare agevolare la nascita della lega dei club, spetta agli stessi!
    Poi per me anche qui la questione è solo economica, ma non per i biglietti, esclusivamente perché anche questa è una buona occasione per tentare di mungere dalla mammella federale! Anche perché a Reggio i tifosi sarebbero andati comunque allo stadio e quelli di Rovigo vanno sempre e comunque appresso alla squadra..
    Comunque mai una gioia, prima tutti e nessuno escluso, a invocare la trasmissione gratuita via web con rugbychannel, ora manco quella va più bene..
    inoltre per me la FIR deve decidere, non ascoltare le mille richieste, talvolta bizzarre, di ogni singola società..così non si troverà mai una strada comune..

    1. Che non debba essere la FIR a far nascere o a favorire una Lega di Club l’ho pure scritte, mi sembra lapalissiano. Se non esiste una Lega di club la colpa è solo delle società. E sulla tua ultima frase: il senso è proprio quello: se ho mille richieste alla fine non ne ascolto nemmeno una e ho pure la giustificazione di non farlo, Da una parte c’è la cecità e spesso l’ottusità dei club, dall’altra chi in questa cecità ci sguazza.

      1. Si Paolo, non era riferito a te infatti, ma ai diversi commenti sui vari blog e socialmedia..
        per me, come detto, volevano solo monetizzare ulteriormente dalla FIR, pur sapendo che non c’è il becco di un quattrino!
        inoltre anche noi lettori sapevamo da mesi della trattativa con TRC da parte della FIR,, non certo dall’altro ieri quindi..

  7. Stavolta Paolo non sono d’accodo con te.
    Tralasciando il fatto della gente che non andrebbe allo stadio, che reputo assurda, Reggio se la prende anche perchè vorrebbe decidere dove mettere le telecamere. O come vengono gestiti i 10 minuti di intervallo. Ma ci rendiamo conto?
    Perchè a reggio non va bene the rugby channel? Perchè non reputa la diretta web positiva o perchè non è stata interpellata dalla fir prima dell’accordo?
    Cioè è un problema di principio o un problema di denari?
    A mio avviso sarebbe giusto che la fir interpelli tutte le società prima di fare accordi, quindi il principio, ma trovo assurdo se si parla di interessi economici. Credo che gli sponsor di reggio preferiscono farsi “vedere” in web da x-centinaia?/x-migliaia? di persone piuttosto che “guadagnare” 50 persone di più allo stadio.
    Se fosse il solo principio si sarebbero fermati a questo principio nel comunicato. Invece hanno parlato anche di poszione telecamere e 10 minuti di intervallo.
    E inoltre se anche la fir avesse interpellato le società e 2 di queste non stava bene the rugby channel, cosa avrebbe fatto o potuto fare la fir? Avrebbe detto: l’eccellenza sarà trasmessa da TRC tranne che per le partite dove ci sono le società X e Y?

    1. Ti rispondo con una domanda, a cui non so dare una risposta. A chi appartengono i diritti di immagine? C’è un qualche documento, una delibera federale o un contratto privato in cui si dice che appartengono ai club o alla FIR? Uno potrebbe dire che la federazione già versa dei contributi, ma questi comprendono in modo chiaro ed esplicito anche i diritti di immagine? Magari mi sbaglio ma io non credo e capisci che questo rende molto più aleatoria e discutibile qualsiasi posizione

      1. Bella questa dei diritti d’immagine. Certo che questo attaccarsi sui vetri è meraviglioso.Formalmente il campionato d’Eccellenza è un campionato dilettantistico organizzato dalla FIR .

      2. Formalmente il professionismo da noi non esiste, non è contemplato.
        Ps: facciamo così, domani monto un video con le vittorie del Calvisano per vendere un qualsiasi prodotto. Quanti minuti dopo la sua pubblicazione riceverò la telefonata di un avvocato che mi intima il ritiro?

      3. Si è vero, se sapesimo chi detiene i diritti non staremo qui a parlare.
        Mi chiedo a questo punto come mai altri anni sono state stipulati accordi senza che nessuno si lamentasse?
        Ripeto è un problema di visibilità web?

      4. Perchè nessuno si è mai lamentato e perchè continuano a perpetuare un sistema marcio?

        Prebende.

        E ci sono andato soft.

  8. Un solo appunto (e chi mi conosce sa bene quanto le mie opinioni sia distanti da quelle della Fir): lodiamo sempre i sistemi centralistici degli altri Paesi (Irlanda, Nuova Zelanda, ecc.) e poi quando la fir prende delle decisioni e le impone dall’alto ci lamentiamo. Scusate, ma chi avrebbe dovuto decidere? I club chr se possono si rubano le caramelle dalle tasche? E secondo voi se la fir fosse stata più “democratica” e avesse ascoltato le esigenze di ogni singolo club, avrebbe mai potuto trovare un qualsiasi accordo con qualcuno? Di sicuro la fir ci campa sul divide et impera, ma questo è più un problema dei club: vogliono avere forza contrattuale? Si sveglino, si uniscano e facciano tutte le richieste che vogliono.

    1. @R2D2, qui i sistemi di Irlanda, Scozia, Galles, Nuova Zelanda vengono sempre lodati, per i risultati che portano a ottenere, salvo poi sostenere che “Noi siamo diversi e qui non sono applicabili.”, quando vanno a toccare gli interessi del proprio orticello!!
      Poi, domanda, con quale diritto/forza possono i club avanzare pretese contrattuali, anche svegliandosi e unendosi, quando partecipano ad un campionato organizzato da una federazione che, oltretutto, gli fornisce parte degli introiti per potervi partecipare?!?!?

      1. Lo farebbero come lo fanno le leghe in Francia ed in Inghilterra. Ovviamente con le dovute proporzioni, ma di sicuro un fronte comune avrebbe una forza diversa.
        Ragazzi sono anni che chi gestisce la fir fa quello che vuole marciando sulle liti tra i vari orticelli. Se si continua così, loro faranno sempre in questo modo.
        In questo caso, però, io trovo il comportamento federale meno sbagliato del solito.

      2. @R2D2, domandati un po’ se in Irlanda, Scozia e compagnia cantando esistono le Leghe, poi perchè non esistono, infine rifletti sul potere decisionale che hanno lì le federazioni e vedrai che sono molto più “decisioniste” che quì.

  9. In Eccellenza giocano 10 squadre nel campionato 2017/18. Di queste, una contesta l’accordo con TRC. Se questa una ha ragioni da vendere, le altre 9 ?

    1. Adesso non ricordo se qua o su onrugby avevano fatto un’intervista al capo di the rugby channel alla fine dello scorso campionato… già lì, lui parlava di alcuni problemi con i club.. certo che se fai un accordo con TRC e lo fai sapere una settimana prima.. uno non avrebbe neanche il tempo di cercare di tirare su due soldi dagli sponsor..

  10. tra tutti i motivi che si possono trovare per attaccare (giustamente) la federazione … questo è proprio l’ultimo !
    Per una volta che si trova un baldo giovane , squattrinato , ma pieno di buoni propositi e vitale (TRC) , questo cesso di ragazza (Reggio) non gliela vuole mollare perché invece che al ristorante stellato viene portata a mangiare una pizza … ringrazia il cielo che c’è chi ti considera… fossi uno sponsor di Reggio sarei il primo ad essere incavolato , perché con lo streaming forse qualche sfigato in più (compreso me che scrivo) riuscira a leggere il nome degli sponsor in qualche cartellone. E magari anzi proprio il fatto di andare in diretta streaming può pure attrarre qualche sponsor in più. La Fir sta facendo un regalo in questo senso a Reggio , e hanno pure da ridire … buonanotte.

      1. Il problema è che qui si vuole affibbiare la colpa al Padre, che ha dato il permesso al ragazzo di corteggiare la propria figlia. 😀

  11. Se le società conoscessero la natura dell accordo tra TRC e Fir sarebbe tutto più chiaro e si troncherebbero sul nascere certe situazioni…

    1. stiamo parlando dell’accordo annunciato nel corso della presentazione ufficiale dell’Eccellenza a Milano, rilanciato nei comunicati FIR, quando nemmeno chi deve trasmettere le gare si aspettava che la cosa venisse resa pubblica perché c’erano dettagli da sistemare e carte da firmare? Proprio di quella cosa lì?

      1. della stessa federazione che nel 2017 sigla accordi con strette di mano tipo fiera dei maiali. che quando c’è da fare le cose a modo dice di non essere professionista, salvo cambiare idea quando si trova in cassa un budget di diversi milioni di euro…Non sono contro la fir o trc o Reggio, però il problema nasce quando le cose son fatte male, un tipo il discorso P.P….io penso che qualche club si chiederà come mai un club, le Fiamme, che l anno scorso è stato parecchio lontano dai P.O., si ritrovi a dare così tanti p.p. alle Zebre, considerando che anche questo sposta denaro…

  12. La programmazione economica (che nel nostro caso si traduce nei rapporti con gli sponsor e nelle analisi di previsione degli incassi per vendita biglietti – ricordo a tutti che il Club ha chiesto a TRC, senza ricevere risposte, se fosse stato possibile oscurare la trasmissione nella zona di Reggio Emilia) è un aspetto fondamentale per chi gestisce una Società commerciale o un Club sportivo perché in assenza di quella rimangono solo macerie, tracce di fallimenti o di assegni protestati.
    No, ha ragione Reggio e il fatto che una società sia stata capace finalmente di ribellarsi è un segno positivo. Qualcuno doveva pur iniziare.

    1. la ribellione è senza un senso logico, perchè alla fine puoi fare un torto proprio al fruitore finale, il pubblico…c’è magari gente che per motivi di salute, lavoro o residenza distante da Reggio non può recarsi allo stadio ma avrebbe avuto piacere a seguire la propria squadra.
      Magari la cosa andava gestita un pelo meglio, dire alla Fir e TRC : noi vi diamo tempo fino alla prima pausa, 28 Ottobre, di mettere nero su chiaro gli accordi e riferirli alle società, cercare di venirci tutti incontro per offrire uno spettacolo quanto più dignitoso possibile, se non si trova un accordo allora si chiudono i cancelli a TRC…o vicevera TRC potrebbe dire che gli accordi economici non sono convenienti e molla il servizio.
      Danneggiare il fruitore finale di uno spettacolo d intrattenimento qual è lo sport ad “alto” livello, è il fallimento.

      1. “la ribellione è senza un senso logico, perchè alla fine puoi fare un torto proprio al fruitore finale, il pubblico…”
        Completamente d’accordo , Reggio non ci perde niente , anzi ci guadagna in visibilità , che per il campionato Eccellenza è tutto grasso che cola. Gli unici che ci rimettono sono gli sponsor e gli eventuali spettatori. Se c’è qualcosa di tipicamente italiano in questa vicenda è proprio il voler rompere le scatole a tutti i costi quando proprio non ce n’è bisogno.
        Più che di diritti di immagine (che valgono zero … perché altrimenti avrebbero avuto proposte da altre emittenti) qui si parla di valorizzazione dell’immagine , che però viene rifiutata! Invece di lamentarsi (altra cosa tipicamente italiana) Reggio abbia i cojones per non giocarla proprio l’eccellenza se non gli stanno bene certe cose , oppure si faccia promotrice della creazione della famigerata lega .., sennò è solo cibo per commentatori e giornalisti

      2. Se il Club ha assunto debiti per 10 € e ha ipotizzato, in base alle presenze sugli spalti dello scorso anno, di potervi far fronte (magari solo in parte) con gli incassi dei biglietti, questi (gli incassi) potrebbero essere gravemente compromessi con la diretta streaming.
        Ritengo che un Club debba esser gestito esattamente come un’impresa commerciale e quindi ben ha fatto Reggio a proteggere e tutelare il previsto attivo altrimenti, rifacendomi al paragone, potrebbero rimanere macerie, fallimenti e protesti cambiari. C’è chi se ne frega di queste conseguenze e magari persiste a credere d’esser un imprenditore capace, forse Reggio – il suo Presidente e il Consiglio – sono di un’altra razza. Ringraziando iddio.

      3. Mano i biglietti non c’entrano nulla, i tifosi di Reggio vanno comunque allo stadio, idem quelli di Rovigo che seguono sempre la squadra..
        Per me volevano solo monetizzare quelli di “un’altra razza”..

      4. Ciao Mez,
        io mi attengo alle dichiarazioni del Club che ha pure specificato di aver chiesto aTRC di trasmettere le partite in differita o di oscurare la zona di Reggio.
        Io do istintivamente credito ai Club – e credo pure tu (che sei uomo di Club) – e diffido dei dietrologi ma, soprattutto, degli yesman.

      5. Beh qualcosa che avesse un minimo di senso dovevano dirla per forza..
        Ma per me trattasi di altro, come detto..
        Certo anche io faccio gli interessi del mio club, ma non andiamo a piangere e far l’elemosina in federazione, facciamo di necessità virtù il più delle volte..

  13. posso comprendere la lamentela sulla mancanza di dialogo, ma per il resto trovo la posizione di Reggio indifendibile, ed anche la mancanza di dialogo è accettabile come sola lamentela e non certo come casus belli, TRC ha tutti i diritti di lamentarsi come meglio crede dato che investe in un prodotto e gli viene dato incompleto per colpa di una parte e non di chi ha “venduto” il prodotto, la FIR, come fa notare giustamente a.d.g. ed altri, ha tutto il diritto di agire senza accordi preliminari con i club, in quanto i “diritti” dell’eccellenza sono suoi (e come se rovigo e petrarca si rifiutassero di giocare la Partita perchè la fed gli manda un arbitro di roma e loro pensano che sia meglio uno di treviso), poi possiamo discutere mesi su quanto sia professionale il modo di agire della fed o chi e come debba o possa fondare una lega ed in che termini, ma lo status quo è che c’è la FIR che ha un prodotto da piazzare, un cliente che lo “compra” ed un “dipendente” (uso questo termine per indicare che nessuna eccellente è socia della fed, ma ne è associata sfruttandone il lavoro e ricevendone servizi e rientri economici diretti, indiretti e più o meno importanti) a cui non va bene…. mi spiace, ma l’unico in torto, per la scelta fatta e non per tutte le motivazioni, sia chiaro, è Reggio

  14. Come può un blog, un giornalista fare una battaglia affinché la Fir si impegni ( economicamente) per garantire che un network copra il più possibile ( in questo caso sarebbe copertura al 100%) il campionato di Eccellenza e ottenuto il risultato diventi il paladino di chi boicotta il risultato raggiunto? Certo é tutto molto italiano, é vero.

    1. Se le telecamere rimangono fuori vuol dire che la Fir in mano non ha nulla.. se può vendere i diritti delle partite tiri fuori le carte ed obblighi la società.. hai ragione è davvero tutto italiano!

    1. Il fatto è, Gianni, che anche F.i.r. é la stessa che diede il placet su Pretozzi.
      il San Sona, infatti, ha instaurato un contenzioso contro F.i.r. Ma lo sai già se leggi Il Nero.

  15. Fintanto che la FIR tratterà il movimento come una cosa propria allora le beghe saranno sempre una guerra tra poveri. La cosa triste, ma veramente triste, è che poi si arriva alle elezioni del presidente della federazione e non c’è un candidato credibile. Questo è il vero problema. Perché se non cambia la testa nel movimento non cambia nulla.

      1. Potrebbe guidare il movimento e non strattonarlo per le vie che la mera contingenza impone.

    1. @Que Magro, quello che blocca una seria riforma e l’ ottimizzazione del funzionamento del Rugby italiano è che la testa è troppo diretta espressione della pancia e così da essere troppo sensibile ai suoi malanni.

    2. Concordo pienamente.
      Vuol dire che questo “andazzo” sta bene quasi a tutti quelli dovrebbero essere i protagonisti.
      Però la mia sensazione che più di qualcuno ha paura di parlare e ribellarsi al sistema per non venire isolato.

  16. Mi piacerebbe che TRC oscurasse la zona di Reggio, ogni volta che giocano fuori casa.
    E per coerenza, Manghi e soci, non potrebbero aprir bocca…

  17. Finalmente ci si scalda… ora che cominciano i primi freddi. In molti, di qua e di là, hanno detto cose che ritengo condivisibili. Le rimostranze di Reggio hanno un qualche fondamento, soprattutto nella forma. Peraltro, qua sopra abbiamo una certa età e dovremmo sapere bene quanto sia facile mettere d’accordo le società di rugby…o no? Dal livello locale a quello nazionale è quasi sempre una gara ad affossare il vicino e rimanere il primo in Gallia, mentre è altrove che si conta davvero. Quanto alla sostanza…quanto in là vogliamo guardare? Certo, con il Rovigo si portano a casa sei belle uova fresche, mentre in futuro non sappiamo se arriverà una striminzita gallina. Qualcuno ha un’idea migliore per cercare di dare la sveglia al rugby italiano (inteso genericamente… FIR, franchigie, Eccellenza, ecc.) oppure continuiamo così, dal momento che la ricetta è di successo? Oppure sì, va bene la novità, però da noi no perché io ho una giustificazione? Prima delle vacanze avevo trovato un tweet della Federazione Spagnola, che riportava il tweet del sito Deportes&Finanzas con il conteggio delle interazioni twitter nel primo semestre sugli account delle 20 squadre con più seguito: si andava da 14.319 a 1.555.
    Ora, in Italia (cioè uno dei membri del 6 Nazioni), Marco Bellinazzo de IlSole24Ore si interessa di rugby? No. Quante squadre di Eccellenza (ora 12) utilizzano effettivamente i social media? Mah, il Rovigo ad esempio è molto attivo, il Calvisano no (unico tweet del 2017 gli auguri a Brunello, con 16 interazioni…così ci facciamo un’idea). Certo, capisco che Reggio abbia timore (legittimo) di perdere ricavi. Sinceramente, io non vado a vedere le partite dal vivo tengo famiglia (bella scusa!) e l’offerta online è di altra qualità (Top 14, Aviva e Pro14); ma, se abitassi più vicino a Parma o Treviso, o anche Reggio, una partita del genere (ammetto di avere un debole per Rovigo) andrei a vederla dal vivo.
    PS piccola nota pedante, ma per me è importante (magari una volta ve lo racconto). Se potete… è divide et impera.

    1. Di rugby sul Sole24ore di solito scrive Giacomo Bagnasco, ma anche altri penso. Prevalenza internazionale ma anche di Eccellenza a volte.
      Calvisano su Facebook è attivo frequentemente. A meno che tu ti riferisca solo a Twitter che non utilizzo, ma allora dovresti specificarlo.

  18. Questa favoletta del divide et impera é appunto una bella favoletta. Reggio alle ultime elezioni ha votato Gavazzi.
    Che svantaggio avrebbe Gavazzi dalla creazione di una lega. Nessuno, tanto é vero che il primo oppositore della Lega é Zambelli.
    Qui la politica non c’èntra proprio nulla é miopia condita con la volontà di lucrare qualche briciola alla “Ghino di Tacco”.

    1. Pure Cantoni è stato eletto in quota Gavazzi, eppure…
      Se in presenza di una Lega è chiaro che la Fir, quale che sia il presidente, avrebbe da confrontarsi con una controparte più forte di quella attuale (inesistente). Non è difficile.
      Ma appunto se avessi letto bene queste cose sono scritte già nel pezzo così come è scritto che sono i club con i loro particolarismi i responsabili della non esistenza di una lega

  19. Buongiorno Paolo, sei a conoscenza di commenti o prese di posizione (più o meno ufficiali) dalle altre nove società sulla questione?

  20. Reggio, a mio parere, non ha nessuna ragione, dato che maggiore visibilità al campionato di Eccellenza non può che portare vantaggi a tutto l’alto livello, sia mai che si esce dalla cerchia di “super-aficionados del rugby sport superiore a tutti bellissimo fantastico siamo 4 gatti ma ci piace così sia mai che più gente ci fa perdere la verginità abbasso il calcio”. Ciò detto e premesso, il problema è un altro: se la presa di posizione è ottusa e campanilistica (la “TV” ci toglie spettatori…dai, su) io mi aspetto che una federazione, che non deve essere solo autoritaria, ma soprattutto autorevole, consulti tutte le parti, metta le cose nero su bianco, comunichi al mondo i propri processi decisionali e non decidere e basta. Piace la federazione autoritaria? Non fa altro che continuare a creare campanilismi idioti, ed è un circolo vizioso.

  21. Un esempio perfetto di come NON gestire qualcosa , ed il maggiore responsabile è la FIR , perché è l’unico soggetto che detiene i diritti TV dopo averli presi alla LIRE .

    Il problema è che TRC è stato considerato dalla FIR come il tappabuchi , prima hanno cercato di prendere qualcosa dalle TV , (vedi Raisport) poi di mettere qualche accolito o “amico di” a gestire la cosa ed alla fine , dopo aver probabilmente cercato di farsi pagare da TRC , hanno fatto un accordo che probabilmente non è nemmeno scritto .

    D’altra parte la stagione scorsa alla prima partita stavano aspettando a mezzogiorno l’OK di Gavazzi per poter iniziare …

    TRC non è stata autorizzata nemmeno a mettere un banner o ricavare qualcosa – le trasmissioni sono “nude”

    Non credo che sia cambiato qualcosa , di sicuro la FIR non vuole assolutamente che TRC od i Club ricavino qualcosa .

  22. Certo che l’ideologia é una gran brutta bestia. Basta che qualcuno dica ” la Fir non vuole la Lega” e tutto passa in cavalleria.
    Ma andate a leggervi ( é roba di poco tempo fa) chi ha affossato i ,pur timidi, tentativi di dar forma ad un organismo di coordinamento delle società di Eccellenza

  23. A questo punto Reggio in seria A….ah no, retrocessioni bloccate (sarà un caso?).

    Ad ogni modo nel minigalles italico non sono riusciti a fare i Dogi, figuriamoci in tutto lo stivale una lega.

  24. Comunicato FIR a proposito della questione
    “In relazione alla messa in onda del Campionato Italiano di Eccellenza sulla piattaforma The Rugby Channel ed alle problematiche emerse nelle ultime 48 ore la Federazione Italiana Rugby precisa che la prosecuzione dell’accordo con The Rugby Channel era stata paventata alle Società in occasione dell’ultima riunione tra i vertici federali e quelli dei Club del massimo campionato.

    L’accordo con The Rugby Channel, i cui costi sono sostenuti da FIR, è volto a garantire non solo una valida esposizione mediatica del campionato, ma anche un servizio per le Società, che possono usufruire in tempi rapidi della totalità degli incontri.

    E’ opinione di FIR che la messa in onda integrale del massimo campionato comporti un valore aggiunto per tutte le Società – anche alla luce degli ottimi dati d’ascolto ottenuti da The Rugby Channel nella passata stagione – ma è altresì vero che in assenza di una Lega incaricata dello sviluppo commerciale del torneo l’impegno federale è oggi circoscritto all’organizzazione ed al coordinamento generale.

    FIR auspica che la Società Conad Rugby Reggio, nell’interesse comune e pur avendo piena facoltà di attuare le scelte che ritiene più consone alle proprie necessità, riveda le proprie posizioni in vista del turno inaugurale del Campionato d’Eccellenza.

    Una riunione tra la FIR ed i Club di Eccellenza verrà organizzata quanto prima al fine di avviare discussioni volte allo sviluppo sinergico del potenziale del Campionato Italiano d’Eccellenza e di rendere i servizi offerti da FIR – unica titolata ad intreagire con i propri affiliati – sempre più aderenti alle necessità delle Società. “

  25. Se l’Eccellenza è un campionato amatoriale, manderei la Finanzia a verificare le posizioni di tutti gli amatori di nome e professionisti di fatto che ci giocano.

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