Tra campo e soldi: Zambelli medita l’addio e – senza volerlo – ci dice che il nostro rugby non è sexy

Dal profilo twitter della Rugby Rovigo

Il presidente del Rovigo ha ribadito in una intervista che probabilmente a fine stagione lascerà. E i motivi addotti devono far pensare, perché in realtà riguardano un panorama che abbraccia uno spazio molto più ampio del solo Polesine

Un paio di giorni fa il presidente del Rovigo Francesco Zambelli ha rilasciato al Gazzettino una intervista in cui diceva “C’è da decidere quale sarà il futuro della Rugby Rovigo nel nostro piccolo Polesine, perché qui siamo relegati. Sto riflettendo molto (…) ll mio ruolo non mi sta più bene, c’è qualcosa che non quadra più. Non ho rimpianti, anche se gli scudetti potevano essere due o tre. Ora, però, ci sono tante cose che vanno valutate. Con un po’ di buona volontà credo si possa ancora puntare a un buon futuro rugbistico per il Polesine, ma non penso sarà un futuro con me. Far parte di un rugby di basso livello non mi piace“. Poi una battuta su un comitato a cui i presidenti dei club vorrebbero dar vita per dialogare con la FIR in maniera unitaria, una sorta di Lega in versione parecchio ridotta, minimale a essere buoni. Una idea che non piace a Zambelli: “Avrà l’ardire di proporre e chiedere cose che la Fir non potrà o non vorrà fare. Tutto si risolverà in un attivismo di facciata, è un organismo che non fa parte della Federazione. Forse qualcosa in futuro si potrà ottenere. Ma ormai la cosa non mi riguarda”.

L’intervista non ha avuto una grande eco, a mio personalissimo parere per due motivi: non è la prima volta che Zambelli parla di lasciare il suo attuale ruolo e poi perché è stata pubblicata il primo di aprile, giorno dei “pesci”. Probabilmente qualcuno si è pure chiesto se fosse vera o finta (tranquilli, ho verificato: è vera, non era un pesce).
Le parole del presidente dei Bersaglieri però dovrebbero stimolare una qualche riflessione e non tanto sul fatto se e come Zambelli sarà ancora il più alto dirigente dei rossoblu. Quello, può sembrare un paradosso, è secondario. Perché a me la figura di Zambelli sembra paradigmatica del momento (sì, vabbé, un luuuuuungo momento) di difficoltà del nostro rugby: un imprenditore che in questi anni ha versato nella palla ovale una quantità non indifferente di risorse finanziarie e che ora vuole togliersi dal giro che conta. O che dovrebbe contare. Magari mi sbaglio, ma probabilmente Zambelli è l’uomo che più ha investito nel rugby italiano dopo Luciano Benetton in queste ultime stagioni, e il nostro rugby lo sta per perdere.

Intendiamoci, a me qui non interessa Francesco Zambelli in sé, ma la figura che rappresenta. Il presidente del Rovigo probabilmente lascerà – lo dice da almeno un anno – perché “far parte di un rugby di basso livello non mi piace”. Parole che sono il proverbiale dito nella piaga: a parlare infatti è il presidente della società campione d’Italia, una delle più prestigiose per storia e tradizione del nostro rugby. Rovigo oggi è la terza/quarta squadra del nostro movimento, nazionale esclusa. L’uomo che ha messo tempo e denaro negli ultimi anni ora vuole farsi da parte perché non ci sono prospettive di crescita, sportiva ed economica. Ed è davvero difficile dargli torto.
Zambelli parla di un problema che tutto sommato è privato, personale, ma facendolo in realtà scatta una fotografia delle tare della nostra Ovalia. Una fotografia davanti alla quale ci si chiede: “perché un qualsiasi imprenditore, o un’azienda, dovrebbero destinare le proprie risorse al rugby?”. Quali sono oggi, concretamente, i più e i meno in una ipotetica lista?
Le Zebre in un lustro non sono riuscite a trovare sponsor in grado di garantir loro l’autonomia finanziaria. Ma che dico, la sopravvivenza. A Parma, una delle città con il tenore di vita più elevato d’Italia. Le nostre squadre perdono troppo, quasi sempre, la copertura mediatica è quella che è e normalmente se sugli spalti ci sono duemila persone (cifra che per il nostro massimo campionato nazionale va dimezzata) dobbiamo essere contenti. Molto contenti.

Per come sono messe le cose e per le attuali prospettive a media scadenza Zambelli a Rovigo non può ottenere molto di più di quello che ha oggi. Dice: sì, ma lo sapeva anche prima. Vero, però forse sperava in un miglioramento. Da anni si dice che l’Eccellenza langue, ma finora di proposte concrete per farla davvero salire di livello non ne ho viste. Da parte di nessuno. E allora uno si fa i conti in tasca e scopre che no, probabilmente il gioco non vale la candela, nonostante la passione.
Il rugby italiano deve darsi una prospettiva di crescita, a tutti i livelli: cosa vogliamo essere tra 5 anni? E tra 10? E poi verificare quegli obiettivi con step intermedi. L’alto livello deve iniziare a produrre risultati, leggi vittorie, perché quelle portano interesse mediatico, nuovi sponsor e gente sulle tribune. E bisogna far sì che non si proceda per compartimenti stagni, che ci sia una qualche mobilità o prospettiva di crescita per chiunque. Perché altrimenti oggi succede che Zambelli se ne va e non è affatto detto che se ne trovi un altro che investa le stesse cifre.

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68 pensieri su “Tra campo e soldi: Zambelli medita l’addio e – senza volerlo – ci dice che il nostro rugby non è sexy”

  1. Premessa: il mio non e’ un discorso sul fatto che le possibili ed inutibili scelte sul campionato italiano siano giuste o sbagliate, non sono uno che vive il dogma CL senza se e senza ma, o campionato itlaiano da rilanciare senza se e senza ma, io sono per una posizione pragmatica: si decida quale modello perseguire e lo si sposi in toto senza cercare di tenere i piedi in due staffe come fatto e che non funziona.

    Le parole di Zambelli sono quelle solite per lui, non dice cose nuove dal suo punto di vista, credo che sia stato sempre chiaro: o si rilancia o se ne va, e se l’ottica e’ il definitvo downgrade del domestic come sembra sia il percorso allora lui non ci sta…d’altra parte non glielo ordinerebbe il dottore di spendere 500k-1mil o quello che e’ all’anno.
    Per qualcuno gente come Zambelli son degli smandrappati, reazionari che son stati la rovina del rugby, io penso che per chi ci ha provato mettnedo nel rugby soldi propri, bisognerebbe solo avere rispetto e sarebbe da rignraziare epr averci provato, perche’ senza quei 4 smandrappati non ci sarebbe neanche qullo che c’e’ stato e c’e’!
    Un punto tornando all’inizio: posto che per me se si sceglie un modello per il rugby lo si deve sposare al 100%, non si puo’ pensare che con un downgrade in chiave Nazionale-CL non si perderanno quei 4 “mona” che in questi anni ci hanno investito nel giocattolo.

    1. Stefo, siccome, pur senza nominarmi, mi hai tirato in causa, ti devo un risposta, Zambelli sicuramente non è uno smandrappato, tipo quelli che hanno “acquistato” le Zebre o altri presidenti i cui club tirano avanti a suon di oboli federali, perchè è uno che i soldi ce li ha sempre messi e, come ha scritto qualcuno, metterli nel Rugby italiano equivale versarli a fondo perduto; in quanto al motivo per il quale manifesta l’ intenzione di abbandoare, stai facendo una semplice speculazione, in quanto Zambelli non spiega se vuole lasciare in quanto ottuso reazionario deluso dalla strada, scelta dalla FIR, di puntare sulla CL, declassando il domestic, o in quanto progressista illuminato, deluso dalla sfumata possibilità di superare l’ anomalia Benetton, per dare vita ad una franchigia vera, l’ unica cosa certa è che è deluso dal fatto di non poter partecipare ad un livello superiore.

      1. Hro io ho una memoria, e la uso, se Zambelli 6 mesi fa diceva che se non avesse visto alcuni cambiamenti se ne sarebbe andato e doggi lo ripete penso ci sia una relazione. A lui non interessa spendere in un domestic cosi, i Dogi non si fanno…se ne va

      2. E forse non ricordi neanche perche’ non partecipo’ alla riunione per la nuova lega…io si me lo ricordo.

  2. Stefo, io invece non capisco cosa voglia dire Zambelli ?
    Non è assolutamente dato sapere come pensi di superare questo impasse di far parte di un rugby che non conta.
    Se pensa che il Campionato d’Eccellenza non sia sufficientemente attraente e competitivo rispetto al TOP14 o all’AVIVA dice una cosa che sappiamo tutti (da anni annorum) così come sappiamo che gli investimenti nel rugby nostrano altro non sono se non dazioni di danaro che non assicurano veri rientri, neppure pubblicitari: fondi a perdere.

    Se invece pensa che Rovigo, come è suo diritto, per esser rappresentato nel rugby che veramente conta debba entrare nell’orbita delle Franchigie ha solo che ragione.
    E qui si riapre il discorso Dogi.
    Inutile continuare a fingere di non sapere che un Rodigino o un Patavino mal digerisce d’esser rappresentato dal trevigiano Benetton perché sarebbe come disconoscere la storia del rugby italiano.
    Quando si riuscirà a creare una VERA FRANCHIGIA che rappresenta TUTTA una (macro)REGIONE, beh, solo allora, (forse) i Magnate come Zambelli si sentiranno almeno ripagati moralmente degli sforzi fatti.

    Alternativa: la rivoluzione copernicana con un ricco campionato ristretto e senza Franchigie.

    1. Mamo secondo me Zambelli invece e’ abbastanza chiaro se si mettono insieme le parole dette negli anni…io penso a Zambelli interesserebbe piu’ un rilancio del campionato italiano e che si investa su quello, visto che invece si va verso un all in celtico con downgrade del domestic (cosa giusta se si decide che la CL e’ la via) allora non ha interesse a mettere i soldi in questo..e credo che visto che i soldi son suoi sia suo legittimo diritto dire che in un campionato di cui alla Fir interessa poco o un cazzo lui i suoi soldi non ce li voglia mettere.

      Sulla questioen franchigia…mah ipotrei rifgirarla che io non ho visto sto gran lavoro da parte di Benetton Rugby nel cercare di divenire franchigia del veneto invece che restare ancorata ad essere Benetton Treviso, che in anni che vengo giu’ non ho mai visto una politica di amrleting ad allargarsi sul territorio e tante altre cose…ma andrei ad uratrae gli animi della tocida temo.

      1. OK Stefo, ma il fatto che a catalizzare l’attenzione mediatica sia il Pro12 rispetto all’Eccellenza è ineludibile.
        Quanto al fatto che Treviso non si sia stracciata le vesti per coinvolgere le altre realtà del vasto territorio è pacifico al punto che quella che tu chiami simpaticamente “Torcida” (almeno per quanto concerne quegli accoliti al suo interno che conosco) ne è perfettamente cosciente e pure critica; veniamo tutti, salvo qualcuno, da altre provincie o, comunque, altre realtà rugbystiche.

      2. Mamo un attimo ripredo la premessa del primo psot: non sto a discutere la scelta CL/Campionato italiano, dico solo che nell’ottica di Zambelli fatta la scelta celtica ora con la corretta conseguenza di un downgrade sotto per lui non ha piu’ senso spendere…la sua visione era un’altra, ed allora se ne tira fuori…spendere in una cosa destinata ad eseere declassata non ha senso per lui e non credo sia criticabile come posizione.

      3. Guarda che io non lo critico, ci mancherebbe. Ce ne fossero di imprenditori come lui che, per pura passione, buttano in un club di rugby soldoni invece che prendersi la terza Ferrari !
        Appunto per questo mi chiedo come lui immagini di superare l’impasse perché sarebbe un vero danno che si ritirasse (lui e gente come lui – se mai ce ne fossero -)

      4. La cosa strana e’ che appaiono molto demotivati sia quelli (quello…) che hanno investito e investono nell’Eccellenza, sia quelli (quello…) che hanno investito sulla Pro12…

      5. A me sembra che il clima sia pessimo da qualunque parte lo guardi … E’ per questo che non ho fiducia in un miglioramento prossimo venturo … Però per carità non ho la sfera di cristallo e non sono … Graham Henry … 🙂

      6. @Mamo
        Evidentemente Zambelli ha deciso di superare l’impasse smettendo di investire.

      7. @Mamo
        purtroppo mi sembra che nemmeno il Pro12 riesca a catalizzare l’attenzione mediatica.

      8. Bravo Nuvole, hai centrato il tema, nè le franchigie nè il campionato di Eccellenza raccoglie interesse e seguito mediatico al di là del ristretto ambito locale, e talvolta neanche quello. E’ questo il fallimento del paradigma Nazionale-Franchigie-Eccellenza. Si è rinunciato all’allora Top Ten per le stesse motivazioni e a distanza di 7 anni, ci ritroviamo al punto di partenza … Per questo è un fallimento, a prescindere da quello che dice COS … Il problema è garantire ai club (a tutti i livelli, dall’Eccellenza alla Serie C) possibilità di crescere e acquisire una dimensione maggiore, non dare alla FIR la facoltà di sostituirsi e gestire in proprio l’attività di club e franchigie … A proposito, salutatemi Graham Henry !!!

  3. Dichiarazioni di Zambelli che arrivano a pochi giorni di distanza dall’annuncio del rinnovato impegno comune Benetton-FIR che ha affossato definitivamente il discorso Dogi, forse l’unica residua prospettiva che aveva finora frenato il presidente di Rovigo da quei propositi di abbandono già manifestati un anno fa. Con la sua rinuncia, finisce l’impegno dell’ultimo grande investitore del domestico, ad eccezione di Gavazzi a Calvisano: Benetton ha portato e mantenuto il suo giocattolo tra i pro, Melegari è stato messo in condizioni di mollare anni fa ed altri disposti ad investire seriamente nel rugby all’orizzonte non se ne vedono. La FIR ha puntato forte sul Pro12, ma l’esperienza-Zebre è un monito: attenzione, perché potrebbe venir giù tutto, senza una base adeguata. È sostenibile a lungo andare un rugby in cui ci siano due Pro, di cui una che genera debiti e l’altra che campa solo per la passione dell’unico grosso investitore ancora disposto a spenderci, con sotto la distanza siderale di tante realtà piccole e piccolissime che si reggono sul volontariato e che possono sparire da un momento all’altro? I precedenti di Prato, L’Aquila e Parma hanno insegnato qualcosa o si fa come gli struzzi? Ed il ricambio di giocatori alle Pro chi lo fornirà? Basteranno due Academy e un po’ di centri federali?

  4. Zambelli potrebbe avere ragione, ma le lamentale stanno a zero, se lui insieme ad altri han voglia di avere a che fare col rugby che conta, c’è una franchigia in vendita…i loro club li lasciano come dei vivai ed il meglio lo concentrano nella franchigia, insieme ai fondi federali..occhio però che per giocare nel rugby che conta servono tante competenze ed uomini nel posto giusto, tanti uomini..

    1. A Parma non ci si avvicina più nessuno, manco con la canna da pesca. Spostarla a Rovigo è impensabile, avendo la franchigia concorrente a 50 km. di distanza. La sua speranza era riposta nei Dogi.

      1. in galles e in scozia le franchigie non sono a migliaia di km ma a poche decine l’una dall’altra.

      2. Giovanni, fermo restando che penso di capire che tu non ne faccia una ragione geografica ma di diffusione, chiedo: quanto dista Swansea da Llanelli e Newport da Cardiff e Cardiff da Swansea.
        Il rugby sta dove può stare e si gioca dove c’è un pubblico ma anche risorse economiche per alimentarlo. Da noi che è uno sport da “poareti” dovresti tenerlo un po’ più a mente.

      3. A parte che in alcuni stadi gallesi si stanno vedendo dei “forni” impressionanti, ma poi stiamo parlando di Paesi con tradizione ed interesse per il rugby che noi non abbiamo. Secondo voi basterebbe la sola Rovigo-citta’ a fare cassa e far accorrere sponsor e televisioni? Se Gavazzi spera di spostarla a Milano o Roma e non nella sua Calvisano, che pure ha pubblico e stadio, un motivo ci sarà…

      4. @Fiumi
        quanto grande e’ il Galles rispetto all’Italia?
        Ti credo che le sedi delle franchigie sono vicine!!!

  5. Preso atto che l Italia (Fir/Alienator Nazionale/etc) vuole puntare Sulla CL, per me l altro posto italiano doveva andare a Rovigo (e per inciso senza chiamarsi Zebre ma Rovigo)… Abbiamo un secondo posto in Italia in cui ci sono un po di soldi veri e di pubblico per il rugby e ce li lasciamo scappare…
    E poco importa che Le due squadre siano a un tiro di schippo… As esempio in Francia il fatto Che per anni la maggior parte Del rugby fosse racchiuso in poche zone non ha frenato la crescita sul resto del paese: copiare dagli altri non e’ reato, anzi!

  6. A leggere il Gazzettino stamattina, sembrerebbe che Zambelli avesse messo un bel pò di soldi nel piatto per entrare nei Dogi ma, dato che Petrarca si astiene, Mogliano non ha i soldi e San Donà si oppone, Treviso ha preferito continuare da solo. Conoscendo l’orgoglio del personaggio, questo non può non averlo condizionato nel senso di dare una “stretta” alla situazione. In realtà Treviso lascia una porta (spiraglio ?) aperto per il 2020, ma vorrebbe che tutte le società venete unite e compatte contribuissero in ugual misura in una ipotetica franchigia “veneta” …
    Certo che se Zambelli si ritira, questo non può che essere un colpo definitivo e alle ambizioni del Rovigo in chiave campionato e al campionato stesso in chiave visibilità, seguito e livello tecnico …
    Aspettiamoci un decennio di dominio unico Calvisano ed un rugby nazionale che, dopo essere stato “provinciale” diventa “comunale” …
    Ma forse è un bene così, bisogna assaggiarla tutta fino in fondo questa “amara” medicina, prima di rendersi conto che la strada intrapresa è quella sbagliata …

      1. Non sono Graham Henry però esprimo comunque il mio parere … Per me la direzione presa dal rugby italiano è sbagliata … Sacrificare il domestic in nome della triade Nazionale-2 franchigie CL è un’enorme cazzata … Tagliare fuori il domestic senza creare una base adeguata di sviluppo del settore giovanile parimenti è una doppia cazzata … Per quello dico che bisogna arrivare a toccare il fondo per cominciare a risalire …

      2. la medicina potrebbe essere giusta, non è detto che il paziente sopravviva però.

        Direi che con “l’ha detto COS e il tu chi sei per contraddirlo” non si argomenta molto in un blog…

      3. Ah beh perché c’è anche bisogno di spiegarlo? se un professionista serio come O’Shea (il cv da giocatore e coach guardalo in rete) dice che è indispensabile proseguire su quella via, e io gli credo ciecamente, perché invece si dovrebbe dar retta ad un anonimo utente su un blog??? Su quale basi concrete potete affermare quel che scrivete?

      4. “chi sei tu per dirlo ?” e “chi sei graham henry???” non ha lo stesso significato?

        premesso che anch’io credo che il modello supportato da COS possa essere la strada da percorrere, non sono sicuro che, in base alla nostre caratteristiche (diffusione del nostro sport e storia) questa strada funzionerà.

        Se tu sei sicuro di questo, sono contento per te, ma non credo serva essere Graham Henry per dirlo, altrimenti tutti zitti e chiudiamo i blog.

      5. No vedi che cambi le carte in tavola? Ho detto che credo ciecamente a quello che dice COS, ho aggiunto che rispetto le sue opinioni anche per il suo vissuto, da giocatore e da allenatore..
        “Chi sei graham henry” altro non è che una battuta..
        anche se magari Stefo avrà da ridire giuro che è così!

      6. Posso essere anche d’accordo con COS & Co, pero’ bisogna trovare un modo per rendere attraenti per gli sponsor anche le societa’ di Eccellenza, altrimenti, se pensiamo che basti l’Accademia per formare i giocatori senza avere niente di organizzato al di fuori della FIR e delle franchigie, siamo fritti..

        Al momento se io avessi quattro soldi da investire in sponsorizzazione non credo proprio che come prima opzione mi verrebbe in mente l’Eccellenza.
        Ne’ oggi, ne’, tantomeno, domani.

  7. Aggiungo una riflessione: che razza di appeal commerciale può avere in Italia il rugby se non vengono neppure trasmesse tutte le partite delle nostre 2 Franchigie ?
    Saremo anche i quattro gatti a guardarle ma se non puoi garantire commercialmente la visibilità neppure a favore di quei quattro gatti, chi vuoi che investa danari ?
    Qui f.i.r. deve metterci mano, o meglio deve mettere mano al portafoglio …. che temo sia gonfio non di banconote ma di avvisi di raccomandate in giacenza, santini, fotografie e minicalendari con il decimetro 😉

  8. Solito discorso di ego.
    Meglio un bel campionato con 12 stranieri nei 15 e la coppa Europa con Francia A, Georgia e Romania.
    Pubblico medio 1.326 persone ed i rimpianti sulla Golden Age.
    Fantarugby :
    1) umiltà
    2) diventare la Calvisano del NE coi migliori frutti dell’accademia
    3) downgrade coi soldi fir ( i classici 2/300.000 euro ) più il costo di una BMW.
    4) portare i propri sponsor a TV e avere delle quote.
    5) 3 (tre…… non 12) stranieri buoni buoni buoni
    6) 4 partite di CL a Rovigo
    7 8 9 10 ) UMILTÀ

    1. Ciao Maxwell !!!
      Se la panacea di tutti i mali del nostro rugby fosse l’umiltà forse sarebbe bene che si facesse un bagnetto (nel tino dell’umiltà) proprio chi ha fatto grande il Calvisano che è lo stesso che oggi dice che se le avesse prese in mano lui, le Zebre sarebbero vincenti.

      1. Ma se dico che tua sorella è vestita male perché mi rispondi che la mia è zoccola ?
        ☺😊😀😁😂😃😄😅😆😇😈😉😯😐😑😕☺😊😀😁😂😃😄😅😆😇😈😉😯😐

      2. Mamo e non ha tutti i torti..
        come gestire un club lo sa bene eccome!
        magari non vincenti, ma molto meglio di ora sicuramente..
        non ci vuole poi molto mi dirai..vero..
        ma i risultati del Calvisano negli ultimi 10 anni e oltre parlano chiaro..
        su zambelli solita lagna, avrebbe fatto carte false per vincere altri 2 o 3 scudetti di basso livello!
        ancora si sognano i Dogi 😂😂😂

  9. Stefo, Mamo e Giovanni avete inquadrato perfettamente il problema e avete detto tutti cose vere. Sarebbe da fare una tavola rotonda…o meglio, sarebbe la scusa per un pranzo luculliano con ampie libagioni. Da parte mia… noto che continuiamo a scontare un equivoco sorto al momento dell’adesione alla Celtic League. Negli altri Paesi del 6N si è fatta la scelta fra club o franchigie regionali, mentre noi abbiamo cercato di salvare capra e cavoli – senza avere denari e giocatori per fare fronte alla nuova sfida. Già prima dell’avvento della CL e dopo il tramonto del Milan (o Bilan?) solo il Treviso riusciva ad essere competitivo in Heineken Cup (e per competitivo si intende vincere 1 o 2 partite nel girone), tutte le altre rappresentanti hanno vinto in totale una manciata di partite. Quando negli altri Paesi hanno fatto un passo avanti ulteriore (non indolore: con polemiche, rinunce e fallimenti…eppure si è riusciti a mettere insieme Swansea e Neath, per fare un esempio, mentre la terza franchigia scozzese è stata presto soppressa, benché radicata in una zona storicamente fertile per il rugby) in Italia non ci siamo spostati dal “doppio binario” di franchigie e club, ciascuna operante in sfere diverse ma come se ci fosse spazio per tutti. In realtà, se non hai un certo numero di giocatori di qualità (qui si aprirebbe la finestra di come non si è riusciti a produrne a sufficienza…ma è un altro discorso, per quanto poi incida inevitabilmente nella discussione) e un bel numero di ricconi che vogliono fare del rugby il loro giocattolo, arriviamo a questo punto. Ora, sono lontano da Rovigo e quindi la mia nota può essere sciocca: ma che si aspettava di diverso il presidente Zambelli? Che di rugby, e in particolare di Eccellenza, cominciassero a parlare giornali e televisioni non locali? Oppure che l’Eccellenza diventasse…che cosa non ho idea, dal momento che i budget sono quelli che sono (e detto con il massimo rispetto ed ammirazione per Zambelli che ha tirato fuori di suo, e tanto). Oppure venisse creata una terza franchigia CL? Certo, e su questo sono d’accordissimo, la piazza di Rovigo è e rimane una risorsa fondamentale per il nostro rugby; uno dei pochi posti dove potrebbero fare giocare delle squadre ed avere sempre una cornice di pubblico più che dignitosa (en passant, ieri per Ospreys v. SF c’era uno stadio pateticamente deserto). Però, alla fine, rimane l’equivoco: franchigie celtiche o club? E se si scelgono i club, che campionato si pensa di organizzare? Sinceramente, credo che un nostro campionato somiglierebbe di più ai tornei romeni e georgiani, piuttosto che al Top14.

  10. Parole che creano muri e polemiche: Zambelli, un presidente divisivo di lotta e di governo
    🙂 🙂
    piú passano i giorni piú mi fa ridere. Grazie!

    1. l’ultimo dei moicani povero rugby.
      x il sig. PIACENZA rispetto x l’unica persona che mette i suoi piccioli nel rugby italiano.
      gli altri mettono farfalle e calabroni.
      forza petrarca sempre

      1. Conosco molto bene i tuoi amici del Valsu. Lí di moicani ce ne sono parecchi. E sanno lavorare molto molto bene. La nuova generazione avanza. Incomincia a stringere le chiappe 6N 🙂

  11. Gli altri che non ho menzionato non li avevo ancora letti…altre cose sensate. Se il termine franchigia (pessima traduzione di franchise) ha un senso, la licenza comporta l’esclusiva per una zona territoriale. In altri tempi, in Veneto ce ne sarebbero state quattro di franchigie; con i portafogli attuali… Certo, in Francia fra le 30 squadre professionistiche solo 4 non sono tra il golfo di Biscaglia e le Alpi… ma quei budget? E troviamo finanziamenti da enti territoriali per circa 1 milione di euro? Ci vuole la tradizione; ma soprattutto il denaro.

  12. Massimo rispetto per Zambelli che i soldi li ha tirati fuori di tasca propria ed anche molti.
    Ma lo ha fatto mica per la Patria !
    Da tifoso, ha giustamente lavorato per la sua squadra.
    Squadra che è vissuta da prima di lui e che vivrà anche senza di lui. ( almeno spero ).
    Ho sempre ritenuto il discorso Dogi una bella bufala, impossibile da realizzarsi.
    E ritengo anch’io che non ci sia niente di male se Zambelli & soci si “prendessero” una franchigia nel Pro12.
    I 50 km from TV non c’entrano una mazza e se lo Stivale intero non sa proporre altro…
    A Rovigo ci sono tutte le condizioni ideali per farlo.
    E, a ben guardare, girala come vuoi, è l’unica realtà italiana con concreti argomenti.
    Personalmente, poi, la coscia mi intrigherebbe assai e non credo che sarei l’unico, anzi !
    E sono convinto che, in ottica pubblicitaria-audience-sponsor-etc., sarebbe un bel volano.

    1. vero pres, mi pare la solita lagna..
      comunque se vuole l’alto livello perché non si espone e fa un’offerta concreta per rilevare le zebre???

      1. perchè il resto dell’italia rugbistica dove si trova, Mamo? 🙂
        Se fosse coerente, Zambelli si dovrebbe mettere sulle spalle le Zebre così potrebbe essere parte di un rugby di alto livello, ( a meno che non l’abbia fatto e gli sia stato negato: questa si che sarebbe una colpa)

      2. Beh, Gino, mi sembra che la delocalizzazione delle due Franchigie sia un aspetto non del tutto secondario che, in teoria, dovrebbe assicurare l’accessibilità allo Stadio in almeno due zone distinte dello stivale. In teoria perché in pratica siamo in quattro gatti sia al Monigo che al Lanfranchi.

    2. Forse da solo non ha la forza economica per portarla a Rovigo. Secondo te a Calvisano non la vorrebbero? Ed hanno sia lo stadio già pronto che l’ampio bacino d’utenza.

      1. Certo, Imperatore,
        e ad essere obbiettivi, Rovigo e Pelatimanonmalato, sono le uniche sedi con un minimo di ragioni logiche, concrete e reali.

  13. Ed aggiungo una boutade :
    perchè, alla luce del “momentaneo” rinnovo trevigiano, perchè Marzio Autobianchi non si attiva per lavorare su di una franchigia in quel di Rovigo ?
    Con Rovigo, si uniscono le forze del Petrarca e delle altre venete disposte a creare, nel frattempo, una squadra Dogi, prodroma e foriera di una futura aggregazione Benettoniana.
    Tra l’altro, metteresti Treviso spalle al muro…( ed anche il Petrarca e le altre 😀 )

    1. Te lo dico io perché pres, non si mette più di un gallo nel pollaio!
      a proposito pure oggi ti ha svegliato prima dell’alba??? 😜😂

    2. i Dogi hanno un significato ed un immaginario, creare i Dogi con Rovigo e Padova e le altre venete, con Benetton in competizione, rompe quell’immaginario.

      Come veicoli l’immagine di quella franchigia, se parte zoppa, e prevedi di cambiarla anche nel breve termine?

      Investire e spendere soldi per mettere spalle al muro gli altri non mi sembra una strategia lungimirante.

  14. Zambelli espone il suo punto di vista in maniera chiara. Si può essere d’accordo o meno, sta di fatto che se arrivasse una proposta seria di downgrade dell’Eccellenza, poco senso avrebbe investire un sacco di soldi. Se si adottasse un sistema tipo All-Ireland League sarebbe una chiarificazione: niente stranieri e un limite bassissimo di giocatori pro per squadra. Il rugby italiano non può sostenere Pro12 e un’Eccellenza come quella attuale. Il risultato è anche visibile nelle prestazioni in Coppa del Nonno, cui le nostre partecipano per prendersi il malloppo e “far fare esperienza” (vincere no, che importa?).

  15. No dogi no party.
    Una Treviso vincente avrebbe più curiosi allo stadio ma i curiosi non si abbonano né spendono quanto i tifosi. Il pubblico di Treviso è quel migliaio che vediamo in questi mesi di miseria. Paragonabile alle poche cariatidi della guizza e inferiore ai rossoblu, anche quelli inspiegabilmente in rotta con la società.
    La celtic andava affrontata da franchigie fin dall’inizio e quello pareva essere a parole anche l’intento di Treviso quando ebbe la licenza inizialmente assegnata ai pretoriani.
    Ora come ora abbiamo un non campionato sedicente d’eccellenza e due celtiche che bevono tra il 20 e il 30% del budget federale nel disinteresse generale.
    Il subcomandante Conor chiede pieni poteri ma nulla è dato sapere se non che venter consiglierà (anche o solo?) il Saf.
    Zebras in CP a parole.
    Chi ci capisce è bravo.

    1. Presidente, concordo con lo spirito dell’intervento, ma sui Dogi resta il problema di mettere d’accordo le parti sulle “responsabilità” economiche. Innocenti ha un bel dire che è un progetto, ma un progetto si butta giù e si realizza: se è un progetto in se, allora non è un obiettivo, bensì utopia.

      1. Beato Te che concordi con parole sconclusionate scritte nervosamente sul telefonino aspettando il mio turno ad un maledettissimo ufficio pubblico. Non so neanch’io cosa ho scritto.
        Si è rotto le OO Zambelli, ma francamente me le sto rompendo anch’io.
        Treviso che “le tocca” partecipare alla celtic in virtù di non so quale prelazione / opzione, adesso “le tocca” di nuovo organizzare un circo da 4, 5 milioni di euro FIR a fondo perduto per partecipare ad un campionato europeo ed alla champions anziché ciucciarsi i suoi 400.000 per poter affrontare Piacenza Lazio San Donà in campionato ed in coppa Meckelen e Lokomotiv Mosca.
        Da tifoso / presidente di altra squadra veneta sarei legittimato a provare quanto meno invidia.
        La FIR in questo momento mi ricorda un giocatore d’azzardo che sta giocando tutte le fiches rimaste su pochi numeri.
        Come dice l’irlandese mestrìn manca qualsiasi progettualità e, a monte, qualsiasi analisi benefici costi.
        Allo stato sarebbe preferibile, per equità verso il movimento, che le due franchige fossero federali e, per questioni di costi, che ce ne fosse una sola.
        Troppi troppi soldi per un alto livello che ad oggi non ha portato questi benefici alla nazionale e troppi troppi soldi per accademie che stanno impoverendo i club.
        Ad oggi sappiamo che l’ultimo CF ha deliberato di confermare il vecchio sistema di contributi mentre non è dato sapere (se non al Presidente Emerito GB) che cosa si siano detti COS e AG la settimana scorsa…

      2. Zambelli ha tutte le ragioni del mondo, e anche se non le avesse, la grana è sua ci fa quello che vuole, presumo. Continuare a gettarne per giocare in Eccellenza, che fa ridere solo a ripeterne il nome, credo sia frustrante. I Dogi, appunto, una pura utopia, per i motivi addetti tante volte. Profonda riconoscenza, comunque, restare lì a versare sangue in quel contesto, denota affezione e convinzione, mal ripagate.

  16. Il downgrade al campionato di eccellenza , e non lo dico con soddisfazione , c’è già stato e ad opera di tifosi , sponsor , e pure risultati nelle coppe. Se non vuole mettere i soldi è più che legittimato a farlo. La coperta è corta quindi faccia un po’ come gli pare …
    Se è geloso di Treviso si proponga per gestire un’altra franchigia … Zebrata o come la vuole chiamare.

  17. Credo anch’io come molti qui , che abbia abdicato con il rinnovo al Benetton, ma se fosse stato un fine analizzatore avrebbe dovuto saperlo fin da quando Zatta non si presentò a una riunione Dogi a Silea in cui si doveva indicare il candidato alle elezioni, già da allora Treviso si era sganciato elegantemente dalla cordata ( del resto Innocenti con i due compari Padovani si era, girando per l’Italia, autocandidato e quella assemblea era una consacrazione a priori di qualcosa che si era già deciso a Padova,) e credo di non sbagliarmi che nonostante le parole di circostanza a Zatta dei Dogi gli importi come il 3 di picche,poi se saranno costretti ad aggregarsi per motivi politici, beh sarà solo per quello.

  18. beh può chiedere alla FIR 4 mln bonus per diventare competitivo no?…
    Il danno fu fatto con il bando..Furono Decisi Pretoriani e Aironi all’epoca perchè quelli dovevano essere i requisiti strutturali (almeno Aironi), personalmente avrei creato io FIR due franchige a cui aggregare i club su base territoriale(fantarugby)! Poi si poteva trattare…Li chiamavi Benetton Dogi magari ma con fare dittatoriale o Fate i Dogi o fate una certa fine (questa qua…).

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