Giovani da far crescere e un patto di ferro con Conor O’Shea: Sergio Parisse entra in mischia

ph. Fotosportit/FIR

Il capitano azzurro in una intervista chiede pubblicamente carta bianca per il ct, sprona i volti nuovi ad un diverso atteggiamento e si augura che il nostro sistema venga radicalmente cambiato. Ma le parole di Gavazzi su Riccioni indicano il persistere di una mentalità diversa

Con la conclusione del Sei Nazioni l’attenzione di tutti – questo blog compreso – si è focalizzata sui dati, i numeri e le statistiche di un torneo che è tutto tranne che da incorniciare. Grande eco hanno poi avuto le parole di Conor O’Shea: il ct nella conferenza stampa dopo la partita con la Scozia ha avvisato le dirigenze di mezzo movimento, dalla federazione in giù, facendo sapere che bisogna “cambiare molte cose e ci sarà gente che ci resterà male, ma i cambiamenti non possono essere indolore. Ripeto, non si pensi al proprio ego”. Inevitabile, raramente abbiamo fatto da spettatori ad avvertimenti così chiari. Ma d’altronde il momento è quello che è, probabilmente il più difficile per il nostro rugby dal 2000 a oggi.

Le dichiarazioni del ct hanno in parte però oscurato quanto avvenuto sul campo a Murrayfield e negli altri stadi del torneo. Specifichiamo: delle singole partite, del gioco espresso dalla nazionale, ho parlato spesso ma più raramente questo blog e gli altri media hanno affrontato le prestazione dei singoli. A farlo, sempre sabato a Edimburgo dopo la partita con la Scozia, è stato il capitano azzurro Sergio Parisse che, come si dice in questi casi, non l’ha toccata esattamente piano. Ecco le sue parole: “Sono un giocatore che si interroga sempre sulla propria performance, sui propri errori, sugli aspetti del gioco da migliorare. Mi auguro tutti lo facciano, perché uscire dal campo oggi sconfitti per 29-0 è dura. (…) Ora Conor ed il suo staff si incontreranno, faranno le loro valutazioni. Tanti giocatori hanno avuto le loro opportunità, starà ai tecnici capire chi dei giocatori è da nazionale, chi no, a chi dare quelle occasioni che in questo torneo hanno avuto magari altri”.

Parisse, come è giusto che sia, non ha fatto nomi. Non erano né il luogo né il momento. Ed esporre alcuni suoi compagni alla gogna pubblica non è nel suo stile e non sarebbe neppure comportamento da capitano. Però ha sollevato un problema che evidentemente c’è, che è nel gruppo azzurro è sentito e probabilmente pure discusso. Non credo che nessuno dei giocatori scesi in campo si sia risparmiato, proprio nessuno. Certo si può giocare bene oppure male, ma è nell’ordine delle cose: si possono passare momenti psico-fisici diversi che influiscono sulle singole prestazioni. Parisse questo lo sa benissimo e sa che pure lui non è sempre stato all’altezza delle attese. Nessuno può esserlo sempre, nemmeno se ti chiami Richie McCaw.

E allora di cosa parlava il nostro capitano? Interpretazione personale è che si riferisse soprattutto al dietro le quinte, a quello che succede lontano dai riflettori. Quello che un giocatore combina in campo è solo la parte più evidente di un iceberg. Determinante, va da sé, ma il tantissimo che c’è sotto non è da meno. Parlo dell’impegno totale, della disponibilità al sacrificio, della voglia di crescere e apprendere, di un atteggiamento determinato ma umile e rispettoso degli altri. Evidentemente non tutti ne hanno dato dimostrazione. Vedremo quali saranno le scelte di O’Shea per il tour estivo di giugno, quell’O’Shea a cui Capitan Parisse dà tutto il suo appoggio e per cui chiede carta bianca: in una intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera il terza linea dice chiaramente che “siamo arrivati al bivio: andare avanti così, dando un contentino a questo e a quello senza risolvere nulla, oppure cambiare il sistema, mettere le persone giuste al posto giusto e lasciare fare a Conor e al suo staff. Ha chiesto tre anni, il primo è andato. Diamogli carta bianca, e se nel 2019 non sarà successo nulla sarò il primo a dire: scusate, non ho capito niente. E mi farò da parte”.

Un Parisse che plaude al nuovo corso delle Accademie (“Quando un’azienda investe e non ha risultati cambia strategia. Razionalizzare può essere un bene e il sistema, com’era, era anche troppo chiuso. Un ragazzo deve sapere che, se ha voglia di lavorare duro, può arrivare in alto anche partendo da un piccolo club”) e  che non si capacita del gap accumulato dal nostro movimento nei confronti della Scozia in soli due anni: “Con tutto il rispetto, vi sembra possibile che un Paese come il nostro, con le nostre risorse, stia dietro alla Scozia? È chiaro che qualcosa non funziona. Nessuno quando nasce sa fare le cose. Deve provare, sbagliare e imparare. Io ho avuto la fortuna di debuttare in azzurro a 18 anni, ho sbagliato molto ma ho imparato. Abbiamo ragazzi con grandi potenzialità, devono solo essere messi in condizione di lavorare come gli altri, di fare i professionisti”. E sui giovani, che “spariscono” dopo l’esperienza in U20 Parisse è netto: “è sbagliato, chi ha fatto quel percorso deve avere la possibilità di giocare subito ad alto livello, con continuità”.
Parole di buon senso che sottolineano il momento decisivo che sta per affrontare il nostro movimento. Dichiarazioni che cozzano con quanto detto dal presidente Gavazzi solo qualche ora prima, che parlando del giovane talento Marco Riccioni che ha firmato un contratto per la prossima stagione con la Benetton ha detto chiaramente “non sono d’accordo. Compie 20 anni a dicembre, secondo me è giovane, un talento che rischiamo di rovinare. Doveva fare il permit player per una stagione, giocare 6-7 partite in Pro 12 e poi l’anno prossimo andare in una franchigia, e non lo dico perché è del Calvisano. Non abbiamo tanti talenti al suo livello, non possiamo rischiare di bruciarlo”. Parole che indicano una concezione legata a quello che è lo status quo attuale, un percorso ben diverso da quello che indicano O’Shea e Parisse.

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93 pensieri su “Giovani da far crescere e un patto di ferro con Conor O’Shea: Sergio Parisse entra in mischia”

  1. Riusciranno in nostri eroi a far risorgere il rugby italico dalle sabbie mobili che le clientele e i campanili hanno creato negli ultimi dieci (venti) anni?
    Vediamo se questo endorsement contribuirà a dare una scossa allo status quo. Certo che se riusciamo a bruciarci il giocatore più rappresentativo e riconosciuto a livello internazionale, è meglio se cambiamo tutti sport.
    Buona giornata

  2. Cominciando dal fondo: Il presidente Gavazzi, il consiglio federale e tutta la filiera di comando federale, dovrebbero dimettersi.
    Analizzando meramente le performance dell’ultimo quadriennio, tutti i dati sono negativi:da >Nazionele, a giovanile alla gestione del pro12per finire al campionato domestico,oggettivamente non troviamo n dato che possa giustificare il mantenimento dello status quo.
    nuove elezioni con un presidente “buon padre di famiglia” un commander in chief che non necessariamente deve essere Italiano- vedi il canadese al capo della bank of England- e tutti a pedalare nella stessa direzione

      1. non lo proibisce il medico di dimettersi ed indire nuove elezioni, succede tutti i giorni ovunque

      2. Ma i risultati rimangono e sono pietosi su tuttibi fronti.
        Poi siamo il paese delle elezioni anticipate!😎

    1. Questo commento è assolutamente fuori luogo. Come si fa a parlare di dimissione di un Presidente federale e di un Consiglio che è appena stato eletto? Cerchiamo di affrontare i problemi seriamente non con le ripicche personali. Grazie.

      1. e tu chi sei, l’oracolo di Delfi? hai la verità in tasca?
        ma per favore

      2. Avresti ragione se non si fosse presentato per fare l’esatto opposto di quanto oggi è assolutamente necessario fare.
        La democrazia si basa su un concetto semplice, tu mi voti perché ti fidi del fatto che farò ciò che ti ho promesso, quindi, condivisione di un progetto e fiducia che lo realizzerò.
        Se salta questo patto, o perché il progetto si dimostra fallimentare o perché io perdo ogni credibilità, (o entrambe le cose visto che la prima spesso implica la seconda) una persona responsabile e che ha veramente a cuore il “bene comune” si dimette…
        come dicevo, semplice…
        Ovviamente ciò non vale se l’obbiettivo è il potere…

        Applicato al nostro caso:
        Sei mesi fa c’erano gli elementi, sportivi ed economici, che ci sono oggi per elaborare un programma, se ciò che è stato scritto da Gavazzi per farsi eleggere era il contrario di ciò che ora si deve fare le opzioni sono davvero poche:
        Dopo averlo guidato per 4 anni non aveva capito cosa serve al rugby italiano…
        L’aveva capito ma ha mentito…

        In quale di questi casi non dovrebbe dimettersi?

      3. Ancora..ma si è incantato il disco???
        lo abbiamo capito, lo hai scritto in tutti i post..
        sai che magari alla prossima ce la fate!!!
        ricordate di candidare gente tesserata però!!!

    2. Ah beh ci mancano proprio nuove elezioni con i vari candidati che per 2 voti prometteranno di tutto e di più.. senza contare che i voti sono esclusiva degli amatori..

  3. Paolo Wilhelm non è umanamente possibille riprendere un’ affermazione di un intervista come pietra di paragone di tutto lo scibile federale, ad ogni piè sospinto.
    In primo luogo la FIR si esprime su delibere e su quelle va giudicata.
    In secondo luogo Riccioni va a Treviso, indipendentemente da quel che possa aver detto in una intervista i cui contorni erano ben diversi, Gavazzi. Ciò significa che o Gavazzi non conta una minchia e quindi non so i suoi oppositori di cosa si preoccupino oppure è uno sprovveduto che non sa quel che dice quando parla, oppure…….. è socio di qualche blog.
    Io capisco che i blog stanno vivi di polemiche, questo in modo particolare si alimenta di antigavazzismo militante, ma c’è un limite a tutto.
    L’ipotesi che c’è in piedi è ben chiara: due celtiche con staff completi e professionali, due accademie che formino i ragazzi dai 18 anni in poi perchè diventino professionisti. In tutti i sensi.
    Detto questo i problemi “politici” cominciano e non finiscono, pensare quale sia il ruolo delle società di eccellenza in questo disegno è altrettanto importante e non può certo essere liquidato con battute più o meno di cattivo gusto.
    In primo luogo perchè i ragazzi di cui sopra da qualche parte devono fare minuti e secondariamente perchè le società di eccellenza , dal punto di vista cultural-sportivo, qualcosa ancora rappresentano.
    Questo tassello non può essere ignorato.
    Continuare a pensare e scrivere che il vertice tecnico chiamato dall’Irlanda sia “antagonista” della FIr, fa riempire di post e commenti i blog ma è ben lontano dalla realtà.

    1. Vedi Alberto, che qualcuno la pensi in maniera diametralmente opposto a me non crea nessun disagio. Lo metto in conto e lo rispetto. Quello che mi infastidisce è chi si pone nel resto del mondo con la verità assoluta sempre in tasca. Anzi, la Verità Assoluta. E sarà vero che l’abito non fa il monaco ma io credo che ogni tanto la forma sia importante tanto quanto la sostanza. Qui non sei l’unica persona che non la pensa come me, ma sei l’unico che scade sempre nel personale e nel saccente.
      Questo è il mio blog, è casa mia, cosa usare come pietra di paragone o meno credo che sia un problema esclusivamente mio. Liberissimo di non essere d’accordo e liberissimo di scriverlo, vivaddio, ma ci sono modi e modi.
      Antigavazzismo militante poi… io con Gavazzi non devo andare in vacanza, non me ne frega nulla, ma è da oltre 4 anni presidente di una federazione e i risultati tecnici ed economici sono sotto gli occhi di tutti. Risultati oggettivi. Penso che un qualche briciolo di responsabilità le abbia visto il ruolo che ricopre. A fronte di una simile situazione criticherei pure Innocenti, Zatta o il mio vicino di casa, con cui ho rapporti più che ottimi (per dirtela tutta: con lui ci vado anche in vacanza).
      “intervista i cui contorni erano ben diversi”. Ah, eri a Edimburgo mentre lo intervistavano? Sei fortunato… io no, non c’ero e mi limito a prendere atto del virgolettato (sì, quello che tu avevi messo in bocca a me, tra l’altro) e che non è stato smentito. Anche perché in una intervista non è che si debba parlare e rispondere di un solo esclusivo tema. Ma cosa vuoi che ne sappia, alla fine sono solo 20 anni che faccio questo lavoro, magari hai ragione tu.

      Ps: Nell’ipotesi che definisci “ben chiara” ometti il dettaglio (eufemismo) che le due accademie vengano legate alle franchigie, che è l’opposto di quanto sostenuto da Gavazzi fino all’altro ieri. Io sono felice di questo cambio di prospettiva, sono tra quelli che sostiene questa cosa da diversi anni, però non posso non prendere atto che si tratta di una giravolta per l’attuale presidente. Perché ci sono cose che sono oggettive, questa lo è

      1. Caro Whilem, io non ho nessun problema a liberarti dalla mia mala educazione. Ad majora.

      2. Oggi è la giornata della felicità, prova a pensare cosa avrebbe prodotto in una qualsiasi giornata del cazzo…

    2. Buongiorno AdG.
      Per inciso: le scelte che si stanno delineando nelle ultime settimane (taglio accademie e CdF, accademie legate alle celtiche…) non sono farina del sacco di questo presidente o facenti parte del programma che ha portato all’elezione del presente consiglio federale.
      Se COS e la sua squadra non dovessero trovare il sufficiente spazio di manovra per poi essere usati come paravento (al pari di Brunel, Mallet in parte Kirwan) per le fallimentari scelte federali degli ultimi 6/8 anni, scelte dalle quali non si ha intenzione/volontà/desiderio di recedere allora sì, si può apertamente parlare di antagonismo tra direzione tecnica e guida politica del movimento (che ha ingaggiato queste persone!). A questo punto due considerazioni: COS ha fatto intendere che lui di un lavoro lo trova anche al di fuori dei confini italici, così come Venter, Catt e Aboud e che quindi non è un problema di stipendio ma di volontà vera di affrontare in modo strutturale la crisi che sta attraversando il nostro movimento da qualche anno; in secondo luogo che lui ha accettato la sfida solo se gli vengono garantite un certo livello (assoluto?) di autonomia decisionale per perseguire l’obiettivo di cui sopra.
      Se poi parli (ad esempio ieri pomeriggio…) di “politica” nei club (hai presente i club? Le club house? Quella che designano i delegati che poi votano ogni quattro anni, hai presente?): tutti sono un po’ alla finestra con sentimenti contrastanti tra il fiducioso su questa nuova guida tecnica e il il rassegnato alla prospettiva che questa politica federale, per l’ennesima volta disattenda le aspettative della base e continui con il solito ritornello di clientele, mangiatoie, ecc… che hanno portato allo sfascio almeno nei risultati il nostro rugby.
      Buona giornata.

      1. Ciao Paolo, una domanda : ma tu come giornalista non riusciresti a fare una bella intervista sia a Gavazzi che a COS per mettere in riga tutte le cose? Sarebbe veramente interessante!

  4. Facciamo qualche nome che ne dite?
    Io non li conosco, ma faccio una domanda, hanno un nome e cognome i responsabili delle scelte di questi anni? Stanno continuando a conservare il loro ruolo?
    Ripeto, io non so i loro nomi, ma molti di voi si che li conoscono… li dite anche a me?
    Penso per capire se cambierà qualcosa basterà vedere se chi era responsabile e non ha portato risultato verrà sostituito…

    1. Perché invece di chiedere i nomi non ci chiediamo cosa possiamo fare nel nostro piccolo? Perché la colpa deve essere sempre degli altri? Cosa facciamo per il nostro club? Il movimento comincia dalla base. Ci mettiamo tutto l’impegno che serve? Siamo davvero capaci con i nostri giovani talenti? Nelle realtà di provincia sappiamo come migliorare anche chi ha meno talenti ma voglia ed entusiasmo? Gavazzi avrà anche le sue responsabilità. Che ci siano problemi lo capisce anche un bambino. Poi per cortesia si indichino strade alternative, cerchiamo di essere propositivi. Puntare il dito su Gavazzi dimenticando che l’Italia sotto la sua presidenza ha fatto anche qualcosa di buono – chiaro che se si prende l’ultimo periodo nessuno può dirsi contento – è un gioco poco onesto e non mi piace vedere questa cosa nel rugby. Abbiamo bisogno di unità. Di vedere le cose da una prospettiva univoca. Di sentirci movimento. Di essere parte di un disegno più grande. Tutto il resto è noia!

      1. MarioC beh COS e co. li ha messi a contratto lui..è stata la prima volta nella storia della Fir, poi errori ci sono eh ma il tiro al piccione non mi pare giusto..inoltre sta li perchè ha vinto elezioni, ”purtroppo” siamo una democrazia 😛

  5. Se siamo nell’era in cui anche la cosa pubblica (specie se c’è un bilancio con soldi dati dai cittadini) si cerca di gestire con un’efficienza che si avvicini a quella privata (con tutti i distinguo del caso ovviamente), il fatto che gente che ha clamorosamente fallito nei propri incarichi per anni sia ancora al loro posto, fa capire quale sia la mentalità.
    Qua da me sarebbero saltate teste il giorno 4.
    Sulla frase del presidente su Riccioni, sinceramente posso capire che il presidente (e la federazione) abbia la propria idea, ma questo non si deve tradurre nel dire come il ragazzo (e il club) avrebbe dovuto fare, specie se consideriamo che, da un lato è vero che il salto Eccellenza-Pro12 è grande, ma dall’altro ci sono ragazzi che sono rimasti “bloccati” in Eccellenza più di quanto avrebbero dovuto, e poi adattarsi al Pro12 rimane difficile (non sono 5-6 presenze da Permit che cambiano, e glielo dici tu al Calvisano di privarsi nel pilone italiano più forte in Eccellenza per 5-6 giornate?)

    1. Il Calvisano , amico mio, non ha bisogno di Riccioni per vincere lo scudetto. Sono tre giornate che gioca senza la prima linea titolare e i punti di vantaggio sul Petrarca 10 erano e 10 sono rimasti anche se Panico, Riccioni e Rimpelli hanno fatto tutto il 6N con le loro nazionali.. Questo modo di vedere le cose mi sembra meschino oltre ogni accettabile misura. Calvisano non ha mai obbligato nessuno a giocare.
      Riccioni è un atleta che è cresciuto senza passare dall’Accademia Francescato. Cominciamo a fare questa di valutazione.
      La scelta di andare a Treviso è una scelta sua e del suo procuratore, non è una scelta di “sistema”, semplicemente perchè il sistema non c’è. Io credo che se Treviso l’ha voluto adesso è perchè ha un piano di sviluppo del giocatore e io non ho motivo di credere che a Treviso sappiano allenare peggio che a Calvisano. Anzi le due strutture non sono nemmeno paragonabili come completezza di staff.
      Detto questo, parliamo di un episodio e di un giocatore sul quale sia legittima ogni valutazione.
      Esempi di atleti andati in pro12 e tornati indietro ce n’è piu di uno.

      1. Ok AdG, ci sta che esempi di ragazzi andati e tornati (quindi “bruciati”) ce ne sono. Sinceramente non capisco la storia che Riccioni non sia passato da nessuna Accademia. Che cosa intendi con questo? (chiedo senza polemica)
        A maggior ragione questo fa si che il ragazzo sia liberissimo di fare quello che vuole, chi dice nulla (non io almeno) 🙂
        Poi è un episodio, son d’accordo, ci sono altre cose “più generali e di sistema” a cui pensare, ma è un episodio che il presidente federale si è preso la briga di commentare, il che vuol dire che per lui – o per l’istituzione che rappresenta – un qualche peso magari ce l’ha.
        Che poi il Calvisano vinca anche senza di lui può darsi, lo sta facendo (anche se ieri brutte mischie a Viadana). Sorvolo sul tuo possibile definirmi “meschino” che non ho proprio voglia di rispondere a questo.

    1. North ha già 69 caps con il Galles, e 24 anni. Serin di anni ne ha 23, ma (se non ricordo male) questo è il suo terzo o quarto anno di Top14…

  6. Certo che quello che dice Parisse cozza con quello che i più dicono sui vari blog. Molti si lamentano che una volta scelti i giocatori a 15 anni, questi hanno un percorso assicurato di nazionale fino all’U20 e anche dopo. Pensa quando leggeranno che Parisse ha dichiarato che questi ragazzi secondo lui hanno il diritto di andare subito nell’alto livello. Io invece, a differenza dei molti bloggari, dico che le selezioni sono anche e che nel periodo 15/20 anni ci sono anche dei cambiamenti…il problema è come vengono allenati e accompagnati nella loro crescita. Speriamo che con questi cambiamenti, che io appoggio, si veda qualcosa di concreto fin da subito.
    In quanto a Riccioni per me ha fatto no bene…di più! E’ un talento assoluto e per me già con gli occhi adosso delle squadre estere. Sono strasicuro che nel giro di tre mesi sarà la seconda scelta del Benetton, a mio avviso a Novembre dovrà essere chiamato nella maggiore, e nell’arco della stagione se la giocherà con Ferrari…per me al mondiale 2019 sarà lui il titolare al mondiale. Però quello che dice il presidente mi preoccupa perché questi ragazzi dell’U20 (che io mi ostino a considerare fortissimi, messi da cani in campo, ma fortissimi) per me almeno la metà l’anno prossimo dovrebbero essere tutti in Celtic, ma se Gavazzi si mette di traverso alcuni desistono e rimangono in Eccellenza. Non mi ricordo più chi l’altro giorno qui (o su OnRugby) diceva che Bianchi e Lamaro hanno avuto fin troppo eccesso di foga e dovrebbero stare più tranquilli….beh spererei di avere ogni anno 15/20 Lamaro all’anno in squadra.

    1. Anche io all’inizio avevo letto una qualche differenza tra quello che dice il capitano e quanto spesso scriviamo noi. Però c’è da dire che in effetti – a parte le dovute necessarie eccezioni – chi arriva in U20 ci si aspetta che sia la base su cui lavorare. Il problema – almeno nostro – è chi arriva in U20 e come. La selezione “giusta” va fatta durante l’arco di anni che dici tu, in modo da non perderti per strada ragazzi evidentemente forti e meritevoli del livello (al netto di quelli che “esplodono” dopo, ma considerando che il nostro alto livello sono solo due squadre, è già più difficile che succeda). Non è detto che se sei forte a 18 lo sei anche a 21 e viceserva (per dirla alla berton).
      Fingers crossed.

    2. Ero io Kinky, a dire che ragazzi da bava alla bocca sarebbero più utili alla causa se si sapessero controllare. 10 minuti in mezzo ai pali non giovano a nessuno.

    1. Agostino, più che non avere il coraggio, i presidenti dei Clubs, almeno quelli dell’ Eccellenza, una riforma del movimento, sul modello di quelle dei nostri competitors celcici, la vedono come fumo negli occhi, perchè, loro, sono convinti che i loro Clubs debbano essere la parte più importante del movimento rugbystico italiano e, a vedersi relegati ad, tasselli, funzionali alle franchigie, finalmente, speriamo, strutturate bene ed in modo professionistico, non ci vogliono stare!!!
      Poi sono daccordo anche con chi sostiene che vada fatto un ripulisti, tra coloro che hanno gestito finora il movimento, ricoprendoi incarichi tecnici, federali.

  7. Visto che questo è un blog di antigavazziani militanti mi sia concesso di postare la seguente domanda provocatoria: “non è che la querelle Riccioni esca dalla bocca del socio fondatore del Rugby Calvisano srl piuttosto che del Presidente della FIR?”

    1. Può essere, Mauro.
      In effetti all’atto di premiare il Rovigo era il socio fondatore della squadra sconfitta che, vivaiddio legittimamente, esternava un ghigno di dolore misto insofferenza e rabbia, mentre il Presidente f.i.r. nel profondo del suo cuore era felice che lo scudetto fosse tornato sulle maglie di una delle Società Storiche del Rugby Italiano.

  8. Buongiorno a tutti,
    per prima cosa ci tengo a dire che mi dispiace leggere punzecchiature reciproche tra gli utenti del blog. Preferirei in un mondo ideale un sano scambio di idee tra persone che la vedono diversamente e non necessariamente in malafede.

    Ieri ho passato un’oretta sulla tribuna di un campo di serie B.
    Ho riflettuto sul fatto che i club nel bene o nel male sono privati. Quindi chi ci mette i soldi “rischia” del suo e magari la faccia con gli sponsor (quei pochi che possiamo chiamare tali) se i risultati sono disastrosi.
    D’altro canto se il club riesce a far crescere i propri giocatori per competere posso anche capire che non sia proprio contento di lasciare andar via i migliori verso livelli più alti perchè è obbligato a ricominciare da capo e non è detto che tuttle le annate ci riesca.

    Nel calcio che è lo sport più professionistico in Italia, i club di serie A che stanno della seconda metà della classifica fanno proprio questo per sopravvivere, investono sullo scouting, sulla formazione, sulla crescita di giocatori che diventano appetibili per le grandi squadre, che ne acquistano il cartellino.

    Nel caso del giocatore citato nei post precedenti, è previsto che la squadra in cui andrà a giocare versi un emolumento alla sua attuale squadra?
    Chiedo questo perchè non lo so, ma immagino che la squadra che “perde” il giocatore ha sicuramente motivo di orgoglio per aver visto del buono in quel giocatore ma dal prossimo anno dovrà farne a meno, e quindi mi chiedo a fronte di cosa?

  9. Mi pare che stiamo arrivando finalmente al punto della situazione… Parisse e COS forse la vedono in maniera diversa dal Presidente? Vedremo cosa ne vine fuori…
    sono simpatici tutti questi inni all’unità di intenti e al mezzobicchierepienismo quando tra i due/tre attori principali non c’è visione unitaria… ci dimentichiamo già Parisse VS Preside prima dei mondiali? Comunque, riguardo all’argomento segnalo sommessamente i reazionari, negativi e pessimisti giornalisti del Gazzettino di oggi! 🙂

    1. Nell’articolo di stamattina Malfatto sostiene che le cose andavano meglio quando “c’erano i club”. Riporta dei dati secondo i quali in 11 tornei con il campionato nazionale come vertice e i club a fare formazione avevamo ottenuto il 14,5 % di risultati utili (compreso il pareggio con Galles), mentre nei 7 tornei con la Celtic e le Accademie siamo al 14,2 %. In base a questo 0,3 % di differenza, quindi, le cose, secondo Malfatto, sarebbero peggiorate. Ripeto 0,3 %! Qui c’è lo stesso rumore di unghie sullo specchio che si sente quando qualcuno tenta di difendere il lavoro dell Accademie.
      In questo senso c’è poi un dato, relativo a quegli anni, che nessuno ha mai riportato. Nelle nazionali del 2005 e del 2009 (quando abbiamo ottenuto i peggiori risultati al 6N prima del 2016) c’era un numero di giocatori giocatori di formazione estera che, credo, nessuna nazionale ha mai raggiunto nella storia.
      Nel 2005 giocammo con una media di 10,4 giocatori non di formazione italiana su 22 (47,2 %) e nel 2009 con 10,8 di media (49,02 %). Nel 2009 c’erano in media 9 italiani e 7 argentini fra campo e panchina. In sostanza, oltre a perdere, perdevamo con giocatori che non rappresentavano davvero il nostro movimento, o, quantomeno, la nostra reale capacità di formare giocatori.
      Nel 2016 e nel 2017 i dati sono scesi rispettivamente a 6,8 su 23 (29,59 %) e a 6 (26,11 %). Oggi perdiamo, ma, almeno, perdiamo con i nostri ragazzi in campo. Ciò non significa che il sistema Accademie non abbia fallito (perchè ha fallito). Allo stesso tempo, però, penso che nessuno dotato di un minimo di obiettività possa affermare che i club lavorassero meglio nella formazione dei giocatori.
      La realtà è che qui non ci sono vincitori.
      La solita (e insopportabile) battaglia di Club Vs Accademie, che poi fa parte della guerra più ampia Veneto Vs Federazione, non solo non ha, appunto, vincitori, ma ha una sconfitta eccellente: la nazionale. E finchè non accetteremo questa realtà (mettendoci il nostro ego in tasca, come dice COS) le cose non miglioreranno.
      Deponiamo le armi e facciamoci indicare la direzione da un’esterno. Ne abbiamo uno bravo e sulla cui onestà intellettuale penso che nessuno abbia dubbi.

      1. Un fatto è che prima della Celtic i club erano la massima espressione del movimento italiano (poi c’era solo la nazionale) adesso non è più cosi, “l’alto livello” è un altro.

  10. nei blog di rugby mi son fatto l’idea che pochi seguono il rugby giovanile.
    I ragazzi iniziano nel mini rugby e vengono allenati di solito da ex giocatori che hanno frequentato
    i corsi f.i.r. di circa 16 ore. Mi spiegate quali basi si apprendono con 16 ore? (1° livello)
    Poi si passa al 2,3, livello. Ci sono allenatori che siccome hanno giocato in nazionale passano
    direttamente ad allenare le (*) (Su quali basi si allena un ragazzo di 15/16 anni)?
    Adesso prendiamo le famose scelte del prof H/P.
    I ragazzi vengono selezionati adesso (14 anni) con ripetute sedute di allenamento con
    i responsabili regionali ex giocatori di nazionale quando va bene.Portati nei cdf qui vengono
    scelti x le (*) i primi che devono essere scelti sono H/P, giocare, impareranno dopo con le (*)
    Perchè questa scelta?
    Perche’ la maggioranza dei ragazzi smette di giocare dopo 18 anni?
    Perche’ hai ragazzi di 16 anni non scelti si toglie la speranza di indossare la maglia della
    nazionale?
    Perchè ci sono dei predestinati’ (*)
    Adesso vogliono fare 4/5 (*) (milano,treviso,prato,roma) e il sud ? tutti i ragazzi che
    giocano al sud?
    Sono 10 anni (*) e i risultati parlano da soli, ci voleva un irlandese x capire che questo
    sistema e’ del tutto sbagliato.
    Spero che si faccia piazza pulita, ci vuole meritocrazia e allenatori stranieri partendo dai
    settori giovanili.
    (UNA COVERCIANO DEL RUGBY)?

      1. buongiorno cardo bella spolverata sabato.
        veramente la Coverciano del rugby e’ pronta? OTTIMA NOTIZIA
        Il Rettore e i prof. chi sono?

      2. Bisogna vedere se il comune è d’accordo fratello Hro..se non sbaglio è proprietario della cittadella sportiva..
        impianto bellissimo!!!

    1. 6 nazioni devo applaudirti, concordo con molto di quello che dici, l’unica cosa che mi piacerebbe è che i cdf 16 e le acca 18 fossero sciolte, i tecnici (ce ne sono di buoni) li mandiamo in giro a formare in loco i tecnici e le società. DUE accademie u20 legate a zebre e benetton. che ne dici?

  11. A me risulta, ma potrei aver pestato qualcosina, che le accademie zonali passano da 9 a 4.
    Ma i cdf da 32 a 40.
    Qualcuno ne sa di più ?

    1. Infatti, Max,
      si tratta solo di aspettare per vedere dove gli 8 nuovi CdF ( la F, magari stesse per…!! ) , verranno allocati.

    2. Mi spiace ma questa cosa mi convince poco, sia per i costi che per il modello che propone.
      E’ vero che così molti ragazzi non dovranno trasferirsi ma rimane il problema della selezione fatta troppo presto, con il rischio che poi non si cambi idea. penso sia meglio usare le risorse per formare i formatori interni ai club, con corsi obbligatori e controllo delle sessioni di allenamento in loco.
      imho

      1. dovresti dirlo ad Aboud..inoltre i CdF non funzionano come dici tu..
        allenamenti 2 al mese nella sede del CdF (Capoterra ad esempio) tutti i selezionati vanno si allenano e tornano subito a casa..
        per la partita uguale, convocazioni casa o trasferta e poi subito a casa..non c’è nessun collegio, convitto, semiconvitto etc..
        confondi coi CfP o le accademie probabilmente..

  12. Riccioni ha firmato un contratto regolare? C’è poco da essere d’accordo o meno. Ciascuno va dove meglio crede, a meno che non si voglia instaurare un regime sportivo sovietico.
    Ultan Dillane è cresciuto nel Munster e successivamente ha firmato per Connacht. Nonostante il dispiacere che aleggiava a Limerick, non mi pare che abbia ricevuto anatemi.
    Ma continuiamo così, riteniamo l’Eccellenza step irrinunciabile e fondamentale per la crescita dei giocatori.
    I giovani dovrebbero fare i permit in Eccellenza, non il contrario.

    1. Rabbi, aspetteremo che lo dica COS esplicitamente e non slo tra le righe che i giocatori fanno i permit in Eccelnza e non l’inverso…

    2. Ciao Rabbi! Io non vedrei neanche male una seconda squadra U.25 in Eccellenza… vorrebbe dire che anche i top player (gli over 25 contingentati) potrebbero riprendere dagli infortuni a un livello più “morbido” e i giovani dell’Eccellenza si troverebbero a giocare contro gente più forte… insomma giocare contro uno Zanni, un Morisi, o un Hayward potrebbe insegnare qualcosa alle giovani leve, no? a me avrebbe fatto piacere… anzi un motivo in più per competere ad un livello più alto. E poi sarebbe anche un momento per portare il Pro 12 in giro per i campi d’Italia con la presenza di qualche top player… insomma un pò di pubblicità…
      Ovviamente, oltre al numero di organico, nascerebbe il problema delle società di Eccellenza che si vedrebbero a rischio per il titolo… le seconde squadre infatti io le vedrei in gara a tutti gli effetti…

      1. Be’ Ermy, era quello che chiedeva Munari, per poi essere sbertucciato, vilipeso e trattato come un porocan qualsiasi.
        La formula si può trovare una volta che si decidono le priorità, Staremo a vedere nei prossimi mesi.

      2. Si, certo… basta avere un pò di buonsenso, non ci vuole molto… 🙂
        però, vedi che alla fine ci si arriva… forse… vedremo…

      3. Sarebbe la soluzione migliore. Se proprio non si dovesse riuscire a convincere i rematori controcorrente, si potrebbe proporre la partecipazione delle due Accademie legate alle celtiche con un numero concordato di “fuoriquota” provenienti dalla prima squadra

  13. Allora, parto dalle aprole di PArisse che secondo me sono pesanti ed alterttanto indicative di un cambio di rotta perche’ per chiaramente concordate con COS ma lasciate dire al Capitano in qaunto elader del gruppo.
    Nessuno ha la amglia adosso per diritto divino, tutti dovranno performare altrimenti si cambia, non sara’ una cosa “una partita e via” ma verranno date chances ed in caso si cambiera’.
    Alla faccia se questo e’ un signor cambiamento rispetto almeno agli ultimi 4 anni, e’ quella famosa meritocrazia tanto invocata!

    Gavazzi: negare che il suo programma fosse “abbastanza” diverso da quanto si intende fare e’ negare cose scritte nero su bianco sul sito con cui Gavazzi presentava il suo programma elettorale…si vuole negare cose scritte?Amen per me farlo si commenta da solo come metodo.
    Secondo me pero’ e’ altrettanto vero e legittimo che Gavazzi abbia il pieno diritto pero’ di rivedere le sue idee alla luce di qaunto propongono COS e’ compagni, e sarebbe anche in caso un segnale di maggior apertura mentale di quanto si pensasse. Se poi i club che lo hanno eletto sentiranno che il loro voto e’ stato tradito sara’ un problema di Gavazzi per primo da affrontare.

    Infine: alcune di queste cose proposte oggi venivano proposte in passato da “altri”? E’ vero, e negarlo quando cis ono cose scritte enro su bianco o registrazioni pubblicate su questo o altro blog e’ abbastanza sciocco…che poi sia un esericizo fine a se stesso posso anche essere d’accordo ma non se a scriverlo e’ chi diceva che queste stesse idee erano “sbagliate” (eufemismo che di parole peggiori ne son state ben usate).

      1. Max ! Da te queste cose peccaminose proprio non me li aspettavo ! 😀 😀
        Sei mica il past president che (e che dio lo conservi) mi tiene aggiornato quotidianamente sull’argomento !

      2. Beh Maxwell visto che eri uno che bocciave le idee attuali quando le propneva un Vittorio invece che un Conor mi fa piacere…

  14. RICCIONI….”e non lo dico perché è del Calvisano”. No…lo stai dicendo proprio perchè è di calvisano….negli altri paesi vai a vedere i vari North e Itoje a che età arrivano in nazionale. Da noi a 23 anni sono considerati ancora “piccoli”. Tipico atteggiamento gerontocratico italiano.

    1. Pare anche che finalmente Calvisano offra delle opportunità a Troncon e che lasci per strada un deludente Brunello.
      Viadana prende affianca De Rossi a Frati e punta diretta alla finale 2017/18.
      San Donà si riprende tutta la diaspora e vince il titolo.
      Casellato al Petrarca.
      Cavinato e Mc Donell sono stati assunti alla sezione arbitri della FIR, dove potranno portare le loro idee e competenze per innalzare il livello dei nostri fischietti.
      Le FFOO faranno il pro12 al posto delle Zebre ma faranno base a Parma, allenatore Guidi.
      FIR si prende Cuttitta e al suo posto manda in Romania De Carli, Orlandi, Moretti e Cocco Mazzariol.
      A Treviso arrivano tutti i giocatori delusi della mancata fusione tra SF e RM92, tra cui Parisse, Dan Carter e pure George North che era in predicato di trasferirsi in riva alla Senna.
      Pienaar si presenta alla stampa con uno “scusate il ritardo”. Crowley cede il comando a Wayne Smith.
      Tutto sulla tribuna di oggi.

      1. Ahahahah, grazie presidente (solo per quella di Viadana ho riso 40 minuti)

      2. Comunque scherzi a parte, la Tribuna sul serio scrive che alle Zebre potrebbero passare Troncon e Orlandi (oltre a Minozzi, Raffaele, Di Giulio e Giammarioli)…

      3. Ma anche di Douglas l’han detto sulla tribuna?
        Mi pareva strano..è del 91 ed è una bestia! al momento sostituisce un certo Kieran Read

      4. Oltre che il giornale ci sono spifferi che già da tempo davano in arrivo una terza centro nzmaori. . . .
        comunque ci credo quando li vedrò qui

  15. Purtroppo ormai la cultura politica italiana ha invaso anche il rugby, il quale prima era uno sport povero e non scatenava cupidigie e ambizioni di potere in persone che non avevano e non hanno voce in capitolo. Di solito nei paesi civili in caso di fallimento è il comandante s pagare. Da noi succede il contrario: paga il soldato e il caporale al massimo! Eppure basta risalire alla elezione del comandante per capire molte cose. Il suo nome era già dato per scontato due anni prima… Appena eletto tanto per farsi capire dichiarò che qualcuno avrebbe pagato duramente per avergli fatto la guerra. Come al solito ritrattò e disse di essere stato frainteso… Di fatto la franchigia benetton che stava vivendo un buon momento sportivo si trovò subito sotto attacco. Franco Smith rassegnò le dimissioni a campionato appena iniziato. Il maggior conoscitore ed esperto indiscutibile del rugby italiano, Vittorio Munari, resistette fino alla fine e poi lasciò anche lui. La benetton in cambio di qualche milione si rassegnò e in pratica iniziò una discesa in termini di risultati sotto gli occhi di tutti. Riuscirà il caporale, pur se di indiscutibile valore, Conor O’Shea a imporre il suo rugby alla politica melmosa impersonata dal comandante? Dubito molto… ci sono decine per non dire centinaia di stipendi che difenderanno a spada tratta lo status quo….. Sono idee mie naturalmente, di un osservatore che guarda le cose con realismo e oggettività di analisi….credo.

      1. La gente, a questo mondo, cambia anche lavoro, alle volte. Specie se ha dato cattiva prova di se. Essere continuamente riciclati per Grazia Divina, in un mondo che ha distrutto il lavoro e la dignità per le persone, donne e uomini, che ne sono stati deprivati, è un insulto sanguinoso che non va dimenticato mai.

      2. Benetton (Luciano e famiglia) stanno pian piano abbandonando lo sport trevigiano. L’hanno già fatto con l’automobilismo, il basket e la pallavolo. Il rugby resiste per l’attaccamento affettivo di Luciano ma non avrà vita lunga. In questa ottica sono diventati importanti anche quei pochi milioni che la federazione ha sganciato in cambio di potere decisionale diretto sulla franchigia. Potere che persone come Smith e Munari non potevano digerire. Giustamente dico io. Visto da dove proveniva questa intrusione. Quindi il rugby a breve perderà uno (l’unico realmente di peso) sponsor fondamentale per il nostro sport. I risultati sono prevedibili. Potranno spostarsi come ventilato a Roma o a Milano o dove vogliono ma il nostro non è un paese anglosassone. Mancheremo di ulteriore identità. E il professionismo non darà mai quel “quid” in grado di pareggiare i conti con anglosassoni o francesi. Un altro regalo del comandante….

  16. Nulla che non si sappia già…. se la dirigenza di benetton rugby ha rinunciato al proprio potere decisionale in cambio di 3/4 milioni di euro le conclusioni da trarre non sono poi molte. Se una multinazionale che fattura miliardi di euro non trova o non ritiene interessante un investimento di 3/4 milioni cosa possiamo pensare?

    1. Beato te che sei così ricco di auto convincimenti granitici.
      Cosa fai : leggi nelle interiora degli animali ? O ti affidi al mago Otelma ?

      1. Beh mi pare che anche tu non scherzi in fatto di sicurezze. Ma come al solito le mie sicurezze sono più sicure delle tue sicurezze. Perché non ti limiti a soprassedere e ad usare il sarcasmo con un briciolo di intelligenza? Cordialità…

      2. E perché sarebbero più sicure? io so bene chi è Berton, so chi conosce e chi gli dà le dritte..mai sbagliate infatti..tu invece???

  17. È chiaro che esiste un asse O’Shea-Parisse, d’altronde fu lo stesso capitano a raccontare dell’intenzione di lasciare la nazionale la scorsa primavera e di come, dall’incontro di Parigi con l’irlandese, fosse scaturita una vera e propria alleanza della durata di almeno due anni, concetto ribadito di recente con la dichiarazione di O’Shea sulla fiducia nel proprio operato che chiederà al capitano tra un anno e mezzo.
    Parisse è di gran lunga il personaggio del rugby italiano più conosciuto e rispettato all’estero, non solo tra i giocatori, ma anche tra gli allenatori ed i dirigenti. La stima e l’apprezzamento di cui gode sono enormi, O’Shea ha stretto con lui una vera e propria alleanza. Non è semplicemente il capitano della sua squadra ma un vero e proprio punto di riferimento, in campo e fuori. Sa che può fare affidamento su di lui e la comunione d’intenti evidenziatasi in queste settimane potrebbe risultare preziosa quando si andrà a trattare, su altri tavoli e con altri personaggi, del futuro del rugby italiano.

  18. Finchè non si leggerà un programma o uscirà qualcosa di ufficiale è difficile fare dei commenti, ricordiamoci sempre che siamo il paese dei Gattopardo…
    Una sola cosa è sicura, se alle Zebre piazzano il duo Troncon-Orlandi, allora non si è veramente capito un cazzo

  19. Sinceramente nel rugby italiano mancano un pó di basi del rugby che penso siano fondamentali per giocare a rugby

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