Italia e Inghilterra, i problemi di Emergenti e Saxons avvicinano (un po’) due mondi lontani

emergenti-2015-2016
ph. Fotosportit/FIR

L’Inghilterra è – ovalmente parlando – un’isola felice. Molto felice. Con i dovuti e inevitabili saliscendi lo è sempre stata ma da quando è arrivato Eddie Jones il sorriso sulle labbra non manca mai: il tecnico nato in Tasmania ha preso in mano una nazionale uscita con le ossa rotte dal Mondiale giocato in casa tra il settembre e l’ottobre 2015 e ha infilato una ininterrotta serie di vittorie per tutto il 2016. Sei Nazioni con Grande Slam, un trionfale tour in Australia e dei test-match autunnali senza macchie hanno regalato a Ovalia una Inghilterra di prim’ordine e con le idee molto chiare in testa. Oggi probabilmente è l’unica squadra in grado di mettere in difficoltà gli All Blacks su una distanza superiore ai singoli 80 minuti.

Ma anche al di là della Manica i problemi non mancano, magari sono di abbondanza però ci sono. Chi ha il dente particolarmente avvelenato è Jon Callard. L’ex estremo del Bath anni ’90 che fino a giugno scorso è stato il Performance Coach della RFU in una intervista rilasciata all’ultimo numero di The Rugby Paper non le manda a dire alla sua stessa federazione e se la prende per la mancata programmazione di gare per i Saxons, a partire dal periodo del Sei Nazioni: “Il tour che abbiamo fatto questa estate in Sudafrica (due vittorie in altrettante partite, ndr) è stato di primissimo livello, il programma ha bisogno di continuare ed è davvero un mistero che alte partite non siano state ancora fissate. Non possiamo dormire sugli allori. La nazionale maggiore sta facendo grandi cose con Eddie Jones e il suo staff ma noi dobbiamo assicurare un percorso ai ragazzi che escono dall’U20 e deve esserci sempre un programma in atto per i nostri migliori giocatori”.
Poi fa anche un esempio: “Charlie Ewels (seconda linea del Bath, ndr) ha fatto un ottimo tour con i Saxons a giugno e a novembre è stato chiamato nella nazionale maggiore ma ora dove sono le opportunità per questi giovani di giocare ad alto livello? Ragazzi come Joe Marchant, Will Evans, Harry Mallinder, Jack Walker e Jonny Williams hanno bisogno di opportunità. Spero si tratti solo di un contrattempo ma credo che in Inghilterra ci siano abbastanza giovani di qualità per organizzare un tour estivo nonostante ci siano i British & Irish Lions e porterei i Saxons a giocare in Argentina. Non credo che per la RFU i soldi possano essere un problema…”.

I Saxons sono la “nazionale A” della federazione inglese e sono la squadra che lega i giocatori alla maglia bianca con la rosa rossa sul petto, cosa che invece non fa la U20. Anche in un mondo ricco e sviluppato come quello dell’Inghilterra, dove ragazzi di 20-21 anni trovano minutaggi importanti nelle squadri di Premiership e dove le Accademie dei club sfornano talenti in grande quantità, esistono perciò dei problemi di spazi.
Da noi, come è noto, la situazione è un po’ diversa: il numero dei giocatori è molto più basso (ma l’Inghilterra, lo ricordiamo è il movimento più ricco di giocatori di tutto il mondo: un paragone su questo piano non può che essere impietoso praticamente per chiunque), la maturazione arriva con un po’ – troppi – di anni di ritardo e se è vero che l’Eccellenza fornisce discreti spazi per poter emergere va pure detto che il livello complessivo del nostro massimo campionato è troppo basso e il salto per chi riesce ad entrare nella rosa di una delle due squadre celtiche è davvero notevole (come spiega bene Alessandro Zanni nell’intervista che mi ha concesso e che ho pubblicato ieri).

Negli ultimi mesi alla nostra Nazionale Emergenti è stata data una identità e un compito un po’ più preciso che non in passato. Carlo Orlandi, Responsabile Tecnico della formazione in questione, in una intervista a OnRugby la scorsa estate diceva che “La volontà è quella di dare la possibilità agli atleti di essere coinvolti ad un livello più alto e ad un ritmo a cui non tutti sono abituati. Tra i 19 e i 23 anni dobbiamo trovare sinergie e creare momenti”.
Dalle pagine di Rugbymeet fa eco il presidente FIR Alfredo Gavazzi che sottolinea come “lo staff della nazionale maggiore si occuperà anche della Emergenti, il concetto è che non ci sono camere stagne ma camere intercomunicanti”.
Per questa selezione, che un po’ troppo a lungo è rimasta in una sorta di limbo assimilabile all’amletico “ma io da grande cosa voglio fare?”, è stato pensato un calendario un più fitto. Così lo scorso autunno la nostra federazione e quella scozzese hanno dato vita all’Italian-Scottish Challenge, che come recita il comunicato FIR è “una nuova serie di sfide mirate ad accrescere l’esperienza a livello internazionale dei più interessanti prospetti delle due federazioni”.

Due gare a novembre già giocate e altrettante ancora da confermare in via ufficiale (ma che si dovrebbero giocare il 31 gennaio la prima e nei primi 10 giorni di febbraio la seconda) sempre contro gli Heriot’s Scotland. Poi, a giugno, la tradizionale Nations Cup.
Bene, masi deve e si può fare di più, bisogna incrementare quantitativamente e qualitativamente le partite per questi ragazzi. La Nations Cup è oggettivamente l’unico impegno davvero di livello che l’Emergenti affronta nel corso di un intero anno. Le frequentissime pause del Campionato d’Eccellenza rendono possibile l’organizzazione di match lungo un po’ tutta la stagione e trovare avversari di rango superiore, beh, certo male non farebbe, magari andando a pescare anche tra quelle nazionali di Tier 2 che smaniano di giocare contro squadre che arrivano da paesi rugbisticamente più evoluti: una Georgia-Emergenti? E perché no…

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33 pensieri su “Italia e Inghilterra, i problemi di Emergenti e Saxons avvicinano (un po’) due mondi lontani”

  1. Il paragone può essere logisticamente fatto ma tecnicamente è improponibile. Quasi tutti gli italiani U23 che giocano nelle due Celtiche non raggiungono il livello tecnico dei Saxons . Ciò non di meno l’Emergenti ha bisogno di giocare, e mi pare che, avendo aggiunto la finestra di novembre a quella di giugno, un passo in questa direzione sia stato fatto. Cercndo poi di non lamentarsi se l’eccellenza in novembre non gioca.

  2. L’idea proposta alla fine e’ interessante ma va a cozzare con i calendari sempre piu’ fitti del rugby, e non mi riferisco a quello della Emergenti che giustamente potrebbe sfruttare i momenti di pausa dell’Eccellenza ma quello dele potenziali avversarie. Georgia o altre Tier 2 stanno finalmente avendo piu’ spazio in TM di discreto livello con opportunita’ anche di TM piu’ probanti.
    La Georgia a novembre ha affrntato Giappone, Samoa e Scozia, gli USA la Romania, i Maori AB e le Tonga, la Romania USA, Canada ed Uruguay e cosi’ via…insomma WR ha inteficato l’attivita’ delle Tier 2, anche se si puo’ fare di piu’
    A Febbraio-Marzo in contemporanea col Six NAtions va in scena il “Six NAtions B” quindi le Tier 2 Europee son tutte impegnate…e fuori dalle finestre internazionali i giocatori con contratti in Francia/Inghilterra o altri campioanti pro non vengono rilasciati rendendo quindi poco sensato organizzare queste partite.

    L’articolo giustamente sottolina il problema Saxons, il problema e’ per tutte queste “seconde squadre” delle Nazionali nel rugby di oggi, tra campionati, coppe, TM, tornei internazionali gli spazi son praticamente inesistenti, per tutte le federazioni.

    1. Concordo, alla fine anche il Pro12 si ferma solo a Marzo di fatto, un paio di settimane (tranne le Zebre che recuperano la partita di Belfast), quindi le finestre sono davvero poche, a meno di mettersi d’accordo con qualche federazione che può mettere assieme dal domestic (come fatto con la Scozia a Novembre). Ma alla fine chi?

    2. L’unico spazio è a giugno, tira e molla altri non se ne trovano. E forse giustamente, considerato che, secondo me, si gioca già tantissimo.

  3. Domanda: ma quando O’Shea venne presentato, sbaglio o oltre alla carica di CT della maggiore aveva anche il ruolo (primo, vivo e attivo) di responsabile della Emergenti? No per capire se Orlandi ora se ne occupa in piano da solo e c’è stato un avvicendamento che mi sono perso, o meno.

    1. Scusa amico mio, ma prova a informarti come passa il suo tempo Orlandi. Quanto al ruolo di Conor O’Shea, credo sia rimasto solo tu e qualche altro irriducibile a pensare che non sia il “responsabile tecnico federale n°1” al quale tutti gli altri rispondono.

      1. Guidi ha rescisso forse perchè non è scattato quel feeling con O’Shea? alla fine la rescissione è sembrata una cosa strana, non penso mamma FIR lo avrebbe lasciato senza stipendio…almeno che non abbia chiamato il Cecina

      2. Non credo che l’abbandono di Guidi sia riconducibile ad eventi extra Zebre. Credo piuttosto ad un logorio dei rapporti con la squadra. In caso contrario perchè si sarebbe esposto il Capitano ( Biagi) 10 gg fa?

      3. Ah ma io non penso che non sia il responsabile-supervisionatore di tutte le nazionali, volevo solo capire come erano rimasti, nessuna polemica in vista.
        Dato che quando fu presentato mi sembrava avrebbe potuto avere un ruolo “meno dietro le quinte e più visibile” anche per la Emergenti.
        Sinceramente non so Orlandi come passi il suo tempo, se non sbaglio è comunque sia allenatore con U20 che responsabile tecnico della Emergenti.

  4. Come sottolineato nel post di Stefo, la questione di fondo è rappresentata dai calendari estremamente fitti di molti campionati, che vuoi o non vuoi vanno a confliggere anche con le finestre internazionali come il 6N. Un’idea affascinante a mio parere sarebbe un 6N parallelo delle squadre B (Emergenti, Saxons, Wolfhounds, e gli altri non conosco i nomi), in modo da dare anche un valore alla competizione. Ovviamente all’oggi questo non è possibile a meno di “bloccare” i campionati durante il periodo del sei nazioni…quindi come svuotare il mare con un bicchiere.

  5. un sei nazioni emergenti a novembre significherebbe bloccare tutte le massime competizioni, forse più semplice organizzare incontri regolari e scaglionati durante l’anno solare come lo scottish challenge

    1. Se lo Scottish Challenge lo giochi coi campioni di Scozia, con tutto il rispetto, non so che valore aggiunga a una partita di Eccellenza.

  6. Nell’ articolo si parla dell’Inghilterra come ” l’unica squadra in grado di mettere in difficoltà gli All Blacks”.
    Io non sono d’accordo. L’Irlanda a Chicago l’ha dimostrato sul campo di valere tanto quanto.
    Per quanto concerne La Nazionale Emergenti anche secondo me si dovrebbe trovare nei vari buchi dei campionati un ritaglio per farli giocare di più.

    1. Ciao, nel pezzo si dice anche “su una distanza superiore ai singoli 80 minuti”. Nella partita singola anche l’Australia può farlo, magari pure l’Argentina, ma su una serie più lunga…

      1. Vero Paolo ma mi sembra che l’IRlanda nell’arco di 160 minuti abbia dato non poco filo da torcere agli AB…per carita’ io sono di parte ma dopo la vittoria, nella seconda non mi pare ci abbiano distrutto, anzi mi pare che ce la siamo giocata con onore e mettendoli in difficolta’.

  7. Come ha notato Stefo, gli spazi durante lo svolgimento dei campionati (ché nel corso del 6N si gioca comunque) sono ridotti all’osso. Ricordiamoci anche che l’Italian-Scottish Challenge ha visto gli Emergenti affrontare la vincitrice del domestic scozzese, non l’equivalente della nostra squadra.
    Credo sia un problema di tutti e che le seconde squadre possano trovare qualche spazio a giugno e forse a novembre.

  8. Il problema, che è stato sollevato, dei calendari è inconfutabile, in più, io penso e questo farà piacere al mio amico Stefo, noi non siamo nella condizione di schierare la Emergenti contro squadre come la Georgia, come faceva la Francia contro di noi, fino a Grenoble; è si vero che la Georgia è sempre lontana dal livello della nostra Nazionale maggiore (al contrario di quanto sostengano i fautori de “l’ erba del vicino è sempre più verde!!” e che sono resi ciechi dal buonismo universalista.) ma non da essere così spocchiosi da farci giocare la squadra A, che contro un avversario di quel livello avrebbe zero chances.

      1. @FSD (ma questo acronimo sta per fracassosandona?), cosa centra questo con quello ho detto io??? Io ho semplicemente parlato dell’ inopportunità di far giocare la nostra Emergenti contro la Georgia, perchè penso che non ci sia tutto quel divario da poterci permettere di fare gli spocchiosi da farci giocare la Emergenti; poi, io il cap, tra nazionali maggiori, alla Georgia glielo darei anche domani mattina, se non altro perché le vittorie fanno sempre morale e per azzittire i loro vari head coach, capitano ecc. e , soprattutto i vari forumisti convinti del supervalore dei “fenomeni” dell’ Est, buona squadra ma ancora dietro, nonostante il ranking.

      2. Sì hrot ero io… volevo farla breve…
        “è si vero che la Georgia è sempre lontana dal livello della nostra Nazionale maggiore (al contrario di quanto sostengano i fautori de “l’ erba del vicino è sempre più verde!!” e che sono resi ciechi dal buonismo universalista”…
        guardo ai fatti, loro il tour nelle isole del pacifico l’hanno vinto… mentre noi perdevamo in casa con tonga loro battevano samoa…
        trovo semplicemente apodittico sostenere che la Georgia sia lontana dalla nostra nazionale maggiore, dato che loro hanno parecchi giocatori titolari in Top14 in postacci come Toulon e Montpellier mentre i nostri per giocare devono restare a far la fame a parma…
        per quanto poco me ne freghi del ranking mondiale sarà più di un anno che ci stanno davanti pure lì e dopo il 6N si avvantaggeranno ulteriormente…

    1. Per dire che avrebbe 0 chances bisognerebbe farli giocare prima. Alla Tblisi cup la Georgia (almeno ufficialmente) non ha schierato la seconda squadra eppure ha perso 26 a10 contro la nostra emergenti. Poi la formazione non era zeppa dei migliori che potevano mettere , ma ripeto sempre a livello formale era la squadra maggiore. Se poi schierano le riserve e perdono sono affari loro.

      1. La sindrome Georgia, essendo, per appunto, una sindrome, non si cura con la logica e il ragionamento ma con farmaci .

  9. Un Sei Nazioni delle Emerging o A che dir sivoglia…al di la’ del probelma campionati come gia’ sottolineato ed in cui a quel punto un Budello se s’incazza avrebbe anche ragione, c’e’ da considerare il costo.

    Un torneo come un Six Nation Emerging costa, costa come costano quello U20, Femminile ecc…e non credo genererebbe i ritorni finanziari per essere sostenibile. Quand’e’ l’ultima volta che avete visto un Emerging Wales o Wales A, o Emerging Scotland o Scotland A avere un’attivita’ consistente? Parlo di attivita’ continua, non un XV messo su in feetta e furia per celbrar il centenario di qualch club. Parlo di due federazioni che erano quelle che proponevano di fare un sei NAzioni femminile di due Tier declassandosi in Tier 2 per risparmiare, parlo di due federazioni che indicano la U20 coe loro seconda sqaudra proprio perche’ non contemplano un’attivita’ continuativa per una seconda squadra senior.

  10. Vado OT, parlando di 6N vero Galles e Scozia han comunicato i loro gruppi per l’inizio del torneo, nel Galles non stupisce che AWJ sia capitano a me piu’ di tanto, anzi penso che questo sia il trampolino che lo mandera’ a guidare i Lions da capitano (al netto di infortuni). Per il resto ben 7 uncapped, contentissimo per Thornton che a me piace da matti cosi’ come meritatissime le inclusionidi Cracknell, S Evans e Hewitt…faccio un po’ piu’ fatica a capire Owen Williams per cui per’ non ho mai stravisto.
    Nella Scozia invece ulteriori equiparati o passaportati…d’altra parte la federazione ha assunto uno anni fa che di lavoro li va a cercare nell’emisfero sud…sono per me il classico esempio di perche’ spero Pichot vinca la sua guerra, e purtroppo anche l’Irlanda sta iniziando a seguire questo andazzo nonostante una produzione locale di assoluto livello…forza Pichot!!!!!

    1. Warburton al momento soffre quasi una crisi d identità, le sue prestazioni sono calate notevolmente e ora come ora non so neanche se possa essere schierato titolare. Per il resto si vede qualche novità, anche se qualche convocazione mi sembra un pò forzata, soprattutto quelle di Owen Williams, Aled Davis, sinceramente dei mediani Scarlets il più scarso, e Rhodri Jones, pallino di Gatland che mai è sbocciato del tutto, pur cambiandogli lato; è vero che ha ancora 24 anni. Per il resto ottima la chiamata di Steff Evans, anche se lo vorrei vedere nel suo ruolo naturale di estremo, del figlio d arte Young e gli altri nomi da te citati…Rimane fuori dai radar l oggetto misterioso Anscombe, anche se al momento indisponibile, non penso sarebbe stato ugualmente selezionato, gira voce possa passare agli Scarlets in estate.
      Tra le altre squadre, bene il rinnovamento scozzese, in prima linea stanno inserendo tanti giovani di qualità; il reparto delle terze rimane di sicuro il migliore.
      Bene anche la Francia, Noves coraggioso giocatori veramente in forma che giocano magari in club minori…quest anno si preannuncia un 6N molto entusiasmante, noi saremo il target di tante squadre, consapevoli che i punti bonus faranno la differenza

    2. Io mi astengo dal grosso dei commenti con un “vedi commenti di Stefo”. Però non sono per niente convinto che la schifezza scozzese (Hroth, scusa la diplomazia), scientifica, organizzata e sistematica possa avere alcunché in comune con Nucifora&friends. Ma ne riparleremo, visto che Paolo ha riaperto l’osteria. Secondo me la questione è mal posta, o perlomeno non mi appassiona: i giocatori non li fai con la Emergenti e nemmeno li migliori. Carbery, Byrne1&2, Leavy, Daly, Marsh, Reid, per non parlare di VdF e Ringrose (notare che sono tutti di quelli là, così è chiaro che anche se stiamo benino anche noi, rosico) se ne possono ampiamente sbattere dei Wolfhounds così come se ne possono sbattere il Leinster e (con moderazione) Schmidt: formazione e maturazione del giocatore sono un processo quotidiano, nella franchigia e per la franchigia. La nazionale raccoglie le pere mature, e ovviamente orienta e governa i minutaggi dei giocatori in termini generali, suggerisce e favorisce la mobilità tra le franchigie, talvolta fa fare la voce grossa alla Federazione (a torto o a ragione, positivamente o meno) su trasferimenti, stranieri, ecc. C’è stato un tempo in cui IRFU (meglio, impiegati dell’) mettevano il becco nel come dove chi e quando e i risultati sono stati il peggior momento del rugby irlandese degli ultimi anni, di club e di nazionale. Tutta questa attenzione su 2-4-6-8 partite degli Emergenti mi sembra un po’ come preoccuparsi della porcellana anziché dello stracotto: morti di fame ma col servizio buono in tavola. “Sapesse Contessa, con un servizio così, è veramente un’ingiustizia e pura sfiga che nessuno abbia messo la ciccia nella pentola.”

  11. Ma non potrebbero fare un 6 Nazioni A, come l’u.20? Allora lì fai esordire gli “Eccellenti”, avresti più partite in più città, più promozione, etc,etc… Così difficile?

    1. Ciao ermy…
      come si è già osservato non ci sono gli spazi in calendario: i campionati non si fermano per il 6Ns e se togli alle squadre contemporaneamente le prime scelte, le seconde scelte e pure gli U20, chi fanno scendere in campo? senza contare chi paga gli stipendi…
      al momeno l’unico spazio per le nazionali A è a giugno…
      se arriveranno a spostare il 6N dopo la fine dei campionati (cosa a cui sono contrario, perché a me il 6N mi accorcia l’inverno o mi anticipa la primavera) allora potranno giocare anche quello tra nazionali A, il seven, il beach, il touch, lo snow, l’old…

    2. Ciao Ermy, in passato esisteva già una sorta di torneo ufficioso parallelo delle squadre A, ma non è mai decollato e se ne decise la chiusura (mi pare dopo la definitiva rinuncia da parte della Scozia). Ho ritrovato la cronaca di una vecchia partita tra Italia A e Saxons:
      http://www.repubblica.it/sport/rugby/2011/01/29/news/italia_a_dura_sconfitta_i_saxons_passeggian-11823123/
      Negli anni successivi Saxons e Wolfhounds hanno disputato qualche incontro tra loro, di solito il venerdì che precede la prima giornata del torneo, ma come iniziativa singola tra le due federazioni. Di fatto i costi e lo scarso interesse hanno decretato il destino di quel torneo ufficioso. Dal 2008 invece è attivo il torneo tra nazionali under20 che è diventato il vero e proprio sei nazioni delle seconde squadre, ufficialmente riconosciuto.

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