Le Tre di R1823: netto ko per le Zebre, Calvisano perde ma si prende i bonus. E la nuova vita di BergaMirco

ph. Perchicot

Ecco le tre notizie di cronaca ovale più importanti della giornata. I link rimandano agli articoli pubblicati da R1823 di Duccio Fumero. Queste le news di oggi, cliccate sui titoli per leggerle interamente.

CHALLENGE CUP: ZEBRE, A PAU NON C’E’ STORIA
In Francia netta sconfitta per i bianconeri: Pau vince 42 a 14 e i padroni di casa si metono in tasca il bonus in 35 minuti

CONTINENTAL SHIELD: CALVISANO KO AD HEIDELBERG
I bresciani escono sconfitti dal match d’andata dei playoff, ma conquistano due punti importanti. Vincono i tedeschi per 34-29

RACCONTI OVALI: MIRCO BERGAMASCO, DALL’AZZURRO AL VICENZA
l trequarti ha firmato un contratto con il club che milita in Serie A. Allungando ancora la sua carriera.

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I Bergamasco e la Donna Moderna

Intervista pubblicata sul noto settimanale femminile a Mauro e Mirco
Gli “dèi” passano dallo stadio agli scaffali della libreria. Mauro e Mirco Bergamasco, fratelli rugbisti, famosi lo erano già: titolari rispettivamente delle squadre parigine Stade Francais e Racing Mètro 92, nonché della Nazionale italiana impegnata dal 5 febbraio nel torneo Sei Nazioni, hanno anche posato per il calendario sexy Dieux du Stade. Adesso esordiscono come scrittori (della loro storia) con Andare avanti guardando indietro, edito da Ponte alle Grazie. Per chiacchierare con Mauro il moro, 31 anni, e Mirco il biondo, 27, bisogna sottrarli al placcaggio delle donne in fila per farsi autografare il libro. Come vi sentite a essere veri idoli? Mauro: «Fa parte del gioco. E lo ammetto: alcune volte è bello potere uscire dalla routine degli allenamenti e delle partite». Mirco: «Ogni ‘lavoro” ha i suoi prò e i suoi contro. Questo è senza dubbio un divertentissimo prò». Siete anche considerati sex symbol. Mauro: «Sono opinioni che vanno e vengono. Ci viene da sorridere, non ci saremmo mai aspettati un simile successo…». Oggi il rugbista non è più visto come un “bestione”, ma come un uomo con un lato romantico. Mauro: «Forse è perché finalmente si colgono anche i retroscena di questo sport Si è capito, per esempio, che tra noi la lealtà conta più della violenza». Mirco: «E poi un uomo che gioca a rubgy è uno che guarda al futuro, ma sempre con un occhio al passato, alle gioie e ai dolori, a tutto il bagaglio che si porta dietro, come dice il titolo del nostro libro». Siete fidanzati? Mauro: «Io no». Mirco: «Io sì». Com’è la vostra donna ideale? Mauro: «Eclettica, ironica, capace di adattarsi alle situazioni». Mirco: «L’ho già trovata: è la mia». Da anni vivete in Francia: è vero che le francesi sono le più affascinanti del mondo? Mauro: «Be’, direi che le italiane hanno ben poca concorrenza».

La NFL in aiuto di Bergamirco!

Philippe Doussy, tecnico federale per i calci ed il gioco al piede, è rientrato ieri in Italia dopo uno stage di una settimana negli Stati Uniti nel corso del quale – insieme all’assistente dell’Italdonne Daniele Porrino – il tecnico francese che ha seguito il percorso di sviluppo di Mirco Bergamasco quale piazzatore della Nazionale ha condiviso e scambiato esperienze con Michael Husted, ex kicker dei Tampa Bay Buccaneers, degli Oakland Raiders e dei Kansas City Chiefs ed oggi tecnico specializzato nei calci piazzati, e con l’australiano Mat McBriar, da sette stagioni punter dei Dallas Cowboys.

Abbiamo trascorso una settimana estremamente interessante – ha detto Doussy – studiando il gesto tecnico dei kicker e punter della National Football League per apprendere i principi che sono alla base di queste due situazioni di gioco specifiche e portando in cambio la nostra esperienza nel rugby di alto livello. Scambi di questo genere, confronti con realtà altamente professionistiche come il football NFL, molto importanti per ampliare le nostre conoscenze, sviluppare nuove metodiche e comprendere il lavoro che viene svolto in discipline che fanno della specializzazione estrema un aspetto imprescindibile”.

 

Le interviste possibili: quei fiorellini dei Bergamasco

I due fratelli più bravi e famosi del rugby italiano hanno rilasciato una intervista a Chi. Domade e risposte che fanno emergere un quadro… inconsueto. Eccola:

Con indosso la tuta da lavoro, armati cesoie e innaffiatoio per curare i fiorellini nessuno li aveva visti mai. Mirco e Mauro Bergamasco, i fratelli d’Italia del rugby, stupiscono ancora e dai verdi campi della palla ovale, sono passati (per una volta) agli orticelli. Ci dispiace, ma questa volta non assisterete a un’esibizione di muscoli, come nel celebre calendario dei rugbisti Dieux du stade, per il quale sono stati fotografati in pose statuarie. Mirco e Mauro interpretano due tranquilli giardinieri, forse un po’ sentimentali, alle prese con rose, peonie e amarilli. Certo, fa un po’  effetto vedere due colossi di 90 chili di peso, maneggiare con cura fragili piantine. Invece ci sanno fare per davvero, come svelano a Chi per la serie “Se non fossi…”.
Domanda. Se non foste stati giocatori professionisti, avreste dunque fatto i giardinieri? A voi la palla. Mirco: «Il giardinaggio è sempre stato un hobby, un piacevole passatempo per rilassare la mente. Ma certo la passione per il rugby è sempre stata predominante, arriva da nostro padre Arturo, che è stato prima un campione e poi un tecnico federale».
D. A casa vostra avete piante particolari? Mauro. «Abitiamo a Parigi, Mauro gioca nello Stade Francais, mentre Mirco milita nel Racing Metro 92 e abbiamo un terrazzo con tante piante grasse. Durano di più e non hanno bisogno di particolare manutenzione».
D. Chi dei due ha più il “pollice verde”? Mirco. «Sicuramente Mauro».
D. Da bambini avevate una casa sull’albero? Giocavate nei boschi? Mauro. «Si, insieme ci divertivamo molto. Di solito ci arrampicavamo sugli alberi per poi catapultarci giù. Spesso giocavamo a nasconderci e una volta per trovare più in fretta mio fratello Mirco stavo per combinare un guaio. Si era nascosto dietro un cespuglio e, per scovarlo, ho sfoltito le foglie con una cesoia, portandogli via anche una ciocca di capelli. Per fortuna li aveva lunghi e non si è notata troppo la nuova “sfumatura”».
D. L’uomo forte e muscoloso che cura i fiori, secondo voi è un’immagine che intenerisce oppure che conquista le donne? Mirco. «Può intenerire, ma anche affascinare, se si sa scegliere il fiore giusto al momento giusto».
D. Avete mai curato un giardino come due giardinieri? Mirco. «No. non ci hanno ancora ingaggiato per  questo. Ma non si sa mai».
Mai regalato fiori per amore? Mauro. «Per un compleanno, per la festa della mamma… Eh sì, anche per amore»
D. Il giardiniere “attraente” è un’icona di seduzione nell’immaginario femminile. C’è chi dice che vi trova sexy anche con la tutina da lavoro e le cesoie. Mauro. «Se riusciamo a essere seducenti e sexy in quelle condizioni, possiamo dire di avere un futuro».
D. Qual è il giardino più bello che avete mai visto? In Italia oppure all’estero? In Francia ne esistono di stupendi. Mirco. «Conosciamo meglio quelli francesi, come il Jardin du Luxembourg, il Parc des Butles Chaumont o il Parc Montsouris. A Roma abbiamo visitato i Giardini Vaticani: bellissimi!».
D. In fondo il vostro lavoro quotidiano ha a che fare con i prati. Che cosa sarebbe il rugbv senza un bel prato? Perderebbe il suo fascino? Mirco. «È fondamentale avere un campo da gioco perfetto senza buche, senza zolle rialzate. Grazie ai giardinieri delle società per le quali giochiamo abbiamo sempre dei campi impeccabili. Al contrario sarebbero bruttissimi e pericolosi campi da rugby in terra battuta. Sì, il campo da rugby ha un bel fascino, specialmente durante le partite».
D. Tra una gita romantica in una città oppure in campagna, che cosa scegliereste? Mauro. «Aria aperta e poi uno chalet romantico”.
D. Se a uno dei due nascesse una figlia la chiamereste con il nome di un fiore? Mirco. «Perché no? Ci sono tanti nomi di fiori da donna bellissimi: Jasmine, Viola, Margherita…».
D. A proposito delle prossime partite in azzurro, avete buone chance di vittoria, incrociando le dita? Mauro. «Questa è una bella domanda: non facciamo mai pronostici. Già. incrociamo le

dita e anche i pollici verdi!»