Nel Tinello di Vittorio Munari: in difesa della mischia, per salvare il rugby

Per tornare al più presto in campo e superare l’impasse provocato dalla pandemia di coronavirus, World Rugby vorrebbe introdurre regole che di fatto ci “regalerebbero” uno sport senza mischie, raggruppamenti e contrasti sulle touche. Insomma, una disciplina che non si può chiamare rugby. E i motivi sono soprattutto economici.

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15 pensieri su “Nel Tinello di Vittorio Munari: in difesa della mischia, per salvare il rugby”

  1. Quando Munari parla di rugby ascolto e basta. Quando parla di un vaccino che non può esistere, a detta degli scienziati, mi permetto di dissentire. W il rugby.

  2. Certo che un rugby senza mischie, touches, etc.. non si puo proprio sentire. Poi secondo me la domanda di fondo è: se queste modifiche verranno applicate, si potrà poi tornare indietro? Anche perché se non ci sono più le mischie i piloni non saranno più schierati (estremizzo per carità), mischia composta da 8 terze linee e via… quindi più velocità come piace ai broadcaster e poi chi vorrà poi tornare indietro? Non di certo CVC che ci mette i soldi

    1. Questo è la paura più grande. Solo che a questo punto cvc, o chi per esso, doveva puntare sul rugby a 13, non sul 15.
      A me ad esempio il rugby a 13 non piace proprio. Si tirano di quei placcaggi da squalifica e poi quando il gioco si fa duro (conquista del pallone) si tirano indietro. Ma 10 volte meglio il rugby a 7. Quello è spettacolo ed ha un senso.
      Togliere la mischia e i breakdown equivale ad eliminare il rugby union. Spero che qualcuno si scandalizzi.

    2. Albe stesso timore…aggiungo che se veramente a WR sta a cuore la salvaguardia allora aprtiamo dal fatto che si passano un pallone dopo essersi magari tolti il paradenti per bere, parlare, rifiatare diverse volte a partita.
      Parliamo che nel loro studio menzionano 12 maul a partita e 14 mischie a aprtita di media…le 18o ruck di media a aprtita non sono pero’ considerate altrettanto pericolose nonostante ci siano 4-5-6 giocatori tutti insieme appasionatamente.

      1. Ma infatti è una stupidaggine, con i placcaggi non vengo in contatto? quando rifiato non sono contagioso…a sto punto giochiamolo via zoom e risolviamo.

  3. Provoco, ma sotto sotto sono serio: come ha detto giustamente Munari, il rugby allo stato attuale non si può giocare. Allora, invece di stravolgere regole che porterebbe ad un punto di non ritorno, perché non organizzarci per giocare a touch? Capisco che, rifacendomi al paragone sentito, è come parlare di masturbazione piuttosto che di sesso, ma se l’alternativa è che tutti i campionati (di sicuro quelli minori) non possano partire, allora tanto vale trovare un’alternativa per quest’anno.
    Attenzione, molti rugbisti rabbrividiscono al pensiero perché pensano che il touch sia quello dei tornei di fine stagione con la gente con le parrucche e la birra in mano. Io mi riferisco al touch (non touch rugby!) che in Australia ha più tesserati dell’union e che è uno sport VERO.
    Io ho iniziato a giocarlo otto anni fa e vi posso garantire che a livello atletico duro forse anche di più del seven.
    Consiglio: chi avesse voglia, provi a vedere qualche video su YouTube cercando Touch Football Australia…..

  4. Sono uscite ste 10 regole opzionali per il Covid 19.
    Beh si son messi di buzzo buono a WR per produrre una serie di idee che col covid 19 han quasi zero effetti (come la mischia no contest sarebbe meglio della contest, veramente vogliono raccontare che il “use it” a 3 secondi invece che 5 cambi radicalmente il rischio contagio di gente avvinghiata a terra e mi femro qua) ma hanno attaccato bene quelle fasi tanto odiate dai dirigenti di WR perche’ ritenute “poco spettacolari” e le “barriere” per interessare nuovo pubblico!

    Siamo nelle mani delle singole Unions sperando che non adoddtino nulla tranne al pulire il pallone spesso e divieto di sputare e smoccolarsi sul campo…ci vorrebbe pero’ qualche presidente di Union coraggioso che chiedesse loro evidenze scientifiche di quale diminuzione di rischio contagio si parla passando una ruck da 5 a 3 secondi e che chiamasse il loro gioco di attaccare queste fasi tanto odiate!

    1. Stefo, come la settimana scorsa, il timore condiviso diventa sempre più concreto, per me si sta usando il Covid19 come lasciapassare per inserire tutte quelle idee per velocizzare il gioco, fra cui l eliminazione della mischia (anche perché passando alla mischia no contest, il 90% del lavoro per l eliminazione della mischia è fatto), per far piacere alle TV e attirare pubblico neofita. Capisco la tua speranza ma vista la concomitanza con i soldi che arrivano da CVC (e problemi finanziari delle federazioni) la vedo impossibile che qualche union si ribelli, e lo dico con grande tristezza….
      Per me la la vera misura sarebbe tampone obbligatorio per tutti e 46 i giocatori e staff, da provare ad un massimo di X (48?72?)ore prima della partita…. tutto il resto solo fuffa che non ha niente a che vedere con il virus, neanche il divieto di sputo che tanto correndo sotto sforzo penso che dai di quelle respirate che altro che un metro di distanza di sicurezza….
      Davvero deluso dalle proposte di WR

    2. Nuova Zelanda, Inghilterra e Galles mi pare stiano andando in quella direzione (di dire “no” a WR), almeno in questo primo periodo. Non proprio tre federazioni di scappati di casa.
      Sicuramente WR voleva metter su qualcosa per iniziare a rimodellare cose che “alle tv non piacciono”, e la ripresa post-Covid cascava a pennello. Peccato che come idee facciano cascare braccia e altro. Poi, fossero stati coerenti, dovevano dire che “si può fare max 4 placcaggi a partita a testa, se no poi il rischio di contagio aumenta”.

  5. Chissà perché ho l’impressione che alcune cose che dice Munari siano in risposta a quello che ormai avrò scritto e ripetuto 5 o 10 volte. Primo, la meccanica del gioco a partire dalla mischia sempiterno problema da ben prima della contingente pandemia (transitoria, se per caso diventasse stabile meglio chiudere e dedicarsi ad altro). Se dal rugby sono derivati il league e il football che non la prevedono un motivo c’è, inutile far finta di niente. E il motivo è che appunto la mischia fatta in quel modo veniva vista come un problema e non di sicuro come qualcosa di irrinunciabile. Siccome mi pare che dopo un secolo e oltre (ognuno ha i suoi tempi…) anche il rugby è arrivato a concludere che ci sono effettivamente dei problemi, o non avrebbero fatto nessun tentativo (inutile) di cambiarla negli ultimi 15-20 anni, cerchiamo almeno di definire chiaramente a cosa serve (rimettere la palla in gioco tramite contesa) e quale o quali sono i problemi da correggere (si gira, crolla o resta in stallo finché gira o crolla).
    Se non si trovano soluzioni mantenendone la struttura attuale per me è inevitabile cambiare anche drasticamente questa struttura. A partire dal numero di giocatori coinvolti (meno) fino anche al cambio o all’eliminazione della legatura, partendo proprio dall’esempio delle rimesse laterali che pur mantenendo la contesa della palla non danno i problemi della mischia, e infatti nessuno ne ha mai chiesto la modifica. Semplicemente perché funzionano a sufficienza, al contrario della mischia “ordinata” si fa per dire.

  6. Sul pingback: nessuna meraviglia sull’articolo del Nero, non altrettanto scontato che rugbymeet pubblicasse le parole di Munari e il video dell’intervista. Feroce.

  7. Visto che sulla mischia oggi dice la sua un pezzo da novanta https://www.onrugby.it/2020/06/04/eddie-jones-lancia-lallarme-il-rugby-sta-diventando-troppo-simile-al-football-americano
    mi permetto di replicare. Mi pare azzecchi la diagnosi ma non la cura: il problema della mischia sono si i reset, ma pure se finisce con un fallo e un calcio di punizione. Se occorrono 2 minuti per rimettere in gioco la palla, e alla fine pure con una punizione è ovvio che molti si chiedano a cosa serve se non funziona. Quindi bisogna riuscire a farla funzionare, e non si ottiene certo vietando di calciare fra i pali la punizione che ne deriva. Per funzionare intendo che non crolli o giri e che la palla esca rapidamente. E forse la cosa più importante che nessuno cita mai: che si veda quello che succede. Che secondo me quello che il pubblico odia di più è proprio quello: non si vede nulla. “Movimentare il tutto” come dice Jones per me significa quello. E penso che ci si possa riuscire abbastanza facilmente, anche se la statistica delle mischie riuscite al primo colpo deve migliorare parecchio, allo stesso livello delle rimesse laterali. A occhio adesso il 75-80% falliscono (in Italia pure di più), mentre come detto le rimesse laterali riescono al primo colpo all’80% e più.
    Per il resto che dice non riesco a capire il perché limitare le riserve a 6, quindi con giocatori più affaticati, dovrebbe favorire il gioco alla mano nel finale. Sarà un limite mio, si vede che bisogna essere stanchi per giocare alla mano. Per me è il contrario, quindi le sostituzioni sarebbero da aumentare anzi liberalizzare, 30 giocatori in tutto che entrano ed escono liberamente, e alla fine puoi mettere qualche trequarti meno stanco. Questa è la cosa che non solo il rugby ma tutti gli sport “all’inglese” dovrebbero copiare dagli sport “all’americana”, oltre naturalmente il tempo di gioco effettivo. Ma va bene così, non bisogna pretendere troppo. Se risolvono la mischia è già più di quello che mi aspetto.

  8. Comunque un prossimo Tinello di Munari glielo chiederei in toto sul Top12 (lui più che mai parte “interessata”), partendo da queste nuove regole circa l’utilizzo degli stanieri…

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