L’Angolo del Vile – Il Sei Nazioni è un bancomat per ricchi, ma non sappiamo sfruttarlo

Male che vada quest’anno l’Italia si porterà a a casa 17 milioni di sterline dal torneo, una cifra poi non così lontana dai 20-21 milioni che vanno al vincitore. In due decadi ci è cascata addosso una valanga di banconote. Eppure…

Oggi sarò davvero velocissimo. Fuori i numeri:

Inghilterra: 19 milioni di sterline garantiti
Francia: 18,5 milioni di sterline garantiti
Irlanda: 15,6 milioni di sterline garantiti
Scozia: 15,6 milioni di sterline garantiti
Galles: 15,6 milioni di sterline garantiti
Italia: 15,6 milioni di sterline garantiti
Squadra che vince il torneo con Grande Slam: 5,5 milioni di sterline
Squadra che vince torneo ma senza Grande Slam: 4,5 milioni di sterline
Squadra seconda classificata: 3,3 milioni di sterline*
Squadra terza classificata: 2,3 milioni di sterline*
Squadra quarta classificata: 1,8 milioni di sterline*
Squadra quinta classificata: 1,3 milioni di sterline*
Squadra sesta classificata: 800mila sterline*
*in caso di vittoria del torneo senza Grande Slam le squadre classificate tra la 2a e la 6a posizione hanno un bonus di 200mila sterline in più

Che cosa sono questi numeri? I premi previsti per per tutte le squadre partecipanti al Sei Nazioni 2018. Certo che se li confrontiamo a certi tornei di calcio o ai tre grandi sport professionistici statunitensi possono sembrare briciole ma in realtà sono un sacco di soldi, da qualunque parte la si guardi. Perché ad essere fuori target non è il Sei Nazioni, ma la NFL, l’NBA o la Champions League.
L’Italia chiuderà ultima anche quest’anno e si porterà comunque a casa circa 17 milioni di sterline, che non sono poi lontanissime dai 21 milioni (in caso di Grande Slam) o 20 (se a Twickenham sabato pomeriggio il XV in maglia verde verrà battuto dall’Inghilterra) che incasserà l’Irlanda vincitrice del torneo. Tanti soldi.
Queste sono le cifre di quest’anno, ma nelle edizioni passate non erano poi molto più basse, e comunque la differenza di incassi delle singole federazioni erano più o meno quelle.
L’Italia è nel Sei Nazioni dal 2000, questa è la sua 19a partecipazione: i calcoli fateli voi. Al netto del valore del cambio (che comunque verso la sterlina è stato praticamente sempre estremamente favorevole per noi, immediata dopo Brexit a parte) quanti soldi sono entrati nelle casse della FIR? Una valanga. Come sono state spesi? A fronte degli investimenti fatti che cosa abbiamo ottenuto in quasi 20 (venti) anni?
Ci sono movimenti che queste cifre se le possono solo sognare, e mi sto limitando al solo Sei Nazioni. Eppure.
I soldi non sono tutto e non garantiscono nulla di per sé (noi volendo ne siamo un esempio lampante) ma chissà perché la cosa non mi consola affatto. Ma forse sono solo una brutta persona, un disfattista. Sarà così.

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20 pensieri su “L’Angolo del Vile – Il Sei Nazioni è un bancomat per ricchi, ma non sappiamo sfruttarlo”

  1. I soldi hanno garantito stipendi, posizioni e tanti hanno giocato a fare i rugbisti pro in un mondo che di pro non aveva proprio nulla

  2. Verrà il giorno del giudizio e chiederanno “con tutti quei soldi avete sviluppato il settore giovanile? Oppure il rugby pro? Avete lanciato il Sevens? Avete sviluppato il rugby femminile? Avete costruito uno o più stadi per il rugby?”
    Questa è l’Italia. Ci sarebbe stato da stupirsi se le cose fossero andate altrimenti. Il che non vuol dire che le balle non mi girino. Non è tanto per il campo, ma per cose come queste che a volte credo proprio che il famoso “Italiani no buoni per rugby” di Mallett sia molto vero.

  3. Paolo tu sbagli proprio il termine : “investimenti”…quali investimenti?
    Significato di investimento:”In economia per investimento si intende l’attività finanziaria di un soggetto economico detto investitore atta all’incremento di beni capitali e l’acquisizione o creazione di nuove risorse da usare nel processo produttivo al fine ultimo di ottenere un maggior profitto futuro o incrementare la propria soddisfazione personale”
    Beh…io di investimenti in questi ultimi 19 anni ne ho visti ben pochi…forse solo negli ultimi due…

  4. Bravissimo a tirare fuori le cifre, che se moltiplicate per gli anni di partecipazione al 6n sono una valanga di soldi, utilizzati in malomodo per un movimento che invece di crescere è assoluitamente involuto. La cosa che fa preoccupare è che facciamo anche gli schizzinosi quando ci indicano la porta d’uscita.

  5. Pienamente d’accodo con Mr Ian…..anche se per poter dare un opinione a tutto tondo (o meglio a tutto ovale) occorrerebbe avere piena conoscenza dei bilanci della FIR (già so che in tal senso ci sono grossi problemi).

  6. Giusto. Ma a nessuno interessa se Ascione o Chekkinato o il presidente falliscono i loro obbiettivi per anni. Ora hanno in Cos una spalla politicamente versatile molto versatile tanto quanto incapace sul campo per cui non molleranno mai nemmeno davanti alla vergogna.

  7. Si potrebbero scrivere migliaia di parole, ma i risultati sono lì a riflettere la crescita del movimento rugbistico italiano in 18 e passa anni di 6N. E se 18 e passa anni vi sembrano pochi…

  8. Senza essere disfattista: sono stati spesi male. Forse non tutti,forse non ogni anno ,ma vedendo la situazione attuale è’ ovvio che sono stati spesi s cazzo di cane.
    Personalmente sono convinto che da due anni a sta parte quei soldi li sono a finanziare un progetto,una via,per l’intero movimento .
    Adesso bisogna continuare su questa strada. Non ci sono alternative

    1. Però tipico approccio italico: ci si rimbocca le maniche e si inizia a fare le cose con un criterio quando vedi i conti in rosso e non hai altre opzioni. Programmazione, questa sconosciuta ai nostri dirigenti…

  9. Bruciare dal 2010 8 milioni di euro l’anno in franchigie che fingevano di essere private ad esempio è un buon punto di partenza per capirlo.. discorso forse diverso da quando c’è O’Shea ma prima….

  10. Vorrei davvero fare due chiacchiere coi revisori dei conti della Fir… Oltre con chi dovrebbe licenziare un po’ di gente in tronco per disarmante e manifesta incapacità nella gestione di un mucchio di quattrini

  11. La cosa che dovrebbe far riflettere parlando di investimenti, è la storia dei CDFP, che nella prima fase nacquero come funghi, non entro nel merito della loro efficacia, io ero favorevole con i se e con i ma, salvo poi dopo cinque anni essere drasticamente ridotto perché non economicamente supportabili. Ma mi chiedo io, perché chiudere in sistema quando si è nella fase dove si dovrebbero vedere i risultati? Perché non continuare per altri due e tre anni e poi valutare in maniera precisa? Così ovviamente passa per un investimento sbagliato , stoppato nella fase dove si dovevano raccogliere i frutti, che bene o male qualcosa si sta vedendo..

    1. ti dico la mia? senza poterti dare dati certi, sia chiaro, in quanto è una supposizione/constatazione personale: la struttura era sovradimensionata per gli obbiettivi produttivi che si poneva e, di conseguenza, troppo costosa, quando ci si è trovati a dover tagliare, dato che erano finiti i liquidi, si è tagliato il surplus tenendo solo quello che fruttava; come se per un’azienda costruissi tre linee di produzione e 10 magazzini, quando te ne bastano 2 linee e 5 magazzini, finiti i dindi, prima cosa che fai vendi i 5 capannoni in più, vediamo tra quanto smontiamo la linea produttiva in eccasso

      1. Secondo me andrebbero visti anche i costi a sostegno dei vari CDFP creati nelle varie zone d Italia, che poi sono strutture federali che si sono appoggiati a strutture di club che già esistevano, costruendo magari a supporto qualche impianto o campo…ma si dovrebbe andare a vedere quanti campi sono stati costruiti, era necessario costruirli? Si parla di soldi spesi, ma nello specifico mai nessuno ha detto dove e come sono stati spesi…

  12. …..probabilmente non c’erano frutti da raccogliere a sufficienza per giustificare tali spese.
    Un grande problema che emerge con estrema chiarezza, si è gestita la cosa da dilettanti mentre occorreva affidare il timone in mani esperte
    Sia chiaro tante cose è possibile farle solo perché la maggioranza ha un proprio tornaconto personale per la cura del proprio orticello…..

  13. sono d’accordo con il primo commento di Mr Ian e quello di Daniele perché assolutamente correlati. Potrebbero apparire facili commenti ma qualsiasi ragionamento si segua i fatti si intersecano portandoti allo stesso punto sinteticamente riportati.

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