Derby celtico e trend del 2017 sul palco del Tinello di Vittorio Munari

L’ultimo appuntamento di quest’anno con questa rubrica parte dalla prima delle due sfide ravvicinate tra Benetton Treviso e Zebre ma si allarga poi a un discorso più ampio su cosa ci lascia in eredità il 2017 che va chiudendosi, tra un rugby sempre più fisico e abrasivo, il problema concussion e una regola sul fuorigioco che fa discutere.
Palla a Vittorio…

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15 pensieri su “Derby celtico e trend del 2017 sul palco del Tinello di Vittorio Munari”

  1. Il problema dell’arbitraggio è grosso, quasi quanto quello della concussion, basta vedere anche solo come si giudicano adesso placcaggi in aria o placcaggi alti, una cosa su cui doveva esserci unione di intenti (ditelo a Reynal e Garces per esempio), e in questa situazioni ci sguazzano le squadre che da più o meno tempo riescono a giocare nelle pieghe del regolamento o al limite (a volte oltre), meno le squadre meno “furbe”. Peccato che il rugby board se ne accorge solo quando una squadra come la nostra mette in imbarazzo gli inglesi.
    Al di là della vena polemica, speriamo davvero si faccia qualcosa, anche solo semplificare alcune regole, non è sempre vero (anzi) che fare una regola in più aiuti a rendere la situazione più chiara e semplice.
    Io temo tanto che al 6N vedremo 15 partite molto molto diverse…

    1. più che grosso direi enorme
      considerando che l’arbitraggio non era abbastanza chiaro già prima con i giocatori che si tuffavano oltre il raggruppamento per pulire e siccome l’avversario non contestava per gli arbitri (Nigel in testa) andava bene
      a parer mio il problema più grosso è che le direttive World Rugby in tema di arbitraggio siano gestite a mezzo circolare, non ci sia un vero e proprio allenamento per gli arbitri
      Continuando il discorso di Munari sui giocatori e rapportandolo agli arbitri direi che è più che necessario che anche questi ultimi siano considerati e valutati come professionisti e di conseguenza siano anche allenati e preparati adeguatamente

  2. Per una volta, concordo con il Sor Munari, su tutto quello che ha detto; il giorno che prenderò il potere assoluto eliminerò il Basketball e il Volleyball (intanto, personalmente, non sopporto nessuno dei due!!), così eliminerò il problema degli alti dal Rugby italiano. 😀
    P.s.
    Nel pezzo c’ è un lapsus, fuorviante, di Paolo (lo scrivo non per far risaltare l’ errore, ma per evitare che qualcuno pianifichi la trasferta a Parma nel giorno sbagliato!!! 🙂 ), il derby di ritorno sarà il 30 e non il 27.

    1. beh una cosa è chiara : le zebre hanno vinto contro l’ulster perchè quest’ultimo faceva pena.

      una bella iniezione di fiducia non c’è che dire.

      1. Non solo..dicono che è sempre così, dato di fatto mi pare l’abbia chiamato..
        E io che pensavo che chissà magari proprio in quel giorno sei stato solo più bravo..
        Vai (di) velenoooo!!!!!

  3. In una cosa ha sacrosanto ragione il sig. Vittorio: se tutti stiamo in piedi nelle ruck, si occupano di conseguenza molto più spazi e il tutto si riduce ad autoscontri e su chi è più grosso….non va bene. Le concussion invece è un problema grosso ed addirittura crescente in maniera preoccupante, io vedo gran poche soluzioni…e non avete idea quanto ci stia male a vedere i giocatori uscire intontiti con le gambe molli.

  4. sarà un’idea stupida, ma per evitare la maggior parte delle concussion, che spesso si verificano negli scontri volanti tra giocatori che cacciano l’up&under, basterebbe impedire ai giocatori di saltare per ricevere il pallone….non capisco infatti perchè se è sacrosanto che non si placchi il giocatore che non ha gli appoggi a terra, non debba essere altrettanto vietato scontrarsi per aria a 30 all’ora…sarà spettacolare ma è pericoloso più di certi placcaggi sanzionati col rosso (penso all’ultimo di Minto).

    1. altey73….se i giocatori non saltassero per prendere il pallone (sapendo che le regole li “tutelano”) si avrebbe come minino una concussion a partita, garantito! Anzi si potrebbe creare una specie di caccia all’uomo. Hai mai visto alcune partite degli anni ’80 dove l’estremo o l’ala sono fermi lì ad aspettare il pallone calciato in Up&Under (alcuni con la faccia terrorizzata…me li ricordo benissimo) con gli avversari che ti arrivano adosso? Pensa una situazione del genere ma con i fisici di oggi…..un mezzo morto a partita, garantito.
      ps ho ancora indelebile al Battaglini un Naas Botha fermo sulla linea dell’out ad aspettare un calcio alto e Mauro Gardin che lo ha letteralmente schiacciato! Il Sudafricano un grande che non si è minimamente spostato e preso la palla ma gli sia leggeva chiaro in faccia che pensava…..ma vaffanculo guarda che treno che mi sta arrivando addosso!!!!

      1. giocavo ala e ho in mente quello che dici …tuttavia a me sembra sempre meno pericoloso beccarsi il treno lanciato (che comunque puoi tentare di schivare) che cadere da due metri e mezzo…io, da modesto giocatore, piuttosto che contendere al volo aspettavo che il mio avversario avesse i piedi a terra per placcarlo, cosa che mi riusciva spesso…magari rallentando la corsa per non arrivare all’impatto in anticipo… per questo non sono convinto che sia più pericoloso che mettersi a volteggiare con ginocchia chiuse e robe simili…comunque se proprio non ti fidi, alla regola aggiungiamo che la palla deve rimbalzare una volta 🙂

  5. Sarà impressione mia, ma di autoscontri non ne vedo così tanti, tranne forse chi c’è l ha nel DNA, ed anche in quel caso il Sud Africa ha provato, con poco successo, a cambiare stile di gioco…io invece vedo linee di corsa e gioco d attacco sempre più simile al League, tanta velocità ed avanti che iniziano ad affinarsi tecnicamente, di conseguenza si alza il ritmo e stare dietro a questo gioco per gli italiani diventa più difficile

    1. Il gioco è effettivamente più veloce, proprio perché i raggruppamenti a terra sono contestati sempre meno e Si preferisce la rushed defence per mangiare terreno a chi ha il possesso e quindi via di seconda terza e quarta linea d’attacco e 1331
      Sono discorsi concatenati e cmq autiscontri ancora se ne vedono anche se meno rispetto al pre 2015

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