Simone Favaro, Vittorio Munari e un Tinello: l’aperitivo del nuovo Grillotalpa

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Simone Favaro con la maglia della nazionale (ph. Marco Turchetto – Rugbytoitaly)

No, non sono impazzito, la riapertura ufficiale di questo blog rimane fissata per settimana prossima, per quel martedì 17 gennaio già stabilito e annunciato. Però io volevo farvi un piccolo regalo e visto che in tanti mi hanno chiesto se Vittorio Munari sarebbe stato della partita anche questa volta…
Bene, Vittorio vestirà ancora la maglia del Grillotalpa e insieme abbiamo deciso di fare una sorta di antipasto/aperitivo: qualche minuto per parlare dell’uomo-simbolo della nazionale azzurra. Meglio, del rugby italiano. Il giocatore più amato dai tifosi e che ha scalzato nell’immaginario collettivo di questo pezzo di Ovalia un mostro sacro come Martin Castrogiovanni. Un esemplare di vero grillotalpa (mica come me…) che in tanti ci invidiano: quel Simone Favaro che proprio Vittorio Munari conosce sin da quando era ragazzino.
Che l’aperitivo venga servito: kick off!

L’esonero di Mallett? Solo chiacchiere… Parola di Parisse

”L’esonero di Mallett? Solo chiacchiere. La squadra e’ con lui nella mischia siamo i migliori al mondo, siamo una squadra coraggiosa, con tanto cuore”. Così Sergio Parisse, capitano della nazionale italiana, si confida sul numero di Max in edicola da giovedi’ 3 febbraio.
”Piu’ dell’aspetto tattico, la carta vincente di Mallett e’ il rapporto con noi – prosegue – e’ uno che si preoccupa per te, ogni giorno”.
Dei fratelli Bergamasco dice:”con la loro immagine ci sanno fare: amano la visibilita’. Io non prenderei mai un aereo il mio giorno libero per andare in tv da Chiambretti”.
Niente piu’ calendari per Parisse: ”Col nudo ho chiuso. e pure con sbronze e notti balorde. Il tempo e’ scaduto. Non sono uno che si va a cercare i guai, ma se c’e’ da fare a pugni non mi tiro indietro”.
Infine le paure? ”Ho un incubo ricorrente – conclude – sogno spesso di farmi male e di non tornare lo stesso”.

Signori e signori, il Sei Nazioni. A presentarlo capitan Parisse!

Dal sito della FIR

Un mese alla prima giornata dell’RBS 6 Nazioni che sabato 5 febbraio, allo Stadio Flaminio di Roma, metterà l’Italrugby di Nick Mallett di fronte all’Irlanda nella sfida che apre l’anno dei Mondiali: un match, quello del mese prossimo, dai molteplici significati.

Perché il 5 febbraio del 2000 l’Italia, sempre al Flaminio, faceva il proprio esordio assoluto nel 6 Nazioni battendo la Scozia e perché contro l’Irlanda gli Azzurri torneranno a sfidarsi dieci mesi dopo a Dunedin, in Nuova Zelanda, nella partita che potrebbe valere la qualificazione ai quarti di finale iridati.

 

Per Sergio Parisse il 2011 coincide con la quarta stagione da capitano dell’Italia e il numero otto dello Stade Francais è consapevole dell’importanza dell’anno che aspetta lui e tutto il gruppo Azzurro.

Sergio, cosa si aspetta dal 2011 dell’Italrugby?
“E’ un anno molto importante, non solo perché inizia con un Torneo speciale come il Sei Nazioni ma anche perché segna il ritorno della Coppa del Mondo, una competizione dove l’Italia andrà con tanta ambizione e voglia di ben figurare. Ma i Mondiali sono lontani, e per noi è importante iniziare l’anno nel migliore dei modi con il 6 Nazioni. Di certo vogliamo migliorare rispetto al 2010”.

Si apre con l’Irlanda in casa, poi arriveranno altri due match interni nel Torneo contro Galles (26 febbraio) e Francia (12 marzo). Obiettivi dichiarati?
“Tre gare interne ci danno la possibilità di giocare con frequenza davanti al nostro pubblico: vogliamo chiudere il torneo con tanta confidenza e soprattutto con delle vittorie che ci facciano approcciare con fiducia il resto della stagione. L’Italia non è la squadra più forte del 6 Nazioni, ma ha tutto quello che serve per mettere in difficoltà tutti gli avversari”.

Dov’è che l’Italia deve migliorare rispetto ai Cariparma Test Match del novembre scorso? Cosa le è piaciuto e dove dovete progredire?
“Novembre è iniziato un po’ sottotono a Verona con l’Argentina: loro hanno segnato sull’unica palla di recupero del match, noi anche per colpa mia non siamo riusciti a finalizzare un paio di azioni. Contro l’Australia siamo cresciuti soprattutto per quanto riguarda il gioco d’attacco e credo che in mediana Gori ed Orquera abbiano trovato subito un’ottima intesa. Credo che il risultato contro l’Australia sia stato un po’ troppo pensate per quello che abbiamo fatto vedere, mentre abbiamo finito con una vittoria importante contro le Fiji. Sofferta, come tutte le nostre vittorie, ma non per questo meno significativa”.

Edoardo Gori è stato la sorpresa dell’autunno azzurro…
“Una delle note positive di novembre, senza dubbio. E’ un mediano di mischia giovane, ma ha giocato due ottime partite e si è integrato bene nel gruppo. Mi auguro che trovi continuità e continui a lavorare per migliorare il proprio rugby”.

Novembre è coinciso anche con l’arrivo di Omar Mouneimne, il responsabile dei punti d’incontro che proseguirà il proprio impegno con la FIR anche al 6 Nazioni e ai Mondiali. Cosa ha portato l’ex tecnico di Stormers e Western Province?
“Credo abbia accresciuto ulteriormente la nostra efficacia difensiva, come del resto è stato evidente a novembre: è un allenatore molto competente e la sua proposta tecnica per quanto riguarda placcaggi e difesa è molto interessante. Con lui la FIR ha fatto un ottimo investimento in prospettiva Sei Nazioni e Rugby World Cup”.

Sistemata la difesa, crede ci sia da lavorare maggiormente in attacco?
“L’ho già detto, lo ribadisco: il sistema d’attacco che adottiamo è valido, quello che deve migliorare è il cinismo di noi giocatori e la nostra capacità di fare la differenza nelle occasioni da meta. Contro l’Australia abbiamo prodotto moltissimo, creato molte fasi offensive, ma non siamo stati capaci di concretizzarle. La sola differenza tra noi e le grandissime squadre, oggi, è questa”.

Chi vede favorita per il 6 Nazioni 2011?
“Ogni anno il Torneo è più equilibrato ma Francia, Inghilterra e Irlanda sono, non necessariamente in quest’ordine, le favorite. La Francia viene da mesi difficili, ma è Campione in carica e vorrà rifarsi. L’Irlanda non ha brillato a novembre ma è una squadra solida, molto esperta, che sta introducendo giovani di valore in un gruppo consolidato. La Scozia ha battuto il Sudafrica a novembre e l’Argentina due volte in estate, è la squadra del 6 Nazioni che abbiamo battuto con maggior frequenza e come noi è in crescita. Il Galles, anche guardando i risultati delle franchigie in Magners League e Heineken Cup, è forse la Nazione in maggiore difficoltà tra quelle che affronteremo. Noi esordiamo al Flaminio con l’Irlanda, sarà subito un match decisivo per capire quali e quante sono le differenze tra noi e loro, dove possiamo metterli in difficoltà anche in vista della partita di Dunedin di ottobre, dove ci giocheremo il passaggio ai quarti”.

A settembre ed ottobre, invece, sarà la volta dei Mondiali che tornano in Nuova Zelanda dopo quasi un quarto di secolo. All Blacks favoriti d’obbligo?
“Le tre favorite sono le squadre dell’Emisfero Sud senza dubbio. Nuova Zelanda, Australia e Sudafrica, con gli All Blacks che avranno addosso la pressione derivante dal giocare in casa ma anche la voglia di riscattare le delusioni delle ultime rassegne iridate. Sicuramente loro sono i grandi favoriti, con Australia e Springboks che raggiungeranno per certo la semifinale. Tra le europee, credo che le uniche due squadre in grado di ambire ad un posto sul podio siano Francia ed Inghilterra ma penso che la Coppa rimarrà nell’Emisfero Sud”.

Tra un mese esatto scenderà in campo al Flaminio per sfidare l’Irlanda. Una richiesta al pubblico?
“In casa abbiamo sempre un grande tifo, penso sia molto bello per noi giocatori e rappresenti anche una grande responsabilità nei confronti delle decine di migliaia di persone che credono in noi. Ci aspetta un anno impegnativo, abbiamo bisogno del loro sostegno e faremo di tutto per ripagarli con più soddisfazioni possibile”.