Rugby, solidarietà e musica: i Gomma ricordano Maria Paola e scendono in mischia per lei

Una ragazza di Caserta innamorata del rugby che non ce l’ha fatta a sconfiggere l’anoressia. Era il 2013. Ilaria la conosceva, a quei tempi era una ragazzina, ma ora che fa la cantante ricorda quella tragica storia. Con un microfono e una palla ovale in mano.

Chi si ricorda di Maria Paola Rauso? Il 9 gennaio 2013 questa ragazza di 18 anni che giocava nel Rugby Clan di Santa Maria Capua Vetere, nel casertano, perse la sua battaglia contro l’anoressia. Una di quelle storie che ti lasciano senza fiato e senza parole. L’allora vicepresidente e responsabile del settore femminile della società campana, Vincenzo Paolisso, parlò così: “È una notizia terribile, era una ragazza solare e tutti le volevano bene. Soffriva da un anno di questo disturbo dell’alimentazione ma negli ultimi tempi sembrava aver fatto dei progressi, piccoli passi avanti. Era molto giovane, purtroppo non abbiamo capito fino in fondo il suo dramma. Forse non siamo riusciti a darle ciò che si aspettava”.

In questo 9 gennaio 2019 – esattamente sei anni dopo quella tragedia – una rock band di Caserta pubblica “Tamburo”, nuovo singolo del disco in uscita il 25 di questo mese (“Sacrosanto”) e che parla di quella storia. Loro sono giovanissimi (e davvero bravi: tra i migliori gruppi in circolazione in Italia, per quello che conta la mia opinione) ma Ilaria, la cantante, conosceva Maria Paola e in questo brano parla di quella storia che tanto l’ha colpita.
Tutti i ricavi derivanti da questa canzone andranno all’Associazione Onlus EMMEPI4EVER, nata subito dopo la scomparsa di Maria Paola e che si occupa di sostenere le persone affette da disturbi del comportamento alimentare e le loro famiglie.
Vi propongo il video di “Tamburo” che ha per protagonista anche una palla ovale.

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Rugby in Ospedale: una palla ovale tra le corsie, per aiutare e far sorridere i più piccoli

Dopo una giornata di stop per colpa di problemi informatici si torna in pista con la segnalazione di un evento che vede il rugby correre in sostegno dei bambini meno fortunati. In prima fila gli atleti della nazionale di rugby a 7. Una giornata (il prossimo 30 maggio) organizzata dalla ASD Rugby Portatori di Sorrisi che è solo la punta dell’iceberg di un impegno ben più ampio.
Di seguito il comunicato stampa e le info:

Il 30 maggio, alle ore 16.00,  l’Hospice Pediatrico di Padova ospiterà alcuni atleti rugbysti nazionali e altri atleti delle società della Provincia di Padova, che verranno a salutare i piccoli pazienti seguiti dal Centro e a supportare le attività della Associazione “L’Isola che c’è”. Sarà un pomeriggio di gioco e di racconti, uno spazio per sognare e trascorrere delle ore in allegria.

Si tratta di una delle iniziative del progetto “Rugby in Ospedale”, promosso dalla ASD Rugby Portatori di Sorrisi.

L’Hospice Pediatrico dell’Azienda Ospedaliera di Padova, è Centro di riferimento per tutta la Regione Veneto nell’ambito delle cure palliative e la terapia del dolore nel bambino. Il Centro, primo in Italia, si occupa della presa in carico di bambini con malattie inguaribili e le loro famiglie, collaborando con la rete dei servizi territoriali sanitari, sociali e scolastici. L’equipe multiprofessionale del Centro, composta da medici, infermieri, psicologi, medici fisiatri e fisioterapisti, assiste e accompagna il bambino e la sua famiglia a domicilio, in hospice ed in ambiente ospedaliero, in tutte le fasi della malattia.

I bambini seguiti dal Centro sono affetti da diversi tipi di malattie: neuromuscolari, neurologiche, cardiologiche, metaboliche, oncologiche e altre malattie rare. Tutte queste malattie hanno in comune il fatto di non poter essere guaribili. Anche quando non si può guarire, però, si può curare e c’è ancora tanto da fare. E curare significa prendersi cura di tutta quella vita che ancora c’è, anche nella malattia.

Lo sport può rientrare a pieno titolo in tutte quelle attività che aiutano a prendersi cura, a trovare (o ritrovare) uno spazio di crescita e di sviluppo, un modo per favorire la trasmissione di valori positivi e di un senso di competenza e di autoefficacia. Far incontrare gli atleti di rugby con i bambini seguiti dal Centro e con i loro fratelli assume quindi anche la valenza di un incontro fra due mondi che hanno molto su cui dialogare, uno scambio ed una opportunità per crescere e riconoscersi nei valori che il rugby trasmette (sostegno, rispetto, coraggio, altruismo, divertimento) e che molto hanno in comune con il tema della vita e della malattia.

L’Hospice Pediatrico è sostenuto  da “L’isola che c’è”, associazione di promozione sociale nata nel marzo del 2011 dall’iniziativa di un gruppo di genitori i cui bambini affetti da malattie inguaribili sono seguiti o lo sono stati in passato, dall’Hospice Pediatrico di Padova. Lo scopo dell’Associazione è di sostenere i bambini e le loro famiglie e di supportare le attività del reparto stesso, attraverso eventi di informazione e sensibilizzazione, progetti di sostegno psicologico, fisioterapico, educativo e pedagogico, sostegno alla formazione del personale del reparto, raccolte fondi da destinare alla realizzazione dei vari progetti e per rispondere a bisogni specifici.

Durante il pomeriggio del 30 maggio i fondi raccolti  dalla ASD Rugby Portatori di Sorrisi verranno devoluti all’Associazione L’Isola che c’è per sostenere le attività del reparto.

Dichiarazione di Orazio Arancio, Responsabile Settore Seven della Federazione Italiana Rugby
Consigliere Nazionale CONI
“L’Italseven è felice di aderire a Rugby in Ospedale un progetto legato ai nostri stessi principi sportivi di impegno e sostegno – ha sottolineato Orazio Arancio  – In rappresentanza della Nazionale Italiana Rugby Seven porteremo i nostri valori di famiglia, unione, gioco e serenità nella visita all’Hospice Pediatrico.

Nel gioco del rugby c’è sempre qualcosa che si può fare ed in campo non siamo mai soli, possiamo affidarci al sostegno dei compagni di squadra, è questo ciò che cercheremo di portare ai bambini ed alle loro famiglie insieme alla nostra energia ed al sorriso, qualità che sempre ci accompagnano”.

Per informazioni:
ASD Rugby Portatori di Sorrisi
rugbyinospedale@gmail.com

Milano va in sostegno: un torneo per aiutare i Briganti di Librino

“La nostra Club House non esiste più. Un incendio doloso appiccato stanotte l’ha completamente distrutta. Sono andati perduti dieci anni di ricordi, trofei, l’intero patrimonio della Librineria, tantissimi cimeli accumulati in questi anni, il materiale tecnico e medicale, la cucina, tutto, tutto distrutto dall’incendio”.
Ricordate? Lo scorso 11 gennaio il club di Catania annunciava a tutti che la propria club house era stata distrutta da un incendio doloso. Un segnale contro un gruppo di ragazzi che attraverso la palla ovale da anni stanno facendo tantissimo in uno dei quartieri più complicati di Catania. Loro risposero da rugbisti, ovviamente: tirandosi su le maniche e mettendosi a lavorare per sistemare tutto nel più breve tempo possibile, aiutati da tanti appassionati e società del nostro movimento.
Qualche giorno fa la club house è stata riaperta, ma la solidarietà non si ferma. Sabato prossimo a Milano si terrà un torneo che raccoglierà fondi per i Briganti. Dettaglio non secondario: il torneo si terrà in un centro sportivo “vittima” tempo fa di un incendio doloso di stampo ndranghetistico.
Il comunicato stampa con tutte le info:

Sabato 24 Marzo 2018, a partire dalle ore 13.00, presso il campo sportivo Ripamonti (Via Iseo,4 – Milano) si terrà il torneo “SOCIAL LOVERS” (rugby Old maschile e Femminile) organizzato dagli “OldLovers Milano Rugby” & “LadyLovers Milano Rugby”.
Quest’anno il torneo “Social Lovers” si pone come obiettivo una raccolta fondi da destinare agli amici rugbysti “Briganti di Librino” di Catania.
A Gennaio un incendio doloso ha distrutto la loro Club House dove sono andati completamente perduti dieci anni di ricordi, trofei, l’intero patrimonio della Librineria, tantissimi cimeli accumulati in questi anni, il materiale tecnico e medicale, la cucina.
Questa iniziativa ripercorre i valori tipici del mondo ovale, in cui il sostegno è una parte
essenziale del gioco. Un gesto importante di fratellanza legato al fatto che anche il Centro
Sportivo Ripamonti di Via Iseo, luogo di sport e socialità, ha subito la stessa offesa solo
pochi anni fa diventando di fatto un simbolo della lotta di Milano all’illegalità.
Al torneo si applicano le regole del “Golden Oldies Rugby”.Lo spirito non competitivo della pratica di tale attività è enfatizzato e riassunto nel motto internazionalmente
riconosciuto: “Divertimento, Amicizia, Fraternità” (Fun, Friendship, Fraternity).
“Rugbylja magazine” è media partner ufficiale dell’evento “Social Lovers”.
OldLovers Milano Rugby e LadyLovers Milano Rugby sono squadre affiliate alla
società Amatori & Union Rugby Milano.

Il rugby, Bologna, il calcio e un’occasione da ripensare per placcare il terremoto

Paolo Mulazzi per Qui Modena

Dici Emilia-Romagna e dici una delle regioni più importanti a livello rugbystico, sia come numero di praticanti che a livello di storia. Quella storia che racconta di Bologna come
una delle culle del rugby italiano: era il 1928. Se dici Emilia-Romagna, la storia di oggi fa venire in mente, per prima cosa, il sisma del maggio scorso. Il rugby, nella figura della Fir e del suo presidente emiliano, il parmigiano Giancarlo Dondi, si mobilitò subito stanziando 50.000 euro e istituendo altresì un conto corrente dedicato presso lo sponsor azzurro Cariparma per chiunque volesse contribuire. E qui entra in gioco di nuovo Bologna. Prima che si verificasse la tragedia, la Fir aveva designato lo stadio Dall’Ara quale sede del Cariparma test match tra Italia ed Australia del 24 novembre. E qualora chi di dovere avesse dato conferma per il Dall’Ara, la Fir avrebbe provveduto a versare una quota dell’incasso a favore dei terremotati. Ma come spesso capita sul suolo italico, la palla tonda si mette di traverso ed il Bologna football club disse no con la solita scusa: si rovina il campo. Il rimpallo tra Comune e società rossoblu, per dirla in gergo calcistico, ha favorito quest’ultima e cosi Italia-Irlanda del 20 dicembre 1997 resta l’ultima partita giocata dagli
azzurri nella città felsinea. E siccome le sciagure non arrivano mai sole, col trasferimento del test match da Bologna a Firenze, si è persa per strada la quota sull’incasso da devolvere.
Bologna sarebbe stata strategica: gli azzurri si sarebbero allenati in quel territorio martoriato dalla forza della natura con tutto quello che ne poteva conseguire a livello di sensibilizzazione e di ‘spot light’. Era un’occasione non solo per intervenire con un altro bonus economico ma di contatto con quel mondo sempre preso a modello per valori, principi, forza, coraggio, indomita perseveranza.
Cancellata(si) Bologna, cancellato tutto. Così è, se vi pare.
Giancarlo Dondi terminerà a giorni ed in modo definitivo la sua lunga parentesi da presidente federale per cui la domanda che gli abbiamo posto sarebbe da riformulare al suo successore ovvero se vi può essere la possibilità, se non di un’amichevole, di un’iniziativa
che coinvolga in qualche modo la nazionale che possa ridare un po’ di ‘sostegno’ a quelle popolazioni che ancora vivono in disagio. «Purtroppo durante il mese dei test-match non
sarà possibile fare allenamenti in zona per ovvi motivi ma non vogliamo nemmeno fare una semplice passerella. Bologna sarebbe caduta a fagiolo», commenta Dondi. «Si può pensare a quei giocatori che non sono considerati per i test, tipo per infortunio. In ogni caso per iniziative o se si può essere utili per sensibilizzare ulteriormente credo non ci saranno problemi». Ai posteri, o meglio al suo postero, l’ardua sentenza.

Emergency si mette in mostra a Trevis, tra palle ovali e solidarietà

Ricevo e pubblico

Il Gruppo dei volontari di Emergency di Treviso organizza presso lo Spazio Paraggi, ritrovo culturale in vicolo Pescatori a Treviso, una mostra fotografica sull’Afghanistan con materiale raccolto da numerosi fotografi professionisti ma anche dal personale di Emergency in missione in quei luoghi.
EMERGENCY è un’organizzazione umanitaria indipendente e neutrale che offre cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime della guerra, delle mine antiuomo e della povertà.
L’O.N.G. italiana e’ presente in Afghanistan fin dal ’99 e rimane tuttora al fianco della popolazione civile di quel paese con 3 Centri chirurgici, 30 posti di primo soccorso, un centro Maternità e fornendo assistenza sanitaria ai detenuti nelle carceri. Dal ’99 ad oggi sono stati curati oltre 3.200.000 pazienti

La mostra allestita per l’occasione dai volontari del gruppo Emergency di Treviso rientra nelle attività legate all’Emergency Cup, torneo di touch rugby IRB giunto quest’anno alla sua quarta edizione patrocinata da Rugby Silea, Comune di Silea, Lega Italiana Touch Rugby e Federazione Italiana Rugby che rientra nel tour estivo dei Tornei della Solidarietà.
L’edizione del torneo di quest’anno ha lo scopo di far conoscere e raccogliere fondi per il Centro Pediatrico che Emergency ha allestitonel dicembre 2011 presso Port Sudan, capitale dello stato del Red Sea. Presso il Centro pediatrico, Emergency offre cure completamente gratuite ai bambini sotto i 14 anni della città e dei suoi sobborghi.
Dal 26 dicembre 2011 al 31 marzo 2012 sono stati registrati 4.558 pazienti ambulatoriali e 197 pazienti ricoverati (i ricoveri sono stati aperti il 22 gennaio 2012).
L’inaugurazione della Mostra Fotografica si terra’ mercoledi 29 agosto dalle ore 18.00, ora in cui si terra’ anche una breve conferenza stampa dedicata al torneo di touch rugby IRB organizzato dal Gruppo Emergency di Treviso.
A seguire verra’ offerto un piccolo rinfresco e ci sarà la possibilita’ per gli intervenuti di rivolgere qualche domanda ai volontari presenti.