Dirigenti eterni e quei fischi azzurri che non sentiremo ai Mondiali

Indovinate un po’: ai Mondiali in Giappone non ci sarà neppure un arbitro italiano. Né come direttore di gara, né come assistente, né come TMO. Zero. Ovviamente il mio “indovinate un po’” iniziale è amaramente sarcastico, visto che nemmeno nelle ultime due edizioni del Sei Nazioni i nostri fischietti sono stati presi in considerazione. Così come nei test-match dello scorso giugno. O nel Rugby Championship 2018. Qualcosina si era visto lo scorso novembre, ma l’evidenza ci dice che è stato un fuoco di paglia. Purtroppo.
I media ovali ne hanno parlato poco o nulla: qualche trafiletto sui quotidiani che per natura o attinenza geografica sono più vicini alla palla ovale, poco anche sul web. Qualcuno ha pubblicato il comunicato di World Rugby senza nessun accenno all’assenza italiana, qualcuno lo ha scritto senza dare molta importanza alla cosa, ma solo “Il Nero e il Rugby” ha dato alla notizia uno spazio tutto suo. Tutte scelte legittime, intendiamoci, ognuno fa quello che vuole, ci mancherebbe.

Le opinioni in merito sono sicuramente diverse ma personalmente trovo incontestabile il fatto che in Italia abbiamo un problema arbitri. Meglio: abbiamo ANCHE un problema arbitri. Qualcuno dirà che ci sono alcuni giovani interessanti che stanno crescendo, altri che pure la Scozia non porta nessun fischietto al Mondiale. E’ vero, entrambe le affermazioni sono corrette, ma sono precisazioni che non spostano di una virgola un problema che ormai è conclamato.
Da ormai 5 anni il Cnar, ovvero la Commissione Nazionale Arbitri, è stata passato sotto la gestione del settore Tecnico Federale. I motivi delle mancate convocazioni dei nostri fischietti arrivano da lontano, hanno diversi “perché”, ma è evidente che quella decisione del Consiglio Federale FIR non ha aiutato. Ci saremmo trovati a questo punto anche senza quel “trasloco”? Forse, non lo sapremo mai. La situazione ormai è questa, e non dall’altro ieri.

E poi,a volte, bisognerebbe mettere in fila gli elementi. L’ultimo è una notizia arrivata poco prima di Pasqua, ovvero che sempre il Consiglio Federale della FIR ha deciso l’assunzione a tempo indeterminato di Franco Ascione, che oggi è “Responsabile area tecnica – Presidente della commissione tecnica federale” ma che di fatto è l’uomo che gestisce e dirige l’apparato tecnico della federazione ormai da quasi 20 anni.
Personalmente non ho proprio nulla contro il professor Ascione e prendo atto della decisione della FIR. Però qualche domanda me la faccio, guardo agli ultimi 15-20 anni, osservo i risultati ottenuti a fronte anche degli investimenti fatti. A quello score tutt’altro che esaltante (eufemismo) ci aggiungo questa cosa degli arbitri e poi mi chiedo se in una qualsiasi altra federazione sarebbe stata presa una decisione simile o se a un qualsiasi dirigente sarebbe stata garantita una simile longevità della carica. Con quei risultati, s’intende.
Io, come dicevo prima, provo a mettere semplicemente in fila gli elementi. Poi ognuno si dia la sua risposta.

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30 pensieri su “Dirigenti eterni e quei fischi azzurri che non sentiremo ai Mondiali”

  1. Per il mondiale e le sue 48 partite, World Rugby ha selezionato 23 arbitri, di cui 12 effettivi, 7 guardialinee e 4 TMO. Li trovate qua
    https://www.rugbyworldcup.com/news/419165
    Sono 6 inglesi, 5 francesi (di cui 4 arbitri effettivi), 4 neozelandesi, 2 sudafricani, 2 australiani, 1 gallese, 1 irlandese, 1 argentino e 1 giapponese. Quindi neppure la Scozia è rappresentata; mentre l’Irlanda ha un guardialinee ed il Galles, a parte Nigel Owens, nulla.
    Ora, è evidente che, se in 20 anni di 6 Nazioni, non abbiamo mai avuto un arbitro, il problema c’è, ed eccome. Pure evidente è il sistema di “cupola” che ha Rugby World sul tema. E, forse, la vera prova del poco peso politico dell’Italia è che fra gli arbitri effettivi c’è Pascal Gauzere, la cui direzione di Italia-Australia è stata scellerata. Però… un minimo di speranza c’è. Andrea Piardi ha debuttato in Pro14 a 26 anni e qualcosa d’altro si sta muovendo; Maria Beatrice Benvenuti ha fatto 3 tornei di Sevens su 5. Onestamente, direi che abbiamo perso tempo molti anni fa, mentre da qualche tempo ci si è messi sulla strada che sembra giusta (con il solito discorso che noi camminiamo e gli altri corrono).

      1. Il problema non è se Piardi ha fischiato 0 falli a Munster e tanti contro i Kings ma se i falli c’erano tutti e questo se permetti non lo decidi tu o chi altri ma solamente gli osservatori del Pro14 e se Piardi la prossima stagione diverrà un arbitro del torneo celtico allora vuol dire che la sua direzione ha soddisfatto chi di dovere.

    1. Buona domenica @Gysie,
      fra tutti gli arbitri italiani che ho visto negli ultimi 2 anni dal vivo (compresi i vari Mitrea, Piardi e Benvenuti) più bravo, per personalità, competenza ed equilibrio è In realtà un’arbitra, la Munarini. Una spanna sopra i colleghi. Mia opinione.

      1. Serie A, Ginger. Cosa vuoi io sono abituato a girare anche per i Campi e non solo per gli Stadi

      2. Ginger, nessuna partita per la Munarini ( ed anche per la Benvenuti) in Top12.

  2. Ma ti sei accorto adesso che con questa FederAscione non si va da nessuna parte nel rugby che conta. . . .ah forse ti sei dimenticato di scrivere che il professore è di casa anche alle Zebre. . . . ovviamente con gli stessi risultati, ergo mi sembrava giusto che fosse premiato con un’assunzione sine die.
    Mala tempora currunt . . .

  3. Il curricola del Professor è pieno zeppo di titoli e specializzazioni. Eppur, se non vengo smentito ufficialmente, credo non abbia nemmeno la laurea, avendo fatto solo il diploma Isef. Certo questo a volte non conta; a volte….
    Per quanto riguarda la Zebre( private o finte private) si mormora che la gestione della squadra fosse questa: il duo Gava&Ascio ordinava, il livornese ubbidiva. Chi intralciava il programma, veniva punito. Come? Semplice: bastava ritardare i pagamenti pattuiti… e fare leva sul livornese per aizzare i senatori( Biagi e Co.)contro la dirigenza.
    Gioco fatto, dirigenza incapace e…..tutti buoni!!

    1. In Italia il titolo di professore, nei rapporti extraprofessuonali, è riservato ai docenti universitari.
      Ormai in un mondo di millantatori, e l’ambiente oval-federale ne è un fulgido esempio, il fingere di essere ciò che non si è, imperversa.
      Ma in questo mondo di millantatori è consentito anche rinnegare ciò che si è fatto o detto.
      Ascione è insegnante di educazione fisica (o come si chiama adesso) distaccato alla Federazione.
      Porto il massimo rispetto per chi fa quel mestiere (che a volte diventa arte) molto meno per chi nega ciò che nelle sue funzioni istituzionali ha detto o fatto: il “Rinnegatore” definisce leggenda metropolitana il suo Progetto Statura.
      Auguri.

      1. Non nutro grande simpatia per Franco Ascione, sopratutto per come ha voluto “destrutturare” il settore arbitrale, ma per quanto riguarda il progetto “ Peso e Statura “ potrei testimoniare, senza ombra di dubbio, che non l’ha voluto lui ma che, diversamente, l’ha dovuto subire.
        Questo ad onor del vero!

      2. Prendo atto e ti ringrazio @Gianpaolo.
        Il fatto è che definire “una leggenda metropolitana” un fatto oggettivamente avvenuto, è quantomeno falso o, se preferisci, fuorviante.
        Non “rinnegatore”, quindi, ma mi consentirai di definirlo quantomeno “negazionista”.

        Qui, non per tua memoria perché da che capisco ne sai certo più di me, riporto i comunicati f.i.r. di allora.

        “17/1/2006, Roma – La Federazione Italiana Rugby, in collaborazione con le Facoltà di Scienze Motorie delle Università di Bologna e L’Aquila, ha avviato un progetto denominato “Progetto Statura”, il cui obiettivo è quello di individuare, valutare e formare i futuri giocatori di seconda e terza linea. Il progetto coinvolgerà i ragazzi nati nel 1989, 1990 e 1991, ed eccezionalmente 1992, che supereranno determinati test d’ingresso. Gli atleti selezionati verranno seguiti per tre anni sul piano dell’evoluzione morfologica, muscolare e metabolica da uno staff formato da membri delle Facoltà (dipartimento di valutazione motoria ed antropologica) e della Federazione. Giiovedì 19 gennaio, alle ore 10.30, è in programma presso la Sede Federale dello Stadio Olimpico di Roma la prima riunione dello staff congiunto, volta alla definizione finale del progetto. Saranno presenti Zeno Zanandrea, vice-Presidente FIR e Responsabile del Settore Nazionale Giovanile, il Consigliere Federale Vincenzo De Masi Responsabile dei rapporti con le Università, ed i docenti universitari Franco Merni (Dipartimento Valutazione Funzionale Università di Bologna), Renato Manno (Dipartimento di Valutazione Funzionale Universitù de L’Aquila) e Marco Valenti (Dipartimento Statistico Università de L’Aquila). Lo staff tecnico federale sarà formato invece dal Prof. Luigi Donatiello, Coordinatore delle Nazionali Giovanili, dal Responsabile del Centro Studi FIR Prof. Franco Ascione, dal Prof. Ivo Mazzucchelli (Responsabile Nutrizione Squadre Nazionali) e dal Prof. Pascal Valentini, Responsabile della Preparazione Fisica e fitness trainer della Nazionale Maggiore. Il Progetto Statura è diretto dal Prof. Pino Lusi, Coordinatore Tecnico Federale, con la collaborazione del Prof. Giampiero Granatelli dell’Università di Tor Vergata. Il progetto dettagliato è disponibile su http://www.federugby.it nella sezione “Modulistica Federale”.”http://www.federugby.it/news”

        “19/1/2006, Roma – E’ partito ufficialmente oggi a Roma il progetto “Statura”, un’operazione destinata alla formazione ad alto livello di seconde e terze linee, ruoli specialistici del Rugby per i quali è richiesta una statura elevata. Sono già stati identificati oltre 100 giovani fra i 14 ed i 16 anni alti più di 1,85 su cui impostare il lavoro di formazione triennale. Il progetto è stato definito in ogni particolare stamani nel corso di una riunione tecnico scientifica, introdotta dal Direttore Sportivo della Fir Fabrizio Gaetaniello, alla quale hanno preso parte da una lato le autorità scientifiche universitarie rappresentate dai docenti universitari Franco Merni (Dipartimento Valutazione Funzionale Università di Bologna), Renato Manno (Dipartimento di Valutazione Funzionale Università de L’Aquila) e Marco Valenti (Dipartimento Statistico Università de L’Aquila), dall’altro lo staff tecnico federale formato dal Prof. Luigi Donatiello, Coordinatore delle Nazionali Giovanili, dal Prof. Ivo Mazzucchelli (Responsabile Nutrizione Squadre Nazionali) e dal Prof. Pascal Valentini, Responsabile della Preparazione Fisica e fitness trainer della Nazionale Maggiore. A coordinare i lavori il Consigliere Federale Vincenzo De Masi, responsabile dei rapporti con le Università. Il Progetto Statura è diretto dal Prof. Pino Lusi, Coordinatore Tecnico Federale, con la collaborazione del Prof. Giampiero Granatelli dell’Università di Tor Vergata. Gli atleti selezionati verranno seguiti per tre anni sul piano dell’evoluzione morfologica, muscolare e metabolica da uno staff formato da membri delle Facoltà (dipartimento di valutazione motoria ed antropologica) e della Federazione. L’elenco dei 100 elementi forniti dei giusti requisiti è stato fornito dai tecnici provinciali e regionali della FIR. Il gruppo di lavoro al progetto farà un ulteriore selezione di 70 ragazzi che saranno sottoposti a test particolari. Si tratta delle prove messe a punto dal preparatore atletico azzurro Pascal Valentini con il supporto scientifico del Dipartimento Valutazione Funzionale dell’Università di Bologna. L’esito di questi test scremeranno ulteriormente il gruppo dei giovani a 30/35 elementi. A tutti questi giovani (classi ’89-’90-’91) verrà consigliato un programma di allenamento progressivo da effettuarsi in collaborazione con i tecnici delle relative società. Ogni 3-4 mesi i ragazzi verranno di nuovo testati per verificare il lavoro svolto. Nel contempo i ragazzi saranno seguiti a livello motivazionale, nutrizionale ed attraverso contatti con le rispettive famiglie e club. Il progetto terminerà quando i ragazzi avranno raggiunto i 17-19 anni. Coloro che fossero rimasti fuori dal progetto perché non superati i test o perché non selezionati in partenza potranno inserirsi nel progetto per il triennio successivo. Tutta l’attività allenante ed i test saranno monitorati scientificamente a livello universitario.”

      3. Mamo, concordo con quanto dici al 100%
        Non si può negare un progetto voluto da un CF che, in collaborazione con le Facoltà di Scienze Motorie delle Università di Bologna e L’Aquila, ha coinvolto uno staff tecnico di massimo livello ed è iniziato sotto la direzione di Pino Lusi, allora Coordinatore Tecnico Federale.
        Che poi il progetto sia miseramente fallito, e che tutti ne abbiano rinnegato la paternità, e tutta un’altra storia.Una brutta storia !

  4. L assunzione di Ascione non é uno scandalo, é solo un accompagnamento alla pensione ai fini previdenziali dopo anni in distacco. Lo scandalo semmai é averlo tenuto 20 anni…
    Quanto agli arbitri, potrebbe essere che a livello mondiale la loro scarsa autonomia non piaccia e di conseguenza vengono fatti fuori

  5. ma solo io mi ricordo di discorsi pre elettorali in cui si parlava di un repulisti generale in federazione alla naturale scadenza dei contratti di alcune figure? figure che si era costretti a tenersi per colpa di accordi blindati precedenti all’elezione di questa dirigenza? mah, continua il balletto degli incarichi ad hoc per assicurare i candidati

  6. Endiadi

    attendo
    sempre
    con maggior fastidio
    il solito
    oltraggioso
    noioso
    epilogo

    e

    chi
    ha evidentemente
    compreso
    come
    ha fatto quell’altro ad intraprendere
    iniziative finalizzate
    non a migliorare la situazione ma
    a a mantenere il proprio stipendio
    trova tutto ciò
    obiettivamente imbarazzante

  7. I francesi sono al top mentre il nostro settore arbitrale paga anche l’imperdonabile errore di aver rotto, proprio con loro, valide “alleanze” raffreddando pure ogni rapporto già esistente sia sotto il profilo tecnico che politico.

  8. “Professor” Ascione: è poi un ex insegnante di educazione fisica delle medie, a quanto ne so. Chiamiamolo più semplicemente insegnante, che Prof. Ascione suggerisce ai poco esperti una chissà quale carriera da luminare della medicina dello sport in prestigiose in chissà quale prestigiosa università. Si sa, d’altra parte, che gli italiani amano esibire i titoli soprattutto quando non hanno altro….

  9. Ascione ha le sue responsabilità, ma non è tutta farina del suo sacco il ventennio orribile. Qualcuno lo ha pure investito di ruolo e poi di poteri, qualche sponsor (padrino) lo ha difeso e sostenuto nonostante tutto. Bisogna però riconoscere che gli ultimi tre anno sono migliori dei precedenti. Qualche segnale positivo c’é nella filiera giovanile. A mio parere non è da buttare la struttura attuale di selezione e formazione. Il nodo più grande da affrontare è il raccordo con il rugby senior finito il ciclo under. I campionati domestici, insomma. E poi il raccordo con il professionismo vero e proprio, la vetta: franchigie e nazionale.

  10. Avrei alcune domande da fare a tutti voi, comincio con questa: chi è oggi il personaggio nel board mondiale più influente per quanto riguarda le designazioni arbitrali?

  11. Il comparto arbitri paga la stessa visione di quello della formazione dei giocatori: pensare che quelli buoni, inteso come di alto/altissimo livello, possano crescere sugli alberi e/o che si possa stare in attesa di qualche botta di culo (leggi talenti fuori scala, ammesso e non concesso di riuscire poi a valorizzarli e utilizzarli al meglio). Già mettere il CNAR dentro la FIR è stata una cosa allucinante: gli arbitri dovrebbero essere, per propria natura, indipendenti, invece sono stati messi sotto alla stessa ala delle società che arbitrano. A questo si è aggiunto un progressivo ed evidente svuotamento della loro selezione e formazione, oltre all’uccisione della loro valorizzazione: già iniziare ad arbitrare è una vocazione, perchè la prima cosa che uno pensa è “ma chi me lo fa fare???” e, se chi inizia e prosegue poi non viene motivato, formato e seguito, è ovvio che ci si ritrova con quattro gatti e pure preparati male e, di conseguenza, visto che senza arbitri non si gioca, si finisce per dover imbarcare e promuovere anche chi avrebbe bisogno di essere ancora seguito, formato e cresciuto in categorie inferiori, come si faceva una volta. Chiunque segua i campionati nazionali sa di essersi chiesto più di una volta, con riferimento ad arbitri o assistenti, “ma questo cosa ci fa qui???” ma il punto non è tanto cosa ci faccia lui lì, ma chi ce lo ha mandato, perchè vuol dire che qualcuno ha ritenuto che ci potesse stare, a quel livello dove invece fatica: insomma, vai con Dio e ciao. Aggiungo che, sempre da una che ormai frequenta campi da un po’ di anni, ho sempre più l’impressione che si sia del tutto persa anche l’attenzione di capire, prima di decidere chi designare e dove, che partite si hanno davanti: non ci sono solo play off, finali e spareggi e, anche durante i campionati, ci sono partite particolari per individuare le quali basterebbe anche guardare solo la classifica, ma sembra che ormai basti trovare tre coraggiosi da mandare, e possibilmente da non troppo lontano. Non è così che si motivano i ragazzi ad iniziare ad arbitrare e non è così che si forma e si costruisce una classe arbitrale che possa affacciarsi seriamente anche a livello internazionale, oltre che a lavorare meglio anche nei campionati di casa.

    1. Penso che aver chiuso l’Accademia federale di formazione triennale per arbitri non è stata una cosa utile. Certo non è che essa costituiva di per se una soluzione definitiva ma perlomeno si avviava un percorso che portava dei ragazzi a confrontarsi periodicamente sulle loro prestazioni. Oggi uno dei problemi soprattutto per quanto riguarda le serie inferiori è che un arbitro fa la sua partita ma poi con chi si confronta? Con chi discute i suoi dubbi? E in definitiva come può migliorare il suo livello se non ha un tutor che lo segue? Ci sono persone di grande buona volontà che rischiano di sentirsi abbandonate e questo è il viatico per un definitivo abbandono. Poi naturalmente i problemi che ne seguono sono quelli che dici tu.

  12. L’Accademia in sè non era una brutta idea. Quello che è stato profondamente sbagliato è stata farla guidare e gestire da certi personaggi, ben famosi nel mondo arbitrale.
    Fate un po’ un calcolo del numero di anni in cui ha funzionato, degli arbitri “diplomati” in tutti questi anni, e poi date un’occhiata dove sono quei nomi oggi. 2 sono stati anche messi sotto contratto dalla FIR ed oggi non sono neanche in T12.
    Investimenti e costi molto alti a fronte di risultati molto molto modesti.
    La cosa più grave però è che non c’era la controprova/controllo del lavoro svolto (se non sul campo quando era ormai troppo tardi). I designatori di S10-A-B del tempo erano tutti docenti nell’Accademia stessa, oltre ad essere sotto contratto con la FIR. Avrebbero potuto smentire loro stessi? e di conseguenza mettere in “dubbio” il risultato del loro lavoro e quindi il loro contratto agli occhi della FIR?
    Le idee possono essere buone, ma poi bisogna metterle a terra. E per farlo ci vogliono le persone adatte. E qui casca l’asino.
    By the way, tali persone sono le stesse che oggi sono in CNAr oppure GTA, con i risultati che sappiamo. A dimostrazione che il problema non era l’accademia, ma l’interpretazione clientelare che ne è stata fatta.

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