Pensieri sparsi dopo la semifinale per il 5°-8°posto persa 44-15 dagli azzurrini contro un’Australia in 14 per un’ora. Poi si passa alla struttura del torneo stesso, che forse andrebbe rivista. In chiusura una riflessione sui tecnici italiani che non si arrabbiano mai, almeno in pubblico (spunto by Marco Turchetto)
Per il discorso mondiale u20 a 16 squadre “secondo me” valgono le considerazioni fatte a suo tempo per il nostro domestic, ci sono le condizioni per allargare ? Secondo me no, purtroppo.
Per il discorso finale sull’incavolatura pubblica dell’allenatore del Giappone, ma meno male che da noi non è così.
Guarda Paolo, prendila come un altro punto di vista – e tra l’altro, non rispondo solo a te e in alcuni punti neanche principalmente a te – ma io contesto alla radice l’idea di arrabbiarsi pubblicamente contro i giocatori alla fine di un tempo di gioco per spronarli a fare meglio. Primo perchè ogni allenatore ha un certo ambiente di squadra davanti e non è che le ricette di un team possano andare bene per un altro ambiente. Secondo – e voglio parlare solo di questo – perchè certe cose le risolvi meglio in casa, non in pubblico. E’ come se mia madre dovesse rimproverarmi con il vicino perchè vado male a scuola. Non mi spinge per niente a lavorare di più, se ho già lavorato bene e non ho la possibilità di fare meglio perchè ho i miei limiti. Anzi, mi demotiva maggiormente. Se c’è una cosa tutta italiana, invece, è pensare che uno non fa niente se non c’è qualcun altro a urlargli dietro.
Questi ragazzi sanno che si giocano la carriera professionistica in questi match, compresa la under 20. Per quale motivo non dovrebbero dare il meglio? Non si può accettare il fatto sportivo che questi giocatori siano meno bravi degli altri, anche quelli del Giappone, a partire dai rispettivi equiparati? Il perchè siano meno bravi, soprattutto perchè il Giappone ci abbia superato, penso lo si possa intuire guardando alla gestione del movimento ovalia nel suo complesso, non allo scarso impegno di chi va in campo. Ma la tesi che i risultati dell’Italrugby siano inferiori alle attese perchè non ci si arrabbia abbastanza con i giocatori non ha alcun fondamento e, anzi, tende a spostare le responsabilità da chi le ha davvero.
Piuttosto, abbassiamo la cresta, perchè c’era più di uno che, prima del match di Oita, sosteneva che noi non dovremmo neanche mettere in discussione la vittoria in Giappone. Ma come, vieni da batoste continue prese quasi ovunque, giochi fuori casa contro una squadra che aveva pareggiato con la Francia nell’ultima uscita e che ci aveva battuto tre anni nell’ultima sfida giocata contro….e pensi di battere in casa loro i giapponesi senza neanche discussione? Mi spiace, ma le responsabilità se le renda anche l’ambiente nel suo complesso, perchè bisogna fare delle analisi tecniche serie prima di creare troppe aspettative.
non sempre sono d’accordo con te Fabio ma questa volta si!
Io invece credo che il gruppo di giocatori che arriva in nazionale e nel pro 14 si senta ‘arrivato’ , e gli stimoli a dare il massimo non arrivano se non da qualche critica sporadica. Mi sembra proprio che sia la fame a mancare. Ne abbiamo avuto la prova proprio contro il Giappone.
Questo test match serviva esattamente a questo:confrontarsi con un pari livello.
Non ci sono alibi del tipo :”loro hanno un bacino più vasto, tradizione etc etc”
Questi mettono in campo la ‘cazzimma’ sempre! Noi quando abbiamo le spalle al muro. Perciò ben vengano le critiche, secondo me.
Aver battuto l’Argentina ed ora vederla piazzata prima di noi nel mondiale di categoria è sintomo di un sistema che non funziona, anche l’anno scorso lo avevamo visto ma la soddisfazione di passare ci ha distolto da questo pensiero. Fossimo stati penalizzati forse lo avremmo fatto notare prima. Ieri siamo stati dei fessacchiotti a farci fregare così, la partita poteva essere vita se giocata anche solamente a metà del gioco prestato dagli azzurrini nei primi 20 minuti.
Proprio per questo penso che una sana lavata di capo anche a bordo campo dall’allenatore sarebbe stata una lezione per tutti gli allenatori del rugby italiano, e penso anche a partire perse per cavolate da italiane nel pro14.
Il JWC e’ crescituo in questi anni come competzione perche’ e’ anno dopo anno divenuto estremamente competitivo, con un livellamento verso l’alto.
Si e’ passati dai BB che vincevano ogni edizione (e spesso anche agevolmente) a una maggior alternanza cvon i BB che nelle ultime 6 edizioni sono andati in finale solo 2 volte.
Allargare vuol dire tirare dentro 4 squadre che a livello U20 non sono di livello perche’ il loro sistema rugbystico non e’ abbatsanza maturo per supportare un livello meido alto in categoria.
Spiace dirlo ma e’ cosi’, nazionali del JWT come Canada, Uruguay, Namibia ma anche Fiji o Samoa non sono in grado di sostenere la competitivita’ a cui questo torneo e’ arrivato.
Allargare in sostanza vorrebbe dire diminuire il livello complessivo del torneo, come gia’ si e’ visto avvenire in altri sport (basta vedere il numero di squadre ridicolo ai Mondiali di calcio o anche in altri tornei internazionali dove si e’ allargato perche’ “piu; siamo piu’ soldi” dove poi si finisce per avere delle fasi a gruppi con 1-2 squadre per gruppo che non hanno nulla a che fare col livello del torneo).
Mi spiace anche dire che mi sembra una presa di posizione di interesse e non di pricipio…il torneo ha questo format da sempre, improvvisamente perche’ all’Italia gira storto un anno allora non va piu’ bene? Dove erano queste critiche 1, 2 o 5 anni fa? Non le ricordo.
Aggiungo poi che non trovo per nulla incredibile o sbagliato che a decidere sia la differenza punti, la stessa cosa avviene in Champions e Challenge Cup per le migliori seconde, la prima discriminante tra squadre con gli stessi punti partita di gruppi differenti e’ la differenza punti segnati-subiti. La si contestera’ se a finire fuori saran Treviso e Zebre mentre fino ad ora e’ andata bene?
La JWC alcuni anni fa (quando era giocata dagli U19 e non dagli U20) era strutturata in maniera differente, con eliminazioni dirette dal primo turno e 16 squadre (vedi qui un esempio che forse in diversi qui ricordano bene: http://www.rugbyarchive.net/Pagine/StagioneCompetizioni.aspx?ID=18&Stagione=2002 ). Tanto per capirci, il seeding si faceva con le posizioni della classifica dell’anno precedente e le vincenti del primo turno potevano giocarsi i primi 8 posti come se ci fossero i quarti di finale per vincere (e le perdenti si giocavano i quarti di finale per non perdere…), creando cosí la classifica, posizione per posizione.
Era una formula con i suoi pro e i suoi contro, peró eliminava qualunque tatticismo: ogni partita era la partita della morte e le prime partite erano particolarmente importanti, perché potevano elevarti o sprofondarti in classifica in modo impietoso (potevi guadagnare o perdere ben otto posizioni col risultato della prima partita, senza appelli!), mentre la partite successive potevano farti guadagnare o perdere sempre meno posizioni, per cui diventavano meno importanti per le squadre piazzate (arrivare 10 o 11 cambia poco, mentre entrare nei primi 8 o nei secondi 8 cambia molto) e rimanevano importanti piú che altro per chi voleva vincere la finale.
Spero di essermi spiegato alla meno peggio.
per corretteza e completezza allo stesso tempo della U19 giocavano anche le u21 un mondiale di categoria col format di oggi della JWC…molti ricorderanno anche questo
Nuvole io oarlo di questa Jwc, conosco bene i precedenti campionati ma fu cambiata in U20 e ristretta anche per motivi di renderla piu’ competitiva.
Resta poi che oer anni nessuno ha mai detto nulla, oggi tocca all’italia e via si parte in quarta…
beh, no, il fatto che c’entri l’Italia (l’anno scorso poi, non quest’anno) non ha per me nessun peso, al massimo accende una luce sulla questione, nulla di più. La trovo discutibile a prescindere dai protagonisti di turno.
Io non credo che l’Italia abbia il peso politico in WR per convincere tutti a cambiare il formato della JWC. Fosse la Nuova Zelanda o l’Inghiltarra sarebbe ben diverso.
Ci possono essere molti formati diversi, anche restando in 12, per esempio 4 gruppi da tre squadre con le prime che vanno in semifinale e le altre a scalare… ma, come detto, é piú che altro una chiacchierata fra noi….
Vado controcorrente, ma non per fare polemica gratuita.
Ricordo un Italia-Fiji giocata a Cremona vinta con molta difficoltà benché gli avversari fossero rimasti in 12 a un certo punto.
Ricordo un recente Italia Emergenti-Fiji 23, giocata in Uruguay, vinta dai nostri con grande difficoltà sebbene gli avversari fossero rimasti in 12 a un certo punto.
Ora il fattaccio contro l’Australia!
I nostri giocatori sanno giocare a rugby? Ne dubito, fortemente!
Sono forti? Mah. Possibile che non abbiano capito e sentito che il n.1 australiano ha detto ai suoi di buttarla in caciara? Ci sono cascati come polli.
I tecnici che input hanno dato?
Questi sono fatti che segnano l’anima di un giocatore, più di un tatuaggio.
la emergenti non la metterei nel calderone, tanto particolare è la situazione di questa squadra
anch’io ho sempre trovato questo sistema per la JWC strano e non così premiante, sia quando ci favoriva, una volta, fin’ora, sia quando ci ha sfavorito, un paio di volte se non ricordo male, detto ciò sono d’accordo con chi afferma che 16 squadre sono troppe, una alternativa potrebbe essere fare 4 gironi da tre, le prime due fanno i quarti di finale, le semifinali e la finale nel tabellone alto per tutti gli 8 posti (e la differenza punti può andar bene per abbinare le squadre escludendo l’incrocio già giocato, per cui la migliore seconda gioca con la peggiore prima e la migliore prima con la peggiore seconda purché non si siano già incrociati in girone o si inverte con la seconda del piazzamento precedente o seguente, il quarto di finale, quest’anno, sarebbe stato SA-ITA, per quanto riguardava noi secondo la classifica), mentre le terze giocano semifinale e finale per i posti dal 9 al 12 e retrocessione.
discorso arrabbiature pubbliche, ci trovo qualcosa di giusto su quello che è stato detto, vedere uno staff che difficilmente fa una piega davanti a certi spettacoli o situazioni, che parla sempre pacatamente e senza mai accennare a una critica, tranne canna oggi, da l’impressione che, in fondo, non gliene freghi niente a nessuno, perché va bene essere professionisti tra professionisti ed essere sempre professionali e signorili, ma se ogni tanto si da l’impressione di essere un pelino incazzati o delusi, questo non significa dire che tizio o caio stanno giocando male, ma un “non è accettabile buttare in vacca l’unica maul che poteva portarci punti, queste cose dobbiamo piantarcele bene in testa!” con l’aria di quello che se lo rifai ti fa tornare a casa a nuoto, magari un minimo di scossa te lo da, perché poi l’atteggiamento in spogliatoio è sempre mediato dalla presenza del gruppo e di un tacito accordo di collaborazione tra i membri di una squadra, se ti rendi conto che uno è sul punto di scoppiare, anche se poi è professionale, l’impatto è diverso.
ma poi, per carità, non vorrei mai che venissero le turbe ai ragazzi, altrimenti sai i soldi in telefonate alla mamma per farsi consolare (questa è una battuta per coloro che si lamentano dei nostri figli troppo viziati e coccolati, che poi però, trovano inaccettabile un atteggiamento aggressivo)