Italia, un paese di santi e navigatori. Ma non di arbitri. Al Sei Nazioni senza nostri fischietti: via anche Mitrea

Mitrea
Dal sito del Pro14

World Rugby ha annunciato arbitri, assistenti e TMO dell’edizione 2018 del torneo: e non ci saranno rappresentanti italiani (e scozzesi). Il vero problema non è però l’esclusione di Marius, ma il fatto che alle sue spalle non ci sia nessuna alternativa

Ci sono 5 inglesi, 5 neozelandesi, 4 francesi, 3 irlandesi, 3 australiani, 3 sudafricani e un gallese. No, l’italiano non c’è (nemmeno lo scozzese, a dirla tutta). Non è una barzelletta ma sono gli arbitri che con diversi ruoli – direttore di gara, assistenti e TMO – dirigeranno le 15 partite del Sei Nazioni 2018 che scatta a inizio febbraio. Tutti designati da World Rugby. 
Numeri e “ingombri” che riflettono in buona parte anche l’influenza politica che le varie federazioni hanno, negarlo non servirebbe un granché. L’Italia da quando è entrata nel Sei Nazioni non ha mai avuto un suo arbitro chiamato a dirigere un match del torneo più importante. Con Marius Mitrea si pensava fosse la volta buona ma il fischietto nato in Romania nel 1982 e formatosi rugbisticamente al di qua delle Alpi sembra essere uscito dal giro che conta nel momento in cui tutti si aspettavano facesse l’ultimo salto.
Un anno fa a Twickenham era stato assistente in Inghilterra-Scozia e anche in Irlanda-Inghilterra. Nel 2016 era stato guardalinee in Scozia-Francia, mentre nel 2015 era stato chiamato due volte a fare l’assistente in Francia-Galles e Inghilterra-Scozia. Per trovare di qualcosa di vagamente paragonabile per i nostri colori bisogna risalire al lontanissimo 2002 quando Giulio De Santis diresse Galles-Canada.

Ma dicevamo di Mitrea. Non solo Sei Nazioni: il 29 maggio 2016, era stato designato a dirigere Inghilterra-Galles a Twickenham, primo fischietto italiano di sempre ad avere un ruolo simile tra due formazioni del tier one, per di più due home unions. Poi presenze anche molto importanti nel Rugby Championship, nelle coppe europee e – ovviamente – nel torneo celtico.
Una lunga e continua crescita “formata” da un’altrettanto lunga gavetta. Ora questo stop di cui non si conoscono le ragioni ufficiali: pesa la carta di identità? Possibile, Marius non è più giovanissimo (a febbraio spegnerà 36 candeline). Come dicevamo all’inizio c’entra anche la politica: l’Italia non ha certo lo stesso peso di Inghilterra, Francia, Inghilterra, Nuova Zelanda, Australia o Sudafrica e dopo la RWC del 2015 è iniziata anche nel settore arbitrale una operazione di svecchiamento nel settore arbitrale. Che le federazioni più forti sgomitino e facciano la voce grossa è normale. Voglio dire, se la FIR fosse in quel mazzo la farebbe pure lei…

Una situazione, quella di Mitrea, che mette in evidenza un’altra grande carenza del nostro movimento, quella cioè della “produzione” di arbitri (oltre che di giocatori e dirigenti). Perché se alle spalle di Mitrea non siamo stati in grado di farne crescere altri non è certo responsabilità da addossare a inglesi o neozelandesi, bravi a difendere e a imporre i loro fischietti, ma bisognerebbe essere onesti e dire che loro possono metterne sul tavolo, noi invece no. Di arbitri intendo.
Il fatto è che fischietti di alto livello non ne abbiamo, Mitrea e Maria Beatrice Benvenuti (lei ancora giovanissima) a oggi sono due exploit, magari bellissimi ma isolati. Il vero problema è questo, un problema di fronte al quale l’esclusione di Mitrea dal Sei Nazioni diventa poco più di un inciampo. E no, il fatto di essere in compagnia della Scozia (e pure il Galles non è messo benissimo al momento, Owens a parte. E comunque Owens non è un dettaglio) non rende la nostra posizione meno scomoda.

Pubblicità

43 pensieri su “Italia, un paese di santi e navigatori. Ma non di arbitri. Al Sei Nazioni senza nostri fischietti: via anche Mitrea”

  1. Fare sistema è Formazione
    La prima è una cosa che ahimè ci appartiene come Nazione. Non siamo in grado e ,per me,non lo vogliamo fare . Molte volte preferiamo lo straniero.. Gap culturali rispetto alle altre nazioni
    La seconda è ” colpa” della Fir. Devo dire che ricordo comunque dei corsi organizzati per diventate arbitri.. Forse non attira come giocare

  2. Paolo, il discorso “svecchiamento” lascia un attimo il tempo che trova considerando che i vari Owens (ok, mostro sacro) è del 71, Garces del 73, Poite del 75 e Barnes del 79, quindi tutti più in là con l’eta del nostro Marius (fonte Wikipedia). 🙂
    La cosa preoccupante è che lo strapotere politico di alcune federazioni (non dimentichiamo che il capo mondiale degli arbitri è francese…) va oltre la qualità sul campo, visto che non si può dire che Mitrea arbitri peggio dei vari Barnes (vi ricordate la farsa di Francia-Galles?), Gardner, Lacey e Pyper (ok, lasciamo stare alcune del nostro campionato nazionale)… E’ brutto che la federazione non riesca a farsi sentire, in fondo non stiamo chiedendo chissà che ma solo che Mitrea abbia le sue chances sul campo, ma ormai anche in Champions sta venendo chiamato sempre meno, a favore di arbitri che quantomeno fanno dire “bah”…

    1. Non mi ha preso la seconda parte
      “non sto dicendo che sia colpa della Fir, sia chiaro, ma magari provasse a farsi sentire per quanto possibile…”

      1. Scusa Mez10, se uno non è reputato all’altezza come potrebbe difendere la sua posizione?
        Come dovrebbe convincere chi lo boccia di meritare un’altra possibilità? L’intercessione della federazione potrebbe essere un buon inizio, poi magari non cambierebbe nulla ma almeno ci si proverebbe, stesso dicasi per chi rappresenta la classe arbitrale in italia

      2. Perché forse le occasioni le ha avute e non ha saputo sfruttarle..non esiste nessun complotto anti arbitro italiano, è come sempre una questione di competenze, preparazione e abilità..ripeto, evidentemente chi di dovere non lo reputa all’ altezza..la vedo molto semplice..

      3. E io Mez sarei d’accordo con te se non ci fossero arbitri che sulla scena internazionale offrono spettacolo poco “all’altezza” da diversi anni. Peyper e Barnes le loro cavolate le hanno fatte, e sono ancora li, anche Garces e Poite si sono presi le loro belle critiche, e Reynal non è piaciuto non solo ai tifosi di treviso (rosso o non rosso a Minto) l’altra settimana.
        Io mio punto sta proprio qui, chi non reputa all’altezza Mitrea (che ha arbitrato quanti test match internazionali? 5? 10?), come fa a reputare all’altezza tanti altri…?

      4. Chi non lo reputa all’ altezza è Alain Rolland, chiedilo a lui 😉
        Su Reynal concordo, arbitro mediocre per me..gli altri hanno decine di partite internazionali dirette..a parte i nuovi (NZ eng e saf) che obiettivamente sono molto più bravi e più giovani, almeno per me, gli altri hanno una carriera nazionale e internazionale (coppe ma soprattutto campionati “domestici”, imparagonabili all’ eccellenza!) di anni..

  3. In tema si è formata da poco Aria, un associazione nazionale di arbitri…la classe non vive un momento ottimale e forse qualcosa deve essere fatto anche per loro

  4. Per quale motivo il sistema Italia che non produce giocatori di talento internazionale dovrebbe produrre arbitri di talento internazionale? Marius Mitrea , che è comunque di formazione romena, è un arbitro che ha avuto la sfortuna di avere avuto i “controlli” in un paio di prestazioni non felicissime, secondo almeno i “controllori”. Rolland, che è stato anche consulente della FIR e che ora è il designatore di Rugby Europe, farebbe carte false per avere un buon arbitro Italiano, al momento sta puntando tutto su Andrea Piardi, 24 anni, che è l’arbitro italiano in questo giro di Continental Shield. Ma non ce ne sono altri al momento. Rizzo, si è tagliato le gambe da solo e Matteo Liperini dopo l’esordio 5 anni fa in Celtic league,si è fermato.

  5. Mi dispiace molto per Mitrea, anche perché non mi sembra davvero che abbia fatto cappellate immani, tanto meno in partite di una certa importanza nelle coppe o in Pro12. Forse anche perché non aver provato a fare l’arbitro (quando ho capito che che sul campo non sarei andato lontano) rappresenta un rammarico personale. Ora, al netto di quello che si può rimproverare alla FIR, in questi ultimi giorni il mio umore è spiccatamente “anti-anglo” (un tempo non l’avrei mai potuto immaginare). Mi spiego. Un paio di giorni fa Peter Stringer ha compiuto 40 anni e sono andato a rivedermi il famigerato cartone che gli tirò Troncon. Le cronache erano tutte in inglese e tutti facevano finta di non vedere che Stringer teneva la maglia (non giustifico il “cedro”, per carità, ma quando giocavo io tirare la maglia era una scorrettezza piuttosto vile, che meritava sanzione adeguata). A seguire, youtube caricava un estratto di un Galles – Italia in cui Jonathan Davies (uno che ammiravo) si esprimeva in termini offensivi nei confronti di Mirko Bergamasco, anche in quel caso facendo finta di non vedere la scorrettezza del gallese che placcava un italiano in aria (roba da niente). Alla rinfusa mi vengono in mente fatti, vicini e lontani, come la meta di punizione non assegnata a San Siro contro gli All Blacks, Zebre v. Connacht della scorsa stagione; la partita con la Scozia all’ultimo mondiale U20, quando l’arbitro non vide una serie di magliette tirate (ancora!) in una fase sotto i pali scozzesi (partita persa di un punto…); o l’ultimo banalissimo Treviso v. Leinster. Lo so, non c’è niente da fare, è il prezzo che dobbiamo pagare (e pagheremo sempre…i tifosi francesi si lamentano tutt’oggi degli arbitri anglofoni quando giocano contro una squadra anglosassone) e non è una scusa per la nostra incapacità di vincere e migliorare il nostro livello; perché se non facciamo risultati è solo colpa nostra. Ciò detto, vorrei che chi gioca oggi queste cose le sapesse; e magari se le ricordasse pure quando deve giocare contro le squadre delle Isole B & I. A fine anni ’50 in un Francia v. Galles il capitano francese Jean Prat invitò i suoi compagni a tenere duro con le parole “Questi qua ci prendono per il culo da cent’anni, possiamo resistere ancora cinque minuti”. Ah, scusate, non pensiamo che siano soprattutto gli inglesi a non ritenerci all’altezza…gli altri non sono da meno.

  6. Il primo problema, urgentissimo da risolvere, è la lingua…. gli arbitri di prima fascia devono essere in grado di capire e parlare l’inglese, anche fosse solo con un vocabolario ristretto all’ ambito di gioco… ricordo svariati siparietti dove l’italiano di turno non era in grado di a) capire esattamente cosa gli veniva richiesto b) spiegare precisamente cosa voleva sapere. Poi da lì si valuterà il resto (competenza, polso, fitness, carisma etc etc)

    1. Be ci sono arbitri francesi che fanno fatica ad esprimersi in inglese corretto (arbitri internazionali) cosi come giocatori francesi che fanno siparietti non diversi da quelli che dici tu (uno su tutti è Guirado, che è anche capitano della nazionale). Sono d’accordissimo che la lingua sia una cosa necessaria, ma non riguarda solo noi.

      1. Mitrea l’ho visto arbitrare partite internazionali, se la cava con l’inglese, nelle situazioni di gioco fermo nessun problema, in quelle d’azione un po meno sicuro ma ci sta, la frenesia non aiuta ad articolare al meglio il pensiero… il problema sono stati match in cui ad es. un TMO italiano non riusciva ad interloquire correttamente in inglese con l’arbitro, cosa che a livello internazionale non può essere.

      2. Infatti non credo sia per quello Gino..
        Parla decentemente, molto meglio dei colleghi francesi sicuramente..

  7. OT: Mi rivolgo a chi fosse di Padova, voglio vedere se siete capaci soltanto di postare facezie sul Rugby, in un blog, o se avete anche una certa utilità nella vita reale!!! 😀
    La prossima settimana, insieme a quella Maestra d’ Arte, che corrisponde alla mia…coniuge, verrò un paio di giorni nella vostra città; per quanto riguarda gli “obiettivi” artistico/architettonico/culturale, da visitare, la lista l’ ha gia fatta…LEI (Oh, tutti vanno a Padova per visitare la Cappella degli Scrovegni, a parte….NOI!!!…PERCHE’????), invece, da parte mia, l’ interesse primario è il….GRAN BOLLITO PADOVANO!!! In particolare con la pearà, che non ho mai avuto occasione di assaggiare; sul web ho visto che il ristorante più famoso per ciò è “DA GIOVANNI”, su, consigliatemi voi che siete indigeni!!! 😉

    1. conosco bene padova per motivi di lavoro…
      posso confermarti che la salsa pearà sia veronese e la pevarada trevigiana: a Padova non la sanno fare né l’una né l’altra 😎 …
      tuttavia hai molta ragione: il gran bollito alla padovana lo si mangia rigorosamente da Giovanni, che se ben ricordo è chiuso il sabato a pranzo e la domenica, quindi règolati… se non ti va di andare da giovanni, che è nella triste periferia e devi prendere i mezzi o la macchina per raggiungerlo, in centro le trattorie ed i ristoranti più caratteristici si trovano quasi tutti in ghetto tra il duomo e via roma…
      il miglior pesce a mio avviso lo trovi invece al belle parti (locale giusto, prezzo adeguato…)
      locali di tendenza in prato della valle (Box, Fuel…) buoni per molti ma non per me…
      se vuoi spendere poco è una città studentesca per cui puoi strafarti di ogni forma di street food…
      se invece vuoi provare un tre stelle michelin di quelli in cui il cuoco sta in cucina e non va in tv ci sarebbero le calandre, a rubano…

      cappella degli scrovegni e musei civici valgono il prezzo ed il viaggio…
      il centro storico di padova è sempre molto bello e a Natale offre il meglio di sè…
      c’è in corso una bella mostra su Galileo al palazzo del Banco dei Pegni in Piazza del Duomo…

      per il resto andate ad ombre in giro per le piazze che troverete di tutto da mangiare e soprattutto da bere…

      dimmi quando sei a Padova che regolo l’agenda in modo da non esserci 😀

      1. Grazie fracasso, io voglio il…..GRAN BOLLITO MISTO!!!! Il resto mi interessa poco.
        Arriverò lunedì mattina e ripartirò martedì nel tardo pomeriggio/prima serata, quindi…”Uomo avvisato mezzo…salvato”!!! 😀

      2. Io di Padova lo sono anche se ci manco in pianta stabile da tempo.
        Giovanni è Giovanni, se il nostro del blog era il principe delle sfogliatelle (come diceva il buon Berton), quello di Mortise è il re del carrello del bollito. Sono stato l’ultima volta a fine 2015 ed era ancora più che valido, non ho notizie più aggiornate però.
        Se vuoi andare in centro posti di cucina locale ce ne sono a iosa, osterie come l’Anfora (in Ghetto), AI Scarponi, Del Capo o Dei Fabbri, carne (non bollito) rigorosamente al Vecchio Falconiere in Corso Umberto, un po’ di tutto a Marechiaro in via Manin. Sempre in centro c’è il Bacaro Padovano, se alla cucina locale vuoi unire quella tipica veneziana.
        Per il resto fracasso ci ha preso su tutto, una cosa, Padova è piena di posti buoni per caffè e cornetto o pasticcerie, da Graziati al Caffè Patavino, da Goppion al Caffè Diemme in Piazza dei Signori.
        E comunque, se vieni per il Bollito di Giovanni, coerenza vuole che tu faccia anche i tramezzini al Nazionale (in piazza delle erbe) e la “pizzetta” da Orsucci accanto al Prato… 🙂
        Ecco, hai chiesto del Bollito ora hai un sacco di informazioni in più
        Scusa Paolo per la pubblicità più o meno occulta alla gastronomia patavina, promesso che non sono imparentato con nessuno di loro.

      3. Ah Hro, per far felice la signora, portala da Biasetto a mangiare qualcosa di dolce, lui merita sempre

    2. Hroth, non sono di Padova, mas se da Giovanni è quello in zona Biri, vai sul velluto

      magari dedicami un pensiero quando assaggi il carrello dei bolliti, chè qui ai 30 gradi dei tropici ne sento tanto la mancanza! 😉

      1. Vittorio, io non ho nemmeno idea di cosa e dove sia la zona Biri, ma, sul web, questo Da Giovanni è menzionato come famoso proprio per il carrello dei bolliti, quindi ritengo sia quello che dici tu; non ti preoccupare, ti dedicherò quel pensiero!!!! 😉

    3. @Hro non sono Padovano , però da Giovanni ci sono stato un paio di volte , è mi è sembrato molto buono, sperando che il mio giudizio non sia stato condizionato dalla splendida compagnia.

  8. P.s.
    Siccome, per me, andare in giro ad ombre è inutile, dal momento che non bevo il vino, c’ è qualche pub, che valga la pena di….visitare?

    1. A Padova centro che io sappia non c’è tantissimo, niente di storico e speciale, almeno secondo me, forse il Joyce’s o la Tana del Luppolo, se no già che vai da Giovanni, ancora un po’ più fuori c’è il Conamara, quello si merita, da Giovanni saranno 10-15′ di macchina

    2. Hro, se ti interessano le birre, negli ultimi anni c’è stato un fiorire di posti buoni a Padova.. io personalmente, se ne hai la possibilità, ti direi di andare al CR/AK, in via Pontarola 9 a Campodarsego.. altrimenti in città c’è Da Carre, in via facciolati, il White pony in corso vittorio Emanuele, o la busa dei briganti in via Vicenza. Ci sarebbe anche L’Asinella in via chiesanuova, ma li il locale è davvero un buco, si concentrano sulla qualita delle birre e non sull’estetica del locale.

  9. Finalmente un po’ di levità! Bravo Fracasso, la pearà è veronese (W la suocera che la cucina un paio di volte al mese in autunno e inverno). Questo il decalogo:
    1. L’è l’unica salsa che la se mete col minestro e no col cuciarin
    2. Te fa veniar in mente mama o nona più de una vecia foto
    3. Se ghé la pearà in cusina, g’hà da esserghe anche el bolito
    4. L’è meio dela maionese che “la fa ingrassar”
    5. L’è meio dela maionese ‘lait’ che l’è “trista”
    6. Quando te magni pearà le sdinzale non le ponze
    7. La scalda la panza
    8. La chieta el morbin
    9. I mantovani no i ghe l’ha, i bresciani no i ghe l’ha, i vicentini no i ghe l’ha (i g’ha altro de bon, ma no la pearà)
    10. ‘Pearà’ l’è una bela parola, veronese fin ala miola
    Quanto a Giovanni, pregustavo il suo bollito prima di Italia v. Sud Africa di qualche anno fa ma… al sabato è chiuso! Siocàn.
    PS Hrothepert, ma come cacchio fai a mangiare il bollito senza vino???

    1. Lo so che la pearà è veronese, ma sul web c’ è scritto che Da Giovanni la servono!!!!
      gysie, come cacchio faccio a mangiare il bollito senza vino???
      Semplice, con la…..BIRRA!!!!

  10. Io non sarei così tragico sulla situazione arbitri. È vero mitrea è in fase discendente sia come considerazione del board internazionale che come prestazioni, e questo avviene già dalla scorsa stagione quando non essendo stato designato a dirigere nessun incontro del 6N si è capito che la parabola era arrivata al culmine. Tuttavia un discreto numero di giovani leve si stanno affacciando sulla scena nazionale e anche internazionale seppur non di primo piano ma adatta ad una formazione in ambito estero che è sempre molto utile. Io sono ottimista, si tratta solo di aspettare qualche anno.

  11. Ciao hro anch’io mi chiedo come farai a goderti il gran carrello di bollito da Giovanni senza un buon goto de vin, ma nel caso tu voglia proprio farti una buona media, l’unico posto storico e riconosciuto a Padova e dintorni è il Vecchio birraio a Campo San Martino.
    https://g.co/kgs/ThRx43
    Nel caso avessi nanetti al seguito ti consiglio il museo del precinema in zona Santo
    https://g.co/kgs/hLea5M
    Mandi!

    1. Ciao Aiabasta, grazie della dritta sulla birra, niente nanetti.
      Che ci volete fare, a me, di vini, piacciono soltanto lo sherry fino, o il vin brulè, perchè nessuno dei due sa di…vino!!! 😀

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.