Cose che non si capiscono del rugby: Rovigo che caccia Jason Wright. A ottobre

Una normale intervista che provoca prima una sospensione di due settimane, poi l’esonero (anzi, il demansionamento) del tecnico neozelandese. Una decisione davvero necessaria? E se la risposta è sì non si poteva intervenire prima?

Il comunicato, secco e stringato, è arrivato nella giornata di mercoledì. Eccolo: “La Società Rugby Rovigo Delta comunica a tutti gli effetti di aver interrotto definitivamente il rapporto di collaborazione con l’Assistant Coach della prima squadra, sig. Jason Wright. Lo stesso sig. Wright potrà continuare a svolgere il suo ruolo, come da contratto e salvo diversi accordi, con la Monti Rugby Rovigo Junior. La Società ringrazia comunque il sig. Jason Wright per il lavoro svolto fino ad oggi”.
L’inizio di stagione dei rossoblu non è stato esaltante: 2 vittorie e un ko in Eccellenza dove stazionano a metà classifica mentre in Continental Shield hanno battuto con molta fatica i georgiani del Batumi e sono stati sconfitti 18 a 13 dal Petrarca. Non benissimo quindi, ma nemmeno un disastro. E poi – diamine – siamo solo a fine ottobre.
I motivi dell’esonero non sarebbero però meramente tecnici, che altrimenti non si capisce perché mandare via l’assistente e tenersi l’head coach: come è noto l’allenatore neozelandese ha rilasciato una intervista al Gazzettino pubblicata lo scorso 11 ottobre in cui sollevava perplessità sulla campagna acquisti della società veneta, parole che avevano portato alla sua sospensione per due settimane e ora all’esonero.

Cosa aveva detto Wright? Nulla di clamoroso: «Lo scorso inverno abbiamo fatto le nostre proposte. Anche la società ha presentato dei nomi. Ci siamo confrontati. Molte trattative si sono arenate per vari problemi, da quelli economici a quelli personali dei giocatori. A quel punto tutto si è bloccato. Noi tecnici abbiamo saputo di alcuni nuovi ingaggi, anche tra gli avanti, solo a contratto firmato. Dei nomi da noi proposti alla fine è arrivato solo Weepu, ma siamo al servizio della Rugby Rovigo Delta e faremo tutto il possibile con la rosa messa a disposizione».
Parole dove sicuramente non manca la critica, ma fatta sempre in modo civile e dove si riconosce pubblicamente il rispetto dei ruoli. Tanto più che Wright dice anche che «(…) per forza di cose, nei trequarti dobbiamo schierare qualcuno fuori dal suo ruolo naturale. Il che può essere un bene, perché per un giocatore è importante sapersi destreggiare in più di una posizione. Dietro siamo, comunque, più forti dello scorso anno».

Nulla di che, davvero. Evidentemente il rapporto era sfilacciato già prima di quella intervista, tra società e tecnico non c’era più fiducia e quelle parole dette pubblicamente sono state la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E’ vero che il Rovigo negli scorsi mesi ha dovuto affrontare il tema delle dimissioni-non dimissioni del presidente Zambelli, ma allora forse era meglio mettere mano allo staff tecnico subito dopo la conclusione della scorsa stagione e non a ottobre. Forse eh.
Perché se bastano delle critiche del genere per dare il via a un simile scenario in quella che in base ai risultati della scorsa stagione è la quarta società del nostro movimento (escludendo la nazionale), beh, non so a voi ma a me cascano le braccia.

WAYNE SMITH TRA FIR E MARCA: Ecco cosa scrive oggi La Tribuna: “la Fir ha colto al volo la disponibilità di Wayne Smith, già assistant degli All Blacks (con le ultime 2 coppe del mondo vinte), e in passato anche head coach della nazionale neozelandese, che si era detto pronto anche a una consulenza con la struttura tecnica azzurra dato il suo legame con l’Italia, e in particolare con la Marca (a Casale è un cittadino onorario e c’è chi assicura che potrebbe anche correre da sindaco) e Treviso. La collaborazione tecnica potrebbe nascere già nel 2018”.

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8 pensieri su “Cose che non si capiscono del rugby: Rovigo che caccia Jason Wright. A ottobre”

  1. Nel calcio si assiste al fenomeno contrario (Nicola confermato col Crotone in fondo alla classifica e Crotone salvato) e comunque all’attenuazione di un fenomeno ( l’esonero in corsa) che aveva assunto caratteristiche parossistiche.
    Zambelli ( Zambelli + Bettarello) vuole essere l’anticipatore della diffusione di questo fenomeno anche nella palla ovale.
    Prima Frati ora Wrigth.
    Rovigo è la piazza più importante, per tradizione e per spettatori, del rugby italiano, forse sarebbe ora che iniziasse ad esercitare una vera leadership, non un simulacro della stessa molto più simile a Gloria Swanson in ” Viale del Tramonto” che a quella di Massimo Allegri alla Juve.

    Quanto a Smith, io credo che il DOR sia Conor O’Shea ed il responsabile della formazione Stephen Aboud. Smith è un grande tecnico che aveva declinato l’invito ad occuparsi di Italia quando ce n’era la necessità. Starà a COS e alle finanze FIR valutare l’opportunità.

    1. È da quanto ha dichiarato vuole riposarsi e godersi la vita..perciò credo sia difficile anche part time..magari consulenze a progetto, come ha già fatto in Argentina ad esempio, la vedo una soluzione più fattibile..
      in ogni caso è innamorato dell’italia e ha tanti amici a Casale e dintorni, perciò se vi sarà solo una minima possibilità penso COS & co. non se la lasceranno scappare!

  2. su Rovigo non so e non commento

    su Smith… cazzarola se il registro è cambiato per ciò che riguarda lo staff tecnico, solo nomi altisonanti e di indubbio curriculum, finalmente ci si atteggia a tier 1 e anche la ventata di aria fresca arrivata con O’Shea sta dando il giusto messaggio al resto del mondo ovale

    Leggo sempre meno di frequente commenti offensivi e sempre più critiche oggettive in giro per forum e testate on line, segno che il rispetto piano piano sta arrivando

  3. Diciamo che tra Smith, Toni Green e John Kirwan c’è una bella batteria di AB che ha messo radici in Italia … abbiamo in casa un gruppetto che potrebbe occuparsi di formazione allenatori mica male… poi bisogna vedere se il DOR e il Presidente li considerano ancora al passo coi tempi… 😀 😀 😀

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