Una vicenda che si trascina da dicembre e che al club veneto è costata la possibilità di giocarsi l’accesso ai play-off. Una storia che se sganciata dalla sua contingenza ci dice un po’ di cose anche sulla “formazione” della nostra classe dirigente rugbistica, nel suo complesso
Ti chiami Luca Petrozzi, sei italiano ma vivi in Inghilterra, perciò inizi a giocare a rugby sul serio da quelle parti.
La tua formazione è quindi inglese, ma arrivi a giocare per la nazionale italiana U20 al Sei Nazioni 2015. Tre partite.
Nel marzo 2016 la FIR stabilisce che “un giocatore che disputi almeno un test ufficiale con l’Italia U20 è equiparato a giocatore di formazione italiana dalla stagione successiva”.
Nel luglio 2016 il San Donà ti ingaggia ma non indica specificatamente il tuo status perché «il modulo non prevede nessun riquadro o spazio dove poter indicare lo status di formazione, o chiedere l’aggiornamento». Parola di Alberto Marusso, presidente del San Donà.
La società chiede conferma alla FIR (pare però solo in via informale), nello specifico al responsabile dell’Alto Livello Carlo Checchinato e all’Ufficio Tesseramenti, che dicono che è tutto ok, che Petrozzi è “italiano”.
Ma per gli elenchi tesserati FIR Petrozzi ha ancora lo status di straniero, perché il San Donà non ha messo per iscritto la sua nuova “formazione”(ok, sul piano puramente burocratico/formale ci si può arrivare, ma la norma di marzo 2016? Non è automatica quindi? La Nazionale U20 è “emanazione” FIR…)
La tua società il 4 dicembre ti convoca per la partita (in trasferta) contro la Rugby Reggio.
Tu nemmeno giochi, ma sei a referto; nella nota ci sono altri 4 giocatori di formazione straniera (il numero massimo consentito dal regolamento), ma tu e il tuo club siete tranquilli perché tu ormai sei considerato di formazione italiana.
Il San Donà vince di un punto, 25-24.
Siccome nessun documento FIR dice che sei considerato di formazione italiana la Rugby Reggio fa ricorso perché risulti essere il 5° giocatore di formazione straniera: viene assegnato il 20-0 a tavolino agli emiliani, tolti i 4 punti conquistati e assegnati 4 punti di ammenda. Totale -8 per il San Donà.
Il club veneto fa ricorso e lo vince, e tu pensi che – cavilli a parte – il buon senso alla fine ha avuto la meglio.
Il Collegio di Garanzia dello Sport del CONI, chiamato in causa dalla Rugby Reggio, ribalta ancora la sentenza perché c’è “un conflitto tra le norme, la delibera federale e la norma amministrativa del tesseramento. Quali sono le più importanti da tenere in considerazione?”. Traduciamo: come cacchio sono state scritte le regole?
Di nuovo -8 in classifica per il San Donà, che vede sparire la possibilità di giocare i play-off che si stava conquistando sul campo.
Dalla FIR non giungono spiegazioni, reprimende e/o sanzioni per chi ha contribuito a creare questo pasticcio. Ci si attiene alla brutale burocrazia, non al buon senso
Il San Donà pensa di rivolgersi alla giustizia civile (il rischio però è la violazione della clausola compromissoria, con conseguenti nuove sanzioni da parte della giustizia sportiva. Almeno in linea puramente teorica). Anche qui però nessuna autocritica: sicuri che anche il club non abbia commesso un qualche passaggio a vuoto? Forse se si fosse chiesta anche solo una conferma scritta del cambio di status di Petrozzi – giusto per non saper né leggere né scrivere – oggi non parleremmo di questa storia. O allegare una richiesta scritta a quel modulo di cui sopra che non prevedeva un riquadro per indicare lo status. Forse.
In attesa dei prossimi sviluppi il Grillotalpa allarga le braccia, fa un lungo sospiro. E gli viene in mente l’immagine di Homer Simpson che potete vedere in apertura. La parola del giorno è “attonito”.
Banana Republic, as usual…
Purtroppo fare una regola (o una legge) lasciando buchi o zone grigie è una pressi comune a tutte le Istituzioni.
Inutile lamentarsi (come fanno alcuni) che i Giuduci hanno troppo potere se si lascia a loro il compito di dare indicazioni / interpretazioni su regole (o leggi) malscritte…
Concordo
Tutti gli attori di questa vicenda sono rappresentativi della nostra italica società: la FIR, con dei regolamenti confusionari, che esistono ma non sono di facile applicazione/interpretazione, il San Donà che fa la cose alla Carlona, senza nemmeno fare richiesta di chiarimenti con una e mail, dimenticandosi del famoso detto “Verba volant, scripta manent.” e il Reggio, che, per non uscire sconfitto, dimostra lo spirito sportivo di un…varano e si attacca al buco legislativo lasciato dalla FIR, conclusione: le braccia allargate del Grillotalpa e di Homer Simpson!!!!!
San Donà dice di aver chiesto conferma anche tramite mail.
Be’, se, effettivamente, ci sono delle e mail che provano il via libera, dato dal responsabile FIR preposto, non capisco come possa la giustizia sportiva aver potuto dare torto al SanDonà!!!!
Ci sono e mail viste di Checchinato che confermano la bontà delle scelte del club di Marusso. Detto questo ben gli sta a Marusso che dall’alto della sua intelligenza viene fregato proprio da colui al quale si era venduto
Bello il tuo nick.
Sono troppo fuori la politica federale per giudicare quello che dici.
Comunque chiunque abbia appoggiato Salassi andrebbe messo al muro.
Proprio un peccato che tu non sia di Calvisano perchè se tu lo fossi potresti anche avvicinare il Gavazzi e dirgli che è molto poco Lumbard essere così pressapochisti e che, a questo punto, al buon Marusso (sempre sia vero quello che dici tu) dovrebbe essere dato il doppio di quanto gli era stato promesso. Sarebbe il minimo.
p.s. : si accettano anche sponsor o giocatori.
Hai ragione caro Hro a dare dei varani ai reggiani, ma propongo un’attenuante se posso: alla fine quella sentenza gli ha salvato le chiappe in Eccellenza… 😀
Ah, va be’, allora, a mali estremi estremi rimedi!!! 😀
ahahahah sarebbe auspicabile! così come sarebbe bello che la FIR si prendesse la responsabilità di avergli detto “andate tranquilli, tutto a posto”….
Qualcuno conosce le motivazioni della sentenza? Dove è possibile leggerle?
Non credo sia ancora stata depositata.
Io penso che se una federazione fa giocare un atleta come italiano in una sua rappresentativa questa federazione ha il dovere di cambiare lo status del giocatore!
O mi sbaglio?
Vicenda grottesca che farebbe sorridere, se non fosse che con gli 8 punti in più San Donà si troverebbe a quota 42, un punto sopra Viadana e dunque in piena corsa per quel quarto posto che dà diritto ai playoff, di cui frega poco o nulla, ma sopratutto all’obolo federale, previa partecipazione liberamente obbligatoria alla Pata(cca)ro Cup. Sulla non-conoscenza di regole e regolette federali da parte di tutti meglio stendere il consueto velo pietoso: basti pensare che un candidato alla presidenza FIR non sapeva che bisognava esserne tesserati per potervi concorrere. Sarebbe bastato un semplice download dal sito federale.
Se co sono mail “ufficiali” della Fir com’è che non sono state sbandierate dal San Donà ?
Cmq, a prescindere dal giudizio che si può avere, sia della Fir che del San Donà, quello che a me fa veramente specie, e’ il comportamento avuto dal Reggio : squallido e meschino.
Se questa è la ” superiorità” del rugby : me cojoni…
Mors tua vita mea, Gianni.
Hanno visto la possibilità di salvarsi con gli azzeccagarbugli e l’hanno volta.
Si può biasimarli per questo?
Si. Boh. Nel senso che sul campo hanno perso, Petrozzi non è entrato, Petrozzi è italiano, la Fir da ragione a San Donà. Tu vedi un cavillo e rovini un campionato. A me la storia sta sul cazzo, nel senso che mi da noia fisica vedere una bazzecola del genere ribaltare risultati sportivi. E Reggio, personalmente, mi è diventata antipatica.
xnebiax non sto dando ragione a Reggio o San Donà.
Sto dicendo che loro hanno hanno tratto profitto dal solito italico garbuglio.
E per questo si sono salvati.
Contenti loro…
sì
A parte che, come già detto, san donà afferma di aver chiesto via mail se il ragazzo era in regola, la stessa società afferma anche che dopo la prima sentenza, che tra l’altro pare sia partita in automatico quando il giudice sportivo per l’omologazione ha inserito i numeri dei cartellini dei giocatori ed è risultato che i non italiani di formazione erano 5, quindi nessuno si era accorto di nulla, la fir abbia tranquillamente sistemato la situazione del giocatore PREVIO SEMPLICE TELEFONATA, quindi, sembrerebbe, che la società non sia tenuta a fare nessuna segnalazione/richiesta ufficiale, altrimenti in quel momento la fir avrebbe richiesto una qualche domanda scritta
Infatti non è tenuta a farlo. Però il San Donà ha la colpa di non aver controllato in maniera cartacea formale che il cambiamento dello status del giocatore fosse avvenuto. Avevano “solo” ricevuto assicurazioni in proposito per telefono e per email, e davanti al giudice contano solo le carte.
Io sarò anche stupido ma se la regola dice:”un giocatore che disputi almeno un test ufficiale con l’Italia U20 è equiparato a giocatore di formazione italiana dalla stagione successiva” e Petrozzi ha disputato il 6N nel 2015 (stagione 2014-2015, quindi) è considerato equiparato dalla stagione 2015-2016, automaticamente.
Non c’è scritto “può essere equiparato” che comporterebbe la richiesta, ma “è equiparato” senza ulteriore pratica.
Poi evito di dire quello che penso a proposito di un ragazzo di nascita e di passaporto italiano che giochi da equiparato per la sua nazionale, nel mentre che un ragazzo nato all’estero e di passaporto italiano acquisito gioca da italiano…
Equiparina, non c’è rosa senza la propria spina.
Equiparina, e risolvi ogni problema alla mattina.
Provate anche voi la dolce equiparina…e vi sentirete equiparati in men che non si dica.